IL
RITO DI AFRODITE
Capitolo
II
"Intrattenimento al
sapore di fragola"
POV RANI
Non era la prima volta che Chirone mi chiedeva di fare la guida.
Generalmente questo onore veniva affidato ai figli di Atena, o di
Apollo, o… beh, diciamo a chiunque, tranne ai figli di Ares.
I miei fratelli mi prendevano bonariamente in giro per questo.
Attesi un paio di minuti fuori dalla Casa di Afrodite, prima che la
nuova arrivata si facesse viva: sembrava timida, insicura, quasi
intimorita. Le sorrisi, cercando di metterla a proprio agio.
- Ciao! Io sono Ranya Dandekar, figlia di Ares. Puoi chiamarmi Rani. Tu
sei Kathleen, giusto?
Lei abbassò lo sguardo, mordendosi le labbra carnose: -
Sì… puoi chiamarmi Kitty…
Non mi sorprendeva il fatto che fosse straordinariamente bella, quello
era scontato, eppure qualcosa in lei riuscì comunque a
colpirmi.
Era piuttosto formosa, di altezza poco inferiore al metro e settanta e
di carnagione chiara, leggermente rosata.
Grazie alla benedizione di sua madre, indossava un candido abito in
stile greco, che le evidenziava le curve morbide e generose, i capelli
biondi erano acconciati in una meravigliosa treccia e decorati con
fiorellini colorati e il volto da bambola era truccato alla perfezione.
Mi piaceva soprattutto il modo in cui i suoi occhioni azzurri
risaltavano grazie alla combinazione ombretto-matita-mascara.
Le offrii il braccio, gettando un’occhiata alla lunga gonna
del suo abito: - Ti consiglio di tenere alti gli orli del vestito.
Sarebbe un peccato se non uscisse illeso dal nostro giretto.
Lei si limitò ad annuire, poggiando una mano sul mio
avambraccio e sollevando leggermente la veste con quella libera,
lasciando scoperte le caviglie.
Le mostrai il campo da pallavolo, il laghetto, il poligono di tiro
– dove mi sentii, non so perché, desiderosa di
mostrarle le mie abilità – il sentiero boscoso, la
parete di arrampicata, l’anfiteatro e l’arena. Le
spiegai con dedizione il regolamento, che ormai avevo imparato a
memoria, e descrissi le attività settimanali, soffermandomi
in particolare sulla Caccia alla Bandiera e la Corsa delle
Bighe.
Durante il giretto turistico, Kitty parlò pochissimo: si
limitò principalmente ad annuire, rivolgendomi, di tanto in
tanto, domande brevi e concise - e rabbrividendo quando ci trovammo
dinnanzi alla parete di arrampicata.
Tuttavia, il suo umore mutò considerevolmente non appena la
portai alla stalla dei pegasi.
- Non ci posso credere!
Spalancò gli occhioni azzurri, lasciando la presa sulla
lunga gonna bianca, e, col volto acceso d’entusiasmo, si
fiondò ad accarezzare il primo equino alato che le
capitò sotto tiro – una femmina giovane e mansueta
di nome Lilly.
Mi venne spontaneo sorridere.
- Immagino tu abbia esperienza con i cavalli – osservai,
avvicinandomi. Lei si lasciò sfuggire una risatina.
- Beh… non con quelli alati, ma comunque sì, ho
praticato equitazione per anni. È l’unico sport
che mi riesce decentemente. E ho fatto di recente un servizio
fotografico in un maneggio.
- Un servizio fotografico? – ripetei. – Quindi sei
una modella.
- Modella curvy e Youtuber. Mi occupo principalmente di makeup e di
Body Positivity. Cioè… beh, me ne
occupavo… prima di finire confinata qui…
Mi rivolse un sorrisino imbarazzato.
- Non sei confinata – replicai. – Certo, ti
converrà stare qui per un po’, almeno quello che
basta per imparare a difenderti. Poi, potrai comunque tornare a casa
qualche volta. I semidei meno potenti, talvolta, riescono
più o meno a riprendersi le vecchie vite, perché
attirano meno mostri rispetto agli altri…
- E come faccio a capire quanto sono potente? Dipende dal genitore
divino?
- Beh…
Accarezzai distrattamente il muso di Lilly: - Il genitore divino
può senz’altro influire. I figli di Demetra e
Afrodite in genere non sono particolarmente potenti…
- Ma è magnifico!
Le sue gote piene si colorarono vivacemente.
Mi sfuggì una piccola risata: non capitava spesso di
incontrare un mezzosangue che gioisse all’idea di essere
potenzialmente più debole.
- Non voglio frenare il tuo entusiasmo – risposi infine.
– Ma bada bene, perché ho detto che “in
genere” i figli di Afrodite non sono molto potenti rispetto
agli altri, ma ce ne sono alcuni con poteri straordinari.
- Spero di non essere tra questi allora –
rabbrividì, spostandosi da un pegaso all’altro per
elargire carezze in modo equo. – Vorrei poter tornare a casa
prima possibile e restarci per buona parte dell’anno. Non
penso di essere adatta per questo stile di vita… voglio
dire, gli allenamenti, gli sport, l’arrampicata…
brrr… non fa per me. Immagino che, oltre a fare un sacco di
sport, seguiate anche una dieta piuttosto rigida…
- Seguiamo una dieta bilanciata. Se sei amante dei dolci…
credo che dovrai affidarti a traffici un po’ loschi per
averne.
Storse il naso in una smorfia, visibilmente delusa.
Mi venne spontaneo avvicinarmi e posarle una mano sulla spalla con fare
incoraggiante: doveva essere terribile per lei, ritrovarsi incastrata
in una nuova realtà, lontana da casa, costretta ad
allenarsi, per imparare a difendersi da mostri mitologici, e ad
adattarsi a uno stile di vita più sportivo.
La maggior parte dei miei fratelli – ma anche dei ragazzi
delle altre case – le avrebbe detto di chiudere il becco e
smetterla di lamentarsi, perché tanto ci trovavamo tutti
nella stessa situazione, ma io non ho mai trovato fosse giusto tappare
la bocca e invalidare i sentimenti altrui.
Sarà forse per il fatto che mi sono ritrovata per anni dalla
parte di quella zittita e costretta a reprimere le emozioni, per paura
di essere rimproverata o derisa…
- Non preoccuparti - dissi infine. - So che i figli di Afrodite hanno
spesso delle scorte di dolci nascoste. E io conosco qualcuno che
potrebbe procurarti senza problemi cioccolata, caramelle o pasticcini,
di tanto in tanto…
- Davvero? – chiese speranzosa.
Annuii: - Certo, puoi contare su di me. Ora che ci penso…
vieni, devo mostrarti un’altra cosa.
Il profumo delle fragole era intenso, inebriante.
Un nutrito gruppetto di semidei, per la maggior parte figli di Demetra,
si affaccendava qua e là per l’immenso campo,
prendendosi cura del terreno e dei frutti appena maturati, mentre un
satiro allietava il loro lavoro con il suono del proprio flauto.
Mi sedetti sul prato insieme a Kitty, poggiando tra me e lei il piccolo
cesto che Katie Gardner mi aveva gentilmente offerto.
- Omaggio di benvenuto da parte della progenie di Demetra –
annunciai. – Prendi pure, sono buonissime.
Dopo un attimo di esitazione, la biondina afferrò una delle
grosse fragole dal cestino e la addentò. Il colore del
frutto era pressoché identico a quello delle sue labbra.
Il suo volto si tinse di un’espressione estasiata: -
Diamine… sono deliziose… sono le fragole
più buone che abbia mai mangiato!
- Questo è certo – risposi, prendendone una a mia
volta. – La presenza del signor D e le cure dei ragazzi della
Casa Quattro rendono questi frutti unici nel loro genere. Mi rendo
conto che non siano alla pari di un bel pasticcino, ma…
- Oh, no, sono perfette, davvero!
Restammo in silenzio per un po’, mangiando le fragole e
lasciandoci accarezzare da una brezza leggera.
Sembrava che tutto stesse andando per il meglio, avevo addirittura
l’impressione che Kitty si fosse un po’
calmata… quando, volgendo lo sguardo a sinistra, verso la
stalla dei pegasi, notai due figure che si muovevano furtivamente, per
poi abbassarsi e cominciare a strisciare nell’erba alta.
Alzai gli occhi al cielo, scuotendo la testa: - Guai in arrivo.
- Come?
Kitty mi guardò allarmata. Ridacchiai, dandole un
paio di colpetti sul braccio con fare rassicurante.
- Tranquilla, non per noi. Per loro.
Indicai le figure striscianti che si avvicinavano sempre di
più, puntando chiaramente verso il campo di fragole: -
Travis e Connor Stoll, figli di Ermes. Stanno per fare uno scherzo ai
ragazzi di Demetra. E qui si giunge a un bivio di natura etica: da un
lato so che dovrei fermarli, dall’altro sono curiosa di
vedere cos’hanno progettato e quante se ne prenderanno quando
Katie li beccherà…
La figlia di Afrodite sembrò ponderare seriamente sulla
cosa, poi si sporse appena verso di me e mormorò: - Io sarei
molto curiosa di vedere cosa accadrà…
Allargai il sorriso, poi presi un’altra fragola, mordendone
un’estremità: - Mi piace come ragioni.
Kitty arrossì lievemente e distolse lo sguardo, rivolgendo
la propria attenzione ai due babbei, che nel frattempo si erano
appostati a circa un metro dal limite dell’orto.
Mi resi conto che Connor teneva tra le mani una scatolina
dall’aria sospetta. Scambiò un cenno
d’intesa col fratello e, sghignazzando, ne rimosse il
coperchio.
Si udì un ronzio sommesso, mentre strani insettini
metallici, molto simili a piccole cavallette, presero il volo in
direzione degli ignari lavoratori.
Il primo si posò sopra il frutto che Kyle, uno tra i ragazzi
più giovani della Cabina Quattro, aveva appena colto e stava
per porre nella grande cesta alle proprie spalle.
Il ragazzo eseguì d’istinto un movimento rapido e
brusco per scacciare la creatura scocciatrice e quella, in tutta
risposta… esplose.
Un’esplosione piccola, insufficiente per ferire il
malcapitato in modo grave, ma abbastanza forte da spappolare la
fragola, facendo schizzare una parte di polpa maciullata sul viso del
figlio di Demetra.
Fu l’inizio del caos.
Gli Stoll, ancora a terra, si rotolavano dalle risate, osservando i
semidei in difficoltà, che agitavano scompostamente le
braccia per scacciare gli insetti e si ritrovavano sempre
più imbrattati dei miseri resti delle fragole esplose.
Somigliava molto alla scena di un campo di battaglia.
Kitty sgranava gli occhi, sconvolta, e, di tanto in tanto, si voltava
verso di me, quasi a chiedere spiegazioni.
- Tranquilla – le sussurrai infine. – Hanno fatto
di peggio. E tra poco la pagheranno.
Non ci volle molto, infatti, prima che Katie Gardner si facesse strada
tra i compagni, il volto contratto dalla rabbia e la camminata sicura
di una supereroina vendicatrice.
- Via! – gridò, rivolta a fratelli e lavoratori di
altre cabine. – Tutti fuori dall’orto!
Pur con una certa fatica, i ragazzi obbedirono, riuscendo a evacuare la
zona colpita in tempo record. Come immaginai che Katie avesse previsto,
gli insetti non seguirono i semidei nella loro frettolosa ritirata: si
limitarono a continuare la strage del raccolto, aggrappandosi ai frutti
ed esplodendo.
La capocabina della Casa Quattro si inginocchiò a
terra, posando una mano sulle zolle umide, e, pochi istanti dopo, due
enormi radici verdi emersero come serpi dal terreno, catturando gli
Stoll che si stavano dando alla fuga.
Mentre le radici sollevavano in aria le due pesti urlanti,
sbatacchiandole qua e là, Katie uscì a sua volta
dal perimetro dell’orto, tendendo le mani verso la zona
devastata e ordinando a fratelli e sorelle di aiutarla.
Ancora una volta, i figli di Demetra si organizzarono con una prontezza
e una sincronia tali da lasciare ammirata persino me, una figlia di
Ares avvezza a coordinare gli schieramenti durante le battaglie.
Una cupola di rampicanti ricoprì ben presto la parte di
campo incriminata, lasciando però un buco di modeste
dimensioni in cima.
A quel punto, Katie rivolse nuovamente la propria attenzione agli
Stoll: li rimproverò per un minuto abbondante, mentre le sue
radici-serpente continuavano a strapazzarli per bene; ripeté
più volte il concetto di duro lavoro e vivacizzò
il discorso con insulti che avrebbero scatenato un applauso da parte
dei miei fratelli della Casa Cinque.
A un certo punto, Kitty si lasciò sfuggire uno piccolo
grido, quando Connor le piombò davanti, appeso a testa in
giù. La visuale offriva al figlio di Ermes una bella
panoramica della scollatura della bionda.
Seppur sconvolto per essere appena stato shakerato da una pianta
assassina, ebbe il tempo di assumere un’espressione a
metà tra il sorpreso e il divertito, di guardarci entrambe
in faccia e dire “Salve”, prima di venire sollevato
nuovamente in aria e gettato, assieme al fratello,
all’interno della cupola di rampicanti.
Il buco in cima venne prontamente chiuso e, per un bel po’,
dall’interno si udirono le grida disperate degli Stoll, a cui
facevano eco le esplosioni degli insetti metallici.
Mi alzai in piedi, applaudendo con entusiasmo, mentre Kitty
restò seduta, ancora visibilmente scossa.
- Esibizione magistrale, ragazzi! – mi complimentai.
– Avessi un elmo, me lo sfilerei, per posarlo ai piedi della
vostra comandante!
- Grazie, Rani – rispose Katie, seria in volto. –
Accetterei il tuo elmo, se non fossi furibonda con quei due idioti.
È vero che le fragole perdute possono venir rimpiazzate in
fretta, ma io e i ragazzi abbiamo lavorato duramente per tutto il
pomeriggio e questo stupido scherzo è stato una mancanza di
rispetto imperdonabile. Chirone darà loro una punizione
esemplare, quando gli riferirò l’accaduto.
- Poco ma sicuro – commentai, accomodandomi nuovamente
accanto alla biondina.
Le sorrisi, dandole una piccola spallata: - Ehi, tutto bene?
Lei sembrò destarsi da chissà quali pensieri: -
Ah… sì, certo… devo solo…
metabolizzare, credo, il fatto di aver appena visto delle radici
giganti strapazzare due ragazzi e… e una cupola di
rampicanti spuntata per magia dal terreno, il tutto nel giro di pochi
secondi… e…
Si interruppe, sforzandosi di trattenere una risatina.
- Che c’è? – domandai, divertita dalla
sua espressione buffa.
- Niente, mi è venuta in mente la faccia… la
faccia che ha fatto… - scoppiò a ridere,
faticando non poco a finire il discorso. – La faccia che ha
fatto… quel ragazzo… quando… quando
era qui davanti, a testa in giù… e aveva gli
occhi proprio all’altezza delle mie…
Mi lasciai contagiare dalla risata, fino a quando entrambe restammo
quasi senza fiato.
Rossa in volto, Kitty si asciugò le lacrime, emettendo
strani rumori col naso. Vederla così mi provocò
una sensazione piacevole: forse stava iniziando a smaltire un po' di
angoscia.
Uno dei fiori che abbellivano la sua lunga treccia bionda sporgeva in
fuori, in procinto di staccarsi. Mi venne istintivo sistemarlo,
avvertendo un lieve solletico sulle dita quando le sfiorai i capelli.
Lei restò in silenzio per alcuni istanti’, poi mi
sorrise: - Sai… spero che la cosa non ti offenda
ma… non dai affatto l’idea di essere una figlia di
Ares. Voglio dire… sei gentile, empatica… hai
fatto di tutto per mettermi a mio agio…
Diedi un’alzata di spalle: - È vero che la maggior
parte dei miei fratelli ha un carattere più irruento, ma
penso che molti semidei, figli di Ares inclusi, spesso cerchino di
calcare gli stereotipi il più possibile, talvolta
esagerando. Credo che sia il desiderio di rendere fieri i nostri
genitori divini, o la paura di deluderli, o entrambe le cose, a
spingere molti di noi a indossare una maschera o ad accentuare
determinate caratteristiche. Comunque – le strizzai
l’occhio. – anche se il mio comportamento non
rispecchia i canoni della Casa Cinque, il sangue di Ares si manifesta
in me in altri modi. Per esempio... se non sbaglio, tra poco ci
sarà la lezione di Scherma…
***
Angolo
dell’Autrice: Allora, questo capitolo
è stato un parto, ho fatto una fatica terribile a scriverlo
e penso si veda, non ne sono molto soddisfatta.
Spero non vi abbia fatto schifo e che Rani come personaggio risulti
gradevole.
Ah, nel caso non l'avessi specificato, pur essendo una Youtuber a Kitty
non era permesso utilizzare il cellulare, veniva ripresa soltanto con
delle telecamere, il tutto sotto la sorveglianza di Raven Crowley. Ma
verràspiegato anche più avanti.
Non so perchè, ma io immagino che Katie Gardner sia
badass e mi piace pensare che i figli di Demetra abbiano grandi poteri
e che sembrino più "deboli" degli altri perchè
generalmente hanno un carattere pacato che li frena dal mettersi in
mostra. Magari ho sbagliato, in tal caso mea culpa, mi
prenderò questa piccola licenza poetica sperando che non dia
fastidio a nessuno.
Ah, so che nei libri viene indicata Miranda Gardiner, come capocabina,
ma da quanto ho capito dovrebbe essere sostitutiva quando Katie non
è presente (?)
Spero inoltre che vi faccia piacere sapere che gli Stoll saranno
personaggi principali nella storia.
Bene, per il momento è tutto.
Grazie per aver letto, alla prossima!
Tinkerbell92
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