Characters: Loki Laufeyson; Thor
Odinson;
Pairing: Thor/Loki { thorki }
Warning: slash; incest; werewolf!au;
Il lupo dentro
La trappola di coperte, in cui si è
unita la carne e intrecciata la pelle, odora di sesso caldo e corpi
umidi; è un invito dolce al riposo e mette voglia di rimanere in
quel bozzo, al sicuro, come nel ventre di una madre. Loki, però,
scansa le lenzuola con la linea elegante della gamba che si solleva
e si fa di lato, cerca il bordo del letto, si alza e, come sempre è
accaduto, fugge. La sua stessa essenza per natura è sfuggente,
sabbia nera tra le dita. Thor fa appena in tempo a sollevare una
mano, sfiorandogli il braccio, guardandolo scivolare via.
Loki ruota il capo, i
capelli lunghi mossi al vento della sera – ultimamente sono una
colata di velluto e petrolio che gli raggiunge le natiche sode e
come serpenti strisciano sulla pelle bianca, creando disegni che
Thor vorrebbe cancellare con le dita e ricreare con la lingua.
«Rimani» lo invita il
fratello.
«Per cosa, di grazia?
Hai già avuto quello che volevi.» Loki allontana il braccio,
assicurandosi di tenersi fuori portata e sputa veleno. Negli occhi
c’è una luce sinistra che Thor gli ha visto troppo spesso, ma che
ancor più spesso il fratello gli ha nascosto, come ora, quando si
volta a dargli le spalle e si avvia verso la porta.
Che Thor abbia avuto
quel che vuole è vero, ma così dovrebbe valere anche per l’altro. E,
in ogni caso, il corpo nudo e snello di suo fratello che si struscia
tra le proprie braccia, affamato delle proprie carezze, è solo una
piccola parte di quello che ha sempre voluto.
Getta via le lenzuola e
si alza. «Perché devi sempre farti pregare?»
Fuori dalla finestra,
la sera è ancora giovane; nel cielo, la luna a tre quarti è
l’accenno di sbadiglio bianco. Per una volta Loki potrebbe smettere
di fare l’orgoglioso e passare il tempo insieme a lui, invece di
concedergli solo poche ore dei suoi pomeriggi, per poi rintanarsi
chissà dove, immerso nei suoi studi. Perché li trovi così
interessanti, Thor non se ne farà mai una ragione.
Avanza a piedi nudi
verso il fratello. Gli cala addosso con le braccia, stringendolo in
una morsa di muscoli sodi e gonfi che gli si chiudono intorno al
petto, mentre il mento poggia alla sua spalla e il volto sparisce
oltre la coltre di morbidi capelli corvini.
«Rimani» ripete e posa
un bacio al suo collo. O avrebbe voluto farlo.
Il colpo trancia a metà
parola e respiro.
Quando Thor riapre gli
occhi, non ha idea di come sia finito in terra, in una strisciata
dolorosa che percorre il pavimento e lo fa sbattere schiena e testa
contro il bordo del letto.
Loki è ancora in piedi
sulla porta, nello stesso punto in cui l’ha abbracciato. Ha occhi
che non sono più smeraldi, ma hanno raccolto nell’iride l’oro di un
sole rabbioso, tagliato a metà dalla virgola di una pupilla lunga e
sottile.
C’è qualcosa di
bestiale nei suoi tratti fini. L’eleganza si mescola a una virilità
tutta nuova, quasi animale, e i denti serrati mostrano una coppia di
canini tozzi e pronunciati.
Thor fa per rialzarsi
in piedi.
Loki getta un braccio
in avanti, un palmo aperto a fermarlo e una mano a coprire il
proprio volto. «No! Stai lontano da me!»
«Sei un mannaro…»
«Taci.»
«Perché non me l’hai
detto?»
«Taci ho detto!» L’urlo
di Loki è un ruggito. Le spalle si incurvano in un gesto
involontario e sgraziato, che mette in mostra muscoli asciutti che
Thor ha appena scoperto essere ben più forti di quanto non
sembrassero. Non per questo, però, il biondo è intenzionato ad
ascoltarlo.
La testardaggine è un
problema di famiglia.
Di nuovo in piedi,
avanza a braccia allargate, nudo e armato solo dell’amore per suo
fratello e del coraggio di accettarlo nonostante i suoi difetti, la
sua lingua d’argento, le sue pugnalate alle spalle. E ora questo.
Mano a mano che avanza
lo sguardo di Loki si fa inorridito. Dovrebbe scappare, ma trema e
non riesce a trovare stabilità sulle gambe. Quando Thor lo raggiunge
è troppo tardi per sfuggire alla dolcezza del suo abbraccio – lo
cattura, lo intrappola, lo doma e sia mille volte maledetto, perché
per quanto ci abbia provato, Loki non è mai riuscito a staccarsi da
lui.
Thor gli apre i palmi
sulla schiena e se lo schiaccia addosso, riscopre il suo corpo e se
lo tatua sul proprio – petto, ventre, cosce e riesce a sentire sotto
la pelle fredda di Loki un’energia ferale che scorre tra i nervi,
pronta a scoppiare da un momento all’altro. Il suo respiro gli
arriva a boccate gonfie e ansanti contro il collo, zaffate bestiali
in cui si raccoglie un’impazienza nervosa.
L’indomani ci sarà luna
piena, ecco perché suo fratello è così inquieto. E lui non ne sapeva
niente.
«Avresti dovuto
dirmelo, avrei capito.»
«No, invece» ribatte
Loki. Non ricambia l’abbraccio, lo subisce passivamente, come un
animale in trappola e come tale fa vagare lo sguardo intorno alla
stanza, alla ricerca di una via d’uscita.
«Forse hai ragione, ma
ti avrei accettato comunque. Non l’ho forse sempre fatto?»
Lo sguardo di Loki si
ferma sul profilo di Thor. La sua barba bionda gli solletica la
guancia e l’istinto di strusciarsi al suo volto è così forte che
alla fine cede, socchiude gli occhi, e gli si addossa completamente.
«Da quanto tempo?»
chiede il fratello.
«Mesi. Un anno.»
Quello che rattrista
Thor non è sapere di esserne rimasto allo scuro per tutto questo
tempo, ma sapere che Loki sia stato costretto a convivere da solo
con la vergogna di sé e di quello che è diventato. Comprende ora il
motivo di tanto impegno nei suoi studi: la ricerca di una cura,
prima che i cacciatori di mannari lo scoprano e reclamino la sua
testa.
«Ti aiuterò a tornare
umano, fratello.» Sigilla la promessa con un bacio, sforzando con la
lingua la barriera dei suoi denti.
Sente i suoi muscoli
rilassarsi poco a poco e quando il bacio si scioglie, gli occhi di
Loki sono tornati normali, di nuovo di quel verde intenso, ipnotico
e velenoso a cui Thor ormai è assuefatto.
Non scioglie
l’abbraccio, lo usa per trascinare nuovamente il fratello verso il
letto, ma prima di raggiungerlo un brivido gli attraversa la
schiena.
Si ferma e abbassa gli
occhi alla sua bocca.
«Loki…» Il rimprovero è
quello che si usa per i cani disobbedienti e Loki storce il naso
allontanando i denti spalancati alla giugulare di Thor, evitando
l’azzannata.
Certe cose, almeno, non
sono cambiate.
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