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Autore: Dioni    09/07/2020    1 recensioni
In un mondo di eroi,mostri,uomini e dei,dove immense nazioni si fanno guerra per la supremazia,Milziade,un uomo dalle mille professioni e abile combattente viene contattato da Lucilla,una giovane sacerdotessa di Apollo per scortarla fino alla città-stato di Aegis,dove sa di poter trovare rifugio dalle grinfie di Nova,l'impero che lui legioni si spandono sempre più per posare il vessillo della'aquila dorata su nuove terre e su nuove razze e dal suo imperatore,Lucio Cornelio Silla,il segreto per la quale la ragazza e perseguitata,intrecciando così il suo destino con quello del mercenario,trascinandolo in un avventura che li porterà alla ricerca di un antichissimo potere,pari forse a quello degli dei stessi e che nelle mani sbagliate può cambiare il destino del loro mondo per sempre.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il sole splendeva radiosamente nel cielo quando sotto la sua luce,la grande città di Nova,capitale della nazione più potente della sua epoca,si ergeva maestosamente nel mezzo di un territorio collinare e circondata da titaniche mura di calcestruzzo,alla cui porta principale spiccava fiera il simbolo dell'impero e delle sue legione,la statua di una grande aquila con le ali spiegate ricoperta di foglia d'oro,simbolo della sua gloria che si estendeva verso tutti gli angoli del suo vasto territorio. Al suo interno si ergevano nella loro maestosità le grandi terme di Venere,I giardini delle della lupa madre e il Cortile di Bellona,un immenso edificio di base rotonda in puro calcestruzzo,al cui interno si tenevano i ludi gladiatori, cruente esibizioni dove uomini e donne,di tutte le razze e provenienze combattevano contro altri individui o contro mostri esotici e rari, un luogo dove certamente il sangue macchiava l'arena tutto l'anno e le persone godevano ad assistere a quegli spettacoli. Ma di tutte le costruzioni della città,se non addirittura dell'intero impero era il palazzo imperiale,un edificio la cui estensione era così grande da formare da solo un quartiere a se stante in tutta la città,lo si poteva vedere da miglia e miglia di distanza,aveva una forma rettangolare con un tetto formato da tegole in oro purissimo,sottratto nelle precedenti vittorie contro i nani nelle guerre di espansione diversi secoli or sono nei territori montani ad ovest della capitale e un rivestimento di puro marmo bianco estratto da un giacimento dove un tempo sorgeva a sud della capitale, ed ora ridotto ad una piana bianca e lineare,il colonnato esterno era formato da pilastri tanto larghi che ci sarebbero voluto venti persone per circondarne uno solo e attorno ad esse numerosi legionari controllavano il perimetro del titanico edificio come fedeli cani da guardia. Ma al suo interno lo spettacolo era persino migliore, appena superata la gigantesca porta principale,fatta interamente di bronzo e così pesante che veniva chiusa solo in caso di pericolo da un accurato e complesso sistema di ingranaggi e leve, si poteva vedere dentro un mondo segreto alla maggior parte del mondo, un complicatissimo intrico di scale e ponti di marmo collegavano i numerosi piani all'interno della struttura,il palazzo imperiale era dotato di centinaia di uffici,assemblee,aule,comitati,ambasciate, un mondo intero fatto di stanze e saloni costruiti l'una sopra l'alto e alla fine,in cima a tutto e tutti,c'erano le due aree più inviolabili di tutto l'impero,la sala del trono e le stanze dell'imperatore. Superato un ampio ingresso si trovava un ampio salone ornato da sei colonne di marmo nero,due vicino all'ingresso,due vicino al trono e due poste vicino ai muri laterali della stanza e tra le colonne quattro spalti di pietra,due vicino all'ingresso e due vicino al trono sedevano e sedevano in tutto cento persone,venticinque per ogni posto a sedere per spalto e ognuno era un membro di spicco di una delle cariche politiche più importanti della storia dell'impero,il senatore. Il senato era formato dai membri di spicco di rango più alto delle famiglie più nobili non solo della capitale,ma anche dell'impero,che si erano ritrovato vicino all'uomo più potente della nazione dopo una lunga e ardua selezione di candidati che avevano studiato e appreso nozione e leggi dell'intera costituzione noviana e imparato ogni sua clausola e comma in pieno rigore legislativo,anche se vi erano stati casi in cui alcuni potevano sedersi li dopo attente e studiate corruzioni oppure attraverso raccomandazioni di parenti,sia stretti che lontani all'interno dell'amministrazione statale,l'impero non era poi così nobile e fiero come voleva farsi vedere. Tutti i senatori erano presenti nella stanza e la maggior parte di essi erano umani, ma erano presenti anche: elfi,nani,mezzelfi e molte altre razze all'interno della struttura sociale dell'impero,ognuno di loro che non fosse umano era considerato come membro esemplare della propria razza che rappresentavano e quindi erano veri e propri araldi della loro gente,manifestando così la lealtà delle culture delle razze sotto la protezione dell'impero,sia esse parte dei territori interni che come stati clienti. E mentre i senatori discutevano tra di loro sulle ultime alleanze da stringere all'interno dell'assemblea da una porta laterale posta in fondo alla sala uscì un soldato,indossava un corazza anatomica che riproduceva perfettamente i pettorali e gli addominali scolpiti e ornata di dettagli in argento,sulle spalle portava un lungo mantello blu sotto alla vita portava un gonnellino ornato dello stesso colore del mantello e ai piedi indossava un paio di calzari di cuoio da legionario e in testa portava un elmo con cresta verticale blu,le sue mani reggevano da una parte lo scutum,un grosso scudo rettangolare con l'immagine di una lupa d'argento intenta ad allattare due bambini e nell'altra mano reggeva una lunga lancia alta quanto un uomo,mentre al fianco portava il gladio,una spada corta dalla lama a doppio filo,arma d'ordinanza di tutti i soldati dell'esercito imperiale,dal più umile dei legionari alla più stimata guardia pretoriana. Ed infatti era quello il ruolo svolto da quel soldato,la guardia pretoriana,la guardia scelta dell'imperatore,dove c'era una di loro c'era anche lui,questo i senatori lo sapevano bene.

Che tutti i senatori si alzino in piedi,sta per fare il suo ingresso nella sala del trono l'imperatore, Lucio Cornelio Silla.”, Disse il soldato con tono di voce controllato e autoriatario,data l'acustica del salone e del rispettoso silenzio portato dai senatori. Il soldato si tolse dalla porta accostandosi sul muro a fianco ad essa e poco dopo n'è un individuo il cui aspetto e portamento dicevano molto sull'uomo che adesso tutti guardavano con un misto di rispetto e timore reverenziale. Era un umano, alto,dai lineamenti rigidi e con un espressione imbronciata sul viso,occhi azzurri gelidi come il ghiaccio e un corta capigliatura bionda come grano appena reciso conferivano un aspetto regale e maestoso alla figura dell'uomo,che con fierezza ostentata portava una corona d'alloro in lamina d'oro come simbolo del suo potere regale. Vestiva di una corta veste di lino bianca senza maniche e con una spilla a forma di un piccolo pugno chiuso a chiudere la corta veste sulla spalla,sulle spalle fin giù a dietro le caviglie una lunga pelle di lupo grigio gigante gli copriva tutta la parte dietro del corpo,alla vita portava una cintura di cuoio con una fibbia d'oro a bloccare la cinghia e poco sotto un un gonnellino ornato con protezioni di cuoio e acciaio lucido,lasciandogli scoperte le gambe poco sotto le cosce mostrando così degli stivaletti bianchi con intarsi in oro e argento che andava fin poco sotto al ginocchio e sullo stesso veniva posto la decorazione di una testa di leone in argento. Ma più di tutto nella figura dell'imperatore non era tanto il vestire,quanto piuttosto il suo corpo,per quanto potesse essere coperto di indumenti era chiaramente visibile la qualità più prominente nel suo aspetto,il suo fisico possente e maestoso. Il collo taurino,le braccia spesse come fossero scolpite nel marmo più puro,il petto gonfio,il ventre piatto e duro e quella gamba che sporgeva sembrava agli occhi delle altre persone come il grosso ramo di un olmo maturo. Era chiaro come quell'uomo potesse mettere soggezione con un solo sguardo tutti i presenti nel grande salone,facendo calare un silenzio di tomba tra tutti i presenti,in confronto a tutti loro lui pareva una montagna circondata da colline. Silla si sedette sul trono,anch'esso fatto del marmo più nero,proprio come per le colonne e osservò tutti i senatori con sguardo freddo e distaccato.

Ave Silla, sovrano di tutti i popoli civili.”,Disse l'intero senato mentre tendevano un braccio verso di lui,con il palmo della mano rivolta verso l'alto,come a voler offrire una mano amica verso il dominatore del mondo civilizzato,per poi sedersi ai propri posti. L'imperatore restò impassibile al senza ricambiare il saluto,cosa che non era tenuto a fare.

In questo preciso istante la ventiduesima legio Superba e stanziata poco fuori dalle mura della città stato di Aegis,colpevole di aver offerto asilo alla nobile Augusta Lucilla e interferendo così negli affari di stato dell'impero,in caso di necessità verrà dato l'ordine di attaccare il piccolo stato ribelle e di annetterlo,anche con la forza se necessario nei territori di Nova.”

Ciò potrebbe considerarsi un problema nobile Silla,Aegis dispone di possenti mura al pari di quelle della nostra capitale,per non parlare che è difficile cingere d'assedio un simile luogo.”,disse un umano tra i presenti. “ I nostri strateghi collaborano con gli ingegneri militari per poter superare ogni difficoltà che si presenti nel caso di un probabile attacco, diecimila uomini addestrati al combattimento,di cui quattromila esperti veterani, compongono la ventiduesima e in loro appoggio trecento macchine d'assedio tra arieti,torri d'assedio,catapulte,baliste e scorpioni vengono trasportate e montate in questo preciso istante,se sono le mura a preoccuparvi state pure tranquilli,cadranno come sabbia al vento.”

Un altro senatore intervenne nella discussione,questa volta era un elfo,in confronto a molti altri suoi colleghi pareva ancora un giovane uomo,nonostante avesse almeno un secolo e mezzo di vita. “ Ciò che desta più preoccupazione non è solo la città in se di per se,bisogna valutare anche il fatto che all'interno della città vivono almeno i rappresentanti di altre tre nostre acerrime rivali,all'interno di quelle mura vivono Ameniti,abitanti del nord e i rifugiati dei precedenti territori argosiani,a parte quest'ultimi dubito che le loro nazioni d'origine possano accettare la cosa,anzi,potrebbero usare l'assedio di Aegis come scusa per infangare e screditare le azioni dell'impero,dopo tutto abbiamo già avuto problemi in passato con queste due potenze.”,Molti nell'assemblea cominciarono a discutere tra di loro di questa eventualità,bassi borbottii e leggeri sussurri divennero ben presto un accesa disputa di riflessioni e scelte opposte,alcuni erano più moderati e preferivano un approccio più diplomatico,mentre altri optavano per una chiara dimostrazione di forza,cosa che nelle scelte della politica estera noviana non mancava di certo,dato l'alto tasso di soldati e mezzi militari in possesso dell'impero. E mentre tutti quegli uomini considerati dotti e saggi litigavano come galline in un pollaio l'imperatore restava fermo e impassibile,come una sfinge,enigmatico e rigido nella sua freddezza,poi alzò una mano verso il soffitto,la chiuse a pugno e in un attimo la batte contro il marmoreo bracciolo del trono,il rumore del pugno fece sobbalzare tutti i presenti nella stanza,tale fu la forza del colpo che il botto generato rimbombò per tutto il salone e genero un misto di panico e stupore in tutti coloro che avevano sentito il poderoso pugno,persino il soldato vicino alla porta scosse nel sentire quella forza disumana.

Silenzio...se dovete spettegolare come schiave alla fontana pubblica mentre lavate i panni per i padroni allora uscite di qui e cominciate sfregare le mani nell'acqua,siete senatori,comportatevi come tali.”,nessun riuscì a replicare alle parole di Silla,la forza di quel colpo lo si poteva ancora percepire nell'aria,come il boato di un fulmine che squarcia il cielo e nell'aria riecheggia come una brezza leggera che segue ad una folata improvvisa. A quel punto l'imperatore si alzò in piedi mostrandosi nuovamente in tutta la sua stazza e indirizzò un braccio verso l'intero senato mostrando a loro la mano aperta, “ Ci troviamo in un momento di crisi, le squadre di ricognizione ci informano della presenza di un grande adunanza delle tribù più barbare e selvagge che il mondo abbia mai conosciuto,già ai tempi della nascita della nostra civiltà abbiamo dovuto affrontare nemici di ogni sorta proveniente dal freddo e inospitale nord del mondo,le coalizioni di orchi delle grandi paludi di Melma morta ,le orde di goblin provenienti dalla fossa mondo,per non parlare delle invasioni guidate dai re barbari che nei secoli hanno cercato di impedire l'avanzata delle nostre legioni,nonostante gli aurispici abbiano visto il futuro negli innumerevoli fegati degli animali sacrificati e gli auguri che hanno voluto interpretare il fato nel volo degli uccelli posso dirvi adesso che il futuro e più incerto che mai,ma sappiate questo,io,Lucio Cornelio Silla,insignito della corona d'alloro e sovrano indiscusso della nazione più potente che il mondo abbia mai visto,non vacillerò alla vista di qualche pezzente armato d'ascia,o ai capricci di una principessa che cerca rifugio presso quei traditori di Aegis. Il dissenso genera disordine e il disordine non è contemplato nel mio impero.”

Alla fine di quelle parole la mano aperta si chiuse a pugno,mostrando molto chiaramente il messaggio che voleva mandare con quel gesto,lui era l'imperatore e la volontà dell'imperatore era innegabile e non discutibile,certamente non era un mellifluo,debole e viziato tiranno come alcuni del passato,che erano ricordati per aver compiuto atti terrificanti e che avevano mandato avanti altri per fare il loro sporco lavoro. No, lui pensava a se stesso come un fiero guerriero,alto,possente,magnifico in tutto il suo essere,lui era ciò che Nova avrebbe dovuto rappresentare: forza,sicurezza,incrollabilità,fama e gloria,un immagine di potenza assoluta,un araldo del vero noviano per eccellenza...la rappresentazione vivente della Virtus,in tutto e per tutto. Abbassò lentamente il braccio mentre il suo sguardo fissava ancora tutti i senatori presenti nella stanza,non uno degli eminenti ed illustri politici si era azzardato di dire qualcosa,anche il più piccolo soffio d'aria non osava uscire dalle loro bocche,Silla aveva ottenuto l'effetto desiderato,obbedienza assoluta,cosa che gli riusciva molto bene e molto spesso. “ L'ordine di tenere la città stato di Aegis sotto assedio resterà immutato,nel caso la nobile Augusta Lucilla dovesse avvicinarsi alle mura della città,verrebbe catturata e riportata alla Domus lucis,se invece dovesse essere avvistata e riuscisse a entrare nella città,allora sarà macchiata col titolo di traditrice e trattata come una qualsiasi nemica dell'impero,questo e il mio volere...questo e il volere di Lucio Cornelio Silla e ricordate...”, alzò il proprio pugno verso il soffitto e ispirando a pieni polmoni gridò forte tre semplici parole, 

“VENI VIDI VICI."

 I senatori si alzarono tutti insieme e imitando il gesto dell'imperatore ripeterono le sue stesse parole. Silla avrebbe seguito alla lettere il semplice ma efficace significato di queste tre parole,Nova sarebbe andata,avrebbe visto e avrebbe vinto,così citava quell'antica locuzione in latino, Nova non avrebbe fallito nel raggiungere i propositi di Silla, Il senato era con lui,il popolo era con lui,l'esercito era con lui, tutto l'impero era schierato dalla sua parte,persino in quel momento sentiva che se avesse giocato bene le sue carte anche Fortuna,la dea bendata che segretamente e con capriccio favoriva o danneggiava il destino degli uomini e le loro imprese,potesse baciarlo e favorirgli non solo una gloria eterna,ma un controllo totale del fato del suo impero,ora come ora,poteva solo attendere l'esito delle sue decisioni. Dopo che il sovrano ebbe espresso il suo giudizio sulla questione di Aegis e le sue parole di incoraggiamento,o di intimidazione,a seconda di come ogni singolo individuo avesse espresso gli ordini di Silla passarono due ore nelle quali il senato aveva cominciato a dibattere sulle questioni più disparate,dalla costruzione di un nuovo acquedotto,all'allestimento dei prossimi ludo gladiatores, i giochi che si svolgevano nel cortile di Bellona,la più grande erena in tutto l'impero,si era passato poi a parlare di tasse, dei fondi da stazionare nelle casse pubbliche per la restaurazione del quartiere degli umili, detta anche la città dei poveri,dove i cittadini dello strato più basso della società viveva e rappresentava una buona fetta della popolazione. Due ore a sentire parlare e discutere i membri delle diverse razze e rappresentanti dei diversi quartieri,delle diverse mansioni,dei diversi ceti sociali e così via,poi alla fine i senatori misero fine all'ennesima riunione per poi essere congedati da Silla stesso e facendoli tornare alle proprie vite private e ai propri doveri civici,scortati da un corpo di guardie ben equipaggiate,non era poi così strano dato che omicidi e attentati di ogni sorta era la prassi nella politica imperiale. Prima di tornare nelle sue stanze Silla congedò il soldato a fianco della porta sciogliendolo momentaneamente dal suo dovere,finalmente solo l'imperatore poté tornare nelle sue stanze e concedersi un momento di tregua dai suoi obblighi verso la corona d'alloro dorata che portava attorno alle tempie,le tante dispute all'interno del senato,i giochi di potere dentro il suo stesso palazzo e gli avvenimenti che si stavano compiendo non gli rendevano certo la vita facile. Prima di tutto c'era il problema delle orde barbariche,delle singole tribù minori non veniva resa traccia nei documenti ufficiali degli archivi storici imperiali e nemmeno nelle lezioni di strategia militare,erano troppe e fin troppo piccole per costituire un problema a se stanti,per non parlare poi delle numerose razze e sotto razze che li componevano,il problema maggiore costituiva dalle tribù maggiori,tanto grandi ed estese che se non fossero state considerate come semplici tribù allargate e vivendo come popolazioni di tradizione nomade avrebbero anche potuto essere definite delle piccole nazioni in continuo movimento e che adesso pareva si fossero formate in un alleanza di razze e popoli differenti in una grande ed estesa massa di artigli, di zanne e chissà quali altre bestialità che si portavano dietro,presto o tardi gli scontri sarebbero cominciati. Ma nella sfera pubblica della società noviana premeva sul cuore di tutta la popolazione della capitale,la fuga di Lucilla Augusta aveva scatenato un putiferio come pochi scandali avevano fatto fino ad allora,una ragazza dell'alta società che aveva fatto giuramento di servire nella Domus Lucis,il grande tempio dedicato ad Apollo situato sull'isola dell'alba gloriosa era il luogo di culto più importante dell'impero a cui la splendente divinità era associata, un glorioso tempio situato nel mezzo di un isola,in un mare degno della benedizioni di Nettuno,era stato profanato dalla rottura di solenne fedeltà che una sacerdotessa potesse fare alla sua divinità patrona. Solo in pochi conoscevano le vicende che avevano condotto a quella scelta disastrosa per la giovane ragazza e lui era uno di quelli,dato che la promessa fatta ad un divinità veniva infranta meritava una punizione gravissima,ma se Lucilla avesse avuto veramente quelle visioni,se ciò che aveva detto fossero state le parole della divinità profetica allora non c'era alcun dubbio,la ricerca del grande potere che nel mondo era iniziata e forse il fatto che la grande orda si stesse muovendo verso i confini dell'impero non era una semplice coincidenza,la clessidra stava facendo scivolare la sua sabbia inesorabilmente verso il basso,la corsa al potere ultimo era iniziata. Tuttavia sapeva fin troppo bene che era ancora presto per agire in maniera diretta e forte e smobilitare truppe a destra e manca sarebbe stato ingiustificabile di fronte agli occhi del senato,che per quanto singolarmente potessero essere deboli,messi insieme formavano la colonna portante della stessa società multiculturale e multirazziale che era Nova,per non parlare poi delle potenze straniere rivali dell'impero,la grande orda avrà mandato qualcuno oltre i confini per penetrare nei territori alla ricerca della ragazza,stessa cosa valeva per il regno di Amenosi,il grande stato sovrano delle tempestose terre desertiche,ufficialmente il regno di Amenosi era rimasto isolato dalle ultime faccende del resto del mondo che riguardassero i conflitti militari e l'espansione territoriale,era un governo ancora aperto alle rotte commerciali e ogni tanto l'ambasciata Amenosiana accoglieva messaggeri dal suo paese natale con la scusa di ricevere missivedirettamente dal loro sovrano. Ma la verità era che il regno delle piramidi era politicamente chiuso in se stesso,gli ultimi contatti diretti con quella civiltà fu durante le precedenti conquiste delle città sulla costa di Temerit e Himsa,città commerciali che si affacciavano sul mondo e i cui porti esportavano alcune delle merci più ricercate ed esotiche e nel tentativo di riprendersele il precedente faraone aveva inviato diverse armate formate da strani umanoidi con tratti animali,alcuni sembrano un incrocio tra umani e coccodrilli,altri erano gatti,altri ancora sciacalli e così via,per la maggior parte molti erano soldati di fanteria,ma tra di loro c'erano anche imbalsamatori in grado di risvegliare mummie,altri controllavano i movimenti della sabbia del deserto oppure la modellavano a loro vantaggio nelle maniere più disparate,altri ancora erano arcieri provetti e si spostavano su carri a due ruote trainati da grandi tori bianchi dalle lunghe corna ricurve e ornati da paramenti d'oro. Le aspre battaglie combattute in quei territori avevano segnato l'inizio di un conflitto che per quanto potesse considerarsi terminato era ben lungi dall'essere dimenticato e quindi le grandi potenze si guardavano ancora con sospetto. Se l'intervento dei barbari del nord coincidesse con la fuga della giovane principessa era probabile che anche le spie provenienti dai confini più sabbiosi di Nova si erano infiltrate all'interno dei territori Noviani e non era poi così strano includere lo stesso palazzo imperiale ricolmo di spie straniere,c'era da ammettere che le fazioni in gioco all'interno di questa faccenda erano certamente tra le potenze più grandi della loro epoca. Silla superò uno stretto e lungo corridoio con una sola ed unica porta situata in fondo allo stesso,sui muri ai lati erano presenti dei busti di bronzo dei più grandi personaggi della storia dell'impero come grandi politici e famosi condottieri,eroi dell'antichità e imperatori straordinari,tutti li presenti in quelle forme artefatte che riprendevano in pieno le forme dei loro visi alla perfezione,non come personaggi appartenenti al mito come Ercole o Achille,ma come uomini mortali,le cui imperfezioni erano ben visibili sulle forme bronzee e ben lavorate,a ricordare a uomini come Silla che coloro che fecero grande Nova non furono fatte da coloro il cui destino era già scritto,ma da individui che dovettero passare mille pericoli e altrettante sfortune per giungere alla gloria che si erano meritati e che il loro esempio potesse ispirare sempre il buon esempio in coloro che avevano l'onore e l'onere di governare su un territorio così vasto. Silla li osservò quasi con noncuranza dato che ormai li vedeva tutte le volte che doveva passare da li arrivando alla porta senza la sensazione di quegli sguardi metallici che metaforicamente si posavano sulle ambizioni di Silla,Aprì la porta e si ritrovò nelle sue stanze personali,gli interni erano decorati con uno strato di rosso scuro su cui erano poi state dipinti degli affreschi raffiguranti scene di vita bucolica accompagnate da maestose marce di soldati in fila che con orgoglio portavano con se l'insegna dell'aquila dorata,animale fiero,dal cuore saldo e lo spirito puro,animale sacro a Giove, o Iupiter Maximus se si voleva usare il latino,animale sacro al sovrano olimpico e simbolo dell'impero nel mondo conosciuto. Girando ancora con lo sguardo si poteva notare un altro grande affresco su di un altro muro,la scena raffigurata stavolta rappresentava una foresta nella quale si faceva spazio,nel mezzo di quegli alberi dalle fronde verde smeraldo,l'antro di una caverna dentro la quale una grande lupa dal pelo bianco come la neve allattava al seno due infanti,Romolus e remus, i leggendari fondatori della città di Nova,era una scena che al popolo piaceva molto ricordare,dava loro un senso di orgoglio nell'avere origini tanto umili e nel caso di Silla,gli rammentava che ogni grande conquista necessitava di impegno, volontà e se necessario anche della violenza,in fondo Nova non aveva raggiunto la sua attuale gloria con meri atti di bontà. Silla chiuse la porta dietro di se e si tolse la corona dal capo per poi posarla su di un basso mobile vicino al letto,che era tanto grande per contenere tutta la sua grandezza fisica. Si spogliò dei suoi indumenti e li collocò su sostegni appositamente fatto per ogni parte di quel complesso e lussuosissimo vestiario,rimanendo infine solo con indosso il subligaculum,una sorta di pantaloncino di cotone aderente,che riduceva al minimo l'immaginazione di chi avesse visto l'imperatore in quello stato. I muscoli grossi e sodi sembravano scolpiti da un dio in persona mentre diverse cicatrici percorrevano diversi punti del corpo,ogni segno su quella pelle tonica ed energica era il segno di uno scontro importante,il simbolo di una sbavatura che lo avrebbe seguito a vita e ognuna di esse era parte di uno scontro importante,di una vicenda personale e di glorie passate,ognuna inferta da qualsiasi genere di creatura che avesse mai affrontato,i pesanti martelli dei nani,le frecce acuminate degli elfi,le macchinazioni e l'ingegno degli umani,per non parlare poi della sfilza di mostri come centauri,minotauri,eserciti di orchi,agguati di goblin e tanti altri ancora,sarebbe dovuto morire moltissime volte e invece era ancora li,pronto a dimostrare che Lucio Cornelio Silla poteva essere l'uomo più potente della sua epoca e quella situazione era ciò che aspettava per dimostrarlo. Mentre si dirigeva verso un altra porta che dava su di un grande balcone esterno il leggero sibilo di una brezza giocosa passava vicino al suo orecchio,il suo corpo si irrigidì immediatamente e si bloccò nel mezzo della stanza,mentre i suoi occhi continuavano a puntare davanti a lui,i muscoli delle gambe erano tesi e le sue mani erano aperte mentre le punta delle dita erano rivolte in basso. Un secondo soffio passò alla sua sinistra,gli toccò appena il collo e lasciandogli un graffietto appena visibile sulla pelle,ma lui restava ancora fermo,poi un terzo soffio e questa volta più forte proveniente da sopra la testa e a quel punto Silla reagì,le sue grosse braccia si mossero ad una velocità sovrumana afferrando in due punti differenti qualcosa a mezz'aria. A prima vista sembrava che non ci fosse nulla,eppure le sue mani tastavano qualcosa di solido e allo stesso tempo morbido.“Per quante volte ancora vuoi provare ad uccidermi razza di stupida? Sai bene che posso spezzarti quando voglio.”,Disse Silla mentre la si rivolgeva al suo aggressore invisibile,poco alla volta una figura prese visibilità e il suo vero aspetto tornò alla normalità,era magra e dalle sue forme curve e aggraziate era evidente che fosse una donna,aveva lunghi capelli neri e i suoi occhi erano rosso sangue,la sua pelle era nera come l'ossidiana mentre due orecchie da elfo spuntavano ai lati della testa e un bavaglio nero gli copriva la parte del volto che andava da setto nasale fino al collo,sotto portava un corpetto di cuoio nero e lunghi guanti di pelle dello stesso colore. Più sotto una sottile cintura di pelo grigia stringeva in vita l'orlo di un lungo e sottile pantalone di cuoio nero e indossava bassi stivaletti di pelo,anch'essi neri. Il suo sguardo di fuoco si posava sugli occhi glaciali dell'imperatore mentre la sua gola e il polso della mano che reggeva un corta lama venivano stritolato allo stesso modo di cui un gigante stritolava un contadino,le mani di Silla parevano due morse di ferro dalla quale non sembrava esserci scampo se non che lui la lanciò via e la vide fare una capriola al suolo,cosa che le impedì un rovinoso contatto col suolo. Lei si riprese dalla forte presa di lui e lo guardò dritto negli occhi con lo sguardo iniettato di sangue,al limite dell'odio,nello sguardo della donna si poteva leggera una profonda rabbia verso L'imperatore.

Che notizie giungono dal mio generale? ”,Disse Silla in maniera autoritaria.

La ventiduesima continua a tenere d'assedio la città e nel mentre il tuo generale cerca un punto debole nelle mura di Aegis, pare che qualche giorno fa un manipolo di soldati abbia intravisto la tua cara ragazzina accompagnata da un elfo e un nano,hanno provato a catturarli ma molti soldati sono caduti sotto le frecce dell'elfo e i colpi del nano non sono stati di meno.”,disse lei con tono sommesso,ma si sentiva abbastanza chiaramente che cercava di trattenere la furia omicida che la pervadeva.

Abbiamo informazioni su questi due soggetti?”

Non ancora,le mie spie stanno consultando i loro informatori,ma e probabile che entrambi siano esperti del loro mestiere e c'è anche un ultima novità riguardo alla città di Aegis,il mago ha deciso di parlare con il tuo generale nel tentativo di evitare un scontro,pare che sia pronto a rivelare informazioni preziose riguardo al Demiurgo.”

A quella notizia Silla non poté fare altro che restare in un controllato silenzio,se ciò che la sua attentatrice corrispondeva a realtà ciò stava a voler dire una sola cosa,che la situazione era più grave di quanto si potesse immaginare,se era quell'individuo a voler rivelare delle informazioni così riservate non sarebbe stato lui a dirgli di no,ma era meglio non sottovalutare la cosa,infondo non sapeva ancora nulla su ciò che aveva intenzione di dirgli e ovviamente credere che il Demiurgo potesse essere già a portata di mano era pura ingenuità e di certo lui non sarebbe cascato nelle sue stesse fantasie.

In tal caso il mio generale saprà come gestire questa evenienza, se quel vecchio ha deciso di farsi avanti con delle informazioni che parli pure, ma resta pur sempre un mio nemico ed è meglio agire con prudenza,se si è rifugiato ad Aegis e la principessa e diretta in quel luogo c'è un sola spiegazione logica,lui sa qualcosa che a noi sfugge. Per il momento aspettiamo,agire di impulso non ci servirà a nulla ed ora va,tieniti pronta per quando avrò bisogno di te.”

La ragazza si girò e si incamminò verso il balcone,mentre nello stesso istante la sua figura snella ed atletica tornò poco alla volta invisibile. Si fermò un attimo e la sua occhi si girarono in direzione dell'imperatore.

Io vado,ma ricordati o potente conquistatore,potrai avermi sconfitta,potrai anche aver sottomesso la mia gente,ma attento,uno di questi giorni potresti morire in qualsiasi momento,affogato nelle terme,mangiare del cibo avvelenato,cadere giù dalle scale,colpito accidentalmente durante una battuta di caccia,se c'è qualcosa che ho imparato sulla morte e che essa colpisce in maniera inaspettata...io lo so bene.”

Silla rimase impassibile di fronte a quella minaccia e l'unica cosa che fece e allungare la sua mano verso di lei e poi stringerla a pugno mostrando il braccio gonfio di forza fisica.

E tu ricordati elfa delle ombre,se mai dovessi morire sappi che non sarà mai per mano tua ne di altra lama che si nasconde nelle tenebre,i tuoi metodi rispecchiano la tua natura,vile ed empia,un vero dominatore affronta la morte guardandola negli occhi,non si nasconde aspettando il momento più opportuno ne usa bassezze in uno scontro leale,tu questo non puoi capirlo,perché non hai mai stretto il tuo destino nelle tue mani,ci vuole forza per emergere e ribellarsi ai capricci della sorte,no Filora, tu non puoi capire,a impugnare una lama sono bravi tutti,ma solo pochi possono stringere il fato nel proprio pugno e io sono uno di loro. Usa pure tutti i trucchi che conosci,ma i miei pugni colpiranno ancor prima che tu possa riuscire nei tuoi intenti...è una promessa.”

Le parole dell'imperatore giunsero alle orecchie dell'elfa come una chiara sfida al suo desiderio di morte verso di lui,prima di vederla scomparire notò per l'ultima volta i suoi occhi rossi come il sangue,quello non era uno semplice sguardo ricolmo di rabbia,no,quello era odio puro. Lei scomparve dalla sua vista e non la sentì nella stanza,tornò con la mente al suo desiderio di andare sul balcone,come sempre si sarebbe soffermato sul cornicione e avrebbe osservato dall'alto la capitale,la sua capitale,dalla quale comandava un vasto territorio che comprendeva centinaia civiltà e altrettante armate,meraviglie di ogni sorta,artificiali o naturali che fossero esistevano sotto il controllo dell'aquila dorata, Lucio Cornelio Silla avrebbe stretto il Demiurgo nelle sue mani e solo allora avrebbe raggiunto i suoi scopi, Veni Vidi Vici non era solo una locuzione,era il suo credo più profondo.

  
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