Arendelle
è scossa da quanto accaduto, da come in un batter
d’occhio la principessa
Aurora, l’allegria di palazzo, ha lasciato questo mondo
portando via con se
passato, presente e futuro di una famiglia reale già segnata
negli anni da
tanto dolore.
Sandy
ha saputo del dramma che ha colpito il regno ed ora i sensi di colpa si
fanno
sempre più pressanti.
“E’
colpa nostra! Quella povera ragazzina ha pagato il prezzo
più alto” – si commuove
la donna, parlando da sola come è abituata a fare -
“Pitch ha ottenuto in
minima parte la sua vendetta. Maledetto! Non può averla
vinta… il suo odio lo
spazzerò via quando mi riappacificherò con i miei
figli”
In
quel momento, la Black sembra sentire la voce maligna del mago oscuro
che si
prende gioco di lei sussurrandole – “Chi vorrebbe
mai riabbracciare una madre
inesistente e che per giunta ha contribuito alla morte di una giovane
innocente?”
Quelle
parole cattive e tipiche di Pitch Black, toccano il cuore di Sandy,
sempre più
turbata. Poi però, lucidamente, pensa - “Sono
talmente abituata al suo
controllo, da sentirne ancora la presenza” – scuote
la testa come a voler
cancellare il ricordo.
Mentre
vaga per le strade, preda del dispiacere e alla ricerca dei suoi figli,
riconosce qualcuno che non avrebbe voluto mai più vedere.
“Hans!!!”
– lo chiama, approfittando del luogo poco affollato.
“Tu?
Non eri morta?” – esclama Westergard, riconoscendo
quella che, ai fini del
piano di Pitch, sarebbe dovuta essere sua moglie.
“Mi
domandavo la stessa cosa su di te”
“Io?
Cosa c’entro? Sono estraneo a tutto ciò. Sto
attendendo la nave che mi
riporterà nel mio regno”
“Quanta
crudeltà in un uomo misero come te, te ne stai lavando le
mani! Dovresti chiedere
perdono, in ginocchio a quella famiglia” – lo
attacca la donna.
Però
Hans sa come metterla in riga e dopo averle malignamente riso in
faccia,
puntualizza – “Sbaglio o sei stata tu ad aver
tramato contro i sovrani di
Arendelle? Tu che hai rubato l’identità di Anna,
tu che hai distrutto i
sentimenti tra lei e il marito? Tu e solo tu, Sandy
Black…dovresti tacere,
perché sei stata talmente debole da lasciarti plagiare prima
da tuo padre, e
poi dalle emozioni materne che hanno causato la tua rovina”
Le
parole del perfido principe delle Isole del Sud sono pura
verità e la figlia di
Pitch ne è cosciente. Così non reagisce e lo
guarda, con disprezzo, voltarsi,
dandole le spalle con aria altezzosa.
Ignorandola
utleriormente, Westergard indossa il cappuccio della sua mantella, e
scompare
nel nulla. Da lì a poche ore lascerà Arendelle
definitivamente e con la sua
partenza dirà anche addio ad ogni tentativo di conquista di
un regno che
evidentemente non è destinato ad appartenergli.
“Tutto
bene, maestà?” – chiede il comandante
della nave all’uomo.
Hans
annuisce, mentre osserva da lontano il regno di Anna ed Elsa.
Nonostante
la cattiveria, sapere di aver contribuito alla morte di Aurora non lo
fa stare
bene. Anzi, è fortemente scosso dall’accaduto,
anche se cerca di nasconderlo.
“Perdonami,
bambina! Spero che lassù avrai modo di capire che non avrei
mai permesso la
morte di nessuno….non rientrava nei piani”
– una lacrima gli riga il volto
mentre questo pensiero gli invade la mente.
Ma
lui detiene il ruolo di “malvagio”.
Perciò asciuga subito il volto, per non
mostrare una debolezza che lo rende umano a tutti gli effetti e cerca
di
distrarsi per cancellare definitivamente ogni legame con quel luogo,
con quella
famiglia, con quel dramma.
Chi
invece non trova pace, è Anna.
La
regina non si capacita di aver perduto una figlia.
La
vita le ha inflitto l’ennesima coltellata.
“Sorellina,
sai bene che per qualsiasi cosa io ci sono” – Elsa,
rimastale dietro di alcuni
metri, l’ha seguita e con lei ha raggiunto un punto preciso
di Arendelle,
legato ai ricordi passati.
“Come
mai sei venuta fin qui?” – le domanda, guardandosi
attorno – “E’ il luogo più
isolato del regno”
“Quando sono morti mamma e papà non esisteva altro
posto per me dove sfogarmi. Nel
palazzo, la servitù mi opprimeva con domande sul mio stato,
domande alle quali
non sapevo rispondere. Così mi sedevo su questa panca,
lontana dal mondo, e
piangevo fino ad esaurire le lacrime”
“Oh
sorellina, come avrei voluto essere al tuo fianco e condividere il
nostro
dolore” – Elsa avanza a passo lento verso Anna. Le
prende una mano e la
intreccia alla sua.
“Stavolta
io sono qui” – l’emozione è
troppo forte e Elsa sente che con la perdita di una
nipote ha perduto un pezzo di se. Difficilmente si può
controllare una magia
potente come la sua se il dolore è così intenso.
Fiocchi
di neve iniziano a cadere dal cielo, coprendo in un battibaleno le
strade e i
tetti delle case.
“Elsa”
– esclama Anna, notando che la consanguinea non riesce a
domare il potere che
ormai da anni è in grado di gestire. Istintivamente
l’abbraccia e piangono
assieme, liberandosi di una sofferenza paragonabile a quella di anni
addietro,
legata ad Agnarr ed Iduna.
Le
due sorelle si sfogano, stringendosi l’una
all’altra.
Poi
è Anna a dire qualcosa di poco sensato ma che Elsa coglie
con razionalità.
“Non
esiste un modo per riportarla in vita? La magia non può
aiutarci?”
Il
quinto spirito, in un primo momento, pensa a quell’ipotesi e
al modo di
attuarla.
Si
isola per alcuni istanti e mentalmente conversa con i quattro elementi
per
avere un confronto.
“Assurdo!
Se così fosse, avremmo vinto la morte per sempre. Non
è fattibile, mi dispiace”
– dice Nokk.
E
la speranza di riabbracciare Aurora, si frantuma nel giro di pochi
istanti.
“Non
mi resta che dire addio a mia figlia!! Ti prego restami accanto
perché è
davvero dura stavolta” – stretta alla maggiore,
Anna abbatte il muro innalzato
e accetta la realtà.
Le
due,però, non sanno che qualcuno le sta osservando ed
ascoltando. È questo
qualcuno che prende in considerazione le idee della regina di Arendelle.
Infatti….
“Fratello,
sono io! Esci fuori” – dice Sandy, giunta nel punto
d’incontro accordato con
Jack.
“Sorellina,
eccomi. Come è andata? Li hai visti?” –
le chiede dei Frost.
“Ascoltami,
adesso ho una priorità che vorrei esporti”
“Dimmi”
“Riguarda
Aurora, la figlia deceduta di Kristoff e Anna. Dobbiamo trovare il modo
di
riportarla in vita”
“Cosa?
ma, è impossibile…”
“Tu
mi hai restituito la vita! Questo significa che è possibile
farlo! lo dobbiamo
a loro, alla nostra famiglia!”
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