Green eyed monster
Titolo:
Green eyed monster
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot
[ 1252 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Damian
Bruce Wayne, Jonathan Samuel Kent
Rating:
Giallo
Genere: Generale,
Slice of life
Avvertimenti: What
if?, Slash
Solo i fiori sanno: 36.
Rosa gialla: gelosia
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
Se c'era
una cosa che Jon non aveva mai capito, era la gelosia.
Non era mai riuscito a spiegarsi come le
persone
potessero provare un simile sentimento, e il fatto che fosse per
metà alieno non c'entrava assolutamente niente.
Semplicemente,
era irrazionale provare un sentimento del genere verso un'altra
persona, quello stato d'ansia e rabbia che sembrava divorare vivi
dall'interno e scorrere nelle vene ad un ritmo martellante. Allora
perché, mentre guardava Damian ridere - Damian sapeva ridere
in
quel modo?! - con un suo compagno di università, un braccio
di
lui intorno alle spalle del suo amico, il contatto dei loro corpi
così vicino che poteva avvertire come la cosa rendesse
irregolare il battito cardiaco di Damian, sentiva una strana fitta
all'altezza dello stomaco?
Non aveva alcun motivo di essere geloso, lo sapeva. Damian era una
persona che si impegnava fino in fondo in una relazione - qualunque
tipo di relazione fosse - e non avrebbe mai fatto niente alle spalle di
nessuno, poiché il solo pensiero di aprirsi o avvicinarsi a
qualcuno di
cui non gli importasse per lui era inconcepibile; quindi Jon sapeva che
quei suoi modi di fare facevano semplicemente parte della facciata che
Damian Wayne, brillante figlio di Bruce Wayne e futuro chirurgo,
regalava a gran parte del mondo. Anche a quel ragazzo che aveva appena
fatto scivolare il braccio intorno ai fianchi di Damian.
Le
palpebre di Jon, stavolta, si assottigliarono. Strinse il manubrio
della moto e lo piegò senza rendersene conto, vedendo Damian
arcuare un
sopracciglio e allontanare il braccio con una certa stizza. Se solo
avesse voluto, Jon avrebbe anche potuto sentire cosa si stessero
dicendo, ma si sentiva già in colpa per aver violato la
privacy
dell'altro e aver usato la sua vista a raggi X per guardare dentro
l'edificio. Oh, ma non l'aveva fatto per un motivo in particolare.
Semplicemente, era arrivato in moto - ogni tanto poteva comportarsi
come un ragazzo normale, soprattutto se doveva andare a prendere il suo
giovane fidanzato -, aveva sentito un picco nel battito cardiaco di
Damian e si era preoccupato, salvo poi trovarlo in aula con un sorriso
sornione dipinto in faccia per la riuscita operazione che aveva fatto.
Simulazione o meno che fosse. Jon si era quindi tranquillizzato,
capendo che quel battito accelerato era semplice eccitazione per
qualcosa di ben riuscito, ma poi era arrivato quel tipo che, dopo
quelli che erano parsi complimenti, non aveva capito l'antifona e se ne
stava ancora appiccicato a Damian.
Jon allentò la presa sul
manubrio, altrimenti avrebbe rischiato di accartocciare tutta la moto
con la sua super forza. E non aveva intenzione di doverne comprare
un'altra solo perché un idiota cercava di flirtare con
Damian. Ma, sì,
era geloso. A quella consapevolezza, si stupì del fatto di
aver provato
un'emozione così particolarmente umana, mezzo kryptoniano o
meno.
Dannazione, era geloso! Shakespeare, lo stesso Shakespeare che Damian
amava tanto citare - non
avrebbe chiamato il suo cane Tito, altrimenti -, aveva chiamato la
gelosia "mostro dagli occhi verdi". Ebbene, in quel momento Jon avrebbe
potuto scommettere che fossero rossi e fumanti e traboccanti di potere,
non certo di quel bel colore smeraldo in cui lui si era sempre perso
durante le serate in cui non erano coperti da una maschera.
Con un'imprecazione, si diede dell'idiota. Damian sapeva cavarsela da
solo e comunque quel tipo di gelosia era stupida - oh, insomma, Damian
non andava mica all'università per flirtare, no? E poi tra
amici ci si
abbracciava, andiamo, lui l'aveva fatto spesso, e quello era solo un
amico che stava abbracciando Damian, si convinse -, quindi si stava
preoccupando per niente. Fu sul punto di smettere di osservare quando,
approfittando del fatto che Damian avesse preso la propria tracolla e
gli avesse dato le spalle per incamminarsi, quel ragazzo lo
placcò da
dietro e gli avvolse bellamente entrambe le braccia intorno al petto,
poggiando le mani sul bacino; non seppe se fosse stato lui ad
irrigidirsi subito o Damian stesso, data l'espressione dipinta sul suo
viso - gli occhi spalancati, il volto contratto, l'aria omicida che
sembrava scaturire -, ma Jon dovette attingere a tutto il suo
autocontrollo per non entrare come un fulmine e staccare quelle mani
lui stesso... forse facendo anche scoppiare le ossa di qualche dito
come dei palloncini, era ancora da decidere.
Non ci fu bisogno
del suo intervento, però. Dopo avergli pacatamente detto di
lasciarlo
andare - okay, va bene! Aveva usato anche il suo super udito, e allora?
- e che non era interessato, Damian aveva poggiato una mano sul braccio
del ragazzo, pronto a levarselo di dosso lui stesso, ma quest'ultimo
l'aveva preso come un invito per spingersi più vicino,
replicando che
l'aveva visto mentre lo fissava durante la lezione e che se avesse
voluto avrebbero potuto tranquillamente appartarsi da qualche parte
mentre lo costringeva a girarsi verso di lui, quasi labbra contro
labbra. Le palpebre di Jon si erano spalancate in simultanea a quelle
di Damian e, con gli occhi infuocati - la gelosia era tornata, ma che
poteva farci? Chiunque sarebbe stato geloso, in quel momento! -, si era
preparato a scattare per far capire a quell'idiota che stava osando un
po' oltre, ma Damian aveva reagito prima ancora che lui potesse anche
solo pensare di muovere un passo.
Un
pugno sul naso e un richiamo dopo - Jon aveva sentito distintamente la
cartilagine del tipo schiantarsi contro le nocche, prima che un
professore li beccasse -, Damian l'aveva raggiunto fuori,
scendendo le
grandi scalinate di pietra dell'università con aria
oltremodo
infastidita: il suo labbro inferiore era rivolto all'ingiù,
il naso
vagamente arricciato; le folte sopracciglia aggrottate e l'espressione
dura del suo volto aveva sostituito l'aria soddisfatta che aveva avuto
fino a quel momento, soprattutto perché per colpa di
quell'idiota aveva
quasi rischiato di essere espulso, ma quando vide Jon i suoi lineamenti
si rilassarono un po', e Jon fu sul punto di scommettere di aver visto
persino un sorriso.
«Contrattempo», disse
Damian, accettando il casco che gli venne offerto qualche secondo dopo.
«Aspetti da
molto?»
«No», mentì Jon, ma qualcosa nella sua
voce parve tradirlo, poiché
Damian arcuò un sopracciglio prima di scrutare la sua
figura; contro
ogni aspettativa, però, sbuffò ilare come se
nulla fosse.
«Quindi il manubrio si è piegato da
solo».
Jon boccheggiò, preso alla sprovvista. Accidenti, si era
dimenticato
che avrebbe sicuramente notato i danni visibili, e lui non aveva di
certo fatto un granché per nasconderli. Detective o meno che
fosse,
Damian aveva sempre avuto un certo spirito di osservazione per tutto
ciò che lo circondava, come aveva anche solo pensato di
poterla fare
franca e di aspettarsi che non notasse un dettaglio del
genere. «Io...»
cominciò, ma Damian gli batté una mano sul
bicipite per
rivolgergli uno di quei soliti ghignetti da so-tutto-io che la
gente odiava... ma non lui. Beh, non
sempre.
«Tutto a posto, J», replicò
semplicemente e, incurante del fatto che
fossero ancora fuori dall'università e che gli altri
studenti stessero
uscendo a loro volta, si mise il casco sottobraccio e si
alzò sulle
punte - Jon sapeva quanto Damian odiasse farlo, ma trovava comunque la
cosa molto dolce - per potergli sfiorare le labbra con un soffice bacio
prima di fissarlo con quegli occhi così verdi e traboccanti
di, Jon ne
era certo, puro amore. «Sei
la sola persona che può osare abbracciarmi a quel
modo».
Jon sorrise imbarazzato, sentendosi un
idiota. Non aveva motivo di essere geloso.
«Uhm. Però non sei
stato sincero, D»
«Mh?»
«Non
è vero che sono l'unico che può osare
abbracciarti così. Come la mettiamo con Dick?»
«Richard
può. È mio fratello. Non sarai geloso di Richard,
vero?»
«Di Dick? Fossi matto, non voglio
inimicarmi mio suocero»
_Note inconcludenti dell'autrice
Ed
eccoci qua giunti alla fine.
Jon di solito non è esattamente un tipo geloso,
però ogni tanto riesce a far trasparire quei momenti in cui
fa trasparire quello che prova e lascia che siano i suoi sensi e i suoi
poteri a cogliere le distorsioni nella forza (fa tanto STar Wars ed era
una cosa estremamente voluta, in fondo Jono e Dami sono due fantastici
nerd)
Ultimo, ma non meno importante, una spiegazione veloce. Le frasi finali
in corsivo sono una scenetta bonus di Shun Di
Andromeda,
erano troppo carine per non inserirle e quindi eccole lì
nella
loro intera bellezza. Poor Jonno, con Dick non c'è vittoria ♥
Commenti
e critiche, comunque sia, son sempre accetti
A presto! ♥
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