Miyao
<<
Benvenuti >>
<<
Ciao Azusa >> disse Masumi col suo solito entusiasmo
precipitandosi su uno dei divanetti << …aaah seduta
finalmente >>
Shiho
alzò un sopracciglio scuotendo la testa e incrociò le braccia al
petto.
<<
Shiho-san tu prendi il solito caffè? >> domandò Azusa con
tono gentile.
<<
No oggi vorrei del succo di mirtillo. Grazie >>
Ne
aveva già presi cinque...
Si
sedette sulla sedia e si guardò intorno.
C'era
qualche cliente: una coppia, una madre con suo figlio e un ragazzo
che aveva tutta l'aria di essere uno studente.
Alla
sua destra Masumi stava bevendo a grandi sorsi la sua spremuta
d'arancia, dopo l'allenamento era anche andata a correre quindi era
assetata e su di giri.
<<
Ecco a te Shiho >>
<<
Grazie >> rispose gentile.
Chinò
il capo e si mise a fissare il suo succo.
Rei
mancava da quasi un mese.
In
quel periodo le era capitato più volte di andare al Poirot con
Shinichi, con Masumi, coi ragazzi, ma la situazione non era cambiata.
Anche
al laboratorio non avevano sue notizie e non poteva chiedere
informazioni agli agenti senza una motivazione valida.
All'inizio
era contenta, poi tranquilla, un po' giù di tono forse, ma adesso
era irrequieta e non riusciva a concentrarsi su niente.
<<
Shiho? >>
Batté
gli occhi incrociando il viso contrariato di Masumi, probabilmente le
aveva parlato sino a quel momento e si era resa conto di aver parlato
al vento.
<<
Tutto ok? >>
Lei
annuì.
<<
Si si. Tutto bene >>
*
Allo
scadere del trentesimo giorno Rei, nelle vesti del cameriere Amuro,
era tornato al bar con un grosso livido vicino l'occhio destro.
Com'era
facile immaginare sia le ragazze che i bambini l'avevano circondato
chiedendogli delle spiegazioni, lo avevano tempestato di domande,
Sonoko si era offerta di curarlo a casa sa, ma lui aveva minimizzato
dicendo che mentre si stava allenando a tennis la sua spalla gli
aveva tirato un brutto scherzo ed una palla lo aveva colpito a gran
velocità sulla faccia.
Shiho
non aveva detto nulla fingendo indifferenza, ma non appena ne ebbe
l'occasione si era precipitata a casa sua.
<<
Com'è successo? >>
Il
ragazzo chiuse un occhio avvertendo una leggera fitta di dolore.
La
ragazza aveva notato una ferita trascurata vicino la tempia e adesso
la stava disinfettando.
<<
Segreto professionale Shi... lo sai >>
In
realtà non si era procurato quel livido mentre era a lavoro.
Non
propriamente.
*
Furuya
ed Akai si trovavano in cima alla Tokyo
Sky Tree per via di un'indagine in comune che stavano svolgendo.
Erano
in attesa che uno di quegli uomini facesse un passo falso quando
venne fuori l'argomento Shiho.
Non
sapeva l'esatta dinamica di come si erano svolti gli eventi,
ricordava solo che l'agente dell'FBI gli aveva tirato un pugno in
faccia senza il minimo preavviso.
Solitamente
era lui ad iniziare i loro litigi quindi questa cosa lo aveva preso
totalmente alla sprovvista ed era caduto a terra come un ragazzino il
suo primo giorno in palestra.
Dopo
un primo momento di totale sorpresa si era tolto il sangue dal viso
col dorso della mano e lo aveva guardato con un sorrisino di scherno.
<<
Cazzo Akai dovresti piantarla col caffè. Ti rende un po' troppo
nervoso >>
Lui
continuava a fissarlo con una serietà quasi minacciosa. Somigliava
vagamente al corvo dai capelli argentei.
<<
Ti tengo d'occhio maledetto. Non provare a giocare con lei o te ne
farò pentire amaramente >>
Rei
non capì immediatamente il senso di quella frase. Inizialmente pensò
che si trattasse di gelosia e quindi si era alzato di scatto
iniziando a picchiarlo a sua volta.
<<
Tu maledetto bastardo >>
<<
Ti faccio saltare i denti! >>
<<
Lo sapevo che c'era qualcuno dietro quella finestra. Sei un
depravato! >>
<<
Sei un uomo morto! >>
Quella
che ne era seguita fu una scazzottata in piena regola fermata solo
dall'arrivo dell'agente Stirling che li aveva colti in flagrante e si
era messa ad osservarli con le braccia conserte e un sopracciglio
alzato aspettando che quei due la notassero.
Quando
finalmente si accorsero della ragazza si immobilizzarono all'istante.
<<
Appena avete finito, con calma... >> disse lei con tono molto
pacato.
I
due si erano messi in piedi sistemandosi i vestiti sgualciti sotto lo
sguardo neutro della donna.
Una
volta assunto una posa più presentabile lei continuò a parlare.
<<
...volevo informarvi che si trattava di un falso allarme. Akai
possiamo ritornare alla base. Per ragioni di sicurezza la stesura del
rapporto verrà effettuata da James.... E che i microfoni sono accesi
>> si era girata dando loro le spalle ed infine aveva mormorato
<< … idioti >>
*
Dopo
quell'episodio Rei aveva indagato a fondo sulla questione ed alla
fine aveva appurato che effettivamente si trattava di gelosia, ma non
nel senso romantico. Più nel senso fraterno.
Ci
aveva messo un po' ad elaborare quella nuova informazione.
Akai
Shuichi considerava Shiho al pari di Masumi.
Per
lui era una ragazzina da difendere e niente gli avrebbe fatto
cambiare idea.
Non le sue lauree, non il suo lavoro, non le sue
lunghe gambe.
Alzò
gli occhi su di lei, gli stava ancora curando le ferite, e si mise ad
analizzare i dolci lineamenti del viso.
Shiho
sembrava una ragazza vulnerabile.
Sembrava
appunto.
Ed
invece aveva scoperto che aveva due “fratelli” armati ed
iperprotettivi, tre se considerava quello famoso con le sette teste,
ed una sorella che era peggio degli altri tre.
Una
zia dal calcio letale. Un padre adottivo con una certa familiarità
con le esplosioni e tre piccoli pestifere canaglie che nonostante la
loro età sapevano come farti passare un brutto quarto d'ora.
Inoltre il suo aspetto delicato ed esile celava una mente sadica
e vendicativa. Con libero accesso a bisturi, veleni, virus, armi
batteriologiche varie e all'obitorio di uno dei dipartimenti più
nascosti e misteriosi della polizia.
Portò
il dorso della mano sulla fronte guardando fisso di fronte a se.
Oooh
cielo in che guaio si era andato a cacciare?
<<
Ehi! Non ti togliere la medicazione! >>
Rei
sobbalzò risvegliato da quell'amorevole ammonimento.
Due
secondi prima sembrava serena e poi si metteva a ringhiare.
Prima
era dolce e poi lanciava occhiatacce.
Era paragonabile e quei
gatti che ti leccano docilmente la mano e poi ti staccano un dito.
<<
Ma certo Shiho Miyao >> disse con un mezzo sorriso.
Lei
era un dolce, tenero, adorabile, letale gattino.
Non
dimostrava affetto come le ragazze normali, ad esempio cucinando,
anzi se poteva ti toglieva il piatto da sotto il naso.
Non
parlava usando parole dolci, anzi spesso ti mormorava frecciatine
sarcastiche che ti facevano saltare i nervi.
Shiho
notò una piccola ferita sulla sua guancia e si affrettò a mettergli
della crema disinfettante.
<<
Spero solo tu non abbia fatto qualche imprudenza agendo in modo
sconsiderato >> disse con sguardo assorto mentre lo sfiorava
delicatamente col polpastrello dell'indice.
Rei
fece un piccolo sorriso.
Però
era protettiva. Molto protettiva.
Se
le entravi nel cuore, sicuramente si sarebbe fatta ammazzare per te.
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