DataSpring2
• As always, cliccando QUI avrete modo di consultare i prompt della Week.
• Questo è stato
uno dei due prompt che mi ha fatto più dannare perché, ve
lo giuro, non sapevo proprio cosa scrivere.
Tralasciando il fatto che 1) sono stata io a scegliere i prompt e 2) come si fa a perdersi in una parola tanto semplice come “fragola”, aYuto.
• Comunque devo dire che
alla fine il risultato mi piace (!) e credo che sia anche un po'
più originale rispetto a tutte le declinazioni che un prompt
tanto semplice potrebbe avere – ma questa è solo la mia
opinione personale e voi siete liberissimi di dissentire.
Vi lascio con lo specchietto e vi auguro buona lettura!
Day 2: Strawberry
Rating: Giallo
Generi: Fluff, Introspettivo, Sentimentale
Note: Modern!AU, POV Yusaku
Strawberry Vodka
1
Yusaku
non era mai stato un grande amante delle feste, ma per una volta non
poté negare a se stesso di essersi divertito e di essersi goduto
la serata. Aveva fatto bene a dare ascolto alla richiesta di Ryoken, il
quale non aveva neanche dovuto insistere più di quel tanto per
convincerlo a prendere parte alla serata a casa di Sora: glielo aveva
chiesto in maniera esplicita solo una volta, distruggendo pian piano
ogni sua resistenza semplicemente sbattendo le ciglia e guardandolo
come solo lui sapeva fare
(una dolce malizia che non sfociava mai nella volgarità).
Era incredibile come Yusei
– nonché il suo migliore amico che conosceva da una vita
– dovesse sempre sudare sette camicie per convincerlo, mentre
invece a Ryoken fosse bastato così poco – e si conoscevano
e frequentavano da molto meno tempo.
(Una
differenza in realtà c'era, ed era profonda come un meraviglioso
abisso nel quale, anziché regnare le tenebre, risplendeva una
luce che portava a un mondo completamente nuovo e paradisiaco, isolato
dall'inquinamento dell'uomo e da tutto il dolore che provava il pianeta
Terra: Ryoken era la prima persona per la quale Yusaku avesse mai
provato dei sentimenti romantici e a rendere tutto ancora più
incredibile e speciale forse era proprio il fatto che i suoi sentimenti
fossero completamente ricambiati anche dall'altra parte).
Yusaku era sempre stato un
ragazzo alquanto schivo e apparentemente anche molto distaccato nei
confronti delle emozioni tipicamente umane quali l'amore o la palese
manifestazione di affetto nei confronti del prossimo; questo non
significava certo che fosse una persona apatica e anaffettiva,
semplicemente era molto più introverso rispetto agli altri ed
era assai raro che si lasciasse andare a effusioni o calorosi sorrisi
in pubblico nonostante fosse lampante quanto tenesse ai suoi amici,
Yusei in particolare.
Poi era arrivato Ryoken, e
Yusaku si era ritrovato con l'intera esistenza sottosopra: era
incredibile come, nel giro di poco tempo, fosse passato da esternazioni
d'affetto tanto sporadiche a una magnifica costante che si era
aggrappata alla sua cassa toracica e che aveva reso quel luogo dove
batte il cuore molto più confortevole e accogliente.
Yusaku sorrideva molto
più spesso, non era più tanto annoiato dalla vita e si
sforzava di avviare per primo delle conversazioni e di portarle avanti
– e soprattutto di concluderle in maniera positiva.
Questi erano solo alcuni
dei tanti benefici che l'arrivo di Ryoken nella sua vita aveva portato
con sé e per questo Yusaku non gliene sarebbe mai stato
abbastanza riconoscente.
Ryoken era stato in grado
di andare oltre l'apparenza e di scorgere un piccolo lumicino pulsante
di vita celato dietro quella scorza spessa e dura come l'acciaio.
Ryoken l'aveva sgretolata pian piano con tanta calma e pazienza
(e amore, soprattutto tanto amore)
e alla fine Yusaku aveva
ceduto nel modo più bello possibile, scoprendo quanto
incantevole potesse essere quel sentimento che non avrebbe mai creduto
di provare nei confronti di qualcuno.
Sorrise mentre tutti quei
pensieri soffusi gli sfioravano la mente con garbo. Era intento a
camminare accanto a Ryoken in quella notte di metà aprile,
un'altra giornata dal clima traballante.
Era quel periodo dell'anno in cui la
primavera danzava allegra di giorno sulle note di una canzone frizzante
e al contempo calorosa, mentre di notte era come se ancora cedesse il
proprio trono all'inverno, visto e considerato quanto le temperature
precipitassero quando il sole si coricava oltre l'orizzonte e la luna
cominciava la propria ronda notturna, intenta a osservare
l'umanità che a modo proprio non dormiva mai.
2
Fu proprio un piccolissimo
accenno di tremore nel corpo di Yusaku a catturare l'attenzione di
Ryoken, il quale si tolse il cappotto grigio chiaro e lo poggiò
sulle sue spalle tremebonde.
«Non è necessario» tentò di protestare
Yusaku, anche se invano. Sapeva infatti quanto Ryoken fosse apprensivo
nei suoi confronti, motivo per il quale un gesto del genere avrebbe
anche dovuto aspettarselo.
«Ma stai tremando» puntualizzò infatti Ryoken che,
rimasto solo con la maglietta a maniche lunghe anch'essa color grigio
chiaro, sembrava quasi una visione onirica illuminata dal placido
candore della luna fissa in un cielo morbido come il velluto.
«Sì, però... tu non hai freddo?»
domandò Yusaku, battendo un poco i denti a causa di un brivido
che, beffardo, gli aveva percorso la schiena.
Ryoken sorrise dolcemente,
avvicinandosi di nuovo a lui. «Grazie per il pensiero, ma... tu
ne hai più bisogno» disse, prima di poggiare le labbra
sulle sue, coinvolgendole in un bacio dapprima molto delicato e poi,
con estrema sorpresa proprio di Ryoken, alquanto audace e passionale.
(Ricollegare
i pezzi non sarebbe stata un'impresa ardua, ma in quel momento, mentre
avvertiva Yusaku prendere sempre più il sopravvento sulla sua
bocca, non poté fare a meno di stupirsi e deliziarsi nel modo
più genuino possibile).
3
Se i suoi amici lo
avessero visto in quel momento, sicuramente avrebbero strabuzzato gli
occhi al punto tale da spingerli oltre il limite consentito nella
rappresentazione massima e perfetta della goliardia cartoonesca.
Dopotutto era un caso più unico che raro poter assistere a una
scena del genere: Yusaku si era lasciato completamente andare e stava
baciando Ryoken con un tale impeto e una tale passione impressa
sottopelle che sarebbe stata quasi in grado di ustionare la nana gialla
in quel momento dormiente.
Non capiva più
nulla e questo era a causa delle labbra di Ryoken che gli avevano fatto
scoprire un sapore del quale ora non poteva più fare a meno: era
dolce, morbido, fresco, con un finale fruttato
(fragola, quello era l'aroma della fragola)
e mentre si beava di quel
contatto paradisiaco Yusaku rammentò che, poco prima di lasciare
la festa, Ryoken aveva bevuto qualcosa, ma non si era interessato a
scoprirne l'identità poiché conscio che quello fosse uno
dei pochissimi bicchieri contenenti una bevanda alcolica che il suo
ragazzo avesse sorseggiato nel corso della serata.
Si stava lentamente e
inesorabilmente sciogliendo sempre più; quel contatto era
qualcosa che non aveva mai sperimentato prima, un punto d'incontro
così intimo che non avrebbe mai pensato potesse essere tanto
coinvolgente. Non era certo la prima volta che lui e Ryoken si
baciavano con tanta passione, ma era altresì vero che erano
momenti speciali che sbocciavano e splendevano solo tra le mura
domestiche e mai in pubblico, dove chiunque avrebbe potuto volgere lo
sguardo su di loro e osservarli per attimi interminabili.
Fortuna volle che in quel
momento fossero soli mentre percorrevano la strada che conduceva a casa
di Ryoken, ma restava comunque il fatto che Yusaku si fosse
particolarmente lasciato andare in un luogo pubblico
(sorprendente
come un giocatore di carte che vince all'ultimo dopo aver fatto credere
all'avversario di essere stato in svantaggio nel corso di tutto il duello).
Yusaku cercava
costantemente la lingua di Ryoken, la trovava e si beava del suo
sapore, sprofondando sempre più in un abisso di piacere e
desiderio. Era incredibile come solo pochi sorsi di alcool fossero in
grado di mandarlo in estasi – e il fatto era che in realtà
lui non aveva neanche bevuto, stava solo assaporando le labbra di
Ryoken umettate dal sapore dolce e sensuale della fragola.
Se la necessità di
incamerare ossigeno non si fosse fatta improvvisamente impellente, con
ogni probabilità Yusaku avrebbe continuato a baciare
(a divorare)
Ryoken per tutta la notte
lì, in quella stradina carezzata con garbo dalla luna e dalle stelle che
parevano piccole gocce di vernice bianca sul velluto nero.
Yusaku era ubriaco.
Ubriaco di Ryoken, ubriaco di quel sapore che aveva fatto scattare
qualcosa dentro di lui, una piccola scheggia di elettricità che
aveva portato il suo corpo a vibrare da capo a piedi, facendolo pulsare
e ardere di passione.
«Wow...» sussurrò Ryoken dopo aver ripreso un attimo
fiato. «Che ti è preso?» domandò senza fare
proprio nulla per celare la sorpresa che trapelava dal suo sguardo.
Le gote di Yusaku si
imporporarono un poco. «No, è che...» tentò
di giustificarsi senza però il minimo successo. Distolse lo
sguardo e deglutì un po' a fatica.
«Niente, non so nemmeno io cosa mi sia preso...»
mormorò, rendendosi conto solo in quell'istante di ciò
che era accaduto.
«Cosa hai bevuto poco prima che lasciassimo la festa?»
chiese, tentando di incastrare i pezzi tra loro in quel mosaico dalle
sfumature di audacia e imbarazzo.
«Vodka alla fragola» rispose Ryoken, prima di incurvare le
labbra in un sorriso malizioso. «A saperlo prima avrei potuto
comprare una vaschetta di fragole da mangiare una volta tornati a
casa... quantomeno ho la panna in frigo» concluse con un'alzatina
di spalle che voleva lasciare intendere molte cose per nulla innocenti.
«Ryoken!» esclamò Yusaku, ormai completamente fagocitato dall'imbarazzo
(le gote erano ridotte a un ammasso di carne bruciata).
«Eddai Yusaku, non ti va di giocare con la panna?»
rincarò la dose Ryoken, che ci aveva preso gusto a punzecchiare
il suo ragazzo.
«Solo se te la posso spiaccicare in faccia».
«Mi stai forse dichiarando guerra?»
«Chissà...»
Alla fine si lasciarono andare a una risata leggera e, dopo aver intrecciato le dita delle loro mani, ripresero a camminare.
La loro storia si stava riempendo di sfumature meravigliose.
Ed era solo l'inizio.
4
«Ryoken?»
«Dimmi».
«... ce l'hai davvero la panna in frigo?»
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