AGONY
È
adesso il momento di dare il meglio a viso aperto
Questo è
coraggio: buttarsi anche se c'è il vuoto
Svegliati
orgoglio!
Difendi chi
è più nel bisogno
Voglio
coraggio!
Chi cambia
sé cambia il mondo
(Voglio
Coraggio-The Sun)
In
un luogo imprecisato
-Ancora
a fissare lo schermo?-.
Sussultò.
-Uh?
Non ti avevo sentita.-.
-Non
mi sorprende.- Gli disse lei avvicinandosi: -Se la stanno cavando
così male?-.
Scosse
la testa: -È solo un nemico molto forte.-.
-Lo
eravamo anche noi, no?-.
Lui
abbassò pensieroso la testa, per niente rassicurato. Lei gli
mise
una mano sulla spalla.
-Ehi,
l'esercito è pronto, aspettano solo te.-.
-Mi
chiedo se stia sbagliando a mettere in pericolo la vita di tutti.-.
Fu
lei a distogliere gli occhi stavolta, cosa molto rara data la sua
sprezzante superbia: -No, affatto. Dobbiamo molto a quei ragazzi, e
oggi ripagheremo il nostro debito.-.
-Mmm.-.
-E
poi... keh! Sono curiosa di rivederla!-.
-Già,
anch'io.-.
Si
voltarono e uscirono dalla stanza; lui però la
sentì sibilare quel
nome.
-Erza
Scarlet!-.
Oak
Town, nord-est di Fiore
-Kuhahaha!!!
Avanti ragazzi!!!-.
Il
suo plotone lo superò di corsa, mentre lui scrutava intorno
a sé
alla ricerca di qualche buona preda: probabilmente si erano nascosti
negli edifici... e infatti eccone uno!
“Niente
di meglio per sgranchirsi!”.
Lasciò
i due eserciti scontrarsi con fragore in mezzo alla strada mentre con
le zampe scalò il muro fino ad arrivare di fianco alla
finestra,
senza essere visto né sentito: era troppo impegnato a fare
da
cecchino per rendersene conto.
Allora,
tenendosi aggrappato con una mano, con l'altra afferrò la
punta
della lancia che sporgeva dalla finestra, la tirò ed ecco
spuntare
il capo del mago: lo afferrò, lo spinse giù dalla
finestra e
BOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOM!!! Portandosi dietro un bel gruppetto a
terra.
“Eheheh!”.
Purtroppo
non aveva tempo per contemplare il proprio operato, ma tutto sommato
non aveva di che lamentarsi. Leccandosi le labbra con
l’adrenalina
a mille individuò un mucchio su cui gettarsi più
in là, quindi si
mise a correre all'impazzata, arrivando all'angolo
dell’edificio e
lanciandosi giù dalla parete.
Atterrò
addosso a due dei suoi, spiccò un altro salto e si
avventò sui
soldati nemici. A furia di graffi, scatti, morsi ecc
attraversò
tutta la mischia e sghignazzò, rimettendosi dritto.
-Presto!-
Urlò uno dietro, che doveva averlo puntato: -Prend...- E poi
BOOM
BOOM BOOM, il tempo di girarsi ed erano esplosi tutti. Anche i suoi
uomini a dirla tutta, ma vabbeh.
-Perbacco,
che scarsi. Vediamo, con chi potrei sfogarmi...- La riposta
arrivò
da sola, perché uno gli si lanciò addosso a spada
sguainata e
urlando che gli aveva ucciso il fratello, o il figlio, non capiva;
comunque sia evitò l'affondo, si abbassò, lo
prese per il bavero e
per il ginocchio e, stringendo i denti per la fatica, lo
sollevò in
aria sopra di sé.
“Uff!
Queste cose le fa meglio Tora.”.
I
suoi compagni arretrarono intimoriti, e lui allora lo
scagliò
proprio addosso a loro, preparandosi alle detonazioni; invece ci fu
una specie di flash azzurro, e niente.
“Che
diav...” Jackal mise le mani a terra creando una stradina di
marchi
esplosioni diritta verso i nemici, ma neanche il tempo di dire:
-Katsu!- che un raggio come quello di prima li spense tutti.
-Tsch!-
Scocciato si rimise in piedi, e un'ombra oscurò il sole.
-Super
Artigli Paralizzanti!-.
Si
tuffò all'indietro perché
un tizio con l'aspetto di un cane gli era
piombato
addosso e
aveva cercato
di graffiarlo con dei lunghi artigli, sfiorandolo
appena sul petto.
“Sei
finito!!!” Decise di sferrargli un pugno per farlo brillare,
invece
il suo braccio non gli rispose; anzi, tutto il suo corpo non si
muoveva!
-Oooon!-
L’uomo-cane
indietreggiò, mentre alle sue spalle spuntò un
nano dalle lunghe
sopracciglia e dai capelli blu. Le sue mani erano luminose, dello
stesso colore del raggio di
prima.
“Merda!
Non... riesco... accidenti!”.
-Arrenditi.-
Gli intimò il nano: -Ormai non puoi più...-.
-State
zitti!!!- Sbraitò lui, per quanto fosse difficile schiudere
le
labbra.
-Io
sono Jackal dei Nove Cancelli!!! Nessun essere umano può
sconfiggermi, vi pentirete della vostra arroganza!!!-.
Sforzò
tutti i muscoli per muoversi, finché non sentì
come sbloccarsi
qualcosa.
-Spirale
Esplosiva!!!- Allungò il braccio lanciando un vortice di
esplosioni,
ma ancora una volta il nano le intercettò con i suoi raggi
facendole
sparire.
Jackal
si sentì montare dalla rabbia, tre
volte, tre!
Ma almeno pensava che, se gli artigli lo avevano paralizzato,
l'avevano anche toccato.
Difatti
BOOM
-AAAAH!!!-
Gridò il
ragazzo,
contorcendo
le dita monche delle unghie.
-Guarda
che le puoi fare ricrescere.- Gli fece notare il compagno.
SBAM
Furioso
per l'ennesimo affronto, Jackal batté i pugni sul terreno,
disseminando tutto la strada e le case di mine.
-PERÒ
NON NE AVRAI IL TEMPO!!!-.
In
una pianura arida nel centro-est di Fiore
“Mmm...”.
Torafuzar
socchiuse le palpebre, squadrando il plotone che gli stava di fronte.
-N-Non
temete!- Fece il comandante: -Fate fuoco!-.
I
suoi uomini eseguirono l'ordine, bersagliandolo di attacchi che
però
rimbalzano sulla sua pelle corazzata.
-Non
ho altro tempo da perdere.- Piegò la testa in avanti
preparandosi ad
attaccare,
ma d'un tratto un lampo
tuonò in cielo (sereno, fino ad
allora)
e lo colpì senza altri
preavvisi.
-Urr!!!-
Sentì la scarica attraversarlo tutto, immobilizzandolo per
qualche
secondo.
Era
pervaso di magia, magia molto forte.
-Tranquilli,
ragazzi, ora ci penso io.- Esclamò quello che
presumibilmente era il
fulminatore, un mago muscoloso e grosso quasi quanto lui, che si mise
davanti agli altri.
-E
tu chi sei?- Gli domandò. Lui si indicò con il
pollice: -Il mio
nome è-
Approfittando
della sua distrazione gli si buttò addosso, ferendolo sul
torace con
le lame sulle braccia.
-Kuh!-
Sputando sangue dalla bocca, il nemico volò via,
schiantandosi su
una parete rocciosa dieci metri indietro.
I
soldati si allarmarono ma nessuno osò fare nulla:
evidentemente
quello era il loro uomo migliore e li aveva destabilizzati tutti.
“Stupidi
umani.” Pensò tra sé e sé:
“Non
mi piace combattere così, ma non c'è tempo per
essere leali. Il
rispetto e l'onore sono per i combattimenti, ma questa è una
guerra.”.
-La
mia missione è uccidervi tutti, e
io eseguo sempre le mie missioni. Uh!-
si scansò all'ultimo, una saetta gli era passata vicino al
viso.
-Eseguire
le missioni è importante.- Qualcuno gli afferrò
il braccio, e
voltatosi vide che era stato il tizio di prima. Il suo pugno era
chiuso ed emanava elettricità.
-Ma
proteggere i propri compagni è molto più
importante!-.
Torafuzar
parò
il pugno con la mano, ma come prima lo attraversò una scossa
che
lo costrinse ad arretrare.
“Giusto,
certo.” Ragionò il demone: “Il metallo
del mio corpo è un buon
conduttore. Questo potrebbe essere un avversario ostico.”.
-Mi
domando come hai fatto ad avere una velocità simile un
attimo fa,
con tutto quel peso.- Commentò il nemico, con
aria tranquilla
nonostante la x
rossa sul petto:
-Oh! Forse hai usato la forza delle gambe per saltare. Ma il
contraccolpo deve essere stato pesante.-.
“È
anche perspicace.”.
-In
ogni caso, lascia che mi presenti: io sono un membro della gilda
più
forte di Fiore... ex-membro, dato che per colpa vostra si è
sciolta.
E io sono...- Lo stesso gesto di prima col pollice, stavolta lo
lasciò fare: -il God Slayer del Tuono, Orga Nanagear di
Sabertooth!-.
A
quella rivelazione, Torafuzar si corrucciò: ecco come mai i
suoi
fulmini erano neri, una magia potente. E poi quella gilda, se ben
ricordava era stata la seconda di Fiore dietro Fairy Tail; e
sottovalutare Fairy Tail aveva costato loro molto caro l'ultima
volta.
-Quindi
dovrò essere molto attento.-.
-Ah!-
Gioì quello: -Il mio nome ti ha fatto tremare, eh pescione?-
il nome
era l'unica cosa che non aveva riconosciuto.
-Allora
se mi consideri un degno rivale che ne dici di giocare pulito?-.
-Proprio
perché sei pericoloso non dovrei avere scrupoli, invece. Ma
va bene,
sei fortunato che sia io il tuo avversario. Però avrei
anch'io una
richiesta: che il tuo amico alle mie spalle segua le nostre stesse
regole.-.
Orga
si stupì, ma poi fece spallucce.
-Te
l'ho detto che ti sgamava! Vieni qui, Rufus!-.
Il
suo compare obbedì, era un ragazzo biondo vestito di rosso;
a
vederlo sembrava molto meno pericoloso dell’altro, ma la sua
aura
magica diceva tutt’altro.
-Non
ho ricordi su di lui.- Gli riferì: -Ma è uno dei
Cancelli dell'Ade,
e combatte meglio in acqua. Quindi ho lanciato alcune rune
anti-acqua.-.
“Uh?”.
-Sentiti
libero di provare.- Lo invitò Rufus.
Torafuzar
gli sorrise, attaccandolo con un pugno.
-Non
serve, mi basterà uccidere prima te.-
Bosco,
sede di Tartaros
“Presto…
presto sarò di nuovo...”.
TOC
TOC
Sayla
riaprì gli occhi, era Mira che batteva dall'altra parte del
vetro.
-Ehi,
ci sei?-.
-Mi
ero assopita.- La sua voce uscì ovattata dal respiratore.
-Mmm.-
Fece l’altra con scetticismo: -Se vuoi tirarti indietro,
è
l'ultima occasione.-.
Sayla
si concesse un po’ di silenzio prima di risponderle: -Dove ci
troviamo adesso?-.
-Dietro
la sala del Master, nella sua capsula. L'ultima.-.
-E
lui lo sa?-.
-Beh,
no.-.
Sayla
strinse a pugno la mano, mostrandogliela, quasi a minacciarla:
-Allora questa è la prova. Sono successe troppe cose, e non
mi
riferisco solo all'essere diventata un- lasciò lo spazio al
posto di
quella parola: -Io non sono più niente, io sono una minaccia
per il
Master, io l'ho... l’ho colpito, per colpa di quella donna!
Quella
donna...-.
Quella
donna dai capelli rosa che sapeva essere ormai morta, ma non per lei,
non dopo quello che le aveva fatto. Avrebbe voluto essere di nuovo
nella stessa stanza per infliggerle indicibili torture, ed anche la
sua incontrollabile rabbia era prova del suo deterioramento
interiore.
-Senti,
il tempo stringe, la Balia mi chiama, sto per andare a nanna.-.
-Sì,
scusami. Il fatto è che non sono più un
Etherious, ma tornerò a
esserlo, grazie a t- Sussultarono entrambe e distolsero lo sguardo
imbarazzate; poi Sayla riprese: -Procedi.-.
L'albina
sospirò, un sospiro del genere non-c'è-speranza,
quindi avviò il
Cambiamento.
La
vasca si inondò di liquido blu, quando gli arrivò
agli occhi Sayla
vide Mirajane trasalire e le sue iridi incupirsi, segno che era
tornata dormiente. Non le rimaneva che eseguire l'ultimo ordine
datole, ovvero andare a combattere; così, alzò i
tacchi. Sayla si
chiedeva se l’avrebbe più rivista.
“Bene,
così se qualcosa va storto sarò fritta.
Uhuh!” Si sorprese nel
ridere e nell'aver dato di spirito, ma tanto, ormai...
Sospesa
nella capsula, sentì le particelle di anti-ethernano
scorrere nei
tubi per raggiungerla, e chiuse di nuovo gli occhi, preparandosi ad
una nuova evoluzione. Voleva assaporarne ogni secondo.
Sentiva
però di aver dimenticato qualcosa. Come in sogno,
ripensò a un
giorno di tanto tempo indietro...
Un
forte rumore la fece sussultare; si girò e vide che nella
capsula di
fianco a lei il Cambiato numero 298 aveva battuto il pugno sul vetro,
e ora contorceva il volto in modo ripugnante.
“Ha
perso un braccio durante l'ultimo scontro.”
Ricordò lei.
“Al
contrario di noi Demoni di Zeref, per i Cambiati la guarigione
accelerata è fonte di grandi supplizi.”.
“Ma
è la punizione giusta per aver tentato di
imitarci.”.
“Ah,
ecco cosa.”.
“Ilvdo-KUAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA
In
una valle bruciata a centro-est di Fiore
-Anf,
anf, anf...-.
Freed
lasciò la spada, diventata ormai troppo pesante per le sue
braccia.
-Anf,
anf, anf...-.
-Tutto
qui, moccioso?-.
-Anf,
anf, anf...- Il ragazzo si inginocchiò mettendo una mano a
terra,
anche le ginocchia erano diventate macigni.
-Oh?
Mi piace vedere qualcuno prostrato ai miei piedi.-
Ridacchiò il demone.
-Anf...
sei un mostro... non c'è speranza...-.
Ma
era ovvio, d'altra parte quello davanti era Genma, l'ex-master di
Sabertooth; era fuori dalla sua portata da ben prima che diventasse
un demone.
Tuttavia,
nemmeno riuscire a scalfirlo... per il suo amico Bickslow…
che
onta…
L'ombra
di un
pugno lo oscurò, poi gli
si abbatté addosso sbattendolo a terra.
-Uagh!!!-.
La
sua stessa armatura, l'Absolute Shadow, lo ferì
nell'ammaccarsi.
-Patetico!
Nessuno di voi è degno di stare al mio fianco! Ma, prima
che ti uccida, svelami una
curiosità: per
quale motivo il tuo corpo trasuda
di anti-magia,
moccioso?-.
Ah,
se n’era accorto. Beh, non aveva alcuna ragione di mentirgli.
-La
ragione è che... lo
respirai tempo fa... ed è ancora qua...-.
-Ah,
sì? E allora spiegami.
perché
il livello continua a salire?-.
Freed
ridacchiò, sputando del sangue: -Perché non ero
stato l'unico... la
mia amica era incinta... le mie rune non possono disperdere le sue
particelle, ma potevano creare un legame e spostarle su di me... e
già che c'ero, ho preso quelle di Bickslow... e una volta
che sarò
morto, loro saranno liberi...-.
“Loro?
Già, sento ancora le particelle di Bickslow! Allora
è
sopravvissuto!”.
-Uhm!-
Fece una smorfia quello da sotto i baffi: -Uno
con la corporatura come la tua dovrebbe essere già morto.-.
-Già,
me... me la dicono spesso... ah...-.
Genma
si inginocchiò, fino a trovarsi faccia a faccia con lui, ed
era come
per un bambino guardare le fauci di un orco; poi l’orco le
aprì,
mostrando due file di denti appuntiti. D'un tratto Freed
avvertì un
groppo in gola, spalancò la bocca e sentì uscire
come del vomito,
ma insapore.
Sentiva
tutti i muscoli contrarsi e le viscere rivoltarsi,
come se gli stesse risucchiando l'anima.
“Non
riesco a respirare... soffoco...” Ma, all'improvviso com'era
venuta, quella percezione svanì, e poté respirare
a pieni polmoni.
-Sai,
moccioso, io mi nutro di anti-ethernano per sopravvivere al buco che
mi inflisse
Sting in petto. Con il tuo
sarò a posto per mesi, mi
sei capitato proprio a
fagiolo. Comunque...
SLAM
Il
calcio lo colpì in viso,
facendolo volare via. Scorse i frammenti del suo elmo spargersi in
aria prima di atterrare scompostamente con doloroso fragore
su un ceppo abbrustolito (tanto era rimasto della Selva Nera) che gli
fracassò le scapole.
-Comunque
sapere che hai voluto affrontarmi
così
ridotto mi irrita! Pensavi di potermi battere così
marmocchio??? Devono sorgere e
cadere cento regni prima
che tu possa anche solo sfiorarmi!!!-
Tuonò
quello,
avvicinandosi
a grandi
passi: -Ora
ti impartirò una bella lezione!
Però
non poteva scappare, non riusciva nemmeno a muoversi, e il suo
sguardo si stava appannando.
“Almeno
la mia morte sarà servita a qualcosa.”.
“Laxus,
Lisanna, Wendy... addio...”.
“Bicks…
Ever...green...”.
Un'ombra,
ancora più grossa di quella di prima, lo
sovrastò. Presto non
avrebbe visto altro che ombre.
“Ricordatemi...”.
Nei
pressi di Oshibana, nord-est di Fiore
Brain
prese una bella boccata d'aria: le grida, l'odore di zolfo, i detriti
che cadevano come fiocchi di neve, erano le cose che gli erano
mancate di più... da morto.
-Avanti!-
Spronò i suoi uomini, che già si stavano
scatenando. Vide che un
gruppetto si stava dirigendo verso una bambinetta che urlava e
piangeva, cosa che gli provocò un attacco di ridarella; ma
d'un
tratto i demoni volarono via, come per una folata d'aria, e Brain
percepì una fonte magica sopra di loro.
Alzò
il viso e scorse una cosa veloce come una freccia dirigersi verso di
lui sgolandosi.
-Dark
Ca...-.
ZAM
La
lama gli trapassò il cranio e lo uccise all'istante. Brain
avvertì
la propria coscienza scivolare via, nell'oblio...
...per
cedere il posto a ZERO!!!
-Bene,
ho eliminato il capo.- Disse la ragazza rinfoderando la katana, e
dando le spalle al “cadavere”.
-Ritiratevi,
se ci riuscite.-.
Zero
si risollevò e la spazzò via con un calcio.
-Dwa
Razy. Due vite per due anime.-.
La
bruna roteò in aria e per terra, riuscendo però a
rimettersi in
equilibrio e fermarsi sulle quattro zampe. Non
era poi tanto esile come sembrava. Sfoderò
la spada e rialzò il viso, e
il suo volto prometteva... distruzione!
Zero
voleva testare le sue capacità prima di spezzarla in due.
-Prendetela!-
Ordinò ai demoni, e loro si gettarono all'attacco. La
ragazza fece
altrettanto, facendosi rapidamente strada mulinando fendenti: al
primo nemico tranciò il petto, il secondo lo
tagliò dalla vita in
su, il terzo lo saltò e conficcò la lama sulla
sua schiena, per poi
abbatterla addosso al quarto, e così via.
“Davvero
eccellente!”
Pensò; poi, trovandosela davanti, scattò il corpo
a corpo: lei con
l'arma e lui con indice e medio ritti si scambiarono numerosi
colpi, senza riuscire però a metterne in segno nessuno.
“È
veloce, più di Brain! Sfortunatamente per lei, tuttavia, ho
due
braccia!”
E così la travolse con uno Zero Slash. Il Cambiato
poté giurare di
aver visto un dente volare via dalla sua smorfia di agonizzante
sorpresa, giusto
un attimo prima
che lei
schizzasse via dalla sua visuale.
Si
abbatté contro una casa che aveva già mezzo
distrutto; calata la
polvere, notò che sul suo fianco sinistro l'uniforme era
bruciata, e
per il resto si muoveva a sussulti. Eh sì, non se
l’aspettava un
attacco del genere.
-Non
dirmi che hai già finito? Su, fatti sotto.-.
Una
goccia di sangue dalla ferita sulla fronte colò sul suo
occhio; Zero
fece per pulirsi, ma si accorse che il suo braccio destro era
corto... troppo corto!
Gliel'aveva
mozzato!!!
-COME
HAI OSATO???- In preda alla furia prima ancora
del dolore,
afferrò un demone che gli stava di fianco, lo
circondò di magia
esplosiva e glielo lanciò addosso. La ragazza si
buttò in avanti,
ma lo scoppio la fece cadere.
Zero
si voltò per prenderne un altro, e ci riuscì
appena in tempo, dato
che stavano tutti fuggendo. Dopo averlo lanciato, notò che
anche lei
stava scegliendo quell'opzione.
-Dark
Delete!!!- Voltatosi di scatto
polverizzò un'intera fila
di Etherious, facendo congelare sul posto tutti gli altri.
-Risparmierò
la vita a quello che mi porterà la sua testa!!!-
Bugia.
-MUOVETEVI!!!-.
Ebbero
tutti un soprassalto e invertirono direzione, sorpassandolo di corsa
a dispetto delle armature.
Ritrovata
momentaneamente la calma, si pulì la faccia e
tentò di assumere la
sua solita posizione, ovvero con le mani dietro la schiena; ma,
resosi conto che era impossibile, sbraitò ancora e li
seguì a sua
volta.
Malva,
sud-ovest di Fiore
-Signora,
abbiamo finito di sgomberare i civili!-.
-Bene.
Notizie del nemico?-.
-Sono
schierati laggiù.-.
-Oltre
quel grattacielo dunque. Uhm, sarebbe un ottimo punto strategico.-.
Yukino
si mise a considerare i pro e i contro di una possibile spedizione.
“Ci
sarà come minimo un Cambiato potente. Non posso mettere a
repentaglio le vite di molti uomini. D'altra parte...”.
-Yukino-sama?-.
-Ti
lascio il comando, vado in avanscoperta.- Detto
ciò si
diresse a tutta velocità verso l'edificio, facendosi
scortare da
Loki e Pisces e usando, come aveva finalmente imparato a fare anche
in forma demoniaca, lo Star Dress di quest'ultimo (un lungo velo
celeste simile a una coda di sirena intorno alle gambe, piedi nudi e
unghie smaltate di verde marino, bikini color alga con la parte sopra
colla forma della costellazione, collana di conchiglie e corazza
azzurrina sulle spalle, nonché un trucco brillante argento
attorno
agli occhi). Per sua fortuna non c'era nessuno per strada a vederla
così conciata, e arrivò in un battibaleno.
-Dolce
Yukino, non vedo nessuno neanche qui. Vado dentro.-Si offrì
il più
forte dei suoi spiriti.
-Aspetta,
Leo-sama,
andremo insieme.- Non voleva che il suo amico fosse in
pericolo, lì dentro da solo.
-È
un'imprudenza inutile!-.
-Non
si faranno vedere per uno Spirito Stellare!-
Ribatté lei;
resasi conto delle sue parole, si affrettò a domandargli
scusa.
-No,
hai ragione. Però ti prego, stai dietro di me: io sono
immortale, ma
tu no.-.
-Però
senti il dolore. Non lascerò che ti feriscano, Loki-sama.-
Lo rassicurò mettendogli anche una mano sulla spalla.
Leo
arricciò amaramente le labbra: -Beh, questo dovrei essere io
a
dirlo.-.
Salirono
ciascuno su un pesce, che li trasportarono all'altezza dell'ultimo
piano, saltarono e infransero i vetri delle finestre, arrivando sul
pavimento con una capriola.
-Stai
attenta, mamma.- La mise in guardia il figlio-Pisces, ora in forma
umana; ma per quanto i quattro si guardassero attorno, non vedevano
nessun nemico, né amico, né niente di niente dato
che erano in una
grande stanza vuota che occupava tutto il piano. Cosa avrebbe dovuto
essere? Avevano sgomberato tutto, oppure non avevano avuto il tempo
di mettercelo?
“Forse
non sono ancora arrivati.” Si disse: “O
magari hanno avuto la mia stessa idea e ne sta venendo uno forte.”.
-Controllo
dall'altra parte.- Annunciò Loki avvicinandosi all'altra
finestra.
TUM-TUM
TUM-TUM TUM-TUM
A
ogni suo passo il cuore di Yukino batteva più forte, come se
giunto
lì già sapesse che sarebbe accaduta qualcosa di
terribile.
TUM-TUM
TUM-TUM
Era
vicino, molto vicino, troppo vicino e...
-Niente.-
Loki fece spallucce; poi il suo volto si contorse dal terrore e:
-Attenta!!!.
Ma
era tardi: due mani erano emerse dal pavimento e le avevano stretto
le caviglie.
-!-
Si
sentì tirare in basso e la terra le mancò sotto i
piedi, dopodiché
venne sbattuta brutalmente sul pavimento del piano di sotto,
impattando in un piccolo cratere.
-Urgh...-
Gemette, tentando di rialzarsi nonostante le sue ossa protestassero.
E in effetti la ebbero vinta, perché... le sue braccia erano
più
piccole! Oh kami, anche le gambe, anzi, tutto il suo corpo era
rimpicciolito! Ma com'era possibile?
La
risposta arrivò sotto forma delle stesse mani di prima, che
le
bloccarono gli esili arti. Sopra i suoi occhi ora campeggiavano delle
fauci ringhianti.
Una
paura che aveva un qualcosa di primordiale
l'assalì: peggio
della semplice impotenza, peggio dello shock della trasformazione,
era più sedizioso, più radicato, più
traumatico... e lei lo
conosceva bene.
Le
sembrava di essere tornata bambina e di sentire di nuovo i rimproveri
dei suoi genitori, e il latrato di quei cani con cui la tenevano
sveglia ogni notte, e addirittura di vedere i loro musi rabbiosi
appena oltre il vetro, a un centimetro da lei. Per quanto la sua
mente razionalmente si opponesse a un simile pensiero, più
provava a
cancellarlo e più voleva accucciarsi in un angolo e
aspettare
l'arrivo di sua sorella, ma...
“Ma
lei ora non c'è più...”
Ricordò con orrore; invece quelle zanne
erano ancora lì.
-L-Lo-Lo-k-ki-sa-sama...-.
Il
demone zannuto emise un grugnito che doveva essere divertito.
-I
tuoi amici sono spariti, forse hanno avuto il buon senso di tagliare
la corda.-.
-N-N-No
l-lo-loro no-on lo fa-fareb-b-bero mai...-.
-Beh,
mi sa che...-
Alzò minacciosamente un pugno, che ai suoi occhi era grande
come un
macigno: -lo
hanno appena fatto!!!-.
-REGULUS
IMPACT!!!- Colpito al petto, il mostro volò addosso al muro
del
piano, facendo tremare tutto.
-L-Leo-sama!-
Gioì lei, con il cuore a mille che, se lo sentiva, ancora un
secondo
e sarebbe scoppiato ancor prima di venire colpita.
-Il
tuo potere magico è venuto meno, sono qui con il mio... ma tu
sei
diventata umana
e...
una bambina?!-.
-G-Già...-
Ma per quale ragione era arrossito così tanto? La
imbarazzava?
Poi
si rese conto che, mentre lei era diventata piccola, i suoi vestiti
no.
…
“No…
no...”.
Volette
piangere.
-Tu!-
La raggelò la voce del Cambiato, che si era rialzato e
puntava la
mano contro il ragazzo: -Regredisci!-.
Non
successe nulla.
-Mi
spiace per te, ma in quanto Spirito Stellare sono sempre stato
così.
La tua Maledizione non ha effetto! E ora, Regulus Gatling Impact!-.
Sarebbe
dovuto seguire una serie micidiale di attacchi, ma il demone
bloccò
il primo pugno con la mano.
-Io
non faccio tornare bimbi, io riduco il potere magico. Il cambiamento
esteriore è solo estetica!-
Detto questo prese Leo per il colletto, se
lo mise di traverso sulle sue spalle, tenendogli una coscia e la
testa e spingendo verso il basso.
-Ah!!!-
Gridò il ragazzo.
-Loki-sama!!!-
Yukino voleva andare ad aiutarlo, ma le sue gambe erano come
incatenate a terra e non ne volevano sapere.
“E
comunque cosa potrei fare??? Non-non riesco nemmeno a smettere di
tremare!”.
Ma
lui poteva salvarsi, bastava che chiudesse il suo Portale! Per quale
motivo non lo faceva?
“Io.”.
“Finché
è concentrato su di lui non se la prenderà con
me.”.
“Si
sta sacrificando, sta soffrendo per colpa mia!”.
Allora
sfilò un braccio dalla divisa dell'esercito
e prese la sua chiave.
-Chiuditi,
Portale del Leone! Chiuditi, Portale del Leone!-.
-Che
stai facendo???- Riuscì a biascicare lui: -Vattene di qui!
Anche se
mi spezzasse in due, io sopravviverò!-.
-Ti
avevo promesso che non ti sarebbe successo niente! Ti prego, Chiuditi
Portale del Leone! Chiuditi!!!-.
-Stai
calma, dopo di lui verrà anche il tuo turno.-
Sentenziò crudele il mostro.
-No!
Non lo permetterò!- Yukino vide che dagli occhiali
trapelavano le
sue lacrime.
-Non
ho salvato Lucy, e non ti ho protetta a Crocus! Almeno oggi, almeno
ora, salvati!-.
Ma
non poteva e non voleva farlo, l'unica cosa che faceva era piangere e
ripetere a vuoto l’ordine.
E pianse per qualche secondo come
la bambina che era diventata, finché non sentì un
palmo tra i suoi
capelli.
-Che
cavolo, evocarmi con la lacrima di una poppante!-.
-Questa
voce... Acquarius-sama!-.
Era
lei, imbronciata e tutto il resto; e non era sola: uno dopo l'altro,
infatti, comparvero tutti i suoi spiriti.
-Libra-sama!
Caprico-sama! Horologium-sama! Deneb-sama!-.
-Pun-pun!-.
-Plue-sama!-.
Un
attimo, il pavimento poteva reggerli tutti?
-Umpf!
Potete essere quanti volete, non cambia niente.-.
-Ha
ragione, lui può...-.
-Lo
sappiamo.- La interruppe Acquarius: -Ma tutti insieme ce la faremo.
Ora vattene, e
cerca di trovare qualcosa della tua taglia.-.
-Ci
penserò io a te-denasu.- Qualcuno la prese da dietro e la
strinse al
petto. Un camice?
-Ophiuchus-sama?
Pe-Perché sei Eclipse?-.
-Perché
mica ci stavo qui dentro sennò-denasu!- Sorrise lei: -Su,
andiamo!-.
-Cosa
credete, che te lo permetterò?-
Ruggì il demone, ma si trovò davanti Taurus e
Aries.
Così
Ophiuchus se la mise letteralmente sottobraccio e si diresse verso le
scale; un momento, quella era la finestr-
CRASH
-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!!!-.
Fuori
Hargeon, sud-est di Fiore
Lei
era diversa da come la ricordava. Non tanto ma...
Ali,
delle piccole ali da pipistrello che spuntavano dalle scapole (erano
quelle a tenerle in volo? No doveva essere la magia). E poi due
cornetti, grandi un dito, anch'essi neri, tra i capelli, e una coda
che finiva con la punta di una picca. Il vestito anche quello scuro,
e molto succinto.
Sembrava
una piccola succube, era carina in realtà.
Molto
carina.
-Avanti,
Wendy, avanti! Giochiamo insieme, giochiamo insieme!-.
Molto...
ca...rina...
Sherria...
Sher...ria...
Cosa?
Cosa
le era successo?
-Wendy-sama!-
Le esclamazioni dei soldati la riportarono alla realtà. Ma
anche
Sherria.
-Tsch!
Voi non mi piacete!-.
Wendy
non seppe come, ma capì subito cosa stesse per fare; allora
si
riscosse e le andò incontro.
-Aspetta!-.
Una
folata le scompigliò i capelli, e sentì urlare
alle sue spalle; non
ebbe il coraggio di voltarsi, e non ce n'era il tempo.
-Aspetta,
Sherria, aspetta!- Si fermò quando vide che tornava a darle
retta.
-Va
bene, verrò a... a gio...- L'amaro in gola e il salato sulle
palpebre l'avvertirono che stava per scoppiare.
“Se
lo facessi, lei cosa farebbe? Non lo so, non so più niente
di lei!
Devo trattenermi!”.
-Wendy,
tutto a posto? Qualcosa non va? Qualcuno ti ha fatto del male?-
La sua voce, anzi, tutto il linguaggio del suo corpo trasudavano di
sincera apprensione; eppure Wendy ne aveva...
-No,
no, asso-solutamente no! Sherria, che ne dici di scendere?
Così
giochiamo, ecco... a rincorrerci!-.
-A
rincorrerci? No.- Il suo tono di voce cambiò
drasticamente,
era diventato freddo e crudele, e le sue sclere si tinsero di
oscurità. Allargò le braccia, e una brezza
sinistra si alzò dalla
polvere.
-Sherria?-.
-Giochiamo
a combattere. A combattere, sì. È molto
divertente.-.
Il
vento circondò Wendy e la sollevò in aria; la
ragazzina vacillò,
ma l'aria stessa la bilanciava.
-Che
stai dicendo? Ti prego, amica mia, mettimi giù!-.
-Ti
piacerà, lo so, ho giocato così tante volte! Non
aver paura, fa
male solo all'inizio.-.
-Cosa-Cosa
dici? Sherria, so che non sei così! Ti scongiuro, mi fai
paura!-.
Ecco,
non riusciva più a controllarsi: ma forse era un bene, forse
sarebbe
tornata in sé se l'avesse vista in quello stato.
Invece
la sua voce era più spettrale di prima.
-Le
regole sono... divertirsi! Lottare più forte che si
può! Cosa c'è
di più divertente del crollare a terra??? Tutti hanno sempre
riso
con me!!!-.
Wendy
si sentì gelare il sangue.
-Oh,
Sherria! Cosa ti hanno fatto?-.
-DIVERTIAMOCI!!!-
Un turbine, anzi, un uragano si sprigionò dalla sua amica,
era come
se fosse appena scoppiata una burrasca davanti ai suoi occhi. Poi, di
colpo, sentì come un pugno sullo stomaco che la spinse verso
terra,
e tuttavia si scontrò con un muro d'aria che la fece
rimbalzare in
avanti; un’istantanea di denti stretti in sorriso, quindi
ancora in
volo ma stavolta in alto.
-Avanti,
Wendy-chan! Avanti, avanti! Attaccami!-.
“No!”
Pensò Wendy, incapace di muovere un solo muscolo mentre
veniva
sballottata da una parte all'altra.
“Non
potrei mai, mai farti del male!”.
-Uffa!-
Ora l'aveva presa per il collo: -Perché
non ti
stai divertendo?-.
-Perché...-
Le botte si stavano facendo sentire, rendendola inerme tra le sue
dita.
-Non
ci è mai piaciuto... fare questo... fare del male... anf...-.
-Sherria...
ti supplico... ti supplico... smettila...-.
Per
un istante, Wendy non diceva gli occhi, ma le sue labbra sembrarono
ascoltarla, schiudendosi come dallo stupore. O forse fu solo
un'illusione, perché dopo la stretta si rafforzò.
-È
la cosa migliore del mondo... ti serve solo una spinta. Mi-Mi
ringrazierai, amica!-.
Ancora
le stesse grida di prima.
-Ucciderò
uno a uno i tuoi amici se non inizi a sorridere!-.
-Eh?
Eh? Sherria, no, no!-.
-Rilassati.-
Le accarezzò la guancia con delicatezza, ridendo, e questo
avrebbe
dovuto rincorarla, farle ricordare com'era un tempo, almeno farle
smettere un minimo il bisogno di darsi sfogo con le lacrime.
Invece
la nostalgia stessa sembrava aver perso la speranza.
-Basta
solo che tu... ci dia dentro!-.
Dovette
averla colpita con una specie di trivella d'aria, perché il
dolore
allo stomaco suggeriva questo.
-Ah...-
Aveva solo il fiato per sospirare, e si lasciò cadere quando
l'altra
la mollò. Non sapeva volare, e non provava il desiderio di
imparare
in quel momento. Arrendersi così, dopo aver visto andarsene
i suoi
amici davanti agli occhi, dopo aver visto Sherria così
ridotta, era
forse un male? Chi poteva biasimarla? E gli altri soldati, senza
più
qualcuno con cui “giocare”, lei li avrebbe lasciati
andare,
probabilmente. Sì, ormai era finita...
“Charle
e Lisanna!” Ricordò a un tratto.
“Ci
siamo promesse di rivederci! E non posso lasciare Sherria
così!”.
Pensando
a ciò, si preparò alla caduta, giusto con un
secondo d'anticipo.
-Urr!-.
Le
gambe attutirono il danno, se era lecito dirlo, perché ora
rantolava
a terra e non vedeva più niente.
“Le
ginocchia! Le mie ginocchia!!!” Provò a guarirle
con la magia,
invano, non riusciva a concentrarsi perché non era quella
ferita a
fare davvero male.
Ed
ecco che vide qualcosa, attorno alla quale il buio si stava
diradando.
Quel
libro.
Di
fianco a lei.
Come?
“Non
importa.”.
Lo
prese con una mano e, puntando i gomiti a terra, si mise sopra di
lui.
-Non
so cosa sei, non so cosa sono io, ma se puoi aiutarmi, allora,
allora...-.
E
lo aprì.
In
una città a sud-est del monte Zonia, nord-est di Fiore
-Dove
sei, Erza, dove sei?- Procedeva a passo di marcia sbriciolando i
sassi che pestava e spostando lo sguardo a destra e a sinistra,
scrutando a ogni vicolo, arrestando a ogni passo la Nube che la
seguiva per evitare ogni rischio.
-Oh,
ma non morirai mica per questo, Titania! Tu sei molto, molto
più
forte!-.
-Avanti,
so che aspetti quanto me: vieni fuori! Vieni fuori, tra noi due
c'è
un legame più profondo dell'odio! Più forte
dell'amore! Noi siamo
come-uh!-.
Si
bloccò, avvertendo una fonte di ethernano, come dire, insolita.
Davanti a sé c'erano solo edifici in rovina, carrozze
rovesciate
eccetera, eppure era per certo da quelle parti.
“L'ho
già percepita da qualche parte, tempo fa. Non voglio altri
insetti
sulla mia strada, me ne occuperò alla svelta!”.
Allargò
le braccia e la Nube la superò, avvolgendo tutto per decine
di
metri.
Saettò
con i suoi acuti occhi viola dappertutto, aspettando che sbucasse in
cima a un edificio.
Invece
dove avrebbe dovuto guardare era alle proprie spalle: delle folate la
investirono, e voltatasi vide che circa un centinaio sfere viola
sospese in aria stava risucchiando tutto il gas.
“Certo,
adesso è tutto chiaro!”.
Quando
le palle presero a brillare più intensamente, Kyouka
saltò su un
tetto e si protesse gli occhi.
Terminata
la miriade di detonazioni, ancora silenzio. Strano, non l'aveva
né
attaccata mentre si difendeva né si era fatta viva; che non
l'avesse
ancora individuata?
“Improbabile.
Piuttosto sta prendendo tempo, che è quello che non voglio
concederle!”.
-Avanti,
esci allo scoperto, Minerva! Non tollererò oltre i tuoi
giochetti!-.
Non
uscì allo scoperto, e tuttavia diede segno di averla
ascoltata: il
pavimento cominciò a tremare, e una runa azzurra apparve ai
suoi
piedi.
-Mi
prendi in giro???- Spiccò un salto e planò su un
altro tetto, solo
che anche questo si illuminò.
-Sei
una vera scocciatura!-.
Si
spostò ancora, e ancora e ancora, comprendendo cosa avesse
fatto
mentre lei si copriva gli occhi.
Quand'era
in aria, stufa marcia, allungò gli artigli e li
spiegò con forza,
tagliando a metà ogni costruzione nelle vicinanze: in tal
modo poté
atterrare in un piano più basso, ma senza il muro che le
impedisse
di guardarsi intorno.
Come
sospettava, questo non era stato marchiato.
-So
alla perfezione dove sono accampati i tuoi compagni: la prossima
volta trancerò le loro teste.-.
…
-Ancora
convinta di nasconderti?-.
-No.-
Le rispose una voce alle sue spalle.
Ah,
eccola lì, in piedi su un palo della luce. Doveva essere una
posa da
figa? Per favore!
-Pagherai
per il tempo che mi stai facendo perdere! Dovrò essere
rapida, ma
stai tranquilla: ti sembrerà durare un’era!-.
Minerva
aggrottò la fronte, ma più per concentrarsi che
per preoccupazione;
quindi aprì le dita e materializzò due sfere sui
palmi delle mani.
-Non
ti lascerò procedere oltre, Kyouka.-.
Le
labbra dell'Etherious si incurvarono di malizia.
-E
perciò mi ucciderai?-.
Minerva
trasalì, ma non si lasciò scomporre e
lanciò gli attacchi. Lei li
schivò con facilità con un paio di ruote.
-Voglio
dire, è di questo che si tratta. Noi vogliamo uccidere tutti
voi,
voi volete uccidere Zeref-sama, e questo ci ucciderebbe tutti. Quindi
non ci sarà un trattato di pace, un'alleanza o un improvviso
slancio
d'amore: dovrete sterminarci, nessuno escluso.-.
-Stai
zitta!- Lanciò altre due palle, ma erano lente,
indecise.
-Non
ti basterà sconfiggermi, dovrai farmi fuori.- La
incalzò: -Il
problema è che la vostra specie tituba sempre quando si
tratta di
uccidere, soprattutto se il nemico vi assomiglia, perché
siete
portati ad identificarvi con le vostre vittime. La paura di morire
può inibire la paura di uccidere, e quindi evitate farlo. E
così,
adesso, non siete pronti!-.
Allungò
gli artigli verso di lei, letali come dardi: -Mentre noi
sì!!!-.
Però
Minerva li afferrò con decisione, e la guardò
furente.
-Ti
sei scordata che ti ho già eliminata una volta. E poi ti
sbagli, ad
alcuni di noi piace togliere vite: purtroppo per te, io
sono una di questi!-.
-Kukuku!-
Ridacchiò l'Etherious: -Forse una volta, ma te lo leggo
negli occhi,
ti sei rammollita. Non fai fuori qualcuno da troppo tempo.-.
Minerva
scomparve, Kyouka sapeva bene che si era spostata nella sua
dimensione. Un attacco a sorpresa, eh? Che cosa banale.
Riapparve
alle sue spalle, ovvio, lei si girò e le diede un calcio
alla
coscia, ma lei si spostò dietro, quindi lei le
sferrò un'artigliata
e così via.
-Se
cerchi di sfiancarmi rimarrai delusa!- Nel frangente in cui non
c'era, la demoniessa sbatté il pugno a terra creando un'onda
d'urto
che la fece volare via quando tornò. Le fu subito sopra.
-Ti
ho presa!- Premette con una zampa sul suo addome, affondando gli
artigli nella carne.
-Kah!-.
Convinta
di avere il topo già nel becco, si lasciò andare
a parole e
stuzzicamenti. Sì, in quel momento la vittoria la inebriava
tanto da
farle perdere il senso del tempo.
-Vediamo,
come posso divertirmi con te? Mmm, dunque, per Erza ho in mente di
aumentare la sua sensibilità al dolore insieme al piacere,
non
voglio rovinarmi la sorpresa con te.-.
-Ah,
certo, ho trovato! Caldo e freddo, perché no?
Sarà come avere la
febbre, solo...-.
Minerva
sgranò occhi e bocca, il suo volto si stava imperlando di
sudore e
un gustoso rossore le colorava le guance.
-...cento
volte più forte! Vuoi una coperta, Minerva? O vuoi che ti
tolga i
vestiti?-.
-T...Tu...
non...-.
-Sai,-
Proseguì senza darle modo di finire: -tutti pensano che
“tortura”
equivalga a “male”: idiozie. Ogni vostro senso
corporeo diventa
un arma, se abusato, e non ne avete solo cinque. Se ti rendessi la
vista così acuta da distinguere una cellula
dall’altra? Se ti
facessi sentire i pensieri di chi ami? Se ti invertissi il senso
dell’equilibrio? Sarebbe uno spasso!-.
-T...Ti...-.
-Uh?-
Poggiando tutto il peso sulla gamba che schiacciava, si
appoggiò con
un gomito al ginocchio per farlesi più vicina, e per farle
più
male. Ma l'avrebbe sentita urlare con tutte le risate che stava
trattenendo a stento?
-...sbagli...
alcuni... umani...-.
“Fufu!
Sta ripetendo quello che ha detto prima! Oramai delira! Cosa
verrà
poi? La curiosità mi uccide!”.
Se
non stava attenta, però, qualcos'altro l'avrebbe uccisa: e
cioè la
runa che era appena apparsa ai piedi dell'edificio.
Cazzo.
“Questo
è...”.
Un
fascio azzurro l'accecò, e si trovò
improvvisamente sospesa in
un'aria viola.
“La
sua dimensione!” Localizzò la donna che,
verosimilmente senza il
controllo della sua magia, stava volando nella direzione opposta
apparentemente svenuta. Col cavolo, aveva appena riaperto l'occhio!
Allungò
un artiglio e le perforò la spalla, dopodiché ci
fu un altro fascio
e poi si trovò il terreno in faccia.
-Puah!-
Mangiò la polvere e la sputò mista al sangue. Con
uno scricchiolio
rimise a posto il naso.
“Doveva
averla piazzata con un timer. Ti sei fatta furba, Minerva, lo
ammetto.”.
“Però
ora sei la mia puttana!”.
Infatti
la maga era stesa sulla strada, sanguinava dalla ferita, era
certamente svenuta e infine... oh, che stranezza, il suo aspetto non
era più da Cambiata ma da umana. Era possibile? Eh
sì, veste
azzurra davanti e blu dietro, trucco in stile geisha e... niente
più
benda. Né particelle demoniache.
-Ti
sei inventata qualche trucchetto vedo.- Poi scoppiò a ridere.
-Ahahah!
Pensi davvero di passare per una normale umana in questo modo?
Ahahah! Tu sei un mostro, sei come me!- La raggiunse e
sollevò una
mano, pronta a calare e sventrare il ratto.
-Perciò
ti farò un piacere facendo questo!!!-.
…
“Aspetta
un attimo.”.
Qualcosa
non andava.
Qualcosa
era diverso, doveva essere successo mentre era nel Territory.
Qualcosa
cosa?
“Il
cielo.”.
“Sopra
di me, in cielo.”.
Alzò
lo sguardo e il braccio le crollò sul fianco.
Sgranò
le palpebre, e nemmeno si accorse che il suo elmo, danneggiato, era
scivolato giù scompigliandole i capelli.
-Che
diav
Che
diavolo è questo?-.
In
ogni zona di Fiore
Tutti,
amici e nemici, civili e soldati, si fermarono. Non importava cosa
stessero facendo fino a quel momento, fosse combattere o stirare le
calze, tutti si fermarono e guardarono in alto.
-Che
cosa...-.
-Anf...
che significa?-.
-Merda.-.
-Potrebbe
essere?-.
-Nyah?-.
-Uhm...-.
-Ghihihihih!-.
-Ohibò!-.
-...-.
-Perdinci.-.
-Quanto
costerà?-.
-Oh!-.
TAP
-Bianca,
perché ti fermi? Ah! Che cos'è?-.
SNIFF
SNIFF
Un
sorriso enigmatico si stampò sul volto coperto dal cappuccio.
-Dei
vecchi amici.-.
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