The thing I saw when closing my eyes
The
thing I saw when closing my eyes
- Le
palpebre color pesca si abbassano dolcemente, le ciglia si arcuano
contro la pelle chiara. Catarina sospira languidamente, immergendosi
di più nella vasca colma d'acqua calda, da cui si solleva un dolce
sentore di menta e fiori d'arancio. La finestra è aperta e la
leggera tenda avorio si gonfia, lasciando intravedere uno scorcio di
montagna spolverata di neve e delicatamente illuminata dai raggi
rosati del sole al tramonto.
- Stenta
ancora a credere di potersi godere quelle sensazioni semplici ma
piene di calore, di essere lì in quel luogo così pacifico a
concedersi una pausa dal lavoro. Solo un anno prima lo avrebbe
ritenuto impossibile.
- The
thing I saw when closing my eyes
- was
the my world that I had almost lost
-
Non aveva mai posseduto molto in
quei ventisette anni di vita e aveva seriamente rischiato di perderla
quella vita sbandata. Si era ritrovata in bilico sul baratro oscuro
dell'eterno riposo e per un momento aveva pensato che sarebbe stato
quasi meglio così.
-
Il tocco lieve e amorevole sulla
guancia cattura la sua attenzione, volta il viso per incontrare
quello della persona che ama.
-
Gabriele le sorride, facendo
comparire un paio di fossette ai lati delle labbra e delle sottili
increspature attorno agli occhi, – Catarina adora vederlo sorridere
poiché tutto il volto si anima, illuminandosi – continua con
l'indice ad accarezzarle la guancia soffice, liscia e candida come
porcellana, mentre lei si gode quelle carezze che le fanno sciogliere
qualcosa dentro.
-
«Hai
intenzione di restare immersa qui finché l'acqua non sarà fredda?»,
scherza lui, pizzicandole il naso.
-
«Mmm
no, pensavo fino a quando non inizieranno a formarsi i primi
cristalli», ribatte lei mostrandogli la lingua. Gabriele ridacchia
le lascia un'ultima carezza, più lunga che dalla guancia scende –
con studiata lentezza – lungo il collo e il profilo della spalla;
Catarina rabbrividisce d'aspettativa.
-
«Ho
prenotato per le otto», dice prima di lasciarla nuovamente sola. Le
palpebre si abbassano ancora una volta, celando ricordi dolci-amari.
-
Lei
e Gabriele hanno dovuto lavorare duramente per riafferrare la loro
vita, i loro percorsi potevano dirsi diametralmente opposti: lui
aveva avuto troppo e lei niente.
-
- Si
erano incontrati la prima volta nella comunità per
tossicodipendenti; lei dopo un overdose che l'aveva portata a un
passo da morte certa, lui come “volontario” forzato dopo aver
distrutto la costosissima auto del padre contro un palo e essere
risultato in possesso di droghe leggere, la scelta era stata fra ore
di servizio sociale o la cella.
- Lui
era un viziato, figlio di papà che probabilmente non aveva mai
conosciuto la parola “no” e nonostante i ventisei anni passati
non si era mai assunto una responsabilità – suo padre ci aveva
pensato troppo tardi -.
- Lei
era sopravvissuta alle case famiglia e all'adolescenza grazie alle
magiche pillole che prendeva e che – a seconda del tipo – la
esaltavano o la rendevano incosciente per la maggior parte del tempo.
L'unica nota di colore in quel cielo plumbeo e monotono che era la
sua vita era stata l'insegnante di letteratura delle superiori. Era
riuscita a farla appassionare non solo a quell'universo variopinto,
immaginifico, profondo e poetico che era racchiuso nei libri, ma
anche a farle amare la scrittura, era talentuosa le aveva assicurato,
ma a Catarina non era stato sufficiente scivolare nel mondo di carta
e inchiostro. No, lei aveva bisogno di cancellare tutto.
-
I couldn't even lie gracefully -
I wanted to become the transparent person
- Mentiva,
mentiva a tutti e su tutto pur di avere ancora una dose e non le
importava nemmeno più di tanto se chi veniva avvolto dalle sue bugie
se ne rendeva conto e decidesse che, di una persona inevitabilmente
rotta e meschina, poteva pure farne a meno. Tutto ciò che Catarina
desiderava era perdersi, dimenticarsi di essere viva, nascondersi
nell'apatia, guardare la notte e il giorno rincorrersi senza dolore,
senza incertezze, senza delusioni. Era diventata trasparente,
inconsistente come fumo di sigaretta, persino la sua pelle aveva
perso consistenza: pallidissima, fragile come velina e il suo corpo
dato via – senza valore, senza peso – barattato per l'ennesima
dose di oblio. Un barlume della sua coscienza si era resa conto di
essere caduta in basso ma la sua volontà era schiacciata da una vita
che nulla le aveva mai regalato.
- L'overdose
era giunta certa e inevitabile, ma Catarina si era comunque salvata e
qualcosa era cambiato. Nonostante avesse cercato di gettare via la
sua vita, questa – a quanto pare – non voleva abbandonare lei,
allora forse c'era qualcosa anche per lei lì fuori e forse valeva la
pena provare a viverla.
- Era
entrata in comunità e aveva iniziato a respirare per davvero. Aveva
conosciuto altre persone differenti da lei per percorsi e anima ma
tutti fatalmente legati da quella dipendenza a senso unico. Aveva
ricominciato a scrivere, le parole era fluite da lei con naturalezza
– quasi per tutto quel tempo fossero state in attesa di poter
tornare a casa – e Catarina aveva scoperto che su qualcosa aveva
il controllo: la scrittura. Il suo mondo interiore aveva cominciato a
ordinarsi, l'inchiostro e la carta erano l'orchestra e lei ne era il
direttore.
- Gabriele
era arrivato qualche mese più tardi, Catarina non l'aveva preso in
simpatia: ne aveva conosciuti di ragazzi fatui e viziati, nei locali
che frequentava un tempo ce n'erano a bizzeffe, volevano quello che
voleva lei, ma le loro motivazioni stavano su due fronti opposti per
quanto la riguardava.
- Aveva
dovuto ricredersi, Gabriele era maturato, il suo sguardo si era fatto
mite e profondo, le sue parole erano divenute misurate e calde, le
sue mani forti e accoglienti. Si erano avvicinati lentamente, lei con
timore, lui con rispetto e si erano legati.
-
L'acqua si è intiepidita mentre
Catarina ripensa al suo passato. Scrolla il capo e i lunghi capelli
fulvi le ricadono sul volto, le punte sfiorano dolcemente l'acqua
arricciandosi appena – quasi ne siano infastidite -. Afferra
l'asciugamano e se lo avvolge attorno al corpo con cura. È felice di
essersi presa quei giorni di ferie, anche se le ragazze della
comunità le mancano; Catarina sta studiando per diventare operatore
socio-sanitario e nel mentre lavora nella comunità che l'ha aiutata,
tenendo anche dei corsi di scrittura creativa. Alcuni suoi racconti
sono apparsi in diverse riviste, ha preso fra le mani la sua vita e
questa sembra le stia rispondendo.
-
Quando entra nella camera,
Gabriele è già vestito di tutto punto e l'aspetta. I loro sguardi
si incontrano, il blu oltremare dei suoi occhi accoglie l'acquamarina
dei suoi e lei sorride. Lo abbraccia stretto e lui con un sorriso
malizioso le fa cadere a terra l'asciugamano, la stringe a sé per
non farle prendere freddo, la protegge e poi la bacia a lungo e con
ardore. Catarina si tende contro il corpo tonico del suo amato e lui
capisce. Probabilmente non arriveranno a cena per le otto.
Parole: 1138
__________________________________________________Asia's Corner
- Ringrazio
molto molang per questo fantastico pacchetto, scrivendo questa oneshot
mi ha fatto porre le basi per un eventuale prequel, ovvero raccontare
la storia di Catarina e Gabriele.
Un altro dei progetti da mettere in lista per una futura stesura. Spero che la shot sia stata di vostro gradimento!
A presto!
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