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Autore: Layshaly    30/07/2009    7 recensioni
La ricerca della verità è un percorso che in pochi possono compiere. Spesso si rivela dolorosa, intricata e difficile da comprendere. Come reagirà Watanuki a tutto ciò? E se la sua personalissima verità fosse esattamente l'opposto di quanto aveva sempre creduto?
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Kimihiro Watanuki , Shizuka Dômeki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap. 8
Lo specchio della mente
Capitolo 8


Il sole stava per congedarsi da quella lunga giornata quando Watanuki giunse al tempio, il fiato corto per via della corsa.
A quell'ora Doumeki era solito meditare.
Era stata Himawari a rivelarglielo, un pomeriggio della settimana prima. Con i suoi modi gentili gli aveva porto un libro, spiegando di doversi fermare oltre l'orario scolastico per le lezioni di piano che in quei giorni finivano più tardi del solito, portandola a passare dal tempio proprio quando Doumeki era impegnato.
Certo, c'erano state tante e tante volte in cui l'arciere aveva impiegato in modo diverso quel momento che anticipava la cena.
A volte gli aveva salvato la vita, certe altre lo aveva accompagnato a risolvere qualche bizzarro lavoro di Yuuko, altre ancora si era limitato ad osservarlo dormire nel suo fouton.
Ripensandoci, era strano come certi particolari fossero sempre rimasti chiusi nella sua mente, ben isolati l'uno dall'altro.
Assorto in quei pensieri, Watanuki quasi non sentì i passi alle sue spalle, saltando per lo spavento quando la voce di Doumeki lo raggiunse. «Che razza di modi sarebbero questi, eh?» Domandò, urlando come suo solito, salvo poi ricordarsi del perché si trovasse al tempio.
«Che ci fai qui...» Domandò l'altro, come sempre impassibile.
Nel vederlo, Watanuki comprese di essere capitato in uno di quei giorni in cui la meditazione veniva messa da parte per altro.
«Che... stavi facendo?» Domandò, sempre più agitato.
«Cosa ci fai qui.» Ripeté l'altro.
A quelle parole il più piccolo sospirò amaramente, lo sguardo perso nel tramonto. «Io... devo parlarti.» Mormorò, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
L'arciere sembrò rifletterci un'istante. «Seguimi.» Disse infine, incamminandosi verso la biblioteca del nonno.
Watanuki obbedì, ragionando mentalmente su come iniziare il discorso che si era ripromesso di fargli.
«Allora?» Domandò l'altro, fermandosi a pochi passi da una delle scaffalature che fungevano da arredamento.
Nel vederlo, con quell'espressione più seria del dovuto, il cuore di Watanuki tremò lasciandolo senza fiato. «I...io...» Tentennò.
Doumeki si limitò a guadarlo, le iridi dorate puntate su di lui.
«Si può sapere che cavolo ti ha preso?» Sbottò infine il più giovane.
«Lo chiedi a me?» Ribatté l'altro.
«E a chi altri? Sono giorni che sei... distante. O credi non me ne sia accorto?!»
«Non so di che parli.» Lo congedò l'arciere. «Dovevi dirmi solo questo?» Domandò infine.
Watanuki annuì, dandosi mentalmente dell'idiota per la mancanza di coraggio che lo aveva portato a non esprimere esattamente quanto avrebbe voluto.
«Vai a casa allora. Lo sai che la sera diventa pericoloso per te.» Concluse l'altro ragazzo.
«Doumeki...» Ritentò il più piccolo. «Senti... lo so che a volte sono stato... pesante...» Lo sguardo rivolto al pavimento e agli strani simboli che vi erano stati tracciati.«Se ho fatto qualcosa che ti ha urtato...» Continuò alzando gli occhi sull'espressione immutata dell'arciere. «Ti chiedo scusa...»
A quelle parole Doumeki si avvicinò, osservandolo. «Stai bene?»
«Che? Si! certo che sto bene!» Si scaldò subito, Watanuki. «Che... che razza di domanda è! Hai sentito quello che ho detto?» Domandò, riprendendo a muoversi in modo scomposto.
«È per quello che ti ho chiesto se stai bene.»
La risposta dell'altro bastò a placare l'agitazione del più piccolo. «Senti...» Riprese, distogliendo nuovamente lo sguardo. «So bene di non essere bravo in questo genere di discorsi. Ma... sto cercando di... rimediare per...» La difficoltà evidente nell'esprimere ciò che sentiva lo spinse a fissare l'altro ragazzo, quasi in cerca di aiuto. «Cambiare le cose...»
Doumeki lo fissò, appoggiandosi alla libreria posta alle sue spalle, le braccia incrociate.
«Insomma per... riportarle a prima che tu ti allontanassi e che... prendessi quel... libro.» Continuò, notando il grosso volume sul tavolino poco distante.
«Ti ho già detto di non immischiarti.» Fu la fredda replica del più grande.
«Ma io...» Tentò l'altro, sentendosi improvvisamente perduto. «Non posso! Lo so di non averne il diritto e di non averti mai ringraziato a sufficienza ma... non voglio...» La gola improvvisamente secca. «Perderti...»
Quelle parole sembrarono raggiungere l'arciere, che improvvisamente si mosse, afferrandolo e tirandolo a sé.
Watanuki lo fissò senza comprendere, catturato dallo sguardo intenso dell'altro. «Che... ti prende...» Mormorò, distogliendo lo sguardo e notando che i simboli visti poco prima formavano un cerchio che al momento li stava letteralmente circondando.
In breve la sua espressione si corrucciò. Trovarsi dentro un cerchio era qualcosa che stranamente gli ricordava Yuuko-san, benché al momento non avesse la lucidità per coglierne i motivi. «Dou...meki...» Sussurrò quindi, alzando nuovamente lo sguardo verso l'arciere.
In quel preciso istante il ragazzo più grande gli rivolse uno sguardo carico di parole non dette, dopo il quale lo strinse con forza, posando le labbra sulle sue.
Fu un contatto tiepido, stranamente piacevole, carico di qualcosa che Watanuki non aveva mai lontanamente immaginato.
Ciò nonostante, quando giunse al termine, il ragazzo si scostò rapidamente osservando l'arciere con sguardo scioccato.
«Che cavolo hai fatto!» Urlò, portandosi una mano alla bocca. «E cosa diamine è quello?!» Continuò, indicando lo strano cerchio.
Doumeki lo fissò in silenzio, spostandosi verso il tavolino, richiudendo il libro e facendo ordine tra le sue cose.
«Sto parlando con te!» Continuò il più piccolo, sempre più agitato.
«Puoi andartene se vuoi.»
«Certo che lo voglio. E lo farò, dopo che avrò avuto una spiegazione!»
Doumeki si voltò senza fretta, appoggiandosi nuovamente ad uno dei numerosi scaffali. «Non ho nulla da dirti. Capirai quando sarà il momento.»
«Che?» Rispose l'altro con espressione inebetita. «Capirò?» Continuò, sempre più irato. «Capirò cosa?!»
«Ti ho già risposto.» Concluse l'arciere. «Ed ora scusami. Devo ancora cenare.»
Watanuki rimase immobile, osservando il più grande che con aria assente lo superava uscendo dalla biblioteca.
«Allora, ti muovi?» Lo sentì dire.
Se pur controvoglia il più piccolo obbedì, raggiungendolo e fermandosi a pochi passi da lui.
«Io... volevo davvero sistemare le cose tra noi... Cosa c'entrava quello... Per...ché mi hai baciato.» Domandò, cercando di resistere alle lacrime che pungenti continuavano a spingere contro i suoi occhi ormai lucidi.
«Era l'unico modo...» Rispose l'altro, senza guardarlo. «Vai a casa ora...»
Poi, come fosse la cosa più naturale da farsi, l'arciere gli voltò le spalle e, senza dir nulla, si allontanò.
Quella freddezza sembrò spiazzare il più piccolo che, incredulo, rimase a fissarlo dando sfogo alle prime lacrime.
«Sei solo un'idiota!» Urlò infine, avviandosi di corsa verso l'uscita del tempio.


*°*


Aveva percorso la via del ritorno scappando da un dolore sordo che, nonostante gli sforzi, non era riuscito a seminare.
Scontrarsi con la freddezza glaciale dell'arciere lo aveva completamente svuotato, cancellando ogni proposito e rendendolo infinitamente triste. E solo.
Il ricordo di quanto avrebbe voluto dire a Doumeki tornò alla sua mente solo quando oltrepassò il cancello del negozio.
Lì, appoggiata alla porta, c'era Yuuko evidentemente in attesa del suo ritorno.
«Yuuko-san...» Esclamò nel vederla, asciugandosi prontamente gli occhi.
«Devo dedurre che il tuo piano è andato in fumo... eh Watanuki?» Constatò lei.
Il ragazzo le lanciò un'occhiataccia. In quel momento il male che provava era fin troppo, per pensare anche solo lontanamente di sommarvi la frustrazione che sarebbe conseguita dalle parole della donna. «Non ora...» mormorò stancamente, superandola per aprire la porta.
Ciò che voleva era potersi nascondere nel buio della camera che lo ospitava, magari raggiungendo quel Doumeki che solo lo specchio riusciva a mostrargli, lo stesso Doumeki che gli era divenuto tanto importante.



Eccoci qui. Mi scuso per il lieve ritardo ma ho riscritto questo pezzo ben tre volte. E continuava a cancellarsi da solo. ;_;
Comunque! Sperando vi sia piaciuto... andiamo alle recensioni.
Prima però un grazie speciale ad Hari che ha come sempre betato (mmh si può dire? :P) il capitolo. A tarda notte. (Se tarda si può definire visto le le albe fatte per DI)
Ma non divaghiamo... :P

Yusaki: Spero che le novità di questo capitalo ti siano piaciute.
La scena del gatto... l'ho adorata anche io. *_* Domeki era carinissimo e Wata mi ha fatto una tenerezza. Davvero un'immagine bellissima.
Ahhh *sospiro da fangirl* (E seeeeeenti, ma quando posti il nuovo capitolo? :P)

Ikarikun: Buone vacanze. Spero di rileggerti al tuo rientro. ^_^

Naco-chan:
Come sempre... temi bene. Wata le idiozie le fa anche solo respirando ormai. Ma confido nella saggezza di Yuuko e nell'amore di Doumeki. :P

Doremichan: Mi scuso per il colpo basso e spero di non averne dato un altro con questo nuovo capitolo. ^^;
Le cose si sono smosse parecchio, ora sta solo da ricondurle verso la giusta direzione.

Witch Of The Dimensions:
Grazie ^_^ Sono liega di leggere che il capitolo ti è strapiaciuto.


Bene... anche per questa volta è tutto. Spero che la storia continui a piacervi.
Intanto (angolino pubblicitario) è nato il forum di xxxHolic se ne avete voglia lo trovate QUI

Alla prossima   



   
 
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