Diverse
ore più tardi,poco prima dell'alba,villaggio degli assassini.
Stava
iniziando come una giornata qualsiasi,il cielo era un pò
cupo li in montagna,mentre il sole a fatica riusciva ad illuminare il
cielo,ma apparte questo,tutto sembrava nella norma.
Ma
non per loro due,non per il cane e la pantera che dormivano sotto lo
stesso tetto.
Era
successo qualcosa a Sesshomaru,qualcosa che lei non sapeva spiegarsi,si
era destata dal sonno quando cominciò a sentire il suo
antico rivale emettere dei piccoli versi,come se stesse avendo un
incubo.
Lei
si alzò,si avvicinò all'inuyokai,con una leggera
ansia verso lo stato in cui lui si ritrovava,si muoveva nel
sonno,compiendo piccoli movimenti spezzati,come se facesse fatica a
fare qualcosa,ma non capiva bene cosa potesse essere.
Provò
a strattonarlo un poco e a chiamarlo allo stesso tempo,ma non sembrava
reagire,ciò aumentò la paura che in Toran era
già forte di suo,ma il peggio sarebbe arrivato a breve.
Decisa
a non arrendersi provò ad aprirgli le palpebre,forse questo
lo avrebbe riportato alla realtà,provò con un
occhio,ma quando lo aprì constatò con
inquietudine che la pupilla era biana,bordata di rosso,come se l'occhio
si fosse girato su se stesso.
A
quel punto provò il tutto per tutto,cominciò ad
agitarlo con forza,a chiamarlo sempre più forte e nel timore
che potesse peggiorare gli si inumidirono gli occhi.
-
SVEGLIATI,TI PREGO,APRI GLI OCCHI.
Urlò,come
se facendolo potesse richiamarlo a se e a quel punto,accadde.
Uno
scatto inaspettato la prese alla sprovvista ed una mano,incoscente di
quello che stesse accadendo le si strinse alla gola,per poi essere
buttata a terra.
La
pressione intorno al collo era tale che rischiava la rotturà
delle vertebre cervicali,cercò di liberarsi,facendo forza ma
senza ricorrere agli artigli o al ghiaccio,ma la sua forza in confronto
a quella del cane era paragonabile a quella di un pollo che cerca di
liberarsi dalla morsa di una volpe,la differenza era abissale.
I
muscoli della mano sembravano fatte di pietra,non aveva mai avvertito
una tale forza in lui,nemmeno quando combatterono tra le rovine nella
montagna,lo sentiva ringhiare,come se fosse nella forma animale,mentre
gli occhi rossi,fissavano un punto indefinito,era certa che sarebbe
morta di li a poco.
Ma
tutto ad un tratto,la situazione cambiò.
Lo
sguardo di lui tornò normale,la presa si fece meno forte,ed
un espressione di sgomemento si manifestò su quel volto
solitamente corrucciato.
E
dopo un tenero abbraccio e parole di conforto i due erano ancora
li,l'uno stretta all'altra,l'orrore era sparito,ora c'erano solo
loro,li,insieme,a stretto contatto,quanto avrebbe voluto che quel
contatto fosse durato abbastanza a lungo da divenire qualcosa di
più che solo un abbraccio.
E
magari senza i vestiti addosso,almeno per lei,lui indossava solo
l'intimo.
Ma
a quel desiderio lussurioso,si sostituì un affetto meno
libidinoso,quasi materno,vederlo in quello stato,non osando immaginare
cosa possa aver passato per avere una reazione simile.
-
Sesshomaru,vuoi dirmi cosa ti è successo?
Disse
lei sussurandogli dolcemente in un orecchio.
Lui
si staccò da lei,il movimento era stato eseguito con fare
calmo,quasi temesse di poter farle ancora del male,anche soltanto con
un semplice gesto come quello.
Si
mise in posizione più eretta,seduto sul futon e coprendosi
con la coperta fino alla vita,comprendo così la sua parziale
nudità.
La
testa era china verso il petto mentre chiudeva le palpebre,impedendo
così alla vista di posarsi su di lei,si vergognava,lui,che
voleva solo ribellarsi,che voleva combattere...che voleva fuggire.
Da
quella cosa.
Era
ancora li,a malapena ricordava nel dettaglio cosa fosse successo,ma
ancora aveva ben in mente la parte peggiore di tutto quello.
La
scritta mostro ripetuta più e più volte su tutta
la scalinata,lui bloccato,inerme,debole,rassegnato,impotente di fronte
a quell'orrore,a prima vista era una sagoma rettangolare con un strato
nero che circondava l'interno della forma artificiale.
Ricordava
di come scendeva le scale,pur non muovendosi,come se l'ambiente e
l'oscurità fossero la stessa cosa,eppure non sapeva
definirlo con esattezza,la natura stessa della vicenda rasenta la
follia.
-
Non riusciresti a comprendere,nemmeno io ci riesco,fai un favore a te
stessa,lasciami qui,allontanati e continua questa tua alleanza con gli
assassini senza di me,ti ho già ferita abbastanza.
-
Non dire così,non'é colpa tua,so che non volevi
farmi del male,io mi fido ciecamente di te.
Lei
gli posò una mano sopra una delle sue,la mano di lei si era
posata in un gesto delicato,come a volerlo consolare,sostenere,a fargli
capire che lei era con lui,sempre.
-
Infondo,sono o non sono la tua compagna di viaggio?
Disse
lei sfoderando uno dei suoi migliori sorrisi.
Lui
la vide in volto,si sentì indifeso di fronte a quel modo di
fare,così gentile e caritatevole,lei era una guerriera,una
combattente,una vera dura,eppure aveva la sensazione che da quando si
erano rivisti dopo tanto tempo,lei sembrò più
tenere,dolce,affabile,almeno con lui.
E
lui non seppe cosa dirle,quel volto così sereno,quelle
labbra così vicine al suo volto e quello sguardo,quegli
occhi così azzurri,che avrebbero dovuto congelare chiunque
con una sola occhiata,invece sembravano scaldarlo,reazione ironica,dato
il potere di lei.
lui
in risposta,capovolse la mano coperta da lei e gliela strinse
leggermente,segno di complicità,non sapeva nemmeno lui
perché facesse così,era la prima volta che si
sentiva in quel modo di fronte a qualcuno.
Probabilmente
Jin aveva ragione,forse lei provava dei sentimenti più
pronfondi,di quelli che lui voleva ammettere.
E
forse,anche lui,aveva lei sentiva una certa attrazzione verso di
lei,solo che non n'è era ancora convinto.
O
che non aveva il coraggio di ammetterlo a se stesso,lui sapeva essere
così orogoglioso da negare l'evidenza persino a se stesso.
Ma
non poteva negare che il tocco della sua mano era un balsamo miracoloso
più forte di qualunque capacità di
rigenerazione,leniva ferite che il suo corpo non poteva guarire e che
la sua mente e il suo spirito pativano ormai da diverso tempo.
-
Come ci riesci?
Chiese
lui con fare perplesso.
-
A fare cosa?
-
A non aver paura,ti ho aggredita,ti ho fatto del male,ho rischiato di
ucciderti,come puoi starmi vicino dopotutto quello che ti ho fatto
passare?Il combattimento nella montagna,il litigio al fiume e adesso
questo,in ogni cosa che fai tendi a comportarti bene nei miei
confronti,dimmi perché.
Lei
non seppe cosa rispondere,distolse lo sguardo dal suo,non avrebbe
potuto reggere a quella pressione,subito si rialzò
dirigendosi subito verso il punto della stanza dove aveva lasciato le
sue solite vesti.
-
Perché sono incaricata della tua salvaguardia,Ezio e Yuki mi
hanno espressamente chiesto di controllare il tuo stato di
salute...é poi sono ancora in debito con te,hai resuscitato
la mia famiglia e salvato il mio clan dal mio precedente signore,sono
estremamente in debito con te,senza dimenticare che sei intervenuto
quando ero circondata dalle guardie di Akira.
-
Ti ho già detto come la penso sulla questione,non hai alcun
debito verso di me e se anche ci fosse ti scioglierei da un simile
vincolo,non mi sei debitrice di nulla.
-
Lo so...ma io sento il bisogno di sdebitarmi,se non fosse stato per te
io non sarei mai stata alla guida del mio clan,le mie sorelle e mio
fratello ora gestiscono gli affari del clan anche grazie al fatto di
essere vivi,questo lo devono a te,posso dire con certezza che le
pantere esistono ancora anche grazie a te,come posso non sentirmi in
debito?
Sesshomaru
non seppe cosa rispondere,dal punto di vista dell'inuyokai lei sembrava
in qualche modo diversa da come la ricordava,questo ormai era
evidente,ma più in particolare le sembrava simile ad un
altra persona alla quale ormai non pensava più.
Rin.
Quella
bambina così gentile,riconoscente,gioiosa della vita che
adesso si stava godendo appieno,in qualche modo le assomigliava,o
almeno con lui,un tempo sarebbe stata più diretta,arrogante
e strafottente,esattamente come lui,un blocco di ghiaccio,ma ora
sembrava avere un carattere più affabile,era diventata
soffice come la neve appena caduta.
Ovviamente
Toran non era altrettanto infantile come quella fanciulla umana,ma se
non altro mostrava quel lato che lui apprezzava tanto e che solo in
quella bambina credeva che potesse esistere.
E
invece ora quella morbidezza d'animo,quel lato tenero del cuore lo
ritrovava li,ma stavolta più maturo,in Toran,la faceva
sembrare quella donna che molto tempo fa non avrebbe potuto suscitare
in lui nessun autentico interesse,pur tuttavia senza cancellare quel
lato guerriero,combattivo e decisamente maschiaccio che lui rispettava
in lei,forse era questo strano miscuglio di attributi che in un modo o
nell'altro attirava le sue attenzioni su di lei.
Lei
non era sofisticata,viziata o altezzosa,lei era diversa,un
pò come lui.
E
a lui questa cosa piaceva.
Mentre
lui rifletteva su queste cose,vide qualcosa che lo prese in
contropiede,la ragazza sciolse il nodo dell'obi che teneva la veste,lo
fece cadere e subito dopo,si scoprì le spalle,facendo
scivolare la veste sulla propria pelle,delicatamente,quasi con malizia.
Difficile
a dirsi se l'aveva fatto apposta o pure no,l'unica cosa certa era
quello che stava osservando,ormai senza vestiti Sesshoamru
potè vedere,con un certo interesse,che la pantera non era
poi così nuda,una fascia bianca ripetutamente fatta girare
intorno al petto copriva i seni,mentre sotto portava un semplice
perizoma di cotone bianco.
-
Toran...che stai facendo?
Disse
lui incredulo a quello che stava vedendo.
-
Mi sto cambiando.
Disse
lei mentre era girata,intenta a indossare il suo solito abito,lei
spostò lo sguardo su di lui e lui prontamente
girò il suo in un altra direzione.
-
Tranquilla,non ho visto niente.
-
Avevi ragione ieri sera,non siamo più dei ragazzini,possiamo
cambiarci pur rimanendo nella stessa stanza,non abbiamo nulla di cui
vergognarci.
-
Non c'è bisogno che tu lo faccia solo perché ho
detto così,ho solo espresso un mio pensiero personale.
-
A me non sembrava,sembravi piuttosto deciso quando l'avevi detto.
-
Vestiti,invece di perdere tempo in chiacchiere.
-
Come vuoi.
Finito
di vestirsi la ragazza si mosse verso la porta.
-
Ti aspetto di fuori.
-
Guarda che non c'è ne bisogno...
Ma
lei subito uscì,senza dare la possibilità a
Sesshomaru di poter finire la frase.
Chiuse
la porta e subito dopo si rivolse verso una delle pareti della casa,ci
si appoggiò e si coprì il volto.
Ripensò
alla scena di poco fa,facendola sentire la ragazza più
stupida del mondo intero.
Non
sapeva nemmeno lei spiegare come fosse accaduto il tutto,l'unica cosa
che aveva intenzione di fare era alleviare la tensione che si stava
respirando la dentro,per non parlare di quello scambio di parole,lui
che le chiedeva come potesse stargli vicino e lei che gli aveva
risposto con il volersi sdebitare.
A
quel punto qualcosa era scattato nella sua testa,lui,ai suoi occhi
così fragile,così bisognoso di lei,solo allora
seguì ciò che le diceva il cuore.
Si
spogliò davanti a lui.
Si
diresse verso il punto in cui teneva le sue vesti e cominciò
a vestirsi,ma dentro di lei sapeva cosa volesse fare veramente.
Un
misto di compassionevole pietà e un ardente desiderio delle
carne di lui,l'aveva spinta a quel gesto,dandogli le spalle sperava che
lui si alzasse,alla ricerca del suo corpo,che la prendesse,che la
baciasse,per poi portarla con se sul pavimento e....
Non
osava immaginare oltre,la cosa la imbarazzava troppo.
Lo
bramava,lo desiderava..lo amava.
Ma
lui non lo sapeva,i suoi problemi occupavano tutto il suo tempo e
lui,per quanto gli stesse vicino era come se fosse a miglia di distanza.
Avrebbe
voluto dirgli cosa provava nei suoi confronti,ma non né
aveva il coraggio,come poteva? Sesshomaru era bello,forte,con un
coraggio che pochi possono vantare di possedere,qualità di
cui si era accorta solo dopo che lui aveva riportato in vita
Shuran,Karan e Shunran.
Nei
giorni successivi la figura di quel avversario di sempre,era
cambiata,prima di allora non si era resa conto di come fossero profondi
quegli occhi dorati,di come fossero lisci i lineamenti del viso,di come
quella lunga,ma ordinata massa di capelli argentei gli dessero
quell'aspetto così regale.
Le
ci volle ancora molto per comprendere che ormai era divenuto il suo
eroe,un glorioso guerriero solitario contro tutto e tutti,un uomo,solo
contro il mondo intero.
E
lei gli sarebbe rimasto accanto....era un promessa,verso se stessa e
verso ciò che provava per lui.
All'improvviso
sentì la porta scorrevole aprirsi e subito si
staccò dal muro e levò le mani dal viso,cercando
di simulare un atteggiamento calmo e tranquillo,cosa che lei in quel
momento non era per niente.
Sesshomaru
se n'è uscì già vestito e col
cappuccio posato sulle spalle,ormai non c'era più bisogno di
nascondersi,buona parte degli yokai presenti al villaggio ormai
sapevano chi si nascondeva sotto quelle vesti da iniziato.
Il
volto e lo sguardo fisso davanti a lui preannuciava l'ovvio,una
giornata cominciata male,destinata a peggiorare.
-
Andiamo.
Ordinò
lui senza troppe premure.
Lei
non disse niente e lo seguì,temendo per lui le conseguenze
di quella situazione.
Le
strade erano deserte e i rumori delle prime ore del giorno erano ancora
lontane per l'ora in cui si stavano diregendo da Yuki,il cielo era a
malapena illuminato da un sole ancora distante,una tinta unica di un
blu denso e scuro stava lentamente diventando chiaro,annunciando
così il sorgere del sole che ancora una volta avrebbe
illuminato quella giornata.
Un
leggero vento soffiava in quel momento,gelido,che sembrava passare di
li,tra loro due,come un brezza giocosa che si intromette e col suo
freddo pungente ricordava ad entrambi il gelo che era sceso su i due
giovani yokai.
Si
inoltrarono nel centro abitato,il silenzio era presente,quanta
calma,mentre loro due,con la loro presenza passavano,anche loro
altrettanto silenziosi,che con i loro passi infrangevano il
silenzio,come un sassolino infrange la superficie di un specchio
d'acqua.
Gli
edifici erano testimoni della loro presenza in città,mute
presenze,semplici nella loro funzione,era così strano
passare per quelle strade senza il solito chiacchiericcio dei passanti
e lo sbraitare dei mercanti,non un qualcosa di bello in quel paesaggio
urbano,un cambio di prospettiva sulla classica caoticità che
solitamente era li presente.
Ma
sotto tutta quella calma si nascondeva un ansia e una tensione tali da
pesare sulle coscenze di entrambi gli yokai.
Toran
cercava star vicino a Sesshoamru,ma quest'ultimo istintivamente si
distanziava da lei,come poteva starle accanto,dopo quello che gli aveva
fatto? Come poteva affiancarla dopo quello che aveva visto?
La
schiena nuda di lei,il desiderabile seno che in parte aveva intravisto
nel suo profilo e più sotto,i suoi glutei,quelle
curve,così sensuali nella loro naturalezza,piccoli al punto
giusto,tonici,desiderabili.
Per
non parlare di quello che si nascodeva sotto quel perizoma,al solo
pensarci sarebbe impazzito,era come ritrovarsi di fronte ad un bel
fiore e non poterlo cogliere per paura di fargli male.
Temava
di farle male,temeva di aggredirla ancora,non avrebbe osato
toccarla,non dopo aver rischiato di spezzarle l'osso del collo.
Ma
se avesse potuto toccarla....
Se
fosse stato possibile,se ciò che sospettava fosse reale,se
era vero che lei provasse qualcosa per lui,allora si sarebbe fatto
avanti.
Si
sarebbe alzato senza indugiare,si sarebbe mosso piano,l'avrebbe
guardata come un cane da caccia che insegue la sua preda,sguardo da
predatore,occhi fissi di chi è pronto a fare la propria
mossa,l'avrebbe stretta attorno alle sue braccia,l'avrebbe
baciata,mentre le sue mani avrebbero vagato sul suo corpo,su quella
pelle bianca come la neve,più preziosa della
porcellana,posandosi sul suo collo,sul suo petto,sul ventre,sui fianchi
ed infine scendendo più in basso,dove non osava immaginare.
Si
dovette riprendere da quella fantasia,la loro meta era in vista.
La
casa del libro,Sesshomaru tornò di nuovo in quel posto,per
la terza volta,ormai ricordava la strada a memoria,cosa che non lo
faceva sentire particolarmente orgoglioso.
Bussò,neanche
con gentilezza,due colpi forti per farsi riconoscere,quasi
rischiò di abbatere la porta.
Non
arrivò nessuno,aspettarono ancora un pò,ma
nessuna traccia di chi cercavano,forse non si era fatto sentire
abbastanza bene,per tanto volle riprovare,ma questa volta
più forte.
-
Spero che tu sia qui per una buona ragione,o forse tutto ad un tratto
ti da fastidio il mio locale?
Toran
e Sesshomaru si girarono verso una delle finestre delle case
adiacenti,videro una donna dai lunghi capelli neri,pelle diafana e lo
sguardo di chi si è svegliata da poco.
-
Devo parlarti.
L'espressione
del volto del ragazzo era serissima,come sempre del resto,ma questa
volta nella sua voce non c'era segno di noia o di fastidio.
E
la cosa la metteva a disagio.
-
Entrate.
Disse
lei chiaramente preoccupata.
L'interno
dell'abitazione rispecchiava per dimensioni la maggiorparte delle case
del posto,piccola e accogliente,ma a differenza delle altre case,era
arredata con un basso tavolino in legno laccato nero,con diversi fogli
appogiati sopra e con un cuscino di seta li accanto e altre due porte
scorrevoli presenti nella stanza.
Ma
la cosa più sorprendente era un piccolo dettaglio che
entrambi gli yokai non si accorsero in precedenza,ora che la vedevano
senza cappuccio si accorsero di due orecchie appuntite ai lati della
testa,anche lei era uno yokai.
Come
mai non se n'erano accorti prima? In particolar modo dell'aura,non la
sentivano,possibile che non n'é possedesse una?
Quella
donna di certo nascondeva molte cose,è non solo l'aura.
-
Prima accomodatevi.
-
Non ho tempo per queste scemenze.
Disse
Sesshomaru spazientito,Toran prontamente gli portò una mano
al braccio e lo guardò con fare rassicurante.
-
Ci parlo io.
La
voce della panterà lo calmò leggermente,in un
qualche modo la sua presenza lo rilassava,non riusciva a capire
come,però ci riusciva,era dalla sera prima che sentiva
chiaramente che con pochi gesti lei riusciva a raffreddare alcuni punti
cocenti del suo carattere...e a riscaldarne altri.
-
Nobile Yuki,siamo qui per alcuni aggiornamenti riguardo alle condizioni
di Sesshomaru...
Toran
cominciò a spiegare la situazione avvenuta poco fa,i lamenti
nel sonno,lei che cercava di svegliarlo e poi
l'aggressione,spiegò come lui continuasse a stringerle il
collo nonostante cercasse di farlo rinsanire e di come alla fine si
riprese.
Yuki
ascoltò meticolosamente ogni dettaglio,la preoccupazione si
leggeva sul suo viso,esattamente come i tanti manuali e manoscritti che
teneva nella sua piccola biblioteca,non aveva battuto
ciglio,statuaria,magnifica,concentrata,paziente.
Infondo
erano li per questo.
Ma
la pantera non gli disse dei dettagli più intimi,non gli
disse di come lei chiamò disperatamente l'inuyokai o di come
lo abbracciò,quando lo vide sconvolto e in preda alla
confusione,quando poi subito dopo lui l'abbraccio a sua volta e di come
lei poco dopo si sentì avvampare e di come quell'abbraccio
facesse nascere in lei intimi pensieri.
-
Come immaginavo,speravo che non cominciasse così presto.
Disse
Yuki in tono rammaricato,chiuse gli occhi e cominciò a
respirare letamente,tramutando il suo volto in una maschera di
tristezza.
-
Potete fare qualcosa?
Chiese
Toran con sincera preoccupazione
-
Se siete venuti qui,con la speranza di una sorta di cura o una
soluzione di qualche tipo,la mia risposta è no,sono
spieacente,davvero.
-
Ma ci sarà qualcosa che si può fare,non potete
lasciarlo così.
-
Capisco quello che provate,ma io non ho quello che cercate,ma ho
qualcosa da consegnare a lui.
La
maestra si diresse verso il tavolino,prese un foglio di carta
spiegazzato e lo passò a Sesshomaru,l'inuyokai se
n'è era stato in disparte durante la spiegazione che Toran
aveva fatto all'assassina,per tutto il tempo era rimasto attaccato ad
un muro,con le braccia attorno al petto e gli occhi chiusi,come se in
qualche modo volesse estranarsi da tutto e tutti.
Cosa
che solitamente faceva,ma mai prima di quella mattina,aveva sentito il
bisogno di fuggire anche dalla realtà,che a suo avviso era
diventata anche fin troppo brutta.
-
Leggi.
Sesshomaru
si riprese dal suo tentativo di isolamento,prese il foglio con non
curanza e cominciò a leggere.
-
Ordine diretto del mentore del ramo Giapponese della confraternita,a
seguito dei recenti fatti che sono avvenuti a danni dell'intera
confraternita,ritengo opportuno che il figlio di Inutaisho venga
mobilitato il più presto possibile verso la zona
settentrionale del paese,nell'Hokkaido.
Ci
risulta dalle nostre ultime infomazioni che la gran sacerdotessa Otsune
stia organizzando le forze a sua disposizione per ottenere il controllo
sull'intera zona nord del paese,aspetto ulteriori aggiornamenti
riguardo alla situazione attuale.
Finito
di leggere Sesshomaru passò la lettera a Toran e poi si
rivolse all'altra donna presente nella stanza.
-
E perché mai dovrei andarci proprio io?
-
Aspetta,c'é dell'altro,Otsune è un alleata di
Akira,anche se lei non é un membro dei templari il suo
sostegno politico assicura i templari un vataggioso territorio a loro
disposizione,per non parlare dei problemi che gli Ainu e gli yokai che
potrebbero causare,sempre se riescono a rivendicare i territori persi.
-
Ainu? Mai sentiti prima.
Rispose
lui incuriosito.
-
Gli Ainu sono un antico popolo umano del nord,nei tempi antichi il loro
territorio si estendeva per l'intero paese,ma con le invasioni di
coloni provenienti da Corea e Cina costrinsero questo popolo a
raggiungiere le zone glaciali dell'Hokkaido,dopo secoli di isolamento
sono tornati a farsi sentire e temo che Akira voglia aproffittare della
situazione,non oso immaginare cosa succederebbe se riuscisse nei suoi
intenti.
-
Se dovessi partire,troverei anche Akira?
-
Forse,ma preferirei che non ti scontrassi con lui,sai benissimo
com'é andata a finire l'ultima volta,piuttosto,se vuoi
veramente fare del male al gran maestro,ti suggerisco di colpire
Otsune,solo così potrai arreccargli un serio danno ai suoi
piani.
Sesshomaru
rimase in silenzio,ripensò ad Akira,ripensò a lui
e a come potesse avere occasioni di poterla fare finita con tutta
questa storia,non gli interessava niente della situazione nel nord,ma
sapere che Akira era a portata di mano gli dava la sensazione di poter
regolare i conti con quel dannato e poter così tornare alla
sua vita precedente.
Yuki
guardò gli occhi del cane,brillavano di una luce
furiosa,luce che caratterizzava il suo sguardo quando un nemico
particolarmente forte gli dava filo da torcere e lui sentiva la carica
che la sola idea del combattimento potesse dargli,ma purtroppo la
maestra sapeva bene che la vera motivazione di Sesshomaru era un
rancore profondo,il senso di sfida questa volta,non c'entrava
assoluatamente niente.
-
Va bene,volete farmi l'assassino? Per me sta bene,ma ad una condizione.
-
Apparte il fatto che come novizio ti è stato dato un ordine
diretto, e che non potresti rifiutare,quale sarebbe questa condizione?
-
Voglio che Toran venga con me.
La
richiesta del dayokai suonò come una cosa
bizzarra,personalmente l'assassina si aspettò una cosa come
il poter uccidere Akira,oppure,andarse fuori dalla confraternita a
missione finita,ma di certo non il fatto di portarsi la pantera con
se,questo era stato certamente un evento inaspettato.
-
Benissimo,infondo vi conoscete,siete stati avversari per
così tanto tempo,che ormai vi conoscete anche fin troppo
bene,per non parlare degli ultimi svolgimenti,che sono più
che sicura vi hanno avvicinato ancor di più,oltre a
ciò,lei potrà continuare a verificare il tuo
stato di salute,ritengo che questa sia un ottima idea,partirete
domani,tuttavia...
-
Tuttavia?
-
Non potete partire senza la guida di qualcuno più esperto di
voi,poi avrai bisogno di allenarti nelle arti della confraternita,quali
la furtività,il ladrocinio,l'omicidio e tutto ciò
che ti potrà essere utile,per questa ragione,vi affido la
guida di Ezio per ciò che dovrete fare.
Sesshomaru
sospettava che Yuki avrebbe detto qualcosa del genere,poi quel sospetto
divenne reale e per ciò non si stupì
più di tanto,ormai era scontato che quell'umano facesse
parte della sua quotidianità,era stato presente fin
dall'inizio di quella storia,perché mai non avrebbe dovuto
averlo vicino anche in questa faccenda?
-
E ti pareva che non ci fosse anche lui,va bene,se serve anche lui ad
ammazzare Akira,me ne farò una ragione,c'è altro?
-
Veramente si,pare che da quelle parte si siano avvistati diversi
membri di diverse tribù di lupi,soprattutto gli
Yoro,in un qualche modo devono essere collegati a quello che sta
succedendo da quelle parti,non ho altro da dirvi riguardo la questione.
-
Bene.
E
detto ciò Sesshomaru uscì dall'abitazione,con
passo fiero e composto.
Toran
fece per alzarsi,ma subito la maestra si fece risentire.
-
Toran,c'è una cosa con cui vorrei parlare con te,in privato.
La
pantera si rimise al suo posto e subito le due si guardarono per un
attimo,poi ricominciarono a parlare.
-
Come va il tuo rapporto con Sesshomaru?
-
Bene,apparte questo incidente,procede tutto liscio,non'è
certamente un tipo facile con la quale averci a che
fare,però non'è così
male,perché me lo chiedi?
-
Ultimamente io è il maestro Ezio abbiamo notato che voi due
state sviluppando degli atteggiamenti un pò atipici per il
vostro carattere,come quando ti sei offerta volontaria per intempretare
la parte della finta traditrice,oppure quando sei intervenuta durante
il combattimento di ieri,c'è forse qualcosa che senti il
dovere di riferire?
La
ragazza si sentì schiacciata da tutta quella
pressione,mentre la yuki la osservava tranquilla,composta,ma facendo
capire bene tra quello che si stava svolgendo in quella casa non era
una semplice discussione,era un interrogatorio in piena regola.
Meno
diretto,ma pur sempre un interrogatorio.
-
No,nulla di particolare,adesso se vuoi scusarmi,io andrei.
Toran
si rialzò per l'ennesima volta e questa volta era
più che decisa ad uscire da quella casa,la cui aria sembrava
la stesse facendo soffocare,le mura sembravano schiacciarla e quella
donna la stessa guardando dentro,tutto la dentro sembrava volerle fare
sputare fuori una verità che lei stessa non voleva rivelare
nessuno,nemmeno a quella persona che ormai occupava i suoi pensieri.
-
Come assassina ti dico che il tuo eccessivo coinvolgimento col tuo
vecchio rivale e assai pericoloso,noi sappiamo cosa pensi realmente di
lui e ciò potrebbe risultare dannoso per lo svolgimento del
tuo compito.
La
voce di Yuki arrivò alle orecchie della pantera,che la fece
fermare sull'uscio,ma Toran non aveva intenzione di risponderle,parlare
di quelle cose le avrebbe fatto troppo male.
-
Ma come donna ti dico di stare attenta,i tuoi sentimenti per Sesshomaru
sono puri,ma lui é molto più del guerriero che tu
conosci,temo che sotto la superficie della sua anima si nascondono cose
ben peggiori di quello che vuole ammettere....e la cosa più
triste e che lui non ha colpa di tutto questo,una vittima
inconsapevole,di un destino crudele dettato da un antico conflitto.
Non
una parola,non un singolo suono era uscito dalla bocca della
ragazza,rimase li,con lo sguardo che andava all'entrata,persa in
pensieri che duravano meno di un istante,per fortuna di lei,dato che
nessuno di quei pensieri era buono e tutti rivolti a lui.
Uscì
dalla casa,lasciando così da sola la maestra,sola,in
compagnia dei suoi pensieri,dei suoi timori.
E
del suo ospite.
Yuki
si avvicinò ad una delle porte scorrevoli dentro la
casa,l'aprì e dentro vi trovò l'uomo che si
celava al suo interno.
-
I sintomi hanno cominciato a peggiorare,temo che presto o tardi possa
manifestare comportamenti più violenti di sta
mattina,confido che possiate prenderne cura voi,Ezio.
Il
fiorentino si trovava ai suoi,spoglio dei suoi indumenti e sdraiato su
un futon,guardava il soffitto mentre sul suo volto si faceva spazio un
espressione pensierosa,poi li richiuse,cercando di godersi la calma di
quel risveglio,interrotto dall'arrivo dei due yokai.
-
Immagino,dato che il ragazzo e alla sua prima missione dovrò
guidarlo attentamente nelle basi degli insegnamenti,il vero problema
sono le sue condizioni,temo che la prossima volta che
accadrà dovrò usare...metodi poco ortodossi,per
farlo tornare sano.
-
Vi riferite alla mela? Ma così c'è il rischio di
ucciderlo.
-
Spero solo di non dover arrivare a tanto,adesso se mi vuoi
scusare,voglio sfruttare le poche ore di sonno che mi restano,non mi va
a genio l'idea di affrontare la giornata col sonno che mi perseguita.
Yuki
fu in procinto di lasciare la stanza,ma all'ultimo istante si fermo
girandosi ancora una volta verso il fiorentino.
-
Niente battute maliziose oggi?
Ezio
dal canto suo mostrò un sorriso di genuina allegria tenendo
tuttavia ancora gli occhi chiusi.
-
E ancora presto per fare certe cose,ma se vuoi più
tardi,possiamo fare cose ben più impegnative di qualche
semplice battuta...ci sono modi più interessanti di usare la
bocca,mia cara.
La
ragazza fece una breve risata,segno che aveva apprezzato la frase,un
simile umorismo era un autentico toccasana per lo spirito,si sentiva
fortunata a collaborare con un uomo simile,per quanto fosse poco
ortodosso il metodo di quello straniero doveva riconoscere che aveva un
certo stile in fatto di approcci con il sesso opposto.
-
Riposate Ezio Auditore,domani vi aspetta la missione più
difficile che abbiate mai affrontato.
-
Visto che dovrò stare dietro a Sesshomaru per tutto il tempo
della missione,si,penso che sarà un autentica
impresa,comunque,c'è ancora una questione della quale
dobbiamo parlare.
-
Quale?
-
Riguarda il motivo per la quale sono qui,ancora non mi spiego cosa
possa essere successo è sopratutto non so se sono l'unico ad
essere arrivato in questo mondo,oppure ci sono i miei altri due
compagni,faccio fatica a trovare un senso a tutto questo.
L'assassino
ricordava ancora il momento in cui il suo senso della realtà
era ancora quello di sempre,ricordava ancora la fine della sua ultima
missione,del suo ritorno dalla Spagna,e di quel luogo,sotto la
città di Roma,antico,dimenticato,perduto,la cui struttura
era fuori da ogni contesto conosciuto,l'architettura
irriconoscibile,bella e sconosciuta.
Solo
loro avrebbero potuto costruirla,solo loro avrebbero potuto concepire
una tale costruzione,loro che nel suo mondo era stati definiti dei,loro
che un tempo vennero chiamati Giove,Giunone e Minerva,insieme ad altri
esseri a loro simili.
Loro,coloro
che vennero prima.
Poi
quella luce,quello scoppio improvviso di energia,un bagliore
accecante,forte quanto la luce del sole in piena estate,poi,li vide,gli
altri due,colleghi,amici,compagni fidati,da anni persone che lo aveva
aiutato a capire che genere di uomo voleva essere.
Li
vide spinti,travolti,sopraffatti,proprio come lui,provò a
chiamarli,ma la sua voce venne soffocata,resa esile,dal boato tremendo
che si manifestò li dentro.
Poi
il nulla,non ricordava bene quanto tempo passò,forse una
decina di minuti o forse un ora,poi,la foresta,la neve e quel mondo
pieno di magia,mostri altre cose incredibili.
Se
mai fosse tornato a casa,nessuno avrebbe creduto a quella storia,lui
stesso faticava a crederci.
-
Ho inviato la vostra richiesta al mentore del nostro ramo,non siamo
ancora certi di cosa possa essersi trattato,sono spiacente per la
vostra situazione.
-
Non quanto dispiaccia a me.
-
Riposate,il giorno non'è ancora giunto,approfittatene.
E
detto ciò Yuki chiuse la porta,lasciando Ezio con i suoi
pensieri,lui a sua volta pensava a casa e a come stavano andando le
cose senza di lui,a come stava procedendo il suo lavoro a Roma senza la
sua presenza.
E
poi,nel pensare alle persone che aveva bisogno del suo aiuto,gli venne
in mente lui,quel ragazzo,dalla lunga chioma argentata,gli occhi color
dell'oro e di quante gatte gli stava facendo pelare,era
arrogante,presentuoso,pieno di se e sbruffone fino all'ultimo.
In
parole povere,gli ricordava se stesso,quando era ancora un giovane
della nobiltà fiorentina,l'unica cosa che li differenziava
era il carattere.
Forse
era per questo,che si era affezionato a Sesshomaru.
Toran
uscì dalla casa trovando Sesshomaru fuori dalla porta,con lo
sguardo diretto chissà dove,fissava il cielo che si stava
schiarendo,segno che l'alba era ormai vicina,gli occhi dell'inuyokai
vagavano verso il cielo,quel immenso lenzuolo sopra le loro teste che
mosso da chissà quali regole naturali cambiava da giorno a
notte e viceversa.
Il
sole e la luna,l'alba e il tramonto,due faccie di una sola ed unica
entità,il cielo,forse anche lui era così,forse
c'erano un altro lato di lui che non aveva mai esplorato prima,qualcosa
di più profondo ed oscuro di quanto volesse ammettere,ma
connessa in qualche modo con Akira e quei frammenti di passato di cui
nemmeno si ricordava.
-
Sesshomaru,tutto bene?
Il
ragazzo si riscosse dai suoi pensieri,ma ancora non riusciva a togliere
gli occhi da quello spettacolo del mattino.
-
Dimmi Toran,ti sei mai sentita fuori posto? Come se nessuna delle
creature che hai attorno potesse capire come ti senti?Comprendere chi
sei,o cosa vuoi veramente?
-
Da che ho memoria ho sempre avuto la mia famiglia,Shuran,Shunran e
Koran,mi sono sempre stati vicini,i miei genitori quasi non me li
ricordo,hanno lasciato questo mondo due secoli fa,da allora sono dovuta
crescere sia come donna che come guerriera,adesso però mi
tocca anche crescere come capo clan adesso che so che c'è
uno yokai che minaccia l'esistenza della mia gente.
-
Quando ero più piccolo,mio padre mi era sempre sembrato un
eroe,era forte,fiero,audace,ma era anche un uomo gentile,leale con gli
alleati e spietato verso i suoi nemici.
-
So chi era di fama,ma non avevo mai saputo queste cose di lui,da come
ne parli sembrava un grande uomo.
-
Lo era,è stato l'unico essere che ho mai ammirato,volevo
essere come lui,emulare le sue gesta,superarlo,ma ora,non sento di
essere degno di lui,mi sento schiacciato,calpestato,sconfitto e
umiliato da un destino più grande di me.
Toran
era li che lo fissava,in quel momento gli parve di vederlo sotto una
nuova luce,forse perché era la prima volta che lo sentiva
parlare così,in quella maniera molto distante dal cane che
solitamente rispondeva a monosillabi,lo vide che guardava il cielo,come
a voler cercare una risposta da chissà quale
entità,lo sentì parlare,non come il solito
Sesshomaru,il ragazzo continuamente sul piede di guerra,non sapeva
descriverlo con esattezza,ma lo sentiva diverso,non sapeva come,ma
diverso.
-
Sesshomaru tu...
-
Fino a qualche tempo fa mi sentivo perfettamente bene con me
stesso,credevo di essere il più forte,il più
agguerrito,il più abile yokai di tutti i tempi,invece adesso
mi ritrovo qui,in momento della mia vita che non riesco a
comprendere,percorro un sentiero pericoloso Toran,ogni ostacolo ora mi
sembra insormontabile,ogni avversario mi sembra più forte o
più abile di me e adesso mi ritrovo a dover risolvere un
problema della quale non vedo la soluzione e che presto o
tardi,perderò di nuovo il controllo.
-
E anche se fosse?Se non altro adesso sappiamo cosa aspettarci e quindi
possiamo reagire di conseguenza,io non ho alcuna intenzione di
lasciarti da solo,mi conosci da troppo tempo,se mi metto una cosa in
testa non me la toglie più nessuno,quindi,non credere di
liberarti di me tanto facilmente.
Sesshomaru
la fissò con sguardo furente e il suo volto divenne una
maschera di rabbia.
-
Tu la fai tanto facile,pensi semplicemente che le cose possono andare
per il meglio,ma non ti rendi conto di come mi sento davvero,no,tu non
puoi capire,come potresti?
Toran
ascoltò quelle parole con sdegno e indignazione,anche lei
cominciò ad irritarsi.
-
Davvero? Non ci riuscirebbe nessuno a capirti,visto che sei tanto bravo
a chiuderti in te stesso,avvolte mi chiedo sei un cane o una
chiocciola,visto che ti riesce tanto bene a chiuderti nel tuo
guscio,forse se mi dicessi qualcosa in più riguardo alla tua
reazione potrei anche capirti.
Il
ragazzo fu preso da un improvviso scatto d'ira,prontamente le
puntò un dito addosso
-
E TU INVECE SEMBRI UNA....
Sesshomaru
si fermò,non riuscì a continuare la frase che
subito la sentì di nuovo,quella rabbia,quella paura,quella
mancanza di autocontrollo,poi,lo rivide,fu giusto un attimo,ma gli era
apparso di nuovo,durò solo un battito di ciglia.
La
porta,quel varco nero,quell'oscurità,durò un solo
istante,ma lo rivide,sentiva ancora quell'ansia,quel profondo terrore
che nel profondo della sua anima era ancora riemerso,solo per poterlo
sottomettere ancora una volta,per farlo soffrire di nuovo.
Si
portò la mano con la quale puntava la pantera e
istintivamente se la portò sul viso,come a volersi coprire
da quell'orrore,profondo e incomprensibile,lo rivide,vivido,come se
c'è l'avesse di nuovo davanti.
La
rabbia che stava manifestando verso di lei,gli aveva fatto sentire
quello che provò li,nella casupola,quando la sua mano,forte
delle fatiche e del suo nobile lignaggio stringeva selvaggiamente il
collo di lei,in un impeto di ira profonda verso qualcosa che nemmeno
lui sapeva riconoscere.
Toran
lo vide li,curvo su se stesso,mentre lo vide coprirsi gli occhi,come un
bambino che distoglie lo sguardo,per timore che dal buio possa uscire
un mostro.
E
lei sospettava che qualcosa non quadrava.
-
Sesshomaru che succede?
Disse
la pantera preoccupata,lei provò ad avvicinarsi a lui,mentre
con una mano sfiorò quella del cane che si posava sul
volto,nel tentativo di calmarlo,di tranquillizzarlo,di riportarlo da
lei.
Ma
appena ne sfiorò la pelle,subito lui,diede un ciaffone alla
mano,come a volerla tenere lontano da se,il viso,ora scoperto mostrava
un espressione spaventata,allo stesso tempo boccheggiava,cercando aria
con difficoltà,mentre nello stesso istante il petto si
alzava e abbassava in maniera preoccupante,quasi stesse soffocando.
-
NON MI TOCCARE.
Lo
sguardo di Sesshomaru dava i brividi,vi si poteva leggere una rabbia
profonda,ma insieme ad essa si poteva scorgere un moto di
paura,basso,viscerale,che si insinua nella mente come un serpente che
si nasconde sotto terra,in attesa di scattare da un momento all'altro.
Toran
per istinto si massaggiò il palmo,non perché
provava dolore,il colpo in se non era stato forte,quanto piuttosto il
gesto che aveva subito le aveva fatto male più di ogni altra
cosa,persino più della mani dell'inuyokai strette al suo
collo.
Assurdo,ma
vero,quando lui,qualche momento prima,il suo tentativo di soffocarla
non era dettato da una volontà sicura e ferma nel suo essere
rigida,com'era solitamente Sesshomaru,in quell'atto
violento,sentì la sua forza,la sua rabbia,il suo odio.
Ma
non lui,lui non lo sentiva,era presente in quella stanza,ma era come se
non ci fosse,come se il suo corpo facesse qualcosa contrario alla
volontà di Sesshomaru,fu per quello che lei
riuscì riuscì ad essere comprensiva,sapeva che
negli ultimi tempi la mente di Sesshomaru faceva strani scherzi.
Ma
quel gesto,quella mano urtata,quella mano che voleva solo aiutare,era
stata respinta,con violenza,come se l'averla vicino le desse
fastidio,ed era conscio di quello che aveva fatto,qualcosa in lei si
era scheggiato,incrinato e per quanto non fosse visibile,faceva
male,per quanto piccolo e insignificante potesse essere,faceva
veramente male.
Essere
tenuta a distanza come un animale randagio,da quell'uomo alla quale
stava dando tante attenzioni,era la cosa peggiore che poteva immaginare
in quel momento.
-
Sesshomaru...
-
Non ti faresti che male.
Toran
era titubante su quello che voleva fare,non sapeva come reagire a
quella frase,le avrebbe fatto ancora del male?L'avrebbe
aggredita?Magari con esiti persino peggiori di prima?
Non
poteva saperlo con certezza,era divisa,da una parte avrebbe voluto
avvicinarsi,sostenerlo,dirgli sarebbe andato tutto bene,ma dall'altra
l'istinto gli diceva di non tirare troppo la corda,tutto di Sesshomaru
diceva che non sarebbe stato saggio provocargli un altra reazione.
Sesshomaru
chiuse gli occhi mentre nello stesso momento si portò una
mano sulla fronte,come se stesse male,sembrava in preda ad un forte
stato confusionale,sentiva che la testa gli pulsava terribilmente,come
se avesse un forte malditesta,eppure,nonostante il dolore,che a dire il
vero era poco,sentiva che tutto attorno li stesse facendo
più confuso,annebbiato,quasi irriconoscibile.
Tutto
era sfocato,la sua vista percepiva le cose come se stesse osservando il
mondo attraverso un specchio d'acqua,sporco e torbido,le immagini erano
confuse,appannate e quasi indefinite,non riusciva a trovare una
risposta a quello che gli stava succedendo,sapeva solo che qualcosa non
quadrava.
Sentiva
la mente annebbiata,faticava a pensare,a reagire a quello strano stato
della mente,non sapeva cosa fare,non si era mai sentito
così,come sarebbe stato bello che qualcuno avesse potuto
rispondergli.
Rispondergli,rispondere,risposta.
Ci
pensò un attimo,un fugace momento di lucidità,non
sapeva come gli fosse venuto in mente,ma era comparsa
così,all'improvviso,un ispirazione improvvisa,una fugace
speranza velata dal caos della sua mente.
-
Risposte...mi servono risposte.....é forse so dove cercarle.
Disse
lui mentre guardava un punto indefinito di fronte a lui,come se fosse
perso in un pensiero.
-
Di che stai parlando?
-
Devo andare.
E
con queste parole si girò dall'altra parte è
cominciò a correre,lasciando indietro la ragazza che
inultimente lo chiamava a se,lui però non le diede
ascolto,troppo immerso nei suoi pensieri per ascoltare la sua voce,per
farsi convincere a restare.
In
gran fretta sfruttò al sua naturale velocità per
uscire dal villaggio,le strade erano ancora vuote, presto si sarebbero
riempite di persone,ma lui ormai era già lontano,lontano da
quella creatura che tanto lo faceva star bene e che lui aveva rischiato
di uccidere.
Solo
un piccolo angolo della sua mente riconosceva ancora quell'azione
vergognosa precedentemente compiuta,se solo avesse avuto la prontezza
di accorgersi di quello che stava facendo,se solo la sua mente non
stesse crollando su se stessa.....
Ma
ormai era tardi per pensarci é preso com'era da quella
confusione improvvisa,da quel senso di smarrimento,si
inoltrò sempre più nella foresta,dove stesse
andando,lo sapeva solo lui.
O
quasi.
un
ora e mezza dopo.
Era
tornato li,li dove tutte le sue sicurezze erano state
rovesciate,li,dove due giorni aveva affrontato la sua antica
rivale,li,dove ormai c'erano solo rovine,resti di un passato alla quale
non prestava troppa attenzione.
Era
di nuovo li,di fronte all'entrata dell'antica sede degli assassini,il
luogo stavolta era realmente deserto,nessun assassino,nessun ostacolo
di alcun genere,solo il silenzio,il cupo silenzio,così
grande da sembrare assordante.
Ancora
una volta li,nell'oscuro ventre della terra,dove forse nemmeno lui
sapeva bene cosa cercare.
Entrò
nell'edificio abbandonato,appena fece il suo primo passo all'interno
risentì di nuovo quella strana sensazione,quell'impressione
che ci fosse qualcosa di estraneo e inconsueto,antico e misterioso,si
ricordava ancora i disegni e le incisioni all'interno dell'area.
Figure
stilizzate,grandi esseri umanoidi più grandi di
altri,incisioni,scritture e segni indecifrabili,sulle colonne,sui
muri,sul soffitto,lui non ci capiva nulla e quel nulla lo rendeva
incerto sul da farsi.
Come
reagire,come avanzare nella sua ricerca della verità? Non lo
sapeva,ma qualcosa in lui gli diceva che quello era il posto giusto,che
li,da qualche parte si potesse nascondere la giusta direzione per
scoprire cosa gli stava succedendo.
E
seppe subito dove cercare.
Andò
spedito in direzione della statua che tanto lo intimoriva,dentro di lui
sapeva che quella grande figura di pietra nascondeva dei segreti,molte
domande alla quale avrebbe voluto subito una risposta,l'uomo
raffigurato aveva il suo viso,il suo corpo,la sua bellezza.
Ma
quello yokai non poteva essere lui,come poteva?Eppure era uguale
identico a Sesshomaru,tranne che per le ovvie differenze,come
l'acconciatura o le vesti,ma sembrava lui,in tutto e per tutto.
Chi
era?Perché si trovava li?Era un personaggio importante?Da
dove veniva? Ma sopratutto,cosa diavolo aveva a che fare con lui?
La
cosa peggiore e che sentiva qualcosa,lo percepiva sotto pelle,era
sensazione strana,ma allo stesso tempo familiare,eppure non sapeva
dargli un nome,non sapeva descriverla,in effetti a quel punto non
sapeva più niente.
-
Chi sei tu?
Disse
Sesshomaru rivolto alla statua mentre estraeva la spada e puntandola
verso il diretto interessato,forse nella speranza che potesse
parlare,per dargli informazioni,per dargli risposte,o forse per vedere
se in qualche modo potesse interagire con lui,come quella grossa sfera
di metallo che aveva Ezio,oppure la tavoletta con le incisioni
recuperata da Toran.
Fissò
intesamente la scultura,ma non dava cenno di muoversi,di parlare,di
essere viva,sperava in cuor suo che potesse reagire a quella
domanda,alla sua provocazione,ma nulla,se ne restava
li,ferma,immobile,nella sua straordinaria bellezza artistica,che
stonava con tutto il resto.
A
quel punto Sesshomaru abbassò la spada e deluso,chiuse gli
occhi é abbassò la testa,come in segno di
sconfitta,infondo cosa sperava di trovare?Un luogo morto,con segni e
simboli senza senso,anche quella statua,maestosa ed
imponente,risulatava alla fine solo un pezzo di pietra.
Grande,bello,ma
pur sempre pietra,senza vita,senza volontà,solo pietra,nuda
roccia ben scolpita,ma apparte questo nulla di più.
-
Nessuno sa chi sia,nemmeno gli assassini n'é sanno
più di tanto.
-
Jin.
Sesshomaru
si riprese immediatamente dalla sua delusione,concentrando tutte le sue
attenzione su quell'essere che ormai da tempo infestava i suoi pensieri.
-
MISERABILE,CHE DIAVOLO ERA QUELLA...COSA?DIMMELO.
Disse
Sesshomaru con tutta la rabbia che aveva in corpo,questa volta
però non si era limitato a pensarlo,lo aveva espresso a
voce,urlandolo,tanto la sotto,chi lo avrebbe sentito?
-
Mi rendo conto di quello che stai passando adesso,ma,la situazione
é più complicata di quello che credi.
-
DIMMELO.
-
E una volta che l'avrò detto,che cosa farai?Ti addormenterai
nel tentativo di tornare dentro te stesso,solo per poter avere di nuovo
a che fare con quell'incubo?Dammi retta,come piano fa pena,anche se
fosse fattibile,poi cosa farai?
-
E UNA MIA DECISIONE,NON TUA.
-
Ti metterai ad affrontarlo? E con cosa? Con la tua spocchia e le tua
tracotanza?No Sesshomaru,sarai anche forte,ma le verità che
si celano dentro di te sono talmente grandi,che non ti rendi conto di
come stiano pesando sul tuo animo.
-
TU NON HAI IDEA DI QUELLO CHE STO PASSANDO.
-
Si invece,io sono dentro di te,comprendo il tuo dolore,le tue
preoccupazioni,io lo so,non volevi farle del male.
L'inuyokai
smise di urlare,lo aveva sentito bene,lui non voleva farle del male,ma
ciò non cambiava cosa aveva fatto,perciò rimase
fisso su quel pensiero,sapeva che lei non gli dava nessuna colpa,ma
allora perché continuava a tormentarsi?
Continava
a pensarci,a tormentarsi,era arrabbiato,furioso,si odiava per quello
che aveva fatto,se avesse esagerato con la forza,se non si fosse
ripreso per tempo dallo strangolamento...
Non
voleva immaginare cosa sarebbe successo,non osava farlo,poteva
comprendere quale sarebbe stata l'orrenda alternativa,ma avrebbe
preferito non immaginarla,lei,esamine,per terra,senza più
aria nei polmoni.
Senza
più vita...per colpa sua.
Sesshomaru
non dava più segni di rabbia,quelle sfuriate di prima
sembravano ormai una cosa del giorno precedente,ma era ancora
nervoso,in preda a quello stato confusionario che si era manifestato al
villaggio.
-
Jin....che mi sta succedendo?
-
Temo che la tua ultima esperienza notturna abbia in un qualche modo
avuto ripercussioni sul tuo spirito,il tuo equilibrio interiore
è sconbussolato,ora,devi solo calmarti é...
Sesshomaru
ascoltò con attenzione ogni parola detta da
Jin,poi,all'improvviso,cominciò a sentirsi
strano,sentì la testa farsi sempre più leggera,i
suoni sembravano ovattati,la vista si offuscò,se prima stava
male,ora si sentiva peggio.
-
Che succede?
Non
riuscì a dirlo,ma lo pensò molto
chiaramente,sentì il cuore accellerare di colpo,gli
mancò l'ossigeno,si sentì mancare e cadde al
suolo,come privo di conoscenza.
suoni
in lontananza,versi di uccelli,forse gabbiani.
Acqua,acqua
che si scontra con la terra,forse il mare.
Terra,granulosa,pizzica,calda
e fastidiosa,forse sabbia.
Riaprì
gli occhi,era disteso su un fianco,si guardò
attorno,spaesato,confuso,disorientato.
Si
fece forza con le mani e sentì sui palmi la sabbia,si
rialzò tutto d'un colpo ancora intontito,ma era abbastanza
lucido da comprendere dove si trovasse.
Era
di nuovo nella spiaggia,era tornato nel mondo dentro di lui.
Si
guardò attorno e questa volta non trovò
porte,statue o qual si voglia stranezza immaginabile.
Poi,controllando
meglio verso il mare,vide qualcosa in lontananza,forse era uno scherzo
della sua mente,sperava che lo fosse,perchè quello che vide
era una barca,che si stava avvicinando a riva.
Aveva
una struttura abbastanza semplice,lo scafo era rovinato,scheggiato e
raschiato nei punti più disparati,era
scolorita,probabilmente era molto più vecchia di quello che
sembrava ed era priva di un remo,cosa che avrebbe reso la navigazione
piuttosto difficile.
Ma
non era quella la cosa che lo sorprese di più,sulla piccola
imbarcazione sedeva un uomo e li gli venne in mente un altra figura a
lui conosciuta,una corta chioma argentea,una veste marrone con degli
anelli nel mezzo,lunghi pantaloni bianchi,con una fascia che scendeva
in mezzo alla gambe.
Non
ci credeva,non poteva,non lo concepiva in alcun modo,era lui,quel
misterioso yokai che portava lo stesso volto di Sesshomaru,uguale in
tutto e per tutto,tranne per la capigliatura e la mancanza di segni sul
viso.
Per
istinto Sesshomaru si porto la mano al fianco,alla ricerca di
Bakusaiga,ma non la trovo,nemmeno Tenseiga era con lui,aveva solo se
stesso con cui poterlo minacciare,tanto bastava a confrontarsi con
lui,c'erano troppo domande che aveva da fargli,gliela avrebbe fatte
tutte è avrebbe avuto le rispsote che cercava,anche a costo
di ucciderlo.
Spinta
dolcemente dalle ultime onde,la barca toccò
terra,incastrandosi sulla battigia, e poco dopo il misterioso yokai
scese dalla barca,ora si trovava a pochi metri da lui,lo vide
attentamente,pronto a una qualunque reazione dello sconosciuto.
-
Chi sei tu?
Disse
Sesshomaru con tono minaccioso,ma l'altro non sembrava interessato a
quelle parole,anzi,sembrava non averlo sentito,si guardava attorno con
aria indagatoria,confusa,come se si fosse perso,come se fosse uno
straniero.
Dava
l'impressione di essere confuso e disorientato,guardava in tutte le
direzione,alla ricerca di qualcosa che sapeva soltanto lui.
-
Ti ho fatto una domanda,rispondi.
L'estraneo
continuò a ignorarlo,non lo aveva degnato nemmeno di uno
sguardo,come se l'inuyokai non ci fosse nemmeno su quella spiaggia.
A
quel punto Sesshomaru perse le staffe e si diresse a passo deciso verso
l'uomo,le sue mani erano pronte per prenderlo e alzarlo dal
terreno,forse con un pò di forza lo avrebbe convinto a non
fare tanto il furbo con lui.
Appena
gli fu vicino mosse una mano verso la giugolare dell'altro yokai,ma
appena lo toccò sentì solo l'aria,lo aveva
attraversato,come se fosse aria.
-
Ma cosa....
-
Lui non'é qui veramente.
Sesshomaru
si girò di scatto verso la voce e a lato lo trovò
di nuovo,Jin,se ne stava in piedi,a guardare il mare,con il volto
sempre coperto dal cappuccio,se ne stava fermo,con le mani congiunte
sul ventre,dandogli così un aspetto da saggio.
-
Jin...
-
In questo preciso istante la tua mente sta assimilando e decifrando le
informazioni che hai raccolto nella stanza,la tua comparsa in questo
luogo é dovuta al tuo precedente scatto d'ira,non ti sei
ripreso totalmente dalla brutta esperienza di questa notte.
-
Non parlare come se questa faccenda non ti riguardasse,che cos'era
quella cosa?
-
Accontenti che io ti abbia salvato dal suo influsso,è molto
più forte e distruttivo di quello che credi,quello che hai
visto è ciò che si trova sotto la superficie dei
tuoi pensieri,dimmi Sesshomaru,cos'hai sentito in quel momento?
L'inuyokai
si irrigidì di fronte a quella domanda,una richiesta
così facile da comprendere,ma così difficile alla
quale rispondere,ricordava in tutto e per tutto cosa aveva provato in
quel momento,ogni sentimento nefasto,ogni paura più
profonda,ogni cosa che la sua mente tendeva a scacciare o a seppellire
nella coscienza si era manifestate di fronte a lui,in tutta la loro
potenza.
E
lui n'è ebbe terrore.
Abbassò
la testa,inizialmente cominciò a guardare la sabbia poi,si
perse nei suoi pensieri,lasciando che lo sguardo vagasse in cerca di un
punto cieco,fuori dalla sua attenzione.
-
Orrore...quello che ho sentito in quel momento era
l'orrore,puro,contorto,ricordo ancora la sua immagine,un grosso ammasso
scuro,nero,come una notte senza stelle,faceva orrore,in tutto il suo
essere,c'era qualcosa di sinistro,di orrendo,era innaturale.
Poi
rialzò la testa,ormai ripresosi dai ricordi di quel
mostruoso incontro,in quel momento divenne lucido e calmo,si era tolto
un peso dalla coscienza,non era abituato a parlare dei suoi pensieri
personali e quegli ultimi eventi che stavano sconvolgendo la sua vita
lo stavano rendendo fin troppo estroverso.
E
lui odiava questa cosa.
Tornò
a fissare la figura di Jin,quest'ultimo,era ancora concentrato a
guardare il mare,in cerca di chissà cosa,tra i flutti delle
onde e il blu del mare,Sesshomaru però non gli diede
importanza,aveva altro per la testa.
-
Tu sai cosa sta succedendo dentro di me,vero?E sopratutto,quello
yokai,non'è veramente qui,vero?scommetto che tu lo sapevi
già.
Ci
fu un attimo di silenzio,poi,Jin si voltò verso
Sesshomaru,il volto era coperto,per tanto non riusciva a capire quale
fosse l'aspetto che si celava sotto il cappuccio,eppure sentiva che ci
fosse qualcosa di stranamente familiare in quello strano individuo,di
cui non sapeva niente.
-
Quello yokai e legato a questa vicenda,molto più di quello
che pensi,perché credi che il vostro aspetto si assomigliano
così tanto,perchè pensi che ci sia qualcosa di
innaturale nelle vostre somiglianze?Ti sei posto queste domande,ma
senza trovare nessuna risposta,ora però,c'è un
altra cosa che devi osservare attentamente,guarda.
Disse
infine Jin,mentre con una mano indicava la figura dello
straniero,Sesshomaru si girò e quello che vide lo
lasciò stupito.
L'altro
yokai aprì gli anelli in mezzo alla veste e ne estrasse un
oggetto già noto all'inuyokai,la rivide li,dentro la sua
coscienza,in quel luogo,dove logica e follia si mescolavano l'uno con
l'altro e ricordi perduti di un infanzia lontana si sovrapponevano alla
presenza di oggetti dagli strani poteri,mentre oscure e indistinte
minacce lo attaccavano dove lui non poteva difendersi.
Quanto
ancora si sarebbe meravigliato e avrebbe sofferto per cose che
sfuggivano alla sua conoscenza?Mentre nemici e alleati giocavano la sua
vita in una guerra portata avanti da tempo immemore,personaggi di cui
non sapeva nulla e persone che,seppur poche,che poteva contare sul
palmo della mano,erano le uniche alla quale tenesse veramente.
E
ora la rivedeva li,in mano a lui,con la sua forma rurale e le sue
incisioni misteriose.
La
tavoletta.
Nelle
mani di quell'uomo però risplendeva di una luce tutta
sua,come quella strana sfera che aveva Ezio oppure come l'occhio di
Akira,o ancora,come lo strano segno che aveva sulla mano,ma tutte e tre
avevano una cosa in comune,la loro potenza,era grandemente pericolosa.
Lo
yokai proveneinte dal mare pronunciò qualcosa,non
capì nessuna parola,come se fosse un altra lingua,forse era
un particolare dialetto,ma non ricordava di averlo mai sentito nelle
terre in cui aveva vagato,possibile che venisse da un altro paese?
Che
venisse dal continete?Forse era cinese,ma non gli sembrava che l'idioma
fosse quello,o forse veniva da un paese più lontano? In quel
caso non sapeva cosa pensare.
In
ogni caso ora sapeva che non era Giapponese,il mistero su quell'uomo si
faceva ancora più fitto,per non parlare poi che portava con
se la tavoletta,quel maledetto pezzo di roccia senza alcun particolare
significato per lui.
Lo
straniero sembrava muovere le dita sulla tavoletta,come se stesse
tenendo traccia di qualcosa,quasi stesse leggendo un foglio,e questo
rese curioso Sesshomaru,che si avvicinò ancora di
più a quell'estraneo.
Gli
giunse infine ad un palmo dal naso,a quanto pare aveva ragione,non era
realmente sulla spiaggia,non si era nemmeno dato la pena di
guardarlo,ad ogni modo,era più interessato cosa stesse
facendo con quel diabolico oggetto che sfuggiva alla sua
comprensione,come molte cose negli ultimi tempi.
Guardò
l'oggetto e ciò che vide lo confuse ancor di
più,le iscrizioni sulla pietra sembravano aver preso vita
propria,l'aveva vista solo due volte,quindi non sapeva nemmeno lui cosa
fosse in grado di fare quell'oggetto.
Tutto
quello che vedeva erano solo luci e immagini che si mescolavano tra di
loro,cambiavano posto e si muovevano da tutte le parti,un pò
a casaccio,ma poi,più attentamente,si accorse che il tutto
stava seguendo uno schema preciso.
Le
incisioni,non più soggette ad una posizione fissa
cominciarono a formare tutta un altra immagine,immagini di
fiumi,montagne,foreste e sentieri si stavano formando di fronte ai suoi
occhi,non sapeva spiegarsi quella cosa,ma doveva ammattere che aveva
del sorprendente.
Poi
come se non bastesse,in un punto specifico della mappa si
formò un immagine a lui molto familiare,il simbolo di una
mezzaluna,comparve su quella che sembrava una montagna
stilizzata,insieme ad essa comparve una sola è singola
parola,l'unica cosa che riuscì a capire con esattezza.
Taisho.
-
Ma che cosa...
Non
fece in tempo a finire la frase che una luce ancora più
intensa si manifestò di fronte agli occhi
dell'inuyokai,abbagliandolo a tal punto da fargli distogliere lo
sguardo,si girò nel tentativo di coprirsi,ma poi vide che
tutto intorno a lui cominciò ad illuminarsi,tutto divenne
accecante,la sabbia,il cielo,il mare,tutto stava diventando luce,per
poi sbiciolarsi e svanire via,come se fosse polvere.
Il
mondo che lo circondava,stava svanendo di fronte ai suoi occhi.
-
Non temere ragazzo...
Disse
Jin rivolgendosi al giovane yokai,per poi muovere le mani verso l'orlo
del cappuccio.
-
Prima che tu vada,c'è una cosa che voglio farti vedere.
E
si tirò giù il cappuccio,ma tutta quella luce
ormai rendeva inutile il tentativo di vedere in volto l'uomo che viveva
nella sua testa.
Tutto
si fece bianco,di un bianco da bucare gli occhi,Sesshomaru non vedeva
più niente,se non quel candido,puro,immenso bianco che non
sembrava aver più fine.
Poi,poco
alla volta,il bianco si attenuò,fino a distinguere masse
indefinite di immagini e suoni distorti tutto attorno a lui,la vista
era annebiata,l'udito confuso,ancora una volta era preda di una
situazione che non comprendeva.
Ma
di una cosa era sicuro,questa volta,non era sdraiato per terra.
Si
accorse di essere in piedi,dentro un luogo chiuso,non riusciva a capire
per l'esattezza dove si trovava,poichè,una leggera presenza
di fumo,rendeva la visuale ancora peggiore,proprio nel momento in cui
si stava riprendendo.
L'udito
tornò a posto,sentì bene che c'era una voce
cavernosa e autorevole parlare li dentro.
-
Jin,sei riuscito nel compito a te assegnato,siamo fieri di te.
-
Non merito alcun elogio maestro,ho fatto solo ciò che mi
é stato chiesto.
-
E per questo te ne siamo grati.
Mentre
i due parlavano,la vista di Sesshomaru tornò a posto,ma
ancora una volta,non sentì niente,non sentiva le braccia,le
gambe,ogni parte del suo corpo sembrava sparita,era confuso su
ciò che stava accadendo,poì,tutto ad un tratto
capì,stava succedendo di nuovo.
Era
di nuovo nel corpo di Jin.
Ma
questa volta l'ambiente era cambiato,non era più nella
piazza della confraternita,dove un tempo tutte quelle persone,di razze
differenti,condividevano idee e comunicavano nello stesso
luogo,riconobbe subito il posto.
Era
l'interno della sede degli assassini,ma l'interno era differente,vi
risiedevano alcune persone,di taglia e misure differenti,tutte
incappucciate e irriconoscibili,mentre al centro della stanza un enorme
braciere di bronzo nella quale ardeva una grande fiamma.
-
Jin,sappiamo che sei tornato da soli pochi giorni qui in
città,ma abbiamo un altra missione urgente.
-
Sono un assassino é come tale agisco,la mia
fedeltà alla confraternità e assoluta,ditemi dove
andare e io ci andrò.
-
Il tuo prossimo compito é giungiere in un piccolo regno
chiamato Yamato,già da qualche tempo una giovane sovrana di
nome Himiko ha preso il potere di quella nazione,pare che sia una
sacerdotessa umana dotata di capacità straordinarie,il suo
popolo la chiama la figlia del sole.
-
Sembra una persona al quanto potente,costituisce un pericolo per questa
confraternita?
-
E quello che devi scoprire,non sappiamo quali siano i suoi obbiettivi e
quale sia la sua politica personale,appena sei pronto parti,contiamo
sulla tua discrezione é sulle tue abilità.
-
Sarò una lama tra la folla...maestro,possa farvi una domanda?
-
Riguarda ancora quella richiesta?
-
Si.
-
Sono spiacente Jin,ma non ti è ancora permesso andare a nord.
-
Perché no?Qual'é connesione c'é tra lo
straniero,i primi Inuyokai e gli Ainu? E perché io e lui...
-
Basta...non puoi ancora conoscere la verità,per il
momento,accontentati di quello che sai,ricordati,niente è
reale...
-
Tutto é lecito,come volete,maestro.
-
Bene,ora va.
-
Si,maestro.
Sesshomaru
aveva osservato l'intera scena dal punto di vista di Jin,altri
ricordi,altre traccie di un passato che non gli apparteneva,era questo
quello che l'assassino voleva fargli vedere?Una riunione di
incappucciati che parlano di una missione,in chissà quale
regno del passato,era questo che voleva fargli vedere?
Aveva
accennato anche allo yokai venuto dal mare,alla tavoletta e al
nord,luogo nella quale anche a lui era stata affidata una missione,che
le sue vicende e quelle di Jin potessero essere collegate?La risposta
era ovvia,eppure,sentiva che mancava un pezzo importante di quella
storia,qualcosa non quadrava.
-
Io è lui,che anche Jin abbia a che fare con l'uomo
raffigurato in quella statua?In quale modo può essere
collegato a lui?C'è qualcosa che mi sta nascondendo riguardo
a questa faccenda.
E
proprio mentre Sesshomaru rifletteva su quanto stava accadendo,la sua
attenzione fu attirata da un altro evento inaspettato.
La
fiamma,che era ben visibile di fronte a lui cominciò a farsi
strana,sembrò rallentare,il suo movimento serpetino
sembrò fermarsi,poco alla volta,fino a che,non si
fermò del tutto.
Alzò
lo sguardo e notò che persino il fumo ed anche le persone di
fronte a lui fossero bloccate,tutto era immobile e lui sembrava l'unico
ad essere conscio della cosa.
Non
poteva muoversi,il corpo non era il suo,prigioniero di una carne che
non era realmente li,soggetta ad eventi che lui non conprendeva.
-
Ma cosa....
Non
ebbe nemmeno il tempo di finire la frase che Sesshomaru si
sentì di nuovo il corpo,ogni parte era tornata
sensibile,nulla di preoccupante,solo un leggero formicolio,si
guardò attorno e vide che al suo fianco c'era la figura di
Jin,ancora retto,calmo,controllato.
-
Era questo quello che volevi farmi vedere?Era davvero così
importante?
-
Tu non credi che lo fosse?
-
Mi stai nascondendo qualcosa?Perché volevi andare nelle
terre settrionali?Cosa cercavi li?
-
La verità,su quello che siamo veramente.
-
Di che stai parlando?
-
Di noi,me,te...
Jin
alzò un braccio e puntare un dito verso la statua.
-
E lui.
Sesshomaru
sembrò stranito dalla cosa,osservava Jin con fare confuso e
disorientato.
-
Mi odierai per questo.
Jin
mise sui bordi del cappuccio e se lo abbassò,rivelando
qualcosa di inaspettato,Sesshomaru era confuso su quello che stava
guardando,come se all'inizio facesse fatica a capire,poi,prendendo
consapevolezza si accorse di quello che i suoi occhi non osavano
credere.
Un
capo rasato,che mostrava una corta capigliatura argentea,occhi color
dell'oro e un volto che lui,purtroppo,per la seconda volta,riconobbe
fin troppo bene.
-
Che diavolo....non'è possibile,anche tu....
-
Si,anche io,proprio come lui,proprio come te....e temo che non siamo
gli unici ad avere lo stesso aspetto.
Seshomaru
non poteva crederci,anche Jin,l'uomo che viveva dentro di lui,nella sua
coscenza,nella sua mente,portava anche lui,il volto di Sesshomaru.
-
Com'è possibile?Perché anche tu hai il mio
volto?Esigo una spiegazione.
-
Io sono venuto ben prima di te é lui prima di
me,comunque,non esiste una risposta facile da dare,però
c'è una cosa che ti consiglio caldamente di fare.
-
Smettila con questi giochi e dimmi la verità.
-
La verità?Pensi di sapere cosa sia realmente la
verità?Credi di poterla reggere,di poterti far carico del
suo peso,senza pagarne le conseguenze?No Sesshomaru,tu della vera
natura della verità,non sai niente,già adesso sei
incredulo di fronte al mio vero aspetto,di quando ero ancora carne e
sangue,un passo alla volta Sesshomaru,correre alla rinfusa,non ti porta
da nessuna parte.
-
Parla chiaramente maledetto.
Jin
si girò di spalle e si incamminò,inoltrandosi nel
fumo.
-
Vai a nord,altro non posso dirti.
Sesshomaru
era desideroso di sapere,di comprendere il perché di
quell'assurdità,si aspettava delle risposte vere e
concrete,invece aveva ricevuto solo un indizio su quello che voleva
apprendere.
Era
rancoroso,rabbioso,gli bruciava un fuoco dentro,questa volta non se lo
sarebbe fatto scappare.
-
Ehi,aspetta,non abbiamo ancora finito.
Sesshomaru
scattò in avanti,tendendo la mano nel voler riportare le
attenzioni dell'assassino su di se,avrebbe avuto le risposte che
cercava,costi quel che costi.
Ma
proprio quando sentì di poterlo acciuffare il fumo attorno a
lui cominciò a luccicare di una luce abbagliante,che subito
lo accecò,perdendo il suo obbietivo,perdendo la
stanza,persino il suo corpo lo sentì svanire.
-
Sesshomaru,svegliati.
Una
voce di donna riecheggiò in quella luce,ma non
capì bene chi potesse essere,di nuovo l'udito coperto,di
nuovo quella sensazione di vuoto,nessuna carne,nessuno scheletro,solo
soscienza del proprio io.
Poi,la
luce scomparve,insieme a quel mondo che esisteva dentro di lui,al suo
posto,la stanza,di nuovo cupa e piena di misteri,poi la vide.
Lei,ancora
una volta al suo fianco,ancora una volta pronta a
sostenerlo,lei,guerriera e compagna di quella strana avventura che
ormai era diventata la sua vita,antica rivale e nuova alleata,ancora
lei.
-
Toran?
Disse
lui con fare confuso e poco cosciente,come di chi si sia svegliato da
poco.
lei
gli teneva una mano dietro la nuca,sollevandogli la testa dal granitico
terreno,quasi sentisse il bisogno di trattarlo come un malato,che
troppo indebolito dalla scarsa salute,necessita di aiuto,anche solo per
sollevarsi.
-
Si può sapere cosa ti è preso?Sei scappato in
preda a chissà quale altra mania del momento,ti rendi conto
di quanto mi sia preoccupata per te?Per non parlare poi di Yuki ed
Ezio,che appena saputa la notizia hanno fatto muovere tutti gli
assassini del villaggio solo per venirti a cercare,ma la cosa peggiore
e che ti saresti potuto far male,ti rendi conto della scemenza che hai
fatto?
Sesshomaru
restò fermo ad osservarla,si accorse della preoccupazione
che aveva fatto vivere a lei e ai due maestri assassini che da qualche
tempo ormai lo caricavano di attenzioni,o lo sorvegliavano,a seconda
del suo punto di vista.
Di
Yuki e di Ezio non gli importava granché,ma sapere che la
pantera lo avesse cercato,spinta dal timore e dalla preoccupazione che
gli fosse successo qualcosa,lo faceva star male,eppure,non ricordava
molto di come ci fosse arrivato,sapeva solo di sentire una grande
euforia in corpo é un istinto inspiegabile lo aveva portato
li,però ricordava tutto il resto.
L'uomo
sulla spiaggia,la tavoletta,quell'ennesimo ricordo di Jin ed
infine,quella rivelazione,quel volto,quel suo volto così
simile al suo,così simile a quello dello yokai venuto dal
mare,cosa stava succedendo realmente?
E
poi il nord,perché il nord? Cosa c'erà a nord?
Che c'entrasse qualcosa la sua missione nelle terre degli Ainu?E quella
mezzaluna?E il nome della sua famiglia?Cosa diavolo c'entrava tutto
questo con lui?
Ormai
non sapeva più dove sbattere la testa,più il
mistero si infittiva,più lui aveva meno risposte da poter
dare ai suoi dubbi,ma nonostante ciò,lei era li,per
l'ennesima volta.
Istintivamente
mosse una mano verso una guancia di lei,appoggiò il palmo
delicatamente,mentre le dita si posizionarono a lato del collo e lo
sguardo di lui si fece più intenso,ma al contempo
più dolce.
-
Toran,io...
Disse
lui,mentre il suo volto si mosse letamente vicino a quello di lei.
-
Si?....
E
lei a sua volta mosse il suo viso vicino a quello di lui.
Nel
contempo entrambi aprirono leggermente le labbra,mentre le loro lingue
sentirono un forte desiderio di danzare insieme,all'unisono.
Un
attimo di intensa emozione,lungo tutta un eternità.
Le
bocche si avvicinarono,gli animi si scaldavano,mentre istinti
più bassi e focosi stavano prendendo forma nelle loro menti.
Un
attimo ancora è....
-
Eccovi qua.
Una
voce di donna interruppe quel momento,si ripresero entrambi dal loro
sogno ad occhi aperti e tornarono alla realtà,quella
realtà che sapeva essere così vigile e brutale,in
grado di strappare anche i più brevi momenti di
felicità.
La
cosa più stupida in quel moemento,fu che quando Toran si
sentì scoperta per quello che stava per
accadere,lasciò subito la testa dell'inuyoaki,facendoglila
sbattere sul pavimento,cosa che lui non gradì molto,anche se
Sesshomaru non diede gran peso alla cosa.
Entrambi
si girarono in direzione della voce è poi la videro,era
Yuki,che velocemente si mosse verso i due ragazzi.
-
Come sta?
Chiese
l'assassina alla pantera.
-
l'ho trovato per terra,come se si fosse addormentato,ma non saprei dire
cosa sia successo.
-
Yuki,Toran,c'è una cosa che dovete sapere.
Dopo
queste parole,Sesshomaru rivelò tutto quello aveva vissuto
poco prima,li,in quel luogo,sotto la montagna,dove antiche
verità si scontravano con le preoccupazioni del presente,con
la speranza che,forse,un futuro più sereno,potesse giungiere
al più presto.
Una
sola cosa era certa,prossima destinazione...Hokkaido.
In
quello stesso momento,vicino alla costa della prefettura di Kyushu,nei
pressi di Tanegashima
Il
galeone portoghese si avvicinava alla costa di quel paese di cui Marco
polo aveva solo accennato nei suoi racconti di viaggio è che
i missionari gesuiti erano già pronti a portare a quegli
abitanti,così tanto diversi da loro,la parole del signore.
Nel
mentre,Paulo,dalla sua nave,vide la spiaggia,qualche pescatore in riva
al mare,nulla di che,se non un umile spettacolo.
Ma
la sua mente era altrove,c'era altro che passava per la sua testa,altre
preoccupazioni,altri obbiettivi scalpitavano nella sua mente,obbiettivi
così importanti che era stato incaricato segretamente di
raggiungiere l'altro capo del mondo conosciuto e che la scusa di una
relazione diplomatica imposta dal suo re sembrava la scusa perfetta per
intervenire.
Nel
mentre,due grossi energumeni dalla pelle color dell'ebano,perfettamente
identici,entrambi vestiti solo di un corto gonnellino,uno verde e
l'altro giallo si mossero verso la direzione dell'uomo.
Gli
altri marinai evitarono il contatto diretto con quei due
colossi,alti,muscolosi,feroci combattenti,le cui gesta riecheggiavano
in tutte le conosciute portoghesi situate sulla costa occidentale
dell'africa.
I
due leoni,così li chiamavano,nessuno su quella nave sapeva
con esattezza chi fossero realemente,alcuni dicevano che fossero due
umani,che rimasti orfani dei genitori furono allevati da strane bestie
mangia uomini,altri dicevano che fossero due spiriti evocati da uno
stregone ormai morto da tempo,queste è altre mille voci
giravano tra gli iberici sul loro conto,l'unica cosa certa e che
stavano sempre a fianco dell'inviato del re.
Tutto
il resto su di loro,era un mistero.
Arrivarono
alle spalle di Paulo senza emettere una parola,silenziosi,come
guardiani silenti,in attesa di una parola,di un ordine,di una qualunque
cosa che dasse loro un motivo per essere li.
-
Sapete bene ora cosa ci resta da fare,io inizierò le
trattative con questa gente,darò loro l'impressione di
interessarmi al commercio con questo clan,tuttavia,la nostra presenza
qui è un altra,dobbiamo conttattare il gran maestro
dell'ordine di questo paese,un certo Akira se non mi sbaglio,il
consiglio vuole parlare con lui,per adesso restate sulla nave,quando
giungierà il tempo,vi mobiliterete,ora andate.
E
ricevute queste parole,i due uomini si congedarono e diressero sotto
coperta,in attesa di ricevere nuovi ordini.
Paulo
continuò a guardare la costa in lontananza,il suo volto
manifestava un animo pensieroso è,mentro uno sguardo freddo
e piatto si inpuntava sul paesaggio che aveva davanti.
Poi
abbassò lo sguardo verso una delle delle tasche della sua
casacca,vi mise la mano dentro e n'è estrasse un piccolo
oggetto,una pietra rotonda,un onice,presentava delle incisioni
finemente lavorate da mani esperte,vi era rappresentato il volto di un
giovane uomo,dal volto statuario,con occhi seri e col capo coperto da
un elmo crestato.
E
sotto il viso presentava una scritta in latino.
CANIS
MAIOR.
-
Non importa quante epoche passano,quante civiltà possano
passare,quante identità possano cambiare,il tuo aspetto non
cambia...non troppo almeno.
Parlò
da solo,sovrapensiero,chissà se le voci erano vere.
Chissà,forse,certi
segreti,era meglio che restassero tali.
ALLORA,SIAMO
GIUNTI ALLA FINE DI QUESTA FANFIC,MA LA STORIA NON FINISCE QUI,VORREI
RINGRAZIARE TUTTI QUELLI CHE HANNO SEGUITO QUESTA STORIA COMINCIATA UN
PAIO DI ANNI FA,CHI HA RECENSITO,CHI HA LETTO E CHI HA VOLUTO DARE SOLO
UN OCCHIATA.
SO
DI NON ESSERE ANCORA MOLTO BRAVO,CHE FACCIO ANCORA ERRORI GROSSOLANI
CON LA GRAMMATICA,MA NON HO INTENZIONE DI ARRENDERMI E SONO ANCORA
DESIDEROSO DI CONTINUARE.
DESIDERO
RINGRAZIARE SOPRATUTTO BANKOTSU,CHE FINO ADESSO HA RECENSITO,MI HA
CORRETTO E CHE SOPRATTUTTO HA PROVATO PIACERE NEL LEGGERE QUESTA STORIA.
CIAO
E A PRESTO.
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