Capitolo
4
Vecchi
amici
Azaele volava veloce sopra i tetti di
Roma. Era arrabbiatissimo, non riusciva ad accettare che Safet avesse
potuto nascondergli la verità per tutti quei millenni.
Era talmente perso nei suoi pensieri
da non accorgersi di una collega che volava nella sua direzione e che
non fece in tempo ad evitarlo. I due demoni si scontrarono così
forte che la demone perse conoscenza e precipitò nell'acqua
gelida del Tevere.
Azaele imbarazzato e dolorante si
tuffò in acqua per recuperarla e la adagiò su una
banchina. "Sono mortificato non ti avevo visto!" si scusò
imbarazzato quando lei riprese conoscenza. La demone lo osservò
più stupita che arrabbiata.
Era giovane e piccolina di statura,
aveva il viso tondo e simpatico, due occhi color nocciola chiaro
spruzzati di pagliuzze verdi e gialle e un fisico rotondetto che gli
ispirò tenerezza. La veste nera dai bordi dorati era
completamente fradicia, ai piedi portava un paio di sandali neri
zuppi d'acqua.
"Non fa niente, non l'hai fatto
apposta!" rispose la piccola demone tremando, un po' per lo
spavento e un po' per il freddo.
"Ma tu non sei Azaele, l'amico
dell'angelo Michele?" domandò un po' titubante.
"Si, ma tu come fai a sapere chi
sono? Non mi sembra di conoscerti!" rispose stupito il demone.
"Non credo proprio ci siano altri
colleghi che vanno in giro con un giaccone e un cappello da marinaio!
Non te ne separi mai?" rispose lei.
"Quasi mai. Me li ha regalati un
umano a cui ero molto affezionato, sono diventati i miei
portafortuna! E tu come ti chiami?"
"Adel, piacere!" rispose la
demone porgendogli la mano.
Azaele la strinse e notando che Adel
tremava propose "Senti, vorrei scusarmi per il tuffo nel
Tevere. Perché non vieni da me, ti fai una doccia e intanto
che laviamo la tua veste ti offro qualcosa di caldo!"
Adel rimase molto colpita dalla
premura dimostrata da Azaele, di norma i demoni non sono affatto
gentili e dopo uno scontro del genere al massimo si sarebbe aspettata
di ricevere uno sgarbato "Guarda dove voli, idiota!". Non
delle scuse sincere e men che meno un invito a bere un tè o
una cioccolata calda. La situazione la mise terribilmente a disagio,
lei era in missione per scoprire se davvero Azaele aveva messo al
mondo un figlio e fare rapporto al suo capo, Akenet, che molto
probabilmente avrebbe organizzato il rapimento del bambino e magari
ordinato di eliminare sia Azaele che la sua ragazza umana.
D'altra parte, era anche vero che
accettare l'invito di Azaele le avrebbe permesso di concludere la sua
missione più velocemente del previsto. Sarebbe tornata dal suo
capo e avrebbe cercato di dimenticare prima possibile di essere una
persona orribile, capace di tradire la fiducia di uno dei pochi
demoni che avesse conosciuto capace di mostrare un po' di gentilezza.
Sospirò sperando che si trattasse solo di un altro errore di
Radael!
"Va, bene. Ti ringrazio, mi fermo
da te volentieri!" disse senza riuscire a guardare Azaele negli
occhi.
Il demone sorrise "Figurati è
il minimo!"
Adel pensò che dopo quella
missione molto probabilmente si sarebbe meritata di tenere compagnia
ai dannati del Girone dei traditori.
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Azaele atterrò sul balcone
della cucina, diede un'occhiata all'interno e una volta constatato
che Arianna non c'era si rivolse ad Adel "Ok, l'amica umana di
Alba non sembra essere in casa, possiamo entrare e renderci visibili,
senza le ali e il resto però. Arianna potrebbe tornare
all'improvviso!"
"Ok" rispose Adel
nascondendo le ali e l'aureola spezzata.
Una volta entrati furono accolti da un
demone dai capelli rossi piuttosto imbronciato, che Adel conosceva
abbastanza bene, e da un angelo biondo dagli occhi azzurri
dall'aspetto teso che le rivolse uno sguardo sospettoso.
"Bu… buonasera!"
salutò la demone a disagio di fronte a Michele.
Azaele presentò Adel fingendo
di non aver notato che tra Sael e Michele c'era una strana tensione,
come se fossero stati interrotti mentre litigavano. "Ragazzi,
lei è Adel. Ha fatto un tuffo nel Tevere per colpa mia e così
ho pensato di farmi perdonare invitandola a casa per fare una doccia
calda e bere una cioccolata mentre la sua veste si lava e si
asciuga!".
"Ciao Adel. È da parecchio
che non ci vediamo!" esclamò Sael.
Azaele osservò Adel confuso "Vi
conoscete?"
"Si, lavoravamo insieme nel Terzo
girone, prima che Sael venisse promosso alla Gestione
utenti esterni rispose
Adel.
"Oh! L'inferno è davvero
piccolo!" commentò Azaele stupito. "Alba è
ancora in camera sua?" domandò poi.
"Si, oggi non si sente bene!"
rispose Sael.
"Lo so" sospirò
Azaele. "Vado a chiederle come sta e se mi presta un
accappatoio o un asciugamano da doccia. Michele ci prepari una cioccolata delle tue?"
Michele annuì e senza parlare
cominciò ad armeggiare nella credenza. Azaele si diresse verso
la camera di Alba sperando di trovarla meno propensa a usarlo come
bersaglio delle sue bombe infuocate.
In cucina intanto si era fatto un
silenzio imbarazzante, Sael non riuscendo più a sopportare la
tensione salutò Adel e fece per uscire ma Michele lo fermò
irritato. "Puoi anche andartene ma lo sai, vero, che non abbiamo
finito il discorso?"
Sael indossò gli occhiali scuri
e rispose "Comunque adesso non è il momento!"
Michele lanciò uno sguardo ad
Adel che abbassò gli occhi imbarazzata. "No, non è
il momento, almeno su questo sono d'accordo con te!" risposte
nervosamente.
Sael tirò su con il naso e se
andò.
Michele sbatté il barattolo
della cioccolata e mormorò. "Merda, non di nuovo!"
#
Azaele si affacciò alla porta
della camera di Alba dopo aver bussato timidamente e domandò
titubante "Posso entrare?"
Alba, che aveva passato il pomeriggio a
piangere a letto sentendosi in colpa per come aveva trattato Azaele,
si mise a sedere e lo accolse con un sorriso. "Sei tornato!"
Il demone rimase un po' stupito dalla
reazione di Alba, ma ricordando il consiglio di Galletti anziché
fare commenti entrò e disse solo "Mi dispiace, prima mi
sono comportato da vero idiota!"
Alba abbassò lo sguardo e
rispose "Ho esagerato anche io, non c'era bisogno di aggredirti
in quel modo!"
Azaele si sedette sul letto al suo
fianco e la abbracciò. Rimasero un po' in silenzio poi lei
assunse un'espressione divertita e commentò "Certo che il
povero Galletti chissà che avrà pensato quando ho fatto
scoppiare le tazzine in quel modo!"
"Ammesso che se ne sia accorto,
per me era troppo concentrato ad impersonare la Sfinge!" rispose
Azaele sorridendo.
Il sorriso di Alba si allargò
"Poveretto che situazione imbarazzante! Devo dire però
che è piuttosto portato per la recitazione!"
"Metodo Stanislavskij
, tu non interpreti
la Sfinge tu sei
la Sfinge. Robert De Niro gli fa una pippa a Galletti!" aggiunse
Azaele.
I due scoppiarono a ridere come due
ragazzini. Alba però si interruppe all'improvviso e osservando
seria Azaele domandò "Di un po', ma per caso puzzo? Sono
stata chiusa qua dentro tutto il pomeriggio!”
Azaele ammutolì, guardò
Alba dritto negli occhi e… non osò rispondere.
Alba sostenne lo sguardo del suo
ragazzo e quando scorse il panico nelle iridi nere, il suo viso si
distese in un allegro sorriso.
"Paura, eh? Guarda che lo so che
puzzo come una capra tibetana!" disse dandogli una spinta
scherzosa e alzandosi dal letto. “Non so come fai a starmi così
vicino! Vado a farmi una doccia e lavarmi i denti così dopo
possiamo fare pace sul serio!" aggiunse strizzando l'occhio ad
Azaele che emise un sospiro di sollievo e, visto che Alba sembrava di
nuovo serena, provò a porle una domanda potenzialmente
suicida. "Alba, lo so che prima mi sono comportato come un
idiota geloso e infatti mi sono scusato con il tuo collega, ma tu eri
già arrabbiata con me da prima che arrivassi, non è
così?"
Alba si irrigidì per un attimo
che ad Azaele sembrò lunghissimo, quindi emise un lungo
sospiro. Si sedette sul bordo del letto e rispose. "Hai ragione,
il fatto è che stamattina a Sael è sfuggito che tempo
fa hai avuto una storia con Aleniel. Lo so che non stavamo insieme
quando è successo e che non avrei il diritto di essere gelosa,
ma non sopporto il pensiero di te con altre donne, soprattutto se
sono dotate di tette completamente fuori scala!"
Azaele rimase basito, Sael era stato
proprio idiota, come cavolo aveva potuto farsi scappare un notizia
del genere con Alba!
Anche se riflettendoci... tutto
sommato forse era stato meglio che Alba fosse venuta a saperlo da lui
piuttosto che da qualche collega dispettoso o peggio che mai, dalla
stessa Aleniel.
Sospirò e cercò di
giustificarsi. "Non è stata una storia, è stato un
ricatto! Mi ero intrufolato in casa sua per recuperare la spada di
Michele e lei mi ha beccato!"
Alba cominciò a ridere "Aza,
ti rendi conto che sembra l'inizio di un film porno? Il ladro che
viene beccato in flagrante dalla poliziotta super tettona che lo
costringe a soddisfare le sue voglie in cambio della libertà...
"
"Cosa? Bé, in effetti!”
considerò Azaele un po' imbarazzato “Però ti
giuro che è andata proprio così. Lei voleva fare un
dispetto a Michele con cui si era appena lasciata definitivamente!"
"E tu, povero, hai dovuto cedere
al ricatto, eh? Chissà quanto ti è costato!"
domandò Alba continuando a ridere.
Azaele si rese conto che la sua
ragazza lo stava trascinando nel bel mezzo di un campo minato. Esitò
un attimo e poi decise di essere sincero.
"Senti, ammetto che non è
stato un gran sacrificio ed è anche stato abbastanza
divertente. Quando non è scorbutica Aleniel riesce anche ad
essere simpatica. Però se devo essere onesto, non mi sono
sentito a posto con me stesso, lei era pur sempre la ex di Michele e
poi non gliene fregava nulla di me. Te l'ho detto. Voleva solo
prendersi una rivincita su di lui e probabilmente togliersi la
curiosità di andare a letto con un demone".
Alba gli rivolse uno sguardo tra
l'ironico e l'affettuoso.
"Alba, lo sai vero che non me ne
può fregare di meno di Aleniel?" si lamentò
Azaele.
Ma lei non rispose e si passò
una mano sul ventre facendosi seria.
“Stai bene?” domandò
lui preoccupato.
Alba prese una mano del demone e la
strinse forte "Lo sai vero, qual è il reale motivo per
cui oggi sono stata male? Lo hai sentito anche tu… dentro di
me?"
"Alba, ma allora te ne eri già
accorta?"
Lei annuì. "Non possiamo
tenerlo, vero?" domandò lei affranta.
Azaele si sentì morire. Non
sopportava di vedere Alba così triste e nemmeno di dover
rinunciare al loro figlio.
La abbracciò stretta e
poggiandole una mano sul ventre ringhiò "Non mi importa
un accidente di tutte le stronzate che si dicono sul figlio del
diavolo! Io ti amo, tu sei la mia compagna e questo è nostro
figlio! Io non permetterò a nessuno di farvi del male,
piuttosto mi faccio ammazzare!"
Alba si strinse a lui tremando "Io
non voglio che tu ti faccia ammazzare, io voglio che possiamo vivere
insieme, per sempre!"
"E sarà così Alba!
Lotteremo per avere un futuro insieme. Noi saremo una famiglia e sia
lassù che laggiù se ne dovranno fare una ragione!"
Si staccò da lei e
accarezzandole una guancia le disse "Senti, mentre tornavo mi
sono scontrato con una demonietta e l'ho buttata nel Tevere, per
scusarmi l'ho invitata a prendere qualcosa di caldo mentre laviamo la
sua veste. Le ho anche proposto di farsi una doccia, ti secca?”
“No, figurati, tanto c'è
anche l'altro bagno. Piuttosto sarà meglio prestarle un
asciugamano!” Alba andò a frugare nell'armadio, tirò
fuori un asciugamano da doccia bianco e morbido e lo porse ad Azaele.
“Grazie. Ora però è
meglio se la raggiungiamo, l'ho lasciata con Michele e penso siano
entrambi un po' in imbarazzo, sai com'è… un angelo e
una demone da soli in cucina, temo non abbiamo molto da dirsi!"
"Ma non c'era anche Sael?"
"L'ho sentito andare via mentre
venivo da te, ho idea che lui e Michele abbiano litigato. Ultimamente
Sael è piuttosto strano, non capisco cosa gli sia preso!"
Alba sospirò "È
spaventato da un sogno"
"Un sogno?"
"Poi ti spiego, dai non facciamo
aspettare ancora la tua ospite!" rispose Alba dirigendosi verso
la porta.
#
Adel era dispiaciuta per Michele. Sael
doveva essere veramente un cretino per far star male un ragazzo che
dava l'idea di essere la gentilezza in persona. Vincendo l'imbarazzo,
si rivolse timidamente all'angelo. "Ti chiedo scusa, io e Azaele
siamo arrivati in un momento poco opportuno!"
Michele si asciugò il viso e
rispose "No, stai tranquilla, di inopportuno qui ci sono solo le
idiozie di cui si è convinto Sael!"
"Che cosa ti ha detto per farti
stare così male?" domandò Adel sinceramente
dispiaciuta.
Michele scrollò le spalle
"Niente, lascia perdere. Ti chiedo scusa ma sono cose troppo
personali, non mi sento di parlartene. Per favore non offenderti!"
Adel sorrise "Guarda che
all'Inferno lo sanno tutti che tu e Sael state insieme!"
Michele arrossì un po'
imbarazzato. "Davvero?"
"Certo, credevi che una rapporto
come il vostro potesse passare inosservato? Gli Arcidiavoli hanno
spie dappertutto!"
Michele la osservò pensieroso
"Sael è stato richiamato o minacciato, che tu sappia?"
Adel sorrise ricordando le parole di
Akenet. "Assolutamente no. Ci sono stati solo dei normali
pettegolezzi tra colleghi e qualche battuta cretina. Niente di più"
Michele sorrise, ma subito si rabbuiò
"Ma allora perché si preoccupa tanto per la nostra
storia, secondo te?"
Adel ci pensò un attimo. "Non
saprei. Però Sael è un ragazzo incredibilmente bello e
giù da noi sono in molti quelli che vorrebbero… insomma
sai cosa intendo…"
Michele assunse un'espressione ancora
più triste e Adel aggiunse subito "Ma lui è sempre
stato molto timido e chiuso, credo che neanche si accorga
dell'effetto che fa. Magari qualcuno che aveva delle mire su di lui
si è ingelosito nel sapere che ha trovato un compagno e sta
cercando di creargli delle ansie per convincerlo a lasciarti"
"Tu hai qualche idea su chi
potrebbe essere?" domandò Michele.
Adel sospirò, Michele la
osservava con aria così speranzosa che avrebbe voluto
aiutarlo. Ma non gli venne in mente nessuno in particolare.
"Mi dispiace, non ne ho idea.
Però potresti chiedere direttamente a Sael!"
"Potrei, ma ultimamente è
diventato scontroso, temo che ormai stia per lasciarmi! Forse,
ha semplicemente perso interesse per il nostro rapporto"
commentò tristemente Michele.
Adel osservò quell'angelo così
bello e gentile e si domandò come poteva essere possibile che
Sael stesse rischiando di perderlo. Allo stesso tempo le sembrava
strano che il collega stesse solo cercando una scusa per lasciarlo.
Non che fossero stati mai molto in confidenza, ma per quanto lo
conosceva non gli era sembrato un tipo sciocco o superficiale.
"Senti, se vuoi provo a parlargli, io per lavoro ho spesso a che
fare con le comunicazioni tra Arcidiavoli, magari se gli dico che non
ci sono dossier su voi due si tranquillizza!"
L'angelo le rivolse uno sguardo così
grato, che per un attimo Adel desiderò di essere stretta tra
le sue braccia e fare cose… bé cose che era meglio
evitare di descrivere. Sospirò ripensando all'ultimo ragazzo
che aveva avuto, un cretino che aveva lasciato immediatamente dopo
averlo trovato a rotolarsi sul loro letto con una demone alta come un
palo e magra come un chiodo.
La voce allegra di Azaele la distrasse
dai suoi pensieri. "Eccomi qua, Adel!" la piccola
demone alzò lo sguardo e vide Azaele porgerle un morbido
asciugamano bianco. Accanto a lui una giovane umana molto carina,
dagli occhi verdi e i capelli neri e ricci la osservava con uno
sguardo accogliente e un po' stanco.
La ragazza sorrise e si presentò
"Ciao Adel, io sono Alba, la ragazza di Azaele”.
Adel si rese conto di due cose, la
prima era che Alba e Azaele erano una coppia incredibilmente ben
assortita. La seconda, che alla sua acuta vista di demone non poteva
sfuggire, era che Alba aveva il ventre leggermente tondo e gonfio e
no, maledizione, questa no, non era una buona notizia. Cioè lo
sarebbe stata se nel giro di una manciata di secondi non si fosse già
innamorata di loro due insieme.
Sospirò pensando ad Akenet e
agli altri Arcidiavoli. Avrebbe compiuto il suo dovere, perché
non poteva evitarlo ma sapeva già che si sarebbe odiata. A
volte essere una demone infernale le risultava più
insopportabile del solito e questa era una di quelle volte.
#
Se gli umani avessero avuto il dono di
vedere oltre la loro realtà, quel pomeriggio avrebbero potuto
notare che sul tetto della Rinascente un Arcangelo osservava il cielo
impaziente. La sua armatura di titanio, molto più leggera e
funzionale delle antiche armature di ferro abbandonate dagli arcangeli verso la fine del ventesimo
secolo, brillava accarezzata dagli ultimi raggi di un sole che ormai
si avviava a tramontare.
Gabriel aspettava impaziente Safet
accanto al cartellone pubblicitario che qualche mese prima aveva
buttato giù a causa di un atterraggio non proprio da manuale
e che qualche umano di buona volontà aveva rimesso al suo
posto.
Osservando il sole che cominciava a
tramontare colorando di rosso il cielo di Roma, ripensava a quando
lui e Safael erano ancora solo due giovanissimi angeli. Due ragazzini
senza problemi con il solo incarico di supportare il padre nella
gestione del creato che allora era molto meno complicato. Solo
creature semplici che nuotavano nell'acqua, niente catene alimentari
e soprattutto niente esseri umani dotati di libero arbitrio. Che poi
ormai non c'erano nemmeno più solo gli esseri umani da tenere
sotto controllo. Gabriel sbuffò affaticato, certe volte tenere
dietro a tutti i popoli creati dal Padre e sparsi per tutto
l'universo era veramente faticoso.
In ogni modo a quei tempi era tutto
più facile e divertente. Insieme a lui e Safet poi c'erano
anche Galadriel che sarebbe diventata la sua compagna e un altro
angelo dai capelli rossi che in seguito avrebbe scelto di ribellarsi perché a
suo parere la creazione degli umani era stata l'idea peggiore del
Padre, dopo la catena alimentare. Insieme loro quattro si erano
divertiti tantissimo e a dire il vero ne avevano anche combinate
parecchie, tipo quando avevano creato l'ornitorinco. Ricordava ancora
lo sguardo perplesso del Padre di fronte a quel cosino buffo e senza
senso!
Ma poi tutto era cambiato. Lucifero si
era ribellato ed era scoppiata la Grande Guerra a causa della quale
Galadriel non c'era più e l'amicizia con l'amico dai capelli rossi che aveva scelto di stare con i ribelli era
andata perduta.
Fortunatamente almeno lui e Safet
erano rimasti profondamente legati, d'altronde sebbene il demone
agli occhi di chi non lo conosceva potesse sembrare freddo e
scostante in realtà era un pezzo di pane. A volte gli
ricordava Michele, il migliore amico di suo figlio. Galadriel aveva
avuto un'ottima intuizione quando, nonostante la giovanissima età,
lo aveva scelto per affidargli il loro bambino. Azaele aveva avuto un
fratello maggiore affidabile e protettivo su cui poter contare, e Dio
sa quanto ne aveva avuto e ne aveva ancora bisogno.
Gabriel si rese conto di aver
nominato il Padre e diede un'occhiata verso l'alto con aria
mortificata. Così facendo scorse finalmente Safet tra le
nuvole.
Il supervisore raggiunse il palazzo
della Rinascente in pochi secondi e atterrò con eleganza. Safet era sempre stato elegante fin da ragazzino. Gabriel lo
aveva sempre ammirato per questo e a dire il vero anche per molti
altri motivi, compreso quello di aver scelto l'Inferno pur di stare
vicino ai suoi studenti e ai loro figli. E indubbiamente per Gabriel
era sempre stato di grande conforto sapere che laggiù, il suo
vecchio amico vegliava su Azaele.
Safet gli si avvicinò con aria
tesa e domandò "Immagino abbia già capito il
motivo per cui ti ho chiamato!"
"Per favore non dirmi che è
successo!"
"Purtroppo si. Come se non
bastasse Azaele non è intenzionato a rinunciare al bambino!"
"Davvero?" domandò
Gabriel sorridendo.
Safet alzò gli occhi al cielo
"Non mi dirai che approvi! Gabriel ti rendi conto almeno tu di
cosa significa?"
Gabriel si appoggiò al
cartellone pubblicitario. "Si, me ne rendo conto benissimo
Safael, però sono stanco di rinunciare ai miei affetti. Amo
mio figlio, anche se non gliel'ho mai dimostrato, e mi sono
affezionato anche alla sua ragazzina. Li ho osservati in questi mesi
e lei è molto dolce e paziente con lui. Non voglio che
facciano scelte dolorose solo perché qualcuno crede che il
loro bambino possa determinare l'Armageddon. Te l'ho già detto
anche l'altra volta non ho intenzione di lasciare solo Azaele, anche
se questo dovesse significare scontrarsi con gli altri sei Guerrieri
e con gli Arcidiavoli"
Safet si avvicinò a Gabriel e
gli posò una mano sulla spalla. "Se le cose stanno così
è meglio che cominciamo a pensare a degli alleati, non
possiamo combattere io te, Michele e Azaele contro tutti"
"E sarebbe meglio che cominciaste
a cercarli in fretta, perché laggiù la voce che il
demonietto ha messo incinta la sua regazzetta sta a girà più
vorticosamente delle pale di un canadair dei Vigili del fuoco!"
intervenne una voce dietro il cartellone.
"Ma che diavolo… Razel!
Stavi origliando?" domandò nervosamente Safet, vedendo il
demone dai capelli rossi uscire allo scoperto.
Gabriel nello scorgere Razel portò
immediatamente la mano sull'elsa della spada.
Razel commentò amaro. "È
così che accogli un vecchio amico, Gabriel?"
Gabriel allontanò la mano dalll'elsa un pò
imbarazzato "È passato molto tempo da quando eravamo
amici, Razel!"
"Davvero, bé pensavo che
quella volta, durante la Grande guerra, nun m'avessi ammazzato perché
in fondo eravamo amici. Avrò inteso male!" rispose Razel
fissando dritto negli occhi Gabriel che sostenne lo sguardo del
demone e rispose "Non fare la vittima Razel, non ti si addice.
Sei stato tu a voltare le spalle a me Galadriel e Safael quando di ti
sei schierato con Lucifero!"
"Famme capì, io vi ho
voltato le spalle e Tywin Lannister qui, invece, ha deciso di vivere
all'Inferno perché preferisce i climi caldi?" rispose
Razel indicando Safet.
"Guarda che il Trono di spade
l'ho visto anche io! Comunque sai benissimo che le vostre motivazioni
erano ben diverse, tanto è vero che Safael si è tenuto
le ali angeliche!" rispose l'Arcangelo avvicinandosi a Razel con
aria di sfida
Razel ridacchiò senza
scomporsi. "Me sembra un film già visto, un angelo che
difende a spada tratta un demone infernale!"
Safet intervenne sbuffando.
"Piantatela di battibeccare voi due, sembrate due ragazzini!
Piuttosto, Razel, da che parte pensi di stare questa volta, con noi o
contro di noi?"
Razel infilò due dita nella
tasca del gilet di pelle e tirò fuori una sigaretta. La mise
in bocca e sfregò l'indice e il medio contro il pollice per
accenderla. Tirò una boccata e anziché rispondere
domandò a Gabriel "Safet mi parlò di Sael e di
come per lui era stato difficile lasciarlo, perché tu e
Galadriel invece non mi avete mai detto quale dei piccoletti era il
vostro e a chi lo avevate affidato? Nun ve fidavate di me? Eppure a
quei tempi, in teoria, eravamo ancora amici, o almeno io credevo che
lo fossimo!"
Gabriel questa volta non riuscì
a sostenere lo sguardo di Razel. "Non lo so, forse perché
avevi già cominciato ad allontanarti da noi. Se ben ricordi
avevi iniziato a frequentare anche altri giri di amici e dopotutto è
stato proprio con loro che hai combattuto. Quindi perché
continui a comportarti come se fossimo stati noi a tradirti?"
"Magari perché ho sperato
fino all'ultimo che qualcuno di voi perfettini mi fornisse una scusa
per lasciar perdere e invece... voi e il vostro rispetto del libero
arbitrio avete lasciato che finisse come è finita!"
Tra i tre cadde un silenzio
malinconico che Safet ruppe per primo. "Ormai è inutile
tirare fuori gli errori del passato. Il figlio di Gabriel è
nei guai e come tu stesso hai detto non abbiamo tempo da perdere. Per
cui te lo domando di nuovo, da che parte stai?"
Razel, incrociò le gambe,
infilò una mano nella tasca dei jeans e poggiò la
schiena sul cartellone pubblicitario. Aspirò un paio di
bloccate e sbuffò altrettante nuvolette di fumo. "Azaele
me sta simpatico e in fondo pure il frocetto biondo che sta sempre a
parargli le spalle...”
“Si definisce gay, anzi bisessuale,
nel caso di Michele” puntualizzò Safet.
Razel non si scompose “Vabbè,
il biondino bisex che scopa con tuo figlio, che per inciso me sta
simpatico pure lui...”
“Troppo buono!” commentò
sarcastico Safet facendo un notevole sforzo per evitare di afferrare
Razel e costringerlo a lavarsi la bocca con l'acido muriatico.
“...per cui vedrò di
soprassedere sul fatto che Gabriel è uno stronzo presuntuoso
che nun sa chiedere scusa! Ve sta bene?"
"A me sta bene” rispose
Safet “E a te, Gabriel?"
"Visto che abbiamo bisogno di
alleati, vedrò di farmi andar bene che Razel abbia la memoria
corta quando si tratta delle sue cazzate, un eloquio disdicevole e
soprattutto un pessimo gusto nel vestire!"
"Ha parlato Robocop de noantri!"
rispose Razel.
Gabriel diede un'occhiata imbarazzata
alla propria armatura e commentò "Razel, ma va un po' a
'fanculo, va!".
Razel ridacchiò, seguito da
Safet e alla fine anche dallo stesso Gabriel. Le risatine si
trasformarono in risate sempre più forti e liberatorie e alla
fine, quando tutti e tre riuscirono a riprendere il controllo,
Gabriel porse una mano a Razel e commentò "Ben ritrovato,
roscio!"
Nota autrice
Mi sono accorta che c'è un po' di confusione con Safael/Safet per cui vado a spiegare: Safael è il nome da Arcangelo di Safet. Quando Safael ha scelto di andare all'inferno per stare vicino ai suoi ex studenti e a suo figlio, ha perso il suo nome di Arcangelo ed è diventato Safet.
Gabriel e altri angeli, che gli sono rimasti amici però continuano a chiamarlo con il suo nome di Arcangelo, ecco perché a volte viene chiamato Safet e altre volte Safael.
Scusate, mi rendo conto che la cosa crea un po' di confusione! 😅
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