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Buon
giovedì!
Vi lascio
all’ultima parte della storia.
Buona
lettura, Mandy
Epilogo
La luce che entrava dalle ampie vetrate del soggiorno
dell’appartamento di Evelyn, che si trovava in piena Manhattan, rendevano
l’ambiente allegro e luminoso. Dominic stava seduto sul divano, leggendo
distrattamente un quotidiano, sebbene non potesse impedirsi ogni tanto di
guardare la sua valigia fatta e pronta per essere portata via nel giro di una
mezz’ora, quaranta minuti.
La mattina seguente di buon ora doveva essere nuovamente
sul set del film a cui stava lavorando, quindi non poteva permettersi di
prendere altro tempo libero, sebbene Evelyn sarebbe rimasta lì ferma nella
grande mela altri quattro giorni. Le aveva chiesto se voleva seguirlo, ma aveva
del lavoro da sbrigare anche lei e le era stato impossibile. Gli aveva
assicurato che dopo la fine della stagione della moda si sarebbe fatta dare
almeno una settimana, quando avrebbe voluto lui.
- Andiamocene da qualche parte al caldo.- aveva proposto, a
Dominic era sembrata un’ottima idea.
Erano passati appena due giorni da quando Joseph li aveva
accompagnati alla stazione di Salem per prendere un treno per New York, ma a lui
erano sembrate nemmeno due ore.
Non che avessero fatto molto, si erano rintanati in casa di
Evelyn senza nemmeno sentire un gran bisogno di uscire, l’avevano fatto solo la
sera prima, pensando che era una buona idea andare a cena fuori, tanto per
mettere almeno un po’ il naso fuori di casa. Erano stati bene, ma la serata era
servita solamente per essere beccati da un paparazzo che, incurante del freddo,
si era appostato fuori al locale dove erano andati. Non che Dominic se ne fosse
stupito, ma non gli importava più del dovuto, del resto quello scoop l’avevano
già fatto altri qualche mese prima, e nemmeno gli seccava che li fotografassero
insieme, anzi. Con lei non poteva dargli fastidio.
Evelyn stava facendo qualcosa al suo computer portatile,
seduta al tavolo in soggiorno, Dominic aveva notato la prolunga del telefono.
- Sei su internet?- le aveva chiesto.
Evelyn, concentrata su quello che stava facendo, aveva
annuito accompagnando i movimenti della sua testa con mh mh, appena
accennato.
- Quando hai finito posso andare a controllarmi la casella
di posta?-
- Sì sì, - gli aveva detto, - tanto mi manca un secondo.-
Poco dopo infatti Evelyn si era alzata prendendo di peso il
suo portatile e andando verso Dominic che era sul divano, srotolando ancora un
po’ la prolunga.
- Mi potevo alzare io!- le aveva detto lui sorridendole.
- Va bene così…- aveva risposto lei appoggiandogli il
computer sulle ginocchia. Quindi si era leggermente chinata su di lui, dandogli
un bacio.
- Io mi vado a vestire, così poi per andare in aeroporto
siamo già pronti.-
Dominic aveva annuito, quindi si era concentrato sul
computer. Aveva controllato la sua casella di posta appurando che non aveva
ricevuto niente di necessario. Un saluto di un amico al quale aveva risposto
subito, della pubblicità, le solite cose.
Evelyn ancora non tornava, così lui si era trovato con il
portatile collegato e niente da fare di preciso. Aveva cominciato a vagliare le
svariate possibilità che aveva per passare il tempo, aveva aperto anche la
pagina di Google per vedere se gli veniva in mente qualche ricerca interessante
da fare. Tra le mille possibilità però, gli era venuta in mente solo una cosa.
Aveva digitato il nome Sarah Good senza starci
troppo a pensare, in massimo un paio di secondi si era aperta una nuova pagina
con tutti i link che il motore di ricerca aveva trovato per lui. Aveva aperto il
primo, che lo aveva rimandato ad un sito su Salem, con cose già lette e già
viste negli ultimi giorni.
Per la verità doveva ammettere di non aver più pensato a
quello che era successo, gli era rimasto solo un po’ del disappunto che gli
aveva lasciato quell’ultima conversazione con Elizah, ma anche quello non era
stato rilevante durante il tempo che aveva passato con Evelyn, del resto quasi
niente che venisse dall’esterno era rilevante in quei frangenti.
Di certo non poteva negare che quello che aveva vissuto in
quella casa era stato strano, lo era stato davvero molto e doveva ammetterlo
anche lui che era uno che non credeva affatto a queste cose. Un po’ si era messo
anche nei panni di Elizah, per cercare di capirla.
Come gli aveva raccontato anche Evelyn, evidentemente la
morte prematura di sua madre era stata qualcosa che l’aveva segnata così
profondamente da farle desiderare che lei fosse ancora lì con lei almeno come
presenza. Non ci voleva un grande sforzo d’immaginazione, riusciva ad intuire
con facilità quanto potesse essere grande la sofferenza di una bambina che
ancora piccola perde sua madre. Ma questo francamente non giustificava ai suoi
occhi il fatto che ci si attaccasse talmente tanto al ricordo di una persona da
decidere d’impostare la propria vita con l’unico scopo di voler trovare risposta
a tutti i dubbi che nella vita di sua madre erano rimasti tali.
Dominic si era stupito della cosa, ma Evelyn, mentre erano
sul treno affrontando il viaggio di ritorno, gli aveva parlato del fatto che per
la prima volta durante tutta la sua vita si era sentita così distante da Elizah
da non riconoscerla nemmeno più come la sua amica da una vita.
- Il momento peggiore è stato quando sei svenuto, e lei con
suo fratello sono rimasti lì come se non gl’interessasse. C’era da concludere
quell’accidenti di seduta spiritica della malora e non hanno battuto ciglio.
Posso capire entro certi limiti, ma se fossi stato molto male, se avessimo avuto
bisogno di aiuto? Non oso nemmeno pensarci, sono stati due incoscienti. E questo
mi dispiace, Elizah, non è mai stata così come tu l’hai conosciuta, era una gran
bella persona.-
Aveva pensato immediatamente di aver fatto una stupidaggine
ad aprire quella pagina internet, in fondo a lui non importava niente di quella
faccenda.
Per la verità non era mai stato nemmeno uno che non credeva
affatto in certe cose. Capita a tutti almeno una volta nella vita di avere delle
percezioni, di avere la netta sensazione che qualcosa debba avvenire e che poi
avvenga davvero, oppure di sentire che qualcuno a noi caro che magari non c’è
più ancora ci guarda, e veglia su di noi. Era convinto che fosse più comune di
quello che ci si potesse immaginare.
Solo che era anche fermamente certo che fossilizzarsi su
quella strana cosa che era a suo parere l’occultismo fosse sbagliato. La vita è
quella reale, che tocchiamo con mano, le persone morte sono morte e gli spiriti,
se esistono e sono tanto potenti e pericolosi come tanti affermano, meglio
lasciargli stare.
Dominic preferiva pensarli intorno ai vivi, mentre
vegliavano su di loro amorevolmente senza che questi gli infastidissero.
Era un pensiero rassicurante, come rassicurante era pensare
che quello che era successo, per lui, da quel momento in avanti, non sarebbe
stato altro che un fatto strano che sarebbe caduto nel dimenticatoio, fra
qualche anno avrebbe dovuto sforzarsi per ricordarlo e molto probabilmente tutto
ciò che gli sarebbe venuto in mente sarebbe stato che era stato male per aver
avuto la febbre alta, tutto lì.
Aveva sentito dei passi dietro di lui che lo avevano
riportato alla realtà dai suoi pensieri, Evelyn stava rientrando in soggiorno,
Dominic aveva immediatamente chiuso quella pagina lasciando aperta la casella di
posta elettronica.
Evelyn aveva fatto il giro del divano e gli si era seduta
accanto, molto vicina. Aveva sbirciato sul desktop mentre gli passava una mano
sulla nuca, come se volesse scompigliargli i capelli.
- Qualcosa d’interessante?- aveva chiesto.
- Non più del dovuto.- aveva risposto Dominic, mentre
chiudeva anche quella pagina. - Spengo?- le aveva chiesto subito dopo.
Evelyn non si era curata di rispondergli, si era messa in
ginocchio dove prima era seduta, stringendogli le braccia intorno al collo e
cominciando a stuzzicargli con la punta della lingua un orecchio.
Dominic dapprima aveva ridacchiato. - Deduco che sia un
sì…- aveva commentato, per ricevere in risposta un deduci bene appena
accennato.
Probabilmente avrebbe preso l’aereo di corsa quella volta,
ma ne sarebbe valsa sicuramente la pena.
Non so
quanto possa essere stata all’altezza delle vostre aspettative questa storia,
spero che, anche se non è stata quella che vi aspettavate la fine, vi sia
piaciuta comunque.
Credo sia
abbastanza facile capire cosa volessi esprimere leggendo quest’ultima parte. Non
è la risoluzione di un mistero, o la volontà di rivelare una verità. Niente di
così complicato. Semplicemente la volontà di esprimere un’opinione personale,
come possono essercene tante sull’argomento.
Volevo
ringraziare prima di tutti Moon, che come al solito legge e commenta in
anteprima, i miei coinquilini Ale, Massi e, ultima ma non ultima, mia sorella
Fra che mi hanno sostenuta e consigliata in più di un frangente.
Un grazie
mille va ovviamente, ancora una volta, alla “musa ispiratrice” Naty e a tutti
quelli che hanno letto e in particolare commentato: quindi un bacio a Claudietta,
Lo e Chu.
Per
ultimo vorrei fare un’altra dedica, a mia nonna, che è morta tredici mesi fa e
mi manca tantissimo.
E’ un
pensiero rassicurante immaginare che ancora da lassù mi guardi.
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