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Autore: Violetta_    04/10/2018    6 recensioni
Fanfic su una coppia talmente crak che nemmeno un pacchetto di crackers dimenticati in fondo lo zaino.
L'intera raccolta sarà come una scatola di cioccolattini, ogni capitolo avrà un sapore diverso. Non si sa cosa può capitare. (Alcuni capitoli saranno Flashfic. Il raiting potrebbe salire).
Saranno presenti collegamenti con altre mie raccolte (soprattutto "Secret file Zero" e "Jerez")
***
(Dal capitolo 1)
Alzò un sopracciglio.
Lei era una donna veramente terribile.
Scorbutica, analitica, furba. Bellissima.
Era diventata davvero meravigliosa.
-
Lui era una persona piuttosto complessa.
Aveva un passato misterioso che lo aveva portato in una posizione di spicco all'interno di un'organizzazione fantasma.
Era un ottimo attore e apparentemente una brava persona: gentile, generosa, simpatica. E forse lo era davvero.
***
(Dal capitolo 8)
Agasa si girò a fissarla ed inclinò la testa.
Ultimamente Shiho era strana.
Chissà come mai.
-
Shinichi corrugò la fronte con aria stranita.
Ultimamente Rei era strano.
Chissà cosa gli passava per la testa.
Genere: Commedia, Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Rei Furuya, Tooru Amuro
Note: Missing Moments, OOC, Raccolta | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Miyao










<< Benvenuti >>
<< Ciao Azusa >> disse Masumi col suo solito entusiasmo precipitandosi su uno dei divanetti << …aaah seduta finalmente >>

Shiho alzò un sopracciglio scuotendo la testa e incrociò le braccia al petto.

<< Shiho-san tu prendi il solito caffè? >> domandò Azusa con tono gentile.
<< No oggi vorrei del succo di mirtillo. Grazie >>



Ne aveva già presi cinque...



Si sedette sulla sedia e si guardò intorno.
C'era qualche cliente: una coppia, una madre con suo figlio e un ragazzo che aveva tutta l'aria di essere uno studente.
Alla sua destra Masumi stava bevendo a grandi sorsi la sua spremuta d'arancia, dopo l'allenamento era anche andata a correre quindi era assetata e su di giri.

<< Ecco a te Shiho >>
<< Grazie >> rispose gentile.

Chinò il capo e si mise a fissare il suo succo.



Rei mancava da quasi un mese.



In quel periodo le era capitato più volte di andare al Poirot con Shinichi, con Masumi, coi ragazzi, ma la situazione non era cambiata.
Anche al laboratorio non avevano sue notizie e non poteva chiedere informazioni agli agenti senza una motivazione valida.

All'inizio era contenta, poi tranquilla, un po' giù di tono forse, ma adesso era irrequieta e non riusciva a concentrarsi su niente.

<< Shiho? >>

Batté gli occhi incrociando il viso contrariato di Masumi, probabilmente le aveva parlato sino a quel momento e si era resa conto di aver parlato al vento.

<< Tutto ok? >>

Lei annuì.

<< Si si. Tutto bene >>




*




Allo scadere del trentesimo giorno Rei, nelle vesti del cameriere Amuro, era tornato al bar con un grosso livido vicino l'occhio destro.

Com'era facile immaginare sia le ragazze che i bambini l'avevano circondato chiedendogli delle spiegazioni, lo avevano tempestato di domande, Sonoko si era offerta di curarlo a casa sa, ma lui aveva minimizzato dicendo che mentre si stava allenando a tennis la sua spalla gli aveva tirato un brutto scherzo ed una palla lo aveva colpito a gran velocità sulla faccia.

Shiho non aveva detto nulla fingendo indifferenza, ma non appena ne ebbe l'occasione si era precipitata a casa sua.

<< Com'è successo? >>

Il ragazzo chiuse un occhio avvertendo una leggera fitta di dolore.
La ragazza aveva notato una ferita trascurata vicino la tempia e adesso la stava disinfettando.

<< Segreto professionale Shi... lo sai >>

In realtà non si era procurato quel livido mentre era a lavoro.


Non propriamente.




*




Furuya ed Akai si trovavano in cima alla
Tokyo Sky Tree per via di un'indagine in comune che stavano svolgendo.

Erano in attesa che uno di quegli uomini facesse un passo falso quando venne fuori l'argomento Shiho.

Non sapeva l'esatta dinamica di come si erano svolti gli eventi, ricordava solo che l'agente dell'FBI gli aveva tirato un pugno in faccia senza il minimo preavviso.
Solitamente era lui ad iniziare i loro litigi quindi questa cosa lo aveva preso totalmente alla sprovvista ed era caduto a terra come un ragazzino il suo primo giorno in palestra.

Dopo un primo momento di totale sorpresa si era tolto il sangue dal viso col dorso della mano e lo aveva guardato con un sorrisino di scherno.

<< Cazzo Akai dovresti piantarla col caffè. Ti rende un po' troppo nervoso >>

Lui continuava a fissarlo con una serietà quasi minacciosa. Somigliava vagamente al corvo dai capelli argentei.

<< Ti tengo d'occhio maledetto. Non provare a giocare con lei o te ne farò pentire amaramente >>


Rei non capì immediatamente il senso di quella frase. Inizialmente pensò che si trattasse di gelosia e quindi si era alzato di scatto iniziando a picchiarlo a sua volta.

<< Tu maledetto bastardo >>
<< Ti faccio saltare i denti! >>
<< Lo sapevo che c'era qualcuno dietro quella finestra. Sei un depravato! >>
<< Sei un uomo morto! >>

Quella che ne era seguita fu una scazzottata in piena regola fermata solo dall'arrivo dell'agente Stirling che li aveva colti in flagrante e si era messa ad osservarli con le braccia conserte e un sopracciglio alzato aspettando che quei due la notassero.

Quando finalmente si accorsero della ragazza si immobilizzarono all'istante.

<< Appena avete finito, con calma... >> disse lei con tono molto pacato.

I due si erano messi in piedi sistemandosi i vestiti sgualciti sotto lo sguardo neutro della donna.
Una volta assunto una posa più presentabile lei continuò a parlare.

<< ...volevo informarvi che si trattava di un falso allarme. Akai possiamo ritornare alla base. Per ragioni di sicurezza la stesura del rapporto verrà effettuata da James.... E che i microfoni sono accesi >> si era girata dando loro le spalle ed infine aveva mormorato << … idioti >>





*




Dopo quell'episodio Rei aveva indagato a fondo sulla questione ed alla fine aveva appurato che effettivamente si trattava di gelosia, ma non nel senso romantico. Più nel senso fraterno.

Ci aveva messo un po' ad elaborare quella nuova informazione.

Akai Shuichi considerava Shiho al pari di Masumi.
Per lui era una ragazzina da difendere e niente gli avrebbe fatto cambiare idea.
Non le sue lauree, non il suo lavoro, non le sue lunghe gambe.


Alzò gli occhi su di lei, gli stava ancora curando le ferite, e si mise ad analizzare i dolci lineamenti del viso.

Shiho sembrava una ragazza vulnerabile.



Sembrava appunto.



Ed invece aveva scoperto che aveva due “fratelli” armati ed iperprotettivi, tre se considerava quello famoso con le sette teste, ed una sorella che era peggio degli altri tre.
Una zia dal calcio letale. Un padre adottivo con una certa familiarità con le esplosioni e tre piccoli pestifere canaglie che nonostante la loro età sapevano come farti passare un brutto quarto d'ora.
Inoltre il suo aspetto delicato ed esile celava una mente sadica e vendicativa. Con libero accesso a bisturi, veleni, virus, armi batteriologiche varie e all'obitorio di uno dei dipartimenti più nascosti e misteriosi della polizia.


Portò il dorso della mano sulla fronte guardando fisso di fronte a se.



Oooh cielo in che guaio si era andato a cacciare?




<< Ehi! Non ti togliere la medicazione! >>

Rei sobbalzò risvegliato da quell'amorevole ammonimento.

Due secondi prima sembrava serena e poi si metteva a ringhiare.
Prima era dolce e poi lanciava occhiatacce.
Era paragonabile e quei gatti che ti leccano docilmente la mano e poi ti staccano un dito.

<< Ma certo Shiho Miyao >> disse con un mezzo sorriso.

Lei era un dolce, tenero, adorabile, letale gattino.

Non dimostrava affetto come le ragazze normali, ad esempio cucinando, anzi se poteva ti toglieva il piatto da sotto il naso.
Non parlava usando parole dolci, anzi spesso ti mormorava frecciatine sarcastiche che ti facevano saltare i nervi.

Shiho notò una piccola ferita sulla sua guancia e si affrettò a mettergli della crema disinfettante.

<< Spero solo tu non abbia fatto qualche imprudenza agendo in modo sconsiderato >> disse con sguardo assorto mentre lo sfiorava delicatamente col polpastrello dell'indice.

Rei fece un piccolo sorriso.

Però era protettiva. Molto protettiva.



Se le entravi nel cuore, sicuramente si sarebbe fatta ammazzare per te.








   
 
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