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Autore: SHUN DI ANDROMEDA    13/06/2020    0 recensioni
[LongFic][MacDalton][Season 3 canon divergence]
“Ehi, Mac. Dormi?”
“No… Non si dorme davanti a Die Hard, no?”
“Bugiardo, ti eri appisolato, confessa.”
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fandom: MacGyver (2016)

Rating: Giallo

Personaggi/Pairing: Team Phoenix, MacDalton

Tipologia: Long-fic

Genere: Drammatico, hurt/comfort, romantico

Disclaimer: Personaggi, luoghi, nomi e tutto ciò che deriva dalla trama ufficiale da cui ho elaborato la seguente storia, non mi appartengono.

Note: Dedicata a Maira.

UNDERNEATH

CAPITOLO 6

WHEN I'M WITH YOU

 

There's only love
There's only grace
When I'm with you

When I'm With You – Citizen Way

Sulla pista d'atterraggio illuminata dal sole a picco, Bozer e Riley aspettavano che l'elicottero privato della Fondazione spegnesse i motori e facesse scendere i propri passeggeri: agitato, Wilt stringeva convulsivamente la mano della sua amica mentre questa, con gli occhiali da sole, cercava di scrutare al di là dei vetri oscurati per scorgere le sagome dei passeggeri.

"Vedo Amanda ai comandi." disse Riley: "E Matty è seduta davanti accanto a lei."

"E i miei?!"

"Vedo due sagome sedute nei posti dietro."

Quando finalmente le pale dell'elicottero si fermarono e il portellone venne aperto, la prima a scendere fu effettivamente la 2IC di Anderson, seguita da Matty e poi da due persone, dalle loro espressioni sembravano del tutto fuori posto e spaesati.

Riley non li conosceva ma vedendo gli occhi di Wilt riempirsi di lacrime, ebbe la conferma che si trattava dei suoi genitori; l'amico sciolse la stretta della sua mano e corse verso i quattro prima di gettarsi tra le braccia spalancate della donna, che lo strinse a sé con forza.

Più calma, Davis raggiunse la direttrice, rivolgendo al contempo un cenno del capo verso Amanda: le due donne erano buone amiche, e più volte erano uscite assieme a Jill per bere qualcosa insieme dopo il lavoro.

"Notizie di Jack?" chiese subito Matty.

"Mac si è addormentato mentre Jack lo aiutava a lavarsi, pare che dorma ancora. Deve essere ancora sotto l'effetto di quella roba." Riley si rabbuiò: "Ma il dottor Lancelot ha detto che è normale, vista la situazione."

"Se anche solo una delle maledizioni che sto lanciando da quando siamo partiti va a segno, la Castillo arriverà in Spagna morta." borbottò la direttrice torva prima di voltarsi verso i Bozer: "Una macchina ci sta aspettando per raggiungere l'ospedale."

Riley annuì poi allungò la mano per offrirla ai coniugi Bozer: "Io sono Riley, lavoro con Mac e Wilt."

Mentre Savannah la strinse piano, la presa di Sean fu più vigorosa.

"Riles è una forza, mamma, papà. Unico difetto, non apprezza il pastrami a Natale."

"Amo il pastrami, e quello dei tuoi genitori è delizioso. Ma non è proprio un tipico piatto natalizio."

Savannah scoppiò a ridere e rivolse la propria attenzione alla ragazza: "Quando Mac e Wilt erano bambini, avrebbero mangiato pastrami anche a colazione, l'unico compromesso che riuscii a trovare fu quello di creare la tradizione di mangiarlo a Natale altrimenti me l'avrebbero fatto preparare per cena una sera sì e l'altra pure."

Riley lanciò un'occhiata scandalizzata a Bozer: "Questa storia non me l'avevate raccontata!"

Intanto che Savannah e Riley si scambiavano storie imbarazzanti sull'infanzia di Wilt e Mac, Matty e Amanda guidarono il gruppo attraverso la pista d'atterraggio mentre Sean e il figlio parlottavano in fondo a tutti.

Una volta a bordo di un SUV nero dai vetri oscurati, ci misero poco meno di mezz'ora ad attraversare la città e a raggiungere un edificio bianco che brillava sotto il sole, davanti al quale si fermarono.

Amanda fu di nuovo la prima a scendere e fu lei ad aprire la portiera posteriore mentre Anderson stesso, con occhiali da sole e Miller al seguito, li aspettava all'ingresso.

"Benvenuti al Nido." li accolse il vice-comandante della squadra tattica: "Direttrice, signorina Davis, ho bisogno di Carter. Miller qui resterà a vostra disposizione per tutto il tempo necessario. Ah, e Doc Lancey la stava cercando." aggiunse Anderson.

Con una smorfia esasperata, Matty congedò la giovane pilota: "Mi aspetto un rapporto completo. E attento, Anderson, se Lancelot ti sentisse, ti aizzerebbe contro Castore e Polluce."

"Ma tanto sappiamo entrambi che obbediscono soltanto alla signora Lancelot, quindi sono in una botte di ferro. Arrivederci, signori. E buona permanenza. Miller vi accompagnerà nella stanza di MacGyver."

Mentre Amanda seguiva il proprio comandante verso un altro SUV posteggiato poco distante, Miller fece loro strada all'interno.

La clinica era fresca e silenziosa e in giro, a parte qualche raro infermiere, non c'era nessuno.

"La Fondazione si occupa anche di ricerca medico-scientifica." spiegò Matty, levandosi gli occhiali da sole: "Ma molti dei progetti sono stati conclusi e al momento anche i pazienti sono pochi. In verità, c'è soltanto Mac."

"È un posto gigantesco." Sean sembrava genuinamente sorpreso: "Non sapevo ci fosse un ospedale simile a Los Angeles."

"Essendo una struttura privata, non è un posto di cui si parla solitamente. Anche i pazienti sono pochi, e perlopiù sono impiegati della Fondazione. Il suo compito principale è quello di collaborare con il governo per ricerche."

Riley e Wilt annuirono, ben consapevoli del fatto che fosse quanto di più lontano dalla realtà, dal momento che il Nido era l'ospedale privato della Fondazione e ad uso esclusivo degli agenti sul campo e delle varie squadre tattiche.

Ma dal momento che dovevano mantenere la copertura…

Miller li accompagnò attraverso un certo numero di corridoi, fino a fermarsi davanti ad un'anonima porta grigio perla: "Ecco, questa è la stanza che il doc ha assegnato al piccole- volevo dire, a MacGyver. Signora, per qualsiasi cosa mi troverà qui fuori."

Dopo aver rivolto un cenno del capo alla Direttrice, l'agente si appoggiò con la schiena contro il muro prima di tirare fuori il proprio cellulare e digitare rapidamente alcuni tasti.

Wilt sospirò, poi bussò: "Jack? Mac? È permesso?"

Da dentro si udì un tramestio, poi la porta si aprì di scatto e sulla soglia apparve Jack, con i capelli spettinati e visibilmente umidi: "Avete fatto presto." notò lui con un sorriso, poi tese la mano verso Savannah e Sean, "Voi dovete essere i signori Bozer, è un piacere conoscervi. Mac dorme ancora ma se volete potete entrare."

Con un po' di nervosismo, la donna prese la mano del marito e seguì Jack all'interno, in una stanza ampia e luminosa, bianca, al centro della quale c'era un letto ugualmente candido e pulito; alla donna balzò il cuore in gola nel vedere l'espressione addormentata, e pacifica nonostante tutto, del figlio adottivo, che tuttavia era fin troppo pallido per i suoi gusti.

In un impeto di istinto materno, Savannah si portò al capezzale di Mac e gli passò la mano tra i capelli ancora caldi per il phon, accarezzandogli il cuoio capelluto con amore: "Angus…" sussurrò la donna con voce roca, "Va tutto bene, la mamma è qui."

Sean era tuttavia rimasto più indietro, e accanto a lui c'erano il figlio e Jack.

"Si riprenderà?"

La domanda dell'uomo non era rivolta a nessuno in particolare, ma Dalton si sentì in dovere di rispondere: "Ci vorrà ancora qualche giorno, secondo il dottor Lancelot, ma starà bene. Anche perché non accetto qualcosa di diverso.".

Il tono protettivo di Jack fece sorridere Sean, il quale alzò la testa verso l'uomo più giovane: "Angus lo diceva che eri un tipo deciso." notò.

Jack strabuzzò gli occhi: "Signore?"

"Angus… O Mac come lo chiamate voi. Ha parlato molto di te, Dalton, giusto? Vi siete conosciuti in Afghanistan, no?"

Jack non sapeva cosa pensare.

Certo, lui e Mac avevano un rapporto molto stretto, diavolo, si dovevano sposare! Ma non avrebbe mai creduto che Mac avesse parlato di lui con i genitori di Bozer, anche se erano praticamente la madre e il padre che non aveva avuto.

Si sentì onorato e quasi in imbarazzo, cosa che di rado gli accadeva.

"Sì, signore. Io e Mac ci siamo conosciuti in Afghanistan e abbiamo lavorato sempre insieme."

"Ci ha detto anche questo, Ma non per questo potrai fare a meno di chiedere la nostra benedizione."

Dalton sentì il proprio cuore fermarsi in gola.

"B-Benedizione, signore?"

Savannah alzò la testa e si rivolse verso il marito con espressione perplessa: "Sean, non ci eravamo detti di non infastidire Jack? L'avevi anche promesso a Angus."

"Savannah, pensi che lascerò che mio figlio si sposi con un uomo che non ha le palle di chiedere al padre del fidanzato la sua benedizione?"

Lo scambio di battute scatenò una serie di reazioni diverse nel gruppo: mentre Matty e Riley ridevano in un angolo, Wilt aveva gli occhi sgranati e spostava lo sguardo alternativamente prima sul padre e poi sulla madre.

Ma era Jack quello più sconvolto.

"Signore, come fa a sapere…?"

"Angus ci ha mandato una foto la mattina dopo, non credo di averlo mai visto così felice in vita mia." Savannah era raggiante: "E non ascoltare questo vecchio burbero." aggiunse lei, facendogli l'occhiolino, "È più felice di me. È solo molto protettivo."

"Spero soltanto che non lo faccia anche con me…"

"Wilt, tesoro. Non esserne così sicuro."

"Cos'è questa confusione…?"

La voce roca e confusa di Mac interruppe all'istante qualunque chiacchiera mentre Jack si precipitava accanto a Savannah per stringere la mano del fidanzato: i presenti lo videro sollevarla con infinita cura e portarsela alle labbra per baciarla, in un gesto intimo e affettuoso.

Jack poi si sporse per sistemargli meglio il cuscino dietro la testa: "Sono arrivati i tuoi." gli disse solo.

Mac sbattè più volte le palpebre, e infine riuscì a mettere a fuoco i lineamenti di Savannah accanto a Jack, la quale gli sorrideva con lo stesso amore dell'ultima videochiamata che si erano scambiati la settimana prima: "Tesoro, come ti senti?" chiese lei.

"Intontito… Jack, mi aiuteresti a mettermi seduto?"

Senza farselo dire due volte, Dalton passò le proprie braccia attorno alla vita del fidanzato e, con cura, lo sollevò come se non avesse avuto peso; tenendolo sollevato e bilanciandolo con un braccio solo, afferrò il telecomando lì vicino per alzare lo schienale del letto e, dopo che Savannah ebbe sistemato i cuscini per farlo stare più comodo, lo appoggiò sul materasso e gli drappeggiò il plaid sulle gambe.

Era molto dimagrito, notò la donna con una stretta al cuore.

"Ciao Savannah… Sean."

"È bello vederti figliolo." Sean affiancò la moglie: "Ma la prossima volta cerca di non farti dichiarare morto, il tuo vecchio non è più così giovane da reggere un simile colpo."

Con la mano di Jack che stringeva la sua, Mac annuì: "Non era mia intenzione, davvero."

"Per fortuna che c'era con te il nostro futuro genero." Savannah sorrise al figlio: "E che resti tra noi, è davvero un gran bel ragazzo." disse con un tono fin troppo alto perché non venisse sentito anche da Miller nel corridoio.

Jack sgranò gli occhi e fece per divincolarsi dalla presa, ma Mac non gli diede scampo e anzi, la mano sottile del più giovane strinse come una morsa quella dell'ex Delta: "Jack è il migliore, mamma." l'espressione determinata di Angus fece balzare il cuore in gola a Dalton, "Sono davvero fortunato ad averlo con me… Fino a quando resterete?"

"Per tutto il tempo necessario." intervenne Matty: "Ho chiesto a Jill di occuparsi di prenotare loro una stanza in albergo e finchè lo riterranno opportuno, resteranno in città."

Massaggiandosi il collo indolenzito, Mac annuì: "Grazie, Matty."

"Dovere, Biondino. Ma ora cerca di riposare ancora un po'. Savannah, Sean, che ne dite di andare a cercare il dottor Lancelot? È il medico che si sta occupando di Mac e sono sicura che ci stia aspettando."

§§§

Quando la stanza si fu del tutto svuotata tranne che per Mac e Jack, dopo che tutti avevano avuto modo di salutare e abbracciare Angus, vi cadde il silenzio.

Con la mano di Jack ancora stretta nella sua, Mac rimase qualche minuto immobile, venendo poi distratto dalle labbra del fidanzato sulla tempia, che gli posarono un bacio sui capelli morbidi; mentre le braccia di Dalton andavano a cingerli di nuovo la vita, lui si accoccolò contro il corpo robusto dell'uomo più anziano, chiuse gli occhi per bearsi meglio del calore che lo circondava.

"Futuro genero eh? Mi piace." confessò lui.

Mac grugnì: "Mi avrebbero ucciso se non glielo avessi detto per primi."

"Non mi dà fastidio. Solo, non sapevo che avrebbero reagito così."

"Savannah e Sean sono sempre stati un po' esuberanti. E protettivi. Non sai come la presero quando decisi di arruolarmi."

"Vuol dire che ci tengono a te, piccolo." Jack gli posò un bacio sulle labbra: "E sono contento di questo."

"Papà ti ha già fatto il discorsetto, come lo chiama lui?"

"Non ha finito quindi mi aspetto che torni alla carica."

Angus rise sommessamente: "Non ti inseguirà con il fucile di zio Bart. Credo."

All'improvviso, un attacco di tosse gli bloccò il respiro in gola, obbligandolo a piegarsi in due per il dolore; Jack lo sorresse con una mano mentre con l'altra frugava nel cesto metallico appeso al bordo del letto alla ricerca di qualcosa.

Dopo averlo fatto sdraiare, gli coprì naso e bocca con la maschera che aveva tirato fuori prima di pigiare il pulsante di accensione: "Respira a fondo."

Mac annuì debolmente e Jack ne vide il petto salire e scendere, seppur con qualche difficoltà: "C-Credo di non essere ancora al 100%" ammise con espressione corrucciata.

"Non devi avere fretta." il tono di Jack era un misto di rimprovero e preoccupazione: "Io sono qui e non me ne vado. Respiri profondi, piccolo."

E intanto che i polmoni si riempivano di ossigeno e il dolore a poco a poco scemava, Mac sentiva la stanchezza assalirlo, ma non la combattè: era al sicuro, poteva riposare.

E sapeva che al risveglio Jack sarebbe stato lì al suo fianco.

   
 
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