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di Nao Yoshikawa
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41 – Disease
 
Era cominciata come una comune febbre. Eppur Neliel aveva un brutto presentimento, forse era il suo istinto materno che stava cercando di dirle qualcosa.
Mettere Naoko a letto era stata un’impresa. La bambina infatti aveva faticato ad addormentarsi, ma alla fine, vinta dalla stanchezza, era crollata.
Neliel però non riusciva comunque a stare tranquilla.
«Forse dovrei andare a controllarla?»
«Sei andata già due minuti fa. Dovremmo riposare anche noi, Nel», fece presente Nnoitra. In verità anche lui era molto preoccupato, ma non poteva di certo darlo a  vedere.
La piccola comparve sulla porta. Il viso era arrossato e tremava in modo spasmodico. Per non parlare della tosse. Terribile. Il suo petto infatti si muoveva a fatica.
«Mamma…», biascicò.
«Nao! Che succede? Hai dolore da qualche parte?»
Annuì e poi si gettò fra le sue braccia, piangendo. Questo li allarmò entrambi. Naoko non era solita a piangere neanche duranti i malesseri, se era arrivata a quel punto la situazione doveva essere più grave di quanto pensassero.
«Io non riesco a respirare.»
Neliel le posò le labbra sulla fronte e si rese conto di quanto stesse scottando. Sua figlia aveva l’affanno, respirare le costava un grande sforzo.
«Tesoro, sta calma… andrà tutto bene…»
«Ma io ho dolore al petto… non riesco a respirare», ripeté.
«Beh? Vogliamo aspettare ancora un po’ o la portiamo in ospedale?» domandò Nnoitra nervoso.
«Fuori c’è il gelo, lei ha la febbre..!»
Naoko fece per tossire, senza però riuscirci. Il respiro le si bloccò in gola. Tentò di buttare fuori l’aria, ma lo sforzo fu vano. Spalancò la bocca, gli occhi.
«Naoko!», Nnoitra la chiamò, dandole dei leggere colpi sulla schiena. «Naoko, respira! Forza!»
Non aveva mai fatto caso a quanto sua figlia apparisse fragile sotto il tocco della propria mano.
La stavano vedendo soffocare , la stavano vedendo star male e non capivano il perché.
«Nnoitra, sta diventando viola in viso!», gridò Neliel completamente in panico.
«Cavolo!» Nnoita imprecò, prendendo poi in braccio Naoko. «Prendi una coperta, la portiamo in ospedale!»
«Dovremmo chiamare un’ambulanza!»
«Io sarò più veloce, andiamo e basta!»
In certi casi era opportuno mantenere la calma, essere emotivamente distaccati. Ma come era possibile in quei casi?! Si stava parlando di Naoko, non di una persona qualunque.
La nostra famiglia.
 
«Naoko ha una brutta polmonite.»
Nnoitra guardò di traverso Aporro e lo afferrò per il camice.
«Ebbene? Che state aspettando a curarla?»
«Nnoitra, calmo», bisbigliò Neliel. «Non è in pericolo di vita, giusto?»
«Beh, in genere la polmonite è più fatale per i bambini al di sotto dei due anni di età, però da sola non riesce a respirare. Le faremo una cura anti virale.»
«Sarà meglio per  te che non le accada nulla», lo minacciò Nnoitra, per poi allontanarsi.
«Devi scusarlo. Lo sai, in genere non fa così», sospirò Nel.
«Lo so. Ma che vuoi farci, i figli ti cambiano.»
Neliel era convinta che Nnoitra non fosse cambiato. In fondo era sempre stato così.
 
Nota dell’autrice
Ovviamente non potevo risparmiare la povera Nao dalla mia vena angst. La bambina ha una brutta polmonite, cosa che io non ho mai avuto per fortuna, ma che so essere davvero terribile, specie se mal curata. Non riesce a respirare autonomamente e questo desta non poca preoccupazione nei suoi genitori. Complicherò le cose o farò la brava?

 




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