Capitolo
3
La fine
e l’inizio
1981
L’ultimo
anno di Hogwarts era volato con la stessa velocità con cui era volato il sesto
anno. La differenza, rispetto all’anno precedente, era che Alexandra riceveva
in continuazione gufi da Walburga e sua madre per discutere dei preparativi del
matrimonio con Regulus.
Le due
donne sembravano assolutamente determinate a farli sposare non appena lei
avesse ottenuto i suoi M.A.G.O., mentre Alexandra avrebbe preferito attendere
Yule e sposarsi nel caldo di una dimora cittadina, in modo da poter organizzare
il matrimonio con calma una volta tornata a casa, ma le sue osservazioni erano
finite nel vuoto e persino Regulus sembrava impaziente di sposarla.
Le
uscite a Hogsmeade avevano consentito di spezzare l’attesa e di ritagliarsi dei
momenti di piacere insieme a Barty. Regulus sembrava rifiorito durante l’ultimo
anno, nonostante la guerra e i provvedimenti presi dal signor Crouch contro
l’avanzata dei Mangiamorte. Sembrava sereno e, avrebbe osato dire, persino
ottimista sull’imminente fine della guerra.
Alexandra
non aveva avuto il coraggio di domandare a Regulus del medaglione profanato o
di come andassero le indagini con il professor Silente. Sapeva che da quando
lui aveva parlato con il preside, i presagi funerei erano cessati e persino
nelle foglie di tè non trovava più traccia di quegli orribili segni premonitori
e si era tranquillizzata. Restava la preoccupazione per Barty che, al
contrario, si incupiva ad ogni provvedimento preso da suo padre. Alexandra
usava tutta la sua influenza per evitare che venisse fatto oggetto di attacchi diretti
da parte degli altri studenti, ma tutti le avevano fatto presente di non essere
affatto contenti di quella situazione.
Avevano consegnato
da poco l’ultima prova dei M.A.G.O. e lei e Barty erano scesi lungo i prati,
decisi a godersi gli ultimi giorni di tranquillità prima del rientro a casa e
del loro ingresso nel mondo degli adulti. Erano riusciti a trovare un angolo
appartato sulla riva del Lago Nero e Barty si era disteso poggiando la testa
sul grembo di Alexandra che si divertiva a far scorrere pigramente le sue dita
tra i capelli sottili di lui. “Sai che amo le tue lentiggini?” gli domandò.
Barty
sorrise. “Mi mancheranno questi momenti con te.”
“Ne
avremo altri, insieme a Regulus. Non appena avessero sbrigato quella formalità
del matrimonio.”
Barty
sospirò: “È che mi piacerebbe essere tuo marito. Vorrei che entrambi lo fossimo.
Invece, sarò costretto ad osservarvi fare le promesse all’altare e poi nella
tenda, quando vorrei intrufolarmi anch’io.”
Alexandra
scoppiò a ridere: “Creeremmo uno scompiglio tale che del nostro matrimonio si
parlerà nei secoli!” Passò un’altra volta le dita tra i capelli di Barty, lo
sentì irrigidirsi e alzarsi di scatto.
“Cosa
succede?” domandò preoccupata. Barty toccò il suo braccio e le disse: “Il
Marchio Nero sta bruciando. Non capisco perché…”
“Ma non
puoi Materializzarti da lui, sei a Hogwarts.”
Si guardavano
intorno confusi. Sembrava che non ci fosse nessuno studente intorno a loro. Sentirono
il rumore di alcune esplosioni in lontananza e si diressero verso la scuola per
capire cosa stesse accadendo. Nessuno di loro due si aspettava di trovare i
Mangiamorte e gli Auror che combattevano sui prati della scuola.
Sembrava
che, in qualche modo, l’Oscuro Signore avesse abbattuto tutte le difese della
scuola.
“Sei
arrivato tardi, Tom,” disse Albus Silente, “il tuo segreto è stato scoperto e
sei di nuovo mortale.”
“Basta
con queste chiacchiere!” sbottò Bartemius Crouch, guardò Lord Voldemort e disse:
“La dichiaro colpevole per crimini contro il mondo magico e quello babbano! Si
arrenda e avrà un processo equo.”
Lord
Voldemort scoppiò a ridere, seguito dagli altri Mangiamorte. Guardò in
direzione di Barty. Alexandra gli afferrò il polso per impedirgli di andare.
Barty si voltò verso di lei, scosse leggermente la testa e sfuggì alla sua
presa raggiungendo i Mangiamorte. Sembrava eccitato dall’idea di affrontare suo
padre.
“Salve
padre!” esclamò.
“Barty!
Cosa fai?” Il signor Crouch era sconcertato. Barty aveva un ghigno di trionfo
sul volto e mostrò il braccio sinistro al padre. Fu quel gesto che gli impedì
di difendersi dall’Anatema che Uccide scagliato proprio da Bartemius Crouch. “Tu
non sei mio figlio!” esclamò mentre il figlio cadeva per terra privo di vita e
il padre tornava a combattere contro gli altri Mangiamorte.
Nel
momento in cui la maledizione colpì Barty Alexandra urlò “No!” e corse verso il
corpo del ragazzo che amava, ma non riuscì che a fare pochi passi. Regulus,
alle sue spalle, la trattenne stringendola tra le braccia, mentre il suo corpo
si dimenava per correre da Barty.
Erano entrambi
in lacrime, Regulus le sussurrava tra i singhiozzi: “Non tutte le persone che
amiamo possono essere salvate. Barty è caduto in battaglia, come aveva sempre
voluto.”
La
costrinse a rimanere ai margini della battaglia, immobilizzata tra le sue
braccia, mentre osservavano cadere, una dopo l’altra, le persone con cui erano
cresciute. Dopo Barty assistettero alla morte di Bellatrix Lestrange e l’aria
si riempì dell’urlo disperato di Lord Voldemort, poi fu il turno dei Lestrange.
Si ritrovarono da soli contro una decina di Auror e fu impossibile per loro non
soccombere.
Alastor Moody,
Bartemius Crouch, Rufus Scrimgeour e Amelia Bones avevano circondato Lord Voldemort
mentre combatteva contro Albus Silente. Approfittarono del momento in cui Lord
Voldemort stava rispondendo a un incantesimo di Silente per attaccarlo insieme.
L’Anatema che Uccide scagliato dai quattro Auror fece cadere al suolo il mago oscuro
più potente della storia, mettendo fine alla guerra magica.
I
Mangiamorte sopravvissuti si Smaterializzarono, approfittando delle difese
abbattute della scuola, mentre gli studenti osservavano quella scena atterriti.
“Sai che
non approvo questi metodi, Bartemius.”
“Suvvia,
Albus, in guerra non possiamo andare per il sottile. Si è preso mio figlio quello
stronzo. L’importante è che questa minaccia sia cessata.”
Alexandra
si avvicinò al corpo di Barty insieme a Regulus, si inginocchiò e scoppiò in
lacrime.
“Tuo
figlio era amato, nonostante tutto.” Il professor Silente continuava a parlare
con il signor Crouch. Adesso era tutto finito, che senso aveva fingere ancora?
“Mio
figlio è sempre stato un ingrato,” concluse Bartemius, “Quando lo saprà Evelyn
morirà di crepacuore, povera donna.”
Alexandra
non capì mai dove Regulus trovò la forza per alzarsi dal corpo di Barty e
andare dal signor Crouch. Lo guardò negli occhi e gli disse: “Vorrei che ci
permettesse di seppellirlo come si deve. Eravamo molto affezionati a Barty.”
Bartemius
gli rivolse un’occhiata frettolosa e disse: “Ma sì, fate pure quello che
volete. Non è più mio figlio.”
Alexandra
alzò lo sguardo e vide il corpo di Bellatrix, poco distante. Si chinò a pulirle
il viso dalla fuliggine e le chiuse gli occhi, rimasti spalancati. Fece lo
stesso con Rabastan e poi si ritrovò accanto al corpo di Rodolphus. Sorrise
tristemente mentre spostava i ricci neri dalla fronte. “Adesso potrò contare
solo su Malfoy come compagno di un Black…” Sospirò.
Spostò
lo sguardo verso Regulus e lo trovò di fronte a Sirius, si puntavano la
bacchetta a vicenda senza perdersi di vista. “Speravo che avresti capito, ma
invece ti ritrovo dalla parte sbagliata,” disse Sirius.
“Dovresti
riconsiderare tuo fratello, Sirius,” lo interruppe Silente avvicinandosi ai
due. Alexandra raggiunse Regulus. “Senza l’intervento di Regulus, oggi
Voldemort non sarebbe morto. È stato determinante nella ricerca degli horcrux e
ha corso un grande rischio come infiltrato tra i Mangiamorte.”
Sirius
rimase sorpreso.
“Sono
stato solo un po’ più lento a capire,” disse Regulus rivolgendosi al fratello,
e forse anche quella era una colpa da espiare. I due fratelli si
riabbracciarono dopo sei anni in cui non si erano nemmeno rivolti la parola. Alexandra
sorrise e si scambiò uno sguardo con quella che doveva essere la ragazza di
Sirius, Laelia, le pareva che si chiamasse.
I giorni
successivi furono assorbiti dal pianto per i defunti. Alexandra e Regulus
decisero di rinviare le nozze a Yule per segno di lutto nei confronti di
Bellatrix, dei Lestrange, ma soprattutto di Barty, la cui assenza sembrava
divorare la loro anima.
Le loro
famiglie furono sconvolte dal dolore che lessero sui volti e sui corpi di
Alexandra e Regulus, sullo sguardo smarrito e il sorriso spento. Non riuscivano
a spiegare l’intensità del loro dolore, era come se avessero strappato una
parte del loro corpo. La possibilità di stare insieme li aiutava ad affrontare
il lutto, si dicevano che si sarebbero amati anche per Barty e continuavano ad
andare a trovarlo al cimitero.
Fu solo
dopo l’estate che Walburga riuscì a trascinarla da Twillfitt and Tatting’s per
l’abito da sposa. “Madama McClan non è assolutamente all’altezza di un matrimonio
Purosangue tradizionale,” le disse mentre camminava impettita per la via
principale di Diagon Alley.
“Per
nulla,” convenne Darlene, “Non ti dico gli orrori che ci ha mostrato per il
matrimonio di Robert ed Emily lo scorso anno. Orrori! Così pacchiani e privi di
gusto!”
“Le
ultime volte che ho ordinato un abito, però, ho realizzato io il disegno,”
provò a dire Alexandra che, invece, era sempre andata da Madama McClan e non
aveva avuto l’impressione che non fosse un ottimo negozio.
“Certo,
cara, le vesti da strega vanno bene, ma l’abito da sposa è un altro discorso!”
Darlene camminava avanti, impettita come la sua amica, mentre Walburga le
arpionava il braccio e Alexandra cercava di tenere il passo. Si sentiva
vulnerabile senza Regulus.
Quando
si avvicinarono al negozio incontrarono Narcissa ed Elizabeth Nott. La prima
indossava una splendida veste da strega nera, mentre la seconda indossava un
abito chiaro sui toni del blu che rendeva meravigliosa la sua carnagione.
“Lizzie!”
esclamò Alexandra, felice di vedere un volto amico.
“Tua
madre ci ha gentilmente avvertite,” le disse Narcissa, “Hai bisogno del parere
di streghe che ti siano vicine di età.”
“E
sufficientemente beneducate,” aggiunse Elizabeth, attirando una risatina di
Narcissa e delle signore mentre entravano nel negozio. Madama Tatting le
accolse con una voce che sembrava il cinguettio di un uccellino. “Lady Black,
che piacere! Oh, Lady Rowle, ma è sempre un incanto!” esclamò facendole
accomodare in un salottino, mentre le squadrava una per una, dalla testa ai
piedi.
“Lady
Malfoy, resta sempre la mia modella preferita!” disse guidando Narcissa su una
poltroncina.
“Troppo
gentile Madama Tatting!”
“Ma qui
c’è anche Miss Nott! Vuole sbirciare per il suo prossimo matrimonio?
Congratulazioni!”
“Grazie.
In effetti, spero di avere qualche spunto anche per le mie nozze!”
Madama
Tatting si voltò verso Alexandra e le sorrise: “Dunque tu sei la sposa! La
fortunata ragazza che ha rubato il cuore del nostro giovane Black! Ricordo
ancora quando Lady Walburga è venuta a farsi fare gli abiti per la gravidanza!”
Alexandra
arrossì e annuì imbarazzata: “Sì, sono io, molto piacere!”
“Chi è
che ti ha fatto questa veste discutibile?” domandò Madama Tatting, “Darlene,
non dirmi che tua figlia va da quella cialtrona della McClan?”
“Sai
come sono i ragazzi… Con il matrimonio, però, le servirà un guardaroba degno di
una strega per bene. Torneremo a fare un po’ di compere. Conserva le misure di
Alexandra che è appena diventata una tua nuova cliente.” Sua madre non aveva
perso un attimo e le aveva risposto a tono. Aveva minimizzato quella che poteva
essere una gaffe e incentivato la strega a fare un ottimo lavoro in vista delle
future commesse che avrebbe ottenuto dalla sua nuova cliente. Alexandra sentiva
di essere appena entrata nel mondo delle streghe adulte.
Il metro
magico si agitava intorno a lei rimbalzando da terra al fianco, alla spalla,
correndo lungo le braccia, mentre Madama Tatting dettava le misure a una Piuma
Prendiappunti e commentava ad alta voce: “Molto interessante!”, “Oh,
incantevole!”, “Mia cara, il decolté lo valorizziamo, d’accordo?”
Venne
spinta nel camerino e le passarono alcuni modelli di abito da sposa, ma ogni
volta che usciva dal camerino tutte le sue accompagnatrici scuotevano la testa.
Dopo il quarto cambio di abito, Alexandra perse la pazienza e disse a Madama
Tatting, davanti le altre accompagnatrici.
“Questi
abiti non vanno bene perché sto cercando di organizzare una cerimonia
tradizionale. Voglio unire i riti per il sabba di Yule con quelli matrimoniali
e questi abiti non vanno bene, sono troppo… moderni. Ho bisogno di un
abito dal sapore antico.”
“Peccato,
avevi un corpo perfetto per poter osare! Ma ogni sposa ha il suo abito ed è
giusto che la sposa di un Black osservi le tradizioni.”
Madama
Tatting tirò fuori alcuni abiti, Alexandra ne scelse uno in seta verde chiaro
con decorazioni floreali in pizzo bianco, con uno scollo ampio e le maniche lunghe
in pizzo che richiamavano le illustrazioni con cui veniva ritratta Morgana. Lo
trovò incantevole. Indossò l’abito ma non le stava bene per nulla. Il colore
contrastava con la sua carnagione. Si stava scoraggiando quando Madama Tatting
si illuminò e le disse: “Credo di avere il vestito perfetto per te!” corse
fuori dal camerino, la sentì agitare la bacchetta e pochi istanti dopo tornò
con un abito in tulle bianco con applicazioni floreali e un bellissimo scollo
che le lasciava le spalle scoperte.
Alexandra
provò l’abito e rimase incantata davanti allo specchio. Era meraviglioso.
Sapeva di antico, ma non era vecchio, la faceva sembrare una creatura leggera.
Le applicazioni floreali in pizzo la facevano sembrare appena uscita da un bosco.
Uscì a sottoporsi al giudizio delle sue accompagnatrici che, nel frattempo,
chiacchieravano.
Le vide
annuire tutte quante e lei era felicissima di aver finalmente trovato l’abito.
Davanti lo specchio, Madama Tatting le disse: “Adesso immagina di vedere il tuo
sposo in fondo alla navata. Come ti senti?” Alexandra immaginò Regulus, lo
sguardo che le avrebbe rivolto vedendola con quell’abito e sentì lo stomaco
sobbalzare. Annuì sorridendo. Trattenne la lacrima che minacciava di sfuggirle,
temendo che Darlene e Walburga avrebbero disapprovato.
“È
l’abito giusto?” domandò Madama Tatting.
Alexandra
annuì.
***
Regulus rientrò
in casa più tardi del solito e trovò Alexandra intenta a sfogliare riviste
piene di fiori e mostrare a Walburga le sue scelte. Si era attardato al
Ministero con il consigliere Parkinson su alcune trattative che si erano
arenate. Aveva trovato sua mamma esausta, mentre Alexandra sembrava ancora
fresca e pronta a discutere di tutti i dettagli. Regulus sorrise nel vedere,
per la prima volta, sua madre in difficoltà.
“Oh,
Regulus, sei tornato! Guarda tu i fiori con Alexandra, io devo ritirarmi nelle
mie stanze!”
Sentirono
la porta sbattere e Regulus ridacchiò: “Hai messo in fuga mia mamma?”
“Oh,
Salazar! Si è fatto tardi! Non mi ero resa conto dell’orario! È che ci sono
così tante cose da decidere e per ogni cosa devo spiegare perché è importante
che ci sia quel fiore, il suo significato, il periodo dell’anno, l’utilità nei
riti.”
“Alex,
fermati.” Regulus le prese il volto tra le mani per guardarla negli occhi, “È
tardi. Ne parliamo domani.” Era così abituata alle sessioni intensive di
ripasso a Hogwarts che perdeva il senso del tempo. Occorreva riportarla con i
piedi per terra: “Pensa se alla Alex bambina avessero detto che un giorno
avresti fatto fuggire Walburga da una conversazione sui fiori!”
Alexandra
scoppiò a ridere. Aveva una risata deliziosa, quasi sottovoce, di quelle che
non disturbano, ma chi la osservava vedeva che rideva con l’anima. “Dove sei
stato fino a quest’ora?” gli domandò.
“Al Ministero
con Parkinson. Ci sono delle trattative che si sono bloccate. Ti ho portato gli
annunci per i nuovi tirocini. Se continui a mettere alla prova mia madre in
questo modo, sono sicuro che tirerà un sospiro di sollievo quando inizierai a
lavorare al Ministero!”
Alexandra
lo abbracciò ridacchiando: “Sei così dolce, ti amo anche per questo.”
Regulus
sentì le labbra di Alexandra sulle sue e ogni volta che si baciavano in quella
casa gli sembrava di impazzire di gioia. Presto si sarebbero trasferiti
nell’appartamento all’ultimo piano, quello che aveva anche un piccolo
terrazzino sui tetti di Londra. Avrebbe passato la vita a baciarla in quella
casa e persino a fare l’amore e avrebbero cresciuto i loro bambini. Grimmauld
Place si sarebbe riempita di amore, e di sorrisi, di giochi e risate. Non
sarebbe stato più il posto cupo e grigio in cui era cresciuto, perché loro
erano diversi da Orion e Walburga e sarebbero stati in grado di rendere i loro
antenati fieri senza rinunciare alla felicità.
La sera
di Yule si unirono in matrimonio con un rito tradizionale. Si ritrovarono a
casa Turner, per rispettare il lutto di zia Druella e zio Cygnus per la perdita
di Bellatrix. Intorno a loro c’erano le famiglie sopravvissute alla guerra,
qualcuno era persino finito ad Azkaban e quelli che rimanevano si guardavano
smarriti.
Era stato
difficile far capire alle famiglie Purosangue la natura delle sue azioni e il
perché l’Oscuro Signore non era stata la risposta giusta alle domande delle
loro famiglie. Alexandra lo aveva aiutato a spiegare come fossero stati
profanati i loro cimeli e come dietro la politica della tutela del sangue si
nascondesse la sete di dominio di un uomo che puntava all’immortalità.
La
scelta del rito tradizionale, dunque, si poneva in continuità con quella che
era l’antica e nobile storia delle famiglie magiche e sembrò una scelta
apprezzata.
Regulus
era nervoso davanti lo specchio di quella che un tempo era stata la stanza di
Robert. Aveva invitato Sirius, ma suo fratello aveva declinato, dicendo che per
certe cose ci vuole tempo, che alcune ferite non si sanano come se nulla fosse
accaduto e, soprattutto, non era pronto per rivedere e sorridere a sua madre
come se nulla fosse. Si erano dunque visti qualche sera prima del matrimonio e
avevano bevuto una Burrobirra al Paiolo Magico, contenti di non doversi più
nascondere o mantenere alcuna copertura.
Robert
entrò nella stanza per verificare che fosse tutto a posto, seguito da Aldous
Yaxley ed Ezra Travers.
“Lizzie
mi dice che Alex è in ansia,” disse Ezra sorridendo.
“Come
sempre,” commentò Robert strappando una risata anche a Regulus. “È un cerchio
che si chiude, sai? Non sono mai riuscito a immaginare l’una senza l’altro. Fin
da quando passavate i pomeriggi a giocare a Scacchi Magici. Io e Sirius ci
domandavamo che cosa ci trovassi di tanto divertente, ma adesso penso di averlo
capito.”
“Ne
avete impiegato di tempo,” ridacchiò Regulus, mentre Aldous dal ciglio della
porta faceva loro segno di poter andare.
Regulus
sentì il sospiro sospendersi per tutto il tempo in cui Alexandra percorse quel
corridoio di sedie che riempiva il salone delle feste di casa Turner. Era
bellissima nel suo abito da sposa e non riusciva a smettere di sorriderle
nervosamente e toglierle gli occhi di dosso.
Lucien,
il loro celebrante, li richiamò iniziando la funzione. Recitarono le formule
magiche e sentirono le loro vite unirsi per sempre.
“Puoi
baciare la sposa”
Si
scambiarono un bacio che era dolce, lento e perfetto. Le loro labbra si
allontanarono e Regulus incontrò gli occhi luminosi di Alexandra e il suo
sorriso. Si presero per mano e non si lasciarono per tutto il resto della
serata, nonostante i parenti e gli amici cercassero di catturare le loro
attenzioni. Rimasero vicini, cercandosi con lo sguardo e intrecciando le loro
dita perché entrambi avevano paura di perdersi se si fossero allontanati
troppo.
Nel
giardino casa Turner era stata allestita la tenda tradizionale per il rito
della consumazione del matrimonio. Regulus vide arrivare Alexandra con indosso solo
una vestaglia bianca piena di ricami preziosi. Le sorrise mentre entravano
nella tenda e andavano verso il letto.
“Non sai
quanto mi secca che stiano qui fuori a guardare,” le sussurrò.
Alexandra
sorrise: “Lo sai che il rito non si perfeziona se saltiamo questo passaggio.
Lasciali guardare, io amo solo te.” La sorresse mentre lei si sollevava sulle
punte per baciarlo allungando le sue braccia sottili oltre il suo collo per
accarezzargli le spalle. Scese a baciarla sul collo, sentendo il profumo di
talco del bagno schiuma, lo stesso che utilizzava lui, e la trovò invitante.
Sciolse il nastro che chiudeva la vestaglia e la guidò sul letto.
Si perse
ad ammirarla, baciarla e accarezzarla, sentendo il corpo di lei che tremava
sotto le sue carezze e la schiena che si inarcava verso di lui, quasi fosse un
incantesimo di Appello. Affondò in lei lentamente, assaporando ogni momento,
ogni sensazione, perdendosi negli occhi della donna che amava da sempre.
Aveva
ragione Robert, era un cerchio perfetto che si chiudeva. Fin da quando si
sorridevano nell’atrio di Grimmauld Place, quando lei arrivava e lui le andava
incontro. I pomeriggi passati a giocare a Scacchi Magici e origliare le
conversazioni delle madri, la punizione presa l’estate dei suoi undici anni,
quando volevano trovare un modo per convincere il Cappello Parlante a farlo
finire in Serpeverde. Tutto li aveva condotti fin lì. Persino Barty, l’amore
che entrambi continuavano a provare per lui e che resisteva al passare del
tempo, aveva finito per rafforzare il loro legame, rendendolo indissolubile.
Adesso
Alexandra lo guardava e chiamava il suo nome e infilava le dita tra i suoi capelli
neri in quelle carezze che gli provocavano brividi in tutto il corpo. Si
abbandonarono all’orgasmo e continuarono a baciarsi e poi ad amarsi altre
volte, come avrebbero fatto nelle notti successive.
Il
giorno dopo, incuranti delle battutine dei testimoni del loro amore, partirono
per il viaggio di nozze. Stavano preparando le ultime cose quando lo sguardo di
Regulus venne attratto da una scatolina sulla toeletta di Alexandra, si
avvicinò e l’aprì. Trovò degli orecchini che aveva già visto, ma era assurdo.
Non aveva assolutamente senso.
“Ti
piacciono?” domandò Alexandra, “È stato un pensiero carino, non trovi?”
“Da
parte di chi provengono?” domandò incuriosito.
“I
Lestrange. Sono un dono di nozze. Avevano dato disposizione alla Gringott di
farmeli recapitare il giorno del matrimonio.”
Regulus
osservò Alexandra incuriosito e decisamente sorpreso. Quella era la scatola che
lui aveva riposto nella camera blindata dei Lestrange su richiesta di
Rodolphus. Doveva essere il cadeau che la Yaxley aveva restituito a Rodolphus. Oppure
no?
“Mia
cugina Bella ti ha regalato questi orecchini?” continuò a domandare, sempre più
scettico, “Non è un regalo da lei…” mormorò mentre osservava quei due diamanti.
Era un regalo molto bello ed elegante.
“In
effetti sul biglietto c’è solo il nome di Rodolphus, guarda!” Alexandra gli
passò il biglietto mentre continuava a chiudere le valigie e controllava di
aver preso tutto.
Con l’augurio
che possano sempre illuminare il tuo sorriso. Con affetto, Rodolphus Lestrange.
“Quel
grandissimo stronzo!” esclamò indignato. Alexandra sollevò lo sguardo dalla
valigia perplessa: “Reg!” esclamò e quasi gli ricordava quando da bambini lui
imprecava se si faceva male o un incantesimo non gli usciva bene. “Insomma, Rodolphus
è pure morto! Non mi sembra il caso di reagire così. È stato un bel pensiero.”
“No, lui
aveva messo gli occhi addosso a te! Quello stronzo ha chiesto a me di mettere
questa scatola nella sua camera blindata.”
“Ma non
ti eri proposto tu?”
“Non lo
difendere, Alex! Adesso mi spiego tutte quelle domande su dove fosse la mia bella
fidanzata, se riuscissi a studiare o mi perdessi a contemplare i tuoi begli
occhi. Ho sempre pensato che mi stesse prendendo in giro, ma lui voleva
provarci con te!”
“Ma
figurati, Reg! Era sposato con Bellatrix, che è una moglie decisamente più
bella di me, e comunque non ha senso questo discorso, visto che sia lui che
Bella sono morti, e non puoi essere geloso di un morto!”
Alexandra
fece levitare le valigie con la bacchetta e prese sottobraccio Regulus dicendo:
“Non voglio passare il viaggio di nozze pensando ai Lestrange!” Regulus sospirò,
ma un senso di mal di stomaco gli rimase per un po’ di tempo, finché Alexandra
non gli fece tornare il buon umore in una splendida pasticceria spagnola.
Dopo la
guerra sentivano il bisogno di sole e calore e avevano pensato che un posto
come la Spagna potesse dar loro ciò che ricercavano. Si persero tra i vicoli
del quartiere magico di Barcelona, nel pieno del Barrì Gotic e assaporarono la
cucina locale. Bevvero, ballarono e risero moltissimo. Scesero verso sud e attraversando
Valencia fino a Siviglia, Cadice, Malaga.
Si
riempirono gli occhi di fiori, profumi, sapori nuovi e sole, tantissimo sole,
per scacciare le tenebre del mondo in cui erano vissuti.
Londra
non era così generosa con la luce, ma Regulus si disse che avrebbero potuto
rendere più accogliente la loro casa. Tre mesi dopo il loro rientro a casa,
Alexandra gli annunciò che presto avrebbero avuto il loro primo figlio.
Walburga,
Darlene, Edward e Orion furono al settimo cielo per la notizia e non persero
tempo a diffonderla per il mondo magico ad amici e conoscenti. “I Black avranno
un nuovo erede!”
Si era
creata una certa armonia a Grimmauld Place che Regulus non aveva creduto
possibile. Alexandra aiutava Walburga nelle sue incombenze e a volte era così
meticolosa da stancarla (Regulus pensava che sua madre stesse solo invecchiando).
La domenica si trovavano con Narcissa, Lucius e il piccolo Draco che stava
imparando a camminare.
Regulus
avrebbe voluto che quando era bambino qualcuno gli avesse detto che non sarebbe
stato poi così male diventare adulto. Avrebbe voluto sapere che era
meraviglioso svegliarsi al mattino con la persona che amavi da sempre e persino
il lavoro al Wizengamot era meno noioso e più divertente di quanto gli avessero
mai fatto credere.
***
Grimmauld
Place, Natale, 1986
“Alioth
non correre per le scale!”
Quel
bambino la faceva impazzire, era perennemente irrequieto. Adesso che stavano
arrivando Sirius, Lele, Robert ed Emily, con i cuginetti, poi, sembrava incontenibile.
Continuò a spazzolare i capelli di Talitha e le disse: “Mi raccomando, tu non
prendere da tuo fratello!”
La
bambina le restituì un sorriso. Era adorabile nel suo abitino di velluto verde.
Alexandra si chinò a darle un bacio sul guanciotto. “No, mamma, mi sporchi!”
protestò la bambina che, insieme al fratello, sembravano considerarla un po’
troppo espansiva nei suoi gesti d’affetto. Tuttavia, Alexandra non aveva più
intenzione di nascondere l’amore che provava da quando aveva scoperto che era
il modo migliore per allontanare l’oscurità dalla sua vita e da quella della
sua famiglia.
Il
ricordo di Barty rimaneva un monito e lei e Regulus si erano giurati che
nessuno dei loro figli avrebbe provato la paura, la solitudine e l’angoscia che
loro avevano provato durante l’adolescenza.
Arrivò
nell’atrio a controllare se tutto fosse in ordine. Sistemò il rametto di vischio
proprio dove da bambini lei e Regulus avevano sentito il desiderio di darsi un
bacio e vide Regulus scendere le scale con Alioth in braccio. Erano identici,
entrambi con gli occhi grigi e i lunghi capelli neri che scendevano in morbide
onde.
Alioth
aveva quattro anni oramai, era arrivato subito dopo il matrimonio e aveva
portato la serenità d’animo a cui sua madre anelava negli ultimi giorni di
vita. Walburga si era spenta serenamente lo scorso inverno e dopo poco Edward l’aveva
seguita, mentre Orion e Darlene sembravano più amici che mai.
Bussarono
alla porta e Alexandra accolse Robert, Emily e il piccolo Edward che si lanciò
dalle braccia del papà per baciare la zia sotto il vischio. Sulle scale Alioth
premeva per andare incontro al cuginetto. Spuntò anche Talitha da dietro le
gambe di Regulus che la prese per mano e guidò i nuovi arrivati nel salone.
“Kreacher,
è tutto pronto per il pranzo di Natale?” L’elfo annuì: “Oh, sì, padrona, la mia
cara vecchia padrona sarebbe contenta di queste feste in famiglia!”
“Lo
spero Kreacher, stiamo per fare un miracolo! Tra un po’ arriva Sirius!”
“Padrona,
ma Sirius ha spezzato il cuore della mia padrona.”
“Ma il
perdono è una grande virtù e guarda i bambini come sono felici. C’è una cosa
che serve per far crescere una pianta forte e antica come quella dei Black,
oltre al sangue, ed è l’amore.” Kreacher non sembrò molto convinto, ma dopo una
vita al servizio di Walburga era inevitabile che diventasse così chiuso.
Alexandra si era detta che prima di lasciare questo mondo, persino Kreacher
avrebbe cambiato modo di pensare.
Bussarono
alla porta e questa volta vide Lele che la salutava con un abbraccio e Sirius
che entrava in casa senza nascondere il disagio.
“Buon
Natale!” esclamò Alexandra abbracciando Lele e dandole due baci sulle guance sotto
il vischio. Era stato difficile organizzare quel Natale e senza l’aiuto di Lele
non ci sarebbe mai riuscita. Dopo quella riconciliazione sul campo di
battaglia, Alexandra e Lele avevano iniziato a scriversi perché erano entrambe
convinte che i due fratelli dovessero riprendere a parlarsi.
Avevano
organizzato degli incontri casuali per Diagon Alley, poi erano arrivate a usare
la scusa dei bambini e del gelato da Florian, persino i giochi al parco, fino a
che poco a poco, i due fratelli Black non avevano trovato normale vedersi e
parlarsi. I bambini avevano iniziato a legare e poi era diventato naturale
darsi degli appuntamenti per farli giocare insieme.
Tuttavia,
quello era il primo pranzo di Natale in cui Sirius metteva piede a Grimmauld
Place. Avevano dovuto attendere la morte di Walburga perché si decidesse a
entrare in quella che considerava una prigione. Alexandra si era impegnata
molto negli anni precedenti e poi dopo la morte di Walburga per alleggerire quegli
ambienti e renderli più luminosi, pur rispettando la tradizione.
“Non ci
sono più le teste degli elfi!” notò Sirius.
Alexandra
gli sorrise guidandolo al piano di sopra: “Abbiamo fatto un po’ di cambiamenti,
vedrai.”
Nel
salone si respirava un’atmosfera natalizia come non l’avevano mai vissuta da
bambini e soprattutto c’era calore dato dal camino che scoppiettava allegro e
dalle candele incantate che decoravano l’albero e vari posti della casa.
Non era
proprio Natale, era il pranzo della Vigilia ed era l’incastro perfetto. Nel pomeriggio,
Robert, Emily e il piccolo Edward sarebbero partiti per l’Irlanda, dai genitori
di Emily, Sirius, Lele e il piccolo Lealius sarebbero andati dai Potter, mentre
loro erano invitati dai Malfoy per i riti di Yule.
“Prima
che andiamo a tavola, Sirius, vorrei rimediare all’errore di mamma. Questa
resta sempre casa tua.”
Sirius si
strinse sulle spalle e scosse la testa: “No, Regulus, lascia stare. Mamma ha
preso atto di una mia scelta. Ho impiegato troppo tempo per andare via da
questa casa, non voglio che quell’arazzo venga riparato.”
Scese un
silenzio imbarazzato. Robert annuì alle parole del suo migliore amico e prima
che il silenzio diventasse gelo, Alexandra provò a sdrammatizzare, “Vorrà dire
che Sirius sarà il seme di un nuovo ramo dei Black.”
“Black-Kendrick,”
la corresse Sirius.
“Certo,
Black-Kendrick, non volevo dimenticare Lele. Vogliamo andare a tavola e fare un
brindisi per questo nuovo corso? Per i legami che si rinsaldano, le strade che
si incrociano e il perdono, perché tutti noi possiamo sbagliare.”
Regulus
le posò un bacio sulla guancia mentre andavano a tavola. Alexandra guardò le
persone sedute intorno al tavolo e pensò a Walburga, a quante cose sbagliate
avrebbe trovato intorno a quella che non era una tavola impeccabile.
C’erano
Sirius, Lele e Laelius con un discutibile maglione natalizio e dei jeans
babbani, c’erano Robert, Emily ed Edward con i loro completi eleganti di foggia
babbana e c’erano lei, Regulus, Alioth e Talitha, e il piccolo in arrivo, che
erano vestiti con l’abbigliamento tradizionale dei maghi. Walburga avrebbe
detto che non era chiaro il tono della cena, e forse avrebbe fatto qualche
commento sgradevole sullo stato di sangue di Emily e Lele, ma Alexandra e
Regulus avevano imparato a ignorare i commenti di Walburga, convinti che la
luce che vedevano negli occhi delle loro famiglie fosse più preziosa e più
importante del tipo di sangue che scorreva nelle loro vene.
I
sorrisi e le chiacchiere, alimentate dal vino elfico, aiutarono a riscaldare l’amicizia.
Regulus prese la macchina fotografica e scattarono moltissime foto magiche dei
due fratelli e delle loro famiglie che, finalmente, si erano riunite.
Quel Natale
rappresentava la fine di un mondo e l’inizio di uno nuovo.
Note:
Eccoci
alla fine di questo viaggio. Ho dato una gioia non solo a Regulus ma anche a
tante altre persone, purtroppo ho dovuto sacrificare personaggi che amo
immensamente come Barty e i Lestrange. Il canon-divergence è come le Arti
Oscure, richiede sempre il pagamento di un prezzo. Alla fine, la morte può
essere vista come una sorte migliore di Azkaban. Soprattutto se pensiamo al
destino che il canon ha riservato a Barty Crouch Jr.
Non
sapete la fatica per bloccare tutte le deviazioni Rodolphus/Alex (che ormai
sono una delle mie OTP) e ho immaginato un sacco di scene e dialoghi dove ero
con gli occhi a cuoricino, ma mi sono detta che no, bisognava dare una gioia a
Regulus.
Vi
sarete accorti che l’intervento di Regulus con Silente ha alterato il canone di
un bel po’. Voldemort si presenta a Hogwarts a metà giugno 1981 perché si è
accorto che Silente ha trovato il Diadema di Corvonero e lo ha distrutto.
Nagini sarebbe stata creata nel 1994 con l’uccisione di Bertha Jorkins e
ovviamente ancora non è andato dai Potter, quindi gli horcrux sono meno
rispetto alla saga originaria.
Ho
immaginato che per sconfiggere il più grande mago oscuro abbiano dovuto giocare
sporco (ed è una cosa che mi aspetto tranquillamente da Bartemius Crouch che
aveva autorizzato l’uso delle maledizioni senza perdono da parte degli auror).
Quindi Voldemort è impegnato a duellare contro Silente (mica il primo che
passa) e poi altri quattro Auror cazzuti gli vanno addosso e lui soccombe (era
anche sconvolto dalla morte di Bella). Spero che la scelta convinca le fan di
Voldemort.
I nomi
dei figli di Alex e Regulus: Alioth e Talitha, sono nomi di stelle dell’Orsa
Maggiore, per richiamare la tradizione dei Black di dare nomi delle stelle ai
figli.
Laelia
Morrigan Kendrick, detta Lele, è la protagonista di Until the very end
di Lina Lee che mi ha gentilmente prestato la sua OC (grazie ancora!). Naturalmente,
quello che ho scritto qui è totalmente inventato, immaginando come sarebbero
andate le cose se la guerra fosse finita in quel modo. La storia di Lina Lee è
completamente diversa.
So che
avrei potuto usare la mia Alice, ma volevo una OC che non fosse purosangue e
Lele era perfetta. Inoltre, Until the very end sembra del tutto speculare a
Kintsugi e noi ci siamo scoperte di recente e questa cosa ci sta facendo ridere
al punto da portarci a scambiare storie in cui Lele e Alex si fanno scherzi o
dispetti.
Se vi
piacciono i buoni, vi consiglio la lettura.
Grazie
per aver letto fin qua! Non fatevi tante illusioni, questo universo collasserà
su sé stesso e tornerò a scrivere dei miei amati Lestrange.
Sev