Vetri Appannati

di fenice64
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Lo so come ti senti. È come essere dietro un vetro, non puoi toccare niente di quello che vedi.

Ho passato tre quarti della mia vita chiuso fuori, finché ho capito che l’unico modo è romperlo.

E se hai paura di farti male, prova a immaginarti di essere già vecchio e quasi morto, pieno di rimpianti.
(Andrea De Carlo)

 

Non esistono due momenti simili di solitudine,

perché non si è mai soli nello stesso modo.
(Henri Bosco)

 

 

Due esistenze.

Due solitudini.

Due vite destinate forse a non incontrarsi mai.

Due individualità.

Due persone.

Una da una parte, una dall’altra.

Un vetro appannato,

trasparente fragile barriera,

divide i volti dalle voci

che smarriscono la loro definizione.

E più ci si avvicina,

poggiando la mano sul vetro

 afferrandone tutto il gelo,

più l’appannamento tende a rendere

maggiormente confuso e irriconoscibile

ciò che sta al di là del vetro stesso.

I contorni diventano sempre più sbiaditi,

perdendo la percezione della realtà di quanto sta accadendo.

Consistenza di essere

che sfuma fino a smarrirsi

nell’oblio del senso di sé.

 





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