chapter 24
Chapter 24
ricordo i capitoli 22 e
23 messi insieme
Un anno e un
mese prima
Kianta era seduta non
sull'erba,ma sul bordo artificiale che dava sul
lago della zona inacessabile. La Pozza delle lucciole. L'ultimo angolo
di speranza per quegli insetti bioluminescenti che gli scienziati
davano per spacciati. Svanivano sempre di più in molti
paesi. A
causa della costruzione folle umana, dei luoghi sempre più
visitati e abusati, con la scusa di piccoli angoli da picnic
o giornate
di famiglia, degli idioti che inquinavano con ogni tipo di rifiuto
ambienti possibili per loro. Ecosistemi finiti nella pattumiera. Tanti
motivi, ancora, che portavano un'altra specie all'Adios finale. Si
temeva per le api, lo si diceva dall'inizio di quel nuovo secolo, a
causa dei pesticidi introntrollati per aumentare la bellezza e la
quantità delle coltivazioni, per la vendita, a
discapito
della natura ma anche le lucciole stavano sparendo.
Per fortuna a Milan
queste cose interessavano, ed era un fiducioso
sostenitore di organizzazioni e movimenti pro e per la salvaguardia non
solo mondiale, ma di singoli ecosistemi e luoghi naturali in ogni
paese. Oltre che le
specie. Inoltre dopo varie discussioni, si era deciso che in ogni paese
dovesse esservi, varata ed approvata, una legge che prometteva una
bella somma di denaro o premi a chi filmava, portava prove, o
consegnava chiamando particolari gruppi di controllo, la gente che
gettava rifiuti ovunque, maltrattava o uccideva animali di qualsiasi
tipo se non pericolosi, danneggiava irreparabilmente un luogo naturale
e chi lo abitava. Era già stato fatto per i senzatetto,
prima di
apportare delle contromosse per quelle società cieche
stupide
che li odiava, che permettevano che la gente finisse per strada nel
peggior modo possibile solo perchè ad esempio si era dovuto
curare e
senza
più soli, o perchè tasse o probemi vari avevano
ridotto ad
avere nulla nelle tasche, ect. Per situazioni di povertà da
perdere
tutto e chiunque accettava addirittura che si commettere reati contro
questi disgraziati senza battere ciglio.
Kianta stava con un
piede penzoloni da quella riva o sponda creata
appositamente per sedersi e godersi l'acqua calma, evitando
sporgenze di roccia troppo levigata o altro. Era una
specie di mini conca, scavata a forma di cucchiaio sul bordo roccioso,
lisciatoe piacevole al tatto, presente in una rientranza a semicerchio
che si alzava dal pelo dell'acqua di dieci o quindici centimentri ocn
una bordatura di pietre chiare. Di solito lei stava seduta in quel
semicerchio, proprio al centro della conca, per poi vedere il resto del
lago tutto naturale, che continauva in una forma non proprio rotonda,
con i bordi frastagliati che scendevano fin dentro l'acqua o ne
venivano solo lambiti. Era una zona che era stata ripulita e sistemata
un anno prima, perchè gli animali selvatici intorno
all'enorme
montagna sul quale poggiava una bella fetta di Chateau e altre zone che
gli appatenevano vi trovassero ristoro e aiuto senza paura degli umani.
Era capitato che prima del cambiamento allo Chateau
fosse usato parecchio dagli uomini al loro modo, a casaccio, facendolo
diventare non proprio un gioiello naturale ma... un ritrovo per fare
casino, sporcare e rovinare un pò in giro. Lei non capiva
perchè l'essere umano fosse così stupido e sporco
da
danneggiare qualsiasi cosa gl icapitasse intorno, dicendo di volersi
godere qualcosa di bello, per andarsene che lo ha ridotto a latrina.
Lei non aveva visto come era prima, ma avev aletto i resoconti
registrati. Aveva capito che quel lavoro della conca e quanto
fatto dopo era necessario, che gli alberi e l'ambienete erano stati
curati. L'acuqa era
stata ripulita dall'utilizzo di prima e non voleva sapere come fosse.
L'unica cosa in più che fu messa, che fosse sia per umani
che
animali selvatici che vi passavano o lo usavano per trovare acqua, era
una specie di cascatella artificiale alla sua sinistra da dove era
seduta in quel momento, che mandava sempre acqua fresca,
scendendo, verso un fiumiciattolo artificiale che avevano fatto nascere
e che andava in un'altra direzione. Vi era un grosso ammasso roccioso
naturale che era stato scavato in cima in una direzione specifica dopo
che avevano scoperto dell'acqua naturale che usciva da una zona della
montagna in alto. Con dei lavoratori che avevano scalato alzune zone,
avevano creato una sorta di canaletto di scolo che giungeva fin su
quell'ammasso proprio, usando quel solco artificiale, che portava del
bel rivolo, che si lanciava verso una base a forma di conchiglia grezza
con delle pietre maltate. Confluiva in quel nuovo canaletto che
portava acqua in un'altra zona controllata dalle guardie
forestali loro, che controllavano tutta la zona della
montagna,
della
riserva naturale controllata che circandavano la montagna.
Muovendo pigramnete il
piede nell'acqua, pensò agli ultimi
casi
di homeless che le erano capitati un pò da tutto il mondo.
La
cosa brutta da avere Milan come uno di quelli che faceva parte del
Consiglio e poteva avere tutte le informazioni da qualunque governo che
loro finanziavano, era questo. Sapere quanto schifo cèra nel
mondo, che fosse primo o terzo, non importava.Era brutto, qualcuno le
avrebbe detto ma voelva
sapere. Chi
voltava occhi e orcchie per non vedere e sentire il mondo
intorno
era solo u negoista e peggio.
La gente che
soffriva,
per colpa degli altri, era incalcolabile. Aveva scoperto che le varie
giurisdizioni di polizia anche di un solo paese, avevano nell'archivio
digitale, che poteva consultare, centinaia e centinaia di schedature di
senzatetto morti di fame che nessuno voleva, e voleva vedere. Se andava
a cercare nelle informazioni seguendo i dati fiscali e previdenza
sociale, si apriva un mondo fatto di disperazione e solitudine anche se
prima erano persone normali. Peggio se erano individiu nati
già
nello schifo e non erano riusciti ad uscirne. Le vite di quelle
persone, tutte quelle schede di segnalazione, furti, arresti, avviisi
di vagabondaggio, la facevano sar male. Era intollerabile per
lei
vedere
a volte foto del prima o del dopo, se reano caduti in disgrazia in
tutti i sensi, o se fin da piccoli, e il male che l iaveva svuotati e
distrutti, prima nell'animo, poi nell'aspetto. Il peggio era leggere,
come quei casi che erano arrivati, di uomiin dalle foto
sfatti e sporchi, con abiti luridi e sguardi impossibili da descrivere,
sapendo come erano finiti in quel modo. Uno era finito con
stracci, dati
da qualche associazione di volontariato e in qualche angolo con altri
sventurati, perchè per il divorzio l'ex moglie lo
aveva
lasciato
in mutande per davvero e lui, non potendo piu avere il minimo per i
soldi che doveva dare alla donna e ai figli, era caduto male, mentre
lei aveva trovato un altro tizio e non faceva nulla. Lui era finito
bevendo mentre altri erano presi da rabbia che usciva dopo
aver
sopportato molto. E questo individuo era finito per strada con una
valigia col poco che gli era rimasto, dal buco dove era in affitto,
per bere dalla disperazione e aveva perso pure il lavoro, e infine la
valigia,
rubata da altri senzatetto che si appropriavano edelle cos edegli altri
per sopravviere.
Non era una
novità, perfino i centri per
dormire
la notte aperti a questi poveri disgraziati avevano una sorta di
mafietta e se dormivi con qualcosa indosso, pure ti ripulivano. O
peggio, alcuni riportavano bambini che di giorno andavano a scuola e il
pomeriggio e la sera stavano per strada a seguire la madre o il padre,
chi avevano ancora, per cercare qualche modo per dormire al sicuro,
lavarsi poi per il giorno dopo. A volte questi genitori avevano un
lavoretto, ma era così sotto pagato o in nero, che non
avevano
niente da dare per affitto e ttasse varie mensili. Poi cèra
chi
si era drogato ed era finito male, quello che si era ripulito per
un'amante e questa era passato al nuovo pollo lasciando l'altro con
ninete e una vita misera e chi, sempre l'ultimo che aveva letto quel
giorno, che era stato pure denunciato e cercato dall'ex moglie per
avere soldi per mantenerla, perchè no nera per i figi ma per
lei,
che non voleva lavorare, e pretendev che la polizia lo costringesse a
pagare. Con cosa, si chiese lei? Cosa poteva pagare l'uomo da quella
avvoltoia che aveva
visto in quelle foto, che sembrava più un derelitto
lui, dei
militari devastati da superiori idioti con le medaglie o incarichi che
li avevano
distrutti, con cui David lavorava?
Quegli uomini erano
riusciti a riacquistare un viso sollevato dai pesi
e follia, a mostrare interesse e voglia di nuovo di vivere e si stavano
reinserendo con gli altri. La cosa era dura, ci voleva davvero molto
diceva David e per queli che erano così per danni
cerebrali,
da
creargli problemi di memoria e comportamento, si era riusciti a dargli
qualcosa per cui continuare, aiutandoli.
Allora perchè
le società tanto pubblicizzate come
moderne
e aperte, giuste e socialmente impegnate, permettevano l'accattonaggio
non come fenomeno da contrastare con architetture contro o poliziotti a
buttarli in gabbia, facendolo proliferare e non fermarlo?
Aveva letto i resoconti
di Lia, dove si chiedeva come fosse possibile,
togliendo i profittatori, quelli che per qualunque buona propostadi
aiuto e sostegno alle persone povere o con problemi vedevano propri
tornaconto, che la gente non
solo accettava i senzatetto senza porsi delle domande sulla
comunità umana e cosa doveva significare, ma che non li
degnava
di un occhio se erano agli angoli delle strade, e per loro erano o
inesistenti o solo feccia da eliminare. Cmome le prostitute, come se
non fossero donne e figlie di qualcuno come i loro. I loro meritavano,
gli altri no.
Aveva letto rapporti di
individui che si manifestavano brave persone e
Signori, che trattavano malissimo quei poveracci. Ragazzi
anche di buona
famiglia che fceva cose vergognose a quella gente, addirittura
derubandoli, come se non stessero già al'inferno. Altri che
li
usavano come profitto per orgranizzazioni di facciata di aiuto, che
invece erano altro. Ed erano solo esempi, cèra molto dietro.
La gente odiava e
preferiva scacciare quella gente perchè
ritenuta sbaglaita e non della società, accettava quelle
idiote
costruzioni per homeless che proponevano tanto per farli stare al
caldo, ma nessuno che pensava di fare davvero qualcosa per loro, nel
vero senso della parola, e far finire questa piaga. IN molte
società dove paghi anche l'aria quasi, scriveva Lia, va
benissimo che si butti, proprio su ordne di banche e comuni, le persone
da casa loro perchè le avevano perse per problemi vari o non
potevano pagare l'affitto e invece gli squatter, coloro che entravano
di
forza in una casa anche rompendo serrature, appropriandosene e vivendo
lì portandovi bambini e donne incinte per legittimare la
cosa,
la facevano franca e no nsi muoveva nessuno.
Di solito erano
individui della peggior specie che con l'inganno,
appunto usare bambini o donne gravide o malati in modo grave, entravano
in una casa comunale di
proprietà che fosse, e non volendosene andare affermando che
era
loro
diritto starci per quelli che vi hanno messo dentro. E i proprietari
legittimi, che si erano assentati per vari motivi per poco, si
ritrovavano senza un posto e la polizia per le leggi non poteva far
nulla. Aveva letto di casi dove chi aveva diritto di vivere in quelle
comunali o di proprietà, finiva male per pagare avvocati e
segnalazioni senza poter riavere l'immobile per viverci per mesi o
anni. Per i diritti umani si diceva che gli squatter dovevano stare
là perchè bambini, donne gravide o malati non
potevano
stare per strada, ra ingiusto buttarli fuori di casa, e molti
profittatori del genere lo facevano con gli affitti, mentre
gente
hce per soldi, malattie o altro aveva perso davvero
tutto, finiva male per le stesse leggi, per
strada,
ed era diventata spazzatura.
Aveva scoperto da tempo
che le cose erano davvero messe male.
Perchè queste perosne alla fine per sopravvivere cercavano
di
fare di tutto, anche cose che non avrebbero mai fatto prima,
rinfoltendo i ranghi della malavita. Loro non erano come la feccia che
lei odiava, ma erano urtarelli o altro che aggravavano città
e
quartieri. Era allucinante cosa aveva letto dai rapporti che poteva
consultare.
Questa era la magia di
organizzazioni o società segrete che
hanno le dita ovunque, diceva sempre Milan. Affermava che ammirava
Alessandro Magno e Attila, o i Romani, per fare un esempio che ,
volevano
fare un impero uinco e compatto. Ma non perchè volesse fare
qualcosa del genere ma li usava da esempio perchè diritti,
doveri e correttezza fossero ovunque, contro religioni e usi e costumi
di molti paesi ancora arcaici.
La cosa
positiva di questo progetto
era che tutti i posti del mondo che facevano parte dell'impero avevano
le stesse leggi di base, che fosse in Germania o l'Africa, non
importava. Le leggi, i diritti, i ragionamenti illuministi sarebbero
comparsi nei libri di legge di qualsiasi paese ed erano obbligatori e
ufficiali. Niente abusi su animali, scuole e insegnamenti veri su come
si trattano, usano o addestrano gl ianimali. Così come le
persone e l'interazione tra persone. Che non esistono persone di serie
A e B sopratutto per il denaro o ceto, da livellare anche quello.
Altro che fattorie,
Stati,
allevamenti e via dicendo. No, diceva lui, i bambini fin da piccoli
dovevano essere istruiti da persone giuste e non dalla famiglia,
perchè avevano fermato molto schifo proprio per conduzioni
famigliari o private che vantavano i migliori metodi, e poi
cèra
solo maltrattamenti e sfruttamento fino a che potevano. Poi uccisi o
abbandonati. No, gli animali, tutti, che vivevano con gli umani e da
questi mantenuti, dovevano essere controllati e registrati fino alla
morte. Se la famiglia o il centro che si occupava di un settore che
prevedeva l'uso degli animali lamentava una fuga di questo o strani
comportamenti o altro, partiva un'indagine. Quanti animali venivano
spompati per pochi anni rispetto alla loro vita naturale e poi lasciati
morbiondi da qualche parte, abbandonati, fatti morire per eutanasia da
veterinari più cani di quella gente. E Milan ridendo un
pò diceva che cani era un modo di dire di Lia e non
offendeva
quei poveri animali, ma er aper dire che erano bestie, e basta. Bestie
è peggio degli animali. E quindi era necessario prendere
provvedimenti. Telecamere cittadine a ogni angolo, anche nascoste, per
inquadrare tutto, così come pattuglie di vari settori di
controllo e di polizia, muniti di cam che no ndoveva mai essere fermata
o modificata, che giravano dall'ultimo anno più
tempo
che in cinque anni passati. Vi erano gruppi di quartiere, specializzati
per dove eranoassegnati e più controlli ovunque. E questo
solo
per gli animali, per gli umani e l'ambiente cittadino cèra
di
più.
Ma questo bastava?
Nell'ultima ora non
sapeva più cosa pensare. Più
cercava,
anche in quel luogo, di cancellare dalla mente dei visi e quelle vite
disperate e peggio stava. Ripensava a molti uomini che avevano avuto
anche loro maretta nelle loro vite, a quelle che cercavano di aiutare
con i cambiamenti e poi pensò a Lia.
A una frase che aveva
letto nei rapporti. Sul problema dei senzatetto.
Della solitudine, dell'avere niente!
Aveva scritto che
.
Il fatto che Milan
usasse questi tizi, facesse accordi e patti con
gentaglia per avvicinarsi, usarli e poi metterli fuori gioco
era divertente all'inizio. Il problema era che si alimentava e aiutava
quello che chiamavano mercato nero e cose collegate per molto tempo,
affinchè si potessero avvinghiare tutti, come un polpo che
stringe a se con i tentacoli tutto ciò che sono, per
distruggerli. Ma le cose negative continuavano e loro invece, dovevao
fermarle.
Inoltre Kianta trovava
la questione religiosa, di collaborazione con politici
e gentaglia che odiava, le pazzie di Milan per tutto ciò che
lo
gasava... eccessivo, assurdo, inacettabile.
Voltò la
testa di scatto per alcuni rumori alla sua destra,
verso dietro e fissò con la fronte aggrottata Gask che
arrivava,
agitato dal fare attenzione a dove mettesse i piedi e le parti
superiori, nel colpire rami, vegetazione alta e altro.Essendo
più alto e largo di lei, i passaggi che lei usava di solito
avevano molti rami e arbusti troppo lunghi che andavano potati ma aveva
spettato e in quel momento lui pareva odiare la vegetazione. Vi era un
camminamento di pietre, lui invece aveva vagato a caso per la foresta
intorno al laghetto ripercorrendo i passi suoi, sempre che non si fosse
perso al suo solito. non amaa molto i giardini e le zone di verde dove
il suo fisico era un imgobro.
"possibile che in quanto
orientamento sei negato? Non azzecchi mai una
strada giusta..." disse lei come a caso, tornando a muovere il piede
nell'acqua
"E tu invece sparisci
sempre al solito. Per ora cè casino
perchè vogliono cambiato il percorso di addestramneto.
Sempre
uguale, sempre un giochetto, dicono. Per ora i Capitani li stanno
rimettendo in riga ma vorrebbero qualcosa di diverso. Ammiro
però che pretendano un percorso nuovo, nuove sfide e
impegno..."
"Interssante come dei
militari, che dovrebbero odiare il passare tempo
sempre in quei posti, vogliano invece variare i percorsi e farne di
nuovi. E protestano perchè ogni giorno si annoiano... la
gente normale riderebbe!Io invece ne son orgogliosa""
"Dicono che si
divertono, sopratutto per quelli settimanali o mensili.E
la mattina ormai per alcuni è uno spasso. Per loro
è
abitudine
stare al Muro del Riscaldamento. Imitare le pose di arti marziali o
yoga dipinte per tutta la sua lunghezza finchè non si arriva
alla fine e si va a mangiare. Ormai si scommette pure per quanto tempo
riescono a stare a fare quegli esercizi mattutini, e quanto
riescono a restare in quelle posizioni. Volevano mettere pure me nella
lista con la
mano tesa dicendo che si guadagnava bene certi giorni. E' divertente
fissarli mentre partono dall'inizio di quel lungo muro con la prima
posizione e avanzare per giungere alla fine, per far fluire
il
sangue e
sciogliere i muscoli prima di iniziare ad allenarsi. La cosa che mi ha
rotto un pò all'inizio è stato l'orario. Cazzo,
le
quattro e mezzo di mattina" sbuffando.
"A volte le cinque e
mezza! Prima ti alzavi a quell'ora, prima del tuo Capo. Quindi era solo
tornare a vecchie abitudini. Io non sono una militare, non mi alleno
con voi, ma mi alzo sempre prima ugualmente..." vedendolo
allungare verso di lei, prese dalle tasche che lui aveva nei pantaloni,
delle stecche di radice di liquirizia in carta leggera.
Iniziò a
mordicchiarne e
succhiarne una rilassandosi mentre lui si sistemava accanto.
"Si, lo so. I ragazzi in
scuderia se la ridono ogni mattina, mentre urli al tuo
cavallo, che è un vero diavolo con pelliccia. Ne condina di
cose... Comunque seriamente, che siano le quattro e mezza i giorni di
addestramento reclute o allenamento normale un'ora dopo, non
è
troppo presto? Mi sto abituando ma buttarsi giù dal letto
prima,
quando
la sera prima..."
"Colpa tua e degli
uomini che fate casino la sera. le regole esistono
per un motivo...E' necessario la mattina..."
" Si, si... essersi
riscaldati, prima movimenti molto leggeri
di
simulazione degli esercizi che si sta per fare, allo scopo
di
sciogliersi mentre si lavora anche sulla memoria muscolare.... mezz'ora
max al muro... Ancora col buio... le figure illuminate dai faretti alla
base mentre tutti si sbracciano e fanno esercizi per iniziare... mi
sono sempre allenato e addestrato, a mio ritmo. Tornare a una vita
militare non mi fa felice..."
"l'ora in cui ti alleni
cambia il tuo orologio biologico e ti permette
di prendere il meglio che i lcorpo ti dà... prima
dell'elettricità e orari prestabilit, l'essere umano, a meno
che
no nfosse un ricco di quelli... che faceva fino anche la mattina tanto
non
doveva alvorare, l'essere umano ha sempre utilizzato i nomali cicli
biologici, seguendo i ritmi del tempo. Ossia dormire appena fa buio,
alzarsi al ritorno del sole. E noi facciamo questo, oltre che seguire
delle tappe giornaliere per mantenere quanto creato. Anzi, sono
già contenta che tu sia uno di quelli che no nusa lo schifo
sintetico per pomparsi. Lo ammetto, ti ammiro per questo, è
roba
di costanza e
sacrifici, non sei muscoloso come una massa tumorale anormale come
molti che, nonostante ho vietato quello schifo spiegando quanto si
rovinavano, ancora sembrano bulbosi e... bleah. Quanto odio la gente
gonfiata senza senso, peggio se poi ha sintomi osceni per cosa si
iniettava o prendeva. I chetoni... insomma, li approvo ma senza
abusarne. Ancora là non ho vietato perchè dicono,
la
cerchia dei medici all'ospedale e centro di ricerca, che sono
più sicuri. Speriamo... E' passato tempo da quando sei
arrivato, vedi di abituarti meglio all'orario. Come nuovo membro dei
Capitani, visto che Milan ha insistito, essendo anche uno degli ultimi
della Pank-Gil dovresti dare l'esempio..."
Gask sbuffò,
emettendo un verso di esasperazione, mentre si
sistemava accanto a lei dopo essersi tolto gli stivali per non
bagnarsi, arrotolato le
gambe dei pantaloni e controllato la zona. Nel mentre fissandola che si
gustava una radice
di liquirizia. Ne uscì un'altra dal secondo sacchetto che
teneva in
tasca, altrimenti sicuro lei se non avesse visto la confezione non li
avrebbe accettati, e se ne mise una in bocca imitandola, chiedendosi
cosa
cèra di divertente e migliore di una rotella classica.
"Perchè sei
così inqueto qui?"
"...gli animali. Non
sono tranquillo sapendo che questo posto
è un loro ritrovo..."
"Hai ancora paura dei
lupotti, i conigli fulvi e lepri, volpi..."
"i ragazzi mi hanno
detto che ci possono essere torbiere, linci,
camosci, galli cedroni, bestie che non ricordo il nome e che gira la
voce che hai lasciato liberi dei furetti qui intorno, addestrati per
sbranare, gli intrusi..."
Kianta si
voltò esterrefatta mentre masticava nel lato
destro la
radice con i denti, con la faccia di una che aveva sentito
un'assurdità, che la sconvolgeva.
"Io no naddestrerei mai
furetti per lasciarli poi liberi, ma li terrei
da noi! E quello che hai elencato potrebbe esserci ma dipende dalla
zona, dalla
curiosità delle bestie o del cibo che cercano... inoltre
sono
presenti in tutta la borgogna, mica solo qui... i
lupi ormai ci conoscono e hanno imparato ad essere amichevoli anche
loro. A volte un pò reticenti con la gente che non consocono
bene, ma sono ormai di casa qui. Diamo loro da mangiare a volte con gli
addestramenti di caccia. Molti animalisti ci odieranno per questo, ma
ci sono livelli di addestramento per cui è necessario
provare
prima in certi ambienti e, in base a cosa cacciano gli uomini, il
ricavato lo regaliamo ai lupi, nulla va sprecato. Così in
inverno hanno cibo pure loro e non uccidiamo se non al primo colpo.
Togliamo pelle e cosa
ci serve e diamo loro tutta la carne, e muoiono in modo meno doloro che
sbranati. per gl ialtri animali mettiamo cibo qui nelle veste e ormai
si fidano e sono diventati
amichevoli. Con noi, almeno. So che in alcuni villaggi ne hanno paura,
ma abbiamo lavorato molto per tenerli qui e non farli scendere. Ecco
perchè uniamo l'addestramento ai doni per loro, sopratutto
in
inverno. E la gente nei villaggi è tranquilla e non ci sono
cacce al lupo. Come prima... per gli altri animali puoi stare
tranquillo, qui, ci sono più erbivorori e piccoli carnivolri
come
appunto volpi, gatti selvatici, qualche cinghialetto ma niente di
serio. non ti mozzicano se hai paura di questo... Ormai mi conoscono e
sanno che posson stare qui mentre ci sono
io senza problemi. Hanno smepre cibo nei periodi di magra e se vuoi
superare la paura puoi dar loro da mangiare. Condividere
anche con loro... quindi smettila di girarti e scattare come
terrorizzato a ogni suono. Fai un respiro e goditi questo lago..."
"E' vero che questo
posto Milan lo ha preservato per cose antiche..."
"non si tengono nulla
nella pancia, eh? Si... nel periodo di pulitura,
cura e sistemazione di questa zona sono stati torvati resti di cultura
gallica, o comunque del mondo celtico. Questo lago non
è
molto visitato, ma nell'altro che usa per la religione,
cèrano
molti oggetti trovati nei lavori, che parlavano dell'antica religione.
E quindi per lui è stato chiave, per creare la
porta della
zona
di Luna e Cielo. Alla fine si è deciso che questo posto era
importante per la fauna per l'acqua e cibo. E basta... calmati..."
vedendolo sussultare a ogni scricchiolio o rumorino.
Un coniglio gironzolava
in un angolo alla loro sinistra, vicino la
cascatella. Mentre qualche altro stava nascosto tra i cespugli o in una
zona verde. A Gask non piacevano ancora alcune zone perchè
si sentiva esposto a cose che no conosceva. NOn trattava molto
gli animali se non cani e cavalli, perchè li conosceva, e si
sentiva a disagio con quei cosi che gironzolavano liberi.
"Mi è stato
detto dal Signore della cucina che stasera cè
una cosa che avevi chiesto, il râpée morvandelle.
Ha detto
ai ragazzi e me di provarlo, se mai mangiato prima, perchè
èuna delle cose che fa di solito. Non so cosa sia ma dice
che
è un piatto che hai scelto per il periodo e che ti piace. Ha
riso dicendo che qualunque piatto con patate tu lo divori ed era meglio
se prendevamo una bella porzione altrimenti se comparivi, saresti stata
capace di prendere tutta la teglia dalsuo alloggiamento scavato e
portartelo. Non ho mai visto quelli che lavorano alla cucina mettere
quelle teglie in quella specie di muretto con dieci sezioni a forma
delle teglie scavate, ma ha detto in risposta alla mia osservazione che
se ti facevo incazzare, sicuro li avrei lavati e cambiati io. E..."
"Oh, vai piano! Sembra
quasi che tu non parli con qualcuno da mesi!"
"Veramnete.. con te si!
Stavo solo dicendo che quel tizio è strano e... non so, non
mi sembra affatto un cuoco"
"Invece è
molto bravo e si merita il posto dove sta ora e la posizione. MOlto
meglio del vecchio, quell'imbecille!"
"Mi è stato
detto che gli è finita male perchè ti sei
incazzata con lui"
"Un giorno saprai cosa
ha fatto e cosa gli ho fatto. Sappi solo che non
si gioca con la responsabilità ricevuta e cose come la
salute.
Poi dalla raccolta ho conosciuto lui e gli ho dato la carica di primo
cuoco e gestore della cucina. Quello che si dice sputare in un occhi
alla vecchia società! Non immagina nemmeno quanta gente di
valore si è lasciata sfuggire e cosa ha perso..."
"Abbiamo guadagnato noi,
buon per l'organizzazione, no?"
"..." fissandolo seria
"questo non cancella cosa ha passato, subito,
sopportato. Se non l'avessi fermato quel giorno con quei piedi sulle
sbarre forse... comunque adesso è qui..." sgranocchiando il
bastoncino.
"Anche lui i primi
giorni mi ha squadrato e chiesto se facevo uso di
steoidi o cose simili. Sentendo gli uomini tu e lui avete un buon
rapporto e anche lui odia il cibo spazzatura, quello pieno di
schifezze, e chi si bomba per apparire massiccio. Pensava all'inizio
che lo fossi anche io, ma quando gli ho detto che non facevo cose del
genere come te si è tranquillizzato e mi ha detto che mi
riempiva lui di proteine e roba buona. E ha detto che la gente che
rispetto a me si gonfia è solo fallata nel cervello"
sentendola
ridere "e mi domando cosa possono pensare gli altri là fuori
di
noi. Per loro saremmo... come?"
DOpo qualche minuto, lei
non aveva riposto e la vide come riflettere
con un'espressione non proprio felice, ma non seppe capire cosa la
tormentasse di quella domanda. Restarono ancora un pò in
silenzio e in quella piccola pace finchè non le chiese se
poteva
azzardare una domanda . Lei parve un pò infastidita e gli
chiese
per quale motivo fosse sempre e ancora intorno, per parlarle e le
ricordò che non lo odiava più, così
cedette. E le
sparò la domanda senza ulteriori preamboli.
"Dimmi la
verità, tu sei felice? Almeno, per quello che si
può dire felicità?"
"..." sembrò
pensarci su "Si, posso dire dire di esserlo.
Sono
felice. Si... e prima che magari ti viene in testa qualcosa del tipo
.
L'ho fatto. Sia per la Raccolta che per altre cose io sono stata
là fuori. Ho girato per vedere musei e palazzi antichi,
che
osservare le persone come vivevano. Ho visto il lato scintillante e
moderno, tanto elogiato, ma anche quello sporco, e degradante,
dell'altro lato dello specchio. Ho visto persone passeggiare a fare
shopping, o altre cose accanto ad animinali e persone in tristissime
condizioni accasciate in angoli per strada, senza vedere nulla come se
non esistessero. L?invisibilità della povertà e
del
niente. E ho notato di primi occhi come si mobilitavano
subito
per scappellarsi, ossia salutando cerimoniosamente anche come
togliendosi il cappello se lo avessero avuto, per gente che aveva solo
soldi, potere e sotto sotto andando a cercare informazioni su quelli,
solo schifo ben nascosto come la polvere sotto i tappeti. Ma il
rispetto e l'attenzione che avevano rispetto agli altri... Ho seguito
perchè mi ci sono trovata vicino, gente che salvava per
associaizoni di aiuto animali abbandonati da ex padroni che meritavano
le peggiori torture. Persone trattate malamente solo perchè
finite per strada, o povere, o perchè considerate diverse.
Ho
visto lo sperpero di chi dovrebbe amministrare soldi pubblici e per i
cittadini per se stessi, opere che non avevano veramente motivo di
esistere e cose fatte sotto banco. Ho visto lo spreco di cibo gettato
nella spazzatura a fine giornata perchè le regole non
permettono
di donarlo, fregandosene della fame e della disperazione di persone che
son odi fatto intorno a loro. E automaticamente si giudica un vestito
per ciò che è la persona, senza rimorsi
dopo. Non
ho
assistito, tranne pochissime volte, a una mano tesa di aiuto. A piccoli
aiuti. I cavolo di gatti sfamati da tutti si, però! E parlo
di
gatti che poi, seguendoli giusto per capire, avevano una casa o cibo da
più persone e se la cavavano meglio di cani o uomini per
strada... ovunque
mi
girassi cèra gente che lasciava cibo ai gatti, non ad
altri
animali che pure giravano, o persone, ma gatti! Io stessa per comprare
delle cose, perchè non vestivo secondo le mode ma
così,
come noi, sono stata trattata con freddezza, anche con prese in giro da
impiegate e titolari perchè ritenevano che io valessi poco.
OVviamente i negozianti di oggi non hanno più occhio per
notare
una stoffa di pregio, pelle di alta qualità anche vegetale
che
usiamo, madreperle e altro..." gettando le fibre della radice da cui
aveva succhiato tutte le proprietà in acqua di malavoglia.
"... Conoscendo solo
marchi e mode passeggere
del momento, ecco cosa sono le persone adesso. Un tempo osservando
sapevano distinguere le stoffe e le qualità delle cuciture e
particolari che noi invece facciamo, mentre se non hai un marchio in
bella vista originale o vesti preciso come gli altri sei un barbone"..
non hanno riconosciuta una griffe e così mi
hanno... trattata male. Così più volte me la sono
giocata. E' capitato che ricordassi che a qualcuno serviva un
particolare oggetto e da quella particolare città era un
buon
dono. Ho portato una pipa di un negozio a uno, i lacci all'americava
quelli per colletto ad un'altro, stivali o altri oggetti
perchè
per gli uomini avevano detto tr aloro che speravano di comprare queste
cose..."
"Aspetta... ho capito di
cosa parli, allora li hanno perchè glieli hai presi tu?"
"molti di loro sono
della Raccolta o persone che stanno diciamo vivendo
finalmente un pò di respiro finanziario proprio da noi. E
lavorando per me e con me non ho problemi a ricompensare chi
merita...comunque. Una volta ho dato un assegno a una delle ragazze,
l'unica che
mi aveva trattato con gentilezza e rispetto di quella o quelle che mi
stavano seguendo negli acquisti, affermando con tono alto che una
persona di un certo
livello, se si vedeva trattare a quel modo solo dall'apparenza, era
chiaro che solo una là tra i presenti meritasse un premio, e
gli
altri dovevano poco
lavorare ancora nel settore. Ho anche buttato là che avrei
potuto comprare negozio e tutto, sai che potevo farlo,
perchè controllato qualche minuto sul Phonvlet, ero a
conoscienza di tutti i
dati del negozio, pure i nominativi di chi pagava tasse e tutto. Noi
piammo quindi... E
così facendo i nomi giusti, non sai che risate ma anche
amare,
quando i titolari quasi facevano inchini, si perdevano profusamente in
scuse e me ne andavo solo dopo averli guardati con sdegno, schifo e
aver detto loro che l'indomani avrei consigliato amici, facendo nomi
potenti, di andare là vestiti davvero da pezzenti per vedere
cosa accadeva e sarebbe stata pubblicità negativa ovunque.
Diciamo che si saranno dovuti cambiare gli slippini tantissimo! Se
usano gli slip....Resta
il fatto che sono solo pochi esempi ma che mi hanno fatto odiare quel
mondo già solo dai negozi...Rispetto ed educazione zero"
"Quindi..."
"Non mi sono trovata
bene. Ho svolto con alcuni dei ragazzi delle
incombenze in giro per le città e quante cose ci sono
accadute
da quella società che tanto reclamizzano come... lasciamo
stare"
"E quindi qui
cosè per te? Sei felice della vita che conduci qui?"
"...Cè
quacosa qui che mi porta ad amare sia quell'edificio come
casa mia, che merita anche per la sua bellezza, che per cosa mi fa
sentire. Per molti casa ha un significato quasi preciso, per me il
luogo in cui voglio tornare seppur non è di famiglia o di
mia
proprietà. HO una vita che mi lascia libera anche se la
gente da
fuori
potrebbe pensare che non sia così. Milan mi lascia libera.
Così come fu per lei. Sai, la fece andare con Jd per un
viaggio
che lui aveva fatto. L'Orient express, sia tratta classica che la
Trans-sibérien Orient Express per raggiungere Mosca. Le
disse
che era come vivere gli anni venti e trenta del secolo
scorso. Vi era un lusso estremo e sfrenato, visto anche i
prezzi!
Ogni tot di
anni si mandano al restauro ogni vagone e ogni carrozza per
ripristinare lo splendore secolare e i migliori comfort moderni,
mascherati. Le carrozze sono diverse e si contraddistinguono per
la loro eleganza, raffinatezza.Gli arredamenti all’interno
del
vagone e
delle cabine richiamano lo stile coloniale degli anni d'oro. Il treno
dell‘Orient Express è attivo dal
milleottocentoottantatre,
sai? Per tratte che comprendono Parigi, Vienna e l’allora
Costantinopoli, l’attuale Istanbul. Londra,
Innsbruck
o Praga, Cracovia o Dresda, Venezia e
molt altre che
si possono giungere a metà o nel durante del viaggio. Dai
resoconti Milan glielo aveva consigliato e le disse dopo i primi
addestramneti, anzi le permise di fare quel viaggio di una settimana
perchè, come le raccontò dai suoi report, valeva
farlo
almeno
una volta e voleva vedere cosa accadeva in determinate situazioni..."
"I resoconti, quindi li
hai letti"
"I resoconti non sono
solo scritti" guardandolo negli occhi "ci sono
anche quelli, sempre legati a quel codice o giornata, che sono
più istintivi e a video"
"Quindi in pratica ti...
sei vista? Parlare?"
"Si, anche se in
verità come ti ho sempre detto, il fatto
che
abbia o meglio... io abbia il mi ostesso viso non vuol dire niente. Per
me come per gli altri, lei è lei e io sono io. Siamo due
persone
diverse. E infatti lei ha fatto quel viaggio..:"
"Con Jd..."
domandò lui aggrottando la fronte
"Si, Milan la lasciava
libera ma non vuol dire senza controllo.
Così prima di ogni cosa che tu sai, le permise di far quel
viaggio dandole soldi, abiti, possibilità. Scrisse che per
lui,
consigliarle questo era una delle cose che gli piaceva
fare a chi lo meritava, perchè
non lo faceva con molti. Lui... vede gli altri come meschini, falsi,
mezzi psicopatici e inferiori perchè oscuri e negativi,
insomma
la gnete che cerchiamo di fermare e trattando sempre con questi non
può consiglaire certe cose che adora.
Consigliava e consiglia le cose che gli sono piaciute,
valgono,
che vuole condividere con persone che meritano. E visto che lei non era
come le galline che conosceva, ma una delle poche persone con cui
parlare di tante cose e che lo capiva, visto che gli altri come diceva
lui erano polli
scemi, le raccontava molte cose. Ha i suoi difetti, ma Milan ha
parecchi pregi. Ha solo dato corda per vedere dove giungeva lei prima e
io poi. Io non ho ricordi, momenti, così negativi da
fermarmi..."
"Che vuoi dire. intendi
per lei?"
"Vi fu un momento di
tanti anni fa che lei cadde nella disperazione, ma
non da un
giorno all'altro. Viveva in un ambietne per lei oppprimente, non
positivo e capacitivo. Insomma per una come lei era opprimente,
negativo,triste... Le persone intorno a lei volevano cambiarla
perchè fosse come volevano, come doveva essere secondo loro,
non amavano il suo essere, la sua personalità e
così loro come la società. Per alcuni versi erano
ancora fermi a decenni prima, dove una eprsona doveva stare zitta e
calma e se si ribellava, se aveva un suo pensiero diverso, lontano dal
loro, qualcosa non andava. La punivano, le urla la portarono a
isolamento autodeterminato e pian piano la sua psiche si
crepò. Lei non voleva figli, lei non si sentiva donna come
lo intendevano gli altri, per lei determinarsi ed essere erano passi
della strada di una persona che dovevano essere sentiti, voluti,
affrontati e non forzati con mezzi poco umani. Obblighi, urla, botte,
minacce, e pure le buttavano acqua santa addosso o da piccola la
oblbigavano a strane cose con piatti e olio o respirare cose che
odiava, come l'aglio, perchè autavaa dicevano. E una delle
cose
che scrive era che se glieli rinfacciava si stupivano e a estranei
potevano sembrare sinceri nel negare le cose. Ma non è che
lei
se le inventava, per loro erano normali perchè avere figli
con
problemi non piace a nessuno, aveva capito..."
Sorpirò,
prese un'altra radice di liquirizia e tra una smozzicata e un'altra
continuò.
"...Almeno sono
cose presenti nei report. Sapeva che cèrano persone che
subivano molto, molto di più e ancora peggio, ma l'atmosfea
in
famiglia era,
come riporta, da scartavetrare l'anima. Così lo intendeva.
Nulla di positivo, litigi, ricatti, toccavano sempre il senso del
confronto, umiliazione e colpa. usavano sempre la tattica della colpa
e di come fosse sbagliata per cosa no nfaceva per gli altri che...
crollò emotivamente. Tutto ciò ovviamente fu
altalenante, anni di sbalzi di momenti del genere unitoalle persone
fuori dalla famiglia, che invece di dimostrare l'opposto di
cosa
le
mettevano in testa, le facevano vedere lo schifo dell'esser eumano in
una società sbagliata. E così sia dentro casa che
fuori non fece altro che subire, e se si ribellava veniva
vessata
e
attaccata come... quella che non meritava nulla perchè il
contrario di cosa doveva essere. Non aveva fidanzati, quidi era
sbaglaita o quacosa no n andava. Forse era la terribile cosa dell'altra
sponda? Finirà male come quelle donne zitelle? Che cosa
orribile
dicevano,
e così tentavano di fare e dire cose perchè lei
mutasse. Non voleva figli, ha avuto qualche trauma da piccola? E tanto
altro. Più il suo Se interiore si crepava e più
provava disperazione e più il suo fisico cedeva per questa
oscillazione di sentimenti così forti. Questo è
uno dei
motivi che la portò ad accettare l'Accordo di Milan e
aiutarlo a
cambiare le cose, perchè le persone fossero umane e se
stesse,
lontano da religione e bigottismo... Voleva scappare ma
aveva vissuto stando in una ambiente dove la situazione di
altre,
che erano
andate via con qualcuno e si erano, per quegli adulti, macchiate di
cose orribili, erano troie dicevano, e questo donne stesse,
perchè avevano osato una cosa che solo queste fanno. E lei
stava
male nel sentire quelle cose perchè non credeva come un
umano,
donna perfino, dicesse e pensasse queste cose accettando le visioni
pazze di quella società. Perfino
la figlia di una vicina gli ultimi anni, aveva fatto in modo di
andarsene in inghilterra e la prima cosa che dissero... della
madre, nonna e zia su quella ragazza che, testuali
parole, . E queste, come altre cose, la rompevano
dentro.
Anche perchè anche lei voleva trovarsi la sua strada lontano
da
una famiglia e vita non per lei. Ma loro ciechi, sordi, menefreghisti.
Gente che se ne andava per la
disperazione, se veramente come lei era l'unico modo ovviamente, erano
marchiati a vita in molte maniere poco positive e lev eniva detto che
se capitava qualcosa del genre, con lei, le
avrebbero rotto
le ossa o
altre belle frasi poco gentili. E questo dagli undici anni, poi
dicevano che scherzavano ma era un modo pr educarla a non fare certe
cose. Era sempre sola, sempre disperata,
sempre incapace di migliroarsi e alzare al testa ma sovrastata da tutti
e tutto, perchè urlavano o peggio perchè doveva
sempre
stare zitta e calare la testa, quest aè educazione. E il suo
corpo ne pagava perchè si
ammalò così tanto che ogni movimento, cosa che
faceva era un dolore senza fine tutto i lgiorno. Ed era uno dei
sintomi. E invece di avere pace venendo lasciata stare, ancora di
più! Non potè pi studiare ed ecco ancora
confronti con le altre. La riempirono di medicinali anche dopo averla
obbligata pure a fare esami per il cuore perchè forti, ed
ebbero peggiori conseguenze. E così crollò
così tanto da desiderare la morte di tutti, si
sentiva una merda umana al pensarlo, ma odiò
così
tanto tutti quelli che le stavano intorno da desiderare che se ne
andassero visto che lei non riusciva a morire in nessun modo. Ma poi si
dava della schifosa perchè era lei che non riusciva a vivere
in
quella societò. Ogni
volta che era disperata, piena di sofferenza, incapace di fingere di
non odiare e stare nervosa, puntualmente veniva aggredita
verbalmente,
zittita con urla e segni di rabbia. E si rompeva sempre di
più..."
"E perchè non
era scappata..."
"Se fosse stata in
salute lo avrebbe fatto, anche a
rischio di vivere alla buona come poteva. Mai però in quella
città o vendendosi, questo mai. Preferiva farla finita prima
che fare una cosa del genere. Trovava penosi quelli che pur di
sopravvivere e strisciare ogni gorno dopo l'altro in quei modi,
accettavano ogni compromesso dando ogni cosa, perchè
significava far vincere quella gente. Loro avevano cosa volevano
trattandoli solo da schiavi o spazzatura. E non era vita, come la sua
prima. Meglio sputargli in un occhio e farla finita che essere cani di
certa gente. Se avesse potuto, come cercò di fare, lo
avrebbe fatto. Tentò con le forze militari ma per l'altezza
e un solo punto dovette restare a casa, sentendosi pure dire che loro
già lo sapevano e che ora poteva fare cosa secondo loro era
corretto. Musica, scuole, scuola di musica, università, non
fece altro che accontentare tutti sempre, anche per le piccolezze e
sempre si trovava in risposta schifo. Ma per quella gente non era
così, giuravano e spergiuravano che no era mai accaduto
che dicessero o facessero qualcosa, quando invece era avvenuto. E lei
covò voglia omicida, ma siccome non era una persona del
genere trasportò tutto verso di se. Se tutto doveva finire,
sarà come dico io e su me, pensava. Prima alle medie, poi le
superiori e la
musica, poi l'università. Stoccate di schifo ogni giorno,
più volte al giorno dove dovea inghiottire così
tanto che si ammalò. Cadde ammalata e anche la sua speranza
finì rotta come la sua psiche. Desiderava solo la fine di
tutto.
Aveva cercato di alzarsi e rifarsi, crearsi qualcosa per andar via
ma... in ogni modo,lei si rialzò, tante, tante volte. Eppure
era
sicura che l'avrebbero vista come un coniglio, una perdente, una
stupida, una che non sapeva combattere, come per
molti che
lo erano
davvero per le cazzate rispetto a lei, per ciò che ormai
desiderava. Solo quello. Le faceva male il cuore, quel dolore la
distruggeva nel corpo e nello spirito perchè sola,
disperata, bloccata come un animaletto nella gabbietta. Quella
sofferenza la paralizzava in paure senza fine e nuove.
INiziò a provare paura e schifo per i contatti umani coe la
vicinan za, gli oggetti intorno, toccati o meno. Anche con la famiglia.
Mettere un braccio sul bordo del tavolo significava sporcarsi la
maglia... i piatti o posate toccati. Gli abiti per lei
erano sempre sporchi. Il pigiama doveva essere usato solo nel letto e
non doveva toccare nulla, se esempio andava in cucina o
bagno.
Tutta la
sua angoscia, tormento, tutto era finito in quel terrore di sporcarsi a
causa degli altri. Le era venuto come un orrore profondo al pensiero
che alla fine potessero romperla, da farla diventare come
tutte
le
idiote del mondo felici di essere solo robottini per le famiglie e
società. Era così, troppo, addolorata e aveva il
terrore di dover sentire ancora quello stesso dolore che le risuonava
nel petto, che non voleva più sentire nulla.
Voleva
cambiare
vita dalle medie. Aveva cercato disperatamente persone che le volessero
bene per cosa e chi era, ma senza successo. A nessuno piaceva
la
sua
vera se stessa. Era così distante da loro da anche
bulluzzarla poi. Lia odiava le bugie, i voltafaccia, il trattare la
gente con falsità da costruirsi una maschera e quindi
perosnalità alternativa. Era circondata da quella gente da
voler vomitare per lo schifo. Voleva scappare. voleva un mondo
più vero, sincero, meno legato a stereotipi, generi e
mentalità retrograde. Ma si rese conto che non esisteva
affatto. Per niente. OVunque si girasse, in qualunque modo
provò e ritentò, ma perse ogni speranza e
sperò
solo di andarsene e lasciare a tutti loro il loro bel mondo... ma aveva
paura che qualcosa andasse storto,che se lo fecesse molti...
le
riderebbero dietro con l'idea che fosse un coniglio da voler morire
perchè incapace, lei... si vide tutto sciogliersi come neve.
Perse tutte le possibilità. L'unica cosa che le dicevano era
che poteva sempre sposarsi e fare figli, e comunque la sua
vita
era
piena lo stesso, ogni giorno, mese, anno non facevano altro che dirle
che se era così stronza da rompere le scatole per chiedere,
seppur
poche cose rispetto a quanto dava, poteva andarsene a casa sua. Casa
sua sponsandosi. Se
fosse riuscita da sola sarebbe stata una buttana ingrata e schifosa,
siccome
non era riuscita ma avevano vinto, perchè fino
all'università avevano detto a tutti che lei no nsarebbe
andata fuori, ma doveva restare con loro, ... a volte mi sento
così felice di non aver avuto genitori da no ncapire per
niente, affatto, tutti quelli che vogliono una famiglia così
tanto da esser pronti a fare carte false..."
"Io col tempo ho
dimenticato questo desiderio, volevo solo scappare..."
"Il suo conflitto
interiore, creato da loro, l'aveva portata ad aver
paura di ogni cosa. Ogni sua azione con la gente. Che se avesse fatto
qualcosa di sbagliato sarebbe stata una vergogna. Le avevano messo in
testa, non insegnato, ma proprio obbligata con le botte e pensanti
rimproveri che doveva tenere la bocca chiusa su tutto e comportarsi
come una mummia. Che doveva
calare la testa e fare la persona educata, che educazione significava
anche zittirsi e non fare o dire niente anche se ti mettevano sotto i
piedi e ti usavano come zerbino. Così erano loro. E che era
una stronza ingrata, sempre questo ingrata, schifosa, anche sempre
quest'altra parola, vergognosa egoista che aveva sempre fatto cosa
voleva, le urlavano, e sapeva solo pretendere. E lei moriva un poco
più ogni volta. E dalle medie scappava con la mente altrove,
si proiettava in un altro posto dove con la metne accadevano cose che
lei non aveva neppure immaginato per se. COn Milan scoprì
che lei semplicemente si dissociava in un'altro livello di
realtà e con una personalità differente. A volte
capitava che tornasse così di corsa se qualcuno parlava con
lei da agire come quella sua se stessa alternativa, e succedevano i
casini. E lei scappava, si nascondeva in un mondo dove il dolore era
tramutato in altro. E là non sentiva nulla del dolore che la
rovinava ogni giorno che passava. Aveva imparato anche a prendere dalla
mente i ricordi e figurativamente come bruciarli. Metteva quel ricordo
come fosse una cartolina o foto nella mente e avvicinava una mano con
un fiammifero e bruciava, cancellava come poteva quella sofferenza in
ricordo. Non so se veramente quella cosa funzionava o semplicemente
riusciva con quel metodo a nasconderli in fondo alla mente,
perchè dai report afferma che poi quei pezzi diventavano
sfocati come... una macchia di caffè sul tavolo alzando la
tazzina. Ogni giorno credeva di no nfarcela più, il suo
corpo dava segni di rompersi a sua volta e darle sintomi che la
costringevano a stare sempre male. Il suo corpo, che già
prima odiava anche per la madre e i suoi epiteti, sembrava non
più il suo... non riusciva ad aprire gli occhi e accettare
quella realtà. Era ormai una reclusa per l'odio che provava
per il mondo per cosa le aveva fatto, perchè la famiglia la
voleva sempre sotto la loro gonna come si diceva e ogni cosa per loro
era sbaglaito. A volte seduta che a letto, non riusciva a muoversi
o voltare la testa per il dolore fisico e profondo che provava da
chiedere solo al suo cuore di fermarsi. Fermati, gli diceva. Poi lo
pregava. Voleva piangere sperando che aiutasse a qualcosa, ma
non
le
riusciva e l'odio che le montava dentro anche per il
suo corpo la spronava a trovare pace, finalmente, e fanculo tutti ma
poi la paura di un errore e sarebbe andata peggio e scappava in quel
mondo.
Prima aveva pregato tutti gli dei perchè almeno
uno, se
esisteva, potesse aiutarla. Voleva, anzi chiedeva, che il suo
corpo
venisse dato a un'anima che meritava di continuare a vivere se morta o
in procinto di esserlo, e la sua finisse semplicemente via. Senza
tornare o altro. Svanire. Ma questo non accadde mai. Cèrano
notti così orribili dove la disperazione la portava a darsi
pugni sopra il cuore per causare una sorta di aritmia cardiaca
irregolare, che poteva avvenire per dei colpi sopra il muscolo da farlo
andare in tilt. Merito della lettura, afferma. Eppure tentò,
provò, ma era sicuro che fosse dovuto non alla sua
incapacità perchè non ci andava gentilmente, ma
doveva essere dato dal di fuori e con un'algolazione
particolare. E non sapeva che oggetto usare per causarlo. Anche
perchè se avessero capito che lo avesse fatto da sola e non
naturalmente, sarebbe stato suidicidio. E lei voleva evitare di farlo
capire, perchè temeva che come suo nonno la sua fine sarebbe
stata un calvario. E le avrebbero dato la colpa, come per tutti i
disgraziati che erano riusciti, accusando loro di essere stati ipocriti
e meschini per chi lasciavano. Ogni volta era così, si
lementò nel report, tutte le testimonianze che avev aletto
colpevolizzavano quei disgraziati di aver procurato dolore,
ma
nessuno
dei parenti del cavolo che diceva che si rammaricava di esser stato
ottuso, imbecille, che quello aveva sofferto così tanto da
andarsene e che andava capito. Mai una volta ma colpevolizzato del LORO
di dolore.... Non capiva mai nessuno, aveva scritto. E
così sarebbe stato per lei. Sarebbe stata come tutti gli
altri, colpevolizzata, etichettata come coniglio e richiamata alla
mente sempre e sempre e non lo voleva. Voleva sparire, come una
bolla..."
"E cosa ha fatto quindi?"
"era chiaro che
nonostante il suo sguardo fosse malinconico,
sofferente, perso in un incubo senza fine perchè non
l'avrebbero mai lasciata andare senza obbligarla a stare in contatto,
voleva farla finita. A volte dopo Milan si chiedeva se era veramente
convinta di
voler perdere la mamoria e tutti i ricordi e... ma si rendeva conto che
in realtà, in lei, veramnete, non cèra niente.
Giorni felici che poteva ricordare, non ne aveva. E non
scherzava. TUtto
ciò che qualcuno che la amasse davvero e aveva fatto per lei
no nesistevano. Tutto il tempo in cui era stata con qualcuno non
esisteva. Tutti i ricordi importanti, non esistevano. Altri avrebbero
detto famiglia, compleanni... ma per lei non cèrano. Non
sentiva i compleanni come cose da festeggiare. Non cèra
nulla da festeggiare, non cèra da festeggiare la
sua nascita pensava, dopo
aver visto cosa portava quelle feste orribili familiari. E quindi se no
nesisteva nulla ma solo ricordi dolori, se tutti si fermasse e tutto
sparirebbe.... cosa ci avrebbe perso?"
"Niente" disse lui
conciso.
"Esatto. Dice che altri,
quella feccia che òa bullizzava e trattava male, come li
chiama che ha
conosciuto, vantavano memorie e ricordi di estati felici agiocare con
altri bambini per esempio. Parla di anedotti di un'ora dove doveva fare
il bagno
per cinque minuti lotnano da tutti, con i suoi che rompevano
per farla uscire e poi tutto il
resto del tempo ad asciugare il costume, perchè in macchina
non dovevano affatto averlo bagnato. Questo era il mare per
lei ogni estate, loro soli in pochi minuti di acqua e poi ad arrostire
al sole... finchè dai quindici anni non vi
andò più, i suoi cugini, che erano orribili,
giocavano e stavano con amici e si divertivano. Racconta che sua zia
invitava lei e fratelli al suo casotto al mare, che pagava e non so
bene come funziona ma si invitavano tanta gente e passavano le giornate
insieme al mare. I suoi genitori però odiavano avere
contatti con la gente, non la fecero mai andare dicendo che avrebbero
tutti quanti, perchè pettegoli da impazzire, a dire peste e
corna di loro, cosa facevano, cosa avevano dietro, come erano vestiti.
E così fu oslo un'ora qualche volta a settimana a bagnarsi
solo e poi sotto il sole come unt acchino, come scrisse. E
odiò il mare ancora di più perchè
quando doveva andare e avev ail ciclo, non usava scnora la
coppetta, la madre la obbligava ad
andare con loro facendole mettere non solo degli assorbenti che
semrbavano materassi e senza ali, che se usciva qualcosa erano botte
per lei però, ma con il custume. Lei non voleva stare in
costume senza andare in acqua e non le
piaceva stare come una cretina su una tovaglia senza fare niente,
così stava vestita e i suoi le urlavano contro con toni
orribili perchè così si capisce, el dicevano,
così sei una vergogna. E poi li mandò a cagare e
no nandò mai, mai più al mare. Dai quindici anni
non ci andò più, non visse nulla dell'estate e
odiò tutto e tutti. Ricordava anche una delle ultime volte
in cui una stronza, compagna di classe, la vide al mare e si
comportò da far schifo con le sue amiche, e i suoi
genitori
se ne fregavano. La vide per quel tempo che erano rimasti divertirsi,
stare con altrte persone, essere qualcosa da ricordare invece di lei
con quel costume da quattro soldi che non le piaceva neanche, presa
in giro per tante cose mentre i suoi trattarono male lei
perchè provava odio. E annota che era una delle cose che
aveva detto a Zay che odiava della gente, il vivere cose semplici,
normali ma che non vi furono per lei e si sentì dire che no
ndoveva pensarci, non doveva guardare le apparenze. E quell'annotazione
era piena di odio anche per lei, perchè non solo le stava
dicendo di cancellare ogni rimpianto mentre quella gente aveva vissuto,
ma di non badare agl ialtri che vivevano mentre lei di fatto era
niente. Non gliela perdonò. E cè tanto, tanto nei
reports di dolore e disperazione che ricordo mi fecero male,
perchè descrivevano una persona i cu i genitori si
credevano migliori degli altri e volevano star lontano da tutti,
vivevano e facevano vivere un'esistenza di isolamento per davvero in
casa , tranne per uscire per le compere, sol oristretto in famiglia che
non era poi così meravigliosa, obbligandola a cose che no
nvoleva. E non avendo ricordi, memorie a cui aggrapparsi come dicono
tutti nei momenti bui, che affermano che quando sono giù
usano i ricordi d iquei giorni, istanti, situazioni felici con persone
che... lei non
aveva. Nei reports afferma semplicemente che lei era vuota come un
mobile, la sua vita si poteva riassumere in cosa le piacesse, in cosa
credesse ma per il resto era solo casa, solitudine, tutto
ciò che aveva sopportato, le avevano fatto e detto e...
niente altro. Ogni giorno sperava di morire per cause naturali e
fniirla là, o avrebbe usato le siringhe o usato a mali
estremi la tecnica dell'impiccagione a laccio basso, sempre da lettura.
Era arrivata al massimo e non cèra giorno che fosse felice,
non cèra notte che sperasse di rimanerci e non
cèra mattina in cui si svegliava che malediva il suo cuore,
gli dei e tutto ciò che non l'aveva uccisa. In pratica la
sua vita continuava imperterrita anche contro i suoi voleri. non
cèra nulla che che accadesse come voleva. La sua esistenzxa
era diventata un vegetale, rotta dentro e disperata fuori,
che
però nessuno vedeva ma trattavano male se no nsorrideva e
faceva le faccette felici verso di loro. Io non so come si possa vivere
così, a sentirsi dire che si pretende che si sorrida e ci si
atteggi come persona felice, per far contenti gli altri per
le feste e
non rovinargli l'atmosfera, come le dicevano. E' veramente da meschini!
NOn saprei neanche io come definire quella gente, e le cose che ha
scritto..:" scuotendo la testa lentamente come se non vi credessse.
"Ma se ne è
andata, alla fine"
"Si, solo
perchè per chissà quale botta di didietro
incontrò Milan e gli altri. E Milan è stato
l'unico alla
fine ad aiutarla ad andare
in pace e non soffrire ancora. Milan le aveva permesso di avere le cose
che aveva sempre desiderato, ma capì di non essere era
statoquella di anni prima e meno corrotta
dentro. Ormai era in un punto in cui non riusciva ad essere felice,
stava sempre male e ogni cosa che un tempo l'avrebbe resa contenta se
non felice, le mettevano solo tristezza. Quel malesser einteriore era
ormai così enorme da averla corrotta, infatti non provava
niente per nessuno, e per lei chiunque fosse morto... non le
importava.
E non lo diceva per dire. I suoi nonni erano morti, non tutti non ho
capito quanti, ma non versò una lacrima ne
sentìì nulla. Questo già prima,
ovviamente, e questo spiega per Jd quanto fosse rotta. Il suo carattere
o personalità come la intendiamo noi, erano capaci di
prendere a testate chiunque, ma nulla le dava felicità.
Bluegrass, il tipo di cavallo che le piaceva le procurava tristezza
perchè diceva che nonostante le lezioni e il cavalcarlo,
sentiva come qualcosa di brutto e come brividi di freddo
per il dolore. Jd dice che era disperazione e depressione, in una forma
avanzata da non poterla riportarla indietro. Io non l'ho
conosciuta, ma
davvero una perosna può essere portata a quei livelli e non
vederlo? Non capirlo? Ma andarle contro da distruggerla ancora di
più? Sta di fatto che rispetto lei, io non ho
ricordi
dolorosi
o che si avvicinano a distruggermi, da fermarmi. Io ho cose da
ricordare che sono
felici e sono da ancoraggio per la visualizazione se ne ho bisogno.
Quei report sono ciò che ricordano, lei e la sua memoria.
TUtto ciò che era e che è stato cancellato. Ed
essendo parte dei tentativi di Milan di usare le basi del pogetto
MOnarch per le persone che ne hanno bisogno, anche io ho tutto
memorizzato. Ma già sai della cosa, non di me, ma Milan te
ne ha parlato. "
"Si, mi ha detto che
sarebbe ottimo provare se con me cè
qualche speranza, non con tutti funziona. Quello che io mi chiedo
è... per questo lei è morta? Ha dimenticato
tutto?"
"No, lei non ha
dimenticato tutto. Lei ha cancellato tutto. Senza il
fardello della nostra vecchia identità possiamo
ricominciare,
con i ricordi abbiamo perso anche i nostri limiti e al contrario della
prima vita, possiamo raggiungere quello che vogliamo. Non vuol
dire
che no serve impegno ma ha deciso di rigirare il termine... morire! E'
stata lei
a volere il processo di formattazione e il riavvio. L'ha voluto lei..."
"Ma..."
"QUando
incontrò Milan, lei stessa non poteva credere che
una eventualità del genere,incontrare qualcuno che voleva
fare quello
che aveva sperato e riuscisse a farla scappare, fosse avvenuta
così. Per
caso. Non so se te ne hanno parlato ma comunque il suo incontro con
Milan portò alla considerazione della visualizzione e la
bluebox come la base di un Accordo, che avvenne. Uno dei punti
dell'accordo era, appunto, la formattazione e il riavvio, lasciando che
tutto venisse perso e dimenticato, e che ciò che di lei
vivesse non morisse mai, ma fosse... una vita per una vita. OCme un
seme per una rinascita. Così, quando lei avrebbe chiuso gli
occhi per la formattazione, l'avrebbe lasciata in una stanza per il
riavvio, in modo che non vi fossero elementi che... insomma nessuna
influenza passata. Che il reset fosse definitivo. Così che
al primo risveglio non dovesse vedere nessuno del prima e attivare
nulla. Avrebbe preso mano con l'attivazione della forma base da sola.
Nei report, quindi prima, lei afferma che no nsi sarebbe sentita sola
prechè la sua vita di prima era andata, cancellata anche da
un documento ufficiale. Non aveva persone preziose che le sarebbero
mancate, ma se erano come si erano mostrati, sarebbero stati le basi
per far muovere il nuovo Os. Avrebbe definito da sola ciò
chela cincordava, avrebbe cercato persone che erano felici di averla
accanto e con cui fosse stata felice di averle vicino. Come non fu per
lei. Come se fosse una nuova persona, perchè tale era, la
figlia di nessuno, e seppur non era in grado di fare nulla come i
precedenti test di David, sarebbe stata una persona. Una nuova persona,
perchè lei era lei. Definirsi da sola, avere ancora per la
determinazione, la crescita... "
"Cioè te..."
"..." voltandosi a
guardarlo "Tu sai che sei l'unico a parte pochissime
persone, a sapere questa cosa? Sappi però che un processo
del genere non ha gli stessi risultati con tutti, ecco
perchè io sono la cavia apice di David e Milan e
perchè non vogliono che io vada in giro e mi accada
qualcosa. Perchè è per me e con me tra gli
altri, che il nuovo
progetto per salvare le persone migliora. Se vuoi però
proteggere te stesso, accetta il dono di David, sarà come
fare una fotografia. Ti dirò la stessa cosa che David
pronuncia a tutti i test pronti per la prova. Prima che tu sparisca per
qualsiasi motivo là fuori, donami la tua mente e il tuo
cuore qui dentro. Io ti proteggerò. proteggerò la
tua mente, la tua personalità, il tuo cuore. Li
congelerò come fossero senza tempo e senza spazio. Esisterai
finchè il tuo involucro reggerà e ti
riaccetterà, oppure continuerai oltre e su tua
autorizzazione, sarai il passo successivo alla criogenetica,
più sicuro. Perciò, entra nell'involucro vicino a
me..."
"E... poi?"
"Chiedi a David... mi
piace quando lo espone lui. Ci mette tutta la sua
verve, tutto se stesso, tutto il so sapere e convolgimento e
manterrà la promessa. Io sono qui!"
"Vedremo...
però non credo che tu mi abbia risposto
veramente. Anche dopo questo, tu sei felice?"
"Perchè ti
interessa? Comunque... mettiamola in un altro
modo. Spesso parlando di felicità si pensa che le cose o le
persone ci rendano felici. La prima cosa che la gente risponde
è famiglia, figli, il buon grado di vita raggiunta e quindi
soldi e tranquillità mensile. Però alla fine
è come se dicessero che sono felici perchè hanno
quelle determinate cose e lo sono, senza no. Perché crediamo
che debba essere sempre qualcosa di materiale a renderci felici?
Per me
questo modo di vederla è un ostacolo, riguardo la
felicità. Perché continuiamo ad associare la
felicità a cose materiali come carriera, amore e denaro?
Sì, possiamo definire la nostra carriera, i nostri soldi, i
nostri
rapporti e i nostri obiettivi di salute, e rendiamo queste cose
misurabili. Mai fare affidamento su fattori esterni per la
nostra felicità, è quello che ho imparato. Quando
si ha questo dubbio, se si è felici, bisogna chiedersi
. Lia non faceva affidamento a qualcosa ma desiderava
vivere varie cose e definire poi quali fosse degni delle sue memorie.
Per lei la felicità era cosa provava, in che luogo e come si
volgeva il tutto. Non la casa fisica, il sangue, le rendite ect
ect...Felicità e vivere, due cose che la gente tende sempre
a
capire male. Amo il mio lavoro, dove vivo, cosa faccio, voglio bene ai
ragazzi del gruppo dei veterani, Milan... ma non mi fido di far
affidamento su ciò per essere felice come i soli
elementi,
perchè io provi qualcosa di positivo. Io da sola sono felice
allo stesso modo facendo ciò che mi fa sentire viva. Con
loro vicino di più, ma non sono loro ciò che
determina la mia felicità, sono una parte o la conseguenza.
La gente però non capisce mai molto questa cosa. Per loro
felicità è se cè, e solo se
cè, una cosa. Lia scrive che la vita è troppo
breve per passare attraverso la sofferenza personale, e solo quella. E
lei ne era la prova.
Non possiamo mettere la nostra felicità nelle mani degli
altri, anche se affermano che loro sanno perchè ci
amano,
quale sia la nostra felicità o perchè secondo la
lista della spesa, è importante avere qualcuno vicino per
non restare soli. Così non si va da nessuna parte! La
felicità è uno stato mentale in base a cosa hai
intorno. E' la mente che determina la felicità non quanto
abbiamo di soldi, se si è sposati, se si ha figli , la
macchina
grossa, il villone... Se era una mbiente come quello in cui viveva
è
normale non trovare lo stato mentale giusto per vederlo positivo,
sempre che no nsia diverso da me, scriveva. È sotto il tuo
controllo, come puoi decidere di fare qualcosa di utile con il
tuo tempo e quindi trovare un istante che magari ti resta come felice
nelle momorie, puoi decidere di essere felice con ciò che
hai o migliroare le cose senza scadere nella scemenza come gli altri..
"Dici? E' proprio
scritto così? Sei sicura che che... voglio
dire, come fai a capire che quello che dice è esattamnete
cosa cè scritto. Cè gente che dice che molte cose
sono come la bibbia, non è come è scritta e
basta, ma va tradotta come significato, va.."
"A parte il fatto che la
bibbia E' quello che cè scritto e chi
pretende di interpretarla è un imbecille! Vuoi dire che vuoi
sapere se era veramente così? Sei
sicuro? Anche se nel caso significherebbe che non si torna indietro?"
"Non si torna indietro?
Comunque si, se hai questi report voglio vedere
se vanno interpretati come la bibbia o meno, magari..."
"Uomo di poca fede. Hai
detto, eh? Ricordati però, non si
torna indietro. Promesso?"
"... ammetto di non
capire come mai siano così un segreto
ma... si, prometto che nel caso terrò la bocca chiusa, non
dirò nulla a nessuno e..:"
"bene, l'hai detto!
Verifica tu stesso se cè interpretazione
o meno. Se lei era ambigua o diceva le cose chiare. Legeia, per favore,
declama il report 357 passo F"
Vicino la cascatella
apparte una figura. Gask quasi si
spaventò ma poi la riconobbe, era la figura femminile che
era comparsa quelle volte. Sembrava sempre lei. Aveva un abito di stile
antico, con un colore che sembrava nero ma al movimento pareva invece
blu notte quasi stellato. La scollatura del corpetto era solo a coprire
il seno con due livelli di rouches che sembravano quasi petali di
fiori. Era proprio questi due livelli che coprivanouna parte del seno
fino al sottoseno, con una fascia sottile a chiudere, scendendo poi in
vita in stile impero, con costine o pieghettature. La fine
del
corpetto finiva a un livello asimmetrico. Davanti era più
lungo
dei laterali formando il primo livello della gonna. Questa in stile
vittoriano per l'ampiezza, era composta anche
qui da più livelli di rouches che erano tagliati a creare
delle forme che lui no nsapeva decifrare, per finire poi con la gonna
con quel bordo come frastagliato dei petali come tutti i livelli. Le
braccia avevano delle maniche particolari. Un bordo di rouches stretto
da una striscia come il sottoseno partiva come altezza al livello della
scollatura, quidi molto sotto la spalla, la manica poi stringeva e si
apriva in una manica con volant ampio a due livelli anche questo
sovrapposti che si fermavano sul gomito, toccando col movimento
metà avambraccio al massimo. Tuti i livelli di rouches o
volant
sembravano sempre
imitare come un fiore con in petali.Al collo sembrava portare un
collarino dello stesso colore da cui scendeva a cascata quello che a
lui pareva un jabot, come quelli di Milan, ma era l'unica cosa che
ornava collo e petto sopra l'abito, quindi a parte. Due decorazioni tra
i capelli erano come grossi fiori fatti esattamente come tutti i
livelli di rouches che ornavano sopra le orecchie, con dei nastrini
cascanti che incorniciavano il viso. O melgio, la maschera. La donna
portava come una maschera sui toni del grigio argentato, da cui si
notavano occhi scuri e null'altro. i capelli erano lunghissimi fino a
metà gonna, ricci con boccoli larghi e si notava che quelli
sulle tempie erano tirati indietro e fermati forse dai fiori, forse,
mentre tutto i lresto scendeva per il collo, alcune ciocche sulle
spalle e sul petto, fino alal vita, mentre il resto dietro e
di
lato. NOn sembrava portare gioelli di alcun tipo ma da alcuni movimenti
pareva che qualcosa comparisse
Lo fissò, poi
guarò Kianta, e come da richiesta
parlò con voce strana.
"Come... come fa ad
essere apparsa anche qui?" domandò lui quasi impaurito.
"Semplicemente
perchè anche le cascate hanno segreti. Questo
boschetto e lago hanno apparecchiature nascoste e anche qui
è
presnete un dispositivo della visualizzazione e proiezione nascosto e
posso usare per controllo dela zona o per... anche richiamare i Crell o
altro. Semplice, per favore Legeia, declama il report"
"Come desideri, anche s
etrovo assurdo che lui, un uomo per giunta che conosce la mia
esistenza, ne abbia paura"
"Possibile che questa...
figura sembri odiare gli uomini?" chiese Gask a Kianta un pò
offeso.
"Io non odio gli uomini,
eppure vi ho aiutati quella volta. Per la mia
programmazione e struttura ho deciso che era importante preservare la
vostra esistenza per lei, perchè io sono la guida e la
guardiana
e il mio compito è, rispetto i Crell, più
autonomo e dai
report e programmazione stessi, ho una mia idea sulle persone che lei
deve avere vicino. Ho accettato quei quattro, mentre i veterani ancora
mi sono indifferenti visto che so bene che non le farebbero nulla ma tu
ti stai avvicinando troppo e quindi sei pericoloso. Sei un uomo, sei
uno specialista, sei troppo invadente e ti comporti quasi come uno
stalker ma rispetto i suoi giudizi e non interverrò!"
"Intervenire per far
ecosa..." domandò lui guardando sia Kianta che Legeia "che
cosa dovrebbe fare?"
"Nulla" rispose Legeia
incrociando le mani creando un triangolo "ma ho
preferito... dare un piccolo avvertimento. Ho l'autorizzazione di usare
ogni mezzo se necessario per spingere qualcuno a desistere
dall'avvicinarsi se è malevolo. Come da richiesta,
esporrò il report...."
Fece come un paio di passi
muovendosi, come abiti e capelli, come fossero reali e parlò.
"Dice che . Afferma che è
meglio non lasciare che niente e nessuno possa condizionarti, quando
sopratutto ti dicono cosa è meglio che tu faccia per te, se
hai provato e capisci che non ti va benee. Non tutto è
idoneo a tutti. Non hai bisogno di un motivo per essere felice, dirlo
è molto diverso dal farlo veramente. Non misurare
l’unica cosa che fa valere tutte queste cose, la nostra
felicità. Ogni volta pare che ciascuno abbia sempre
qualcosa che ancora gli
manca per essere davvero felice, come se la felicità dovesse
essere
declinata al futuro e mai al presente.Ma la felicità spesso
arriva senza annunciarsi. Per
essere felici, bisogna imparare a
"Ti ringrazio ma per ora
basta così, mi serviva per convincere questo miscredente del
tuo..."
"non è vero
è solo che non vorrei che magari ti sia lasciata
condizionare o..."
"posso assicurarti che i
report li ha letti dopo il tempo necessario
per formare un suo IO forte e duraturo. Le sue scelte, dipendono da
lei, non da persone morte solo per ciò che vi è
legato..." si intromise Legeia fissando Gask, mentre lui era un
pò arrabbiato.
"Legeia per favore,
basta così. Torna in standbye..." attendendo
che questa facesse una riverenza prendendo la gonna e sparisse come se
andasse verso la roccia. Dopo qualche attimo Kianta continuò.
"L'utilità"
disse Kianta, guardandolo, anche s elui stava
come
terrorizzato da Legeia "quando ti rendi utile, ti senti felice. Molti
non pensano mai alla
definizione della felicità intensa come fare qualcosa ma un
esempio sono proprio gli uomini prima che li mettesse a alvorare e
dopo.... Oppure, pensano semplicemente di
conoscerla. Ma in una sola giornata, possono essercene tanti, momenti
di felicità. E' solo che la gente non capisce. E la
felicità può essere anche quello... l'aver fatto
qualcosa
di utile che qualcosa di più grande, per qualcuno, anche per
la
cena per esempio perchè venga una favola. Ecco
perchè qui
ogni persona ha impegni, cose da fare, attività di vario
tipo.
Perchè facendo le cose, si creano molte situazioni che
possono
essere anche felicità. vedi cosa fanno gli uomini insieme, e
tu
l osai... "
"ok, per.. quello" disse
gask indicando col capo Legeia "Ma quindi tu
sei felice qui? Per me è così diverso d aprima
che,
che... non so ancora definirlo"
" Più volte
ho visto persone povere ma felici, nel senso che
non avevano bisogno della ricchezza come la intende la
società là fuori, tranne quello che avevano per
campare e cosa per loor andava bene. Non aveano bisogno
perchè
loro, poi tanto per sentirsi in pace col mondo e trovare
un motivo per amare
questo mondo. A loro bastavano piccole cose. A volte li ho ammirati
ma... a causa di Lia, anche se non per colpa sua, io ho... paura alla
vicinanza con la gente. ed è l'unica cosa che da un
pò
fastidio. COmuqnue... sono felice di quello che
ho,
di cosa faccio, delle persone con cui tratto e di quelli che considero
amici. A me questa vita va benissimo, anche dopo aver sperimentato
sulla mia pelle l'esistenza di altri in quel posto. QUi mi sento me,
sono me, ho cosa ho bisogno e mi fa felice, mi impegno e ho degli
scopi... Di ciò che è per ora la mia vita ne vado
fiera e
sono felice. E anche
se
alcune cose dovessero cambiare come è normale nel
flusso del tempo delle cose, mi adatterò perchè
trovi il mio angolino, basta saper virare come i girasoli le proprie
prospettive. Diveramente da Milan o altri io non cerco soldi, potere,
attenzione, cose costose ma le piccole cose che ho e coltivo. Quando
riesco a fare qualcosa per cui mi ero impegnata
tanto IO SONO FELICE, e di quello che sono. Di cosa faccio
qui,
che sia pulire qualcosa, aiutare alla fattoria, dare una mano alle
costruzioni o prendere a pedate qualcuno che fa lo stronzo sono solo
parte del compito che mi ha dato Milan ma oltre che un onore aiutare
anche per quello che consumo, è qualcosa che sento di voler
fare
io e l ofaccio con piacere. NOn è un'iposizione, rispetto
agli
uomini anche perchè io non ho stipendio come loro, quindi
possiamo dire che loro l'impegno ce lo devono mettere comunque..."
shignazzando "Inoltre
aiuto anche a fare qualcosa per il mondo, per cambiarlo e anche questo
mi sprona a fare del mio meglio. Piccole cose
ma a me vanno bene..."
"Piccole cose... i
malcapitati, dice Jd no nsono così
entusiasti"
rise Gask notando come Legeia era riapparsa e si era voltata verso di
lui, e
iniziò a sudare freddo. Kianta continuava a parlare come se
no
navesse sentito.
"Sono felice ..quando
vedo sorridere le persone che aiuto...quando
vedo cosa provoca cosa faccio negli altri, anche di ringraziamento per
cosa ho
fatto...quando io e le persone che mi stanno attorno siamo in pace,
pensando
solo al momento senza preoccuparci del resto...quando le persone mi
chiedono aiuto e riesco ad aiutarle e che meritano ovviamente...Quando
vedo una persona fidarsi
di me...quando penso agli attimi passati con i miei amici...quando
penso ai progressi che ho fatto, in un lasso di tempo comunque
così breve... quando capisco che ho fatto qualcosa nel mondo
di
positivo...o sento un sincero
"Grazie" o mi saluta perchè sente di farlo. Mi piace il
volto
felice che ripaga il mio sforzo fatto per
quella
persona. É per questo motivo che credo nel
prossimo e trovo che la felicità del prossimo, per mano mia,
sia il mio vero sostentamento del lavoro che facciamo. oltre che penso
che il mondo se deve cambiare, deve capire che cè altro
oltre lo
schifo che perdura ma come siamo noi viene cancellato dalle merde
umane. E voglio cambiare questo... Sono contena se
capiscono, si fanno forza e si ergono più forti contro gli
stronzi per loro forza interiore dopo che ho teso la mano e ho dato una
prima spinta. Fare da soli e... aiutare come salvatori, principi
azzurri non porta a niente secondo me..."
"che vuoi dire" chiese
lui ma Legeia rispose di getto.
"In questo mondo
è il male a prevalere sulle cose. Essere
salvati da altri non cambia molto nelle persone, perchè
tendono
a credere poi che cè sempre un attimo di salvezza per mano
di
altri, finendo sempre poi per ricadere sugli allori e pensare che
impegno, forza combattiva e e intenti non vanno migliorati,
perchè in una società dove cè un
grosso squilibrio
e l'idea che esiste un essere superiore che se evocato, manda qualcosa
per te e al tuo posto, crea solo idioti. Questo diceva la Madre e
questo è... La sua idea era che non bisognava frapporsi fra
problemi o nemici come meglio credi la parte che lede e chi subisce
l'offesa, fosse sbagliato e controproducente. COme un bambino piccolo
che sta imparando le cose e i genitori non fanno altro che superare
ciò che lui potrebbe fare risolvendo ogni problema,
cancellando
ogni ostacolo, brandendo loro le armi che invece gli servirebbero nella
vita e al suo posto, perchè non abbia traumi, problemi,
resti
intatta la sua "parte bambina e innocente". E questo era anche portato
da come fu cresciuta. Invece di insegnarle educazione e protezione
insieme, rispetto al renderla una persona indipendente in qualunque
ambito accompagnandola contro i problemi e spiegandole come ragionare e
come usare le carte a sua disposizione, l'unica cosa che sapevano fare
urlare e punirla duramente senza insegnare nulla, arrabbiandosi per
cosa ha detto o fatto senza che mai prima nulla le fosse stato
instillato sul bene e male delle cose che poteva fare e dirle,
obbligarla a chinare la testa e silenziarsi davanti a persone che le
facevano di tutto, ma l'educazione per loro significava apparire in un
certo modo, non agire o dire e non usare la finezza delle cellule
grigie contro persone schifose. E così la paura di come la
vedevano e come appariva e i suoi problemi si ampliarono ma di fatto si
è definita e data delle regole morali e di esistenza lei e
subendo da sola tutto. Per questo apparire e sostituirsi alla persona,
impedendo ad essa di trovare la forza di opporsi alle cose in base alle
situaizoni, facendole credere che ci saranno sempre salvatori, rovina
le cose. Diceva che ne lei e ne tutti quelli qui sono poliziotti buoni
che semplicmente salvano la gente come spirito di eroe. La polizia
normale, tranne pochissime teste, non agiva per puro atto eroico e
aitava le persone, anzi erano i primi a catalogare e scremare senza
vedere le persone. Loro avevano uno stipendio eppure in molti documenti
che avev aletto, non aveva fatto nulla per persone che avevano bisogno
di aiuto. E così l'organizzazione faceva cose giuste, ma
insegnando anche a chi aiutava a rialzarsi e affrontare le cose.
Salvare solamente affermando
è
quando di più sbaglaito possa esserci, se dopo non vi
è
un discorso e uan risoluzione che fa comprendere e sprona le persone a
none ssere deboli e schiave. Lei come fece mettere nei regolamenti,
crede è corretto lanciare un'arma alla vittima e permettere
ad
essa stessa di sconfiggere i suoi demoni, materiali e mentali. meglio
essere impuri per aver fatto qualcosa per fermare lo schifo, anche
macchiandosi le mani, che schiacciati e inutili, diceva. QUindi
è meglio lanciare l'arma e dare la possibilità di
scegliere il proprio destino, se aspettare e sperare o ergersi contro
lo schifo che schiaccia. Si ha solo due scelte subire e peggio morire o
agire anche a costo di sporcarsi le mani. In uno dei due si
è
sempre spacciati sia per se stessi e sia per la propria morale, ma a
volte meglio fare i conti con la seconda e guardare lo schifo
contorcersi come un verme. Senza offesa per i vermicelli, diceva. Il
momento della scelta, prendere l'arma e reagire o accettare la propria
sorte con rassegnazione sta tutto nel dopo, se la seconda inizia tutto
il nuovo per il soggetto. NOn siamo dei, non siamo esseri che fanno
miracoli, aiutiamo ma non risolviamo le cose dopo mani giunte e
pensieri di aiuto. Noi agiamo contro lo schifo e se riesce aiutiamo. Ma
devono essere i deboli poi a non vedere la possibilità che
diamo
con una spada discesa dal cielo come nelle storie bibliche
perchè una divinità ha ascoltato e fatto
qualcosa. Noi
non abbiamo bisogno di una religione per sapere bene e male e
moralità, e devono capirlo le persone. Se aiutiamo la gente
e
basta come novelli superman o batman si manda in vacca tutto,
perchè poi resteranno sempre deboli in balia della corrente.
E
di correnti orribili... ce ne sono anche troppe"
"Condivido. Io non sono
tipo da rassegnarmi e accettare e trovo
insensata l'idea che le persone debbano aspettare per quell'ultimo
secondo dove qualcosa appare folgorata di luce per mostrare un'eroe che
è lì solo per salvare i soggetti. Noi agiamo come
ha
detto Lei contro il male, cercando di togleire le erbe infestanti. Non
per i singoli, quelli pure ma se il nostro scopo fosse solo per i
singoli, spelacchieremo solo lo schifo come quando si passa il guanto
per il pelo dei cani. Esce solo una parte del problema, i lresto rimane
sul mantello!"
"Ok... e Milan che dice
di questo? so che tu le sei fedele per..."
"Attento a te, non osare
pronunciare quelle parole" apparve più
vcina ma sempre non oltre la zona della cascata Legeia con un fare
minaccioso "Ho udito le parole degli uomini a cui ti sei affezionato e
in cui ti sei ritrovato nel mezzo e ti dico già da ora che
se
anche tu ragioni con il fondoschiena come loro, fai meglio ad
andartene. E sai a cosa mi riferisco visto che hai affermato di
fedeltà"
"..." Gask rimase
stupito e poi domandò "Molti affermando che
Kianta nutre come Lei un affetto pari a quello delle donne affascinate
da Milan. E non solo per i soldi, loro..."
"Essi mentono. Ma vorrei
che fossi TU a schiarire la cosa, visto che ha
insinuato anche di Jd, ma hai sentito e non hai ribatutto" disse la
proiezione a Kianta, che sorrise.
"E' vero, ho sentito ma
ho preferito continuare con la discussione. Io
non amo, così come Lia, Milan. Sono poche le donne che, e
non
capisco perchè, restano affascinate da lui per come
sembra...
che il mondo sia in mano sua, che tutto per lui sia semplice e riesce a
farsi amare da tutti, perfino ammirare dagli uomini. Ma non so per il
nostro passato, io e Lia non abbiamo mai provato attrazione per lui in
nessun modo se non rispetto a considerazione per quello che vuole fare.
Cancellare le differenze che rovinano oltre il mondo, anche l'animo
umano. Ma conosci il nostri intenti. Il fatto è che rispetto
le
Muse, le Fanciulle e le altre... io non provo amore ne carnale ne come
fedele di un messia... prorpio per niente. Alaric altri
hanno...
come una vera e propria fede perchè vedono un uomo che
sarà cosa loro non sono stati, non saranno e che
può cose
al di là delle loro possibilità. E questo accade
per la
politica, religione, gruppi ristretti dove cè un leader
carismatico che riesce a toccare le persone dove serve per attirarle a
sè. Lui è metà questo, per fortuna non
del tutto o
me ne sarei andata proprio, non amo roba tipo le sette, ma la gente
comunque lo segue per quello che è e per quello che
dimostra.
Lui dimostra cose che altri non riescono o promettono e non fanno. Vedi
questo posto. Lia stessa non ha fatto nulla, le idee cèrano
ha
solo... dato un calcio nel sedere alla gente perchè si
svegliasse e adesso siamo come una città autonoma, tipo il
Vaticano, ma di più! Milan per molti è una sorta
di dio
paterno che è saggio, questo non posso non dirlo, che sa le
cose
e agisce dimostrando cose. Ascolta e parla come altri non fanno e la
gente lo segue ma io... lo vedo come un fratello quasi della stessa
età che è come il primo nato e gestisce la
famiglia
sostituendo il capostipite. Se per molti tutto ciò che
vogliamo
fare è come una missione quasi biblica per la mole di cose
da
cambiare e sistemare per loro e chi amano e ameranno, per un mondo dove
tutti noi, saremo come persone tra persone che numeri di etichette e
catalogazioni... io aiuto solamente perchè sento che
è
questo che voglio fare. Io non voglio figli, non credo nel matrimonio e
nelle relazioni in quel senso seppur creda nelle persone speciali da
volere al fianco. Ma non ambisco a eredità genetica, seppur
vi
sia, non mi sento come persona capace di avere progetti come fanno
tutti gli altri qui, per relazioni con altri fisici e duraturi per
vedere questi cambiamenti a lungo termine anche per il loro dopo
generazionale. Insomma, io sono e vivo diversamente, voglio
diversamente e quello che faccio al fianco di Milan è solo
sostiturilo perchè non gliene sbatte niente di ammiinstrare
le
cose e fare quel che posso per chi è stato oppresso e
schiacciato da una società che considera solo i soldi. Se
hai
soldi sei parte della società, altrimenti vieni depennato e
finsici nelle categorie problematiche. Se riesci per qualche motivo a
rifarti e avere i soldi la gente, solo allora ti accoglie a braccia
apertissime dimenticando quando aveva trattato da schifo la stessa
persona. Questo è quello che voglio fare, non per una o
più persone in particolare che sia di sangue o altro, ma
perchè io voglio un mondo in generale dove camminare e non
sapere, da quelle esperienze, che gli stronzi e bigotti e peggio ci
sono e ti mettono sopra etichette addosso senza senso e motivo. Le
apparenze, queste dannate..."
"CApisco..."
"Per Jd, come per lei,
è un caro amico. Lui non giudica ne
altro, è diciamo lo psicologo del gruppo dei veterani ma per
lo
più osserva e ragiona. Ma come per Lia, e ripeto non sapendo
se
è una cosa che Milan definitsce così profonda da
toccare
anche l'anima, io non provo nulla per nessuno in quel senso e non
voglio nulla in nessun senso, sempre che non sia io a volerlo e
sentirlo. Il tuo pensare che, perchè la
accompagnò,
indicasse qualcosa ti sbagli, così come per Milan. Si
può
dire che per la società io e Lia siamo... fuori natura.
Sbagliate. Alcuni affermano che io sia..." ma Legeia si intromise.
"Un mondo che definisce
non naturale una persona, a meno che non si
tratti di cose aberranti atte a far del male a discapito di altri,
è esso stesso anormale. La società là
fuori
afferma che le persone che non provano alcuna attrazione per le altre
persone sono cose strane e che urge una . La
medicina li ha
etichettati come persone , che soffrono di
qualche
disturbo fisico o psichico, mentre altri che è solo un modo
di
essere per problemi psichici. Si nasce uomo, con attrazione per le
donne. Si nasce donne per attrazione per gli uomini. Eppure esiste di
più, non si può limitare qualcosa come la natura
umana al
bianco e nero. Si nasce così anche uomo con attrazione per
altri
uomini come per donne per donne oaltri soggetti. E acnhe come per la
Madre e Kianta, si nasce e non si prova attrazione per nessuno.
Normalmente lo si scopre in adolescenza, quando dopo
l’età infantile si cominciano a sperimentare le
prime
pulsioni fisiche. Gli Asexuality invece non provano nulla, non
è privazione o isolamento, solamente non provano
come
tutti gli altri. E, se davvero la Madre e Kianta fanno parte di questa
categoria, essi rifiutano i rapporti intimi ma non
l’intimità, il loro affetto trascende a un livello
che
però non sarà mai come lo voglino gli altri,
seppur
è qualcosa di più duraturo, pur in assenza di un
atto
fisico"
"Ah, quindi..." non
riuscì a dire altro Gask
"Tu non sei contemplato
in questa categoria, a meno che lei non lo sia
pure, tu sei un demisessuale. Ma il punto è che Kianta mi
è stata affidata e non ho intenzione di restarmene ferma
come
faccio sempre ad osservare, con te che continui sempre ad
apparire
peggio di un eczema. Ella èun persona fragile, non
fisicamente
ovviamente perchè ti può fare il culo a tarallo,
che
è stata capace con l'impegno suo e volontà a
raggiungere
gradi e situazioni distanti ad altri, ma nell'animo
è una
donna non triste come la Madre, che desiderava qualcosa che nessuno
poteva ricambiare, ma comunque con le sue fragilità. E lo
sto dicendo solo per avertirti, omino michelin de noi
altri... La Madre aveva i suoi problemi, aveva iniziato a
cercare un'approvazione da terze
parte e temeva che il suo operato fosse sbagliato, e fu una
delle cose
che la fecero esplodere. E non so se molte cose sono davvero
così profonde da non potersi cancellare e riemergere, ma
anche
Kianta così forte esteriormente, così
debole dentro. Lei
ocme ha detto non ha motivo di fermarsi, perchè non ha
nessun
presupposto ocme la Madre per farlo e credo che lei non farebbe mai
come Lei desiderava, per se. Non era tipo da resistere a una
vita vuota
e ferma come quella che l'aspettava in quella società. Ma
resta
comunque una persona che può soffrire e in certi
casi, debole
dentro..." mentre Kianta faceva il broncio mezza offesa "per questo
motivo se tu ti permetterai di pensare ancora cose su quegli
argomenti,
e non apostrofi i tuoi uomini dal farlo tra loro, se persevererai a
considerare le cose vedendo le apparenze, come qui si cerca di non
fare, aspettati il peggio, perchè io verrò di
notte per
tormentarti con tutti gli apparecchi elettrici che riesco a
usare, e non
è che una parte delle cose che posso fare. Accetto che tu ti
avvicini, ormai, perchè lei non ti reputa pericoloso,
negativo,
un soggetto da evitare. Ha deciso di trattarti come gli altri Capitani
e mi devo farmi da parte. Ma stai in campana Orso balosso, ti curo!"
con asprezza, risoluta.
Gask rimase spiazzato
nel sentire la voce velata di minacce, che usciva da qualche parte
intorno, del Crell che ormai conosceva un pò e qualcosa gli
faceva sudare freddo. Poi si voltò verso Kianta che sembrava
come esasperata.
"ma... è da
lei che hai preso la frase della notte che fai visita alle persone per
fargli cose cattive?"
"No, lei lo ha preso da
Lia e io lo uso perchè lo reputo divertente..."
"E chi sarebbe
quell'orso col morso?"
"lo chiedi a me? Non lo
so..."
"E su lfatto che sei
debole..." ma Legeia stava per apostrofarlo di
nuovo finchè Kianta le chiese di fermarsi e tornare ad
operare
in background. Appena scomparve lei riprese a parlare.
"Lo dice solo per quelle
cose che chiama fissazioni o tic che mi sono
rimasti, lei crede, da Lei. Vuole solo proteggermi e non ha torto nel
farmi ricordare i dubbi che avevo su di te, ancora è rimasto
qualcosa... lei pensa a me, per il fatto che non mi piace avere gente
intorno che non conosca o che voglia vicino e per il... mio non provare
niente per nessuno che la porta a ritenere che io non sia... non lo so!
Ammetto che è strano che alla fine io ti abbia considerato
positivamente, che non abbia fastidi nell'averti così vicino
e
parli con te di molte cose ma... con gli altri non è
così. Sono parecchio fredda e distante e asociale,
così
pensano alcuni, e Legeia ha il compito di progettermi, quindi cambiamo
discorso"
"Ok, come vuoi, torniamo
al prima.Cosa stavi dicendo della felicità?"
"...Per come la vedo io
una persona non è
realmente
felice se
non ha un ambiente e persone positivi e non decadenti. Forse sono
più felice io rispetto
alle persone che per le mie azioni hanno avuto un aiuto, è
un
paradosso strano ma
forse deriva da Lia. Solo richieste, obblighi, e mai gentilezza. Ma
sono
fatta così e se anche non piaccio agli altri, mi piaccio lo
stsso e resto me. Da quando mi sno svegliata, mi sono resa conto di una
cosa. Quando vedo
una o più persone aiutarsi dopo che queste lo sono state in
singolo, ho la prova che è l'ambiente e come ti fanno
crescere.
Con Lia cèra solo individualismo e solo la famiglia e si
è visto a cosa ha portato alla società e a
lei. La
collaborazione mi fa
ricordare la reale bontà di cui è capace l'uomo e
lo spirito positivo che c'è in ogni persona. Ma al solito il
problema sta alla radice, la famiglia. So che non puoi dire su questo
argomento ma... chiedi a molti delgi uomini e comprendi di cosa
parlo...Ricordo ancora uno dei suoi report, <...in pieno
contrasto
con
la società moderna in cui, per salire in cima, devi pestare
piedi, teste, camminare sulla gente per essere il migliore. Per la
società cè sempre il migliore che deve svettare
sugli
altri, non esiste un senso antico di collaborazione e prevaricazione..e
il mondo che conosciamo, fatto di classi sociali dove resti se non hai
l'opportunità e non puoi essere nulla>. Questo mi ha
fatto
molto pensare, a come deve essere stare in una situazione con pochi
soldi, poche possibilità anche per la famiglia a livello
mentale
e per la società che se non sei tarata come gli altri, ti
butta
via. Io invece... io mi sono
fatta da sola, so bene che bisogna
rimboccarsi le maniche e cavarsela da soli in certe situazioni, ma
è una parte del crescere, non del vivere. ma leggendo i suoi
reporti io mi sono fatta da sola ma avevo alle spalle delle
opportunità che altri non hanno e non avranno e voglio
cambiarle. E attenzione, io
aiuto
la gente sia per quello in cui credo e sia per dare quella mano,
opportunità, speranza a persone che non ne hanno per colpa
degli
altri. Dare ad altri quelli che a Lia non è stato concesso,
dai
suoi amici, quei due da cui chiedeva solo una mano e da
altri..."
"Ma scusa una cosa, i
nostri uomini non hanno famiglia e amici fuori di qui?"
"Si, e li frequentano ma
ho notato come sempre più spesso dopo
che tornano comprendono molte cose dei regolamenti e le Lezioni. Non so
cosa accade ma sempre più gente cambiò idea e ora
appoggiano tutto..."
"Capisco,
però so che ancora hanno molto legame con le famiglie
là fuori...Io non ho ricordi invece. RIcordo solo tutto il
resto
che vorrei scordare" disse Gask sovrappensiero.
"HO sempre trovato
triste e strano il fatto che i momenti no si
ricordano subito, mentre quelli felici li devi richiamare tu...Un
momento triste lo si ricorda per tutta
la vita. La felicità invece è meno incidente
rispetto alla tristezza. Forse è perchè la mente
viene
quasi colpita più da un momento no, che da un tale episodio
felice, da rimanere impresso nella
nostra mente per sempre.Infondo credo che la vita dell'uomo
è
fatta di momenti, ed il non aver una
felicitàche sia duratura o momentanea a...pazzia? Questo
movimento verso ricerca della felicità muove il mondo. E poi
ci sono io che ci penso."
"Quindi...."
"QUindi..." sospirando,
non capendo perchè questo interesse
"Sono utile, faccio cose che mi piacciono, che sono a me idonee e
fattibile per le mie capacità, ci sono persone che
nonostante
tutto mi rispettano e mi vedono per quello che sono, tranne i nuovi, e
ho un mio equilibrio. Là fuori invece sei sempre sotto
giudizio,
esame, se non sei in un certo modo allora ti ghettizano e finisci solo
e disperato. QUin invece, questo è il luogo, posto,
l'ambiente
in cui mi trovo meglio. E' a metà tra una organizzazione
militare con giuste regole e comportamenti, ma anche una Comune dove
non cè astio, protagonismi, confronti tra persone e il
concetto
dei migliori. Sei valutato solo per gli errori fatti, ma è
logico. E inoltre come è stato per te, la considerazione
maggiore viene data nelle abilità e cosa si è
fatto. le
azioni. Ma viene insegnato che mai, mai, bisogna valutare i migliori o
peggiori come deigli esami, perchè ognuno qui ha le proprie
qualità
e
caratteristiche. Come per me quindi, questo luogo è IL
posto, la
casa, l'ambiente dove rinascere, evolversi, anche redenzione, si... per
molti è stato questo. Trovare la possibilità di
svolta e
redenzione. Riqualificazione di se stessi. Torvare il prorpio piano di
equilibrio. Se è felicità come viene definita e
ho detto
sopra non so, ma non lo cambierei mai con là fuori. Ho detto
una
volta a Milan che volevo provare a essere una ragazza come quelle
là fuori. Me lo ha permesso, sotto controllo ovvio, ma non
mi ha
negato nulla e mi ha permesso di scegliere, fare i miei sbagli sempre
però discutendone e vagliando tutti i pro e contro. Questo
è diverso da là fuori. Ti insegnano, per modo di
dire,
come vanon le cose e devono essere così, ma non spiegano,
discutono, chiariscono ogni aspetto della cosa. E' una cosa che ha
portato Lia. NOn si ferma mai
nessuno là, il tempo necessario perchè tu sia
preparato, per
davvero
a ogni cosa. SAi che ci sono persone, sia grandi che piccole, che non
sanno compilare un documento, qualsiasi cosa? io avevo solo paura di
mettere cose errate, ossia sbaglaire il rigo e dover ricominciare.
Invece la gente che ho visto, ascoltato, non sapevano nemmeno come
compilare un documento, dove poggiar ela penna.... una cosa facilissima
direbbe
chiunque ma quella gente, che vive già là, non
era
preparata come me a... nulla! Quante cose la gente non sapeva o non
sapeva fare. Ho lavorato in varie cose, per capire quel mondo e chi vi
viveva. Mi sono mantenuta qualche settimana da sola, senza che nessuno
facesse nulal per me o al mio posto, ho interagito con le persone e...
ho trovato solo giudizio, pregiudizio, opportunismo, poca
considerazione, divisione in classismi, sfruttamento e... non riuscivo
a capire come la gente potesse accettare quel mondo
così
freddo, opprimente, che sembrava quasi la società giapponese
per
test ed esami, che si doveva fare anche ogni secondo della giornata, ma
non per pezzi di carta, intendo il
giudizio di chiunque ti incontrava e già ti categorizzava a
prescindere da tante cose. Li scoprivo a usare maschere e comportarsi
da , solo per apparire come meglio credevano. Ho
visto
animali e gente maltrattata anche senza motivo, offese e azioni poco
umane, nel senso che tale aggressività e cattiveria non ce
l'hanno nenache gli animali. E se non protezione. . Mi aggredivano per
qualsiasi
cosa, che fossi cameriera, assistente, impiegata, addetta e via
dicendo. Ho voluto testare vari tipi di lavori e ambienti e ho visto
con i miei occhi come su di me e su altri, atteggiamenti ripugnanti.
Donne che si comportavano in maniera orribile e facevano fuoco amico su
altre donne, anche quando invece doveva esserci allenza femminile. E
quindi..."
Si voltò
perchè qualche animale camminava nel
verde forse per bere, ma senza paura solo guardingo. Gask invece stava
sempre sul chi vive, si era raserenato da quando era arrivato ma non in
quel posto. E Kianta continuò porgendogli l'ultima stecca di
liquirizia rimasta delle sue.
"...Non ho trovato
affatto le libertà e una
società tanto
vantati. La gente letteralmente regala la propria privacy e sicurezza a
qualsiasi cosa fosse di moda in quel momento. Spiattella tutto, proprio
tutto anche di minori online e urla che i poteri forti cercano di
usarli e trattarli come numeri e intendono monitorarli. Senza che te ne
accorgi qualcuno fa foto e video senza permesso o altro. Ho
notato nei camerini dei dispositivi video che registravano
chissà dove e in mano a chi, così come bagni e
luoghi
pubblici. E non parlo di telecamere di sicurezza. Hackerando i
dispositivi tramite i nostri siamo risaliti e che bella gente, che a
quest'ora è finita male loro, per un nostro
autoinvito da
loro,
capendo che significa giocare con certe cose. Ma abbiamo agito per il
bene di
donne e bambini. NOn era compito nostro, possiamo dire, ma non potevamo
come detto prima no nagire contro lo schifo. E in alcuni
test su affiti ho scoperto nella casa, così tante telecamere
nascoste che la testa sott'acqua non è bastata a quei tizi
per
capire la situazione..."
"hai usato la tecnica..."
"E mi pareva anche poco,
quello solo con uno. Uno avrà
sempre
addosso, a meno che non si faccia una plastica, il segno del mio
malumore per aver trovato dietro lo specchio del bagno un aggeggino
parecchio invasivo sulla privacy. I miei test sono durati solo un paio
di ore, poi sono andata a prendere quei tizi e glieli ho fatti
ingoiare, li
ho obbligati a dirmi tutto e che fine facessero quei video.
Inoltre i loro dati e le prove di cosa facevano sono finiti nei
notiziari con le foto e tutto come... l'interferenza di Max Headroom.
Forse non lo conosci ma si trattò di una di tante
interferenze
televisive di terzi durante la normale programmazione che nessuno
riuscì a risolvere. E così ho fatto altrettanto.
Ammetto
che è divertente giocare con... i giocattolini di Milan"
sorrise
"anche se a volte lo considero un pò come cheattare. Ma non
ho
fatto altro che bloccare la trasmissione televisiva più
vista,
mandare il nostro segnale con foto, nome, altre informazioni e tutto il
materiale girato con le loro malefatte. E questo è solo una
cosa. Ho anche fatto questo giochino con persone che in diciamo in
gruppi di app parecchio negativi, scambiavano materiale preso di
nascosto e... lascia stare cosa ne facevano. La cosa divertente
è che pensano di essere anonimi. Poracci!! Lo hanno capito
solo
quando hanno visto la loro faccia, lo schermo del loro telefono
hackerato ad arte da noi e cosa mostrava e conteneva, cosa diceva e il
suo conto segreto dove andavano i soldi di vendite e scambi. Diciamo
che ho vendicato abbastanza le vittime. E questo è solo una
delle tante cose che ho fatto. non pulisce il mondo, ma non esiste
privacy su cose fatte contro le persone e con immagini e video loro.
Questo per me è da considerarsi come essere utile, oltre
allo
Chateau e alle Torri. Se fosse per me gli farei patire il peggio
possibile, senza ucciderli ovviamente. no nsia mai...
così
come ho sistemato bulli e stronzi di scuola, o lavoro facendo
controllare ai Crell ogni post e discussione online con parole chiave,
che fossero anche private, quindi non pubbliche. NOn hai idea quanti
paia di slippini hanno cambiato e gli è venuta la strizza da
calmarsi. Quella gente là fuori... capisce solo la paura!"
esclamò con rabbia.
"Tutto questo quando
è stato?"
"Prima e dopo il tuo
arrivo, e la cosa continua. Tra la Raccolta e
queste cose, posso dire di aver fatto qualcosa davvero. Io non son
brava come voi come militari. I miei risultati sono davvero buoni ma
non sono portata, dice Milan, a un'aggregazione a gruppo come voi,
perchè afferma che ho il brutto vizio di distaccarmi dalla
formazione e fare l'incasinatore"
"Non è
possibile, ho visto un paio di volte che lo hai
fatto..."
"Mi sono infliltrata nel
gruppo per osservare la scena invece delle
cam, e so come ci si comporta e come si agisce in gruppi scelti del
genere. Ma odio particolamente vedere lo schifo che sa fare l'essere
umano e star ferma dal volerli maciullare. Inoltre a parte quei tre,
gli uomini non amano fare formazione con me perchè si sono
lamentati che sono troppo elemento di testa, da agire per i cavoli miei
mentre loro dovevano guardarmi le spalle e farmi copertura. Non sono
abituati al mio modo di fare, hanno affermato che non era sempre chiaro
come mi sarei mossa e cosa avrei combinato e... io so la
verità,
oltre cosa hanno detto! Il sottinteso era che sono un target troppo
pericoloso da dover proteggere, anche per il mio agire in solitaria
che... ho sempre trovato assurdo come, seppur complici e capaci di una
formazione compatta, rapida e capace, siano così cagasotto
da
aver paura di guardarmi le spalle, perchè se la fanno
addosso
se
mi capita qualcosa. E non esiste fino ad ora una compagine in cui possa
far parte seriamente, che accetti me nel gruppo, non come elemento di
testa ovvio, ma che possa dirigere le cose all'improvviso se decido
così, col rischio che mi capiti qualcosa. Hanno paura di
MIlan?
Hanno paura che accada qualcosa e basta? Temono che, per sentito dire
io sia importante per alcune cose, e non vogliono rovinar enulla... non
lo so, ma sono sempre poi impacciati, in preda all'agitazione e fanno
sempre a farmi da scudo come pazzi rincretiniti rovinando tutto!"
"Ma no nci sono Zidgy
e..."
"Si, ma loro sono le mie
Ombre. Fanno parte di una compagine
già
avviata e ben oliata, ma anche da loro richiesta sono... le mie guardie
del corpo. non è la stessa cosa di un compagno di spalla o
di
schiena, dove sai che non hai bisogno di voltarti, controllare e
accertarti che ci sia, che non vada fuori di testa o altro
perchè teme che ci saranno conseguenze per una possibile
negligenza. Non è che possono stare come nella formazione di
un
gruppo sia come Ombre che elementi. Non ha funzionato perchè
tendono solo a fare le guardie del corpo e stanno sempre a ventaglio
dietro di me, impedendo così all'operazione di svolgersi
liscia
come dovrebbe perchè sembriamo quattro idioti come fossimo
un Re
dei topi..."
"Un re... dei topi?"
"Si, sai quella
situazioe in cui alcuni topi per vari motivi si
intrecciano le code e non possono più liberarsi e riescono a
sopravvivere poco formando come quest apalla di ratti in cui uno cerca
di andare da qualche parte e gli altri devono andargli dietro, sedere
con sedere, per non farsi male... la cosa sembra quella! Ed
è...
imbarazzante oltre che rischiosa. Milan non vuole che io rischi facendo
parte di un gruppo, seppure sa pure lui che posso come tutti. Ma... me
lo vieta e se impongo io gli uomini s ela fanno addosso. Si
è
troppo esposti, si caattura troppo l'attenzione ed è
fastidioso
per me non
potermi
fidare di qualcuno a tal punto, da saperlo come compagno d'arme mio
pari
e compagno di spalla. Non si può lavorare così!
Se anche
Milan facesse come me, so che sarebbe anche peggio. Per loro Milan
è la persona che dal nulla si è costruita,
migliorata, ha
raggiunto vette alte ma agisce per cose giuste e corrette. Si, ama le
cose belle, agisce a volte in un modo un pò... ma
è
comunque un brava persona e lo sanno. Lo vedono come un Leader da
seguire per quell oche sentono e credono, ma è uno di quelli
che
scende in campo solo per determinate questioni e non è
più sul campo davvero da secoli. Ma s elo facesse, credo
si comporterebbero peggio che con me. Della serie io agisco per molte
cose e molti di loro devono a me ciò che sono e hanno, ma
Milan
ha i soldi ed è quello che ha permesso me che ha permesso
tuttoo. Siamo sempre
là, alla fine. Rispettano e considerano molto Milan ma
sarebbero
i primi a dirgli di non esporsi e farebbero davvero da protezione con
loro stessi se potessero. E questo è molto fastidioso alla
fine,
perchè no nsolo fa comprendere agli altri i ruoli, ma ttto
diventa un casino..."
"Eppure quella volta hai
fatto molto male all'autista..."
"A chi?..."
"Quei tizi che erano
venuti per la loro droga e alla fine hai pestato
male" ridendo "quello che però mi ha lasciato perplesso
è... perchè te la sei presa così tanto
con
quell'autista? Con gli altri hai fatto meno, ma con lui.."
"Davvero non ti sei
accorto che qeullo era il capo?" vedendolo
trasalire "cosa guardavi? I due dietro quello che sbraitava,
guardavano l'autista. Seppur appoggiato al cofano e solo spettatore e
autista, in
realtà era il capo. E non solo perchè lo avevo
notato
altre volte e avevo visto come si comportava, ma era chiaro che ogni
votla che fingevano di apparire schifati e guardarsi intorno per
precauzione, guardavano i suoi gesti e agivano. Così gli ho
fatto capire cosa pensavo di loro. E sono fortunati che sono stati
curati da noi, perchè fosse stato per me quei danni se li
sarebbero tenuti per sempre come monito..."
"Alcuni non erano
proprio..."
"Monito!" rispose lei e
lui rise divertito
"Quindi ti senti felice,
realizzata, viva qui... è questo
quello che hai detto!"
"...utile, accettata,
anche se..."
"Cosa"
"... non ho mai capito
se a tutti loro io fossi... Non so! Se sono solo
un capo mezzo scomodo, perchè no nsono una militare come
loro
eppure ordino. Se sono una persona che accettano per come sono, oppure
mi tollerano e basta. So cosa ho detto, qui è un luogo
veramente
diverso da là fuori e lo sanno, infatti vogliono tornare
sempre
qui dopo gli incarichi o le visite in famiglia ma... io sono quella
forse sbagliata. A causa di cosa distruggeva Lei, e che è
rimasto in me, ho paura delle persone se vogliono avvicinarsi e ho
sempre la sensazione che non accettano e vogliono. Non mi
piace la vicinanza eccessiva della gente e a volte mi sembra che mi
vedano solo come capo diciamo temporaneo, qualcuno a cui Milan ha dato
possibilità di manovra ma presto ne arriverà un
altro. E
molte volte non so se fidano di me, oppure vedono solo la mia carica.
Se quelli della Raccolta mi devono oltre la mano tesa che ho dato
oppure..."
"Pensi che non ti vedano
per quello che sei?"
"Oh, no! Loro sanno chi
e cosa sono ma... la questione è
l'accettazione e aggregazione nella Comune oltre la carica. Qui
è diverso, da là fuori, ma qui si parla di paura
per
qualcosa e non capisco. Loro mi
vedono solo come quella perosna a cui Milan ha lasciato tutto in mano
perchè non gli va di fare niente? A volte è molto
pigro
pure se è qui, perchè afferma si è
stancato di
ammiinstrare il casino che sono i militari e nell'ultimo periodo
è più portato per la politica e simili. Per
carità, tutti i contratti, incontri e avvvicinamento con la
gente che ci serve lo fa lui ma... qui diciamo lavora ormai sempre
meno,
come gestione e controllo di tutto. Lascia a me e ai veterani sempre
più spesso ogni cosa anche se presente. Afferma che fare il
Sovrano di questo piccolo angolo di vero paradiso umano non gli va
molto, non è quel tipo, se non in piccole cose. Controlla,
valuta, pone firma, lascia le
sue decisioni su molte questioni, gestisce lui stesso problemi,
controversie o altre questioni con gli uomini e ne sono felici,
presenzia a feste e serate che fanno, anche le giostre ma... resta
sempre il fatto che mi pare sempre e sempre, che per loro io sia solo
quella a cui lui affida le sue in sue assenza e che gestisce quei
broccoli con cosa fanno ma mi temono per altro. Ma... io sono
considerata come persona
perchè io sono io o cosa rappresento?"
"QUindi il tuo dubbio
è se ti vedono tra loro e una di loro
oppure no? Già Jd e gli altri avevano detto che tu non eri
una
di loro..."
"Già, in
effetti sono parte della Comune e per il mio ruolo
altri si sentirebbero super integrati ma... io non lo so. Sempre
più spesso mi trattano solo come amministratrice di questo
posto, non vogliono farsi sentire o vedere da me per evitare di essere
rimrpoverati e non sembrano molto felici della mia presenza..."
"Te l'ho detto quel
giorno. A loro piaci invece. Nel senso che ti
devono molto e ti vedono più di Milan come Capo.
Ammettiamolo,
Milan non si sporcherebbe le mani come te nel fare le cose insieme a
loro e come loro, lo dico pure io che con lui ho avuto un bel rapporto
dall'inizio! E non è il tipo che si livella con gli altri
ma
tende sempre a staccarsene e... mi è sembrato che da quando
si
è realizzato, non si abbassi a quelli come noi. Rispetto a
te
non prende in mano le cose come elemento di testa e dirige le cose sul
campo, ha lasciato l'amministrazione a te e ai veterani, limita la
suddivizione dei poteri e mantiene uno stile di vita sopra quello degli
altri. Beh, cavoli suoi con i suoi soldi, da come lo conosco adesso se
li è meritati, ma l'unica cosa che ci allontana un
pò il
suo modo da... posso dire snobbetto? Che ha ormai adottati e gli va
bene. Lui è l'ispirazione e la chiave per tutti per giungere
allo scopo per cui fanno parte di questo ma ho l'impressione, che lui
abbia una visione del mondo futuro leggermente diverso dal nostro. La
nostra quotidianità non è la sua, Cè
uno che
afferma di essere stato al servizio del principe del Galles mi
sembra... e che gli parevano uguali come atteggiamenti e modi di vivere
la gionata. AM lui è contento, si sente bene in quella
veste..."
"Finchè non
fa male a nessuno, nel senso nessuno che lo
meriti
davvero allora è diverso, non mi intrometto molto. Se si
sente
felice così va bene, come lui lo pensò con Lia
per il suo
desiderio, che realizzò. A meno che non si tocca l'argomento
... ma parliano di adesso. Il materiale.
Lui vuole
vivere quanto può tutto ciò che lo affascina e ci
sta, se
lo merita. Sa bene che per quello che è, per
l'organizzazione,
perchè sono militari, può capitare qualsiasi cosa
anche se
abbiamo preparato dei reticoli organizzativi con i piani dalla A alla Z
per qualsiasi pericolo, incidente o... cosa che può
accadere.
Ama i treni, da morire, ama gli abiti da uomo del secolo dei lumi come
dice lui. Per lui quelle mise dei secoli passati sono l'emblema
dell'uomo come dovrebbe essere. Un gentiluomo, un Signore e... ammetto
che non mi dispiacciono affatto. Certo meglio di come si vestono
adesso! Ho visto uomini, e parlo dei fisici attenzione non sono quel
tipo di perosna che generalizza per sesso ma, cavolo! Come si vestono
adesso è da piangere! Jeans così stretti da
vedere pure
la forma delle nocciole..."
"le nocciole..." rise lui
"Marron
glassè, nocciole, gioielli di famiglia, chiamali
come
vuoi! Questi idioti non capiscono che il corpo umano ha dei bisogni..
basilari. Come Una certa temperatura per là sotto che con
inquinamento, vite assurde e cosa prendono, poi hanno problemi a
figliare o hanno picchi strani di ormoni. E piagnucolano... Con quei
pantaloni con le gambe che si restringono così stretti alle
cavlgie che non posso fare a meno di dirlo, stanno malissimo. Con i
bomberini e questi pantaloni stretti di cavallo e di gamba, vanno
correndo con calzini assurdi e scarpe ancora peggio.
E cè
gente
che ride se scopre che Milan si prende cura della pelle e dei capelli,
usa l'effetto cinematrografico per apparire al meglio e... bah! Non
posso farci niente, ammetto che ho imparato a preferire l'abbigliamento
dell'uomo classico e come chiamano molti vintage, che quello schifo. Io
non sono adatta ad abiti da donna, ma gli uomini che appaiono in un
certo modo si, li preferisco. Qui siamo militari e quindi non
significano nulla le canotte e pantaloni larghi, gli servono! E stanno
meglio di quegli imbecilli che sembrano fenicotteri sulle zampette
secche col culo tirato su da pantaloni preformati!"
Gask rise, ma lei lo
guardò prese il cellulare e gli
mostrò alcune foto che aveva scattato quando andava fuori e
lo
vide fare una faccia strana.
"E questo è
poco! Una cosa è la moda, un'altra
sembrare
appena usciti dalla Caritas di abiti usati dove hai preso cosa potvi
come accozzaglia, e ti devi vestire con cosa hai recuperato. QUindi
stili misti, ma per la società là fuori
è questo!
Ma... il mio stomaco non è mai preparato quando vedo questa
gente. peggio se hanno quei corpi che... mi fanno schifo non posso
farci niente, ma hanno quei busti lunghi quanto le gambe, quindi con un
baricentro più basso e si vestono in questo modo osceno,
stanno
ancora peggio" guardando altre foto e facendogliele vedere "non mi
piace visivamente il corpo dell'uomo con un busto così
lungo.
Milan ci scherza e mi dice che se un uomo non ha un busto alto quanto
metà gambe, vomito. Quanto se la ride..." un p
òaspra ma
facendo capire se la ride ai loro scherzi "Ad ogni modo, si
è
andato amio parere da un e ccesso ad un altro. Se si era
partiti
con abiti così punitivi da modificare totalmente il corpo di
una
donna con danni gravi a... neinte addosso, perchè
più sei
sexy meglio sei come persona nella società. Quella
sbagliata,
intendo."
"nel senso...?"
"vedi, a parte i
puritani religiosi si è insinuata una
generazione che ha portato si libertà sessuale e della
persona
per la donna, ma spinto anche la gente a pensare che più i
tuoi
attributi naturali sono mostrati, esacerbati a volte, ostentati allora
sei al top. Che la bellezza viene confusa con sexy, ossia vestiti meno
così da essere figa. Se tu non ti vesti in questi modi se
vai in
certi posti dove ti aspetti classe e begli abiti, vedi tette, culi,
cosce e altro mostrati e messi su un piatto, perchè
così fan
tutte e con i social la cosa è peggiorata, non sei qualcuno.
Io non sono
puritana,
per me le donne devono vestirsi come gli piace ma un conto è
vedere un bell'abito e volerselo mettere corto perchè in una
società corretta puoi vestire corto e apapri comunque una
bellzza travolgente. NO. Tra reality, influenzer e persone che non
valgono niente, se non per foto fatte in modo strategico per apparire
meglio e doti naturali sfoggiate per avere ciò che si vuole,
la
gente va mezza nuda, ubriaca, drogata, aspettandosi di essere bella,
bella, bella da far paura, ma fa venire lo sgutter. Sono io, ma i corpi
nudi o mezzi non mi piacciono, anche con i costumi da bagno, poco ci
manca che le donne fanno nudismo! ma sono io, non mi piace l'aspetto
nudo dei corpi, preferisco qualcuno ben vestito che risalta il suo
fisico, allora si, che gente con tutto al naturale aspettandosi di
avere considerazione e apparire fighi e avere gente al seguito con la
lingua di fuori. Non sono all'antica ne altro, ma come non posso vedere
me nuda, non mi piace il corpo di chiunque nudo come apprezzamento, mi
è indiffernete. Guardo e mi chiedo perchè la
gente sbavi
così appresso a una donna che sfrutta e usa certi elementi
del
suo corpo per propri fini, e donne che cadono in ginocchio di uomini
basta che siano muscolosi e giovani. Mah!"
"Aspetta... quindi
quando in mezzo alle rovine e con i ragazzi urlavi
che erano ridicoli, e gli ridevi in faccia era per questo? A te non
fanno nesuna reazione ma sono ridicoli? Non era perinfilarti apposta
nei bagni?"
"COSA?!?" lo
fissò sbalordita
"Allora no... loro
pensavano che lo facessi apposta per farli
vergognare, fargli venire i complessi e guardare uomini nudi con quella
scusa... questa è bella!" esclamò guardandola
prima
sorpreso e poi ridendoci su, per poi smettere di ridere vedendola
parecchio infastidita.
"Dimmi chi è
che si inventa queste cos...No! Lasciami
indovinare! Un certo naso a becco di pappagallo con i suoi scagnozzi!
E' lui, sicura, mi ci gioco i miei orologi!"
"I tuoi orologi?"
"La mia collezione di
orologi meccanici scheletrati. Non valgono quanto
quelli di milan... per niente" disse tra sè con
un'espressione
strana "ma sono pronta a giocarmeli che è lui l'artefice di
ogni
pettegolezzo. Mi spiace dirlo, ma a meno che non abbiano idee
complottiste, molti uomini non possono esserla presa per quelle due
volte
che sono andata a strigliarli negli spogliati. Che vuoi che sia, come
se fossero gli unici ad avere il gamberetto con le noci! Solo
perchè per i miei dati biometrici sono nata del sesso
opposto si
pensa solo due cose, o sono porca perchè li guardo con
sufficienza se sono nudi o voglio che si sottostimino per... solo
gliimbecilli possono pensare così, dopo che io ho fatto
casino
per le loro stronzate. Ho solo pensato che in un momento diciamo del
genere, fosse il migliore perchè nei loro cervelli bacati si
insinuasse il concetto che volevo sbattergli sul muso! A volte sono
più i momenti chiave che fanno aprire le orecchie che il
resto.
Poi arriva
Alaric e diventano tutti complottisti..." scuotendo la testa con aria
schifata.
"E come mai tu invece
hai, come si dice... aspetta. Ah, i complessi nel
vederti nuda? Quella volta che Alaric fece casino nella laguna hai
cercato di coprirti. In mezzo alle macerie per toglierci lo
schifo
dellef ogne di dosso sei andata fuori di testa...:"
"Non sono andata fuori
di testa. Ho solo mostrato indignazione sul
fatto che mi sei piombato alle spalle senza fare rumore mentre mi
pulivo. Cazzo se faceva freddo! E tu appari come i fantasmi chiedendomi
pure cosa stavo facendo! NOn...."
"Ero sorpreso, non
capivo cosa facevi. Poi però l'altra sera
per
l'invito di quel tizio ho capito! Ho visto l'anello, ho riconosciuto
davvero quei movimenti e ho collegato. Non mi aspettavo che quella
persona fossi tu, a vederti non sembri affatto una che ama ballare
quella cosa tribal, AST o..."
"Ats! Mi piace. Per me
è natuale e... ma perchè
devo
parlare con te di queste cose? Bah!" si lamentò alzandosi e
sgranchendosi
"Siamo amici, non
è naturale?"
"Amici? Io e te?!?"
chiese lei con le braccia alzate, fermatasi dallo
stretching per guardarlo
"Non siamo amici?
Parliamo adesso e... beh, risolviamo. Io sono Gask,
piacere..." allunga una mano verso di lei per salutarla, ricevendo in
risposta uno sguardo come per dire
"Ok, tentavo..."
continuò lui alzando le mani come a
giustificarsi "... capisco che per quel che è successo quel
giorno..."
"per quel che
è successo! Capisci cosa hai fatto
perchè ti sembrava...?!?"
"Ho chiesto scusa, ho
cercato di fare capire a te e a tutti che non
volevo nulla di ciò che è successo e..."
"Si, si lo ripeti
sempre. Ma come faccio a sapere che davvero tu non
sei come tutti quelli a cui abbia fatto un culo quanto un secchio,
perchè erano solo feccia!" sputò lei fissandolo,
facendo
un gesto con pollice e indice per indicare un grosso cerchio.
"Avevo immaginato,
parlando da quel momento a ora, che avessi valutato
chi sono. E' questo che pensi e insegni agli uomini, no? Dici sempre
che . Non è
cosa dici?"
Kianta strinse la
mascella, fissò l'acqua placida e qualche
animale che andava a bere là senza paura ormai,
erano
abituati agli umani e d'inverno li sfamavano o mangiavano dalle loro
mani.
"..."
"Spiegami almeno
perchè ci siamo ritrovati a scornarci in
mezzo
alle rovine, di un casino creato da due generali che si odiavano, per
avere una conversazione come quella dell'ultima settimana, dal giorno
ad adesso. Non ho mai capito perchè mi odiassi. Jd diceva
che
era solo per il mio lavoro prima, e posso anche capire. Di cosa ho
combinato, capisco benissimo questo, però credevo di aver
dimostrato come con tutti chi e cosa sono in realtà. E
invece mi
evitavi e odiavi che..."
"Non volevo ammettere
certe cose. Tutto qui..."
"Ammettere cosa?"
"Perchè ti
interessa tanto parlare con me?"
"Perchè da
quel giorno che sei venuta e... come hai detto
poco
fa? Hai voluto fare il didietro del mio Capo come un secchio...."
"largo, come un
secchio..."
"Si, l'avevo capito. Eri
l'unica donna che era apparsa, sola, per
affrontarlo e che aveva la faccia tosta e le palle più di
tutti
i suoi oppositori di..."
"Mi stava sulle balle
che tentasse di fregare Milan, e visto cosa avevo
sentito, volevo vederlo con i miei occhi. Poveri i miei occhietti!"
fece, portandosi le braccia sugli occhi in gesto teatrale di orrore
"Quella arancina a punta con le zampe... un'arancia di cacca con un
uovo
al posto della parte sopra..."
"Non so cosa siano ma..."
"Quelle palle panate e
fritte con vari ripieni. Si che li hai mangiati!"
"Ah quelli, allora con
la punta parli di quelli... con la carne? O
erano spinaci?"
"Qualunque ripieno hai
mangiato, quell'uomo era un'arancina semovente
di sterco, con la punta che si fongiava a uovo che avrei voluto buttar
giù con tutta la sedia. Nenache Milan ha una sedia, o meglio
trono, così pacchiano da far male agli occhi!"
"E tu odi le cose dorate
e come quelle che ci sono in quel Trianon"
ridendo
"E basta con quel nome!
Ha il suo. Se trovo chi è stato..."
"non vuoi saperlo,
fidati"
"Ah! La mutazione da
uccello a imbecille, vero? ora capisco. Ancora lui!"
"Cazzo, Jd mi uccide"
accigliandosi ma la vide di profilo ridere e
quindi continuò a parlare "Comunque ricordo che fui chiamato
perchè dovevo essere presente per quell'ospite inatteso che
aveva abbattuto una porta a calci..."
"Bubbole! HO solo
sbattuto la porta un pò troppo forte sul
muro, mentre volevo scotennare lo stronzo che non mi faceva entrare,
pretendendo che aspettasi fuori! E chi sono, il postino? POrtavo
messaggi ma non a mano..."
"Mhpfff!" vedendosi
guardato male da lei, che avev asolo mosso gli occhi
verso di lui "Comunque, quel giorno stavo scednendo e poi ti vidi
làsotto, parlavi a quei due come se volessi staccargli la
faccia a morsi, e li guardavi come fossero fango per terra su dove
dovevi camminare. Era uno spasso. E poi..."
"Si, ma il punto
è che non sei stronzo come mi ero impuntata
prima, ma cosa mi dice che posso fidarmi di questa... amicizia?"
"Credevo anche quello
che mi hai detto di Lei facesse parte del cambio
di opinione su di me. Milan si fida di me, ce la intendiamo come
fossimo amici da sempre. Non ti basta?"
"per lui sei come un
fratello di primo sangue, ma non con me! Cosa mi
dice che tu non abbia secondi fini e non ci ucciderai tutti nel letto?
Non mi fido di quel rimasuglio di rosticceria avariata, e stranamente
tu sei qui per tua decisione, affermi. Ma quello stronzo è
lì
dovè pee la sua testa. L'intellingeza lo ha portato
lì
così come lo schifo che ha dentro. Non si diventa capi di
traffici del genere se non si fa l oschifo dello schifo. E sei venuto
da noi così, per tua decisione lasciandolo bellamente a
quella
gente, che sapeva solo mettere i fucili come fossero i loro attributi?
Che pessimo modo di usare quei cosi, tr al'altro... ma il punto
è che fin dal'linizio ho sempre creduto che ci fosse
qualcosa
sotto. Quel tipo è come la triade cinese. Devi perdere e
lasciare qualcosa come dimostrazione dopo anni e anni di
schiavitù, per potertene andar via. E se te lo concedono.
Cè gente che perde parti de corpo o elimina gente
particolare, e
tu vai via così?"
"NOn mi credi?"
"Anche noi non
permettiamo agli uomini di andarsene, all'inizio come
clausula per lavorare con noi ma abbiamo... degli incentivi,
perchè restino con piacere. Ma anche Milan non lascia andare
la
gente. Uno dei cartelli peggiori al mondo e per di
più il
capo, ti dice Ok, vai pure, ci sentiamo. Perdonami ma è da
quando sei apparso là che trovo strana questa cosa"
"... Vuoi una risposta?
Prima dimmi una cosa. Per quale motivo una
persona vuole morire al punto da desidarlo per anni, ed è
felice
che qualcuno come Milan l'abbia aiutata, decidendo però
di...
far nascere te, come dite. Per i veterani tu sei un'altra persona, sei
nata qui eppure come Lei non ti considerano come loro. Una miltiare tra
militari. Non capisco..."
"Tu stesso non vivi
giorno dopo giorno perchè senza scopo?"
"In verità...
in verità ho iniziato a cambiare
idea. Non
voglio essere l'unico in questo posto a lottare per restare in piedi,
senza davvero un motivo. Col Capo... a lui devo la mia salvezza, ma mi
sono reso conto che da quando siamo venuti la prima volta, e la seconda
da solo, cè qui qualcosa mi ha fatto capire quanto vuoto
fossi
e... Sono stato contento quando Milan la prima visita mi
trattò
in quel modo, era come se ci conoscessimo e... parlavamo senza
problemi.
Non mi era mai capitato e quando mi ha mostrato la sua collezione di
armi, era come dueamici in un museo. Il suo modo di fare con me, non
come uomo che lavora per lui o guardia del corpo di un tizio che
potrebbe essere suo nemico, non credevo fosse possibile. E ho visto
come quello che cè tra me e il capo è
più freddo
di quello che credessi. Lui non mi ha mai trattato come Milan ha fatto
due sole volte che ci conoscevamo. Da quando sono venuto con lui, ho
lavorato per lui ma solo dopo aver..."
"..." vedendolo
fermarsi, come perso in qualche pensiero
"... Il modo in cui
vivete, vi regolate, quello che ho visto in mezzo a
gente che sono più che compagni d'arme. Provavo qualcosa del
genere all'inizio, con i ragazzi con cui mi misero per quel primo
gruppo. Ma fu tanto tempo fa e mi sembrò all'inizio come
essere
uno spettatore di qualcosa di simile. E poi mi accettarono quando da
solo ho preso quel vice presidente e l'ho portato via eliminando quel
gruppo che voleva rapirlo per un riscatto. Tutti mi hanno fatto capire
che non credevano fossi in grado di farcela, solo, e che Milan mi
mettesse alla prova"
"ma Milan non ti ha mai
messo alla prova. Ha sempre contato su quelle
voci e cosa gli hai trasmesso da quando sei qui. Il fatto che tu abbia
concluso l'incarico in maniera brillante, con un pò di
casino
mediatico, ma salvando quell'uomo abbattendo come birilli quegli
idioti, ti ha fatto passare per quell'Egeo capace, di cui si parlava.
Ti
hanno preso per un tizio bonario, casinista, alla mano, come un ragazzo
non ancora cresciuto e ti hanno integrato. A vederti normalmente non si
direbbe che tu sia la stessa persona addestrato da quell'uomo, famoso
per il sangue freddo e la capacità spietata di far male e
fare
piazza pulita con ogni mezzo, per essere colui che ne esce. Vivo"
"Ho sempre creduto che
esistere significasse, come per la mia vita,
eliminare per vivere io. Eseguire gli ordini per continuare a stare in
piedi. Dimostrare che sono più capace e forte degli altri
per
meritare di vivere. Questo mi era stato inculcato, che il mondo
è una giungla feroce e spietata, come chi vi vive, e che per
sopravviere bisognava essere forti, furbi, spietati e bruciare ogni
cosa in noi per emergerne vincitori, e vivi. Poi con il Capo ho deciso
che avrei fatto quanto potevo per chi mi salvò.
Ma... con
Milan ho visto invece che esiste un altro mondo, oltre la giugla. Il
male di quel mondo in cui mi avevano gettato esisteva, esiste, ancora.
Ma cè possibilità di un tipo di vita diverso. Mi
avevano
detto che la mia vita valeva il tempo di un soffio, che poteva durare
pochi attimi o anni, ma dipendeva da me. Cèrano volte in cui
sarei stato felice di essere ucciso, perchè quella vita non
mi
piaceva ma... cèra sempre qualcosa ce mi faceva agire per
sopravvivere, per tornare al campo e capire di star ancora respirando.
Non capivo se era solo la selvaggia forza di sopravvivere di tutti o io
che volevo vivere e lottavo contro quella giungla. Ma ora... ora ho
visto persone che bruciano per un ideale, per una volta giusto, per dei
sogni, dei progetti, desideri... QUalcosa che io non avevo e non
pensavo. Vedevo la gente morire perchè volevano togleire di
mezzo il capo, per tradimenti, perchè facevano il doppio
gioco e
molto altro. Eda quando sono con lui ho sempre creduto che il desiderio
della gente fosse guadagnare, essere ricco, vivere nel meglio possibile
e vendere beni, desideri, piaceri senza che vi fossero problemi. Invece
cè qui molta gente che vorrebbe fare questo, quello,
guadagnare
si soldi ma per avere il permesso di Milan di attivare un progetto,
un'occupazione che voelvano sempre fare o essere mandati
làfuori
per un posto che volevano da sempre. Ho sentito Nasa, Cia, Fbi,
comitati scientifici, astronomi e altri che non so bene. Sono partiti
da militari per motivi anche fuori dalla loro portata o dalla Raccolta,
e
hanno scoperto di avere ancora quella possibità tanto
agognata.
Quella forza bruciante che li spronava a stringere i denti e aspettare.
Ho sentito le storie di molti e ho visto i loro occhi adesso. Ricorndo
ancora quelli dei miei compagni del primo gruppo e quelli degli uomini
con il Capo. Quello che cè qui, in occhi di questa gente,
non
è nulla di ciò che ho osservato prima. E mi son
detto,
anche vedendo Milan che vive come gli piace indifferente al resto del
mondo, che forse anche io potrei avere qualcosa che mi invade come una
forza per qualcosa a lungo termine. Ancora però non ho ben
chiaro cosa, credo..."
"..."
"Quello che non capisco
è cosa ha portato una persona che ha
aiutato Milan a migliorare questo posto a... morire, desiderarlo
così tanto da ringraziarlo. Jd dice che l'ha ringraziato
prima
di andarsene, dicendogli che per una volta qualcuno le voleva bene
così tanto da darle qualcosa che la rendesse felice. Mlan mi
ha
detto, anche se non era felice di parlare di lei, che neppure un
cavallo che le piaceva come razza, la collezione di orologi, di gemme e
minerali, le escursioni sott'acqua e tanto altro, le hanno permesso di
sentire come me e altri il desiderio di continuare nonostante tutto.
Anzi a volte ad avere quelle cose le veniva male al petto, come un
qualcosa di dolceamaro che la buttava giù e non capisco..."
"La sua
infelicità era una sorta di accumulo di tante
cose..."
iniziò lei accovacciandosi con le braccia sulle ginocchia a
osservare dei cervidi che erano giunti ad abbeverarsi, e cercando
qualcosa
nelle ceste agganciate agli alberi che d'inverno o appena iniziava il
freddo erano pieni di cibo per loro "...nonostante mostrasse e urlasse
chiaramente il suo mal di vivere uno stile di vita non adatto a lei,
che la ingabbiava tra stereotipi e menefreghismo, chi le stava intorno
fino a quando no nincontrò Milan, non fece nulla per lei.
Doveva
andare via da quell'ambiente prima, ma ogni cosa accadeva
affinchè non vi riuscisse e accumulò,
riempì come
una pozza tutto dentro di se, così tanto, e per troppo tempo
da
finire per frammentar ela sua personalità. Tutto
ciò che
cèra di positivo, felice, gentile, allegro sparì.
Tanto
che vedendo che no nsorrideva più, non rideva
più, non
era più serena, le veniva detto, obbligato con rimproveri e
punizione di sorridere e apparire felice davanti alla famiglia. Mentire
e mettere una maschera. Finchè non ce la fece
più.
Essendo diversa come modi di pensare e gusti, la gente la allontanava.
Lei aveva già una mentalità di ruoli, posizioni e
comportamenti che alla nuova società non piaceva. Nel senso
che
intorno a lei vedeva persone trattare come non avessero considerazioe
professori, persone in divisa, presidi e amminitratori sia a scuola che
in luoghi dove ha lavorato o studiato. E molte volte senza vero motivo.
lei stessa aveva studiato, aveva titoli di studio due volte superiori a
quelle e veniva trattata come
spazzatura. Non
veedva rispetto, educazione, considerazione dell'altro, empatia,
condivisione e aiuto. Tutto per se e per la famiglia, gli altri sono
feccia. Una votla ad alcuni colleghi si lamentò che verso
superiori, professori o altre persone non vi era rispetto e
trattamento come doveva esserci per il ruolo dell'altra persona. I
pratica..."
"NOn era rispettata e
trattata come meritava, quindi"
"Non era solo questo.
Per quella società là fuori
devi
essere come si aspettano da te. E se hai soldi fai parte della
società, altrimenti sei un reietto e un rifiuto pure umano.
NOn
importa cosa ti ha fatto cadere o quanto soffri o stai male, se non sei
come la gente si aspetta, sei niente. E tutti i ruoli, le posizioni
sociali e il rispetto di conseguenza che avevno le perosne una
volta,
dopo aver sudato sette camicie e avevano raggiunto qualcosa , ora sono
sempliceemnte trattati alla stregua di una sorella o un fratello senza
dare del Lei, aggredendo o rimproverando la persona senza badare a cosa
è e le sue competenze. Questo ovviamente inteso per figure
professionali e lavorative che negli ultimi decenni da una buona
posizione sociale è diventata quasi a livello dei
netturbini.
Tranne avvocati e imprenditori arrivisti che hanno soldi e potere,
tutti gli altri non valgono più nulla. Uno specialista, un
ingegnere, un docente di qualsiasi livello, dottore, e via dicendo si
vedono pure sputare in faccia, mostrando come anni di
sacrifici, studi,
impegno e forza interiore non servano a niente perchè sei
solo
ormai solo forza lavoro sfruttata dall'alto e trattata da schifo da
tutta l'altra gente. E parlo di gente per bene che viene trattata
così. E ormai non è più
ammirata,
persone di cultura e che sono la chiave del funzionamento della
società snobbati per gente che si denuda, ha
soldi, attori e
cantanti per cu ifanno di tutto. letteralmente. E così si
vedeva
passare avanti da gente arrivista, che non era al suo livello, che
divideva il lavoro con gli altri e si prendevano ognuno l ostesso
merito e
punteggio del suo, avendo lavorato da sola mentre gli altri la
metà o meno. A volte anche prendevano di
più. Aggiungi che non piaceva alla gente perchè
non
amava e no nvoleva mentire e apparire cosa non era, che volevano
cambiarla fin da piccola, che pretendevano anche con la scusa della
colpa, con i sensi di colpa per cosa gli altri dicevano di fare per lei
e... la sua famiglia viveva solo pe la famiglia. Non ricevevano e ne
incontravano nessun altro. Stavano sempre a casa, soli. Odiò
i
suoi compleanni e poi non li considerò più
prorpio a
causa dei casini che nascevano per le festicciole. Tra parenti
cèra sempre tempesta e sia prima, durante che dopo sempre
urla e
risentimenti per cose dette, fatte o regali sempre verso di loro,
orribili e di pessimo valore. Non amò mai un compleanno e
quello
dei diciotto anni fu un incubo, per cui decise che no nvi era nessuna
cosa da festeggiare..."
"..."
"non cè nulla
da festeggiare, diceva. E' solo spreco di tempo e si
energie per mascherarsi e sorridere, falsamente. Dandole i regali le
dicevano che farglielo, facendoglielo passare
come un
peso, per dirle poi in altre occasioni che per lei avrebbero dato
tutto.
Ma volevano cambiarla, dirigerla, farla andare come voelvano loro, che
si aspettavano, e che restasse sempre tra le loro gonne e sotto l'ala,
come si dice. ogni riunione di famiglia era una coltellata nell'anima,
ogni volta che compravano una torta di compleanno volevano che
sorridesse e facesse foto, e la trattavano malissimo se non
riusciva ma
avrebbe voluto solo piangere. Noonstante la malattia doveva lavarsi
come dicevano loro, facendole perdere non solo più tempo ma
facendola soffrire di più per la malattia per tutti i
movimenti
eccessivi che doveva fare, solo perchè con la
doccia si
faceva
troppa acqua a terra, perchè due soldi per una tenda che
stesse
ferma nulla. E così inventò la tecnica delle tre
spugne,
ma solo lavarsi fu un tempo assurdamente lungo, doloroso e inutile ma
non si poteva cambiare. Ogni cosa era al risparmio
così
tanto che le pentole erano inusabili, senza manici perchè
rotti
o ogni rubinetto da pochi soldi perdeva dopo solo qualche mese e lei
urlava che sprecavano acqua, a causa di quella che
fuoriusciva da ogni
parte, e quindi perduta. Ed era il minimo. Tutto non
funzionava, nessuna logica e organizzazione nel frigo, dispensa, tenere
le cose in ordine e se si azzardava a proporre qualcosa per migliorare
le disposizioni e le facilità d'uso, veniva trattata
malissimo.
Meglio usare secchio e mocio a spaccarsi la schiena che una
lavapavimenti a vapore più igienico dei prodotti chimici.
Avevano modi di fare discutibili e la obbligavano a fare come dicevano,
anche se come per la doccia, era solo una peggiorazione delle sue
condizioni... poi era sempre sola, distrutta, abbandonata alla sua
disperazione, ma tutti pronti a urlare e rimproverarla se nno
si
sposava, se non figliava, se non era nei modi che volevano. Sempre
ingrata, sempre vergogonosa, sempre immeritevole le dicevano. Finch
tutto in lei non si spense..."
"..."
"Voleva una nuova
rinascita ma sarebbe stata giusta tempo prima, molto
prima che si frammentasse. Nenache cosa le aveva garantito Milan per
l'Accordo la rendeva felice, ma la portava in uno stato
inqueto. Se si
fossero incontrati prima, lei non avrebbe continuato a stare
così male da volersene andare e io non ci sarei. Una
sua
amica, amica nel senso che fu una dei pochissimi dell'ultimo periodo
della sua vita le disse di . Ma sbagliò a dire
ciò
perchè lei non invidiava, provava solo odio per chi l'aveva
trattata come niente, bullizzata e sbeffeggiata, mentre li
vedeva per
strada. lei doveva andare dai dottori e loro seduti ai bar a ridere e
schrzare e mangiare con altri. O a comitive. O veniva a sapere di loro
che erano stati visti in quella cornetteria, pizzeria, ristorante. O li
vedeva dalle foto sui social e voleva solo bruciare quella feccia
nell'inferno che avevano creato per e in lei. Aveva sofferto tanto che
non voleva andare a scuola solo per quella gente o certi insegnanti, le
veniva paura di sbagliare, creata dalla sua famiglia a furia
di dirle
che era solo incapace e inutile, e gli altri erano migliori.
E se la
fissavano, rallentava e giù di giudizi. Lei che
era corretta
e
seria, veniva calpestata da quelle che definiva puttane, non
le
prostitute ma esseri con tette e vagina che si divertivano a sparare
fuoco amico su altre senza vergogna o considerazione. Scavalcata,
vedeva gente nullafacente e sfruttatrice dove prima cèra lei
e
l'odio aumentò. Quella amica, Zay, la frammentò
di
più con quella frase. lei non invidiava, urlava di rabbia
sul
fatto che avesse vissuto praticamente ninete.Questo cè
scritto nei resoconti e dalle parole di Legeia"
"..."
"Guarda chi ha meno,
sentiti fortunato" disse Kianta di colpo con
tristezza
"Capisco" disse gask
gentilmente
"SOlo obblighi,
sacrifici, male amaro inghiottito e mai digerito,
mentre
quella gente passava il tempo tra altre persone, accettate e ben
volute. Vi fu una stronza, Anna, che era alle medie una vergogonosa
maleducata e orribile, eppure
insegnanti e molti compagni la trattavano bene e consideravano, mentre
Lei veniva sempre vista come scema, stupida e da emarginare. Non
capì mai perchè la gente vergognosa e schifosa
vivesse
e lei dovesse rompersi dentro giorno dopo giorno. Non vi era
luogo dove cosa era, e chi era, e gente che poi
non meritavano neanche un briciolo che ciòche avevano
stavano tra
gli
altri. Mai quel giusto rimorso che nasce sbagliand avevano, diceva. Non
si erano mai pentiti ne altro. Ma anzi sparlavano opi di lei come fosse
chissà che persona. Quando invece quella più
normale si
sentiva lei. Tutta quella ipocrisia, mancanza di fiducia verso chi
consideravano diverso, le maschere, le recriminazioni, bullismo,
ineguaglianze... Ha passato la sua vita praticamente sola, nella sua
stanza a leggere, imparare, giocare e fare tutto, odiando le
persone per
la scuola e il lavoro. Lei, che trovav aingiusto cosa dicevano i suoi,
ossia che tutti sono stronzi e scemi e solo loro i giusti. Che
gl altri andavano tenuti lontano ma valeva solo la famiglia.
Lei
non
credeva che fosse così ma, crescendo,
imparò su di
se
quanto la società fosse solo marcia. E così
odiò.
Così si recluse. Divenne come quasi una Hikikomori, e a
volte si
paragonava a Giacomo Leopardi e al suo passero solitario. Che fosse
dalla finestra o quando usciva, lei vedeva la gente vivere, mangiare,
fare cose e stare tra gli altri mentre lei osservava. Tutto sulle sue
spalle però sacrifici e ogni cosa della vita ma senza nulla
di
bello. la
famiglia la voleva stretta a se, mai lontano diceva. E così
lei
si ruppe e morì dentro piano piano,
finchè non
divenne la
persona cinica, fredda, vogliosa solo di vedere il dolore nella gente
schifosa e che meritasse il peggio del mondo. Milan arrivò
troppo tardi. In lei vi era solo tutta la tristezza del mondo..."
"..."
..."Le
veniva da piangere nel vedere in tv la notizia di quell'anziano
pensionato che aveva così poco come pensione, che
dovette
sedersi
per strada con i suoi libri e venderli, per avere i soldi per mangiare.
Quell'uomo spendeva solo sei euro al giorno alla mensa, con quella
cifra lui mangiava per tutto il giorno, non poteva comprare altro
perchè era il calcolo al mese ed era dimagrito sedici chili.
E
peggiorava perchè non aveva soldi, se non per le
tasse o
finiva
pure per strada. O quell'uomo di un altro paese, così povero
che
doveva caricarsi cento chili di sacchi indosso, e consegnarli
ai negozi
per una manciata di soldi che bastavano per delle cipolle per sfamare
la famiglia. CIPOLLE! E quando Lia se ne lamentò con la sua
famiglia, perchè secondo loro erano i poverelli di tutto il
mondo, gli urlò che potevano almeno avere una casa e i soldi
per
mangiare, gli parlò del video e loro semplicemente le
dissero
che erano felici che lui potesse sfamare la sua familglia. Quella
risposta le fece così male che urlò un E come aveva
già capito, molte cose comunque non sarebbero cambiate nella
società, se ancora così nella sua fmaiglia che
altrove i
poveri erano tutti ladri e furfanti , e tutte le donne costrette a
prostituirsi solo poco di buono, pronunciando la parola
prostituta come
qualcosa di orrendo come lo sterco. E tutto ciò di orribile
che
dicevano nel loro amato modo di sparlare degli altri, di chi
lasciava
famiglia e tutto, li madnava a fanculo e se ne andava per trovare la
propria strada. Comunque sarebbe andata, pensava lei, avevano provato e
li rispettava. Ma per la sua famiglia erano una vergogna ed erano
feccia come i delinquenti e prostitute. Mentre invece lei pensava con
tristezza ai poveri che per campare in un modno di apparenza e soldi
, che sono più di una laurea e capcità per la
gente, finivano
per fare
certe cose e le donne, tutte, erano costrette in vari modi a
svendersi anche tramite cam, pur di guadagnare. Ovviamente quelle che
ne avevano bisogno, non le altre. lei vedeva cosa cèra
dietro e
le dispiaceva per tutti. E sentire quell'amica dire certe
cose, dopo
cosa le era stato fatto e lei era nello schifo mentre gli altri
vivevano
quel poco, quel solo poco che voleva... la portò ad
odiare anche loro. E
restò sola
del tutto. Sola in quella casa. Sola e basta creandosi un mondo suo,
nato dla dolore dove scappare. Mentre sapeva che quello reale non
sarebbe cambiato..."
"..."
"Vorrei regalarti un
mondo diverso, che ha fatto la pace con la sua
crudeltà. So la sua massima sul mondo che deve
rinascere dalle sue ceneri. E fu così
che non
vi fu mai nulla di così felice da tenerla forte abbastanza
per
voler continuare... E Rò, conosciuto prima di Zay e mandato
al
diavolo poco prima di restare sola del tutto, peggiorò le
cose,
tantissimo. E in lei cambiò anche quella parte..."
pronunciò amaramente Kianta guardandosi i piedi.
"Chi è
Rò?"
"la ragione per cui si
allontanò del tutto dalla gente e Zay
e
Ric, le uniche due persone con cui parlò prima
dell'isolamento, prima di
barricarsi in un isolamneto voluto, questa volta. Voleva spegnersi da
sola, soffrendo meno che in mezzo alle perosne che sapevano solo
recriminare, accusare, colpevolizzare e buttarle addosso tutto
ciòche potevano, rompendola. Rò fu la persona che
la
portò a
traumatizzarsi tanto da schifarsi del contatto con la gente e portarla
aquel'isolamento volontario, senza mai capire cosa fece. Non lo
comprese mai, come gli altri non la scoltò mai nonstnate
dicesse e spiegasse, per lui era lei che non dimostrava il suo affetto.
E non comprese mai... Anzi,
l'accussò di non trattarlo come voleva, di non volergli bene
perchè no nsi prodigava a fare cosa voleva, e
così
lei
odiò ancora di più e restarono solo due persone.
Ma anche Zay e Ric la fecero sentire peggio,
affermano senza volerlo, ma era così distrutta e stufa di
dover
sempre fare tutto per gli altri , per non farli indispettire e
offendere,
che rimase sola. E poi venne quel giorno con Milan"
"... ma per quanto
riguarda Lei, Rò è morto!" finì
Legeia, alzando
un velo
da dietro e tirandoselo sul viso, seppur portasse una maschera e si
voltò, dando le spalle al laghetto.
"Quel gesto non
è uno di quelli per i morti?"
"Si, per Lei le persone
così orribili meritavano solo
l'etichetta di morte e dimenticate, e così come i
morti, non
si
dovevano vedere. E Così si voltava, non si velava
la testa,
come facciamo qui, è da questo che è nato quel
rito, in
una discussione o di fronte quella persona, per intendere che essa non
andava guardata perchè come i morti, non esisteva
più. E
quindi non merita nulla, se non di sparire in tutti i sensi.
Dovresti
ormai sapere che qui è come un esilio o una dimostrazione di
grave offesa e onta pubblica che..."
"Si ho capito ma... cosa
ha fatto questo Rò per peggiorare
la situazione?"
"Ha preteso. Ha cercato
di obbligare, per davvero anche fisicamente e quei due episodi hanno
portato alla fine della sua fiducia anche verso gli uomini. L'ha
portata alla disperazione
in sole due ore quell'ultima volta, e non ha
capito, non ha visto e
lei
è caduta col didietro ancora di più nella melma.
Si
è rotta di più e per lei qualsiasi vicinanza di
un uomo,
era solo una cosa. Fu così che si isolò, ma i
lgiorno che
conobbe Jd e Milan pensò di avere fortuna. Che finalmente
potesse andarsene. Seppur con quella paura dopo Rò, strinse
i
denti e si comportò come se loro fossero come e lei, come se
non vedessero una donna... ma per come era fatta iniziò poi
a sputare negli occhi di
chi
faceva della propria esistenza un... niente. Pretese una cosa
dall'Accordo con Milan, visto ci teneva tanto e... se ne
andò
con la soddisfazone che nonostante tutto quanto, nonostante le parole
di Rò, lei no nfosse stata di nessuno,
perchè no
nera un
oggetto da possedere, o avere solo per quello.
Scaricò tutta
la
sua rabbia sui pedofili, stupratori, liceali e universitari o
collegiali che erano accusati di determinate cose e versò in
loro, tutto ciò che provava per chi le aveva
fattodel male.
perchè il suo dolore lo provassero anche altri, che
però meritavano per cosa avevano fatto. E per
Rò,
la sua rabbia e rifiuto di quello, divenne l'incubo di
gentaglia che
meritava..."
"E io che credevo alle
discussioni degli uomini, che stava con Jd"
domandò di colpo Gask
voltandosi a guardarla sorpreso
"COSA? Ma che dici!
ANcora!" rispose di rimando lei furiosa, con una faccia
come se volesse dire mai, mai ma.
"Nein, Nein, Nein"
apostrofò Legeia rivoltandosi e scuotendo
la testa con i ricci boccolosi.
"ma... io avevo avuto
l'impressione che... ma sono andati sul treno
isnieme..."
"Ma te l'ho spiegato!
Che cavolo dici, lei non ha mai provato nulla in quel senso per
nessuno e se non era una cosa che veniva da lei, non ha mai voluto
nulla. Peggio dopo Rò, proprio per questo,
rifiutò
qualsiasi cosa. Anche se si fidava di qualcuno qui, non volle mai anche
solo provare tnato per, trovava orribile il contatto fisico e peggio la
paura che... neanche con Jd, ne con Milan..."
"Visto come molti hanno
trovato i compagni con la nuova sezione femminile, affermano
che... OK, capisco. Ma è così anche per te?"
Kianta
sussultò, stringendosi con le braccia di
più,
incurvandosi ancora e ancora con un volto quasi rabbioso "NOn capisco
perchè ti interessa tanto! Anche se
fosse, non dire ne pensare mai, MAI, cose del genere su me e qualcuno
come per Lei. Lei aveva i suoi motivi, io i miei. Con Jd... ma per
carità!"
"Ma le cose che
dicono..." ma di fermò vedendola portare gli
occhi, sol oquelli su di lui "Ok, quindi anche questo è
falso,
capito! Io ho sentito solo voci, non puoi pensare negativamente di
me..."
"Allora, spiegami
perchè cerchi sempre di parlarmi e di
avvicinarti" urlò lei rabbiosa fissandolo come se volesse
alzarsi e menarlo.
"Bhe, adesso volevo solo
darti questo" porgendole una cosa, che lesse e
si accigliò "Milan ha detto che voleva dare le parole a una
canzone che stavano scrivendo i ragazzi per le cerimonie, ma non gli
piacevano le parole.
Dovrebbe essere una delle canzoni del Saluto. Quindi di Addio. Mi sono
ricordato di varie canzone che sentivo dagli uomini e il loro
significato e... ho pensato che andassero bene. Sono un'accozzaglia di
frasi che ricordo, ma magari quelli che stanno componendo possono
riusarle per un nostro Addio." alzando le spalle con noncuranza. Kianta
prese a leggere.
Quando la fine del
tempoi inizia a chiudersi, asciuga le tue lacrime
fredde.
Sentirai i cori degli
angeli, la luce splenderà al tuo
fianco, il
tuo cuore sarà una danza nel vento, come una melodia
immortale,
estendendosi in perpetuo.
E nel silenzio del
paradiso un giardino troverai, dove
finalmente
riposerai attraversando un mare di profumi di fiori e ascolterai questi
salmi.
La luna riparata
dall'oscurità, sussurra ninne nanne
paralizzando chi arriva a sentirle e cade in un sonno eterno
Arrivederci amore mio,
Non tornerai, ora sei al di là del
Terreno. La luce del mio cuore riempirà il
vuoto che
ti causa arrivandoti prima che voli.
Nel silenzio del
paradiso, vi è ora casa tua, dove si trova
la luna.
E alla fine sulla Via
Lattea una nuova vita ti aspetta.
E la tua rinascita
Il tuo cuore si sta
fermando portando via i ricordi, le dita tremano e
riesci a sentire questo cielo incolore.
In lontananza puoi udire
dolci
voci e spero arrivino ai tuoi occhi chiusi i miei gesti d'amore.
La pioggia batte sul tuo
corpo ma un calore ti aspetta.
Verso
l’infinitamente distante luna, con l’eco di
questa melodia per l’eternità.
Toccato dalla punta
delle dita, sentirai l'ultimo mio gesto d'affetto.
Sono piccole gocce di
luce in un mare nero.
Alla fine di un sogno,
desidero solo rivedervi.
Per favore, lascia che
duri in eterno da una lontana ma avvicinabile
spirale di luce
Quello che cerco
è semplicemente una risposta felice
Alla fine di un sogno,
desidero solo quello
"Eh... ho dovuto
faticare a capire cosa cè scritto, cosa..."
"E' difficile capirla?"
"ma tu l'hai riletta?"
gli chiese, indicando come la scrittura era irregolare e mal fatta
"... lo so... non so
farlo diciamo. SAi quando mi hanno preso e..."
"Non riesco a... finora
cosa hai fatto alle Lezioni? A cosa hai
partecipato?"
"Ho ripreso cosa non
facevo da anni. Sono migliorato e ho scritto
quella. Se dici che scrivo male mi offendo" facendo un broncio comico
"... tra gli errori e
alcune parti che ho dovuto decifrare ricordi molte
frasi, posso portarla ai ragazzi e vedere..."
"Allora va bene? Sono
stato bravo?" con un sorriso da orecchio a
orecchio compiaicuto che la lasciò un pò turbata.
"Calmati con questa
euforia, bisogna vedere se riescono a farle
accomodare con i brani, non è un lavoro facile ma
chiederò... basta che ti calmi con quei sorrisi!"
"Sono contento, ho fatto
qualcosa di utile! Non hai detto che
è
una delle cose importanti nella vita di una persona?" alzandosi "adesso
però voglio che parli con me e mi dici perchè non
possiamo essere amici"
Kianta lo
fissò, lei ancora accovacciata e lui alzato.
Rimase
come a boccheggiare sorpresa, poi si alzò anche
lei e
domandò perchè. Nessuno lo chiedeva mai e tutti
non
volevano avvicinarsi a lei. Per quale motivo, quale
motivazione, lo
spingeva a tanto?
"Perchè qui
siete tutti diversi e ho deciso di cambiare
anche
io. Anzi, Milan dice che io non sono mai cambiato, sono rimasto sempre
all'ombra e basta. Ma mi sento come carico più di prima,
piùdi sempre, e poi ho visto che stai sempre sola,
in
disparte,
non interagisci con gli altri se non per amministrare le cose al posto
di MIlan, e voglio essere tuo amico. E poi ammiro Milan e poi
anche te.
Agisci diversamente dagli altri. Io mi facevo spostare dagli altri
mentre adesso ho scoperto di poter e saper decidere. Sei tu che
determini te stessa, ho guardato come affronti le cose , alcunecome me,
senza
accettare la sconfitta e non hai un solo desiderio ma molti. Vivi con
forza per tante cose. E io voglio essere così. Come te e
Milan.
Poi ho visto i ragazzi che vogliono fare tante cose, sudando e stando
qui ho capito che il lavoro fatto di persona fa comprendere quanto
valore abbia, qualunque esso sia, e cosa significa .Per questo voglio diventare tuo amico"
"Il tuo discorso
è un pò... aspetta! Hai detto
che sono sola?"
"E' quello che sei. A
parte i veterani e i pochi che ti aiutano nelle
cose di loro volontà, non ci sei mai nelle feste,
la sera, in
tante cose. E quando ti vedo sei appollaiata da qualche parte a
osservare e controllare. Il tuo atteggiamento è solo come
Cane
da guardia di Milan, e ho visto e ho sentito dagli altri che
hanno paura
di averti nei gruppi perchè temono di essere giudicati,
visto le tue rezioni a certe
cose..."
"Come s enon sapessi
cosa fanno e dicono" rise lei con offesa
"Dimostragli che non sei
così paurosa. Perchè
Milan deve
essere visto come il Leader ma anche uno di loro, che sta in mezzo a
loro quando gli va, ed è ben accetto e tu no?
perchè..."
"Ma possono esser fatti
miei?"
"Se è
così, perchè sei triste quando
sei sola?"
osservando il suo stupore "lo vedo, vedo che faccia fai quando sei da
qualche parte a osservare, lontana. Jd, Alaric, tutti gli altri stanno
in mezzo al resto dei membri come amici nei momenti liberi o la sera,
ricordandosi però
come
è giusto il grado, ma... vivono. Perchè tu fai
come
faceva lei, come se odiasse la vicinanza della gente? Eppure con quei
quattro che sono venuti tempo fa, eri così amica che i
ragazzi
si sono stupiti, ma per paura di cosa puoi dire e fare non ti
dicono
niente..."
"Basta, se hai finito
vai a fare... cosa devi fare" voltandogli le
spalle e infilando il foglio in tasca.
"Perchè sei
così arrabbiata? perchè ti
ho detto una cosa vera? Io..."
"Tu non sai nulla di me,
eppure analisi psicologiche solo da
come ti sembro da lontano. Come tu hai avuto la tua vita e i tuoi
problemi, io ho i miei"
"Io mi sono integrato,
mi sento... felice, si sono felice di essere con
loro e cosa ho scoperto di essere per qualcuno , che prima vedevo come
nemici. E ho scoperto che nemici generico come pensavo prima... ora ho
capito cosa è una persona dafermare, rispetto a prima..."
"bene, sono contenta per
te, ti sei integrato. Ottimo, parte dei tuoi
problemi sono sistemati ma rest ail fatto che la tua storia mi puzza
sempre e..."
"Cosa devo fare per
convincerti che non sono venuto qui per
chissà cosa..."
"perchè non
mi guardi mai, mai quando dici queste cose, di
questo argomento. Guardami negli occhi e dimmi, giurami, fammi
capire che sei andato via, non si sa come, da uno come quel tizio e sei
qui per cambiare vita e BASTA!"
"E io cosa ottengo se ti
convinco?"
"Fammi capire, tu hai
bisogno di un incentivo per... vuoi fare di tutto
per convincermi, senza una prova che noncè nulla
sotto, e vuoi
pure qualcosa in cambio?"
"Si, sono sincero. Se io
ti dimostro che sono qui perchè lo
voglio io, che posso dire di essere felice qui con voi, di aver
scoperto che posso anche io avere scopi che mi fanno vivere... se ti
guaderò negli occhi e ti convincerai che io ho detto la
verità, che sono qui per quello che ho e posso dare, posso
vivere... diventiamo amici?" indicandosi con un pollice con una faccia
così seria e determinata che lei alzò un
sopracciglio,
rimanendo zitta per un pò.
"A parte che mi sta
vendendo il male di collo perchè sei troppo alto rispetto a
me...Se riuscirai, se ci sarà un momento in cui mi guarderai
negli
occhi e capirò che sei stato sincero e tutto ciò
che
dici, tutto, corrisponde a verità, ti darò la
mano e
partiremo da zero"
Le fece segno di assenso
con la testa, la salutò e si
avviò di nuovo allo Chateau, lasciandola sola a pensare. Lo
vide sparire litigando di nuovo con il verde troppo cresciuto e non
curato, ridendoci ma tornando seria.
Sussultò per dei rumor, i ma erano solo degli animali, tra
cui
alcuni cervidi di specie diverse che cercavano nelle ceste appese
qualcosa da mangiare.
"Ancora un pò
ragazzi, l'autunno sta mangiandosi tutto ma
avete
ancora cibo prima di restare con poco, e vi daremo qualcosa
per
l'inverno. Ma non fate la carità, siete orgogliosi cervi e
daini, per carità. Non infilate sempre il naso nelle ceste
in
periodi come questo. Questo comportamento lasciatelo a certi umani..."
Si allontanò
e si diresse verso le stalle, entrando e
chiedendo
se fosse tutto a posto. Aiutò a sostituire il cocco da
alcuni
box e a strigliare altri cavalli e notò Lubo che tornava col
suo
cavallo da una ronda, per le ippovie. Anche se un
capitano, gli piaceva
controllare di persona con i suoi le strade ogni giorno,
dividendosene
alcune con altri gruppi, perchè nessuno si intrufolasse e
facesse scattare gli allarmi. Non era la prima volta e sempre gente
curiosa o ragazzi che cercavano posti dove fare roba finivano nelle
fotocellule facevano allarmare tutti. Era un luogo ormai segreto, per
modo di dire quanto possibile, ma dopo alcuni che erano apparsi
pretendendo qualsiasi roba, perchè collaboratori o
ospiti in
precedenza per accordi, si era preferito non invitare più
nessuno senza valido motivo. E restare quasi nascosti. Così
erano turisti che giravano
per
conto loro, ragazzini e ragazzi in vena d'avventura, qualche ladruncolo
e varia gente che affrontava tutti i lati per vedere cosa
cèra
ai piedi della montagna, tra due ali di boschi. O erano
ladruncoli in generale che sentivano parlare della vecchia casa ormai
abitata e quindi sicuro uno ricco o gente dei paesini che sperava di
avere fortuna. E le ippovie, essendo le
autostrade che usavano loro, zone all'apparenza isolate e
chiare
indicazioni per qualche luogo abitato nelle vicinanze, finivano
adocchiate e seguite. Dopo due ore di lavoro, Lubo le disse che aveva
avvistato qualcuno a ovest e che era scappato appena si erano mostrati.
Nulla di serio, ma a volte ci riprovavano con i telefoni e
telecamere. E avendo regole feree per gli uomini su dispostivi di
registrazione, era tassativo non far riprendere neanche uno scorcio da
estranei, altrimenti finivano in rete.
"Sembri soddisfatto, non
dirmi che li hai inseguiti a cavallo"
"Io? Assolutmanete no.
Xerxes aveva voglia di correre, ma non...." si
interruppe per della confusione fuori, voltandosi verso le porte aperte
"monta su, andiamo a vedere cosa succede" la spronò lui,
dandole
la mano perchè salisse dietro, in uno slancio
veloce per
controllare.
In sella anche lei,
essendo uno Shire non aveva problemi con il peso,
seguirono le urla, che venivano dalla zona delle gradinate e per il
vento erano arrivate là., richiamando la loro attenzione. In
pochi minuti furono vicino un
gruppetto che urlava e scalpitava, parlando come impazziti.
Per farli
calmare Kianta dovette urlare e quando si voltarono e si accorsero di
lei, chiese cosa accadesse. NOn era insolito che facessero comunelle,
casino, se liberi in quella zona solo loro, ma non come in
quel momento.
"Capo, non cè"
"E' sparito"
"Frank dice che ha
passato i cancelli"
"Si è preso
un sacco di roba lasciando la porta aperta"
"Ha..." dissero insieme
e con foga.
"OOOHHH!! Basta!
Silenzio! Uno alla volta, che cosa succede?" chiese
Kianta, ancora in alto dietro Lubo sul cavallo, urlando per far finire
quella caciara, lei odiava le urla normalmente.
"Capo" le disse Kovacs
spostandosi tra la folla "Abbiamo ricevuto
notizia che il Capitano Gask si è allontanato senza dire
molto
alle guardie dei cancelli. Aveva con se una sacca e ha solo detto che
usciva. Uno dei ragazzi ha chiesto allora al citofono per l'interno se
cèra qualche affare fuori, per sapere cosa dire alla ronda
successiva e si è scoperto che nessuno sapeva nulla. Che no
nvi
erano incarichi e che hanno trovato la porta della sua stanza aperta e
molte cose non cèrano, come la sua sacca preferita. E quindi
non
sappiamo dove sia, perchè e quando torna..."
Kianta fissò
la direzione dei cancelli, iniziò a
cambiare
espressione mostrando paura e allarmismo e scese come una indiavolata
dal cavallo, urlando che le portassero Warden, ma quello come
sempre era
libero per i fatti propri, che scorazzava in lontananza e lo
chiamò. Anche senza redini corse verso di lui, visto che era
addestrato anche senza e con il cerchio e vi salì in groppa,
dicendogli di andare spedito, e sfrecciò verso i
cancelli. Ma ormai temeva che fosse troppo tardi, era uno di quelli che
sapeva sparire e non farsi vedere e sacome fare certe cose.
Un
anno prima
Kianta puliva, in piedi
sul letto nella zona vicino al muro, attenta a non
finire nel piccolo passaggio che vi era, gli scafalli e bacheche a
riquadri che ospitavano la collezione di minerali e gemme. Ogni
settimana si impegnava a controllarli e pulirli, anche per evitare che
i ragni, che sembravano proliferare da nulla, decidessero che
, finendo per ritrovarseli a camminare
sul
muro vicino al letto, o peggio sul letto proprio. Era già
accaduto e lo odiava. Ma i ragni erano normali in un luogo
come quello così immerso nella natura.
Lei non li uccideva e
sapeva che eliminavano insetti e cosi fastidiosi,
pappandoseli, ma in mezzo alle sue cose, delicate come orologi o
pietre, proprio no.
Ma non si poteva certo
intavolare una discussione con i ragni sui
limiti entro cui poggiare le zampe e peggio tessere.
All'idea assurda dei
cartoni per bambini, dove gli animali parlavano con
le persone e si capivano, rise. Capiva il concetto dell'intrattenimento
per i bambini e far passare l'insegnamento che anche gl animali sono
esseri viventi, soffrono e meritano considerazione.
Ma se fosse stato
così facile, non avrebbe dovuto
controllare
sempre se qualcuno di loro si infilasse da qualche parte. E strano ma
vero, non cèra prodotto che li scacciasse che funzionava.
Zero,
pensò. Tranne qualche repellente naturale che odiavano ma
durava poco, appunto
qualche giorno.
Prese ogni cristallo o
minerale con cura con una mano e
passò il
panno elettrostatico che facevano loro per bene, quindi non esterno,
rimettendo nel suo
angolino il pezzo. Per quelli più grossi sugli scaffali
chiusi
da una teca alzabile attaccata al muro, li prese con attenzione,
spostandoli unattimo sul letto, su una piccola tovaglia messa
apposta e
rimettendoli pulizia fatta.
Di solito puliva la
sera, ascoltando la musica e rilassandosi. Con lei
le pulizie funzionavano come modo per stancarsi prima, oltre la
lettura, e dormire subito per bene. Non volendo nessuno nelle sue
stanze, faceva tutto da sola e quasi nessuno vi era mai entrato.
Spostava la cesta della roba da lavare da sola, facendola scendere con
il piccolo montacarichi antico nella stanza della servità a
fianco le scale, scendeva in lavanderia e lavava lei stessa tutto con
le macchine, quelle della saletta per le camere del corpo principale,
diverse da quelle del resto degli uomini nei palazzi nuovi.
Quelle
lavatrici erano solo per i residenti del corpo centrale, Milan, lei e i
capitani e per Kianta era meglio così. Faceva lenzuola,
tendaggi, abiti e tutto ciò che era lavabile.
Poi caricava in una
bacinella lavata e pulita dopo ogni uso, e li faceva
mandare col montacarichi nella zona dell'attico dove stendevano solo la
roba dei residenti. Quelle di Milan e di eventuali ospiti erano
trattati da personale apposito, tranne che per lei.
Per pulire la camera
usava lavapavimenti e aspirapolvere, usando scarpe
apposite solo per il salottino, altre solo per la camera da letto e
riponendo
quelle di fuori nell'armadio a fianco la porta di entrata, sul ripiano
prima di un cassetto in basso, e sopra vi appendeva giacche e
altro.
Cambiava i tappeti ogni
settimana appena lavava tutta la stanza, e
si occupava di mobili e finestre la sera, prima di lavarsi e mettersi a
letto.
Faceva da sola e lo
preferiva, non le piaceva che altri entrassero in
un luogo così privato, se non erano suoi amici
stretti. Anche questa cosa rarissima.
Odiava entrare anche
solo nel salottino con le scarpe di fuori,
così come si cambiava subito gl iabiti e ne usava
altri solo per
stare
nelle sue stanze e basta, lasciando nell'armadio quelli utilizzati
di fuori. Era detta una mania anche di Lia, ma tale non era
perchè
era
una forma di pulizia e tranquillità. Per Lia e poi
inspiegabilmente per Kianta, tutto ciò che cèra
fuori non
doveva entrare nel salotto, e ben che meno in camera da letto
e aveva
saputo all'inizio che Lia, aveva preteso che facessero così
anche gli uomini.
Stivali e abiti sporchi
in una zona apposita vicino la porta, le tute che ricevevano
per stare nelle camerate o camere singole in base al grado per starci.
Scarpe da
camera e mai per fuori, e per la doccia scarpe personali per evitare i
soliti problemi che sapeva in bagni e docce di piscine e palestre della
societàlà fuori. Il
kit personale era ripiegabile e diventava piccolo con le maniglie e se
lo portavano in doccia e spogliatoi, e ormai erano abituati.
Questi accorgimenti
avevano permesso un maggior controllo di germi,
pulizia, comportamento e...
Kianta si
voltò stranita per dei rumori da qualche parte,
quando
le sembrò di non sentirli più, tornò a
calare la
parte superiore di quella teca semplice, chiudendo
di nuovo i
minerali sotto il coperchio, e ammirò il lavoro.
Per tutti i minerali
nuovi che comprava o scambiava o altro, sia per se
che per il mercato che aveva avviato con alcuni uomini, si metteva di
buona lena con bacinelle di acqua e vari prodotti naturali, spazzolino
da denti usato solo per quello, e puliva tutti i campioni che le erano
piaciuti così tanto da volerli, togliendo terriccio e
sporcizia,
facendo uscire i miracoli, quelli si che lo erano pensava, di Madre
Natura.
Era rilassante, qualcosa
che le piaceva fare e aveva scoperto
addirittura nascosti dalla terra dei quarzi neri! ovviamente li
pagò agli uomini, molti cristalli li scavavano loro in zone
apposite, e se li accaparrò, ma non fu l'unico esemplare che
nascondeva più tipi di minerali o cristalli insieme. E
seppur
non fosse che una piccola collezione, puliva ogni settimana ogni pezzo
perchè desse il meglio di se a qualunque tipo di luce.
Odiava le gemme
tagliate, tanto care alle persone che si definivano
normali. Lei preferiva le gemme così come erano, solo
levigate,
evitando di tagliare e rovinare un grosso pezzo come facevano con i
diamanti, che erauno una frazione del pezzo originale, solo
per fargli
le faccette del cavolo rovinando il resto. Una bella forma molata e i
gioielli erano magnifici uguali. E invece no! Lo stesso cugino del
diamante blu di Milan, il famoso Hope, erano stato tagliato
così tanto d aver
perso praticamente tutto i lsuo peso e la sua bellezza, solo per le
facette di..., diceva Legeia quando rispondeva piccata.
Si voltò di
scatto perchè sentì prima il segnale
e dopo
poco la finestra aprirsi, da oscchiusa, e vari rumori. Fece una sorta
di girotondo con le pezzuole in mano, pronta a incazzarsi con qualunque
cosa facesse rumore, per poi rimanere basita e confusa. Il segnale
cèra, ma non poteva crederci!
"E tu ci fai qui!"
esclamò a chi si affacciò, così colta
alla
sprovvista da
rimanere di sale, in piedi sul materasso di lattice, incerta se
prendere le armi che teneva smepre a portata di mano.
"Sono già
tornato, ho lasciato Milan in camera sua e sono
andato
dai ragazzi alle gradinate, li ho salutati dicendo che ero stanco
morto... e sono venuto!" esclamò Gask facendo un gesto
tecnico
incredibile per giungere dall'albero nel vialetto, sotto alla
struttura
della finestra espansa, che però in quel momento era nella
posizione ripiegata, con la sezione apribile accostata
perchè
quasi
estate.
"Ma... non sapevo
nenache che tornavate, che siete atterrati, nessuno
mi dice niente! E poi non ho messo..."
"Calma!
Pulirò tutto, adesso per favore fammi cambiare e
lavare
e ti racconterò tutto! Così come sono entrato con
gli
abiti da fuori senza la copertura che mi metti sempre che poi tolgo,
pulisco i l davanzale e la cornice. Promesso! Ma stavi pulendo adesso?"
le chiese, prima levandosi gli stivali poggiandoli in una sistemazione
apposita vicino la sedia che usava solo lui, che stava tra il muro
della finestra e l'altro armadio, bloccandosi nel togliersi gli abiti.
"Visto che sapevo
tornavate domani, ho prefeirto controllare che non vi
fossero ospiti inattesi in mezzo alla mia collezione, e devo ancora
controllare gli orologi. Meno male che metto sempre gl iasciugamani al
completo nel mobiletto sotto il lavabo. Il resto è dove lo
trovi
sempre, se ti serve qualcosa avvisami"
Gask si levò
tutti gli abiti superiori rimanendo in mutande
e
canotta, e calze, poggiando sulla sedia a lui riservata,
quasi incuneata
tra mobile e muro, che ormai tirava fuori di rado.
"Si, mi cambio e
torno..." disse lui avviandosi in bagno, si sent' il
rubinetto, silenzio e poi come correre, uscì veloce in
canotta,
mutante e calzette soltanto, e andò spedito
all'armadio di
fronte
il letto, vicino a lei, la quale si voltò sorpresa e lo
squadrò mentre apriva le ante e rovistava dentro.
"Che fai..." gli chiese,
sporgendosi col collo oltre l'anta aperta,
voltandosi alla sua sinistra.
"Prendo solo la roba per
cambiarmi e mi lavo, faccio in fretta"
"Non so se essere
contenta che tu abbia capito di levarti subito la
roba esterna, o perplessa da come sei
, o che rovisti nel mio armadio...
lavati
per bene,
non in fretta ma... mi spieghi da dove arrivano quei vestiti tuoi nel
mio armadio? nella zona dove di solito metto..."
"Sono di emergenza, come
adesso. Avevo detto che fingevo di andare in
camera, prendevo la roba e tornavo, e invece mi sono
distratto e mi sono
ritrovato ad arrampicarmi sull'albero senza niente. Per fortuna ho
imparato da te ad essere previdente..." rispose trnaquillo
finchè chiudendo l'anta non vide la sua espressione e
sembrò in un cane bastonato "Avrei dovuto dirtelo, lo so, ma
so
che lì in basso non ci metti quasi mai mano, ed
era un ottimo
angolo per la mia roba. E poi..."
"Sono alquanto turbata
dal fatto che hai pensato di mettere biancheria
tua qui, nella mia camera, come emergenza, senza che ne sapessi nulla e
ancora che per te sia normale... cè qualche trasloco anomalo
di
cui devo venire a conoscenza, o semplicemnte ti sei svegliato
e hai
trovato nella sacca qui quelli e li hai messi nel mio armadio?"
"Ehm..." vedendola
parecchio scontrosa "posso dire che per il tuo aiuto
a volte mi sono fermato qui e... per dormire meglio e non sporcare
ingiro come dicevi, mi sono portato della roba in più che ho
messo là e..."
"Quale parte del
includeva la tua
istallazione qui? Perchè diciamolo, ormai sembra che tu non
abbia una camera, ma sgattaioli sempre qui anche per dormire
e sai come la
penso..."
"Si, odi le persone
approfittatrici, che pensano che tutto,
perchè amici, sia condiviso senza chiedere. E non
esiste il
superare quella linea tra amici speciali e altro, lo so e lo comprendo.
E come vedi è solo roba per dormire di là se
faccio
tardi, e ti chiedo scusa per non aver chiesto, ma lo faccio
ora per il
futuro. Posso lasciare qui della mia roba in casi di emergenza, come
adesso, senza che occupi i tuoi spazi vitali? Non posso certo mettermi
la tua roba, a meno che non abbia qualcosa di molto, e dico
molto
elasticizzato che possa..."
"Basta! ho capito!" gli
rispose sospirando chiudendo gli occhi e
alzando una mano perchè si zittisse "Perchè sei
tu, anche
se avevo mutande da uomo in camera!..." un pò come
disgustata "comunque se la cosa si riduce
nell'aiuto che ti ho promesso e la disponibilità del
salottino
se fai tardi, puoi tenre roba per le emergenze qui. Quello spazio te lo
do, essendo l'armadio per la roba leggera. MA...! Se ci fosse qualcosa
di strano in quella testa, che ti frulla, che cè qualcosa
che mi
urta, ti poto l'anima... è chiaro?" cambiando tono
nell'ultima
parte, meno rigido, ma non cambiando il succo.
"Non so come riusciresti
a fare ciò, ma ho chiaro il fatto
che
lo faresti... quindi si, giuro e prometto che usufruirò
della
tua disponibilità per aiutarmi e dell'accoglienza qui o nel
salottino senza crearti altri disagi..."
"Non mi riferivo a
ma spero almeno che tu abbia
capito
il concetto! Non superare mai certi limiti, amici si ma attieniti ai
livelli interpersonali..."
"Me la ricordo la
Lezione, non giungerò mai al livello
relativo
alla zona privata o intima, giuro! Posso adesso andare a lavarmi?"
"Che ti devo dire, se
avevi così agitazione da venire subito
qui
invece di... lascia stare. E non lasciare nulla di sporco in bagno.
Ricordati le ceste per il bucato, chiudi totalmente il water e se
cè acqua a terra..."
"passo lo spazzolone, ho
imparato le regole dello Chateau! procedo alla
doccia e poi preparo il campo per la battaglia, Capo!" urlò
quasi con il saluto militare come poteva per la roba stretta a un
braccio e camminò come un militare rigido fino al bagno.
"Oh, mamma"
mormorò lei, girandosi per controllare se aveva
finito e poi scendendo a sedersi sul letto. Non doveva pulire se non
per un controllo quella zona, er ain pigiama e mise da parte il tessuto
e si pulì le mani con alcool, asciugandosi in una
delle mini
salviette quadrate che teneva nel cassetto del comodino. Prese da
quello sottostante l'ebook e si mise a leggere.
Dopo venti minuti Gask
si presentò già lavato,
asciugato
anche nei capelli e vestito con una canotta e pantaloni semplici del
set fornito a tutti, e preparò la zona centrale
con
l'occorrente
messo da parte.
Piazzò nello
spazio libero al centro della stanza un ernome
tappeto di velluto corallo antiscivolo, quadrato di un metro e mezzo
per lato. Design tatami giapponese, color caffè,
era uno
spesso
tappetto morbido in velluto corallo con imbottitura in spugna morbida
che doveva aver chiesto nell'edificio manufattiere o comprato al Favo.
Era lavato di fresco quando se lo caricò dall'albero ala sua
finestra, senza capire come cèra riuscito.
Era tornata in camera e
lo aveva trovato là, dopo che gli
avev
apromesso di aiutarlo, ed era entrato due volte prima. Aveva
fatto tutto
da solo, dopo avergli promesso didargli una mano si era fatto trovare
già apparecchiato con quel coso in
mezzo alla
stanza, colore per fare pandant con il mobilio disse, e si mise a fare
le sue
cose, spostandosi nel salottino solo se lei si addormentava o altro.
Kianta glielo aveva
permesso, ma non era riuscita a dirgli di no dpo tutto il resto e lo
fissò,
togliendo
gli occhi dal libro, indaffarato a sistemare quel coso a terra,
prendere il tavolino da letto in plastica rigida con le gambe
allungabili e un leggio ribaltabile, e il necessario per
mettersi a
lavorare. Tra l'armadio di fronte il letto e il muro vi era un altro
spazio e così lui aveva arrotolato e sistemato tuto in quel
punto, visto che lei non scendeva mai dal letto dal lato
contro il muro,
e avev ainsinuato la sua roba negli angoli , vicino al finestra e
l'altro vicino il letto.
Alle proteste di lei per
quel'incursione nella sua camera, con una da
Capitano che aveva, aveva risposto che per la decisione di non far
sapere che erano ormai amici, era meglio se era lui ad andare
da lei,
visto che nessuno si avvicinava all'ala, mentre gli
uomini che, familiarizzando così tanto con Gask, lo andavano
a
trovare in camera. E non voleva essere disturbato.
"Tu lo capisci che stai
facendo davvero tutto tu" gli chiese quel
giorno, dopo aver trafficato col tappeto "Come... hai deciso
che
dovevamo essere amici, dovevo aiutarti e che per prepararti era
necessario venire da me. nenache Jd è mai venuto e tu entri
da
quella finestra come vuoi!"
"La lasci aperta
perchè fa caldo, con la zanzariera messa, e
mi
hai detto che potevo venire. Perchè non posso?" rispose di
rimando, come titubante solo in quel momento delle sue azioni.
"... lascia stare" disse
lei amareggiata, perchè non
riusciva a
dirgli di no "almeno potresti avvisarmi prima di entrare? Almeno
questo..."
E da quel giorno, un
mese e passa prima, aveva iniziato dopo aver
passato la giornata e la serata con gli uomini per gli impegni, i pasti
e il cazzeggio, ad andare su quell'albero ed entrare in camera sua,
arrivando pure a usare il bagno, lavarsi e vestirsi con abiti che si
portava dietro. la cosa che faceva turbare lei era che s efosse stato
un altro lo avrebbe appeso per i piedi e pestato di botte. Con lui non
riusciva e non capiva perchè.
Non voleva capire
perchè.
Kianta
sospirò, tornò al suo libro e
continuò a
leggere finchè con la coda dell'occhio lo vide alzarsi,
nonostante
avesse sistemato tutto, avvicinarsi e accovacciarsi vicino a lei.
Essendo lavato e con abiti puliti poteva farlo, così si
accostò al letto, poggiando i gomiti sul materasso e
fissandola,
porgendole una cosa.
"L'ho già
pulito tutto, da cima a fondo, con l'alcool in bagno poco fa."
sussurrò con un sorriso compiaicuto.
Kianta fece un sussulto
per l'oggetto che avev ain mano che per altro,
ormai era normale che lui si mettesse in quel modo quando parlavano,
era abituata a vederlo comportarsi in quel modo.
Teneva una scatola color schampagne così grossa che sembrava
uno
scrigno in una mano, visto che le sue erano molto grandi. Lo
fissò cercando cosa chiedergli finchè
lui non
continuò a dirle di prenderlo, con uno srguando ancora
tranquillo e in attesa.
Kianta lo prese incerta,
non sapeva cosa aspettarsi e prese dal
comodino il tappetino in silicone che usava sempre, per
poggiare le cose
e non sporcare le lenzuola. Lo guardò, cèra una
scritta a
pressione dorata sopra e si apriva a conchiglia. Era un astuccio di un
orologio da polso meccanico. Cèra scritto da uomo
ma
poteva essere anche unisex.
"Acciaio inossidabile,
fibra di carbonio.Dalla cassa ai meccanismi
tutto color argento, non oro perchè lo detesti. Cristallo
Flame
Fusion. Quadrante nero Skeleton Center impreziosito da
lancette
luminose color argento. Fondello trasparente. Chiusura con linguetta.
E' quello che ho trovato adatto per i tuoi gusti..." disse poggiando
lebraccia sul materasso "Non è figo?"
"ma da dove lo hai
preso? Avete di nuovo ripulito uno Soppresso?"
"ovvio che no, quello
è andato bene. Milan aveva affari negli
emirati arabi, e per quel suo attivare un qualcosa per quel
tizio con la
tovaglia in testa ha ricevuto in regalo un orologio infarcito d'oro e
pietre, non solo di oro. E così visto che dovevo aspettarlo,
sono sceso nei negozi ai piani bassi dell'hotel e l'ho visto..."
"Frena!Emirati arabi?!?
Ma non dovevate..."
"Si, eravamo a Bruxelles
per quel Vertice importante in cui ha fatto
accordi scritti, promesse, ricambiato cose, ... ma poi ha ricevuto una
chiamata e così siamo saliti sull'aereo e siamo andati, anzi
proprio atterrati, su quell'edificio che credo fosse un hotel
che tu
definiresti tra pacchiano e quel brutto moderno. Prima ci hanno accolto
in una specie di salotto
dove le persone che doveva incontrare il tizio già
parlavano, poi uno di
questi ha dato a Milan l'orologio dicendo che lo ringraziava
di qualcosa,
per fare affari da qualche parte che gli ha sbrigato, e lo ha invitato
nel suo studio, ma
voleva solo poche persone. Hanno fatto entrare solo lui con le sue
Ombre e quindi mi sono fatto un giro. Non sono mai stato in un centro
commerciale ma credo fosse qualcosa del genere, ma per i
ricchi. Mi
hanno preso per un militare forse di qualche loro cliente e passando ho
visto quest'orologio, mentre pensavo a quello che gli hanno
regalato.
Non so davvero chi e perchè qualcuno dovrebbe indossarne uno
così, comunque mi sono ricordato vedendo questo,
che ne avevi
solo uno ma lo avevi portato a riparare varie volte senza capire che
avesse. A Jd avevi detto che se ne trovavi uno che ti colpiva davvero,
lo avresti preso. Non compri cose che non ti piacciono davvero, solo
per averli..."
"Tu cèri
quando ne parlavo a jd?"
"Non so se ne avete
parlato varie volte ma...una volta ti sei
arrabbiata perchè, guardando il tuo orologio al polso, ti
sei
accorta che stava ancora indietro o aveva problemi a
camminare, e hai
guardato uno degli orologi da parete stile Industriale
bifacciale, che
alcuni chiamano vintage o retrò da stazione ferroviaria. Era
quello col gallo con la zampa alzata e lui ti ha chiesto
perchè
non lo cambiassi con uno nuovo, e hai risposto che erano
smepre
d'oro, color oro con meccanismi dorati, ami solo ilcolor
argento,
come i gioielli e non volevi. Ha chiesto anche se fosse sempre
e proprio quello e
tu hai risposto di si, che finchè funzionava e non avendone
trovato uno che ti piacesse da volerlo, avevi preferito farlo
sistemare. Ma a quanto pare non serve perchè non lo metti da
tempo..."
"Ho capito, è
l'orologio da esterno che da sulle finestre della
mensa vicino le gradinate... aspetta, come ti ricordi tutte queste
cose? E ti sei accorto che non lo avevo più?"
"Si come il fatto che
cambi tipo di collana e ciondolo ma mai gli
anelli, quasi mai. Ne hai solo tre e li scambi a volte. Solo non ho
capito il fatto di e
proprio proprio acui si riferiva Jd."
"perchè
quell'orologio" disse lei guardando il muro quasi di fronte, verso la
sua sinistra, sopra il comò la bacheca con gli
orologi "è uno dei due che Milan diede a Lei quel primo
giorno
qui, per sostituire i suoi rimasti... nel suo vecchio mondo.
Li aveva
tolti e riposti nella borsa che però dovette lasciare
là, all'inizio perchè non poteva
metterla o
sarebbe apparso strano un militre con le vostre tute con una borsa
color jeans da donna su
una spalla. lei usava quella borsa solo per metterci quel poco di cose
che riusciva a comprare di nascosto, non per altro ma quella volta vi
aveva riposto i gioielli e tutto ciò che teneva sempre nelle
tasche dei jeans... "
Kianta rimase a fissare
gli orologi della collezione.
" e poi fu
utilizzato come altro elemento per la morte
apparente. Non avendo più nulla comunque a lei caro del
passato,
Milan prse dal suo tesoretto le uniche cose color argento che
trovò di fretta e glieli regalò, come benvenuto e
modo
per farle accettare meglio l'Accordo. Lei ne
comprò altri
due per sua collezione, ma da taschino, mentre rimase solo con uno da
polso. Quando sono nata io e mi trovai davanti queste stanze,
mi sono
appassionata anche io agli orologi meccanici e ho continuato con quelli
che vedi. E contribuendo i primi guadagni
degli uomini che lavoravano all'orologeria. Avevano acquistato tramite
Milan e i nostri agganci lotti di pezzi vintage a ninete, ormai gli
orologi te li regalano, sopratutto di seconda mano, e
così
avevano due casse vuote e molti meccanismi che misero insieme e vennero
fuori quei due orologi Filigree Half Hunter" indicando i due in alto
della bacheca all'pparenza identici "con questo disegno tipo
damascato di due parti riflesse che sembrano sia come farfalle
di
fumo o qualcosa di floreale, che si ripete quattro volte, a ogni
quarto. Dipende da chi li guarda, ma quando li ho visti ho detto solo
una cosa, questi sono i miei orologi. Infatti sono i miei preferiti!
Uno è color argento l'altro è quasi un gun
metal, ma
più chiaro con quel vetro per vedere i meccanismi. Poi ci
sono
due di lei e due che ho preso smepre io con quelle forme strane. Ma in
effetti non ho mai comprato orologi nuovi da polso perchè...
nessuno mi piaceva..."
"Quindi Milan le ha dato
all'inizio qualcosa che comunque le piaceva.
Cioè ha preso due orologi come piacevano a lei,
per sostituire
queli persi"
"Persi... si da un lato
si, possiamo dire che sono solo rimasti....
indietro! E si, anche Milan utilizza orologi vecchio stampo, non
moderni digitali ma solo qui o alle torri. Per far scena deve usare
quelli moderni digitali davanti gli altri. A lui la tecnologia piace ma
con Lia aveva tr ale varie cose in comune, quella dello scandire il
tempo all'antica. Per Lia un orologio meccanico o automatico usato da
una persona era... come uno scambio equivalmente. Mantieni attivo o in
vita un meccanismo che quasi batte come il proprio cuore,
mentre questi
ti mostra i momenti della giornata o vita, come vuoi metterli. Si era
partito dall'osservazione della posizione del sole, le meridiane o i
calcoli con le dita, per quanto mancasse all'alba o tramonto,
poi
vennero gli orologi. Questi sono come i pc, entrambi si equiparano al
funzonamento umano, ogni pezzo è un organo nostro,
ma sia Lia che
Milan si limitano ai meccanismi tipo orologi perchè vi si
sentivano più affini. A Lia piaceva avere
accanto, davanti o indosso un meccanico e sentirlo scattare man mano
che il tempo passava sulla pelle, prendersene cura ogni giorno
caricandoli a corda
e... per lei essi battevano esattamente come il suo cuore, e
come Lei
doveva esserci qualcosa, qualcuno, perchè continussero a
restare
, che battessero e se per Lei non
cèra molto
perchè il suo cuore continuasse, il suo legame con gli
orologi
era qualcosa di diverso, dovevano continuare a funzionare."
"..."
"Comunque" riportarlo
l'attenzione sull'orologio che avev ain mano
"quanto hai speso per questo? Se non eri abituato a usare soldi prima,
ad averne di tuoi, perchè da quando sei qui usi quelli che
hai
di stipendio per..."
"L'altro giorno hai
detto ? Avevo bisogno di una
cosa e me l'hai portata, mi aiuti e mi ospiti... diciamo che
è
un ringrziamento per queste quattro cose..."
"Quattro?"
"Siamo amici,
dall'inizio mi hai aiutato quando avevo bisogno, me ne
sono accorto e ora che siamo amici lo hai fatto ancora. Mi aiuti. Mi
ospiti... quattro! Almeno è una spesa che tiha dato qualcosa
che
ti piace?"
"..." lo
fissò, guardò l'orologio e sospirò
"non so che dire, voglio dire... intendo dire..."
"Devi pur dire"
buttò là lui ridendo
"Mh... questo sarebbe un
regalo o un ringraziamento? Intendo quei doni che si fanno appunto per
togliersi il debito, o..."
"Qualè la
differenza?" accigliandosi, tenedndo il mento sulle mani
"nell'altra
società un regalo è qualcosa che fai senza
motivi, o perchè cè un motivo
e davvero vuoi fare
quella cosa a qualcuno. Senza costrizioni o obblighi morali o ricambio
di
qualcosa, che è il dono detto di ringraziamento. Ma
nell'altra
società non viene quasi mai fatto davvero perchè
si vuole
ringraziare ma per obblighi di varia natura. Lei era sempre arrabbiata
perchè quando le davano i regali, erano per gli obblighi
familiari. Aveva visto i suoi genitori o parenti fare doni per unf
avore, qualcosa che altri avevano fatto e dovevano togliersi
l'obbligo,
ma i commenti in famiglia poi non erano di un regalo o dono sentito.
Insomma avevano pagato e dato per obbligo. La cosa brutta
della società familiare è cheun dono è
bivalente.
E' un obbligo per le feste e compleanni ed è fatto anche
perchè sei del sangue. Ma lei era più che sicura
che di
sentito, di davvero fatto perchè Lei era Lei, per fare o
donare
qualcosa davvero col cuore e non perchè era la
discendenza... insoma, non erano doni veri e propri ma cose fatte per
abitudine e perchè del sangue. E
non ha mai capito se in vita sua ha ricevuto davvero un regalo col
cuore o perchè nascondeva dietro qualcosa..."
"Ho capito. Allora ho
sbagliato!" parlandole serio, vedendola voltarsi
confusa "questo è un dono perchè voglio fartelo.
Un dono
fatto per sdebitarsi e simili dalle tue parole non appare affatto
bello, perchè in effetti mi sentivo.. come in debito,e cco.
E' come se io dovessi fare un regalo grosso come quell'orologio
del tizio con la tovaglia , per una cosa fatta e debba sdebitarmi per
questa vita nuova..."
"Ma tu hai consegnato
tutte quelle cose. Direi che hai fatto un regalo
sentito, non per sdebitarti, quindi no cèntra,
secondo
me. A Milan hai dimostrato chiaramente..."
"Si, ma di fatto io
invece dovrei sdebitarmi tantissimo, ancora, dalle
tue parole. Io nei confronti di Milan, tuoi e di tutti lgi uomini ho un
grosso debito ma dalla tua spiegazione sembra troppo... cosa ha fatto
quel
tizio nell'hotel o il Capo quando faceva..."
"Quindi...?"
"Quindi non mi piacciono
di doni fatti solo perchè qualcuno ha
fatto qualcosa che ci andava a genio, senza davvero volerli
fare. Sono
obblighi, questi? Allora ho sbagliato a dire che era per ricambiare
quelle quattro cose. Sarebbe la stessa cosa e io non sono
così.
Quindi no, ho comprato questo orologio perchè tu non ne
avevi
ancora uno, e volevo farti questo dono per davvero, non per
ricambiare
cose. Si, anche per ringraziarti dell'amicizia e delle cos
eche ho detto, ma non sono obligo... spero di aver spiegato" apparendo
un pò confuso "...per l'aiuto che mi dai posso ricambiare
arrivando ai miei
traguardi. Ala tua accoglienza qui posso ricambiare portandoti io la
cena, così non devi chiamare nessuno se non vuoi
andare in mensa
o aiutarti a sistemare qua. Per gli altri due vediamo... ma un dono o
un regalo è diverso dal ricambiare un favore. QUindi
è un
regalo, basta!" finì lui sbattendo i palmi sul amterasso e
alzandosi, mostrando la differenza di altezza ancora una
volta,
perchè lei lo seguì con lo sguardo e dovette
guardare
molto in alto col collo.
"Intendi dire..."
accigliandosi
"Che se l'orologio ti
piace tanto da indossarlo sono contento, tanto, ma
quello è un dono, non un ricambio di qualcosa. Posso
ricambiare
facendoti anche da Ombra o altre cose, ma un regalo è
diverso da
un ringraziamento e... da quello che ho capito e come vivete
qui,
non è una cosa positiva usare il materialismo per cose del
genere. GLi scambi per debiti e simili intendo. Quindi u ndono,
prezioso e materiale va
bene, und ebito o uno scambio è qualcosa di diverso. QUindi
ora
mi metto a lavoro e ricambierò il tuo aiuto raggiungendo il
livello degli altri e magari qualcosa di più. Poi sistemo
tutto
così non devi fare niente..."
"Ma..." vednendolo
tornare sul tappeto ".. io... "
Gask però si
mise al suo posto, prese i libri e la penna di
vetro e iniziò a imepgnarsi, lasciandola seduta al centro
del
letto così imbarazzata e sbigottita da non sapere cosa dire
o
fare. Osservò l'orologio e si rese di non sapere
dvvero
cosa dire o fare, domandandosi come prendere quel gesto, anche
rispetto a tutto
ciò che le davano Milan e Jd. Che differenza
cèra, si
chiese, tra le cose?
Sorrise, prese
l'orologio e lo provò, lo guardò e la
testa iniziò a fare mille questioni, mille domande. Come
doveva
prenderla? Si sentiva con uan pressione assurda e aveva
nausea, ma non
capiva come comportarsi in un frangente del genere. QUando Milan o Jd
le avevano dato delle cose, erano abiti o altro che le servivano per
questo o quello, facevano cose gentili, ma aveva sempre
ringraziato, accettato e
preso senza avere tutti questi dubbi.
Gask sussultò
di colpò, portando lo sguardo verso di lei
per una domanda che lei fece a bruciapelo. Fissò e
cercò
di giudicare il suo sguardo che trovava come indeciso, diviso tra cose
da dire o forse fare, o appariva tremolante o congelato. Non
capiva.
"Perchè sei
qui? Perchè ti comporti in maniera gentile
con me? E altre cose? Perchè nonostante le cose che ho detto
e
fatto, continui a cercare di parlarmi, avvicinarmi, stazioni nelle mie
stanze per..."
"Perchè..."
fece lui meditabondo, guardando altrove come per
riflettere "...tu resti sulle tue e ti allontani, e io penso
che
non sia
giusto per te e tutti, e così ti spingo a
sopportarmi, a parlarmi
e a essere amici, perchè l'ho ritenuta una cosa
giusta. Da cosa
fai, dici e come ti comporti per cosa odi, ho pensato che
forse molte
cose erano dovute a paura e isolamento dagli altri. E poi dall'inizio
ho voluto esserti amico per tu sei tu, è per or al'unica
cosa
che so spiegare. In verità credo che non ci debba essere un
perchè con le parole, per descrivere tutte le
variabili delle mie
motivazioni, ma ritengo e sono persuaso che essere tuo amico e stare in
uno dei livelli più vicini a te, sia quello che
voglio...."
"Cosa?"
"Sono diventato bravo
con le parole, vero?" sfoggiando un sorriso a
bocca aperta che pareva schietto ma appariva anche mascalzone "se
continuo così sono sicuro di riuscire nel mio intento. A
meno
che tu non mi odi, agisca, come fai con gli stronzi contro di
me,
sbarrandomi l'ospitalità e mettendomi un'ordinanza di
restrizione indicando i metri, non vedo perchè non possiamo
essere amici e parlare. Non mi sembra che tu mi odi ancora per cosa
credevi e pensavi di me, e con la mia dimostrazione di buona fede
, sembra che tu mi accolga con positività. Pertanto,
ascoltami
bene. Cavolo quanto sembro figo con le frasi da snob..." ridendo, poi
tornando serio guardandola "io no nsarei qui, non avrei il tuo aiuto e
la tua amicizia se non mi vedessi positivamente lre cose,
così come
quelle volte quando ancora mi odiavi, non mi avresti aiutato
guardandomi
le spalle quando sei intervenuta di persona in certi incarichi. Se mi
odiavi davvero, se desideravi che io sparissi come la
gnete che odi, non avresti agito in quella maniera. Ritengo quindi che,
se tutti gli altri non sono persone capaci di meritare la tua fiducia,
io credo di esserlo. Volevo esser etuo amico dall'inizio ma mi hai
sempre rifiutato, eppure ora sono qui e perchè tu sei tu,
questo
non sarebbe successo facilmente con altri, se in verità non
mi
odiassi davvero ma avessi solo... quelli che nelle Lezioni chiamano
preconcetti. Li hai avuti anche se sei il tipo da non averne, e inizio
a credere per paura, ma ti
perdono e ti assolvo e il mio dono era vero e sincero..."
"Scusa?!?" disse lei
buttando le gambe oltre il letto per sedersi,
sfiorando le scarpe con le dita dei piedi "lasciando stare tutto quello
che hai detto che non capisco se stai mettendo a frutto il tuo lavoro
lì, se sei uno psichiatra mancato o altro. Mi
perdoni e
assolvi, davvero?"
"Eddai! Stavo imitando
te normalmente, sono stato bravo, vero?
Ammettilo, per questa parte ci hai creduto... aha ha ha... per il resto
invece ero serio. Ho sempre avuto l'impressione che tu fossi triste e
malinconica stando lontano, e da certe tue decisioni,
tenendoti a
distanza dalla gente. Per questo dopo i miei tentativi falliti... ho
deciso di prendere in mano io la situazione!"
"Per questo sei sempre
buttato da due settimane qui la sera? Combini le cose?"
"Lo faccio, ma se
dovessi spiegare bene le cose attualmente non lo so.
Quando sono venuto ho sentito storie di te che eri pazza, sclerata e
fuori di capoccia. invece ho notato che ogni cosa che fai ha sempre un
motivo e in olti casi i tuoi sfoghi dira avevano un senso.... Questo
posto per me è per la prima volta una casa, una
casa vera e che mi ha accettato, e dove mi sento davvero di
stare. Con
il capitolo chiuso del Capo, ho capito che prima... " aggrontando la
fronte e accigliandosi così tanto che le sopracciglia un
pò spesse si muovevano come serpenti
"... adesso il mondo non
è così schifoso, che ci sono davvero persone per
cui
valgo e stavolta veramnete. E voglio che quel dono sia per te questo,
una dimostrzione di valere. Tu e Milan e Jd, e
Lubo, e gli altri siete
amici, e da tutto ciò che ho sentito dagli uomini sembrava
che
avessi come amanti prima Milan, poi Jd e poi quel tizio che
è
venuto con quei tre. Ma come per le relazioni con gli uomini o la gente
in generale, te ne sei stata lontana e non cè nulla se non
fiducia e amicizia. Lo capisco poco ma come me, ci sono persone che si
allontanano dalle altre..."
"Con te qui non mi
sembra..." bofonchiò lei
"Se è per
paura o davvero non cè
nessuno che ti interessa a quel punto mi porta a pensare che il tuo
voler vivere le cose veramente, siano più profonde
della media.
VOlgio dire, per la mia vita ho visto la gente che voleva
come diceva, tutto ciò che
poteva finchè
l'aveva, e i soldi, ma a volte o era troppo, troppo poco, e... non
cèra una
vera misura per me, per capire se la libertà di
provare e
sperimentare in toto le cose fosse giusto in un modo o nell'altro. Da
che ero partito con un posto ora sono qui in uno che sembra
qualcosa che non credevo esistesse. Poi cèra Milan che si
gode tutto
ciò che vuole e finchè, come dice lui,
è giovane e se all'apparenza può sembrare come i
lcapo, non lo è...
e poi tu, l'opposto, che non provi o sperimenti le cose se non
senti, e
non sai che lo vuoi. Insomma in che misura capire veramnete le cose?"
"Stai dicendo cose un
pò contorte..."
"Già, mai hai
capito che voglio dire, vero? Sono... non so
come definire quello che provo se contentezza, felicità o
altro
sull'essere essere vivo, tutto intero, e prossimo a qualcosa che prima
non credevo. Prima sopravvivevo all buona e credevo che il mondo che
gli altri mi prospettassero fosse l'unico. Sono vivo in un mondo di
merda, che per essere ripulito e migliorato cè bisogno di un
culo quanto l'oceano e olio di gomito di giganti ma... adesso sono qui,
con gente che vede me e non una risorsa e basta. Il mondo è
quel
che è,questo sì, ma sono vivo... e non ho
più
necessità di adagiarmi e accontentarmi su quello che dicono
e...
. Il mondo ora so
può essere un posto meraviglioso, basta trovare quel'angolo
che
altri chiamano paradiso. Se io sono qui ed esistete tutti voi, allora
vivo un paradiso rispetto a prima, e voglio fare del mio
meglio per
approfittare di cosa mi è ora permesso e dare anche io ad
altri,
come fai tu. Con la differenza però che rispetto a te non
vedo
perchè ossrevare e basta..."
"..."
"Che cè, mi
guardi con quell'espressione come se mi volessi tirare il collo?"
"... non riesco a capire
se vuoi imitare qualcuno, se sei così
proprio o... comunque non sono sola. Non io. E' solo che non mi piace
stare in mezzo alla gente o avvicinarmi troppo. Così come
odio
quando la gente dice . per me quella
parola,
conoscere, vuol dire altro, che so il nome e il suo aspetto e
capisco di
chi parlo. Ma si usa sempre questo vocabolo quando per me conoscere
qualcuno è diverso..."
"Mi parli della novella
La ragion perduta o il navigatore?"
"EH...perchè
chiedi di botto questo?"
"Perchè per
Milan esistono...sette mi sembra. Aspetta sono
a quella dell'altra volta, Eredità perduta, l aprima. POi
cè
questa,Progetti contro persona, Ricostruzione da frammenti,
personalities, Solitude. Si, dovrebbero essere questi. Lui dice che
sono anedotti sulle personalità, l'aiuto che vorrebbe dare
con
la mente e il transumanesimo.
"Ho capito. Dunque La
ragion perduta...basta che la finiamo di parlare di me"
buttò là piccata "narra di una fuga in
un altro
mondo e le scelte. Racconta di una persona, un giovane, era perduto
nell'animo a causa della sua vita reale, e che per sfuggire
momentaneamnete a cosa lo angustiava prese parte ad alcuni giochi
online , vi si buttava letteralmente dentro. Erano principalmente role
play o mmorpg, ossia giochi di ruolo dove ti crei una tua
identità virtuale e interagisci in un mondo sintetico. Il
nome
del suo personaggio era Avel che in greco significa ,
come quello che si tira quando ci si rilassa, quando va tutto bene.
Quel nome non era scelto a caso. Creò il suo personaggio
quindi
con tutte le pistole e fucili e armi che gli piacevano, e si
avventurava
in quegli ambienti come se fosse la sua fuga reale dal mondo marcio in
cui viveva. Per giocare utilizzava un Vr di ultima generazione, capace
di captare i messaggi elettrici del corpo dell'utilizzatore per
manovrare il personaggio, quindi per camminare bastava che lo pensasse
e il pg avanzava e via dicendo. ma alcuni hacker saboratorono alcuni
server
del gioco e quel caschetto Vr ebbe una sorta di
malfunzionamento, che lo
portò a rilevare gli impulsi elettrici del cervello
caricando
tutto ciò che rivelavano nel server di gioco. Il risultato
fu
del tutto inaspettato da chi aveva creato l'apparecchio, infatti aveva
copiato uan sorta di del ragazzo come cervello,
che finì completamnete caricata
nel server, rendendo il personaggio come lui stesso. La sua mente era
quindi come caricata nel gioco stesso, non aveva un mondo reale a cui
tornare e non conosceva cosa era accaduto al suo se stesso originale.
Sapeva solo e capiva che quello era una sorta di secondo Lui,
con corpo
e mondo virtuali. Pensava, parlava, provava dolore e sentiva ogni
cosa,
come se avesse un corpo reale perchè stranamente tutti i
dati
caricati dal VR copiarono quasi la mente, che leggeva le
informazioni di
gioco come reali e quindi si adattava di conseguenza..."
"Ma come faceva s entire
le cose come fossero reali?"
"Come ho detto quella
sua mente fatta di dati er a la copia della vera
, che era abituata a considerare i recettori del dolore, del tatto e
via
dicendo e cercava di mantenersi integra, adattandosi a quel
mondo. i
giochi virtuali se ci pensi sono fatti in modo che le persone le vedano
quasi come reali. Ogni paesaggio, edificio, gestione meterologica sono
scritti in codice così da apparire nella visuale grafica
più verosimili possibili al mondo offerto, e che
la gente vuole
trovare. Con i VR e quindi con questi nuovi dispositivi che vibrano e
interagisono fisicamente con l'utilizzatore, vi è
un'immersione
maggiore, inoltre con i guanti in dotazione al VR, era
possibile
percepire gli oggetti acqusitabili e usabili nel gioco come se fossero
stretti in mano. Alcuni usano delle bacchette o pistole di plastica, il
concetto è quello, e l'interazione sembra davvero reale.
Così il cervello di dati caricato nel server continuava
quella
finzione e Avel si trovò a voler decidere che fare.
Qualunque
fosse stata la sua situazione, non sapeva al suo IO originale stesse
bene o che altro, cosa fare in quel mondo. Non sapeva come uscire dal
gioco, come caricarsi come nuova partita o altro ma era là e
là restava come fosse sempre online. E quindi inidiazono i
pensieri... Doveva fregarsene di tutto e
giocare e godere di tutto ciò che poteva? Doveva
preoccuparsi
dell'altro Io? Doveva considerarsi un'altra persona adesso? QUel mondo
doveva essere il suo nuovo mondo e se si, viverlo come non aveva
vissuto nella realtà? Doveva sentirsi imprigionato e
falso, o in
parte reale e vivere là dentro? E molte altre domande...
questa
novella si ricollega anche ad altre, come Eredità perpetua.
Quello che stanno studiando MIlan e David è qualcosa che
dividerà il concetto di persona? Oppure darà
davvero come
vogliono, un aiuto riportando indietro quella persona? In
questo caso,
vale il detto di godere di quello che si ha come u ndono inaspettato e
viverlo?"
"... non so bene come
prendere questa novella. NOn ho capito bene tutto
il concetto della Continuità e del salvataggio di una
persona
riportandola indietro..."
"Te lo
spiegherò, anche per le altre novelle. Servono
appunto,
con queste storie, a chiarire concetti particolari. Ma
sono
importanti perchè in larga parte prendono anche elementi
cari alle
religione, altre al transumanesimo e la COntinuità. Dopo i
test
e le prove, se tutto va in porto, chi lo sa per cosa Milan
userà
il Vector-cortex uploaded mindset unit, detto anche Vum. Se si
utilizzerà il potere del Vum si aiuteranno molte
persone, ma come
per ogni ogni cosa a questo mondo, ha i suoi lati negativi. E questo
dipendono dalle mani che lo useranno. Ma a parte questo, la
qeustione di
questa novella è l'individuo, la sua esistenza e gli
ambietni
dove si trova. Scelte. Il mondo è fatto di scelte e lo sai
bene.
Il chi si è come mente. COme per l'altra pensaci bene e
immedesimati in Avel, cosa faresti,
penseresti, che cosa scegliersti al suo posto? Penseresti al te
originale o saresti beato di aver alsciato il mondo marcio alla gente
marica, che vi abita, per un nuovo ambiente?"
"... è
collegato per caso a Lei, vero? Cè un fondo di
verità in questo? E' questo che Milan voleva dire con queste
novelle?"
"Sai come è
fatto MIlan. Adora fare le cose in modo... maestoso,
a volte usa le allegorie e avolte altro per divulgare i suoi
concetti, e
le Novelle ne sono la prova. Nascondono in se, come le favole, le
originali non quelle dei cartoni, elementi ed aspetti che servono a
capire, ragionare e approcciarsi alle cose"
"Dovrò
pensarci bene allora, visto che Milan dice che il mondo sta cambiando e
a lui non piace"
"Una delle cose che Lia
e Milan condividevano era la visione della freddezza e
l'impersonalità del futuro che la gente stava portando.
Tutta la
bellezza, ciò che permeava le cose, l'umano che impregnava
ognisua creazione, finita via da un progresso che invece di
esaltare le
basi, le ha snaturate e cancellate. E sto parlando del concetto del
tempo, delle culture antiche, della bellezza e magnificienza delle mani
umani sostituite in toto dalle macchine e l'industrializzazione. Negli
ultimi cento anni opere straordinarie come chiese, ville, edifici
storici buttati giù o lasciati all'incuria perchè
non
moderni. Ammetto che anche io quando mi sono trovata in quelle scatole,
perchè questo sono, di appartamentini con quei mobili
stitici
moderni, e quei colori tristi... non so come vivano quei
posti definiti
moderni, ma che che ti fanno ammattire come esser ein una
stanza
d'ospedale. Non so quanto è rimasto in me di Lia, se
qualcosa
come dice Milan è così profonda da toccare
l'anima e anon
andarsene via da influenzare anche me... ma amo il calore e cosa donano
ambienti dai colori del legno, anche neri ebano, ma sanno
trasmettere
cose. Unito alle capacità manuali degli artigiani, trovo
piena
di parole e concetti una stanza come le nostre, che quelle
cose moderne
che di personale non hanno nulla. MObili e stili presi da riviste e
case altrui, e fatti in serie che mostrano solo la squadratura perfetta
delle macchine ma non l'animo umano o la persona che vi abita.
Perchè la gente può dire cosa vuole, ma gli
ambienti
moderni così come grattacierli ed edfici degli ultimi anni
non
parlano di progresso, ma regresso. Il futuro come era per Lia, mi
appare così simile all'inizio del secolo scorso con
l'industrializzazione, il lavoro meccanico e sempre uguale e
l'uguaglianza e sterilizzazione del concetto di lavoratori e perosne
in..."
"E la casa del Capo come
ti pareva?"
"Ah, quello era un
richiamo greco portato al pacchiano, eppure sai, per
quanto mi facesse sanguiare gli occhi tutto ciò che vi era
dentro, l'apoteosi del trash, del cattivo gusto e dell'amore per le
cose alla Luigi, era più caldo e personale di case e mobilio
nuovo. Non posso farci nulla, così come trovo brutti lgi
ambienti sotterranei di studi e analisi che abbiamo... qui sotto!. Sono
il meglio del tecnologico
ma per me sarebbero una gabbia in ferro e vetro. Tutti uguali, tutti
che urlano soldi e soldi, ma per me sono buoni solo per film
apocalittici. QUando vedo le nostre TOrri da fuori, come la Dimora
rossa, ritornati all osplendore e alla magnificienza in cui
l'architetto, chi l'aveva costrutira e i proprietario che avevano in
mente, rimango sbalordita e ammaliata. Amo le nostre stanze" alzando
gli occhi sul soffitto bend iverso
dalle case normali "e passerei ore ogni giorno ad ammirare cosa altre
mani, finite ormai in polvere, hanno saputo fare e
cosa dicono ancora. Lo
sai che nelle ristrutturazioni hanno trovato incisioni e messaggi
nascosti delle persone che secoli fa hanno contribuito a ciò
che
cè intorno a noi? Parlavano di cosa provavano, cosa
sognavano o
erano solo nome e anno, per indicare che cèra anche lui o
lei
nella storia di questo posto. Ecco, cosa manca agl iedifici moderni,
tutti ormai quasi uguali e generici per me, è la storia. E
non
da quanto tempo sono costruiti ma la storia di ogni elemento che
continua come a cantare nel Tempo, di menti e concetti, che
siano di
bellezza, di ristorazione delle arti e di chi ha voluto quella cosa in
quel posto. Anche i padiglioni o le sale con i nomi di
persone,
che è giusto ricordare, hanno il significato che
meritano. La
cosa triste è che i nuovi architetti pensano di creare
qualcosa
di grandioso che continua nel tempo, ma sono ammassi solo di ferro e
vetro, e pessimo cemento armato, o pareti squadrate da
imbrattare con qualche colore moderno che
poi, veramente, ti lascia con l'ansia se ci stai troppo tempo dentro.
Vorrei tanto che vi fossero più edifici come questo, come la
Dimora rossa, o l'ultimo acquisito, la villa a Piovene
Rocchette,
come nuova Torre inquel paese. E quelle scozzesi, inglesi, francesi, e
via dicendo, per finire con case più moderne ma ma
i come quegli
schifi attuali pure in africa e stati arabi. IN Asia non ne parliamo.
Il punto è che cosa facciamo con questi edifici è
quello
che no nfa più la gente, preservare l'umanità.
NOn la
società bigotta e ignorante, ma quella parte che ha donato a
questo pianeta gioielli senza tempo. L'arte perduta, volutamente
dimenticata in nome della industrializzazione seriale..."
"E pensi che la gente
vorrà riqualificare e rivedere tutto
ciò che salvate, al posto di quello che
cè per ora? La
definiscono spazzatura, roba vecchia, inutile..."
"Chi lo pensa, mi spiace
dirlo, è solo un imbecille. Una cosa
è considerare la tecnologia e il futuro la macchina al posto
del
carretto. Il treno e l'aereo al posto dei piedi. Il balzo tecnologico
deve migliorare la vita quotidiana e aiutare l'uomo, non soppiantare
tutto ciò che l'essere umano è stato e potrebbe
essere
ancora. L'uomo è ciò che crea, ma la distruzione
che si sta apportando alla magnificienza dell'uomo passato...
è l'unica cosa per me che va conservata, perchè
le menti non è che fossero così a posot... La
gente stravede per esempio per l'arte contemporanea e
poi vedi quadri che sembrano macchiati da qualche bambino iperattivo,
oggetti di uso quaotidiano indicati come opere d'arte
destrutturalizzati in chiave artistica, dipinti e sculture che, a meno
che no nsiano derivate da prodotti di scarto ed esser emeritevoli di
ammirazione, sono solo ammassi di roba con fome assurdo e stilizzate
che dovrebbero dire qualcosa, ma non lo fanno. Un Canova o uno
Stradivari non possono essere paragonati alla roba di adesso,
e non per
il valore monetario, è da stronzi pensare all'arte in quel
senso
ma là è così, ma a quello che un
essere umano riesce a
creare da tela e colori. O da qualsiasi materia prima in prodotto
finito. Ora è facile con tavolette artistiche
digitali, ma possono dire quello che vogliono, resta qualcosa
che non
può avvicinarsi neanche all'arte di Dorde. Sapessi fare cosa
fa
lui, seppur non sono contenta di lui di tante cose, mi sentirei come
baciata da qualunque Dio esista. Invece non ho qualità o
doni
del genere, in nessun campo, se non fare il grillo parlante per
Milan,
ma io amo l'arte e ogni espressione umana capace di creare e la
sostengo. Gli esseri umani di adesso sono così freddi!
Secoli fa
si capiva perchè, ma adesso..."
"E noi possiamo
cambiarlo, perchè ti crucci tanto?"
"..." guardandolo con
titubanza "perchè cambiare i cuori delle
persone non è facile. Perchè cambino davvero e
capiscano,
ci vuole tempo e tutta una società che cambia intorno a
loro,
perchè vedano le cose oltre la solaloro testa. Lia aveva dei
piani ma perfino Milan non volle più considerarli dopo tutti
i
pro e contro, perchè se fosse accaduto..."
"Cosa voleva fare"
"... è un
argomento che loro non vogliono riprendere e non
voglio che Lia torni, seppur fanno smepre a fare paragoni tra me e lei.
NOn mi piace solo perchè a volte sembra che io non abbia
ancora
mostrato quello che sono, mentre lei era riuscita a spingere
Milan a
sfidare molte cose. Se non ci si prova, non puoi sapere, diceva. E
quando Milan dicsuteva con il gruppo dei passi successivi da fare, lei
gli diceva che cosa vogliamo fare non era fattibile così,
conoscendo la società là fuori. Ed era per questo
che o
si seguivano le azioni di Dio, quelle tanto cosiderate come oro colato
per avere un fine milgiore, oppure la sua sola vita, quella di Milan,
non sarebbe bastata per cambiare i cuori e le menti di tutte le
generazioni attualmente viventi. Capirono che il suo cuore ed
eradiventato così duro e tormentato quando quel giorno a
quella retata, li
mandò fuori e dimostrò, anzi, come dice sempre
Milan
anche a me, dai corpo a tutti i tuoi incubi. E lei riversò
tutti i suoi incubi quel giorno..."
"Di che giorno parli?"
"Della baia dei
porci..." rannicchiandosi con le braccia a stringere le
gambe "quel giorno lei volle essere presente e dopo cosa
vide,
cambiò ancora..."
"Aspetta, io ho visto
cosa fai quando intervieni di persona contro la feccia là
fuori e..."
"Una delle cose che lei
diceva a Milan e agli altri era che seppur
militari e nonostante avessero visto e vissuto molte cose, non
riuscivano a digerire ciò che lei riservava alla feccia. NOn
era
negativa, non uccideva, e come dice Jd, come me, le sue azioni avevano
sempre un perchè e mai per distruggere la vita, ma la mente.
Accade quella volta e altra solo, con il programma di
visualizzazione ma
per dei militari, prima spara e poi fai domande, il suo modo era
perfino sconvolgente. Nei reports lei scrisse che tutto il male del
mondo l'aveva corrotta a tal punto da voler ridare, tramite
le sue
azioni, voce e forza alle vittime perchè vi fosse
u nminimo di
giustizia. Perfino il libro Dei delitti e delle pene di Cesare Beccaria
avrebbe trovato un angolino per tutto ciò che lei portava
fuori,
su quella gentalgia. Erano individui come il tuo capo che avevano
vendut, ucciso, torturato, stuprato, fatto cose atroci o riprovevoli e
seppur le sue azioni, Lei li rimandava indietro nella
società
con una biglietto, anzi una lettera. Nelle condizioni in cui credeva
avessero patito abbastanza. Faceva in modo che i giornali e la
gente sapesse chi erano, cosa avevano fatto, che erano perfino
ricercati da interpool e fbi, o cia, e tutte le vittime i cui nomi
erano conosciuti, se no come numeri aggiuntivi. Declamando come le
vittime seppur morte ancora urlavano il loro dolore. NOn voleva essere
una giustiziera, la portavoce di nessuno, ma chi spariva non
si ricorda più nessuno, perchè senza una
tomba con epigrafe. Anche se non condivideva l'idea
del cimitero come quello che la gente accetta, voleva che
quelle
persone non fossero dimenticate. Anche senza un cognome, ma con quello
che ridava alla società dell'essere che aveva fatto il
peggio,
voleva che almeno qualcosa restasse...
"..."
" Di individui
a cui nessuno in
verità,e per questo finiti in quel modo, importava niente.
Ma a
lei si e per questo nacque il Vuoto. La sua condanna meno profonda che
tutti qui accettarono, e che io condivido e attuo. Ma come
per gli
animali e cosa gli veniva fatto, lei non si dava pace per quello che
cèra nel mondo e non capiva come non vi fosse una
società
meritevole del suo riconoscimento e interesse per il male, solo
buttarlo in certe zone e stop. QUaluqnue paese ha una
società fallata, all'apparenza migliore e moderna, che vede
le
persone come le vediamo noi, ma in realtà non è
così. E poi vedeva come quella gente che si definiva giusta,
civile, sdegnasse le persone finite nel fango a causaproprio
di tutti e come accettavano e seguono mentalità ritardate.
Vedeva
donne distrutte nel fisico e mente da cosa accadeva su di
loro, e
nessuno faceva niente, non aiutavano loro come altre persone finite
nelle zone peggiori della città o agli angoli. la gente si
vantava del lato splrendente della loro becera società ma
sputavano su altre persone finite dall'altra parte di quel riflesso
opulento. Se no nhai soldi, non vali. E chi li aveva era
puntualmente,
dati statistici alla mano, parte della gente che eveva fatto cose
orribili schiacciando gli altri, ma considerata. Io stessa dopo cosa ho
voluto vedere,
come lei e lo seppi dopo, ho deciso di fare qualcosa e spendere parte
edl mio tempo per cambiare quella società dai bassifondi.
Quello
che ho fatto a certa gentaglia e ragazzini imbecilli, non mi
porta a
pentirmi ne reputarmi una persona orribile. Perchè se la
gente
non fa nulla, e parecchi arrivano pure a dire che le cose vanno
così perchè lo vuole Dio,
proclamandosi brava gente
religiosa e poi urlando puttana o miserabile a chiunque, merita solo il
peggio. Sono peggio di me.L'umanità fa schifo e va smepre
peggio
e non l odico per cattiveria, ma per quello che vedo. Ho occhi e
orecchie ovunque, e ogni giorno ricevo resoconti di tutto
quello che
accade nel mondo ed è dastar male veramnete. Jd mi disse che
dopo cose che Lia vide, con i suoi occhi, anche di presenza,
il suo
umore peggiorò e la sua idea di un cambiamento radicale
divenne... più forte. Lei però non accettava
molto l'idea
del transumanesimo e quello in cui Milan sta lavorando con David,
seppur diede una mano, sprando che davvero fosse usato per il giusto.
Io penso che se l'umanità invece di migliorare va smepre
più giù, cosa cè da salvare oltre il
piano
materiale? Quanto dei miei sforzi davvero ripaga? A volte mi sembra
come l'ossigeno che ci danno gli alberi e la loro ocntinua
deforestazione, un confronto che avrà un solo vincitore..."
"Capisco cosa stai
dicendo, ma cosa voleva fare Lia per preparare il mondo a un nuovo
passo umano?"
"Lascia stare, la cosa
ora che mi importa è che tu comprenda
anche questa novella e... come la vediamo io e Milan. E cosa
può
comportare questi studi sul cervello e l'umanità nel futuro"
"Hai paura di cosa?"
"Che dopo la brama e la
pazzia dell'essere umano per la tecnologia,
social, smartphone degli ultimi anni si... ho paura di questo mondo
moderno e sempre connesso, ma sempre più
distaccato
dall'umanità. E' come se fossero tutti robot, feroci nel
network
e crudeli nella realtà. Perfino le maschere del passato
stanno
peggiorando. E io mi sento sempre più sola in un mondo che
non
mi piace, e intendo se volessi andar là fuori e mi domando
come si sentisse Lia quando definiva le luci blu
e verdi così fredde e piatte, da no ntrovare
riparo nel cammino
futuro..."
"Ti senti sola
normalmente o solo quando vedi la società là
fuori?"
"..." guardandolo
sbattendo le palpebre "non so più cosa
pensare. Perchè ora, per colpa tua, se non cè
qualcuno
vicino, mi sento come sperduta in enorme ambiente deserto e
no nso
più cosa pensare. O quali siano più le mie paure"
"Ti senti sola se non
cè nessuno?" domandò cercando di capire il senso
"Da quando ti sei
imposto come mio amico, quella solitudine che
accettavo e mi faceva sentire bene è come stata spazzata
via, e
se non ho con me quei tre o Jd, o non sono qui come ora...
mi sento
vuota. Ed è colpa tua..."
"Vedrò di
capire se è una cosa positiva o negativa, e
vedremo insieme come sistemare la cosa... se vuoi davvero come hai
fatto con tutte le tue paure affrontarle" vedendola sorpresa "prendila
come la paura delle altezze e l'addestramneto che hai fatto per almeno
riuscire a..."
"Quello... è
diverso. Non so neanche io perchè mi agito
appena sono sola, ma la colpa è tua e mi dici di superarlo
insieme?"
"Si... come hai aiutato
me, ma questa volta lo faremo insieme. Siamo o
no migliori della gente là fuori?" vedendola basita "e ora
voglio copiare questo testo, metti per favore quella canzone che
ascolti sempre, così imparo meglio a pronunciare
quella lingua"
"Non sei arrabbiato o
offeso perchè ti ho detto che è colpa tua,
se mi sento così?"
"Secondo te,
perchè io vengo sempre qui appena posso?" alzandosi
e accendendo il dispositivo sul comodino, che dalla microsd
riproduceva
i brani salvati all'interno "perchè passo le sere qui invece
di
camera mia, o non faccio più tarda notte tanne pochi casi,
con i ragazzi alle gradinate , ma
torno un paio d'ore prima e sto qui?"
"Cosa?" ma lo vide
risersi sul tappeto con le gambe incrociate a
copiare qualcosa mettendoci impegno, rstando ad abbracciarsi le gambe e
incapace di acchiapapre qualcuna delle domande che la assillavano nella
testa, e trovarvi risposta.
"...Capirei la mia vita,
Scoprendo dentro di me....Allo stadio, in un
bar, in un gesto affettuoso....Che non ci capita mai...Vorrei regalarti
un mondo diverso
Che ha fatto la pace con
la sua crudeltà...Per arrivare più su ,Di questa
piccola vita..." canticchiava lui cercando di usare bene la penna,
scrivendo.
Kianta
sospirò, rimase in quella posizione per un pò
sentendolo cantare, e cercare di trovare il modo di
pronunciare
correttamente l'italiano del brano. Invece di leggere, le era passata
la voglia, restò là a fissarlo impegnato in ogni
fibra a migliorare, domandandosi cosa avrebbe fatto Lia
o una qualuqnue persona normale in una situaizone del genere, dove
aveva davanti una persona che non odiava e sembrava agire
più
per istinto che altro. E si imponeva nella sua vita. E lei non riusciva
ad allontanare come aveva fatto con gli altri.
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