From dusk till dawn, I am right here.

di Anguria21
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Il giorno dopo, ci riuniamo tutti a casa mia anche per non far fare molti sforzi a Erica. E' una rompi balle ma ha solo carenza di affetto e attenzioni. Posso provare a capirla. Ci riuniamo tutti dopo scuola a casa mia, così possiamo mettere in atto il piano alla perfezione. Sicuramente, Jackson continuerà ad attaccare i suoi obiettivi finché il suo burattinaio non sarà soddisfatto o finché non si stancherà di questo potere che tiene tra le mani. 

-Come hai dormito questa notte senza di me?-mi chiede Derek stringendomi al suo petto e risvegliandomi dai miei pensieri.

-La parte destra del mio letto era fredda questa mattina ma non è che abbia dormito più di tanto.- dico prima di bere un sorso del mio caffè.

-Come mai?- chiede voltandomi verso di lui e prendendo la tazza dalla mie mani prima di bere il MIO caffè.

-Ogni due ore ho dovuto cambiare le bende al braccio a Erica perché non smetteva di sanguinare. Verso le quattro del mattino ha iniziato a sanarsi e anche l'osso è tornato al suo posto. Non ho preso sonno fino alle 5 ma poi alla 6 è suonata la sveglia e ho buttato tutto in aria. Menomale che il lavoro mi ha tenuta occupata se no mi addormentavo sopra uno dei lettini di metallo.- dico riprendendomi la tazza con il caffè quasi finito.

-Vuol dire che quando tutta questa storia finirà noi ci prenderemo una bella vacanza, che ne pensi?- dice posando le braccia sopra le mie spalle e avvicinandomi il più possibile al suo corpo. Tanto che devo 'abbracciarlo' per non versargli sto benedetto caffè addosso che non riuscirò mai più a finire.

-Mi sembra un'ottima idea ma andiamo con calma, okay?- gli rispondo e vedo che vuole ribattere ma Erica entra in cucina.

-Scusatemi.- dice leggermente in imbarazzo.

-No, tranquilla. Tieni ho preparato il caffè anche per te.- dico porgendole una tazza che stava sopra il bancone della cucina.- se vuoi lo zucchero e sopra la mensola. I ragazzi dovrebbero arrivare tra poco.

-Grazie.- dice lei afferrando la tazza.- non solo per il caffè ma anche per ieri sera e per stanotte.

-Non c'è di che. Va bene così.

-Come ti senti?- le chiede Derek non staccandosi troppo da me.

-Molto meglio. Allora, che si fa?- chiede sedendosi al bancone. Sto per risponderle ma Isaac, Scott, Stiles e Allison entrano in casa.

-Non si usa più bussare, vero?- chiedo retoricamente.

-Da quando porti gli occhiali?- chiede Isaac.

-Ti sembra questa la prima cosa da chiedere?- domanda Stiles. Poi si rivolge a Erica.- Come ti senti?

-Molto meglio, grazie.- gli sorride lei.

-Allora?- domanda Scott

-Allora, Jackson non è stupido ma sicuramente la persona che lo manipola avrà qualche punto debole che assolutamente dobbiamo scoprire.- inizia Derek.

-Ma se non sappiamo chi è la persona che lo manipola, come facciamo a scoprire i suoi punti deboli?- chiede Allison.

-Beh, di solito i manipolatori non si allontanano di molto dai loro burattini. Tendono a sorvegliarli da vicino per non rischiare che facciano qualche errore. Quindi se Jackson ha puntato già la sua prossima preda e la seguirà, burattinaio sarà li. Basta collegarlo nei luoghi dei vari omicidi e sapremo chi è.

-Quindi come ci dividiamo?- chiede Erica.

-Due di voi dovranno cercare informazioni, uno di voi seguirà Jackson mentre gli ultimi due si divideranno: uno resta con Derek e l'altro si riposa a casa fino alla sera dell'attacco.

-Scott, tu seguirai Jackson. Vedi dove va e cosa fa. Tieni gli occhi aperti su tutto e su tutti. Allison e Stiles, voi andate dai vostri genitori. Chiedete moltissimo e assimilate altrettanto. Isaac, tu verrai con me. Vediamo quello che riusciamo a trovare in giro mentre Erica tu starai a casa finché non sapremo dove Jackson è diretto e chi è la prossima vittima. Successivamente, potrai entrare in azione.- dice Derek riferendo a tutti i loro compiti.

-Io andrò a lavorare insieme a Deaton e vedremo di scoprire come fermare questa creatura. Scott, Derek passerà da noi appena avrà finito e quando noi sapremo qualcosa in più. Con gli altri ci aggiorneremo telefonicamente.- dico e tutti poi vanno per la loro strada. Isaac accompagna Erica al 'covo' e Derek si ferma due minuti in più.

-Appena sai qualcosa mi avverti subito?

-Se mi prometti, di stare attento.- gli dico con tono serio.

-Sono sempre attento, lo sai.- dice avvicinandosi a me.

-Questa volta devi esserlo più del solito.- dico aggrappandomi con tutte le forze alla sua maglietta.

-Te lo prometto.- dice, anche lui, con un tono serio. Dopo pochi istati, mi lascia un leggero bacio sulla fronte ed esce da casa mia.

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Verso sera io, Scott e Deaton siamo ancora alla clinica veterinaria a cercare di capire come fermare il kanima e chi lo controlla. Nel bel mezzo della sera, Derek mi manda un messaggio dicendo che si trova davanti la clinica, così mando Scott ad aprire e sento tutto quello che si dicono.

-Che ci fa qui?- chiede Scott

-Mi serve.- dice Derek riferendosi a.. Isaac. Beh, doveva stare con lui e così è stato.

-Non mi fido di lui.- ribatte Scott.

-Si, beh.. neanche li si fida di te.- lo punzecchia Isaac.

-Ma a Derek questo non interessa affatto.- dice il diretto interessato parlando di se stesso. Ma che cazzo stanno dicendo?

-Certo, perché nel mezzo c'è la bambolina.- dice ironico Isaac riferendosi a me. Lo prederò a pugni qualche giorno.

-Dov'è il veterinario? Ci aiuterà o no?- chiede ancora Derek.

-Dipende. Il vostro amico.. progettiamo di ucciderlo o di salvarlo?- chiede Deaton appoggiandosi allo stipite della porta con me al suo fianco.

-Salvarlo./Ucciderlo.- dicono insieme Scott e Derek e alla fine si guardano.

-Salvarlo.- dice Scott a Derek e poi si rivolge a Deaton.- di salvarlo.

-Il nostro Scott sa essere molto persuasivo.- dico entrando dentro la sala 'operatoria' seguita da tutti.

-Non più di te.- dice Isaac ma sento che qualcosa lo colpisce. La mano di Derek.

Ci schieriamo tutti davanti al tavolo. Io e Deaton alla destra mentre gli altri difronte a noi. Alan posa una scatola con delle boccette di vetro sul tavolo e ne prende una. Isaac sta per tocca, lui e la sua mania, ma Derek lo blocca.

-Fai attenzione a quello che tocchi.

-Allora.- inizia Isaac portandosi al livello delle scatole mentre Alan controlla le boccette.- tu saresti una specie di strega?

-Mio dio, quanto puoi essere idiota.- dico io con leggero disgusto facendo spuntare un leggero sorriso sul volto di Scott. A quanto pare al ragazzo non piace proprio il 'nemico'.

-No. Io sono un veterinario.- gli risponde convinto Alan. Poi fissa Derek.- Sfortunatamente qui non c'è niente che possa essere efficace contro una tossina paralizzante.

-Qualche suggerimento?- chiede Derek ma Isaac deve mettere sempre la sua, ovviamente.

-E se invece usassimo le maniere forti?

-Ci abbiamo già provato. Gli ho quasi staccato la testa e Argent gli ha svuotato addosso l'intero caricatore ma non ha funzionato.- spiega e mi trovo a dargli ragione.

-E' vero. E' caduto a terra ma subito dopo si è rialzato come se niente fosse.

-Ha mostrato qualche debolezza?- chiede Alan.

-Una: non sa nuotare.- risponde Derek.

-E questo vale anche per Jackson?

-No.- interviene Scott.- E' capitano della squadra di nuoto.

-Quindi state cercando due persone.- dice Alan.

-Come avevamo sospettato.- confermo seria io.

-Un burattino e un burattinaio.- dice Alan mostrandoci una medaglia con le stesse facce. Poi la poggia sul tavolo.- uno ha ucciso il marito, l'altro ha dovuto occuparsi della moglie. Sappiamo perché?

-Per me Jackson non ne sarebbe capace. Sua madre è morta incinta, forse è stata uccisa. Non avrebbe lasciato che capitasse a qualcun altro.- dice Scott.

-Come sappiamo che non fa parte del gioco? Il kanima uccide gli assassini. Se Jackson uccidesse la madre, morirebbe anche il bambino.- interviene Isaac intelligentemente.

-Perciò tuo padre era un assassino?- gli chiede Scott ma io lo ammonisco.

-Scott!

-Non ne sarei affatto sorpreso.- dice invece il biondo con tranquillità. 

-Un attimo.- dice Alan.- il libro dice che sono legati, giusto? E se la paura dell'acqua non venisse da Jackson ma da chi lo controlla? Se per caso qualcosa che ha effetto sul kanima.- dice e poi cerchia la medaglia con una polvere.- lo avesse anche sul suo padrone?

-Che vuol dire?- chiede Isaac.

-Che possiamo catturarli.- diciamo insieme io e Scott e Alan annuisce.

-Bene, direi di andare. Ma prima, Scott che hai scoperto?

-Jackson stava comprando un biglietto per una festa e si comportava in modo strano. Penso che la prossima vittima sia proprio li.

-E lui come fa a sapere che sarà lì?- chiede Derek

-Perché a quanto pare ci andranno tutti.- die Scott.

-Bene, allora, andiamo. Voi dovete andare a scuola domani e noi dobbiamo lavorare. Quindi, smammare. Ci vediamo domani, Alan.- dico prendendo borsa e giubbotto uscendo fuori. Quando sono davanti la macchina, vengo fermata da un braccio. Derek.

-Accompagno Isaac e poi passo da te?- chiede non lasciando il mio braccio.

-Come vuoi, grande capo.- dico sorridendo prima di salire in macchina e dirigermi verso casa.

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Il giorno dopo, alla fine della scuola, Scott e Stiles si presentano allo studio veterinario e Alan consegna qualcosa a Scott per anestetizzare Jackson.

-Ketamine? 

-La stessa sostanza che usiamo per i cani ma è in dosaggio maggiore. Se riesci ad avvicinarti a Jackson, dovrebbe rallentarlo così guadagneremo tempo. E questa la useremo per creare una sorta di barriera. Questa è per te, Stiles.- conclude Alan con la stessa boccetta di ieri in mano. Ma Stiles lo guarda in un modo strano.- Solo per te.

-Ehm.. sembra una cosa stressante. Non potremmo trovare un compito meno stressante per me?- chiede ma Scott lo guarda e piano piano si ricrede.

-E' polvere di frassino che in molte culture è ritenuta una protezione per il sovrannaturale.  Questo studio è rivestito di frassino per rendere difficile a qualcuno come Scott o Maggie di causarmi dei problemi.- dice Alan

-Più Scott che me.- puntualizzo io.

-Va bene, perciò io che faccio?- chiede il ragazzino.- La spargo in torno all'edificio così che né Jackson né chiunque lo controlli possano uscire?

-Saranno in trappola.

-Non sembra difficile.- lo incoraggia Scott.

-Ma non è tutto. Pensala come polvere da sparo. E' solo polvere finché una scintilla non la innesca. Tu devi essere quella scintilla, Stiles.

-Se vuol dire che devo darmi fuoco, non credo di essere pronto.- dice lui in modo serio.

-Fammi provare un'analogia diversa. Io giocavo a golf. I giocatori migliori non fanno uno swing senza aver pensato dove deve andare la palla, ce l'hanno già in mente e la loro mente prende il controllo. Può essere davvero straordinario quello che si riesce a are con la forza di volontà.

-Forza di volontà.- ripete Stiles.

-Hey, per far si che questa cosa funzioni, Stiles, devi riuscire a crederci.

-Siamo tutti nelle tue mani.- confermo io. Lui sospira e annuisce ma non sembra molto convinto.
 

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Quando arriva la sera, ci dirigiamo tutti sul posto. Isaac e Erica entrano dentro lo stabilimento insieme al resto dei ragazzi per operare direttamente su Jackson mentre io e Boyd restiamo fuori a sorvegliare che le cose con Stiles vadano bene. Ovviamente, qualcosa si deve metetre sempre nel mezzo e in questo caso è un qualcuno. Chris Argent e la sua squadra.

-Derek, fatti da parte.

-Farmi da parte? Non sai dire di meglio?- chiedo provocandolo.- Devo essere sincero, Chris, mi aspettavo una frase a effetto dal cattivissimo, grande capo dei cacciatori.

-Okay, bene.- dice lui sorridendo.- Senti questo: ti hanno mai detto di non presentarti con i soli artigli a uno scontro a fuoco?- chiede mentre gli altri caricano le armi.

-Questa non era niente male.- dice Boyd e io mi infastidisco leggermente anche se non lo do a vedere. Poco dopo i cacciatori iniziano a sparare mentre noi ci ripariamo dietro un muro e un bidone della spazzatura. Boyd esce allo scoperto e inizia ad attaccare i cacciatori che sono più avanti. Io lo seguo e con qualche mossa i cacciatori sono KO. Due di loro, purtroppo, riescono a prendermi con i taser elettrici ma riesco a liberarmi e farli sbattere uno contro l'altro. Le cose non vanno bene ne per noi ne per loro e in più ho una strana sensazione di mancanza. Devo fare andare via Boyd.

-Ho smesso di guarire.- mi avverte lui.

-Le pallottole sono piene di strozzalupo. Devi andare. Prendi l'auto.

-E che farai tu?- chiede lui.

-Devo trovare Scott e Maggie. Va.- gli intimo e poco dopo lui va via dolorante. Quando riesco a liberarmi di Argent, corro verso l'ingresso e trovo Stiles che esce in quel momento.

-Hey, ehm.. dentro abbiamo perso Jackson.- dice facendomi voltare di scatto verso di lui.- dice ma l'arrivo di Erica e Isaac che non possono uscire lo blocca.

-Oh mio dio, funziona. Oh! Si, servo a qualcosa.- dice vantandosi di se stesso ma qualcosa non mi torna. La sensazione che qualcosa sta andando davvero male continua a percorrermi la pelle. Poco dopo, sentiamo tutti un ringhio di dolore e terrore insieme.

-Scott..- sussurro.

-Come?- chiede Stiles.

-Spezzalo.- dico categorico.

-Come? Non esiste.

-Scott sta morendo.- dico arrabbiandomi sul serio.

-Che cosa? Come fai a saperlo?

-Oh dio, Stiles. Lo so e basta adesso spezzalo.- dico ancora più arrabbiato. Maggie potrebbe essere con lui, dato che non lo lascia mai in queste situazioni. Lui, finalmente, mi ascolta e spezza la barriera di frassino. Corro il più velocemente possibile dentro la struttura e quando apro la porta qualcosa mi stordisce. Strozzalupo. Vedo Scott e Maggie svenuti li a terra e cerco di portarli via ma un pugnale mi trapassa le spalle. Mi giro e combatto contro qualcuno che all'inizio non riconosco, poi la vedo meglio e capisco che è la madre di Allison. Combattiamo ma involontariamente qualcosa entra in contatto con i miei denti che stringono forte. Vengo spinto verso i corpi e quando mi giro, lei non c'è più. Prendo prima Scott e lo stendo le parcheggio fuori e poi corro dentro a prendere Maggie. Con l'aiuto di Stiles, riusciamo a portare Scott e Maggie da Alan, e successivamente quest'ultimo riesce a convincere Stiles a tornare a casa. Medica prima il mio taglio. Poi si dedica a Maggie e successivamente a Scott che piano piano si riprende.

-Grazie.- gli dico sinceramente e poi mi siedo sulla sedia vicino al lettino di Maggie appoggiando la testa sul suo fianco.





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