Fallen angel

di AnAngelWithBrokenWings
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Ora il vibrante abito rosso sembra un sordido panno, zeppo com’è di macchiette di sangue e terriccio, quindi Mrs Bric, una teiera molto paffuta e cortese, mi ha chiesto di affidarglielo per metterlo a nuovo. E’ stato gentile da parte sua.
Dopo essermi strofinata a fondo per una buona mezz’ora m’infilo nel pigiama, una veste lunga, chiara e grondante di fiocchetti qua e là, per poi sprofondare nel letto. Mi giro e rigiro più volte, senza riuscire a prendere sonno, tirando ogni due per tre gravi sospiri.
Non sono riuscita a tornare a casa. E’ frustrante, angosciante, ingiusto. Eppure deve esserci un modo per riavere la mia vecchia vita, ne sono sicura.
Ma se invece non potessi più ritornare indietro…
Cosa farei qui? Con quella bestia? – voglio dire… David.
Sua carcerata: per me significherebbe agonia costante, che non posso affrontare da sola. Però non si è dimostrato cattivo, in fin dei conti, anzi, tutto il contrario: gli sono debitrice perché mi ha soccorso quando nessun altro avrebbe potuto farlo, e nonostante fossi fuggita da palazzo. Il punto è: perché ricoprirsi di sangue per salvare me?
Il cuore ha alterato i suoi palpiti per un attimo.
Forse, dietro a quell’ammasso di peli e zanne c’è un corpo di carne e sangue e un cuore umano che batte sempre, anche se non si vede.
C’è un silenzio immacolato, l’unico accenno di vita e movimento lo danno le nuvole che coprono la luna nel cielo notturno. E’ in momenti come questi che dimentico chi sono e dove sono e mi sento bene, in pace con me stessa. Peccato che siano solo piccoli momenti , che terminano nell’istante stesso in cui si ricade nella realtà. E’ quello che mi succede proprio ora.
Scalcio le coperte e scendo le gradinate che mi conducono all’ingresso pavimentato in marmo dipinto, cercando di fare silenzio. Procedo verso il salone, dove trovo David (o forse dovrei dire ‘il padrone’? o ‘la bestia’? Non lo so più neanche io) immerso in un sonno profondo. Non ho intenzione di svegliarlo, solo… guardarlo.
Conserva sempre il suo aspetto inumano, ma sembra così calmo e indifeso nel bel mezzo del sonno che persino le sue zanne non mettono paura. Messami in ginocchio, gli prendo delicatamente una zampa – che si rivela più grande e pesante di quel che credevo - e combacio il palmo della mia mano minuta col suo, peloso e irsuto.
Non è diverso da me, forse solo nell’aspetto, ma sono sicura che ci sia qualcosa di più in lui che, semplicemente, non riesco a vedere. I servitori sono stati tramutati in oggetti da un’entità soprasensibile e anche David potrebbe essere stato vittima dello stesso sortilegio, ma come mai non ha subìto la medesima sorte della servitù? Perché una bestia e non un lampadario? O una scodella?
Scuoto la testa e riposo la zampa sul suo grosso petto. Meglio lasciarlo riposare e non sforzare il suo corpo, per dare alle lesioni il tempo di disinfettarsi.
Tornando verso la mia camera non posso pensare ad altro che a questa notte movimentata.
Incredibile.
Mi ha salvato più di una volta senza chiedere niente in cambio.




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