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Autore: fusion    01/07/2019    2 recensioni
Potrebbe essere una giornata assolutamente normale, se non fosse per quegli strani avvenimenti, ma per quelli... deve esserci una spiegazione.
Genere: Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bulma, Vegeta | Coppie: Bulma/Vegeta
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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DEVE ESSERCI UNA SPIEGAZIONE




Una drastica soluzione


Quando Chichi e Goten comparvero sulla soglia della cucina dovettero fermarsi di fronte ad una barricata improvvisata di gente che li ignorò bellamente, impegnata come era in un frenetico borbottio.
Goku, rimasto ancora una volta indietro, sembrò da subito più interessato alla teglia che sua moglie aveva portato con sé che al resto degli accadimenti. “Come mai sono tutti qui?” gli chiese lei. “Cos’hai portato?” domandò in risposta, ignorando le parole della donna.
Il suo secondogenito invece sgusciò agile attraverso l'assiepamento di gambe, tute e stivali, raggiungendo una posizione ottimale da dove osservare quello che immaginava fosse uno spettacolo incredibile. Quando arrivò in prima linea però, l'unica cosa che si trovò davanti erano Bulma e Vegeta che sembravano discutere animatamente.
“Ohi Goten!” lo salutò l'amico d'infanzia, “Sei venuto anche tu?”. “Ciao Trunks! Ho accompagnato la mamma che doveva portare una cosa a Bulma.” annuì calorosamente. “Perché ci sono tutti?” domandò incuriosito un momento dopo.
“Forse mio padre è impazzito” rispose l'altro con lo stesso candore, ma nel suo tono di voce si percepiva anche una seria preoccupazione e l'amico non poté fare a meno di notarlo.
Goten gettò un'occhiata perplessa alle sue spalle, al gruppo di persone che discuteva vivacemente e sottovoce, cercando di cogliere qualche indizio, poi tornò a rivolgere la sua attenzione alla coppia. “Davvero?” mormorò concentrandosi sui due per tentare anche lui di capirci qualcosa.

“È mai possibile?!” si stava lamentando il principe, additando la folla sempre più numerosa ammassata all’esterno della cucina, “Tutta questa gente… non si può mai stare tranquilli qui!” continuava a brontolare all’indirizzo della moglie, che sembrava notevolmente infastidita e sul punto di prenderlo a cazzotti.
“Prima la tua segretaria che interrompe i miei allenamenti.” “Ma non ci stavi chiacchierando tu, un minuto fa, con la seg...” “I tuoi robot che continuano a pulire senza sosta…” Bulma evitò con ogni mezzo di fissare il robot che aveva fatto irruzione in cucina proprio in quel momento, sfrecciando a gran velocità alle spalle di suo marito. “Senti, forse dovrest...” “E quel seccatore di Kakaroth…” stava nel frattempo dicendo Vegeta.
Quando seguì con lo sguardo il dito indice che indicava il piccolo saiyan appena sopraggiunto, la scienziata sembrò sul punto di svenire…
“Io sono Goten” precisò il ragazzino in prima fila perplesso, e prontamente ignorato. “Veget...”. “Senza contare tuo padre…”.
Il saiyan sembrava non avere freno elencando tutte le seccature della giornata e, probabilmente per la prima volta in tutta la vita, Bulma sembrava invece in seria difficoltà. “Perché non ti calmi un secondo, maledizione!” si trovò a inveire, cercando di mettere un freno a quello che sembrava essere diventato l'uomo più loquace dell'universo.
In compenso fra gli spettatori delle prime file stava scendendo inesorabilmente il silenzio; come se lo spettacolo si stesse facendo sempre più avvincente.
Nel frattempo, dal fondo dell'assemblea, il Dott. Brief si era per l'appunto fatto largo tra la folla proprio in quel momento per raggiungere l’interno della stanza. “Ehi, Bulma” disse all’indirizzo della figlia, nonostante lei fosse nel pieno di una discussione.
“Potresti anche smettere un momento di parlare!” continuò lei imperterrita rivolgendosi al marito, ignorando suo padre e aumentando notevolmente il volume della voce. E... , aveva pronunciato proprio quelle esatte parole e non c'era alcuna ironia. “Ma che diavolo ti prende?!”.
“Bulma!” la chiamò di nuovo lo scienziato. E a quel punto attirò in modo definitivo l’attenzione di Vegeta che, dopo una vaga occhiata al suocero, rivolse alla moglie uno sguardo eloquente, anche se il dottore non sembrò notarlo. Lei socchiuse gli occhi, dopo averli rivolti al cielo, e prese un lungo respiro. “Forse ho lasciato qui la mia botti…” “Oh, ma piantala anche tu!” lo zittì sbottando, estremamente frustrata, voltandosi di scatto e fulminando l'ignaro scienziato con lo sguardo. Il suo tono di voce aveva ormai raggiunto modulazioni di frequenza da record. “Non lo vedi che abbiamo un'emergenza qui?!”
Mentre ignorava per l'ennesima volta la noncurante alzata di spalle di suo padre, Bulma tornò a rivolgersi al marito con un'espressione che si era fatta all’improvviso determinata.
“Ok, ora basta.” esordì rimboccandosi le maniche in un gesto che esprimeva forza di volontà allo stato puro. “È tutto il giorno che ti comporti come un pazzo! Questa storia deve finire!” La totalità dei presenti si trovò istintivamente a fare un passo indietro e a trattenere il fiato. “E deve finire adesso!”.

L’unico completamente disinteressato alla scena sembrava essere Goku, distratto dalla teglia di pasticcini che sua moglie aveva portato e confezionato con cura, da cui attingeva a piene mani; mentre Bulma, le mani ai fianchi in una posa estremamente minacciosa, prendeva fiato fissando Vegeta in modo ostile, come se potesse magicamente zittirlo con lo sguardo.
Dopo un attimo di silenzio che ai presenti sembrò un secolo, cominciò a inveire. “Ora voglio sapere che ti prende una volta per tutte” gli intimò. La risposta del principe fu quella di incrociare le braccia e replicare con uno stizzito “Tsk”. “Insomma Vegeta, hai praticamente raso al suolo mezzo giardino…” il saiyan parve sul punto di controbattere, ma Bulma non aveva ancora finito, “E il salotto è irriconoscibile. Ma che ti sei messo in testa di fare?!” ancora una volta lui sembrò voler dire qualcosa, ma venne brutalmente interrotto. “E soprattutto perché?!” continuò la moglie.
Quell'ultima domanda aveva toccato livelli di alterazione acustica mai sentiti prima in quella casa. “Stai facendo preoccupare tuo figlio!” continuò lei senza quasi respirare, mentre il figlio in questione dava piuttosto l'impressione di essere preoccupato per la sopravvivenza del pianeta, a quel punto, poiché sua madre pareva potesse farlo saltare in aria.
Vegeta la guardò con un certo fastidio per un istante e per la terza volta le sue labbra si schiusero nel tentativo di proferire parola. “Senza contare che non la vuoi smettere di parlare un secon...”

Molte cose sarebbero potute accadere in quel momento e molte di esse sembravano più probabili di altre, incluse la distruzione del pianeta Terra. Tuttavia, l’unica sulla quale nessuno avrebbe scommesso era quella di vedere Vegeta chinarsi verso sua moglie per baciarla davanti a tutti.

Bulma si era ritrovata a fare inconsapevolmente un passo indietro per l'assoluta sorpresa o, per meglio dire, aveva appena accennato a farlo, perché non era stata capace di fare assolutamente nulla se non pietrificarsi come una statua di gesso e assumere un colorito tendente al porpora acceso, nel momento in cui aveva cominciato a rendersi conto di quello che stava realmente accadendo. Cosa che, oltretutto, le aveva reso anche assai difficile confondersi con le piastrelle bianche e scomparire; il primo e ultimo pensiero razionale che le era passato per la mente.
Manco fosse stato presente un direttore d'orchestra, nell'attimo stesso in cui si stava compiendo la sciagura, la scena era stata accompagnata da un corale “Oooh!” che si era levato dalla folla alle sue spalle, poiché nessuno, a quanto pareva, era minimamente preparato ad assistere ad un evento del genere.
Nell'attonito e imbarazzato silenzio generale che era seguito un secondo dopo, il vecchio eremita, che si era sfilato prontamente gli occhiali scuri per osservare meglio, iniziò a ridacchiare, prendendo a dare di gomito al povero Yamcha che, di fianco a lui, sembrava il più smarrito fra tutti. “Ora sì che si fa interessante!” “Quest...” balbettò il terrestre arrossendo come un peperone insieme alla quasi totalità dei presenti, “Questo davvero non può essere normal...” “Io scommetto di sì invece!” cominciò a ridere di gusto l'anziano maestro. “Sei impazzito?!” lo zittì nervoso Yamcha bisbigliando “Abbassa la voce! Potrebbe ucciderci tutti!”
Non era chiaro se si stesse riferendo a Vegeta o a Bulma, ma di certo poteva condividere il suo frastornato sgomento con la maggioranza degli spettatori.
Perfino Chichi emise un leggero “Oooh” costringendo il marito ad alzare lo sguardo dai dolci per guardarla, “Cosa?” mormorò Goku, ma prima che avesse il tempo di volgere lo sguardo verso lo spettacolo che aveva attirato l’attenzione di tutti, la voce di Mr. Satan giunse alle sue spalle.
“Che succede?” domandò il campione mondiale, dando una vaga occhiata attorno a sé. “Dolci!” esclamò entusiasta Bu, che aveva seguito l’amico fin lì, ma aveva trovato immediatamente più interessante la teglia di Chichi.
Goku gliene offrì uno.

Quando Vegeta si decise ad allontanarsi, dopo quello che era sembrato circa un migliaio di anni a lei e un paio di secoli al resto dei presenti, Bulma rimase immobile, apparentemente intenzionata a non spostarsi di lì per niente al mondo e a non muovere un muscolo.
La sua espressione frastornata lasciò intuire che in ogni caso non le passava nemmeno per la testa di provarci, poiché in realtà non era affatto in grado di farlo.
Tanto meno sembrò passarle per la testa l'idea di voltarsi verso la sala gremita di spettatori. Il suo sguardo era rimasto inchiodato sul principe come se potesse scomparire da un secondo all'altro, e sembrava avesse tante di quelle cose da dire che quegli spettatori avrebbero potuto ascoltarne delle belle... Se solo quello sguardo avesse iniziato per magia a parlare, perché quanto alla bocca, ecco da lì invece pareva proprio che non sarebbe mai più potuto uscire alcun suono.
Con ogni probabilità il suo primo pensiero era stato esattamente quello di rimanere lì, immobile e in silenzio, in quella cucina, per il resto dei suoi giorni.

Vegeta osservò sua moglie con una vaga soddisfazione nascosta nello sguardo. “Finalmente sta zitta” commentò tra sé, mentre lei stava ancora cercando di distinguere il cielo dalla terra e fra il pubblico calava di nuovo un silenzio irreale. Ignorando il resto dei presenti come se non ce ne fossero mai stati, e soprattutto come se non fossero tutti in trepidante attesa di scoprire cosa stesse per fare, si voltò scoprendo una rinnovata attrattiva per il frigo.
Lo aprì, osservando per un istante il suo interno, e quando le sue dita riemersero da dietro l’anta, nella sua mano stava sorreggendo una bottiglia verde. Una volta richiuso l’elettrodomestico, si apprestò a svitare il recipiente.
Bulma non lo perdeva di vista un secondo e, seguendone i movimenti verso il frigo, sembrò iniziare a reagire allo shock. Provò ad articolare qualche suono. “Vege...” Ma le si bloccarono subito le parole in gola osservando suo marito armeggiare con quella bottiglia, come se avesse il terrore di dire qualcosa di sbagliato o, cosa assai più grave trattandosi di Bulma, come se non sapesse cosa dire.
Vegeta infatti era riuscito ad impiegare almeno un intero minuto prima di comprendere il motivo per cui il compito di dissetarsi gli risultava così complicato. In realtà su quella bottiglia il tappo non c’era e il saiyan continuava a tentare di svitare un recipiente già aperto.
Scrutò il contenitore ancora per un attimo come se la sua mente stesse cercando di svelare un arcano senza precedenti, mentre sua moglie, non fosse stato per l'ombra di sconcerto che non riusciva ad abbandonare la sua espressione, sembrava impegnata in un compito altrettanto arduo.
Sotto gli occhi increduli dei presenti, che stavano seguendo in silenzio anch'essi ogni sua mossa, il principe dei saiyan sembrò decidere che dopotutto il tappo non era un problema. Bevve un sorso, poi decise di accomodarsi su una delle sedie attorno al tavolo, sul quale posò quello che restava della bibita.
Non passarono nemmeno cinque secondi prima che il robottino, rimasto fino a quel momento sullo sfondo a rassettare la cucina, si appropriò della bottiglietta abbandonata. Bulma sembrò accorgersene solo quando era troppo tardi e si fece improvvisamente inquieta, mentre alle sue spalle ormai sembrava non stesse volando nemmeno una mosca.
Vegeta fissò la mano metallica allungarsi verso la sua bevanda, ma quando comprese che l’ammasso di ferraglia gliela stava sottraendo si allungò per riappropriarsene.
“Ehi!” lo rimproverò, strappandola alla presa del robot. Poi si voltò a guardare Bulma, che per istinto aveva fatto un passo verso di lui, senza sapere esattamente chi dei due volesse proteggere, se il robot o suo marito.
“Lo vedi?!” sbottò il saiyan indicando prima il cameriere artificiale e a seguire la donna, “Sì certo che lo v...” “È di questo che parlavo! Maledetti robot!” brontolò, prima di bere ancora dalla bottiglia, fino all’ultima goccia.

Ci fu un attimo in cui il mondo parve essersi fermato all’improvviso. Nessuno aveva detto loro di farlo, ma in un gesto pressoché unisono gli spettatori trattennero tutti il fiato senza un apparente motivo. Vegeta, invece, sembrò fermarsi a riflettere su un pensiero mooolto lontano.
Un istante, poi senza nessun preavviso il principe dei saiyan lasciò cadere la testa sul tavolo con un tonfo e restò immobile, ad occhi chiusi. Solo il leggero movimento del suo torace indicò che sembrava essersi addormentato o che fosse… svenuto?


CONTINUA…



  
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