Fandom:
MacGyver
(2016)
Rating:
Giallo
Personaggi/Pairing:
Team
Phoenix, MacDalton
Tipologia:
Long-fic
Genere:
Drammatico,
hurt/comfort, romantico
Disclaimer:
Personaggi,
luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da
cui ho elaborato
la seguente storia, non mi appartengono.
Note:
Dedicata
a Maira.
UNDERNEATH
CAPITOLO 6
WHEN I'M WITH YOU
There's only love
There's only grace
When I'm with you
When I'm With You – Citizen Way
Sulla
pista d'atterraggio illuminata dal sole a
picco, Bozer e Riley aspettavano che l'elicottero privato della
Fondazione
spegnesse i motori e facesse scendere i propri passeggeri: agitato,
Wilt
stringeva convulsivamente la mano della sua amica mentre questa, con
gli
occhiali da sole, cercava di scrutare al di là dei vetri
oscurati per scorgere
le sagome dei passeggeri.
"Vedo
Amanda ai comandi." disse Riley: "E
Matty è seduta davanti accanto a lei."
"E
i miei?!"
"Vedo
due sagome sedute nei posti dietro."
Quando
finalmente le pale dell'elicottero si
fermarono e il portellone venne aperto, la prima a scendere fu
effettivamente
la 2IC di Anderson, seguita da Matty e poi da due persone, dalle loro
espressioni sembravano del tutto fuori posto e spaesati.
Riley
non li conosceva ma vedendo gli occhi di Wilt
riempirsi di lacrime, ebbe la conferma che si trattava dei suoi
genitori;
l'amico sciolse la stretta della sua mano e corse verso i quattro prima
di
gettarsi tra le braccia spalancate della donna, che lo strinse a
sé con forza.
Più
calma, Davis raggiunse la direttrice, rivolgendo
al contempo un cenno del capo verso Amanda: le due donne erano buone
amiche, e
più volte erano uscite assieme a Jill per bere qualcosa
insieme dopo il lavoro.
"Notizie
di Jack?" chiese subito Matty.
"Mac
si è addormentato mentre Jack lo aiutava a
lavarsi, pare che dorma ancora. Deve essere ancora sotto l'effetto di
quella
roba." Riley si rabbuiò: "Ma il dottor Lancelot ha detto che
è normale,
vista la situazione."
"Se
anche solo una delle maledizioni che sto
lanciando da quando siamo partiti va a segno, la Castillo
arriverà in Spagna
morta." borbottò la direttrice torva prima di voltarsi verso
i Bozer:
"Una macchina ci sta aspettando per raggiungere l'ospedale."
Riley
annuì poi allungò la mano per offrirla ai
coniugi Bozer: "Io sono Riley, lavoro con Mac e Wilt."
Mentre
Savannah la strinse piano, la presa di Sean
fu più vigorosa.
"Riles
è una forza, mamma, papà. Unico difetto,
non apprezza il pastrami a Natale."
"Amo
il pastrami, e quello dei tuoi genitori è
delizioso. Ma non è proprio un tipico piatto natalizio."
Savannah
scoppiò a ridere e rivolse la propria
attenzione alla ragazza: "Quando Mac e Wilt erano bambini, avrebbero
mangiato pastrami anche a colazione, l'unico compromesso che riuscii a
trovare
fu quello di creare la tradizione di mangiarlo a Natale altrimenti me
l'avrebbero fatto preparare per cena una sera sì e l'altra
pure."
Riley
lanciò un'occhiata scandalizzata a Bozer:
"Questa storia non me l'avevate raccontata!"
Intanto
che Savannah e Riley si scambiavano storie
imbarazzanti sull'infanzia di Wilt e Mac, Matty e Amanda guidarono il
gruppo attraverso
la pista d'atterraggio mentre Sean e il figlio parlottavano in fondo a
tutti.
Una
volta a bordo di un SUV nero dai vetri oscurati,
ci misero poco meno di mezz'ora ad attraversare la città e a
raggiungere un edificio
bianco che brillava sotto il sole, davanti al quale si fermarono.
Amanda
fu di nuovo la prima a scendere e fu lei ad
aprire la portiera posteriore mentre Anderson stesso, con occhiali da
sole e
Miller al seguito, li aspettava all'ingresso.
"Benvenuti
al Nido." li accolse il
vice-comandante della squadra tattica: "Direttrice, signorina Davis, ho
bisogno di Carter. Miller qui resterà a vostra disposizione
per tutto il tempo
necessario. Ah, e Doc Lancey la stava cercando." aggiunse Anderson.
Con
una smorfia esasperata, Matty congedò la giovane
pilota: "Mi aspetto un rapporto completo. E attento, Anderson, se
Lancelot
ti sentisse, ti aizzerebbe contro Castore e Polluce."
"Ma
tanto sappiamo entrambi che obbediscono
soltanto alla signora Lancelot, quindi sono in una botte di ferro.
Arrivederci,
signori. E buona permanenza. Miller vi accompagnerà nella
stanza di
MacGyver."
Mentre
Amanda seguiva il proprio comandante verso un
altro SUV posteggiato poco distante, Miller fece loro strada
all'interno.
La
clinica era fresca e silenziosa e in giro, a
parte qualche raro infermiere, non c'era nessuno.
"La
Fondazione si occupa anche di ricerca
medico-scientifica." spiegò Matty, levandosi gli occhiali da
sole: "Ma
molti dei progetti sono stati conclusi e al momento anche i pazienti
sono
pochi. In verità, c'è soltanto Mac."
"È
un posto gigantesco." Sean sembrava
genuinamente sorpreso: "Non sapevo ci fosse un ospedale simile a Los
Angeles."
"Essendo
una struttura privata, non è un posto
di cui si parla solitamente. Anche i pazienti sono pochi, e
perlopiù sono
impiegati della Fondazione. Il suo compito principale è
quello di collaborare
con il governo per ricerche."
Riley
e Wilt annuirono, ben consapevoli del fatto
che fosse quanto di più lontano dalla realtà, dal
momento che il Nido era
l'ospedale privato della Fondazione e ad uso esclusivo degli agenti sul
campo e
delle varie squadre tattiche.
Ma
dal momento che dovevano mantenere la copertura…
Miller
li accompagnò attraverso un certo numero di
corridoi, fino a fermarsi davanti ad un'anonima porta grigio perla:
"Ecco,
questa è la stanza che il doc ha assegnato al piccole-
volevo dire, a MacGyver.
Signora, per qualsiasi cosa mi troverà qui fuori."
Dopo
aver rivolto un cenno del capo alla Direttrice,
l'agente si appoggiò con la schiena contro il muro prima di
tirare fuori il
proprio cellulare e digitare rapidamente alcuni tasti.
Wilt
sospirò, poi bussò: "Jack? Mac? È
permesso?"
Da
dentro si udì un tramestio, poi la porta si aprì
di scatto e sulla soglia apparve Jack, con i capelli spettinati e
visibilmente
umidi: "Avete fatto presto." notò lui con un sorriso, poi
tese la
mano verso Savannah e Sean, "Voi dovete essere i signori Bozer,
è un
piacere conoscervi. Mac dorme ancora ma se volete potete entrare."
Con
un po' di nervosismo, la donna prese la mano del
marito e seguì Jack all'interno, in una stanza ampia e
luminosa, bianca, al
centro della quale c'era un letto ugualmente candido e pulito; alla
donna balzò
il cuore in gola nel vedere l'espressione addormentata, e pacifica
nonostante
tutto, del figlio adottivo, che tuttavia era fin troppo pallido per i
suoi
gusti.
In
un impeto di istinto materno, Savannah si portò
al capezzale di Mac e gli passò la mano tra i capelli ancora
caldi per il phon,
accarezzandogli il cuoio capelluto con amore: "Angus…"
sussurrò la
donna con voce roca, "Va tutto bene, la mamma è qui."
Sean
era tuttavia rimasto più indietro, e accanto a
lui c'erano il figlio e Jack.
"Si
riprenderà?"
La
domanda dell'uomo non era rivolta a nessuno in
particolare, ma Dalton si sentì in dovere di rispondere: "Ci
vorrà ancora
qualche giorno, secondo il dottor Lancelot, ma starà bene.
Anche perché non
accetto qualcosa di diverso.".
Il
tono protettivo di Jack fece sorridere Sean, il
quale alzò la testa verso l'uomo più giovane:
"Angus lo diceva che eri un
tipo deciso." notò.
Jack
strabuzzò gli occhi: "Signore?"
"Angus…
O Mac come lo chiamate voi. Ha parlato
molto di te, Dalton, giusto? Vi siete conosciuti in Afghanistan, no?"
Jack
non sapeva cosa pensare.
Certo,
lui e Mac avevano un rapporto molto stretto,
diavolo, si dovevano sposare! Ma non avrebbe mai creduto che Mac avesse
parlato
di lui con i genitori di Bozer, anche se erano praticamente la madre e
il padre
che non aveva avuto.
Si
sentì onorato e quasi in imbarazzo, cosa che di
rado gli accadeva.
"Sì,
signore. Io e Mac ci siamo conosciuti in
Afghanistan e abbiamo lavorato sempre insieme."
"Ci
ha detto anche questo, Ma non per questo potrai
fare a meno di chiedere la nostra benedizione."
Dalton
sentì il proprio cuore fermarsi in gola.
"B-Benedizione,
signore?"
Savannah
alzò la testa e si rivolse verso il marito
con espressione perplessa: "Sean, non ci eravamo detti di non
infastidire
Jack? L'avevi anche promesso a Angus."
"Savannah,
pensi che lascerò che mio figlio si
sposi con un uomo che non ha le palle di chiedere al padre del
fidanzato la sua
benedizione?"
Lo
scambio di battute scatenò una serie di reazioni
diverse nel gruppo: mentre Matty e Riley ridevano in un angolo, Wilt
aveva gli
occhi sgranati e spostava lo sguardo alternativamente prima sul padre e
poi
sulla madre.
Ma
era Jack quello più sconvolto.
"Signore,
come fa a sapere…?"
"Angus
ci ha mandato una foto la mattina dopo,
non credo di averlo mai visto così felice in vita mia."
Savannah era
raggiante: "E non ascoltare questo vecchio burbero." aggiunse lei,
facendogli l'occhiolino, "È più felice di me.
È solo molto
protettivo."
"Spero
soltanto che non lo faccia anche con me…"
"Wilt,
tesoro. Non esserne così sicuro."
"Cos'è
questa confusione…?"
La
voce roca e confusa di Mac interruppe all'istante
qualunque chiacchiera mentre Jack si precipitava accanto a Savannah per
stringere la mano del fidanzato: i presenti lo videro sollevarla con
infinita
cura e portarsela alle labbra per baciarla, in un gesto intimo e
affettuoso.
Jack
poi si sporse per sistemargli meglio il cuscino
dietro la testa: "Sono arrivati i tuoi." gli disse solo.
Mac
sbattè più volte le palpebre, e infine
riuscì a
mettere a fuoco i lineamenti di Savannah accanto a Jack, la quale gli
sorrideva
con lo stesso amore dell'ultima videochiamata che si erano scambiati la
settimana prima: "Tesoro, come ti senti?" chiese lei.
"Intontito…
Jack, mi aiuteresti a mettermi
seduto?"
Senza
farselo dire due volte, Dalton passò le
proprie braccia attorno alla vita del fidanzato e, con cura, lo
sollevò come se
non avesse avuto peso; tenendolo sollevato e bilanciandolo con un
braccio solo,
afferrò il telecomando lì vicino per alzare lo
schienale del letto e, dopo che
Savannah ebbe sistemato i cuscini per farlo stare più
comodo, lo appoggiò sul
materasso e gli drappeggiò il plaid sulle gambe.
Era
molto dimagrito, notò la donna con una stretta
al cuore.
"Ciao
Savannah… Sean."
"È
bello vederti figliolo." Sean affiancò
la moglie: "Ma la prossima volta cerca di non farti dichiarare morto,
il
tuo vecchio non è più così giovane da
reggere un simile colpo."
Con
la mano di Jack che stringeva la sua, Mac annuì:
"Non era mia intenzione, davvero."
"Per
fortuna che c'era con te il nostro futuro
genero." Savannah sorrise al figlio: "E che resti tra noi, è
davvero
un gran bel ragazzo." disse con un tono fin troppo alto
perché non venisse
sentito anche da Miller nel corridoio.
Jack
sgranò gli occhi e fece per divincolarsi dalla
presa, ma Mac non gli diede scampo e anzi, la mano sottile del
più giovane
strinse come una morsa quella dell'ex Delta: "Jack è il
migliore,
mamma." l'espressione determinata di Angus fece balzare il cuore in
gola a
Dalton, "Sono davvero fortunato ad averlo con me… Fino a
quando
resterete?"
"Per
tutto il tempo necessario." intervenne
Matty: "Ho chiesto a Jill di occuparsi di prenotare loro una stanza in
albergo e finchè lo riterranno opportuno, resteranno in
città."
Massaggiandosi
il collo indolenzito, Mac annuì:
"Grazie, Matty."
"Dovere,
Biondino. Ma ora cerca di riposare
ancora un po'. Savannah, Sean, che ne dite di andare a cercare il
dottor
Lancelot? È il medico che si sta occupando di Mac e sono
sicura che ci stia
aspettando."
§§§
Quando
la stanza si fu del tutto svuotata tranne che
per Mac e Jack, dopo che tutti avevano avuto modo di salutare e
abbracciare
Angus, vi cadde il silenzio.
Con
la mano di Jack ancora stretta nella sua, Mac
rimase qualche minuto immobile, venendo poi distratto dalle labbra del
fidanzato sulla tempia, che gli posarono un bacio sui capelli morbidi;
mentre
le braccia di Dalton andavano a cingerli di nuovo la vita, lui si
accoccolò
contro il corpo robusto dell'uomo più anziano, chiuse gli
occhi per bearsi
meglio del calore che lo circondava.
"Futuro
genero eh? Mi piace." confessò
lui.
Mac
grugnì: "Mi avrebbero ucciso se non glielo
avessi detto per primi."
"Non
mi dà fastidio. Solo, non sapevo che
avrebbero reagito così."
"Savannah
e Sean sono sempre stati un po'
esuberanti. E protettivi. Non sai come la presero quando decisi di
arruolarmi."
"Vuol
dire che ci tengono a te, piccolo."
Jack gli posò un bacio sulle labbra: "E sono contento di
questo."
"Papà
ti ha già fatto il discorsetto, come
lo chiama lui?"
"Non
ha finito quindi mi aspetto che torni alla
carica."
Angus
rise sommessamente: "Non ti inseguirà con
il fucile di zio Bart. Credo."
All'improvviso,
un attacco di tosse gli bloccò il
respiro in gola, obbligandolo a piegarsi in due per il dolore; Jack lo
sorresse
con una mano mentre con l'altra frugava nel cesto metallico appeso al
bordo del
letto alla ricerca di qualcosa.
Dopo
averlo fatto sdraiare, gli coprì naso e bocca
con la maschera che aveva tirato fuori prima di pigiare il pulsante di
accensione: "Respira a fondo."
Mac
annuì debolmente e Jack ne vide il petto salire
e scendere, seppur con qualche difficoltà: "C-Credo di non
essere ancora
al 100%" ammise con espressione corrucciata.
"Non
devi avere fretta." il tono di Jack
era un misto di rimprovero e preoccupazione: "Io sono qui e non me ne
vado. Respiri profondi, piccolo."
E
intanto che i polmoni si riempivano di ossigeno e
il dolore a poco a poco scemava, Mac sentiva la stanchezza assalirlo,
ma non la
combattè: era al sicuro, poteva riposare.
E
sapeva che al risveglio Jack sarebbe stato lì al
suo fianco.
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