Please, wake up for me
Titolo:
Please, wake up for me
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot
[ 834 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Jason
Peter Todd, Timothy Jackson Drake
Rating:
Giallo
Genere:
Angst, Malinconico, Introspettivo
Avvertimenti: What
if?, Hurt/Comfort, Narratore inaffidabile
Under my umbrella:
"Da quanto stai così?"
Don't tag me challenge:
"Non sono un altro dei tuoi esperimenti, vero?" Jay/Tim (Immagine di
ampolle varie)
Blossom by Blossom: Ahki
(Fratello)
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
«Da quanto stai così?»
La domanda di Tim suonò
così irritante
che Jason digrignò i denti e continuò quel suo
gioco del
silenzio, guardando dall'altra parte mentre affondava la testa nel
cuscino.
Si sentiva un idiota. Un completo idiota
che era
stato messo k.o. da un fenomeno da baraccone come il più
stupido
dei principianti. Una normale notte di pattuglia si era trasformata in
una rappresaglia armata alle Sionis Industries e lui non ci aveva
pensato due volte ad intervenire, non solo perché aveva un
conto
in sospeso con quel bastardo di Maschera Nera ma anche
perché, e
non aveva mai faticato ad ammetterlo, dove c'era una rissa lui era il
primo ad intervenire; era andato tutto come al solito, lui e la
progenie demoniaca se l'erano cavata egregiamente e avevano sbaragliato
gli avversari, ma ciò che non avevano previsto era stata la
presenza di Copperhead. Da quando aveva venduto la sua anima al demone
Neron, quell'idiota vestito da serpente si era trasformato in un vero
rettile e la sua agilità era aumentata al punto da essere
notato
a fatica, tanto che Jason si era accorto di lui solo quando la grossa
coda prendile era spuntata dal nulla e si era avvolta intorno alla sua
caviglia, sbattendolo con forza sul pavimento; imprecando, Jason aveva
tentato di fargli mollare la presa e Damian stesso lo aveva attaccato
per aiutare, ma Copperhead aveva afferrato la sua katana con una mano e
aveva spezzato l'acciaio con i suoi artigli come se la lama fosse fatta
di burro, sibilando contro di lui con la sua lingua biforcuta. Ed era
stato a quel punto che Jason aveva puntato la pistola alla testa di
quel serpente mal cresciuto... prima che le zanne di quest'ultimo si
conficcassero nella sua coscia e lo riempissero di veleno.
Da quel momento, gli era sembrato di
galleggiare
nell'aria e la voce di Damian era diventata lontana e distorta, un
suono indistinguibile che aveva mandato Jason alla deriva in una
palude; aveva lottato per restare a galla, per non affondare in quel
pastrano e respirare a pieni polmoni mentre quell'acqua melmosa gli
riempiva la bocca e le narici, ma il suo corpo non aveva risposto a
nessuno stimolo come se le cellule del suo sistema nervoso non
funzionassero, e solo in seguito, dopo ore e ore in cui aveva fluttuato
nel silenzio opprimente, si era reso conto che la colpa era stata della
neurotossina di Copperhead.
Era stato a quel punto che era entrato
in gioco quel
rimpiazzo di Tim. Per quanto Jason avesse faticato a ricordare come
fosse riuscito a tornare alla villa e chi lo avesse sdraiato sulla
branda dell'infermeria, aver visto tutte quelle ampolle, fialette,
pestello e medicinali lo aveva preoccupato non poco, dato che
l'espressione di Tim gli era sembrata, attraverso l'orlo delle ciglia,
la stessa di un fottuto scienziato pazzo. E la domanda che gli aveva
fatto era stata la goccia che aveva fatto traboccare il cosiddetto vaso.
«Non fare quella
faccia». Tim sorrise e Jason grugnì, arricciando
il naso.
«Sai almeno cosa stai
facendo?»
«Ho sintetizzato un mucchio di
tossine. Certo che so cosa sto facendo».
Jason lo guardò stralunato.
«Non sono
un altro dei tuoi esperimenti, vero?» domandò con
un
sopracciglio inarcato, godendosi la risata che scappò dalle
labbra di Tim. Una risata genuina e liberatoria, una risata che fece
sorridere anche lui prima che il mondo intero si accartocciasse
diventando solo un puntino nero in mezzo al nulla più
assoluto.
Jason urlò a squarciagola, la
sua voce
rimbombò contro i muri della caverna al pensiero che stesse
rischiando di non sentire mai più quella risata. La mente
aveva
vagato fino a quel momento a ricordi più felici, ad attimi
in
cui tutto non era stato esattamente facile ma nemmeno così
terribile, giorni in cui si erano tutti punzecchiati
indiscriminatamente e in cui aveva considerato tutti loro veri e propri
fratelli... e adesso, dopo aver finalmente trovato il suo posto in
quella casa, in quella famiglia, qualcuno che per lui era diventato
così importante stava lottando per la propria vita.
Jason scacciò via quei
pensieri, dando un
pugno contro il muro prima di accasciarsi sulla sedia accanto al letto
in cui si trovava Tim. Respirava solo grazie all'ausilio di macchinari
e ciò che gli consentiva costante nutrimento erano le flebo
attaccate al braccio, poiché con la mascella fratturata non
sarebbe riuscito a mangiare nemmeno volendo. E Jason, mentre gli
carezzava spasmodicamente i capelli, non poteva fare a meno di pensare
al bastardo che l'aveva ridotto in quel modo. Avrebbe trovato Bane e
gli avrebbe sparato dritto in culo prima di buttarlo di sotto, e al
diavolo la fottuta regola del non uccidere.
«Svegliati, Tim. Ti
prego»,
sussurrò con voce strozzata, abbassando il capo per premere
l'orecchio contro il petto del fratello e ascoltare il battito
frenetico del suo cuore.
Tim si era sempre preso cura di lui...
non lo avrebbe abbandonato nel momento del bisogno.
_Note inconcludenti dell'autrice
Eccoci di
nuovo qua con una storia per la
challenge
#undermyumbrella, sempre
nata sul gruppo facebook Hurt/comfort
Italia, la cui
richiesta era scrivere una storia dal punto di
vista del caretaker e farci capire come lui vive la situazione del suo
sick in ogni determinato contesto, senza però metterci al
corrente della testimonianza del sick o di altri personaggi comprimari
L'idea in realtà è nata un po' a casaccio
perché
all'inizio non sapevo bene come impostarla, poi ho voluto giocare sul
narratore inaffidabile e le cose si sono mosse da sole come al
solito... forse dovrei smetterla di usare questo tipo di scrittura,
visto che poi escono cose così improponibili. Boh
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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