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Autore: Soul Mancini    27/06/2018    2 recensioni
Ehi ragazzi, che ne dite di fare un salto indietro di qualche mese e tornare con la memoria a quel fantastico 25 giugno? Chi ha assistito al Concerto è consapevole della sua epicità e di quanto tutta Firenze fosse in fermento in quei giorni!
Per chi, però, non è potuto esserci, ho deciso di narrare dei fatti reali (o quasi) quanto improbabili, giusto per dare un'idea dell'atmosfera che si respirava nella famosa città dell'arte.
Ovviamente, in chiave comica!
Preparatevi a un viaggio tra groupies fallite, morti improvvise, droghe pesanti, stalker incalliti e fuggitivi da ospedali psichiatrici!
Tutto questo è il Firenze Rocks!
NOTE:
Omaggio (?) ai sovraccitato festival a cui ho avuto l'onore di prendere parte.
Ambientata a Firenze tra il 24, il 25 e il 26 giugno 2017.
Tutti gli eventi e i fatti riportati in questa raccolta sono realmente accaduti o ispirati alla realtà. Tutto ovviamente ingigantito all'inverosimile e senza alcun riferimento a persone realmente esistenti (ehi, mica conosco tutti i fans presenti al concerto!).
Spero di non offendere nessuno: è solo una parodia, per prenderci un po' in giro e farci due risate ;)
Genere: Comico, Demenziale, Parodia | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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ReggaeFamily

26 giugno 2017

Ore 16:39

Aeroporto di Pisa


Si sa: tutte le cose belle sono destinate a durare poco.

I System, infatti, dopo tre gradevoli (?) giorni trascorsi a Firenze, sono pronti a levare le tende, nella speranza che i fans di altre nazionalità non siano così psicopatici.

I ragazzi, in compagnia del loro staff e dei Prophets Of Rage (lo so, nessuno se li è filati, ma c'erano anche loro), sono appena giunti in aeroporto e si accingono a recuperare i bagagli. Il loro volo è tra appena un'ora e mezza, quindi si devono muovere per evitare di fare tardi (ma tanto non corrono il rischio, il 95% dei voli parte sempre con tre quarti d'ora di ritardo, sempre!).

Ma qualcosa non va.

Certo, potrebbe forse andare bene? Altrimenti scrivere questa raccolta non avrebbe senso.

Proprio mentre i membri della band scompaiono dietro le porte scorrevoli all'ingresso dell'aeroporto, due taxi carichi di gente si fermano a pochi metri dalla struttura. Dai veicoli si riversa sul marciapiede un numero indefinito di tizi e tizie; qualcuno lancia un grido di guerra e inizia a correre verso l'entrata, mentre due o tre poveretti restano indietro perché giustamente i tassisti non lavorano per la gloria e vanno pagati.

Non hanno tanto l'aria di turisti pronti a partire, dato che hanno appresso solo qualche zainetto; quando tutti si ritrovano all'interno, non si guardano nemmeno attorno, ma posano il loro sguardo su un punto ben preciso.

Sono andati da quella parte! Muovete il culo, altrimenti li perdiamo di vista!”

Ma ne sei sicuro? Se sbagliamo direzione, poi siamo fottuti e possiamo andare a fanculo!”

Io direi che ci potreste andare anche prima...

Ma no, ha ragione lui! Lì c'è il punto per fare i controlli, sicuramente sono andati lì! Mica possono salire in aereo senza aver fatto il controllo bagagli!”

E se invece dovevano fare il check-in?”

Ma guarda che ormai quello si fa su internet!”

Mica per forza!”

Discutendo, strattonandosi e quasi facendo rissa, la mandria di invasati di turno zampetta miracolosamente nella direzione giusta. E infatti...

Oddio, eccoli! Sono lì! Sono loro!”

Corriamo, dai!”

Non dire cazzate, non possiamo metterci a fare casino, poi si spaventano e non ci cagano!”

Ma siete ritardati? Se non ci muoviamo partono!”

Non fa niente, noi li seguiamo finché non salgono sull'aereo!”

Qualcuno si arma di cellulare, qualcun altro sbava e forma delle pozzangherine ai suoi piedi, qualcun altro ancora scivola nelle pozzangherine di bava lasciate dagli altri.


A qualche decina di metri da loro, Daron lancia un'occhiata perplessa a Brad Wilk. “Brad, tu non ti senti osservato?”

Il batterista dei Prophets Of Rage fa spallucce. “Può essere, siamo in un aeroporto pieno di gente.”

I due si dirigono, insieme al resto del gruppo, verso il controllo bagagli e si mettono in fila.

Non appena arrivano di fronte al controllore – un tipo sulla trentina con i capelli alla rinfusa – questo sbianca. “Oh mio dio, ma tu sei Serj Tankian!” strilla in un inglese abbastanza buono, rivolgendosi al cantante dei System.

Quest'ultimo trattiene un sospiro. “Potrei, per favore, chiederle di non strillare? Io e i miei amici vorremmo passare inosservati, per quanto sia possibile.”

Certo, certo! C'ero anch'io al concerto di ieri, ho dovuto fare i salti mortali per esserci, incastrare ore di lavoro... e oggi sono distrutto, ma ne è valsa la pe...” inizia a sproloquiare quello tutto contento, dimenticandosi pure di fare il suo lavoro con le valigie che gli vengono posizionate davanti.

Ehm... amico, mi dispiace interromperti, ci farebbe piacere chiacchierare con te, ma forse non ti sei accorto che stai bloccando la fila” interviene Tom Morello in tono amichevole, comparendo al fianco di Serj.

Loro sono amichetti del cuore, si aiutano sempre a vicenda nei momenti di difficoltà!

L'addetto ai controlli arrossisce. “Sì... certo... andate pure... al metal detector...” farfuglia.

Serj dà una leggera spallata al chitarrista e borbotta discretamente: “Grazie amico”.

System, Prophets e staff posano i loro averi sul rullo, passano attraverso il metal detector e poi recuperano tutto; nel giro di pochi minuti, sono già alla ricerca del loro imbarco.

Ma al controllo bagagli lo scempio non è finito.


Sono passati circa cinque minuti da quando Marco – l'addetto ai controlli – ha importunato Serj, e ancora non riesce a riprendersi dallo shock. In quel momento al suo cospetto giunge un gruppo di ragazzi e ragazze, alcuni molto giovani e altri circa della sua età.

Scusa, non è che per caso hai visto passare...?” attacca una ragazzina.

...i System Of A Down?” completa quello, notando la maglietta tarocca con le facce dei System che la sua interlocutrice indossa.

Li conosci? Li hai visti?”

Sì! Muovetevi, se fate in fretta il controllo fate in tempo a beccarli! Mollatemi zaini e cellulari e passate sotto il metal detector!”

Tutti si esaltano e mollano lì le loro cose senza neanche posizionarle dentro gli appositi contenitori in plastica e corrono via, mentre il personale dell'aeroporto li insulta e minaccia.

No, non riprendono neanche le loro cose, le lasciano sul rullo. Che geni. Ma capiteli, hanno fretta!

Corrono, corrono e corrono, finché i polmoni non bruciano, finché i piedi non cominciano a far male (quanto cavolo è grande quest'aeroporto? Non è che sono già nel mezzo della pista di decollo?), e finalmente...

Eccoli, eccoli! Sono i System, sono qui, di fronte a noi!”

Oddio, muoio!”

Oddio, mi dovevo rifare il trucco!”

Oddio, non abbiamo i cellulari, con cosa la scattiamo la foto?”

Oh cazzo, giuro che stavolta a Daron lo stupro!”

La luce in fondo al tunnel è ormai così vicina, i System sono giusto pochi passi davanti a loro, manca solo qualche metro e...

La ragazzina in testa alla fila va a sbattere contro una sorta di sbarramento e si piega in due per il dolore. Tutti gli altri, che non se ne accorgono e continuano a correre, le piombano addosso e si schiantano l'uno sopra l'altro, calpestandosi, per poi cadere tipo tessere del domino.

C'era da aspettarselo. I nostri eroi si sono imbattuti in quei controlli automatici dei biglietti: perché la sbarra davanti a loro si apra e li lasci passare, devono far scorrere il codice del loro biglietto su una sorta di piccolo pannello.

Si può sapere cosa state facendo? Biglietti, prego!” tuona un omone alto e corpulento. Chissà perché, non mi sembra tanto ben disposto come quello del controllo bagagli.

Una tipa gli si aggrappa al braccio. “La prego, è questione di vita o di morte, dobbiamo assolutamente passare dall'altra parte!”

Scordatelo: niente biglietti, niente imbarco!” sputa il controllore, scrollandosela di dosso e lasciandola col culo per terra.

Ah sì? E allora io scavalco!” afferma un tizio, pronto a spiccare un balzo per saltare dall'altra parte della sbarra.

L'omone sbuffa con aria annoiata, lo prende per il colletto della maglietta e lo scaraventa lontano da lì. “E adesso levate le tende, state ingombrando il passaggio!”

Tutti si rassegnano. I System ormai non si vedono più. Alcuni scoppiano a piangere disperatamente.

Così i nostri eroi sono costretti a tornare indietro, anche perché hanno paura di essere ammazzati da quella sorta di Hitler/armadio a quattro ante.

Gli ennesimi sfigati.




Ore 18:35

Volo Ryanair


John?”

Mmh?”

Mi mancherà l'Italia, dopotutto.”

Non disperare: stiamo andando in Svezia, finalmente un po' di fresco. Firenze è bella, ma non si respira.”

Già.”

Hai notato quei tizi?”

Quali?”

Quelli che ci seguivano all'aeroporto.”

Avevo ragione allora! Ho detto a Brad che mi sentivo osservato, ma non mi ha dato retta!”

E chissà cos'altro ci attende, in questi ultimi giorni di tour...”




Ore 22:06

Aeroporto di Pisa


Elena?”

Eh?”

Hai finito anche tu il turno? Stai già andando via?”

Sì, perché?”

Guarda cosa hanno lasciato dei ragazzini questo pomeriggio!”

Oh Cristo, ma qui ci saranno almeno milletrecento euro e una decina di cellulari! Che problemi hanno?”

Boh, sono andati a rincorrere i System e chi li ha più visti?”

Che dici, ci intaschiamo tutto?”

Affare fatto, collega!”



:P :P :P



Ahahahahahahahahah, la conclusione di questo capitolo secondo me è EPICA XD

E benvenuti al WOAD, signore e signori!

Penultimo capitolo di questa raccolta; non voglio aggiungere altro, lascio a voi i commenti! :D
E adesso? I System se ne sono ormai andati dall'Italia, ma ancora manca un capitolo... cosa ci sarà?

Eheheheh...

Grazie a coloro che ancora sono qui, spero di avervi divertito con questo capitolo, ho cercato di metterci un po' più di impegno e ingegno :3

Al prossimo mercoledì!!! ♥


P.s: Hoginery in avvicinamento, ore dodici, passo e chiudo ;)



   
 
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