Cap. 8
Lo specchio della mente
Capitolo 8
Il sole stava per congedarsi da
quella lunga giornata quando Watanuki giunse al tempio, il fiato corto
per via della corsa.
A quell'ora Doumeki era solito meditare.
Era stata Himawari a rivelarglielo, un pomeriggio della settimana
prima. Con i suoi modi gentili gli aveva porto un libro, spiegando di
doversi fermare oltre l'orario scolastico per le lezioni di piano che
in quei giorni finivano più tardi del solito, portandola a
passare dal tempio proprio quando Doumeki era impegnato.
Certo, c'erano state tante e tante volte in cui l'arciere aveva
impiegato in modo diverso quel momento che anticipava la cena.
A volte gli aveva salvato la vita, certe altre lo aveva accompagnato a
risolvere qualche bizzarro lavoro di Yuuko, altre ancora si era
limitato ad osservarlo dormire nel suo fouton.
Ripensandoci, era strano come certi particolari fossero sempre rimasti
chiusi nella sua mente, ben isolati l'uno dall'altro.
Assorto in quei pensieri, Watanuki quasi non sentì i passi
alle sue spalle, saltando per lo spavento quando la voce di Doumeki lo
raggiunse. «Che razza di modi sarebbero questi,
eh?» Domandò, urlando come suo solito, salvo poi
ricordarsi del perché si trovasse al tempio.
«Che ci fai qui...» Domandò l'altro,
come sempre impassibile.
Nel vederlo, Watanuki comprese di essere capitato in uno di quei giorni
in cui la meditazione veniva messa da parte per altro.
«Che... stavi facendo?» Domandò, sempre
più agitato.
«Cosa ci fai qui.» Ripeté l'altro.
A quelle parole il più piccolo sospirò
amaramente, lo sguardo perso nel tramonto. «Io... devo
parlarti.» Mormorò, senza riuscire a guardarlo
negli occhi.
L'arciere sembrò rifletterci un'istante.
«Seguimi.» Disse infine, incamminandosi verso la
biblioteca del nonno.
Watanuki obbedì, ragionando mentalmente su come iniziare il
discorso che si era ripromesso di fargli.
«Allora?» Domandò l'altro, fermandosi a
pochi passi da una delle scaffalature che fungevano da arredamento.
Nel vederlo, con quell'espressione più seria del dovuto, il
cuore di Watanuki tremò lasciandolo senza fiato.
«I...io...» Tentennò.
Doumeki si limitò a guadarlo, le iridi dorate puntate su di
lui.
«Si può sapere che cavolo ti ha preso?»
Sbottò infine il più giovane.
«Lo chiedi a me?» Ribatté l'altro.
«E a chi altri? Sono giorni che sei... distante. O credi non
me ne sia accorto?!»
«Non so di che parli.» Lo congedò
l'arciere. «Dovevi dirmi solo questo?»
Domandò infine.
Watanuki annuì, dandosi mentalmente dell'idiota per la
mancanza di coraggio che lo aveva portato a non esprimere esattamente
quanto avrebbe voluto.
«Vai a casa allora. Lo sai che la sera diventa pericoloso per
te.» Concluse l'altro ragazzo.
«Doumeki...» Ritentò il più
piccolo. «Senti... lo so che a volte sono stato...
pesante...» Lo sguardo rivolto al pavimento e agli strani
simboli che vi erano stati tracciati.«Se ho fatto qualcosa
che ti ha urtato...» Continuò alzando gli occhi
sull'espressione immutata dell'arciere. «Ti chiedo
scusa...»
A quelle parole Doumeki si avvicinò, osservandolo.
«Stai bene?»
«Che? Si! certo che sto bene!» Si scaldò
subito, Watanuki. «Che... che razza di domanda è!
Hai sentito quello che ho detto?» Domandò,
riprendendo a muoversi in modo scomposto.
«È per quello che ti ho chiesto se stai
bene.»
La risposta dell'altro bastò a placare l'agitazione del
più piccolo. «Senti...» Riprese,
distogliendo nuovamente lo sguardo. «So bene di non essere
bravo in questo genere di discorsi. Ma... sto cercando di... rimediare
per...» La difficoltà evidente nell'esprimere
ciò che sentiva lo spinse a fissare l'altro ragazzo, quasi
in cerca di aiuto. «Cambiare le cose...»
Doumeki lo fissò, appoggiandosi alla libreria posta alle sue
spalle, le braccia incrociate.
«Insomma per... riportarle a prima che tu ti allontanassi e
che... prendessi quel... libro.» Continuò, notando
il grosso volume sul tavolino poco distante.
«Ti ho già detto di non immischiarti.»
Fu la fredda replica del più grande.
«Ma io...» Tentò l'altro, sentendosi
improvvisamente perduto. «Non posso! Lo so di non averne il
diritto e di non averti mai ringraziato a sufficienza ma... non
voglio...» La gola improvvisamente secca.
«Perderti...»
Quelle parole sembrarono raggiungere l'arciere, che improvvisamente si
mosse, afferrandolo e tirandolo a sé.
Watanuki lo fissò senza comprendere, catturato dallo sguardo
intenso dell'altro. «Che... ti prende...»
Mormorò, distogliendo lo sguardo e notando che i simboli
visti poco prima formavano un cerchio che al momento li stava
letteralmente circondando.
In breve la sua espressione si corrucciò. Trovarsi dentro un
cerchio era qualcosa che stranamente gli ricordava Yuuko-san,
benché al momento non avesse la lucidità per
coglierne i motivi. «Dou...meki...»
Sussurrò quindi, alzando nuovamente lo sguardo verso
l'arciere.
In quel preciso istante il ragazzo più grande gli rivolse
uno sguardo carico di parole non dette, dopo il quale lo strinse con
forza, posando le labbra sulle sue.
Fu un contatto tiepido, stranamente piacevole, carico di qualcosa che
Watanuki non aveva mai lontanamente immaginato.
Ciò nonostante, quando giunse al termine, il ragazzo si
scostò rapidamente osservando l'arciere con sguardo
scioccato.
«Che cavolo hai fatto!» Urlò, portandosi
una mano alla bocca. «E cosa diamine è
quello?!» Continuò, indicando lo strano cerchio.
Doumeki lo fissò in silenzio, spostandosi verso il tavolino,
richiudendo il libro e facendo ordine tra le sue cose.
«Sto parlando con te!» Continuò il
più piccolo, sempre più agitato.
«Puoi andartene se vuoi.»
«Certo che lo voglio. E lo farò, dopo che
avrò avuto una spiegazione!»
Doumeki si voltò senza fretta, appoggiandosi nuovamente ad
uno dei numerosi scaffali. «Non ho nulla da dirti. Capirai
quando sarà il momento.»
«Che?» Rispose l'altro con espressione inebetita.
«Capirò?» Continuò, sempre
più irato. «Capirò cosa?!»
«Ti ho già risposto.» Concluse
l'arciere. «Ed ora scusami. Devo ancora cenare.»
Watanuki rimase immobile, osservando il più grande che con
aria assente lo superava uscendo dalla biblioteca.
«Allora, ti muovi?» Lo sentì dire.
Se pur controvoglia il più piccolo obbedì,
raggiungendolo e fermandosi a pochi passi da lui.
«Io... volevo davvero sistemare le cose tra noi... Cosa
c'entrava quello... Per...ché mi hai baciato.»
Domandò, cercando di resistere alle lacrime che pungenti
continuavano a spingere contro i suoi occhi ormai lucidi.
«Era l'unico modo...» Rispose l'altro, senza
guardarlo. «Vai a casa ora...»
Poi, come fosse la cosa più naturale da farsi, l'arciere gli
voltò le spalle e, senza dir nulla, si allontanò.
Quella freddezza sembrò spiazzare il più piccolo
che, incredulo, rimase a fissarlo dando sfogo alle prime lacrime.
«Sei solo un'idiota!» Urlò infine,
avviandosi di corsa verso l'uscita del tempio.
*°*
Aveva percorso la via del ritorno
scappando da un dolore
sordo che,
nonostante gli sforzi, non era riuscito a seminare.
Scontrarsi con la freddezza glaciale dell'arciere lo aveva
completamente svuotato, cancellando ogni proposito e rendendolo
infinitamente triste. E solo.
Il ricordo di quanto avrebbe voluto dire a Doumeki tornò
alla sua mente solo quando oltrepassò il cancello del
negozio.
Lì, appoggiata alla porta, c'era Yuuko evidentemente in
attesa del suo ritorno.
«Yuuko-san...» Esclamò nel vederla,
asciugandosi prontamente gli occhi.
«Devo dedurre che il tuo piano è andato in fumo...
eh Watanuki?» Constatò lei.
Il ragazzo le lanciò un'occhiataccia. In quel momento il
male che provava era fin troppo, per pensare anche solo lontanamente di
sommarvi la frustrazione che sarebbe conseguita dalle parole della
donna. «Non ora...» mormorò stancamente,
superandola per aprire la porta.
Ciò che voleva era potersi nascondere nel buio della camera
che lo ospitava, magari raggiungendo quel Doumeki che solo lo specchio
riusciva a mostrargli, lo stesso Doumeki che gli era divenuto tanto
importante.
Eccoci qui. Mi scuso per il
lieve ritardo ma ho riscritto questo pezzo ben tre volte. E continuava
a cancellarsi da solo. ;_;
Comunque! Sperando vi sia piaciuto... andiamo alle recensioni.
Prima però un grazie speciale ad Hari che ha come sempre
betato (mmh si può dire? :P) il capitolo. A tarda notte. (Se
tarda si può definire visto le le albe fatte per DI)
Ma non divaghiamo... :P
Yusaki: Spero che le novità di questo
capitalo ti siano piaciute.
La scena del gatto... l'ho adorata anche io. *_* Domeki era carinissimo
e Wata mi ha fatto una tenerezza. Davvero un'immagine bellissima.
Ahhh *sospiro da fangirl* (E seeeeeenti, ma quando posti il nuovo
capitolo? :P)
Ikarikun: Buone vacanze. Spero di rileggerti al tuo
rientro. ^_^
Naco-chan: Come sempre... temi bene. Wata le idiozie le fa
anche solo respirando ormai. Ma confido nella saggezza di Yuuko e
nell'amore di Doumeki. :P
Doremichan: Mi scuso per il colpo basso e spero di
non averne dato un altro con questo nuovo capitolo. ^^;
Le cose si sono smosse parecchio, ora sta solo da ricondurle verso la
giusta direzione.
Witch Of The Dimensions: Grazie ^_^ Sono liega di leggere che
il capitolo ti è strapiaciuto.
Bene... anche per questa
volta è tutto. Spero che la storia continui a piacervi.
Intanto (angolino pubblicitario) è nato il forum di
xxxHolic se ne avete voglia lo trovate QUI
Alla prossima
|