Arrivò la sera. Nellie scrutava Londra dalla finestra alla ricerca di Lucy. Lo
sguardo balzava da un vicolo all'altro, la preoccupazione le stringeva lo
stomaco come una morsa. Senza pensarci due volte, indossò un lungo
cappotto, e uscì alla ricerca della giovane.
I suoi passi rimbombavano nelle strade vuote e buie, e l'unico rumore che
Nellie percepiva era il suo cuore nelle orecchie battere sempre più
forte.
Pensò che Lucy, essendo uscita anche per fare delle compere, sarebbe
passata per il droghiere, e si diresse lì a chiedere informazioni.
Il proprietario del negozio, quando la vide entrare, la squadrò con aria
interrogativa. Ma Nellie tagliò corto: -Questo pomeriggio è passata di qui
una giovane dai capelli biondi e con un vestito bianco?- Il proprietario
ci pensò su, e per Nellie fu un'attesa snervante. -Certo, ho una memoria di
ferro io.. è passata poco meno di un'ora fa, sì.. Erano le sette. Ricordo
anche cos'ha comperato: arsenico.- A Nellie si fermò il
cuore. -Una bella ragazza non c'è che dire..- Continuò il droghiere, ma
Nellie era già fuori dal negozio.
Nellie sentì il vento freddo degli avvenimenti colpirla violentemente fino ad
ghiacciarle l'anima. Aveva paura. La testa le ronzava e non riusciva a
ragionare: sapeva solo una cosa, in quel momento. Doveva trovare Lucy
prima che fosse tropo tardi. Iniziò a correre disperatamente, una
pioggia sottile sulla pelle e gli occhi offuscati da lacrime incastonate come
diamanti.
Lucy forse aveva ricordato, rivedendo Londra, la sua città, forse la sua
casa. Forse il suo passato le è caduto addosso, e lei, Nellie.. Non le era
accanto. L'aveva lasciata sola. Nellie sentiva il cuore infrangersi sotto i
colpi della pioggia. Quando ormai il respiro le mancava e le gambe
tremavano, si accorse di essere giunta dove aveva trovato la prima volta
Lucy, non lontana dalla casa di Turpin. E la vide. Era a terra, contro un muro, come la prima volta in cui
l'aveva vista. -Lucy!..- esclamò, e si gettò su di lei abbracciandola.
Udì una flebile risposta: -N..Nellie sei tu?...- -Sono io, Lucy, sono qui...- le
baciò la fronte e le guance, carezzandole i capelli. -Nellie...Il giudice
Turpin..- la guardò dritta negli occhi. Ma i suoi occhi erano spenti, ciechi,
pieni di lacrime, e non videro davvero Nellie. -Il giudice Turpin..Io ricordo..
Mi ha costretta a.. Ha cacciato Benjamin, Benjamin!.. ..La mia bambina..
me l'ha strappata...E infine mi ha..- La sua voce fu interrotta dai
singhiozzi. Singhiozzi lievi, senza forza. Lucy si spegneva lentamente. -No,
Lucy resisti.. resisti..- Nellie si spogliò del cappotto e lo mise sulle spalle di
Lucy; ma questa tremava comunque, lo sguardo vacuo e gli occhi
arrossati. Nellie sentì un tintinnìo vicino a sé: a terra, la fialetta
d'arsenico. Era vuota. Nellie sentì lacrime calde mischiarsi alla gelida
incessante pioggia, e un dolore lacerante al cuore. -Lucy resisti.. Resisti..
Non lasciarmi Lucy.....- Ma lei non poteva più sentirla. -Io ti amo....- e, tra le
lacrime, le baciò le labbra fredde, e la strinse a sé, come per non voler
lasciarla mai più.
Noi sappiamo come andò a finire: Lucy non morì quella notte, ma impazzì. Da allora Nellie soffrì ogni giorno nel vedere il suo angelo trasformato in quella "vecchia pazza", come la gente la definiva. Al ritorno del marito di Lucy, Nellie preferì nascondergli la tristissima verità, e gli raccontò, forse anche per convincere se stessa, che Lucy era morta suicida. Barker giurò vendetta, e Nellie lo aiutò nell'impresa: ma questa è un'altra storia.
Spero che il racconto vi sia piaciuto. Rigrazio Squarciecicatrici per il sostegno, e ringrazio chiunque intenda LASCIARE UN COMMENTO, positivo o negativo. Grazie a tutti |