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DEVE ESSERCI UNA SPIEGAZIONE
Una drastica soluzione
Quando
Chichi e Goten comparvero sulla soglia della cucina dovettero fermarsi
di fronte ad una barricata improvvisata di gente che li
ignorò bellamente, impegnata come era in un frenetico
borbottio.
Goku, rimasto ancora una volta indietro, sembrò da subito
più interessato alla teglia che sua moglie aveva portato con
sé che al resto degli accadimenti. “Come mai sono
tutti qui?” gli chiese lei. “Cos’hai
portato?” domandò in risposta, ignorando le parole
della donna.
Il suo secondogenito invece sgusciò agile attraverso
l'assiepamento di gambe, tute e stivali, raggiungendo una posizione
ottimale da dove osservare quello che immaginava fosse uno spettacolo
incredibile. Quando arrivò in prima linea però,
l'unica cosa che si trovò davanti erano Bulma e Vegeta che
sembravano discutere animatamente.
“Ohi Goten!” lo salutò l'amico
d'infanzia, “Sei venuto anche tu?”. “Ciao
Trunks! Ho accompagnato la mamma che doveva portare una cosa a
Bulma.” annuì calorosamente.
“Perché ci sono tutti?”
domandò incuriosito un momento dopo.
“Forse mio padre è impazzito” rispose
l'altro con lo stesso candore, ma nel suo tono di voce si percepiva
anche una seria preoccupazione e l'amico non poté fare a
meno di notarlo.
Goten gettò un'occhiata perplessa alle sue spalle, al gruppo
di persone che discuteva vivacemente e sottovoce, cercando di cogliere
qualche indizio, poi tornò a rivolgere la sua attenzione
alla coppia. “Davvero?” mormorò
concentrandosi sui due per tentare anche lui di capirci qualcosa.
“È mai possibile?!” si stava lamentando
il principe, additando la folla sempre più numerosa
ammassata all’esterno della cucina, “Tutta questa
gente… non si può mai stare tranquilli
qui!” continuava a brontolare all’indirizzo della
moglie, che sembrava notevolmente infastidita e sul punto di prenderlo
a cazzotti.
“Prima la tua segretaria che interrompe i miei
allenamenti.” “Ma non ci stavi chiacchierando tu,
un minuto fa, con la seg...” “I tuoi robot che
continuano a pulire senza sosta…” Bulma
evitò con ogni mezzo di fissare il robot che aveva fatto
irruzione in cucina proprio in quel momento, sfrecciando a gran
velocità alle spalle di suo marito. “Senti, forse
dovrest...” “E quel seccatore di
Kakaroth…” stava nel frattempo dicendo Vegeta.
Quando seguì con lo sguardo il dito indice che indicava il
piccolo saiyan appena sopraggiunto, la scienziata sembrò sul
punto di svenire…
“Io sono Goten” precisò il ragazzino in
prima fila perplesso, e prontamente ignorato.
“Veget...”. “Senza contare tuo
padre…”.
Il saiyan sembrava non avere freno elencando tutte le seccature della
giornata e, probabilmente per la prima volta in tutta la vita, Bulma
sembrava invece in seria difficoltà.
“Perché non ti calmi un secondo,
maledizione!” si trovò a inveire, cercando di
mettere un freno a quello che sembrava essere diventato l'uomo
più loquace dell'universo.
In compenso fra gli spettatori delle prime file stava scendendo
inesorabilmente il silenzio; come se lo spettacolo si stesse facendo
sempre più avvincente.
Nel frattempo, dal fondo dell'assemblea, il Dott. Brief si era per
l'appunto fatto largo tra la folla proprio in quel momento per
raggiungere l’interno della stanza. “Ehi,
Bulma” disse all’indirizzo della figlia, nonostante
lei fosse nel pieno di una discussione.
“Potresti anche smettere un momento di parlare!”
continuò lei imperterrita rivolgendosi al marito, ignorando
suo padre e aumentando notevolmente il volume della voce. E...
sì, aveva pronunciato proprio quelle esatte parole e non
c'era alcuna ironia. “Ma che diavolo ti prende?!”.
“Bulma!” la chiamò di nuovo lo
scienziato. E a quel punto attirò in modo definitivo
l’attenzione di Vegeta che, dopo una vaga occhiata al
suocero, rivolse alla moglie uno sguardo eloquente, anche se il dottore
non sembrò notarlo. Lei socchiuse gli occhi, dopo averli
rivolti al cielo, e prese un lungo respiro. “Forse ho
lasciato qui la mia botti…” “Oh, ma
piantala anche tu!” lo zittì sbottando,
estremamente frustrata, voltandosi di scatto e fulminando l'ignaro
scienziato con lo sguardo. Il suo tono di voce aveva ormai raggiunto
modulazioni di frequenza da record. “Non lo vedi che abbiamo
un'emergenza qui?!”
Mentre ignorava per l'ennesima volta la noncurante alzata di spalle di
suo padre, Bulma tornò a rivolgersi al marito con
un'espressione che si era fatta all’improvviso determinata.
“Ok, ora basta.” esordì rimboccandosi le
maniche in un gesto che esprimeva forza di volontà allo
stato puro. “È tutto il giorno che ti comporti
come un pazzo! Questa storia deve finire!” La
totalità dei presenti si trovò istintivamente a
fare un passo indietro e a trattenere il fiato. “E deve
finire adesso!”.
L’unico completamente disinteressato alla scena sembrava
essere Goku, distratto dalla teglia di pasticcini che sua moglie aveva
portato e confezionato con cura, da cui attingeva a piene mani; mentre
Bulma, le mani ai fianchi in una posa estremamente minacciosa, prendeva
fiato fissando Vegeta in modo ostile, come se potesse magicamente
zittirlo con lo sguardo.
Dopo un attimo di silenzio che ai presenti sembrò un secolo,
cominciò a inveire. “Ora voglio sapere che ti
prende una volta per tutte” gli intimò. La
risposta del principe fu quella di incrociare le braccia e replicare
con uno stizzito “Tsk”. “Insomma Vegeta,
hai praticamente raso al suolo mezzo giardino…” il
saiyan parve sul punto di controbattere, ma Bulma non aveva ancora
finito, “E il salotto è irriconoscibile. Ma che ti
sei messo in testa di fare?!” ancora una volta lui
sembrò voler dire qualcosa, ma venne brutalmente interrotto.
“E soprattutto perché?!”
continuò la moglie.
Quell'ultima domanda aveva toccato livelli di alterazione acustica mai
sentiti prima in quella casa. “Stai facendo preoccupare tuo
figlio!” continuò lei senza quasi respirare,
mentre il figlio in questione dava piuttosto l'impressione di essere
preoccupato per la sopravvivenza del pianeta, a quel punto,
poiché sua madre pareva potesse farlo saltare in aria.
Vegeta la guardò con un certo fastidio per un istante e per
la terza volta le sue labbra si schiusero nel tentativo di proferire
parola. “Senza contare che non la vuoi smettere di parlare un
secon...”
Molte cose sarebbero potute accadere in quel momento e molte di esse
sembravano più probabili di altre, incluse la distruzione
del pianeta Terra. Tuttavia, l’unica sulla quale nessuno
avrebbe scommesso era quella di vedere Vegeta chinarsi verso sua moglie
per baciarla davanti a tutti.
Bulma si era ritrovata a fare inconsapevolmente un passo indietro per
l'assoluta sorpresa o, per meglio dire, aveva appena accennato a farlo,
perché non era stata capace di fare assolutamente nulla se
non pietrificarsi come una statua di gesso e assumere un colorito
tendente al porpora acceso, nel momento in cui aveva cominciato a
rendersi conto di quello che stava realmente accadendo. Cosa che,
oltretutto, le aveva reso anche assai difficile confondersi con le
piastrelle bianche e scomparire; il primo e ultimo pensiero razionale
che le era passato per la mente.
Manco fosse stato presente un direttore d'orchestra, nell'attimo stesso
in cui si stava compiendo la sciagura, la scena era stata accompagnata
da un corale “Oooh!” che si era levato dalla folla
alle sue spalle, poiché nessuno, a quanto pareva, era
minimamente preparato ad assistere ad un evento del genere.
Nell'attonito e imbarazzato silenzio generale che era seguito un
secondo dopo, il vecchio eremita, che si era sfilato prontamente gli
occhiali scuri per osservare meglio, iniziò a ridacchiare,
prendendo a dare di gomito al povero Yamcha che, di fianco a lui,
sembrava il più smarrito fra tutti. “Ora
sì che si fa interessante!”
“Quest...” balbettò il terrestre
arrossendo come un peperone insieme alla quasi totalità dei
presenti, “Questo davvero non può essere
normal...” “Io scommetto di sì
invece!” cominciò a ridere di gusto l'anziano
maestro. “Sei impazzito?!” lo zittì
nervoso Yamcha bisbigliando “Abbassa la voce! Potrebbe
ucciderci tutti!”
Non era chiaro se si stesse riferendo a Vegeta o a Bulma, ma di certo
poteva condividere il suo frastornato sgomento con la maggioranza degli
spettatori.
Perfino Chichi emise un leggero “Oooh” costringendo
il marito ad alzare lo sguardo dai dolci per guardarla,
“Cosa?” mormorò Goku, ma prima che
avesse il tempo di volgere lo sguardo verso lo spettacolo che aveva
attirato l’attenzione di tutti, la voce di Mr. Satan giunse
alle sue spalle.
“Che succede?” domandò il campione
mondiale, dando una vaga occhiata attorno a sé.
“Dolci!” esclamò entusiasta Bu, che
aveva seguito l’amico fin lì, ma aveva trovato
immediatamente più interessante la teglia di Chichi.
Goku gliene offrì uno.
Quando Vegeta si decise ad allontanarsi, dopo quello che era sembrato
circa un migliaio di anni a lei e un paio di secoli al resto dei
presenti, Bulma rimase immobile, apparentemente intenzionata a non
spostarsi di lì per niente al mondo e a non muovere un
muscolo.
La sua espressione frastornata lasciò intuire che in ogni
caso non le passava nemmeno per la testa di provarci, poiché
in realtà non era affatto in grado di farlo.
Tanto meno sembrò passarle per la testa l'idea di voltarsi
verso la sala gremita di spettatori. Il suo sguardo era rimasto
inchiodato sul principe come se potesse scomparire da un secondo
all'altro, e sembrava avesse tante di quelle cose da dire che quegli
spettatori avrebbero potuto ascoltarne delle belle... Se solo quello
sguardo avesse iniziato per magia a parlare, perché quanto
alla bocca, ecco da lì invece pareva proprio che non sarebbe
mai più potuto uscire alcun suono.
Con ogni probabilità il suo primo pensiero era stato
esattamente quello di rimanere lì, immobile e in silenzio,
in quella cucina, per il resto dei suoi giorni.
Vegeta osservò sua moglie con una vaga soddisfazione
nascosta nello sguardo. “Finalmente sta zitta”
commentò tra sé, mentre lei stava ancora cercando
di distinguere il cielo dalla terra e fra il pubblico calava di nuovo
un silenzio irreale. Ignorando il resto dei presenti come se non ce ne
fossero mai stati, e soprattutto come se non fossero tutti in
trepidante attesa di scoprire cosa stesse per fare, si voltò
scoprendo una rinnovata attrattiva per il frigo.
Lo aprì, osservando per un istante il suo interno, e quando
le sue dita riemersero da dietro l’anta, nella sua mano stava
sorreggendo una bottiglia verde. Una volta richiuso
l’elettrodomestico, si apprestò a svitare il
recipiente.
Bulma non lo perdeva di vista un secondo e, seguendone i movimenti
verso il frigo, sembrò iniziare a reagire allo shock.
Provò ad articolare qualche suono.
“Vege...” Ma le si bloccarono subito le parole in
gola osservando suo marito armeggiare con quella bottiglia, come se
avesse il terrore di dire qualcosa di sbagliato o, cosa assai
più grave trattandosi di Bulma, come se non sapesse cosa
dire.
Vegeta infatti era riuscito ad impiegare almeno un intero minuto prima
di comprendere il motivo per cui il compito di dissetarsi gli risultava
così complicato. In realtà su quella bottiglia il
tappo non c’era e il saiyan continuava a tentare di svitare
un recipiente già aperto.
Scrutò il contenitore ancora per un attimo come se la sua
mente stesse cercando di svelare un arcano senza precedenti, mentre sua
moglie, non fosse stato per l'ombra di sconcerto che non riusciva ad
abbandonare la sua espressione, sembrava impegnata in un compito
altrettanto arduo.
Sotto gli occhi increduli dei presenti, che stavano seguendo in
silenzio anch'essi ogni sua mossa, il principe dei saiyan
sembrò decidere che dopotutto il tappo non era un problema.
Bevve un sorso, poi decise di accomodarsi su una delle sedie attorno al
tavolo, sul quale posò quello che restava della bibita.
Non passarono nemmeno cinque secondi prima che il robottino, rimasto
fino a quel momento sullo sfondo a rassettare la cucina, si
appropriò della bottiglietta abbandonata. Bulma
sembrò accorgersene solo quando era troppo tardi e si fece
improvvisamente inquieta, mentre alle sue spalle ormai sembrava non
stesse volando nemmeno una mosca.
Vegeta fissò la mano metallica allungarsi verso la sua
bevanda, ma quando comprese che l’ammasso di ferraglia gliela
stava sottraendo si allungò per riappropriarsene.
“Ehi!” lo rimproverò, strappandola alla
presa del robot. Poi si voltò a guardare Bulma, che per
istinto aveva fatto un passo verso di lui, senza sapere esattamente chi
dei due volesse proteggere, se il robot o suo marito.
“Lo vedi?!” sbottò il saiyan indicando
prima il cameriere artificiale e a seguire la donna,
“Sì certo che lo v...”
“È di questo che parlavo! Maledetti
robot!” brontolò, prima di bere ancora dalla
bottiglia, fino all’ultima goccia.
Ci fu un attimo in cui il mondo parve essersi fermato
all’improvviso. Nessuno aveva detto loro di farlo, ma in un
gesto pressoché unisono gli spettatori trattennero tutti il
fiato senza un apparente motivo. Vegeta, invece, sembrò
fermarsi a riflettere su un pensiero mooolto lontano.
Un istante, poi senza nessun preavviso il principe dei saiyan
lasciò cadere la testa sul tavolo con un tonfo e
restò immobile, ad occhi chiusi. Solo il leggero movimento
del suo torace indicò che sembrava essersi addormentato o
che fosse… svenuto?
CONTINUA…
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