Lento scende il sole
Mentre un uomo cammina
E io scrivo parole
Entra a testa china
Sfiorando libri vecchi di anni
Squadrando ogni copertina
"Riuscirò a trovar un libro senza affanni?"
Il suo sussurro rimbomba
E si sistema addosso i panni
C'è un silenzio di tomba
Mentre io cerco nascondiglio
Il suo passo ancora rimbomba
Lui afferra un tomo senza batter ciglio
Ciò che vedo mi fa sussultare:
Un libro che riporta un giglio!
"No, non legga." Vorrei gridare
Mentre mi tremano le mani
Il suo sguardo su di me si va a posare
E provo dei brividi strani
La stanza odora di rosa
Sento in lontananza i canti arcani
Chi è costui che così tanto osa?
E quasi mi dimentico della Luna il culto
Non vorrà mica leggere la mia opera penosa
"Che abile scrittrice."
A quelle parole sussulto
"Come sapete che sono l'autrice?"
"Sono un grande osservatore"
Lo ascolto parlare
Con tanto stupore
Questo uomo che sa cosa fare
Giudica senza ferire
Io accetto tutto per migliorare
Il sole è andato a sparire
La sua espressione è delusa
"La mia opera è da finire"
"Finirete presto dolce Musa"
E chiude con un sospiro
"Chiedo infinitamente scusa"
E si agita il cuore mio
Un occhio brillante
Dove mi rifletto io
"Siete affascinante"
"Che lo pensiate mi fa onore"
"Me lo fate voi, parlando con questo umile viandante"
Il silenzio mi dà tremore
Vorrei uscire sotto le stelle
E parlare con lui per ore
"Son già alte Luna e sorelle
Vi va di fare una passeggiata
E illuminarci sotto di loro la pelle?"
"Come può tale richiesta esser negata?"
Mi porge una mano
"Usciamo, Mia dama aggraziata"
"Mi piace il vostro dialetto strano."
Mi siedo sul prato
"Il mio, miss, è un luogo lontano.
Ove il rosso è il color più abusato..."
"Ne parlate con malinconia"
"Mai aggettivo è stato più sbagliato
Vengo da un luogo di pazzia
Ove corre solo il sangue
Per le bestie, è come malattia
Lo stomaco langue
A sentire quell'odore pungente
E forte di sangue
Di uscire di casa ha paura la gente,
I loro occhi, la notte,
Ingannan la mente
L'oscurità tutto inghiotte
È come una condanna
E sono inutili le lotte"
"Il buio li inganna?"
Il vento soffia fra le chiome
"E la loro mente affanna"
"Vorrei il vostro nome"
"Perché mai, Fior delicato?"
"Che dolce soprannome..."
"Vi piace? Ne sono onorato"
Penso abbia sorriso
"Datemi voi il nome più adeguato."
Ho un'espressione confusa in viso.
"Non esitate mia abile scrittrice."
Risponde con tono deciso.
"Direi che Gharel vi si addice."
Abbassò lo sguardo pieno d'imbarazzo.
"Scelta audace, musa ispiratrice.
Forse mi credete pazzo
Sono un cacciatore
Non un comune ragazzo
Parlerei con voi per ore
Ma la luna sta calando
E intravedo il primo albore
Anche a voi le forze stanno mancando
Io vi auguro una buona notte
Il sogno vi sta aspettando..."
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