Il
sole splendeva radiosamente nel cielo quando sotto la sua luce,la
grande città di Nova,capitale della nazione più
potente della sua
epoca,si ergeva maestosamente nel mezzo di un territorio collinare e
circondata da titaniche mura di calcestruzzo,alla cui porta
principale spiccava fiera il simbolo dell'impero e delle sue
legione,la statua di una grande aquila con le ali spiegate ricoperta
di foglia d'oro,simbolo della sua gloria che si estendeva verso tutti
gli angoli del suo vasto territorio. Al suo interno si ergevano nella
loro maestosità le grandi terme di Venere,I giardini delle
della
lupa madre e il Cortile di Bellona,un immenso edificio di base
rotonda in puro calcestruzzo,al cui interno si tenevano i ludi
gladiatori, cruente esibizioni dove uomini e donne,di tutte le razze
e provenienze combattevano contro altri individui o contro mostri
esotici e rari, un luogo dove certamente il sangue macchiava l'arena
tutto l'anno e le persone godevano ad assistere a quegli spettacoli.
Ma di tutte le costruzioni della città,se non addirittura
dell'intero impero era il palazzo imperiale,un edificio la cui
estensione era così grande da formare da solo un quartiere a
se
stante in tutta la città,lo si poteva vedere da miglia e
miglia di
distanza,aveva una forma rettangolare con un tetto formato da tegole
in oro purissimo,sottratto nelle precedenti vittorie contro i nani
nelle guerre di espansione diversi secoli or sono nei territori
montani ad ovest della capitale e un rivestimento di puro marmo
bianco estratto da un giacimento dove un tempo sorgeva a sud della
capitale, ed ora ridotto ad una piana bianca e lineare,il colonnato
esterno era formato da pilastri tanto larghi che ci sarebbero voluto
venti persone per circondarne uno solo e attorno ad esse numerosi
legionari controllavano il perimetro del titanico edificio come
fedeli cani da guardia. Ma al suo interno lo spettacolo era persino
migliore, appena superata la gigantesca porta principale,fatta
interamente di bronzo e così pesante che veniva chiusa solo
in caso
di pericolo da un accurato e complesso sistema di ingranaggi e leve,
si poteva vedere dentro un mondo segreto alla maggior parte del
mondo, un complicatissimo intrico di scale e ponti di marmo
collegavano i numerosi piani all'interno della struttura,il palazzo
imperiale era dotato di centinaia di
uffici,assemblee,aule,comitati,ambasciate, un mondo intero fatto di
stanze e saloni costruiti l'una sopra l'alto e alla fine,in cima a
tutto e tutti,c'erano le due aree più inviolabili di tutto
l'impero,la sala del trono e le stanze dell'imperatore. Superato un
ampio ingresso si trovava un ampio salone ornato da sei colonne di
marmo nero,due vicino all'ingresso,due vicino al trono e due poste
vicino ai muri laterali della stanza e tra le colonne quattro spalti
di pietra,due vicino all'ingresso e due vicino al trono sedevano e
sedevano in tutto cento persone,venticinque per ogni posto a sedere
per spalto e ognuno era un membro di spicco di una delle cariche
politiche più importanti della storia dell'impero,il
senatore. Il
senato era formato dai membri di spicco di rango più alto
delle
famiglie più nobili non solo della capitale,ma anche
dell'impero,che
si erano ritrovato vicino all'uomo più potente della nazione
dopo
una lunga e ardua selezione di candidati che avevano studiato e
appreso nozione e leggi dell'intera costituzione noviana e imparato
ogni sua clausola e comma in pieno rigore legislativo,anche se vi
erano stati casi in cui alcuni potevano sedersi li dopo attente e
studiate corruzioni oppure attraverso raccomandazioni di parenti,sia
stretti che lontani all'interno dell'amministrazione statale,l'impero
non era poi così nobile e fiero come voleva farsi vedere.
Tutti i
senatori erano presenti nella stanza e la maggior parte di essi erano
umani, ma erano presenti anche: elfi,nani,mezzelfi e molte altre
razze all'interno della struttura sociale dell'impero,ognuno di loro
che non fosse umano era considerato come membro esemplare della
propria razza che rappresentavano e quindi erano veri e propri araldi
della loro gente,manifestando così la lealtà
delle culture delle
razze sotto la protezione dell'impero,sia esse parte dei territori
interni che come stati clienti. E mentre i senatori discutevano tra
di loro sulle ultime alleanze da stringere all'interno dell'assemblea
da una porta laterale posta in fondo alla sala uscì un
soldato,indossava un corazza anatomica che riproduceva perfettamente
i pettorali e gli addominali scolpiti e ornata di dettagli in
argento,sulle spalle portava un lungo mantello blu sotto alla vita
portava un gonnellino ornato dello stesso colore del mantello e ai
piedi indossava un paio di calzari di cuoio da legionario e in testa
portava un elmo con cresta verticale blu,le sue mani reggevano da una
parte lo scutum,un grosso scudo rettangolare con l'immagine di una
lupa d'argento intenta ad allattare due bambini e nell'altra mano
reggeva una lunga lancia alta quanto un uomo,mentre al fianco portava
il gladio,una spada corta dalla lama a doppio filo,arma d'ordinanza
di tutti i soldati dell'esercito imperiale,dal più umile dei
legionari alla più stimata guardia pretoriana. Ed infatti
era quello
il ruolo svolto da quel soldato,la guardia pretoriana,la guardia
scelta dell'imperatore,dove c'era una di loro c'era anche lui,questo
i senatori lo sapevano bene.
“Che
tutti i senatori si alzino in piedi,sta per fare il suo ingresso
nella sala del trono l'imperatore, Lucio Cornelio Silla.”,
Disse il
soldato con tono di voce controllato e autoriatario,data l'acustica
del salone e del rispettoso silenzio portato dai senatori. Il soldato
si tolse dalla porta accostandosi sul muro a fianco ad essa e poco
dopo n'è un individuo il cui aspetto e portamento dicevano
molto
sull'uomo che adesso tutti guardavano con un misto di rispetto e
timore reverenziale. Era un umano, alto,dai lineamenti rigidi e con
un espressione imbronciata sul viso,occhi azzurri gelidi come il
ghiaccio e un corta capigliatura bionda come grano appena reciso
conferivano un aspetto regale e maestoso alla figura dell'uomo,che
con fierezza ostentata portava una corona d'alloro in lamina d'oro
come simbolo del suo potere regale. Vestiva di una corta veste di
lino bianca senza maniche e con una spilla a forma di un piccolo
pugno chiuso a chiudere la corta veste sulla spalla,sulle spalle fin
giù a dietro le caviglie una lunga pelle di lupo grigio
gigante gli
copriva tutta la parte dietro del corpo,alla vita portava una cintura
di cuoio con una fibbia d'oro a bloccare la cinghia e poco sotto un
un gonnellino ornato con protezioni di cuoio e acciaio
lucido,lasciandogli scoperte le gambe poco sotto le cosce mostrando
così degli stivaletti bianchi con intarsi in oro e argento
che
andava fin poco sotto al ginocchio e sullo stesso veniva posto la
decorazione di una testa di leone in argento. Ma più di
tutto nella
figura dell'imperatore non era tanto il vestire,quanto piuttosto il
suo corpo,per quanto potesse essere coperto di indumenti era
chiaramente visibile la qualità più prominente
nel suo aspetto,il
suo fisico possente e maestoso. Il collo taurino,le braccia spesse
come fossero scolpite nel marmo più puro,il petto gonfio,il
ventre
piatto e duro e quella gamba che sporgeva sembrava agli occhi delle
altre persone come il grosso ramo di un olmo maturo. Era chiaro come
quell'uomo potesse mettere soggezione con un solo sguardo tutti i
presenti nel grande salone,facendo calare un silenzio di tomba tra
tutti i presenti,in confronto a tutti loro lui pareva una montagna
circondata da colline. Silla si sedette sul trono,anch'esso fatto del
marmo più nero,proprio come per le colonne e
osservò tutti i senatori con sguardo freddo e distaccato.
“
Ave
Silla, sovrano di tutti i popoli civili.”,Disse l'intero
senato
mentre tendevano un braccio verso di lui,con il palmo della mano
rivolta verso l'alto,come a voler offrire una mano amica verso il
dominatore del mondo civilizzato,per poi sedersi ai propri posti.
L'imperatore restò impassibile al senza ricambiare il
saluto,cosa
che non era tenuto a fare.
“In
questo preciso istante la ventiduesima legio Superba e stanziata poco
fuori dalle mura della città stato di Aegis,colpevole di
aver
offerto asilo alla nobile Augusta Lucilla e interferendo
così negli
affari di stato dell'impero,in caso di necessità
verrà dato
l'ordine di attaccare il piccolo stato ribelle e di annetterlo,anche
con la forza se necessario nei territori di Nova.”
“
Ciò
potrebbe considerarsi un problema nobile Silla,Aegis dispone di
possenti mura al pari di quelle della nostra capitale,per non parlare
che è difficile cingere d'assedio un simile
luogo.”,disse un umano
tra i presenti. “ I nostri strateghi collaborano con gli
ingegneri
militari per poter superare ogni difficoltà che si presenti
nel caso
di un probabile attacco, diecimila uomini addestrati al
combattimento,di cui quattromila esperti veterani, compongono la
ventiduesima e in loro appoggio trecento macchine d'assedio tra
arieti,torri d'assedio,catapulte,baliste e scorpioni vengono
trasportate e montate in questo preciso istante,se sono le mura a
preoccuparvi state pure tranquilli,cadranno come sabbia al
vento.”
Un
altro senatore intervenne nella discussione,questa volta era un
elfo,in confronto a molti altri suoi colleghi pareva ancora un
giovane uomo,nonostante avesse almeno un secolo e mezzo di vita.
“
Ciò che desta più preoccupazione non è
solo la città in se di per
se,bisogna valutare anche il fatto che all'interno della
città
vivono almeno i rappresentanti di altre tre nostre acerrime
rivali,all'interno di quelle mura vivono Ameniti,abitanti del nord e
i rifugiati dei precedenti territori argosiani,a parte quest'ultimi
dubito che le loro nazioni d'origine possano accettare la
cosa,anzi,potrebbero usare l'assedio di Aegis come scusa per
infangare e screditare le azioni dell'impero,dopo tutto abbiamo
già
avuto problemi in passato con queste due potenze.”,Molti
nell'assemblea cominciarono a discutere tra di loro di questa
eventualità,bassi borbottii e leggeri sussurri divennero ben
presto
un accesa disputa di riflessioni e scelte opposte,alcuni erano
più
moderati e preferivano un approccio più diplomatico,mentre
altri
optavano per una chiara dimostrazione di forza,cosa che nelle scelte
della politica estera noviana non mancava di certo,dato l'alto tasso
di soldati e mezzi militari in possesso dell'impero. E mentre tutti
quegli uomini considerati dotti e saggi litigavano come galline in un
pollaio l'imperatore restava fermo e impassibile,come una
sfinge,enigmatico e rigido nella sua freddezza,poi alzò una
mano
verso il soffitto,la chiuse a pugno e in un attimo la batte contro il
marmoreo bracciolo del trono,il rumore del pugno fece sobbalzare
tutti i presenti nella stanza,tale fu la forza del colpo che il botto
generato rimbombò per tutto il salone e genero un misto di
panico e
stupore in tutti coloro che avevano sentito il poderoso pugno,persino
il soldato vicino alla porta scosse nel sentire quella forza
disumana.
“Silenzio...se
dovete spettegolare come schiave alla fontana pubblica mentre lavate
i panni per i padroni allora uscite di qui e cominciate sfregare le
mani nell'acqua,siete senatori,comportatevi come
tali.”,nessun
riuscì a replicare alle parole di Silla,la forza di quel
colpo lo si
poteva ancora percepire nell'aria,come il boato di un fulmine che
squarcia il cielo e nell'aria riecheggia come una brezza leggera che
segue ad una folata improvvisa. A quel punto l'imperatore si
alzò in
piedi mostrandosi nuovamente in tutta la sua stazza e
indirizzò un
braccio verso l'intero senato mostrando a loro la mano aperta,
“ Ci
troviamo in un momento di crisi, le squadre di ricognizione ci
informano della presenza di un grande adunanza delle tribù
più
barbare e selvagge che il mondo abbia mai conosciuto,già ai
tempi
della nascita della nostra civiltà abbiamo dovuto affrontare
nemici
di ogni sorta proveniente dal freddo e inospitale nord del mondo,le
coalizioni di orchi delle grandi paludi di Melma morta ,le orde di
goblin provenienti dalla fossa mondo,per non parlare delle invasioni
guidate dai re barbari che nei secoli hanno cercato di impedire
l'avanzata delle nostre legioni,nonostante gli aurispici abbiano
visto il futuro negli innumerevoli fegati degli animali sacrificati e
gli auguri che hanno voluto interpretare il fato nel volo degli
uccelli posso dirvi adesso che il futuro e più incerto che
mai,ma
sappiate questo,io,Lucio Cornelio Silla,insignito della corona
d'alloro e sovrano indiscusso della nazione più potente che
il mondo
abbia mai visto,non vacillerò alla vista di qualche pezzente
armato
d'ascia,o ai capricci di una principessa che cerca rifugio presso
quei traditori di Aegis. Il dissenso genera disordine e il disordine
non è contemplato nel mio impero.”
Alla
fine di quelle parole la mano aperta si chiuse a pugno,mostrando
molto chiaramente il messaggio che voleva mandare con quel gesto,lui
era l'imperatore e la volontà dell'imperatore era innegabile
e non
discutibile,certamente non era un mellifluo,debole e viziato tiranno
come alcuni del passato,che erano ricordati per aver compiuto atti
terrificanti e che avevano mandato avanti altri per fare il loro
sporco lavoro. No, lui pensava a se stesso come un fiero
guerriero,alto,possente,magnifico in tutto il suo essere,lui era
ciò
che Nova avrebbe dovuto rappresentare:
forza,sicurezza,incrollabilità,fama e gloria,un immagine di
potenza
assoluta,un araldo del vero noviano per eccellenza...la
rappresentazione vivente della Virtus,in tutto e per tutto.
Abbassò
lentamente il braccio mentre il suo sguardo fissava ancora tutti i
senatori presenti nella stanza,non uno degli eminenti ed illustri
politici si era azzardato di dire qualcosa,anche il più
piccolo
soffio d'aria non osava uscire dalle loro bocche,Silla aveva ottenuto
l'effetto desiderato,obbedienza assoluta,cosa che gli riusciva molto
bene e molto spesso. “ L'ordine di tenere la città
stato di Aegis
sotto assedio resterà immutato,nel caso la nobile Augusta
Lucilla
dovesse avvicinarsi alle mura della città,verrebbe catturata
e
riportata alla Domus lucis,se invece dovesse essere avvistata e
riuscisse a entrare nella città,allora sarà
macchiata col titolo di
traditrice e trattata come una qualsiasi nemica dell'impero,questo e
il mio volere...questo e il volere di Lucio Cornelio Silla e
ricordate...”, alzò il proprio pugno verso il
soffitto e ispirando
a pieni polmoni gridò forte tre semplici parole,
“VENI
VIDI
VICI."
I
senatori si alzarono tutti insieme e imitando il gesto
dell'imperatore ripeterono le sue stesse parole. Silla avrebbe
seguito alla lettere il semplice ma efficace significato di queste
tre parole,Nova sarebbe andata,avrebbe visto e avrebbe
vinto,così
citava quell'antica locuzione in latino, Nova non avrebbe fallito nel
raggiungere i propositi di Silla, Il senato era con lui,il popolo era
con lui,l'esercito era con lui, tutto l'impero era schierato dalla
sua parte,persino in quel momento sentiva che se avesse giocato bene
le sue carte anche Fortuna,la dea bendata che segretamente e con
capriccio favoriva o danneggiava il destino degli uomini e le loro
imprese,potesse baciarlo e favorirgli non solo una gloria eterna,ma
un controllo totale del fato del suo impero,ora come ora,poteva solo
attendere l'esito delle sue decisioni. Dopo che il sovrano ebbe
espresso il suo giudizio sulla questione di Aegis e le sue parole di
incoraggiamento,o di intimidazione,a seconda di come ogni singolo
individuo avesse espresso gli ordini di Silla passarono due ore nelle
quali il senato aveva cominciato a dibattere sulle questioni
più
disparate,dalla costruzione di un nuovo acquedotto,all'allestimento
dei prossimi ludo gladiatores, i giochi che si svolgevano nel cortile
di Bellona,la più grande erena in tutto l'impero,si era
passato poi
a parlare di tasse, dei fondi da stazionare nelle casse pubbliche per
la restaurazione del quartiere degli umili, detta anche la
città dei
poveri,dove i cittadini dello strato più basso della
società viveva
e rappresentava una buona fetta della popolazione. Due ore a sentire
parlare e discutere i membri delle diverse razze e rappresentanti dei
diversi quartieri,delle diverse mansioni,dei diversi ceti sociali e
così via,poi alla fine i senatori misero fine all'ennesima
riunione
per poi essere congedati da Silla stesso e facendoli tornare alle
proprie vite private e ai propri doveri civici,scortati da un corpo
di guardie ben equipaggiate,non era poi così strano dato che
omicidi
e attentati di ogni sorta era la prassi nella politica imperiale.
Prima di tornare nelle sue stanze Silla congedò il soldato a
fianco
della porta sciogliendolo momentaneamente dal suo dovere,finalmente
solo l'imperatore poté tornare nelle sue stanze e concedersi
un
momento di tregua dai suoi obblighi verso la corona d'alloro dorata
che portava attorno alle tempie,le tante dispute all'interno del
senato,i giochi di potere dentro il suo stesso palazzo e gli
avvenimenti che si stavano compiendo non gli rendevano certo la vita
facile. Prima di tutto c'era il problema delle orde barbariche,delle
singole tribù minori non veniva resa traccia nei documenti
ufficiali
degli archivi storici imperiali e nemmeno nelle lezioni di strategia
militare,erano troppe e fin troppo piccole per costituire un problema
a se stanti,per non parlare poi delle numerose razze e sotto razze
che li componevano,il problema maggiore costituiva dalle
tribù
maggiori,tanto grandi ed estese che se non fossero state considerate
come semplici tribù allargate e vivendo come popolazioni di
tradizione nomade avrebbero anche potuto essere definite delle
piccole nazioni in continuo movimento e che adesso pareva si fossero
formate in un alleanza di razze e popoli differenti in una grande ed
estesa massa di artigli, di zanne e chissà quali altre
bestialità
che si portavano dietro,presto o tardi gli scontri sarebbero
cominciati. Ma nella sfera pubblica della società noviana
premeva
sul cuore di tutta la popolazione della capitale,la fuga di Lucilla
Augusta aveva scatenato un putiferio come pochi scandali avevano
fatto fino ad allora,una ragazza dell'alta società che aveva
fatto
giuramento di servire nella Domus Lucis,il grande tempio dedicato ad
Apollo situato sull'isola dell'alba gloriosa era il luogo di culto
più importante dell'impero a cui la splendente
divinità era
associata, un glorioso tempio situato nel mezzo di un isola,in un
mare degno della benedizioni di Nettuno,era stato profanato dalla
rottura di solenne fedeltà che una sacerdotessa potesse fare
alla
sua divinità patrona. Solo in pochi conoscevano le vicende
che
avevano condotto a quella scelta disastrosa per la giovane ragazza e
lui era uno di quelli,dato che la promessa fatta ad un
divinità
veniva infranta meritava una punizione gravissima,ma se Lucilla
avesse avuto veramente quelle visioni,se ciò che aveva detto
fossero
state le parole della divinità profetica allora non c'era
alcun
dubbio,la ricerca del grande potere che nel mondo era iniziata e
forse il fatto che la grande orda si stesse muovendo verso i confini
dell'impero non era una semplice coincidenza,la clessidra stava
facendo scivolare la sua sabbia inesorabilmente verso il basso,la
corsa al potere ultimo era iniziata. Tuttavia sapeva fin troppo bene
che era ancora presto per agire in maniera diretta e forte e
smobilitare truppe a destra e manca sarebbe stato ingiustificabile di
fronte agli occhi del senato,che per quanto singolarmente potessero
essere deboli,messi insieme formavano la colonna portante della
stessa società multiculturale e multirazziale che era
Nova,per non
parlare poi delle potenze straniere rivali dell'impero,la grande
orda avrà mandato qualcuno oltre i confini per penetrare nei
territori alla ricerca della ragazza,stessa cosa valeva per il regno
di Amenosi,il grande stato sovrano delle tempestose terre
desertiche,ufficialmente il regno di Amenosi era rimasto isolato
dalle ultime faccende del resto del mondo che riguardassero i
conflitti militari e l'espansione territoriale,era un governo ancora
aperto alle rotte commerciali e ogni tanto l'ambasciata Amenosiana
accoglieva messaggeri dal suo paese natale con la scusa di ricevere
missivedirettamente dal loro sovrano. Ma la verità era che
il regno
delle piramidi era politicamente chiuso in se stesso,gli ultimi
contatti diretti con quella civiltà fu durante le precedenti
conquiste delle città sulla costa di Temerit e
Himsa,città
commerciali che si affacciavano sul mondo e i cui porti esportavano
alcune delle merci più ricercate ed esotiche e nel tentativo
di
riprendersele il precedente faraone aveva inviato diverse armate
formate da strani umanoidi con tratti animali,alcuni sembrano un
incrocio tra umani e coccodrilli,altri erano gatti,altri ancora
sciacalli e così via,per la maggior parte molti erano
soldati di
fanteria,ma tra di loro c'erano anche imbalsamatori in grado di
risvegliare mummie,altri controllavano i movimenti della sabbia del
deserto oppure la modellavano a loro vantaggio nelle maniere
più
disparate,altri ancora erano arcieri provetti e si spostavano su
carri a due ruote trainati da grandi tori bianchi dalle lunghe corna
ricurve e ornati da paramenti d'oro. Le aspre battaglie combattute in
quei territori avevano segnato l'inizio di un conflitto che per
quanto potesse considerarsi terminato era ben lungi dall'essere
dimenticato e quindi le grandi potenze si guardavano ancora con
sospetto. Se l'intervento dei barbari del nord coincidesse con la
fuga della giovane principessa era probabile che anche le spie
provenienti dai confini più sabbiosi di Nova si erano
infiltrate
all'interno dei territori Noviani e non era poi così strano
includere lo stesso palazzo imperiale ricolmo di spie straniere,c'era
da ammettere che le fazioni in gioco all'interno di questa faccenda
erano certamente tra le potenze più grandi della loro epoca.
Silla
superò uno stretto e lungo corridoio con una sola ed unica
porta
situata in fondo allo stesso,sui muri ai lati erano presenti dei
busti di bronzo dei più grandi personaggi della storia
dell'impero
come grandi politici e famosi condottieri,eroi
dell'antichità e
imperatori straordinari,tutti li presenti in quelle forme artefatte
che riprendevano in pieno le forme dei loro visi alla perfezione,non
come personaggi appartenenti al mito come Ercole o Achille,ma come
uomini mortali,le cui imperfezioni erano ben visibili sulle forme
bronzee e ben lavorate,a ricordare a uomini come Silla che coloro che
fecero grande Nova non furono fatte da coloro il cui destino era
già
scritto,ma da individui che dovettero passare mille pericoli e
altrettante sfortune per giungere alla gloria che si erano meritati e
che il loro esempio potesse ispirare sempre il buon esempio in coloro
che avevano l'onore e l'onere di governare su un territorio
così
vasto. Silla li osservò quasi con noncuranza dato che ormai
li
vedeva tutte le volte che doveva passare da li arrivando alla porta
senza la sensazione di quegli sguardi metallici che metaforicamente
si posavano sulle ambizioni di Silla,Aprì la porta e si
ritrovò
nelle sue stanze personali,gli interni erano decorati con uno strato
di rosso scuro su cui erano poi state dipinti degli affreschi
raffiguranti scene di vita bucolica accompagnate da maestose marce di
soldati in fila che con orgoglio portavano con se l'insegna
dell'aquila dorata,animale fiero,dal cuore saldo e lo spirito
puro,animale sacro a Giove, o Iupiter Maximus se si voleva usare il
latino,animale sacro al sovrano olimpico e simbolo dell'impero nel
mondo conosciuto. Girando ancora con lo sguardo si poteva notare un
altro grande affresco su di un altro muro,la scena raffigurata
stavolta rappresentava una foresta nella quale si faceva spazio,nel
mezzo di quegli alberi dalle fronde verde smeraldo,l'antro di una
caverna dentro la quale una grande lupa dal pelo bianco come la neve
allattava al seno due infanti,Romolus e remus, i leggendari fondatori
della città di Nova,era una scena che al popolo piaceva
molto
ricordare,dava loro un senso di orgoglio nell'avere origini tanto
umili e nel caso di Silla,gli rammentava che ogni grande conquista
necessitava di impegno, volontà e se necessario anche della
violenza,in fondo Nova non aveva raggiunto la sua attuale gloria con
meri atti di bontà. Silla chiuse la porta dietro di se e si
tolse la
corona dal capo per poi posarla su di un basso mobile vicino al
letto,che era tanto grande per contenere tutta la sua grandezza
fisica. Si spogliò dei suoi indumenti e li
collocò su sostegni
appositamente fatto per ogni parte di quel complesso e lussuosissimo
vestiario,rimanendo infine solo con indosso il subligaculum,una sorta
di pantaloncino di cotone aderente,che riduceva al minimo
l'immaginazione di chi avesse visto l'imperatore in quello stato. I
muscoli grossi e sodi sembravano scolpiti da un dio in persona mentre
diverse cicatrici percorrevano diversi punti del corpo,ogni segno su
quella pelle tonica ed energica era il segno di uno scontro
importante,il simbolo di una sbavatura che lo avrebbe seguito a vita
e ognuna di esse era parte di uno scontro importante,di una vicenda
personale e di glorie passate,ognuna inferta da qualsiasi genere di
creatura che avesse mai affrontato,i pesanti martelli dei nani,le
frecce acuminate degli elfi,le macchinazioni e l'ingegno degli
umani,per non parlare poi della sfilza di mostri come
centauri,minotauri,eserciti di orchi,agguati di goblin e tanti altri
ancora,sarebbe dovuto morire moltissime volte e invece era ancora
li,pronto a dimostrare che Lucio Cornelio Silla poteva essere l'uomo
più potente della sua epoca e quella situazione era
ciò che
aspettava per dimostrarlo. Mentre si dirigeva verso un altra porta
che dava su di un grande balcone esterno il leggero sibilo di una
brezza giocosa passava vicino al suo orecchio,il suo corpo si
irrigidì immediatamente e si bloccò nel mezzo
della stanza,mentre i
suoi occhi continuavano a puntare davanti a lui,i muscoli delle gambe
erano tesi e le sue mani erano aperte mentre le punta delle dita
erano rivolte in basso. Un secondo soffio passò alla sua
sinistra,gli toccò appena il collo e lasciandogli un
graffietto
appena visibile sulla pelle,ma lui restava ancora fermo,poi un terzo
soffio e questa volta più forte proveniente da sopra la
testa e a
quel punto Silla reagì,le sue grosse braccia si mossero ad
una
velocità sovrumana afferrando in due punti differenti
qualcosa a
mezz'aria. A prima vista sembrava che non ci fosse nulla,eppure le
sue mani tastavano qualcosa di solido e allo stesso tempo
morbido.“Per quante volte ancora vuoi provare ad uccidermi
razza di
stupida? Sai bene che posso spezzarti quando voglio.”,Disse
Silla
mentre la si rivolgeva al suo aggressore invisibile,poco alla volta
una figura prese visibilità e il suo vero aspetto
tornò alla
normalità,era magra e dalle sue forme curve e aggraziate era
evidente che fosse una donna,aveva lunghi capelli neri e i suoi occhi
erano rosso sangue,la sua pelle era nera come l'ossidiana mentre due
orecchie da elfo spuntavano ai lati della testa e un bavaglio nero
gli copriva la parte del volto che andava da setto nasale fino al
collo,sotto portava un corpetto di cuoio nero e lunghi guanti di
pelle dello stesso colore. Più sotto una sottile cintura di
pelo
grigia stringeva in vita l'orlo di un lungo e sottile pantalone di
cuoio nero e indossava bassi stivaletti di pelo,anch'essi neri. Il
suo sguardo di fuoco si posava sugli occhi glaciali dell'imperatore
mentre la sua gola e il polso della mano che reggeva un corta lama
venivano stritolato allo stesso modo di cui un gigante stritolava un
contadino,le mani di Silla parevano due morse di ferro dalla quale
non sembrava esserci scampo se non che lui la lanciò via e
la vide
fare una capriola al suolo,cosa che le impedì un rovinoso
contatto
col suolo. Lei si riprese dalla forte presa di lui e lo
guardò
dritto negli occhi con lo sguardo iniettato di sangue,al limite
dell'odio,nello sguardo della donna si poteva leggera una profonda
rabbia verso L'imperatore.
“
Che
notizie giungono dal mio generale? ”,Disse Silla in maniera
autoritaria.
“
La
ventiduesima continua a tenere d'assedio la città e nel
mentre il
tuo generale cerca un punto debole nelle mura di Aegis, pare che
qualche giorno fa un manipolo di soldati abbia intravisto la tua cara
ragazzina accompagnata da un elfo e un nano,hanno provato a
catturarli ma molti soldati sono caduti sotto le frecce dell'elfo e i
colpi del nano non sono stati di meno.”,disse lei con tono
sommesso,ma si sentiva abbastanza chiaramente che cercava di
trattenere la furia omicida che la pervadeva.
“
Abbiamo
informazioni su
questi due soggetti?”
“
Non
ancora,le mie spie stanno consultando i loro informatori,ma e
probabile che entrambi siano esperti del loro mestiere e c'è
anche
un ultima novità riguardo alla città di Aegis,il
mago ha deciso di
parlare con il tuo generale nel tentativo di evitare un scontro,pare
che sia pronto a rivelare informazioni preziose riguardo al
Demiurgo.”
A
quella notizia Silla non poté fare altro che restare in un
controllato silenzio,se ciò che la sua attentatrice
corrispondeva a
realtà ciò stava a voler dire una sola cosa,che
la situazione era
più grave di quanto si potesse immaginare,se era
quell'individuo a
voler rivelare delle informazioni così riservate non sarebbe
stato
lui a dirgli di no,ma era meglio non sottovalutare la cosa,infondo
non sapeva ancora nulla su ciò che aveva intenzione di
dirgli e
ovviamente credere che il Demiurgo potesse essere già a
portata di
mano era pura ingenuità e di certo lui non sarebbe cascato
nelle sue
stesse fantasie.
“
In
tal caso il mio generale saprà come gestire questa
evenienza, se
quel vecchio ha deciso di farsi avanti con delle informazioni che
parli pure, ma resta pur sempre un mio nemico ed è meglio
agire con
prudenza,se si è rifugiato ad Aegis e la principessa e
diretta in
quel luogo c'è un sola spiegazione logica,lui sa qualcosa
che a noi
sfugge. Per il momento aspettiamo,agire di impulso non ci
servirà a
nulla ed ora va,tieniti pronta per quando avrò bisogno di
te.”
La
ragazza si girò e si incamminò verso il
balcone,mentre nello stesso
istante la sua figura snella ed atletica tornò poco alla
volta
invisibile. Si fermò un attimo e la sua occhi si girarono in
direzione dell'imperatore.
“Io
vado,ma ricordati o potente conquistatore,potrai avermi
sconfitta,potrai anche aver sottomesso la mia gente,ma attento,uno di
questi giorni potresti morire in qualsiasi momento,affogato nelle
terme,mangiare del cibo avvelenato,cadere giù dalle
scale,colpito
accidentalmente durante una battuta di caccia,se c'è
qualcosa che ho
imparato sulla morte e che essa colpisce in maniera inaspettata...io
lo so bene.”
Silla
rimase impassibile di fronte a quella minaccia e l'unica cosa che
fece e allungare la sua mano verso di lei e poi stringerla a pugno
mostrando il braccio gonfio di forza fisica.
“
E
tu ricordati elfa delle ombre,se mai dovessi morire sappi che non
sarà mai per mano tua ne di altra lama che si nasconde nelle
tenebre,i tuoi metodi rispecchiano la tua natura,vile ed empia,un
vero dominatore affronta la morte guardandola negli occhi,non si
nasconde aspettando il momento più opportuno ne usa bassezze
in uno
scontro leale,tu questo non puoi capirlo,perché non hai mai
stretto
il tuo destino nelle tue mani,ci vuole forza per emergere e
ribellarsi ai capricci della sorte,no Filora, tu non puoi capire,a
impugnare una lama sono bravi tutti,ma solo pochi possono stringere
il fato nel proprio pugno e io sono uno di loro. Usa pure tutti i
trucchi che conosci,ma i miei pugni colpiranno ancor prima che tu
possa riuscire nei tuoi intenti...è una promessa.”
Le
parole dell'imperatore giunsero alle orecchie dell'elfa come una
chiara sfida al suo desiderio di morte verso di lui,prima di vederla
scomparire notò per l'ultima volta i suoi occhi rossi come
il
sangue,quello non era uno semplice sguardo ricolmo di
rabbia,no,quello era odio puro. Lei scomparve dalla sua vista e non
la sentì nella stanza,tornò con la mente al suo
desiderio di andare
sul balcone,come sempre si sarebbe soffermato sul cornicione e
avrebbe osservato dall'alto la capitale,la sua capitale,dalla quale
comandava un vasto territorio che comprendeva centinaia
civiltà e
altrettante armate,meraviglie di ogni sorta,artificiali o naturali
che fossero esistevano sotto il controllo dell'aquila dorata, Lucio
Cornelio Silla avrebbe stretto il Demiurgo nelle sue mani e solo
allora avrebbe raggiunto i suoi scopi, Veni Vidi Vici non era solo
una locuzione,era il suo credo più profondo.
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