Capitolo 44
Avevano tutti
il fiatone dopo la lunga corsa fatta per evitare di essere acciuffati da dei
demoni. Dovettero ringraziare qualcuno al di sopra di loro se erano ancora
vivi. O almeno così credevano. Emma, Regina ed Henry giunsero ad un bivio della
foresta, dove le strade erano molto differenti tra loro. Tutte e due spettrali,
ma una sembrava silenziosa e tranquilla, mentre dall’altra si sentivano
provenire dei ruggiti e si poteva intuire che vi era qualcosa al suo interno. Senza
pensarci due volte, scelsero la strada più tranquilla, senza mai però abbassare
la guardia. Furono sorpresi nel constatare che veramente in quella strada non
vi era niente…o almeno così sembrava fino alla sua fine.
Senza
accorgersene i tre, si ritrovarono di fatto circondati in un battibaleno da
numerosi demoni rosso scuro, muscolosi, con corna lunghe un metro e con degli
artigli che avrebbero infilzato chiunque come uno spiedino.
Avevano capito
che negli inferi vi erano varie specie di mostri, dai più stupidi ai più
arguti, dai predatori normali a quelli che ideavano trucchi per non far
sospettare minimamente alla loro preda che si stavano dirigendo direttamente
tra le loro fauci ed erano questi ultimi che avevano incontrato.
Emma, Regina
ed Henry videro che non solo loro erano cascati nella loro trappola. Vi erano
infatti numerosi resti di persone e animali e stavano vedendo la fine che
presto avrebbero fatto anche loro, se non avessero ideato presto un piano. Quella
calma che avevano incontrato lungo la strada era solo un’esca per dei topolini
come loro. Chiunque infatti avrebbe scelto la strada meno pericolosa per
giungere a destinazione e i demoni lo sapevano. Dovevano avere e una certa
influenza sugli altri mostri, se le strade da loro percorsa non era invasa da altri
nemici. Infondo non sembravano comportarsi in modo tanto diversi dagli animali,
anche loro si stavano dimostrando territoriali e con una loro zona di caccia e
quello era il loro metodo per acciuffare le loro prede. Un po’come il ragno
tesse la sua tela e aspetta che siano gli insetti a volarci dentro, Emma e co. erano
appena rimasti intrappolati nella loro “ragnatela, perché cercare di scappare
era impossibile. Qui demoni non avevano lasciato loro possibilità di scampo.
“Mi sembrava
troppo bello per essere vero!” disse Emma, mettendosi in allerta.
“Si anche a
me. Mi domando come riusciremo a tirarci fuori di qui! Qualcuno ha qualche
idea?” chiese Regina.
“Prima di
tutto dobbiamo pensare positivo, secondo combattiamo!” disse Henry, sfoderando
la sua spada.
“Vorrei avere
anche io il tuo ottimismo Henry!” disse Emma, vedendo che un demone aveva fatto
un balzo alto diversi metri, proprio verso di loro.
La salvatrice
subito alzò le mani e chiuse gli occhi e richiamò a sé la sua magia.
Il demone ancora
in volo caricò un pugno e con potenza lo sbattè
contro la barriera magica che Emma aveva eretto.
Fece non poca
fatica a reggere il colpo, ma si soprese quando vide che riuscì a resistere
alla sua potenza.
“Wow, mamma
sei stata fantastica!” disse Henry, vedendo la difesa di Emma.
“Direi che a
furia di contrastare sti mostri, sto sviluppando una certa resistenza!” disse
Emma, piuttosto orgogliosa di sé stessa.
“vi dispiace
concentrarvi qui? Non so se lo avete notato, ma non siamo in una bella
situazione!” disse Regina.
Un altro
demone imitò il primo, ma questa volta dalla parte del sindaco e sebbene cercò
di imitare le gesta di Emma, non ebbe lo stesso risultato. Infatti il colpo
ruppe la barriera e Regina fini a terra. Emma intervenne subito in difesa dell’amica.
Scagliò un colpo di energia che fece volare il demone per decina di metri.
“Tutto bene
mamma?” Chiese Henry aiutando Regina ad alzarsi.
“Si, solo
ferita nell’orgoglio al momento!”
“Ragazzi,
credo che gli altri non abbiano gradito l’aggressione al loro amichetto!” disse
Emma, vedendo che tutti i demoni erano partiti all’attacco in simultanea.
Regina ed Emma
si spalleggiarono come ormai avevano imparato a fare negli anni e ricorrendo ai
loro poteri, cercarono di resistere agli
attacchi nemici. Henry non fu da meno. Non aveva poteri magici, ma aveva
sviluppato una grande tecnica nella spada e l’agilità non gli mancava e
schivando gli attacchi con vari fendenti.
colpiva il nemico. Il problema era che questi rimanevano a terra solo per poco tempo.
“Ma questi non
muoiono mai!” disse Henry, colpendo un altro nemico.
“Sono già
morti tesoro!” disse Regina, vedendo un altro demone attaccare.
“Ora mi avete
stufato!” disse la donna, caricando un altro colpo e colpendo il mostro dritto
in faccia, facendolo cadere a terra dolorante e non rialzandosi poi così in fretta.
“Il loro punto
debole è la faccia!” disse Regina.
Cominciò così
una dura lotta a centrare il viso dei nemici. Per Emma ed Henry sarebbe stato quasi
come giocare ad un video gioco se non ci fossero state le loro vite in gioco.
Cominciavano tutti
a essere stanchi e lo si poteva vedere da come spesse volte mancavano il nemico
ed Emma comprese che doveva fare qualcosa per uscire al più presto da quella
situazione. Fino a quel momento non erano stati colpiti, anzì
erano riusciti a difendersi piuttosto bene, ma sarebbe bastato un solo colpo
andato a segno e sarebbe stata la fine. Di certo loro non avevano la stessa
resistenza agli urti di quei demoni.
“Emma, qui la
situazione si sta facendo grave. Siamo sfiniti e non riusciamo a liberarci di
questi mostri abbastanza a lungo per scappare. Colpirli in faccia non è
sufficiente se non colpiti tutti simultaneamente. Non so ancora quanto potremo
reggere!” disse Regina.
“Dovranno pur
avere un altro punto debole, qualcosa che li sfinisca una volte per tutti!”
disse Emma.
“bhe non so se quello che si è sempre pensato sia corretto,
ma qui sotto c’è poca luce… potrebbe
funzionare!” disse Henry poco chiaramente.
“Spiegati…meglio…Henry!”
disse Emma tra un attacco magico e l’altro.
“la solita
storia tra male e bene, cattivo e buono,
sbagliato e giusto e ombra e …”
“Luce!” disse
Emma “Ma certo. Henry sei un genio! La luce
è il loro punto debole! Il male è allergico alla luce simbolo di bontà. Come
ho fatto a non pensarci prima. Regina, Henry riuscite a tenerli a bada per un po’, mi devo concentrare!” chiese Emma, chiudendo gli occhi.
“Cosa hai
intenzione di fare?” chiese Regina preoccupata “Niente colpi di testa. L’ho promesso
alla bambine!”
Regina ed
Henry fecero quello che Emma aveva chiesto loro. La protessero il più a lungo
possibile finché qualcosa li fermò e con loro anche i demoni si quietarono.
Il corpo di
Emma cominciò a brillare, sempre di più, una luce talmente forte che solo una
volta l’avevano vista sprigionare dal suo corpo.
“è la stessa
luce che ha sprigionato quando è stata trafitta da Gideon!”
disse Henry coprendosi gli occhi, così come Regina, sebbene servì a poco perché
quando Emma fece scoppiare quella luce, nemmeno le palpebre e le mani sugli
occhi riuscivano a mantenere il buio.
Si sentirono
delle urla mostruose e solo per questo Emma comprese che stesse funzionando, ma
sentiva anche che la sua energia cominciava
a venirle meno, ma volle tentare un'altra cosa. Non ci aveva pensato
prima perché non aveva mai provato a fare una cosa del genere prima. si era
teletrasportata sempre e solo pensando a un luogo che conosceva e solo da
signora oscura solo pensando un luogo anche se non sapeva dove si trovasse, ma
decise di provare a pensare a lui, di pensare direttamente a Killian. Di utilizzare il loro legame per trovarlo e per
questo si concentrò ulteriormente, fino a sentirsi pronta per teletrasportarsi nella spazio includendo anche Regina e Henry.
Quella luce
che li avvolse si spense e Regina ed Henry si trovarono un attimo spaesati, ma
il secondo si riprese in fretta quando vide la sua madre biologica ondeggiare e
subito dopo rischiare di crollare a terra. Riuscì ad afferrarla in tempo e
subito Regina le fu accanto.
“Mamma, cosa
ti succede?” chiese Henry scuotendola per svegliarla. Invano.
“Che cosa hai
combinato Emma?” disse il sindaco spostando una ciocca dal viso della
salvatrice. Scosse la testa “Non riesci mai a stare tranquilla, devi sempre
fare la spericolata!”
“Cosa è
successo mamma?” chiese Henry a Regina.
“non le è
bastato stordire i nemici, ha usato la magia per portarci a destinazione!”
disse Regina, indicando la pianta di fagioli che si estendeva in tutta la sua
imponenza.
“La pianta di
fagioli. Ma se poteva portarci qui fin da subito, perché non lo ha fatto prima?”
chiese Henry logicamente, in quanto avrebbero risparmiato un sacco di strada e
soprattutto guai.
“bhe il nostro intento non è solo quello di recuperare gli
elementi simbolici di questa terra, ma anche di trovare Killian
e se ci spostiamo così, di sicuro non lo troveremo mai, a meno che non si trovi,
guarda caso, proprio in uno di questi luoghi.
“Ok, ma ora
che facciamo? Dobbiamo salire sopra quella pianta e la mamma non sembra volersi
svegliare!” disse Henry.
“meglio
lasciarla riposare, ne ha veramente bisogno!” disse Regina sospirando “ma perché
le bambine mi hanno voluto rivelare il loro segreto?” disse la donna
esasperata.
“Che segreto?”
chiese Henry curioso.
“Uhm niente di
cui tu ti debba preoccupare. Basto io! Allora facciamo una cosa. Qui sembra che
gli inferi non siano ancora arrivati, quindi dovreste essere abbastanza al
sicuro. Tu occupati di tua madre, mentre io mi faccio un viaggetto lassù!”
disse Regina.
“No mamma,
vado io. Potrebbe essere pericoloso e…” cominciò Henry.
“Appunto per
questo tu rimarrai qui. Io ho la magia e posso usarla sia per salire lassù, sia
per difendermi nel caso ci sia qualche nemico. Cosa che spero non ci sia dato
che non dovrebbero più esserci giganti!” disse Regina.
“In teoria non
ci sono nemmeno fagioli eppure ci siamo diretti qui!” disse Henry.
“Dove è il tuo
ottimismo? Troverò qualcosa. Anche solo un seme andrà bene!” disse Regina
convinta.
“Mamma, per
favore, lascia andare me…ti prometto che starò attento e…”Henry provò ad insistere,
ma Regna lo interruppe “Henry, adulto o meno sono ancora tua madre e comando
io, intesi?”
Henry alzò gli
occhi al cielo e sbuffò “D’accordo. Cercherò
un luogo riparato nei d’intorni. Fai attenzione, mi raccomando!”
Regina annuì e
facendo ricorso ai suoi poteri, cominciò la scalata.
Quando arrivò
in cima, si sorprese di trovare terra in cielo. Non era mai salita li sopra e
pensava di trovare un castello tra le nuvole o qualcosa del genere come spesso
le favole raccontavano, ma non aveva tempo per lo stupore, si armò di
determinazione si incamminò in quel castello che la faceva sentire piccola come
una formica, dato le dimensioni imponenti.
Non si pose
nemmeno il problema di come entrare al suo interno, dato che la porta in legno,
logorata dal tempo, nonostante fosse chiusa, permetteva il passaggio a piccoli
animali dalle sue crepe e in questo caso a lei.
Non sentiva
rumori al suo interno, cosa che le fece pensare che non vi fosse nessuno, ma
le fiaccole accese a illuminare l’interno
del castello, non le fecero sperare troppo in questa sua idea. Qualcuno avrebbe
dovuto pur accenderle.
Arrivò in
quello che era il salone. Era parecchio malandato e con pochi mobili al suo
interno. Vi era un tavolo con delle sedie, qualche scaffale con diverse assi
penzolanti e qualche cianfrusaglia qua e là rannicchiato negli angoli.
“Dove posso
guardare per cercare qualche fagiolo?” si domandò Regina, prima di cadere a
terra a causa di una scossa di terremoto.
La donna
comprese subito che non poteva trattarsi di un sisma, terra o meno, si
trovavano in cielo, quindi l’unica cosa che poteva aver provocato quello
smottamento, era il camminare di un essere gigante.
Di fatto,
dovette aggrapparsi a un oggetto a terra, per non cadere ogni volta che quell’essere
calpestava il terreno.
Finalmnte il gigante si fece vivo e Regina fece una
smorfia. Era proprio mostruoso, non era semplicemente un essere umano troppo
cresciuto. Sembrava più un troll gigante che un gigante e basta. Era pelato, e
con la gobba, i denti storti e un naso grosso e pronunciato con porri che lo contornavano.
Inoltre aveva un occhio solo funzionante. La cosa strana sembrava che l’altro
occhio fosse stato ferito di recente, vedendo la benda che lo contornava con
del sangue sopra.
Regina cercò
di spostarsi in un'altra stanza per continuare la sua ricerca, sarebbe stato
più sicuro per lei, in quanto sembrava che il gigante stesse per mettersi a
tavola, ma prima di fare un solo passo, notò qualcosa che le fece accapponare
la pelle.
Il gigante
aveva in mano qualcosa, un filo teso che reggeva qualcosa alla sua estremità. Era
un essere umano appeso per le braccia, che ancora cercava di scappare, perché aveva
ben inteso che sarebbe presto finito nelle fauci di quell’essere.
Solo una parola
uscì dalle labbra di Regina “Killian!”