CAPITOLO
8: ANCORA UN GIORNO
La
piccola zattera di giunchi scivolava leggera nelle acque nere del
fiume.
Radish
era seduto per terra con le braccia incrociate mentre Goku se ne
stava a prua, facendosi accarezzare i capelli dal vento.
“Ah,
come si sta bene... ehi, dei pesci! Ce li mangiamo?”
esclamò ad un
tratto il saiyan, indicando delle trote rosse come il sangue, e il
fratello maggiore, guardandolo col suo solito sguardo scocciato, gli
disse: “Ah, insomma, Kakaroth. Non ci troviamo qui per
divertirci!”
“Certo, certo, però ho una fame... hai fame anche
tu, vero Goten?”
Non
sentendo risposta da parte del figlio, si voltò e lo vide
dall'altra
parte della zattera, che ronfava come un ghiro.
Vedendolo
addormentato, Radish ammonì il fratello: “Ma
lascialo in pace,
scemo! Non vedi che sta dormendo?” “Sì,
scusa.”
Ora
che avevano salvato Goten, sarebbero dovuti tornare tornare indietro.
In
volo ci avrebbero impiegato qualche ora ma Goku e Goten erano
entrambi distrutti e quindi avrebbero dovuto proseguire il viaggio in
un'altra maniera, almeno finché i due babbei non
riprendevano.
Mentre
camminavano avevano trovato una vecchia barca abbandonata e
così,
aveva proseguito il viaggio su di essa.
Ci
avrebbero impiegato più del previsto ma, sotto sotto, a
Radish non
dispiaceva il prolungamento del viaggio.
Una
volta arrivati a destinazione, infatti, Goku e Goten sarebbero
tornati a casa mentre lui sarebbe rimasto agli inferi...
“Radish...”
sussurrò una voce alle sue spalle.
Il
saiyan si voltò e vide il fratello minore guardarlo in
silenzio.
Dall'espressione,
intuì che anche lui pensava alle stesse cose...
Goku
rimase in silenzio un attimo, poi disse: “Fra poco
sarà finita,
eh?” “A quanto pare...”
“Comunque questi giorni sono stati
divertenti.” “Sì...”
“Che ne dici se riprendiamo il
discorso?”
Radish
si voltò a guardarlo e domandò: “Cosa
intendi?” “Intendo quel
discorso su nostra madre.”
Radish
si voltò e, mentre si grattava la testa e sorrideva, disse:
“La
mamma... aveva una personalità gentile proprio come
te.” “Eh?!
Ma non era una saiyan?!” “Certo.”
“Ma come... come mai aveva
un simile carattere se era una saiyan?” “Boh... era
diversa da
una normale saiyan... non era adatta al combattimento. Papà
la
doveva sempre salvare quando combatteva ancora nella sua
squadra.”
“Davvero?” “Sì, fu
così che strinsero un profondo legame. Un
legame che andava al di là del semplice concetto
procreativo.”
“Urca. Ma tu come fai a saperlo?” “Me lo
raccontava sempre.
Quando raccontava della loro storia, mamma arrossiva sempre e
sembrava che stesse per spiccare il volo.” “Doveva
essere proprio
innamorata.” “Già... pensa che quando
mamma raccontava, papà
guardava sempre da un'altra parte e mugugnava qualcosa.”
“Scommetto
che nel mentre diventava rosso come te.”
Aveva
appena detto quelle parole, che qualcosa di freddo e umido gli
arrivò
in faccia.
“Non
sei affatto divertente, Radish.” mugugnò Goku e
Radish ribatté:
“Adesso la tua faccia sarà più pulita
di prima.”
La
barca continuò a navigare per un po' e, ad un tratto, Goku
domandò:
“Senti, ma tu sai dove si trovano i nostri genitori? Mi
piacerebbe
conoscerli...” “Sono in giro per gli inferi.
Papà voleva
allenarsi per diventare più forte e mamma l'ha
seguito.”
“Peccato... beh, sarà per un'altra
volta...”
Si
sedette in fondo alla barca e chiuse gli occhi.
Quel
viaggio in barca era davvero rilassante...
Li
riaprì quando sentì un colpo provenire dalla
barca.
Vide
il fratello maggiore legare la barca e dire: “Fine del
viaggio in
mare. Da adesso si prosegue a piedi.” “Quando
arriveremo?”
“Domani.” “Ah.”
I
tre scesero dalla barca e continuarono a camminare.
Mentre
Goku e Radish continuavano a camminare in silenzio, Goten si
distraeva in continuazione a guardare gli insetti della foresta.
Si
fermarono solo quando il sole tramontò.
“Sarà
meglio fermarci per la notte.” disse Radish, cominciando a
raccogliere i rami per terra per preparare il falò.
“PAPA'!
ZIO!” gridò, ad un tratto Goten, e quando i due lo
raggiunsero,
videro una piccola sorgente d'acqua termale rossa.
“Una
sorgente! Andiamo a farci un bagno, Goten!”
esclamò Goku e il
bambino annuì, tutto contento.
“Ehi,
Radish. Perché non vieni anche tu?” chiese Goku e
il saiyan,
allontanandosi, disse: “Non mi va. Divertitevi, voi due. E
vedete
di non scalmanarvi troppo.”
Goku
e Goten si spogliarono in fretta per poi tuffarsi nelle acque
cremisi.
Quella
sorgente era calda al punto giusto.
Com'era
piacevole...
Padre
e figlio si misero a inseguirsi a vicenda e a buttarsi l'acqua
addosso, ridendo a crepapelle.
Ad
un tratto, Goten disse: “E' un peccato che lo zio non abbia
voluto
con noi. Si sarebbe divertito. Sai, mi è sembrato un po'
triste...”
“Ho un'idea. Perché non facciamo uno scherzo allo
zio?” “Uno
scherzo?” “Sì. Sta' a vedere. Mi
raccomando, non ti muovere.”
Goku
uscì velocemente dall'acqua e si nascose dietro a un sasso.
Davanti
a un piccolo falò c'era Radish a braccia incrociate e con
gli occhi
chiusi.
Si
avvicinò in silenzio e poi mise una mano sulla spalla del
fratello.
Radish
si voltò per vedere cosa stesse succedendo e, in un lampo,
non si
trovò più davanti a un falò ma in un
piccolo lago termale, in cui
atterrò con un sonoro SPLASH.
Radish
capì solo allora che caspita era successo.
Si
voltò furente verso Goku e sibilò: “Ti
diverti tanto a farmi
questi scherzi, eh?” “Beh, era un'idea
carina...” “Adesso te
la faccio vedere io l'idea carina!”
Dopo
aver detto quelle parole, cominciò a nuotare nel tentativo
di
acchiappare il fratello minore.
I
due cominciarono a nuotare velocemente, tuttavia, mentre nuotavano,
non riuscivano a trattenere le risate.
“NON
MI PRENDI! NON MI PRENDI!” urlava Goku mentre Radish
ribatteva:
“QUESTO E' TUTTO DA VEDERE, KAKAROTH!”
Mentre
giocavano a rincorrersi, il piccolo Goten li osservava in silenzio.
Suo
zio non era più triste...
Inoltre
mentre guardava il padre e lo zio gli sembrò di rivedere lui
e suo
fratello maggiore Gohan.
“ETCIU'!!
E' tutta colpa tua!” mugugnò Radish mentre si
avvolgeva sempre di
più nella sua coperta.
Il
fratello, mentre si metteva la mano dietro alla testa, tentò
di
scusarsi: “Scusa... non sapevo che tu avessi solo i vestiti
che
indossavi...” “Avresti dovuto pensarci, zucca
vuota! Se mi becco
il raffreddore, almeno saprò con chi prendermela!”
gli rispose il
saiyan più grande.
Per
colpa di quel deficiente di suo fratello, i suoi vestiti erano ad
asciugarsi e lui era avvolto in quella coperta, cercando di
scaldarsi, con l'aiuto del falò.
Ad
un tratto, da una fessura della coperta, apparve una lunga coda di
scimmia.
“Cos'è
quella coda?” domandò il piccolo Goten,
avvicinandosi.
“E'
la mia coda. Tutti i saiyan ce l'hanno.” gli
rivelò lo zio e,
mentre indicava in malo modo, Goku aggiunse: “Anche
quell'idiota di
tuo padre ce l'aveva.” “Davvero?” chiese
il piccolo, guardando
il padre, e l'uomo ammise: “Sì. Poi,
però, me l'hanno tagliata.
Anche Gohan e Vegeta ce l'avevano.”
“Perché io e Trunks non ce
l'abbiamo? Anche noi siamo saiyan.” “Ehm...
Radish...” fece
Goku e il fratello, senza nemmeno aspettare la fine della domanda,
rispose: “Hanno preso più geni terrestri e quindi
non ce l'hanno
avuta.” “Grazie.”
Nel
frattempo, il piccolo Goten si avvicinò a quella coda che si
muoveva
davanti al falò per scaldarsi.
“Posso
toccarla?” domandò il bambino e il saiyan,
imbarazzato,
acconsentì: “V... va bene. Ma non azzardarti a
farla diventare il
tuo giocattolo, intesi?”
Goten
toccò la coda e poi si mise ad accarezzarla con dolcezza.
Quant'era
morbida...
“Scusa,
zio...” domandò Goten e Radish gli disse:
“Cosa?” “Dov'era
la tua coda, prima? Non l'ho vista.” “La tenevo
come una cintura
alla vita. I guerrieri saiyan lo fanno sempre.” “Ma
è brutto. E'
così bella quando è libera...”
“Senti, moccioso. Io sono un
guerriero e i guerrieri la tengono stretta in vita.”
“Potresti
lasciarla libera quando non combatti...”
Radish
rimase in silenzio.
Si
era ricordato di una scena appartenente al suo passato...
Suo
padre era tornato a casa dopo la conquista di un pianeta, lui e sua
madre si erano abbracciati e suo padre gli aveva accarezzato la testa
come faceva sempre quando tornava.
Mentre
faceva tutte quelle cose, aveva sciolto la coda che teneva alla vita.
Quel
ricordo apparteneva all'ultimo periodo in cui era stato con la sua
famiglia al completo.
Due
mesi dopo, suo padre era partito per una missione e non l'avrebbe
più
rivisto.
Lui,
sei mesi dopo la partenza di suo padre, era diventato un guerriero ed
era partito in missione nientemeno che col principe Vegeta, un onore
che solo pochi avevano.
Un
giorno avevano ricevuto il messaggio dove Freezer gli ordinava di
ritornare sul pianeta Vegeta ma Vegeta aveva preferito non tornare a
casa.
Un
mese dopo, il suo pianeta era esploso, i suoi genitori erano morti e
suo fratello era lontano da lui...
“Va
beh... se proprio ci tieni, la terrò sciolta quando non
combatto!”
sbottò Radish e Goten, tutto contento, tornò dal
padre.
Mentre
il tempo passava, osservò di nascosto il fratello e il
nipote,
chiacchierare e ridere.
Spostò
lo sguardo.
Se
fosse stato ancora vivo, gli sarebbe piaciuto sposarsi e avere dei
figli, proprio come Kakaroth...
Ma
era solo un'illusione.
Nessuno
avrebbe voluto sposarsi con un assassino come lui...
Solo
una pazza scalmanata, disposta a morire per realizzare i suoi
obiettivi, avrebbe potuto pensare di sposarlo...
Almeno,
gli sarebbe piaciuto vivere in un posto vicino al mare...
Ad
un tratto, sentì che qualcosa si era appoggiato pesantemente
sulla
sua schiena.
Si
voltò e vide Goten appoggiato sulle sue spalle che dormiva
profondamente.
“Ehi,
cosa fai?! Va' da tuo padre!” gli disse, imbarazzato il
saiyan ma
fu tutto inutile.
Goten
ronfava dalla grossa.
Goku
si avvicinò e lo prese in braccio, dicendo:
“Sarà meglio andare a
dormire. Ormai è tardi...” “D'accordo...
buonanotte.”
“Aspetta, Radish...”
Il
saiyan si girò e Goku gli propose:
“Perché non dormi con noi,
stanotte?” “COSA?! Io non...”
“Andiamo, c'è spazio per tutti
e due.”
Il
saiyan rimase in silenzio un attimo, poi disse: “E va bene...
ma
prima passami i miei vestiti!”
Era
notte fonda e tutti dormivano, tranne un'anima.
Radish
guardava i volti sereni e addormentati del fratello e del nipote.
Sembravano
così felici... molto probabilmente stavano sognando un bel
banchetto
tutto per loro.
Sospirò
pesantemente.
Domani
Goku e Goten se ne sarebbero dovuti tornare a casa... e lui sarebbe
rimasto agli inferi, di nuovo solo come un cane.
Quei
quattro giorni insieme... erano stati così belli e, allo
stesso
tempo, così veloci come il vento.
Gli
sarebbero terribilmente mancati...
Spostò
lo sguardo e si mise a fissare il nipote.
Quanto
assomigliava a Kakaroth... loro due sembravano due gocce d'acqua.
Quando
Kakaroth era piccolo doveva essere identico a Goten...
D'istinto,
cominciò ad accarezzargli i capelli.
Erano
così morbidi e soffici...
“Stai
pensando a me?” domandò una voce alle sue spalle.
Radish
si voltò imbarazzato e vide il fratello minore che lo
fissava in
silenzio, sorridendo.
“Fatti
gli affari tuoi!” rispose il fratello, guardando da un'altra
parte.
Per
un attimo, i due fratelli rimasero in silenzio poi Goku disse:
“Sai,
non avrei mai creduto che la notte prima di un addio potesse essere
così tremenda... forse è perché i miei
addii sono sempre stati
improvvisi e veloci...” “A chi lo
dici...” “Non avrei mai
pensato che dire addio potesse fare così male...”
Aveva
appena finito di parlare che una mano gli prese il polso e lo
trascinò bruscamente sul petto del fratello per poi
avvolgerlo col
braccio il corpo.
I
due rimasero in silenzio.
Ad
un tratto, Radish domandò: “Ehi, va'
meglio?” “Sì...”
“Senti, c'è una cosa che vorrei sapere.”
“Cosa?” “Quando
m'insegni questo supersaiyan?”
Goku
sgranò gli occhi, poi disse: “Se vuoi anche
adesso.”
“Fantastico!” esultò Radish.
“Oh,
cielo. Questo supersaiyan era più facile di quello che
credevo.”
“Non è vero. E' stato facile solo
perché tu hai molto talento.”
Il
sole era apparso da un pezzo e nel cielo c'erano tre figure che
volano a tutta velocità.
Radish
era al settimo cielo.
Era
riuscito a ottenere il supersaiyan dopo solo cinque ore di
allenamento.
“Però,
anche se ora hai il supersaiyan, dovrai allenarti molto duramente per
riuscire a raggiungere il supersaiyan Blue.” aggiunse Goku e
Radish
disse, divertito: “Ehi, guarda che sono un saiyan e tuo
fratello!
Raggiungerò quel supersaiyan e, se sarà
possibile, lo supererò.”
“Bravo. Così si parla.”
Ad
un tratto, Radish guardò in basso ed esclamò:
“Ehi, dobbiamo
atterrare. Siamo arrivati.”
I
tre planarono con delicatezza.
Goku
e Radish si guardarono in silenzio e, poi, il primo disse:
“Così è
finita...” “Kakaroth, ti prego. Non ricominciare o
non la finiamo
più. E' stato bello stare con te. Ma ora è meglio
se andate
altrimenti tua moglie ti uccide.” “Hai ragione...
aspetta che
prendo il fischietto.”
Goku
posò per terra l'enorme zaino e cominciò a
rovistare dentro di
esso: “Fischietto... fischietto... dove sei? Ma
dov'è... eppure
ero certo che fosse qui... DOV'E'?! DOV'E?!”
Goku
smise di cercare e cominciò a disperarsi: “Non
c'è!! Devo averlo
perso! Chichi mi ucciderà!!” “Quindi
siamo bloccati qui, papà?”
“Sì...”
Radish
rimase in silenzio e poi disse: “E' per caso questo il
fischietto
che cerchi?”
Goku
si voltò, incredulo e riconobbe il fischietto arrugginito
che gli
aveva dato Baba.
“E'
proprio lui! Dove l'hai trovato?” chiese, incredulo e il
fratello
ammise: “Quando ho tentato di rapinarti ho messo le mani nel
tuo
zaino e ho preso la prima cosa che mi era capitata, ossia questa.
Pensavo di rivenderla ma poi ho pensato che solo una vecchia befana
decrepita potrebbe volere questa roba.”
Finito
di parlare, lo lanciò a Goku che lo prese al volo.
Rimase
in silenzio a osservare il fratello finché questi,
scocciato, non
gli disse: “E muoviti a fischiare quel coso! Guarda che ci
sono dei
fessi qui intorno che stanno solo aspettando di essere fregati da
me!” “Certo, scusa.”
Il
giovane saiyan fischiò con tutte le sue forze e subito
apparve un
portale azzurro.
Il
piccolo Goten saltò dentro di esso mentre il padre rimase
immobile a
fissare il fratello.
Rimasero
così per qualche secondo, mentre il vento muoveva a entrambi
i
capelli.
Poi,
Goku sorrise e salutò il fratello, balzando all'interno del
portale
che, una volta scomparso al suo interno, scomparve nel nulla. |