Fanfic su artisti musicali > System of a Down
Segui la storia  |       
Autore: Soul Mancini    04/07/2018    2 recensioni
Ehi ragazzi, che ne dite di fare un salto indietro di qualche mese e tornare con la memoria a quel fantastico 25 giugno? Chi ha assistito al Concerto è consapevole della sua epicità e di quanto tutta Firenze fosse in fermento in quei giorni!
Per chi, però, non è potuto esserci, ho deciso di narrare dei fatti reali (o quasi) quanto improbabili, giusto per dare un'idea dell'atmosfera che si respirava nella famosa città dell'arte.
Ovviamente, in chiave comica!
Preparatevi a un viaggio tra groupies fallite, morti improvvise, droghe pesanti, stalker incalliti e fuggitivi da ospedali psichiatrici!
Tutto questo è il Firenze Rocks!
NOTE:
Omaggio (?) ai sovraccitato festival a cui ho avuto l'onore di prendere parte.
Ambientata a Firenze tra il 24, il 25 e il 26 giugno 2017.
Tutti gli eventi e i fatti riportati in questa raccolta sono realmente accaduti o ispirati alla realtà. Tutto ovviamente ingigantito all'inverosimile e senza alcun riferimento a persone realmente esistenti (ehi, mica conosco tutti i fans presenti al concerto!).
Spero di non offendere nessuno: è solo una parodia, per prenderci un po' in giro e farci due risate ;)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
ReggaeFamily

Bene, ragazzi miei! Come ben sapete questa raccolta parla dei System a Firenze e di tutti gli psicopatici al seguito. I nostri ragazzi hanno lasciato ormai lo Stivale dopo tre giorni di permanenza e un concerto che ha lasciato il segno in tutti coloro che vi hanno assistito.

Eppure io sento che manca qualcosa...


«Soul, ma 'sto cacchio di concerto com'è andato?»


Ah già, che cretina! Ho raccontato tutto ciò che è successo prima e dopo, eppure non ho nominato Lui, Il Concerto, l'argomento centrale di tutti questi capitoli deliranti!

Quindi mi sembra doveroso...



SPECIALE CONCERTO



Sono circa le nove di sera e i Prophets Of Rage sono scesi dal palco già da un pezzo.

C'è davvero tanta gente, a colpo d'occhio (?) direi circa cinquantamila persone. Tutte completamente ricoperte di polvere dalla testa ai piedi, dato che non hanno fatto che pogare dall'inizio alla fine del set dei Prophets. Tranne quando Serj è salito sul palco per cantare Like A Stone insieme a Tom Morello, Timmy C e Brad Wilk; è stato un momento molto commovente, credetemi, in cui tanta gente è scoppiata a piangere/si è strappata i capelli/si è strappata i vestiti/non ha capito cosa stesse succedendo e si è chiesta se Serj fosse il nuovo cantante degli Audioslave.

Ora, in questo momento di pausa tra le due band, il pubblico è assetato di acqua, birra e SOAD... ma soprattutto birra. Fa un caldo pazzesco, specialmente per via della calca, ma molti stanno là dal pomeriggio e non hanno certo rischiato un'insolazione per arrendersi proprio adesso.

Tra tutti, ci sono pure quelli che hanno da lamentarsi per tutto, come al solito:
“Eh, ma hanno iniziato troppo presto, non è che uno può venire qui dal pomeriggio, c'è caldo!”

Eh, ma hanno iniziato tardi, poi i gruppi hanno poco tempo per suonare!”

Ma il biglietto costa troppo!”

Non ci hanno dato nemmeno le sedie!”

A me questa cosa dei token mi fa girare le palle!”

Comunque l'audio fa cagare, si sente troppo poco!”

Queste casse sono troppo potenti, mica posso rischiare di perdere l'udito!”

Ma ignoriamoli, i commenti della gente non hanno alcun valore. Tanto, anche se si organizzasse l'evento perfetto, la gente troverebbe sempre almeno una cosa da poter criticare.

Intanto, nel backstage, tra i Prophets e i System vola un'infinita serie di pacche sulle spalle e legami di parentela inventati. Ma del resto loro sono così: tutti fratelli, cugini, amici, soci, colleghi, compari e via così.

Qualcuno dello staff avvisa che il concerto sta per cominciare e a ciò segue un piccolo check di chitarra, basso e microfono.

Il pubblico è in visibilio.

È tutto pronto, sul palco mancano solo i componenti della band.

Il primo ad annunciare la sua presenza è Daron, che comincia a suonare i primi accordi di Soldier Side Intro.

Dall'arena, gremita di gente, si leva un boato che nemmeno ai Mondiali di calcio.

Il chitarrista, vestito ovviamente di nero e munito del suo solito cappello in testa (non gli farà caldo, quell'affare?), comincia a cantare e la folla lo segue. Molti però non si sono ancora ripresi dallo shock e continuano a strillare e piangere.

E stavolta non mi sento di prendere in giro nessuno, perché vi assicuro che un concerto dei System è in grado di far perdere la dignità anche a un oggetto inanimato.

E tra coloro che piangevano, lo ammetto, c'ero anch'io.

Ma l'idillio di Soldier Side è destinato a finire presto: le dolci note della chitarra diventano stridenti, andando a comporre l'intro di Suite-Pee.

John – canottiera nera, braccia possenti in bella mostra, solita espressione estremamente concentrata – e Shavo – maglietta nera, testa che ciondola come se fosse staccata dal resto del corpo, schiena ricurva in avanti come al solito – fanno il loro esordio e si presentano a Firenze con la loro parte ritmica veloce e incalzante.

E infine nella canzone fa il suo ingresso Serj, che inizia a cantare senza esitazione, sempre con quel suo fare rilassato anche quando arriva alle parti più difficili.

L'esecuzione live è un po' più lenta dell'originale, chissà come mai. Qualcuno sospetta che Daron abbia sbagliato la velocità all'inizio, qualcun altro sostiene che l'abbiano fatto per Serj, per evitare che si incasini con il testo.

Io dico che fanno un po' come gli pare.

Il momento di sicuro più epico è il breakdown, il punto in cui tutti gli strumenti si interrompono tranne il basso.

E giù a saltare, pogare, fare headbanging.

Terminata Suite-Pee, i System decidono che è il momento di fare una pausa (?).

Un colpo. Poi il silenzio.

C'è gente confusa che non sa cosa stia succedendo, qualcuno è convinto che i musicisti abbiano sbagliato qualcosa e per questo si sono interrotti. Fortunatamente la maggior parte conosce la discografia dei System a memoria e sa cosa i quattro stanno facendo.

In ogni caso, volano certi bestemmioni che impressionerebbero Satana.

Quattro colpi di charleston da parte di John, poi i System ricominciano a suonare e finalmente anche i più lenti capiscono: stano facendo l'inizio di Prison Song.

Infatti qualche secondo dopo cala nuovamente il silenzio e il pubblico riprende a gridare ancora più forte.

Qualcuno canta il ritornello a sproposito, qualcun altro continua a insultare tutti gli dei di tutte le religioni, monoteiste e politeiste (che poi io il motivo non l'ho capito), ma l'esclamazione più frequente è: “Daje!”.

Come se poi i System capissero cosa stanno dicendo.

Dal canto loro, i quattro della band si stanno divertendo un mondo, soprattutto John che è incaricato di dare il via. Il batterista, infatti, si diverte ad allungare il brodo e a vedere la gente sotto il palco che si sbraccia ed esulta e si spazientisce.

Altri due stacchi e la canzone ha inizio. Daron la introduce con un “motherfucker” in scream, il che significa che le sue corde vocali ora possono andare in vacanza.

La canzone, proprio come la precedente, ha un andamento più lento rispetto alla versione da CD. A 'sto punto comincio a chiedermi se si siano ubriacati prima di salire sul palco.

Daron nelle sue parti sembra una cornacchia e strilla, Shavo nel ritornello si esibisce in un growl piuttosto fallimentare e in certi momenti la sua voce non si sente perché non si avvicina abbastanza al microfono.

Shavo non potrebbe mai fare il cantante. Che trauma sarebbe per lui rimanere fermo davanti a un'asta!

Con Violent Pornography ed Aerials i System sembrano riprendersi un po' e stavolta le suonano alla velocità giusta.

Ma la cosa ancora più straordinaria è che Daron non ha sbagliato. Ultimamente si è superato, è come se avesse imparato a suonare la chitarra!

Ma non cantiamo vittoria, per il momento ha suonato solo cinque canzoni.

Momento mistico: Mind.

Il pubblico si esalta, ma approfitta dell'introduzione di basso per riposarsi un po'. Dopo, quando il brano ingranerà, ci sarà da ballare.

L'intro di Mind ha un che di jazz, forse per colpa di John.

Serj ha alla voce un effetto riverbero che lo fa sembrare un prete in chiesa durante la messa.

Voce e strumentale vanno in calando, il volume diviene sempre più basso, finché non scema del tutto.

Finalmente sta per arrivare il pezzo forte. Tutti sono in attesa con la bava alla bocca, Firenze intera non vede l'ora di sentire Mind.

John dà i suoi soliti quattro colpi di charleston per dare il tempo anche agli altri, ma ciò che ne segue non è quello che tutti si aspettavano.

La Visarno Arena ci mette un paio di secondi a realizzare che si tratta di Mr. Jack.

Non so gli altri presenti al concerto, ma ora vi racconto la mia reazione e sono sicura che rispecchierà quella di molti:

Noooo!”

Uhuhuhuh!”

Lo so, è doloroso, ma ci si accontenta.

Mr. Jack fila liscia come l'olio, tranne Daron che canta sguaiato cime una gallina e nel ritornello si arrampica sugli specchi (?) perché non riesce a fare gli acuti e dà vita a degli improbabili suoni strozzati.

E poi sarebbe Serj, secondo la critica, quello che canta male...

Ora arriva uno dei miei momenti preferiti.

Dopo il secondo ritornello, quando c'è il bridge senza la batteria, John piazza uno spiazzante passaggio di batteria e, boom, magicamente si apre un momento di pura improvvisazione dei musicisti. John e Shavo tengono una ritmica ballabile e allegra, mentre Daron si inventa un assolo fortemente orientaleggiante.

Il tutto dura meno di un minuto, purtroppo, perché poi la canzone riprende il suo normale corso, giungendo al suo finale esplosivo.

Subito dopo John non perde tempo e subito parte con il rullo iniziale di DDevil.

Delirio totale.

Il delirio continua con Needles e Deer Dance, proprio in ordine di CD, e come da CD i System non si fermano tra una canzone e l'altra. Pare quasi un brano tutto unito.

Avete presente, prima dell'ultimo ritornello, il “Pushing little children, with their fully automatics, they like to push the weak around” che Serj e Daron cantano a cappella? Ecco, ora immaginatelo cantato da cinquantamila persone, tutte a tempo, senza neanche un accenno di strumentale sotto.

E immaginate i System che rientrano subito dopo, tutti insieme, con un tempismo perfetto, per l'ultimo ritornello.

Ora io voglio elogiare il mio Paese: avremo anche mille difetti, forse siamo polemici e bravi solo a lamentarci, forse siamo troppo espansivi al punto da sembrare appiccicosi, ma di tutto il tour dei System noi siamo stati i coristi migliori!

E il tutto senza sapere neanche mezza parola del testo!

Comunque per i System vedere una folla così grande che canta la loro canzone dev'essere un'emozione grandissima. Se io mi trovassi sul palco al posto loro, mi tremerebbero le ginocchia.

A seguire ecco in arrivo Radio/Video, in cui Daron esorta tutti a ballare con un “everybody dance!” (e solo ora capisco che ci ha fatto uno spoiler della sua nuova canzone), e l'ipnotica Hypnotize.

Dopodiché Daron, per dimostrarci che ha davvero imparato a suonare la chitarra, si prende qualche minuto per il bridge di Dreaming, con tanto di assolo strappalacrime e, per certi versi, strappamutande.

Tanto noi lo sappiamo: non hanno fatto il brano per intero solo perché Daron non sa cantare e agli acuti del ritornello non ci arriva nemmeno con una scala.

Gli voglio bene, in fondo. Anche se non sembra.

Ed ecco un altro dei miei momenti preferiti: l'inizio di Pictures.

Probabilmente quelli in prima fila impazziscono e iniziano a sbattere ripetutamente la testa sulle transenne a ritmo di musica. Qualche reggiseno vola. In generale urla e insulti ai santi del calendario.

Dopo Pictures, vi lascio indovinare cosa c'è. Se avete assistito a concerti dei System su YouTube, o se avete anche solo ascoltato per intero Steal This Album! nella vostra vita, non dovrebbe essere difficile.

Vi do un indizio: inizia con la H e finisce con ighway Song.

Bounce: il titolo stesso spiega che la folla rimbalza. Ci sono più tentati omicidi durante questo brano che in un ghetto. Soprattutto quando Daron esorta, nel brigde: “It's time for everybody to jump up and down!”. È veramente sadico, vuole molto male ai suoi fan!

Suggestions: John si diverte a giocare con i piatti e Serj si diverte a giocare con la sua voce. Tutto regolare.

Psycho: logicamente Daron non può evitare di manifestare al mondo il suo profondo amore per gli anni '80, così sull'intro della canzone inizia a cantare – o meglio strillare – Physical della povera Olivia Newton-John, che se lo sentisse piangerebbe, e non per l'emozione. Impeccabile però l'assolo finale, che sfocia come di consueto in Chop Suey!

Quest'ultima scatena un boato con ennesimo polverone sollevato dalla folla. Pare che ci siano quelle macchinette che mettono in certi concerti per creare il fumo di scena. Peccato che questa roba invece venga dal pavimento e bruci i polmoni e le narici come un incendio.

I System forse si rendono conto che dopo il loro classicone più classicone è il caso di darci un taglio e si mettono all'opera con Lost In Hollywood. Il modo in cui canta il pubblico è riprovevole, per fortuna ci pensa Serj a porre rimedio, esplodendo con i suoi cori che poi sono degli acuti da brivido.

Dopo ventuno canzoni (eppure a tutti sembra di stare sotto il palco da un quarto d'ora... ah, già, è vero che le canzoni dei System durano due minuti scarsi e volano via come farfalle!), Serj prende una decisione importante: deve omaggiare questo bellissimo Paese, culla dell'arte e della cultura!

(E degli psicopatici.)

Così, dopo aver impugnato una chitarra acustica, esordisce al microfono: “Buonasera”.

Non so perché, ma per dirlo usa un tono vagamente interrogativo, come se avesse paura di sbagliare e portare fuori qualcosa di osceno.

E via col patriottismo: tutti urlano, esaltati per aver sentito il cantante dei System Of A Down parlare in italiano!

Che poi ha detto una parola, mica il discorso di Trump...

Dopodiché parte in quarta con un discorso, disseminato di fuckin', in cui elogia l'Italia e afferma che qui c'è la miglior lingua, la miglior gente e il miglior fottuto cibo.

Sul cibo gli do ragione, la lingua va bene, la gente insomma...

E poi partono i primi accordi di chitarra di Question!, e nessun capisce su cosa Serj si stia basando per cantare.

Canzone eseguita magistralmente, se non per il fatto che Daron si dimentica di fare i cori. Stendiamo un velo pietoso.

Per farsi perdonare, però, in Lonely Day esegue un assolo mozzafiato, molto diverso dall'originale.

Ma c'è qualcosa che non va: Question!, Lonely Day... troppe canzoni serie tutte insieme, non va bene! Quindi i System, che hanno sempre la situazione sotto controllo, interrompono quest'idillio con Kill Rock N' Roll. Ma certo, chi non parlerebbe di conigli investiti dopo aver trattato temi come il dilemma dell'esistenza umana, la solitudine e l'aldilà?

A fine canzone Daron comincia a fare il cretino – quindi a essere se stesso – e prolunga la L dell'ultimo roll. Subito dopo inizia a gridare come una scimmia durante una ceretta e qualcuno si chiede se lo stia facendo apposta o si sia fatto male.

Poi, senza preavviso, inizia a suonare B.Y.O.B. e via col pogo, le urla, i cori da stadio e quant'altro.

Come ben sappiamo grazie agli esaltati fuori dall'albergo di Shavo e John, gli italiani non vedevano l'ora di intonare tutti insieme evribarisgointudeparievarialguttaim!

A proposito: in quel punto della canzone, quello tranquillo, accadono due cose molto importanti. La prima è che Daron mette su un allegro levare con la sua chitarra e per un momento l'arena si ritrova nel bel mezzo di un concerto reggae. La seconda è che Serj inizia a snocciolare Stati in cui c'è la guerra e, per qualche inspiegabile ragione, ci ficca in mezzo pure Firenze.

Com'è che quando ci sono stata per il concerto non ho visto nessuna bomba e nessun carro armato?

Ora preparatevi, perché sta arrivando un momento inaspettato.

Chitarre acustiche tra le braccia, Serj e Daron eseguono Roulette.

Sentire Roulette dopo B.Y.O.B. e prima di Toxicity è come mangiare cioccolato Kinder tra sottaceti e cipolle crude.

Questo dimostra che anche John Dolmayan è un essere umano e, dopo aver suonato ventiquattro canzoni alla velocità della luce e con una precisione imbarazzante, anche lui ha bisogno di due minuti di pausa per bere, asciugarsi il sudore, verificare che i polsi e le caviglie non siano volati tra i il pubblico, controllare se i tamburi sono ancora accordati come piacciono a lui...

Una volta terminata la tranquilla ed emozionante Roulette, per il pubblico arriva uno dei momenti più attesi. Cioè, dipende dai punti di vista: per quelli che vorrebbero vedere l'alba del giorno dopo, non è proprio un momento roseo.

Toxicity.

Okay, forse dopo questa non sono più tanto convinta che John sia un essere umano.

Serj osserva allegramente i suoi fan che si distruggono tra loro, lanciandosi uno sopra l'altro a peso morto, e poi annuncia che il concerto sta per finire prima di iniziare a cantare.

Al ritornello si leva un coro da stadio che ha un che di disperato. Quante persone tra quelle presenti hanno vissuto la loro adolescenza con Toxicity?

Vabbè, poi c'è anche chi conosce solo quella canzone dei System ed è andato al concerto solo perché il giorno prima ha visto Eddie Vedder, aveva la stanza prenotata e molti soldi da buttare.

Subito dopo il primo ritornello, Serj esclama: “Bravo Firenze!”.

Patriottici, scatenatevi!

Comunque è impressionante vedere quanto Serj parli bene l'italiano, anche se ha un vago accento russo o tedesco. Perché?

Dopo il secondo ritornello invece, lo strumentale si ferma di botto. È il momento di Daron, che oggi si sta divertendo a istigare i suoi fan alla violenza.

In realtà lo fa sempre, ma dovrebbe sapere che a Firenze non c'è da scherzare.

Così, con un tono da animatore di un villaggio turistico o di un oratorio, dice al pubblico di girare in tondo e formare un cerchio, poi parte con una nenia in cui dice around da tre a cinque volte al secondo. Come fa a non annodarsi la lingua?

Oltre al solito polverone, mi sa che stavolta si leva in aria anche qualche cadavere.

Il concerto si conclude con Sugar; solo quando sentono le prime note del brano, tutti si rendono conto che Serj non scherzava e il concerto sta per finire davvero. Questo significa che sono combattuti tra essere felici per la canzone o disperati perché vogliono altre cinque ore di concerto.

Il momento migliore della canzone, a parte il “just anger!” gridato dal pubblico, è quando viene nominato Sako.

I System tanto lo sanno che, quando arriva quel momento, il loro tecnico della batteria si inorgoglisce ed è tutto compiaciuto.

Anche se il novanta percento del pubblico ancora si sta chiedendo se Sako sia un personaggio di fantasia o se si tratti del nome di qualche piatto giapponese.

A fine canzone, Serj esplode in un “Grazie mille Firenze!”, ed è talmente tenero che farebbe commuovere chiunque. Si vede che è contento ed è uno di quei momenti in cui vuole bene a tutto il mondo.

A turno, i musicisti si avvicinano al bordo del palco. C'è chi dice qualche parola al microfono e chi no.

Ormai il concerto è finito e teoricamente anche il racconto, no?

No, perché i minuti dopo il concerto sono cruciali.

Succedono due cose importanti.

La prima è che una tizia (dev'essere una di quelle di cui ho già narrato in precedenza) dalle prime file lancia una maschera a forma di unicorno sul palco. Non appena la vede, Daron se ne innamora subito (della maschera, non della tipa): se ne impossessa e la appende al manico della sua chitarra.

Cosa se ne facesse quella tipa della maschera a forma di unicorno al concerto dei System, rimane un mistero.

La seconda cosa importante è che John inizia a lanciare paia di bacchette tra il pubblico come se si trovasse alla mensa dei poveri e stesse distribuendo tozzi di pane. Vorrebbe lasciare un souvenir a tutti i presenti, ma ha un tour da portare a termine. Il bello è che, stufo di lanciare bacchette, afferra anche alcune pelli di tamburi e le dà in pasto alla folla indemoniata.

Lancerebbe anche il resto della batteria, tanto i piatti assomigliano a dei frisbee, ma potrebbe essere denunciato per tentato omicidio e non è il caso.

Ma il fatto più miracoloso è che, una volta terminata quest'opera di beneficenza, parla pure al microfono e ringrazia il pubblico italiano con il suo solito tono serio. Ah-ah, così la mette in culo a tutti quelli che l'hanno sempre bullizzato e definito muto, solo perché non è esibizionista con Daron!

E il resto lo sapete.

Forse, se i System amano tanto l'Italia, un motivo ci sarà. Forse sanno che dietro il nostro essere psicopatici c'è un profondo rispetto, forse sanno che dietro ogni strillo c'è un'emozione, dietro ogni selfie c'è una storia da raccontare, dietro ogni pianto c'è un'infanzia vissuta a suon di rock, dietro ogni fanfiction c'è un grande affetto.

O forse sanno che in Italia trovano il cibo e il vino migliori!



:P :P :P



Capitolo lunghissimo, ma mi sembrava doveroso, dato che è l'ultimo della raccolta!

Ebbene, buon WOAD, miei efpiani soad-dipendenti!

Già: come potevo concludere la raccolta senza parlare del Concerto, colui (come se fosse una persona XD) che mi ha portato ad aprire questa raccolta? Ero indecisa se fare o no un resoconto, alla fine ho optato per raccontarlo in chiave ironica, ma l'ho tenuto per ultimo come un bonus!

Spero abbiate gradito l'idea e che questo testo così dettagliato non vi abbia annoiato. Ho cercato di essere fedele alla realtà dei fatti, mi sono aiutata con video e scaletta, ma se trovate qualcosa di sbagliato abbiate pazienza, avevo tutti e cinque i sensi appannati dal pianto e il principio di infarto quella sera XD

Ripercorrere i punti salienti di quel live è stato emozionante, come sempre. Nonostante sia passato più di un anno ormai, ancora non sono riuscita a realizzare di esserci stata davvero! È stato magico!

Per una volta anche io ho lasciato il via libera alla mia parte psicopatica: ho pianto, ballato (ammesso che si possa definire così), saltato, cantato e strillato finché non ho perso la voce. Insomma, ho perso la dignità e non riesco proprio a pentirmene o vergognarmene.

Un grazie speciale va a tutti i presenti al concerto, dal primo all'ultimo, per aver contribuito a creare quella magica atmosfera e ad aver lasciato che io ci scherzassi su ^^

Un altro grandissimo ringraziamento, ovviamente, è per i System... e non credo ci sia altro da aggiungere *-*

Infine grazie alle mie ADORATE Kim e Selene per avermi seguito, aver recensito ogni singolo capitolo, per aver trovato divertenti pure i capitoli più penosi. IO VI ADORO, GRAZIE INFINITE!!!!! Ma dove vado senza di voi? :'3

E grazie a tutti coloro che per un motivo o per l'altro sono giunti fin qui! Mettere il segno di spunta nel quadratino accanto a “Completa?” è davvero difficile e doloroso, ma anche soddisfacente. È stata un'esperienza STREPITOSA!!! :3

Alla prossima avventura, e al prossimo WOAD!!!!!!! ♥



   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > System of a Down / Vai alla pagina dell'autore: Soul Mancini