Questa
storia appartiene alla serie “Writober –
RWBY’s Alternative
Universe”
Prompt:
Colazione
Personaggi:
Winter Schnee/Qrow Branwen
Proprio
lui?
Winter
aveva la testa che le scoppiava.
Non
era da lei aprire gli occhi e non essere immediatamente operativa, e
lo era ancora meno posticipare la sveglia per potersi rotolare nel
letto. Le lenzuola erano così accoglienti, più
calde del solito,
come se non avessero voluto lasciarla andare.
Pensò
che forse poteva stare a casa, almeno per quella mattina: alla fine
non aveva mai preso un giorno di ferie da quando aveva iniziato a
lavorare per il dipartimento della difesa, non era mai arrivata in
ritardo, né aveva mai ricevuto richiami. Era stata una
dipendente
modello, e si sentiva scusata, quindi a prendersi la mattinata
libera, vista la sera precedente.
C’era
stata una festa, la festa di Natale, e tutta la sua squadra era
andata a bere in un locale. Lei era la più piccola, avendo
compiuto
da poco venticinque anni, e tutti intorno a lei erano più
sulla
quarantina. Non si trovava a disagio, comunque: Winter aveva un
carattere molto freddo, molto adulto rispetto alla sua giovane
età.
Una
fitta alle tempie la costrinse ad aprire gli occhi e a mettersi
seduta. La testa le girava vorticosamente. Si pentì
amaramente di
aver bevuto così tanto, non era abituata.
Si
portò indietro i capelli bianchi e respirò piano.
Si rese conto di
non avere indosso il pigiama, solo le mutande. Lo trovò
strano, ma
non si fece troppe domande: alla fine poteva voler dire che era stata
talmente stanca da non aver avuto la forza di indossarlo.
Infilò
le braccia nella vestaglia, andò in bagno e si
sciacquò il viso,
togliendo così ogni residuo di trucco rimasto.
Poi,
si decise ad andare in cucina, sbadigliando e strofinandosi gli
occhi.
«Buongiorno
Principessa.»
Aprì
gli occhi e a stento non urlò, quando vide davanti a
sé un uomo
adulto, dai capelli neri e gli occhi rossi.
Il
Generale Ironwood l’aveva invitata a bere ancora, ma Winter
rifiutò. Aveva raggiunto uno stato di ebbrezza che
l’avrebbe
sicuramente portata al mal di testa, ma almeno era convinta che
avrebbe ricordato tutto quello che avrebbe fatto da quel momento in
poi.
Entrò
nel locale un uomo, un uomo a lei del tutto sconosciuto, che si mise
a parlare con il Generale come fossero stati vecchi amici e lei si
unì alla conversazione, col candore dell’ubriaco.
Sapeva quello
che faceva, aveva semplicemente messo a dormire i suoi freni
inibitori.
Il
nuovo arrivato la guardò con uno sguardo che le fece tremare
le
viscere. E solo allora si ricordò di chi fosse: Qrow
Branwen,
l’irritante amico di James Ironwood, dipendente
dall’alcol e una
figura simile a quella della spia. Non ricordava assolutamente che
cosa facesse o che cosa avesse in comune con il Generale, ma sapeva
che Qrow era la persona più insopportabile e sconveniente
che avesse
mai conosciuto.
Iniziarono
a battibeccare su qualsiasi cosa dicessero, tanto che Ironwood si
allontanò da loro, stanco di quel cicaleccio esasperato.
Continuarono a litigare e discutere, avvicinandosi sempre di
più
sugli sgabelli.
«Come
va la testa?» le domandò Qrow, a torso nudo.
Alzò una tazza
fumante e la bevve, mantenendo lo sguardo su di lei.
Winter
si strinse nella vestaglia. Cercava di scacciare con forza la
consapevolezza di quello che era successo. Non poteva accettarlo. Non
lei. Non così.
«Tu
non dovresti essere qui.» si sedette sulla sedia e
appoggiò la
testa al tavolo, disperata. Lui rappresentava tutto quello che lei
non riusciva a sopportare…
Qrow
alzò un angolo della bocca. Le porse un bicchiere con dentro
un
liquido viscoso. «Bevi questo. Mi volevo solo assicurare che
stessi
bene.» posò la sua tazza nel lavandino e le diede
un bacio sulla
guancia. «Fa schifo, ma almeno ti attenua la
nausea.» le disse,
sorridendo.
Winter
arrossì e borbottò qualcosa. Alzò lo
sguardo sul tavolo, vide il
bicchiere e una serie di piatti dall’aspetto stranamente
invitante.
Quel
buzzurro ubriacone le aveva preparato la colazione?
|