Cap 13 The next right thing
NOTA:
il testo contiene la canzone “Next right thing”
riportata in grassetto, che ho
reinterpretato come “duetto” in quanto rispecchia
esattamente i pensieri dei
personaggi di Anna e Jack in questo capitolo.
Vi
posto quindi il link sia della versione maschile che femminile della
canzone
nel caso vogliate sentirle prima o dopo aver letto il testo (io vi
consiglio di
ascoltarle subito prima di leggere il relativo testo in grassetto per
una
maggiore immersione, ma a voi la scelta):
Versione Femminile: Frozen 2
‘The Next Right
Thing’ Official Sing-Along Music Video (NEW 2020) Disney
Animation HD - YouTube
Versione
Maschile: Next
Right
Thing (해야할 일)
- Frozen2 COVER by Dodobird (male version) - YouTube
Anna
teneva
tra le sue braccia Olaf mentre lui la fissava pensieroso, quasi come se
stesse
cercando qualcosa di essenziale, poi il suo viso si illuminò
per qualche
istante come se avesse trovato la soluzione a ciò che lo
turbava.
“Anna, ho
trovato qualcosa che non cambierà mai!”
“Che cosa?”
Chiese lei
con voce singhiozzante.
Il pupazzo
sorrise con le sue ultime forze.
“È
l’amore”
Anna
ricambiò il sorriso mentre una lacrima solcò il
suo viso.
“Caldi
abbracci?”
“Oh sì: io
amo i caldi abbracci!”
Anna strinse
il pupazzo di neve e non riuscì più a trattenere
le lacrime.
“Ti voglio
bene”
Sentì
a poco
a poco il pupazzo di neve sciogliersi tra le sue braccia ed allo stesso
tempo
sentiva come se ne stesse andando una parte di lei.
Quando anche
l’ultimo fiocco di neve volò via si
sentì come svuotata, senza più uno scopo.
I've
seen dark before, but not like this
This is cold, this is empty, this is numb
Aveva
già
provato sensazioni simili da piccola quando era stata obbligata a
vivere
lontano da Elsa ed in solitudine all’interno del palazzo ma
questa volta era
diverso: questa volta le cose non sarebbero potute tornare come prima,
non
sarebbero potute più migliorare.
Per
la prima
volta si sentiva davvero sola e immersa in
un’oscurità da cui non si sarebbe
potuta rialzare.
Una
volta
arrivato sulla riva del mare oscuro Jack rimase letteralmente senza
parole: non
solo era un mare furioso e tempestoso ma aveva anche
un’inquietante colore nero
pece.
Il
suo cuore
mancò un battito quando da quelle acque emerse quello che
doveva essere lo
spirito dell’acqua ma che adesso assomigliava molto di
più ad uno degli incubi
purosangue di Pitch. Il cavallo lo fissava minaccioso, come se lo
intimasse a
non osare fare un’altro passo.
Sentì
il
battito accelerarsi ed il fiato farsi più corto insieme ad
una terribile
sensazione di paura che cresceva in lui: Elsa aveva ragione, un umano
non
poteva affrontare tutto questo.
Quindi
era
davvero finita?
Pitch
aveva
raggiunto Elsa e le aveva fatto del male?
Non
sarebbe
riuscito a salvarla?
No!
Non lo
avrebbe permesso, a qualsiasi costo.
Alzò
lo
sguardo in alto e finalmente vide qualcosa che placò il suo
stato d’animo: La
figura circolare della luna piena si ergeva splendente in cielo,
nonostante il
mare tempestoso. Inconsciamente le sue labbra si incresparono in un
accenno di
sorriso, si rivolse quindi a lei.
“Solo
ora ho
capito, mi spiace! Mi spiace di averti continuamente solo chiesto che
tutto
tornasse come prima… pensavo davvero che fosse la cosa
più importante di tutte.
In questo momento però mi sento così stupido ad
averlo pensato: era così
egoistico e mi è così chiaro adesso che
l’unica cosa che conta è che Elsa stia
bene! Quindi ti prego aiutami, fa solo che io riesca a
salvarla!”
Ovviamente
non ebbe risposta ma non se l’aspettava, cercò
sulla spiaggia qualcosa di abbastanza
robusto per creare una corda, quindi legò il suo bastone
dietro la schiena e si
tolse le scarpe: fissò il mare ed il cavallo nero con
decisione.
Era
pronto
per affrontare la traversata.
The
life I knew is over, the lights are out
Hello darkness, I'm ready to succumb
Tirò
un
profondo respiro che fece trapelare la sua agitazione, ma i suoi passi
erano
decisi e non lasciavano spazio all’esitazione. Stava per
raggiungere l’acqua
quando una forte folata di vento improvvisa gli impedì di
avanzare: era lo spirito
del vento.
“Ehi,
che
fai? Lo so che è una follia ma non capisci: devo andare.
Elsa ha bisogno di me
quindi puoi fare solo due cose: o aiutarmi o lasciarmi passare,
perché non
permetterò a nessuno di fermarmi!”
Il
vento
sibilò qualcosa che Jack non poteva capire ma
c’erano espressioni che non
necessitavano di parole per essere comprese.
Il
ragazzo
annuì deciso ed il vento lo lasciò passare, o
meglio, iniziò a soffiare con forza
dal basso verso l’alto portandolo il più in alto
possibile per tentare di
sfuggire alla portata dello spirito dell’acqua.
Il
cavallo
non appena si accorse della loro manovra evasiva creò
un’alta onda di mare nero
che li mancò per un pelo.
Jack
diede un
sospiro di sollievo ed accennò un sorriso.
“Bene,
ora
sì che ci divertiamo! È
solo questo che sai fare?”
Pessima
scelta di parole: doveva sapere ormai che è una cosa che non
si deve mai dire!
Infatti la calma durò poco perché lo spirito
dell’acqua mostrò tutta la sua rabbia
creando un’onda di altezza decisamente fuori dal normale che
lo travolse
completamente facendolo cadere in mare.
Quando
poté
riavere il controllo delle sue azioni si ritrovò in mezzo al
mare tempestoso,
provò a chiamare disperatamente lo spirito del vento ma la
risposta che ottenne
non fu quella voluta: dalle acque di fronte a lui si erse la figura del
cavallo
nero che gli si fiondò contro. Provò ad evitarlo
ma non ci riuscì: il cavallo
lo travolse portandolo sempre più a fondo nel mare oscuro.
Tentò
con
tutte le sue forze di toglierselo di dosso ma ogni suo gesto contro di
lui era
letteralmente come prendere a pugni l’acqua: si
agitò e dimenò disperatamente
ma niente sembrava funzionare, continuava ad essere trascinato sempre
più in
profondità.
Il
paesaggio
intorno a lui si faceva sempre più buio, riusciva a scrutare
chiaramente solo
la flebile luce gialla proveniente dagli occhi del cavallo: per un
attimo
quella luce lo aveva quasi ipnotizzato ma la verità era che
sentiva le sue
forze abbandonarlo sempre di più.
I
follow you around, I always have
But you've gone to a place I cannot find
This
grief has a gravity, it pulls me down
Ripensò
alla
sua vita passata, a tutto ciò che aveva fatto per arrivare
fino a lì, eppure
adesso si sentiva così impotente.
Lo
realizzò
per la prima volta: non sarebbe riuscito a salvare Elsa.
Fu
allora
che sentì il cavallo abbandonare la presa che aveva su di
lui e nuotare via: probabilmente
anche lui aveva capito che era inutile insistere, che ormai non ce
l’avrebbe
fatta a risalire.
Quel
pensiero gettò il suo cuore nel panico: improvvisamente il
suo corpo era come
se si fosse accorto di ciò che lo circondava.
Era
buio e
sentiva freddo.
Aveva
già
provato quelle sensazioni un tempo ed il solo pensiero fece crescere in
lui una
forte paura.
Sentì
mancargli il fiato e la disperazione impadronirsi sempre di
più di lui, per un
attimo gli sembrò quasi che ci fosse il nulla,
finché qualcosa non attirò la
sua attenzione: vide un fascio luminoso penetrare dalla superficie fin
dove era
lui.
But
a tiny voice whispers in my mind
La
luce
sembrò illuminare l’oscurità che lo
circondava e dipanare la paura che fino a
poco prima lo assaliva.
Vide
la sua
pelle schiarirsi e sentì il freddo sparire
all’improvviso.
I
suoi occhi
si tinsero di blu mentre i suoi capelli del colore del ghiaccio, una
voce gli
sussurrò un nome ma lui lo conosceva già.
Era
diventato Jack Frost.
You
are lost, hope is gone
But you must go on
And do the next right thing
Un
sorriso
si dipinse sul suo volto: forse ora aveva delle possibilità
di farcela. Slegò
la corda che aveva legato in vita e prese in mano il suo bastone,
quindi evocò
i suoi poteri che finalmente sentiva nuovamente scorrere in lui (non
poteva
negarlo era una bella sensazione!), li usò per darsi una
spinta e risalire fino
alla superficie.
Una
volta emerso
poté notare che il raggio di luce, come aveva immaginato,
proveniva dalla Luna.
“Grazie!”
Sussurrò,
quindi richiamò lo spirito del vento ma stavolta tramite i
suoi poteri e questo
accorse immediatamente.
“Esatto
amico mio sono proprio io! Solo con qualche potere del ghiaccio in
più… che
dici, ci prendiamo una rivincita e sbianchiamo un po' quel cavallo? È
troppo nero per i miei gusti!”
Zefiro
sibilò in segno di approvazione quindi fece alzare
nuovamente Jack in volo.
Lo
spirito
dell’acqua nitrì furioso nel constatare che Jack
fosse ancora vivo, quindi scatenò
una serie di onde contro di lui. Questa volta però Jack
congelò prontamente le
onde con i suoi poteri prima che queste potessero raggiungerlo.
“Ora
sì che
ci sarà da divertirsi!”
Esclamò
Jack
con un sorriso beffardo, quindi creò una tavola da surf di
ghiaccio sotto i
suoi piedi e iniziò ad avanzare tra le onde spinto dal vento.
Lo
spirito
agitò il mare tentando di sommergerlo ma con il connubio dei
suoi poteri con
quelli dello spirito del vento riusciva a destreggiarsi abilmente tra
le onde,
quasi fosse un gioco da ragazzi.
Inutile
dire
che la cosa fece infuriare ancora di più lo spirito
dell’acqua che caricò lui
stesso a tutta velocità verso Jack. Il ragazzo tese il
bastone verso il
cavallo.
Non ancora
Pensò,
quindi tese i muscoli in attesa del momento esatto nel quale lo spirito
dell’acqua fosse a pochi metri da lui: il cavallo avanzava
alla carica e creò
delle onde intorno a lui, pronte a scagliarsi verso il suo nemico.
Ora!
Jack
usò i
suoi poteri per congelare le onde formatosi introno al cavallo e creare
una
specie di cupola di ghiaccio che lo imprigionasse.
“Sì,
ha
funzionato!”
Esclamò
esultante Jack, quindi si rivolse allo spirito del vento.
“Andiamo!
Non lo tratterrà a lungo”
Quindi
volò
il più velocemente possibile verso Ahtohallan.
Anna
non
riuscì a quantificare quanto tempo era stata lì
immobile a piangere… minuti?
Ore? Neanche il tempo aveva più senso: le sembrava tutto
così lontano e
distante dalla realtà, relegata ormai alla sola
oscurità che sentiva
avvolgerla.
Can
there be a day beyond this night?
I don't know anymore what is true
Non
sapeva
nemmeno se avrebbe mai più rivisto la luce. Infondo che
senso avrebbe avuto?
Aveva passato una vita intera alla ricerca di sua sorella ed ormai era
sola,
che senso aveva tornarci? Che senso aveva continuare a vivere o
semplicemente
alzarsi da quel pavimento?
I
can't find my direction, I'm all alone
The only star that guided me was you
Vivere…
se
solo Elsa non fosse stata così determinata a scoprire la
verità o se lei fosse
stata più intransigente, probabilmente anche sua sorella
avrebbe potuto
continuare a farlo.
La
verità.
Il
suo
sguardo si posò su quello che era rimasto ormai della statua
creata dai poteri
di Elsa.
Eri in fin di vita, eppure hai rischiato
tutto per farmi conoscere la verità…
perché?
La
risposta
ai suoi pensieri in realtà la sapeva già:
conosceva sua sorella ed era disposta
a tutto per le persone che amava o per quello in cui credeva. Erano
molto
diverse, eppure quella era sempre stata una cosa che le aveva
accomunate!
Sarebbe
stato così facile ed allettante restare lì in
quell’oscurità, con solo il suo
dolore a farle compagnia, l’unico che poteva davvero capire
come si sentiva.
Eppure
qualcosa dentro di lei, come una sottile voce, le diceva che
c’era qualcosa di
sbagliato in tutto ciò: se Elsa aveva davvero messo in gioco
la sua stessa vita
per quella verità era davvero giusto restare lì
senza fare nulla, rendendo
futile il suo sacrificio? Piangere e lamentarsi solo di se stessa?
Ripensò
alle
parole di Granpapà e forse per la prima volta avevano
davvero un senso.
Comunque
fossero andate le cose Elsa avrebbe sempre fatto ciò che
credeva e né lei né
Jack avrebbero potuto davvero impedirlo.
Quello
che
poteva fare realmente adesso era la cosa più difficile: fare
la cosa giusta.
How
to rise from the floor?
But it's not you I'm rising for
Just do the next right thing
Si alzò lentamente in piedi poggiandosi alle
rocce, come se il dolore che
sentiva dentro di lei le richiedesse un’enorme sforzo per
farlo.
Rimase
immobile per qualche istante a fissare i suoi piedi, come un bambino
incerto ai
suoi primi passi.
Prese
un
profondo respiro, quindi lentamente fece un passo dopo
l’altro avanzando verso
la luce che indicava l’uscita della grotta.
Take a step, step again
It is all that I can to do
The next right thing
Avrebbe
mai
smesso di stare male? Le cose sarebbero mai migliorate? Sarebbe mai
tornata la
stessa di prima?
Non
aveva
una risposta a queste domande ma sapeva che adesso quello che contava
era solo
trovare un modo per fare la cosa giusta: fare in modo che sua sorella
non fosse
morta invano.
Quando
Jack
arrivò ad Ahtohallan fu sorpreso dal trovarsi di fronte ad
un ghiacciaio ma
molto di più del fatto che l’oscurità
lo stesse letteralmente contaminando.
Iniziava
davvero a temere cosa stesse accadendo lì, quindi corse il
più in fretta
possibile all’interno della caverna.
Attraversò
interi corridoi e cunicoli fatti di puro ghiaccio, li avrebbe trovati
stupendi
se non fosse stato completamente concentrato nella disperata ricerca di
Elsa.
Più
avanzava
e più il ghiaccio sembrava farsi nero e la cosa lo
terrorizzava, inoltre più si
avvicinava e più sentiva delle orribili sensazioni e
ciò che lo preoccupava di
più era il percepire che non fossero le sue.
Ti prego Elsa dimmi che stai bene!
Pregò
tra
sé, quindi seguì le zone più oscure
sperando di trovarne la fonte e che non
fosse troppo tardi.
Arrivò
sull’orlo di quello che sembrava un precipizio il cui fondo
era talmente oscuro
che non si riusciva ad intravederne la fine.
Con
un balzo
deciso si lasciò cadere e quando arrivò sul suolo
notò con orrore che quello
che prima gli sembrava vuoto in realtà era ghiaccio
diventato ormai nero come
la pece, si guardò intorno e sentì mancargli il
fiato quando notò il corpo di
Elsa inerme a terra.
“Elsa!”
Gridò
con
voce tremante mentre si precipitò a raggiungerla chinandosi
verso di lei: il
suo corpo era per buona parte ricoperto
dall’oscurità. Avanzò la mano tremante
verso di lei con il cuore in gola al solo timore di quale potesse
essere la
verità.
I
won't look too far ahead
It's too much for me to take
Con i suoi
poteri poteva percepire quelli di Elsa, e anche se deboli li sentiva
ancora
latenti ma, prima che potesse fare altro, una glaciale voce alle sue
spalle
interruppe le sue azioni.
“Jack
Frost, immagino! Sai Jack i capelli bianchi ti invecchiano a dire il
vero”
Non gli
servì girarsi per sapere a chi appartenesse.
“Pitch…tu…TU,
cosa le hai fatto?”
L’uomo osservò
soddisfatto la pietra tra le sue mani che poco prima aveva assorbito
anche il
potere del quinto spirito. Portò quindi una mano al petto
con fare teatrale.
“Io? Niente
di che le ho solo fatto una semplice proposta e lei l’ha
rifiutata e tu sai
bene che gestisco male i rifiuti, o sbaglio?”
Questa
volta Jack si voltò furioso verso di lui.
“Tu lo
sapevi… tu hai sempre saputo tutto! Ma come
potevi…? Ma certo! Quei fogli con
le rune non mi hanno mai convinto, ed in realtà erano una
specie di messaggio
in codice, o sbaglio?”
“Wow,
finalmente ci sei arrivato Jack! Allora infondo sei molto
più perspicace di
quanto credessi”
Rispose
cinico l’uomo nero, chiedendosi comunque come mai il suo io
del futuro fosse
tanto intimorito da quel ragazzino.
“Non hai
risposto alla mia domanda”
“Davvero?
Ero sicuro di averlo appena fatto! Forse ho parlato troppo presto
quando ho
detto che eri perspicace… ma non temere ti
illustrerò brevemente la situazione:
ho oscurato lo spirito dell’acqua e con lui anche questo
luogo, quindi quando
Elsa è diventata il quinto spirito le ho proposto di
scegliere la parte giusta,
che è ovviamente la mia, ma lei ha preferito
‘scoprire la
verità’…”
“Elsa è il
quinto spirito?”
Pitch alzò
gli occhi al cielo a quell’esclamazione di Jack.
“Sì, non
mi interrompere GRAZIE! Dicevo, Elsa ha deciso di sprecare in modo
futile il
suo enorme potenziale e quindi io ho magnanimamente alterato il potere
di
questo posto con il mio, che ha fatto insinuare
l’oscurità in lei e se la
avesse accettata adesso sarebbe viva e vegeta ed anche
meravigliosamente oscura
ma… sembrerebbe aver sprecato anche quest’ultima
occasione quindi adesso temo
proprio che quando l’oscurità
raggiungerà il suo cuore, morirà”
Quelle
ultime parole fecero trasalire Jack, il quale puntò furioso
il bastone contro
di lui.
“PITCH, maledetto!
Dimmi subito come posso impedirlo o ti trasformo in un
ghiacciolo!”
Pitch alzò
le spalle con totale noncuranza.
“Oh giusto
i tuoi nuovi poteri di ghiaccio… tremerei di paura ma vedi
la verità è che non
ho intenzione di nasconderti che non c’è modo di
impedirlo: un cuore che si sta
oscurando non può essere fermato, lo avrai anche fatto in
passato da ciò che mi
ha accennato la mia controparte ma ti ricordo che, anche se ci fosse la
futile
speranza che Elsa si fosse innamorata di questo ‘Jack
Overland’, tu ora sei
Jack Frost e per lei non esisti, sei solo una futile leggenda per
bambini”
“No…”
Esclamò
Jack con voce tremante, rifiutandosi di arrendersi ad una simile
verità per
quanto sembrasse veramente inattaccabile.
“Ed invece
sì mio caro Jack!”
Lo stuzzicò
nuovamente l’uomo nero con gioia, allibito dal solo pensiero
che un moccioso
simile avesse potuto dare tanti problemi alla sua controparte.
“Perché?
Perché fai tutto questo?”
“Bé sembra
tu abbia dato fin troppe noie alla mio io del futuro se si è
disturbato tanto
per recapitarmi una lettera”
“Non può
essere solo questo a te non interessa di nessuno, nemmeno del tuo io
del
futuro: tu non fai nulla se non sei sicuro di guadagnarci
qualcosa!”
Pitch alzò
un sopracciglio leggermente seccato da quella affermazione. Avrebbe
voluto
rivelargli tutto anche solo per il piacere di sbattergli in faccia la
sua
totale vittoria ma ricordava bene le ultime frasi della lettera del suo
io del
futuro contenti l’unica richiesta che gli aveva fatto.
Nonostante quella richiesta
lo avesse fatto innervosire, aveva deciso di rispettarla per il momento
e per
farlo non poteva accennare alla pietra e quindi per il momento decise
di non
farlo.
“Hai
ragione Jack ma vedi il mio io del futuro altri non sono che io e le
sue
indicazioni non possono fare altro che indirizzarmi su un futuro
più roseo del
suo, guarda ad esempio cosa mi ha insegnato: ora so come oscurare i
cuori e
creare dei magnifici incubi! Cose che avrei imparato molto
più in là. Inoltre
se per imparare tutto ciò devo anche portare paura e
distruzione… bé mi conosci
no? Non rifiuto mai un invito ad una festa!”
Il sorriso malevolo di Pitch gli fece definitivamente perdere le staffe.
“Ora ti
riduco in ghiacciolo, infondo facendolo potrei porre fine alle tue
ombre ed
Elsa sarebbe salva!”
Pitch
scrollò nuovamente le spalle con un espressione che Jack
faticò a non prendere
a schiaffi.
“Certo
potresti farlo ma quanto ci impiegheresti? Ammesso che vincessi, ed ho
i miei
dubbi, ci metteresti un po' per farlo e temo che Elsa non abbia tutto
questo
tempo, anzi gliene è rimasto davvero poco. Non temere
però mi sento davvero
magnanimo oggi: puoi darle un ultimo saluto prima che inizi il nostro
epico
duello, io mi godrò la scena da quell’angolo
nell’ombra!”
“Tu
‘magnanimo’ non scherziamo nemmeno, non ne saresti
capace nemmeno se fossi
Nord!”
“Ok, mi
hai scoperto, ammetto che l’unico motivo per cui ti concedo
di farlo è per
vederti cedere alla paura e disperazione, cosa che mi
renderà lo scontro ancora
più facile oltre al fatto che la scena sarà
dannatamente divertente ovviamente!
Certo, potresti anche decidere di attaccarmi e combattere subito senza
dire
nemmeno un addio ad Elsa, uno ‘scusa’ o oscene
smancerie simili ma poi se te ne
pentirai per il resto della tua eternità non dare la colpa a
me!”
Jack in
quel momento odiava così profondamente quell’uomo
che avrebbe iniziato lo
scontro solo per non dargliela vinta ma non riusciva a farlo.
Voltò lo
sguardo verso Elsa.
“Ok, hai
vinto”
Sbuffò il
ragazzo recandosi da lei, mentre Pitch con aria compiaciuta si
limitò ad scrutare
la scena da lontano.
Jack
osservò Elsa: ormai l’oscurità aveva
quasi raggiunto il suo cuore.
Si chiese
se tutto questo non fosse colpa sua: infondo tempo fa si erano
conosciuti a
causa della sua curiosità, del voler trovare uno spirito
affine al suo e Pitch ovviamente
se ne era approfittato.
Forse era
davvero colpa sua se Elsa era finita a vivere nella sua epoca e non in
questa a
cui realmente apparteneva e se il Pitch del passato era ora
più forte e pieno
di informazioni pericolose, probabilmente anche per gli altri guardiani.
Eppure
anche il darsi la colpa non sembrava avere un qualche effetto su di
lui: stava
male come non mai e dubitava che la cosa sarebbe potuta cambiare.
Copiose
lacrime solcarono il suo volto.
Se solo ci fosse
un
modo per aiutarti! Se solo
potessi fermare l’oscurità che sta arrivando al
tuo cuore…
Sgranò gli
occhi in quanto in quel momento una folle idea si impadronì
di lui: sì, era una
pazzia ed era estremamente rischioso ma d’altronde era
l’unica alternativa che
riusciva a vedere.
“Elsa,
anche se non puoi sentirmi, mi spiace, per tutto. Credevo di doverti
salvare io
ma probabilmente non sarò io a fare quest’ultimo
passo. Spero solo che funzioni”
Disse con
voce tremante.
But
break it down to this next breath, this next step
This next choice is one that I can make
Impugnò
quindi il suo bastone e lo rivolse verso Elsa. Prima che Pitch potesse
chiedersi cosa stesse facendo, Jack utilizzò i suoi poteri
sulla ragazza
congelandola completamente sotto lo sguardo esterrefatto del suo nemico.
“Che
diavolo hai fatto?”
Gli chiese
l’uomo nero.
“Ho
utilizzato i miei poteri per congelare l’oscurità
che hai utilizzato per
oscurarle il cuore, in modo da bloccare la sua avanzata: giusto il
tempo di
sconfiggerti”
“Ma,
sempre ipotizzando che tu riesca a fermarmi, lei resterebbe comunque
col cuore
di ghiaccio!”
Protestò
perplesso.
“Sì, ma
vedi: un atto di vero amore può sciogliere un cuore di
ghiaccio!”
“Ti ho già
detto che Elsa non crede in te e quindi tu ormai per lei sei incorporeo
e non
puoi aiutarla!”
“Vero ma
non sarò io a farlo: sarà Anna a salvarla, ne
sono sicuro”
“Piano
interessante e orribilmente altruista ma patetico! Per attuarlo
dovresti prima
sconfiggermi e temo che tu non possa farlo”
Mi
basterà
usare i miei poteri per battere questo
marmocchio, non mi scomoderò neppure ad usare la pietra.
“Tu non
puoi ricordarlo Pitch ma ti ho già battuto, sarà
un vero piacere farlo di
nuovo!”
Replicò
lui con un sorriso.
“Attento
ragazzino, potresti fare una fine più miserabile della tua
stessa esistenza!”
Detto
questo l’uomo nero lanciò una sequela di attacchi
oscuri contro il ragazzo ma
questi li bloccò tutti rapidamente con l’uso del
bastone, cosa che fece
sgranare gli occhi a Pitch per la sorpresa.
“Che c’è
Pitch? Il tuo io del futuro si è scordato di spiegarti come
combattere?”
Lo canzonò
il guardiano.
“Non hai
ancora visto niente moccioso!”
Pitch usò
i suoi poteri sul pavimento circostante dalle cui ombre iniziarono a
spuntare
le stesse creature oscure dagli occhi gialli che aveva richiamato per
stanare
lo spirito del fuoco.
Sotto suo
ordine le creature balzarono nella direzione di Jack. Il ragazzo
riuscì
prontamente a gelare la prima e ad evitare la seconda ma per le altre
non fu
altrettanto facile: balzarono su di lui da tutti i lati e gli fu
impossibile
evitarle tutte.
Sentì la
loro oscurità cercare di afferrare ed alimentare la sua: si
ricordò del suo
sogno dove aveva visto il suo io oscuro con i capelli neri e quel
beffardo
sguardo dagli occhi gialli.
Esisteva davvero?
Era lui che stavano
fiutando e che volevano
far emergere?
Più tali
dubbi si facevano strada nella sua testa e più poteva
sentire le ombre avanzare
verso il suo cuore.
No!
Non
avrebbe permesso all’oscurità di avere la meglio
su di lui, quindi cercò di
respingerle con tutte le sue forze.
Io non ho paura di
voi,
andatevene! Non sarò
mai come voi.
Con questa
convinzione i suoi poteri irradiarono per qualche istante
l’area circostante
allontanando le creature, le quali gemevano come se fossero state
ferite.
“Che cosa
diavolo fate? Dovete nutrirvi delle sue paure!”
Chiese
Pitch, tanto incredulo quanto seccato.
“Non li
rimproverare, non è colpa loro: semplicemente non mi fanno
paura, tutto qui!”
Replicò
lui con un sorriso sprezzante.
“Ma
dovrebbero comunque alimentare e nutrirsi delle tue paure
più profonde, tutti
ne hanno!”
“Questo è
vero: ognuno di noi ha un lato oscuro dentro di sé ed ognuno
di noi lotta
quotidianamente con se stesso per non farlo emergere. Io ho visto il
mio e per
quanto a volte possa tentarmi abbandonarmi ad esso, io non voglio
diventare
così, quindi mi spiace per te ma oggi quella lotta
l’ho già vinta io! E poi i
capelli neri non mi donano per nulla!”
Disse con
un sorriso sbarazzino.
So
I'll walk through this night
Stumbling blindly toward the light
Pitch
offeso da tanta sfacciataggine evocò nella mano destra la
sua falce oscura.
“Va bene
ragazzino, vuol dire che devo iniziare a dare il mio peggio!”
“Davvero
Pitch? Credevo lo stessi già facendo… ora sei tu
che deludi me!”
Ironizzò
Jack, evitando con un’abile scatto la prima falciata di Pitch.
L’uomo
nero si avventò su di lui cercando di non dargli tregua,
attaccandolo con
numerose falciate ed usando i suoi poteri oscuri: ad ogni attacco Jack
rispondeva prontamente o parava utilizzando il suo bastone.
“Sai qual
è il tuo problema Pitch? Il nero! Sul serio: quel colore
è terribilmente triste
ci credo che sei arrabbiato un giorno sì e l’altro
pure. Ci penso io ora a
schiarire la situazione, tranquillo!”
Jack
concentrò tutti i suoi poteri nel bastone, il quale si
illuminò dalla base
verso la punta, quindi sprigionò una potente onda di energia
contrò Pitch.
L’uomo
nero usò la falce in posizione difensiva per tentare di
bloccare l’attacco,
utilizzando i suoi poteri in controbattuta. Eppure, per quanto si
sforzasse non
riusciva a bloccare l’attacco che iniziò a
ferirlo, incredulo fece appello a
tutti i suoi poteri per difendersi ma fu inutile: l’attacco
lo travolse
completamente facendolo gemere dal dolore, lo scaraventò di
diversi metri fino
a farlo sbattere contro la parete di ghiaccio cadendo inerme a terra.
Jack ne
approfittò per creare intorno a lui una gabbia di ghiaccio.
“E siamo a
tre: quante volte devo sconfiggerti ancora per farti capire che non hai
speranza?”
“Non è
possibile… un simile moccioso non può sconfiggere
un tale potere!”
“In
effetti tempo fa non avrei potuto e soprattutto non da solo ma non hai
calcolato che ormai ho anni di esperienza nell’affrontarti:
so bene come
combattere la tua oscurità e i tuoi stupidi giochetti! Tu
invece sapevi ben poco
di me ed hai sottovalutato i miei poteri e la mia esperienza”
Con enorme
gioia Jack vide il ghiaccio che lo circondava tornare al suo colore
naturale e
sparire le ombre che attanagliavano Elsa.
“Preferisco
decisamente questo colore per il ghiaccio! Ah ti consiglio di abituarti
alle
sbarre, ne vedrai parecchie anche in futuro… ma se vuoi
scusarmi ho un attimo
una faccenda da finire”
Esclamò
voltandosi per andare nella direzione di Elsa.
Pitch ne
approfittò per prendere con la sua mano debole e tremante la
pietra.
Non è
ancora
finita ragazzino! Potrai anche
avermi fatto esaurire quasi tutti i miei poteri ma ne ho altri cinque
pronti ad
aspettarmi
Con
sorriso maligno richiamò i poteri della pietra facendoli
confluire tutti dentro
di lui: sentì le forze tornargli ed enormi poteri insinuarsi
dentro di lui.
Il potere
distruttivo del fuoco, l’agilità del vento, il
feroce scorrere dell’acqua, il
tremore della terra ed il potere creativo del ghiaccio.
Più
confluivano dalla pietra a lui e più continuavano a crescere ma
iniziò a sentire un forte
dolore al petto. I poteri erano sempre più forti.
Troppo
forti.
Tentò di
bloccare o invertire il processo ma non ci riusciva, sentiva solo i
poteri
sempre più incontrollabili e il dolore farsi sempre
più insopportabile.
Quando non
riuscì più a contrastarli il dolore divenne
straziante facendolo urlare e
cadere senza forze a terra, i poteri tornarono nella pietra che cadde a
pochi
passi da lui.
Le urla
fecero rigirare Jack che corse nuovamente da lui.
“Che cosa
è successo, cos’è quella?”
Chiese
indicando la pietra, Pitch usò le poche forze che gli erano
rimaste per
raccoglierla con la mano tremante da terra ma esitò prima di
rispondere alla
domanda.
In
quel momento si ricordo delle ultime righe
della lettera che gli aveva scritto il Pitch del futuro, quelle parole
che lo
avevano fatto innervosire e che riteneva così impossibili,
eppure ora
sembravano così reali.
Mio
caro
io del passato, dopo tutte le informazioni che ti ho fornito non ho
dubbi nella
riuscita della tua impresa ma ti chiedo solo una cosa: nel caso remoto
in cui
tu dovessi fallire, non rivelare il vero utilizzo della pietra,
convoglia
sull’ultimo foro sul retro di essa il tuo potere e dalla a
Jack dicendogli che
serve a rinunciare ai propri poteri ma che funziona solo se
è la persona stessa
a rinunciarvi, quindi chiedi a lui di farlo. Ma sono convinto che
questa è solo
una mia stupita precauzione perché non falliremo, giusto?
Pitch
del
futuro.
In quel
momento un terribile dubbio si impadronì dell’uomo
nero.
Forse Jack
aveva ragione: a lui non importava del suo io del futuro e se fosse
stato
valido anche il contrario?
Se tutto
ciò avesse da sempre fatto parte del piano del suo io del
futuro?
Se lui
avesse previsto che le cose sarebbero andate in questo modo e se avesse
fatto
tutto questo solo per un qualche suo vantaggio?
Non poteva
essere! Il suo io del futuro era davvero così crudele e
furbo?
Temeva di conoscere
la risposta, non sapeva se si sarebbe dovuto sentire fiero di se stesso
o
infuriato, per quello stava esitando.
“Pitch ti
ho fatto una domanda!”
Insistette
spazientito Jack.
Pitch alzò
lo sguardo verso di lui.
Avrebbe
detto la verità solo per non darla vinta al suo io del
futuro? Solo per
vendicarsi del fatto di essere stato usato da se stesso?
La
tentazione era forte ma l’incrociare lo sguardo con
quell’insolente ragazzino
gli ricordò che c’era qualcuno in quel momento che
odiava più di se stesso: usò
il poco potere che gli era rimasto per farlo confluire dalla sua mano
all’ultimo rombo sul retro, che si illuminò di
nero. Jack non
poté notarlo perché Pitch era stato
attento a coprirlo con la sua mano prima di passagli la pietra.
“Questa
pietra serve a rinunciare ad i propri poteri, infatti se vedi brilla
proprio
dei poteri che ha assorbito finora: speravo si potesse fare anche il
processo
inverso in modo da usare quei poteri contro di te ma hai visto i
risultati…”
Jack
osservò la pietra con i vari rombi luminosi, fu Pitch a
continuare a parlare.
“Jack
potresti usarla: infondo ormai mi hai sconfitto ed avresti tutto quello
che
vuoi. Torneresti umano e potresti stare per sempre qui con Elsa e tua
sorella,
no?”
Per quanto lo tentasse tremendamente l’idea sapeva di non
poterlo fare.
“No!”
Si limitò
a dire prima di mettere la pietra in tasca e tornare ad avanzare verso
Elsa.
Pitch lo
osservò allontanarsi aggrottando la fronte.
Mio caro Pitch del
futuro spero tu avessi
previsto anche questo oppure tutta questa fatica è stata
vana e spero davvero
di essere diventato meglio di così.
Jack
arrivò da Elsa, la quale era ovviamente ancora congelata. La
cosa non lo
preoccupava: sapeva che Anna sarebbe riuscita a salvarla in qualche
modo.
Sentiva
comunque una morsa al petto ed un senso di vuoto, dovuti dal fatto che
ora
sapeva qual’era la cosa giusta da fare.
And
do the next right thing
And, with it done, what comes then?
When it's clear that everything will never be the same again
Sfiorò
delicatamente con la mano il volto di Elsa ed una lacrima scese sul suo
viso.
Aveva appena
realizzato che era davvero finita, che niente sarebbe stato
più come prima.
Sapeva che
era l’unica scelta possibile per il bene di Elsa e dei
bambini che avevano
bisogno del guardiano del divertimento ma faceva comunque male.
“Lo so che
potendo non sapresti scegliere tra me e Anna quindi non ti preoccupare
lo farò
io per te, porterò io questo fardello per entrambi, serbando
per sempre nel
cuore i magnifici ricordi del tempo passato insieme”
La sua
voce tremava ma le sue parole erano decise.
La fissò
per un breve momento che a lui sembrò
un’eternità, quindi pronunciò quelle
parole che ancora non le aveva detto esplicitamente ma che adesso gli
uscirono
così spontanee, nonostante avesse l’impressione
che ormai fosse troppo tardi
per pronunciarle.
“Ti amo”
Uscendo
dalla caverna Anna si ritrovò su una montagna, inizialmente
fu difficile
abituarsi alla luce dell’esterno dopo essere stata al buio
così a lungo ma
quando ci riuscì poté scorgere il paesaggio
circostante.
Foresta,
alberi, natura, tutto sembrava così diverso e meno scontato
di quanto lo
ricordasse, probabilmente nella situazione in cui si trovava adesso
poteva
vedere le cose da un punto di vista differente.
Si
sorprese nel constatare che normalmente non facciamo caso alle cose
incredibili
che ci circondano ma le iniziamo a notare solo quando siamo sul punto
di
perderle.
Il suo
sguardo si soffermò però sull’unica
nota stonata in quel paesaggio naturale: la
diga.
Ma certo: la diga! Ora
so qual è la cosa
giusta da fare
Then
I'll make the choice to hear that voice
And do the next right thing
Finalmente il nuovo capitolo! Questo
capitolo è stato uno a cui tenevo particolarmente in quanto
è stato uno di
quelli che quando ho ideato mi ha convinta a scrivere la storia. Per
questo la
sua scrittura è stata un po' travagliata: volevo che venisse
bene e spero vi
piaccia come l’ho reso.
Se c’è una cosa che nel film
non mi è andata
proprio giù è che gli spiriti, come la stessa
foresta, vogliano che Elsa arrivi
a scoprire la verità per salvarli e non mi torna proprio il
fatto che Ahtohallan la congeli.
Cioè nel film le è
andata bene che avesse rintracciato Anna sennò la
verità sarebbe stata sepolta
insieme a tutto e mi è sembrato davvero un controsenso.
Perché faticarsi a
chiamare Elsa con la voce del passato per poi congelarla senza darle la
possibilità di aiutarli? Quindi come al mio solito ho
reinterpretato la cosa
nella mia versione inserendo Pitch che interferisce con i poteri di
Ahtohallan
cercando di oscurare il cuore di Elsa e Jack infine che la congela per
impedire
che l’oscurità raggiunga il suo cuore.
In
questo
capitolo ho inserito la mia personale interpretazione a due voci della
canzone
“next right thing”, spero vi sia piaciuta! Ammetto
che nonostante sia una
canzone del film un po' bisfrattata secondo me è una delle
migliori del film
perché porta un importante messaggio: anche nei momenti
più bui dove ti sembra
di aver perso tutto bisogna trovare il coraggio di andare avanti e fare
la cosa
giusta. Questa canzone a mio avviso sancisce quello che è il
pg con la maggior
crescita nel secondo film ovvero Anna. Secondo me nel secondo film ha
una vera
crescita rispetto al primo e matura prendendo la decisione
più giusta per tutti,
piuttosto che quella per se stessa.
Nella
mia
versione vediamo la contrapposizione tra lei e Jack: Anna ha capito che
per
Elsa non c’è più nulla da fare e che
deve andare avanti e fare la cosa giusta,
Jack invece non accetta questa realtà, vuole fare il
possibile per salvare Elsa
ancora una volta e riportarla alla sua epoca.
Solo
successivamente Jack si accorge che il suo era un desiderio egoistico e
che
forse la cosa giusta da fare nel suo caso è sacrificarsi per
la felicità di
Elsa, nonostante la sua sia negata.
Alla
fine
sia lui che Anna “maturano” capendo qual
è davvero la cosa giusta da fare,
molto diversa da quello che credevano inizialmente, perché
infondo la vita è
così: pensiamo che le cose vadano o debbano andare in un
modo ed invece magari
vanno in tutt’altro e dobbiamo trovare la forza ed il modo di
adeguarci per
andare avanti.
Jack
infine riesce finalmente a dichiarare i suoi sentimenti ad Elsa anche
se lei
non può sentirlo *sigh* (no non riesce proprio a dire quelle
due parole in una
situazione normale)
Piccola nota di “demerito”
anche al Pitch
del futuro, che ne pensate della sua contromossa? Avrà
previsto anche questo?
Ma non è ancora finita, ci vediamo al
prossimo capitolo
*distribuisce fazzoletti per l’angst
generato*
Ps:
per qualche strano motivo le immagini mi sono venute più
piccole
stavolta nonostante abbia usato lo stesso formato di sempre... ho
provato a sistemarle spero siano venute bene adesso e che non siano
troppo grandi al contrario
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