“E
così adesso sei al corrente del passato mio
e di Letizia!” – è tarda serata quando
Jack Frost, approfittando dell’assenza
della sorella, già tra le braccia di Morfeo, si confida con
Ingrid.
La donna,
come al solito, è seduta sul divano alle prese con ago e
filo.
“Sono
felice
che Leti si sia aperta con me e che adesso mi considera una
nonna” – confessa
la Bjorgman, sorridente.
“Cosa
pensi
di Sandy?” – le domanda il biondino, estremamente
serio e desideroso di
risposte.
La donna,
sorpresa da tale interrogativo, si libera degli occhiali da vista che
appoggia
delicatamente sul tavolo assieme al restante materiale che ha tra le
mani.
Il tutto
senza pronunciarsi. Poi riprende posto e invita Frost a fare lo stesso.
“Perché
me
lo chiedi? Pensi che possa giudicarla in maniera sbagliata?”
“No, in
realtà spero che tu abbia il mio stesso pensiero in
merito” – precisa Jack.
“E quale
sarebbe? Dal tono di voce, immagino che tu non abbia una considerazione
positiva di tua madre”
“Non
è mia
madre. Non lo è mai stata” – commenta
lui, mantenendo lo sguardo basso, fisso
sul pavimento.
“Figliolo,
io ti conosco da anni. Mi hai ospitata quando la maledizione mi ha
costretto ad
andare via da Arendelle. Hai saputo rispettare ciò che ero e
adesso voglio
essere io la tua spalla. Parla senza timori” – dice
Ingrid, aprendogli le
braccia.
Jack accenna
un timido sorriso e si accoccola al petto della donna.
“Se
Letizia
la ama nonostante tutto, vuol dire che le hai insegnato a farlo. Non le
hai
mostrato risentimento o disprezzo. Sei un ragazzo speciale, caro.
Ricordalo
sempre. Se Sandy ti ha fatto del male, magari inconsapevolmente,
tu…”
“No! Non inconsapevolmente!” – replica
Frost, interrompendo il discorso della
Bjorgman – “Lei mi ha abbandonato con una sorella
piccola da crescere. Non
dimenticherò mai quella mattina in cui mi trovai solo a casa
e di lei nessuna
traccia. Solo un misero biglietto dove diceva addio alla sua vita,
troppo
monotona”
“Troppo
monotona? Davvero ha scritto questo?” – esclama
scioccata Ingrid.
“Esatto.
Ora
capisci come mai per me non esiste più?”
“Figliolo,
mi dispiace tanto. Conta su di me. Io ci sarò
sempre” – gli bacia teneramente
il capo, poi lo stringe con più forza a sé.
“Grazie…nonna!”
– si commuove lui, lasciandosi totalmente andare.
La donna ha
percepito il dolore del giovane che ospita in casa sua e comprende le
sue
ragioni.
Eppure
qualcosa sembra non tornarle.
Come
può,
una mamma, lasciare la prole perché stufa di una banale
quotidianità?
Giustificazione, questa, che cela altro e da madre, anch’essa
costretta ad
abbandonare il suo Kristoff anni addietro, intuisce al volo che le
ragioni
della fuga sono certamente diverse da quelle dichiarate.
Ingrid
ignora che quella famosa Sandy veste ora i panni di Anna e che sembra
aver
perduto la testa per il re. È una donna che, in qualche
modo, è soggetta al
volere di Hans Westergard e di una voce misteriosa che comanda sui due.
Come mai si
trova immischiata in un piano tanto crudele?
Perché
ha
lasciato Jack e Letizia da un giorno all’altro? Jack le ha
raccontato tutta la
verità?
O ha mentito
su qualche dettaglio?
Quante domande
sorgono e solo il tempo darà risposte ad ognuna di esse.
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“E’
finita
tra noi” – ripete Sandy a Kristoff, spiazzandolo.
“Aspetta…che?!”
– esclama lui, stranito.
“Hai
capito
bene, questa vita monotona mi sta distruggendo” –
dice, guardando altrove. Anche
alla finta regina pesa dover mentire in quel modo. Sente di recare
sofferenza a
chi invece vorrebbe solo amare. Però il patto parla chiaro:
o Kristoff o i suoi
figli! La famiglia va difesa sempre, questo è il motto della
sua vita.
“Monotona?
Annie, ma cosa stai dicendo?” - tali assurde richieste
alimentano i dubbi
iniziali di Bjorgman che non riconosce più sua moglie. Gli
sta volutamente calpestando
il cuore e lui ne è cosciente. Così continua -
“Non ci credo. Non sei tu la
donna che ho di fronte agli occhi, cosa ti sta succedendo?”
Sandy
sobbalza quando sente tali parole e sferra il colpo decisivo.
“Sei
pazzo!
Solo perché non ti amo più, non vuol dire che
sono cambiata. Piuttosto domandalo
a te stesso. In fondo potresti essere anche tu quello che è
cambiato” – recita la
parte perfettamente, tanto da mandare in crisi un uomo che, fino a
minuti
prima, era pronto ad affrontarla per comunicarle i suoi dubbi. La voce
magica
le ha insegnato bene come muoversi: quando si rischia di essere
scoperti,
bisogna ribaltare la situazione e creare insicurezze nel nemico.
Quale arma migliore
da usare contro Kristoff se non quella di un’accusa di
cambiamento che ha
causato l’allontanamento di lei e la conseguente rottura del
matrimonio?
Ma Bjorgman
sa di non essere mutato, anzi. Però lo shock è
tale da pietrificalro. Non riesce
più a controbattere. La sua mente si stacca dalla
realtà e comincia a viaggiare
nel tempo, percorrendo flashback di momenti felici.
Come quello
del loro incontro…
“Voglio che mi porti sulla Montagna del
Nord”
“Io non
ti porto da nessuna parte”
…o del
loro
primo bacio.
“Ti bacerei! Potrei, cioè mi piacerebbe,
posso? Nossiamo poi, cioè possiamo noi…aspetta
che?!””
“Possiamo”
Un momento
impresso nella sua memoria è il giorno del SI: lei
bellissima nel suo lungo
abito bianco che percorre la navata addobbata a festa. Quel Ti amo sospirato quella stessa notte,
dove dormirono insieme e consumarono il loro intenso amore.
“Sono incinta” -
la notizia della gravidanza portò gioia
immensa tra le mura di palazzo.
Poi a quel
ricordo, ne susseguono tanti altri e riaffiorano come bolle in cui
Bjorgman si
rifugia per fuggire da un dolore che sta dilagando.
Ed è la
voce
della sua consorte a riportarlo con i piedi per terra.
“Dovrei
uscire
dalla vasca. Lasciami da sola” – gli ordina.
Confuso e
silenzioso, il re si allontana, chiudendosi la porta alle spalle.
Sente il cuore
debole e sanguinante; gli occhi inumiditi lasciano presto spazio alle
lacrime.
Neppure
l’intervento
di Olaf, sembra toccarlo.
“Hey,
Kristoff! Tutto bene?”
Bjorgman non
risponde, dirigendosi verso la sua camera da letto.
Il pupazzo
di neve lo fissa, stranito – “Ma
cos’hanno ultimamente tutti?!”
Poi ripercorre
la sua camminata nei corridoi.
Nel frattempo,
Sandy è in bagno ed una volta indossata la vestaglia, sente
qualcuno chiamarla.
Lo specchio
di fronte a sé si illumina – “Allora?
Come procede?”
“E’
finita. L’ho
lasciato” – riferisce, con freddezza, arrabbiata
con chi la comanda.
“Bene,
sapevo di poter contare su di te. Domattina arriverà Hans e
prenderete potere
del palazzo”
“Promettetemi
che non farete del male a Kristoff” – aggiunge lei.
“Mi pare
ti
stia interessando troppo alle sorti del nemico. Ricorda da che parte
sei” – la rimprovera.
“Perdono!
E’
che mi preoccupo. Nessuno deve farsi male, era parte del
piano”
“Il piano
lo
stabilisco io” – ribadisce lo specchio.
“Si
signore.
Per quanto riguarda Elsa, se dovesse intervenire come agiamo?”
“Ho
studiato
anche questa mossa. Papà Black, non sbaglia mai,
tesoro.”
Ridacchiando
si congeda, lasciando la donna sola con se stessa e con una coscienza
che
sembra non darle più pace.
Si pente
ancora oggi di quel dannato giorno in cui la sua vita è
cambiata, quando sotto
minaccia ha dovuto dire addio ai suoi figli e schierarsi dalla parte
dei
cattivi.
Preda del dolore
più profondo, si lascia andare ad un pianto lacerante
durante il quale manifesta
chiaramente il suo pentimento.
“Non
avrei mai
dovuto accettare” – singhiozza.
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“Elsa,
come
mai sei così silenziosa?” – domanda
Jelena al quinto spirito.
“Non lo
so,
mi sento strana”
“Evidentemente
il tuo cuore voleva restare ad Arendelle ancora qualche giorno. Puoi
sempre
tornare lì”-
le consiglia l’anziana.
“No, non
mi
manca affatto il regno. E’ la lontananza dalla famiglia a
pesarmi”
“Ci siamo
noi per questo” – aggiunge la northuldra,
stridendole una mano.
Dopo un
abbraccio tra le due, Elsa si allontana assieme a Nokk.
“Cosa ti
turba?” – le domanda lo spirito
dell’acqua.
“Vibrazioni
particolari. Non so spiegarle, probabilmente frutto della mia
fantasia”
I due
cavalcano le onde del mare con leggerezza e rapidità,
raggiungendo la dimora
che ospita Elsa da ormai cinque anni.
Un palazzo
di ghiaccio che si erige ai piedi di una montagna nascosta, che domina
sulla
Foresta Incantata.
È
lì che Nokk
conduce Elsa e la saluta, ricordandole di stare tranquilla e
consigliandole di
riposare.
Però
quando
varca le mura di quell’enorme e spettacolare castello, il cui
interno è identico
a quello di Arendelle, la donna avverte una presenza.
“Sei di
nuovo tu? Ti piace autoinvitarti a casa mia?” –
ridacchia Elsa, sciogliendosi la
coda che reggeva la fluente chioma bionda.
La figura di
un uomo dai capelli chiarissimi e gli occhi dello stesso intenso
azzurro della nobile,
avanza verso di lei.
Si inginocchia
raccogliendole l’elastico e porgendoglielo, prende parola
– “Mi piace troppo la
tua compagnia”
Elsa arrossisce
e gli strappa la molla dalle mani.
“Non mi
racconti cosa hai combinato nel tuo vecchio regno?”
– chiede lui.
Ha tra le
mani un bastone malandato. Seduto a gambe intrecciate, sorretto dalla
sola
aria, giocherella con creazioni di ghiaccio frutto delle sue stesse
mani.
“Cosa
vorresti sapere?” – domanda lei, indaffarata nel
sistemarsi alla meglio allo
specchio.
“Beh,
tutto.
Come stanno tua sorella, tuo cognato, i tuoi nipoti. Mi hai raccontato
di loro
e sono curioso”
“Vedo che
ti
interessa molto la vita di palazzo. Devo pensare che aspiri al
potere?” – ridacchia,
prendendolo in giro.
“Ovviamente”
– risponde, unendosi allo scherzo.
“Te lo
dirò
solo perché parlare con te, mi fa sentire meno
sola” – puntualizza, sorridendo
a quello che ha scoperto essere un nuovo amico con il quale condivide
la stessa
magia.
E così i
due
chiacchierano per ore, come fanno da settimane.
Ma chi è
costui? E perché sembra così voglioso di sapere
della vita dei reali di Arendelle?
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