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Autore: M a k o    17/05/2022    10 recensioni
• Datastormshipping (Ryoken/Yusaku)
• Raccolta di One Shot AU scritte per la “Datastorm Week 2022: Spring Edition”
• Day 1 {Light green} – (Desiderava solo che quel ragazzo potesse godere di tutte e quattro le stagioni).
• Day 2 {Strawberry} – (Ricollegare i pezzi non sarebbe stata un'impresa ardua, ma in quel momento, mentre avvertiva Yusaku prendere sempre più il sopravvento sulla sua bocca, non poté fare a meno di stupirsi e deliziarsi nel modo più genuino possibile).
• Day 3 {Smell of wet earth} – «Tu non hai colpe,» sussurrò, cercando di sorreggerlo in ogni modo possibile e immaginabile, «hai fatto del tuo meglio. E va bene così».
• Day 4 {Take a walk} – «Ti bacerei per ore intere».
• Day 5 {Having a picnic} – Ryoken sorrise e Yusaku avrebbe voluto sprofondare nell'incurvatura di quelle labbra.
• Day 6 {Colorful post-it} – Yusaku lo amava anche per questo: perché anche nei più piccoli gesti, Ryoken sapeva mostrargli l'amore nelle sue infinite sfumature.
• Day 7 {Rebirth} – Non esisteva altro se non loro due, ancora una volta uniti, pronti a rivivere insieme.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Ryoken Kogami/Revolver, Yusaku Fujiki/Playmaker
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Datastorm Week(s)'
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DataSpring2 As always, cliccando QUI avrete modo di consultare i prompt della Week.

Questo è stato uno dei due prompt che mi ha fatto più dannare perché, ve lo giuro, non sapevo proprio cosa scrivere.
Tralasciando il fatto che 1) sono stata io a scegliere i prompt e 2) come si fa a perdersi in una parola tanto semplice come “fragola”, aYuto.

Comunque devo dire che alla fine il risultato mi piace (!) e credo che sia anche un po' più originale rispetto a tutte le declinazioni che un prompt tanto semplice potrebbe avere – ma questa è solo la mia opinione personale e voi siete liberissimi di dissentire.
Vi lascio con lo specchietto e vi auguro buona lettura!



Day 2: Strawberry
Rating: Giallo
Generi: Fluff, Introspettivo, Sentimentale
Note: Modern!AU, POV Yusaku



Strawberry Vodka



1

Yusaku non era mai stato un grande amante delle feste, ma per una volta non poté negare a se stesso di essersi divertito e di essersi goduto la serata. Aveva fatto bene a dare ascolto alla richiesta di Ryoken, il quale non aveva neanche dovuto insistere più di quel tanto per convincerlo a prendere parte alla serata a casa di Sora: glielo aveva chiesto in maniera esplicita solo una volta, distruggendo pian piano ogni sua resistenza semplicemente sbattendo le ciglia e guardandolo come solo lui sapeva fare
    (una dolce malizia che non sfociava mai nella volgarità).
Era incredibile come Yusei – nonché il suo migliore amico che conosceva da una vita – dovesse sempre sudare sette camicie per convincerlo, mentre invece a Ryoken fosse bastato così poco – e si conoscevano e frequentavano da molto meno tempo.
    (Una differenza in realtà c'era, ed era profonda come un meraviglioso abisso nel quale, anziché regnare le tenebre, risplendeva una luce che portava a un mondo completamente nuovo e paradisiaco, isolato dall'inquinamento dell'uomo e da tutto il dolore che provava il pianeta Terra: Ryoken era la prima persona per la quale Yusaku avesse mai provato dei sentimenti romantici e a rendere tutto ancora più incredibile e speciale forse era proprio il fatto che i suoi sentimenti fossero completamente ricambiati anche dall'altra parte).
Yusaku era sempre stato un ragazzo alquanto schivo e apparentemente anche molto distaccato nei confronti delle emozioni tipicamente umane quali l'amore o la palese manifestazione di affetto nei confronti del prossimo; questo non significava certo che fosse una persona apatica e anaffettiva, semplicemente era molto più introverso rispetto agli altri ed era assai raro che si lasciasse andare a effusioni o calorosi sorrisi in pubblico nonostante fosse lampante quanto tenesse ai suoi amici, Yusei in particolare.
Poi era arrivato Ryoken, e Yusaku si era ritrovato con l'intera esistenza sottosopra: era incredibile come, nel giro di poco tempo, fosse passato da esternazioni d'affetto tanto sporadiche a una magnifica costante che si era aggrappata alla sua cassa toracica e che aveva reso quel luogo dove batte il cuore molto più confortevole e accogliente.
Yusaku sorrideva molto più spesso, non era più tanto annoiato dalla vita e si sforzava di avviare per primo delle conversazioni e di portarle avanti – e soprattutto di concluderle in maniera positiva.
Questi erano solo alcuni dei tanti benefici che l'arrivo di Ryoken nella sua vita aveva portato con sé e per questo Yusaku non gliene sarebbe mai stato abbastanza riconoscente.
Ryoken era stato in grado di andare oltre l'apparenza e di scorgere un piccolo lumicino pulsante di vita celato dietro quella scorza spessa e dura come l'acciaio. Ryoken l'aveva sgretolata pian piano con tanta calma e pazienza
    (e amore, soprattutto tanto amore)
e alla fine Yusaku aveva ceduto nel modo più bello possibile, scoprendo quanto incantevole potesse essere quel sentimento che non avrebbe mai creduto di provare nei confronti di qualcuno.
Sorrise mentre tutti quei pensieri soffusi gli sfioravano la mente con garbo. Era intento a camminare accanto a Ryoken in quella notte di metà aprile, un'altra giornata dal clima traballante.
Era quel periodo dell'anno in cui la primavera danzava allegra di giorno sulle note di una canzone frizzante e al contempo calorosa, mentre di notte era come se ancora cedesse il proprio trono all'inverno, visto e considerato quanto le temperature precipitassero quando il sole si coricava oltre l'orizzonte e la luna cominciava la propria ronda notturna, intenta a osservare l'umanità che a modo proprio non dormiva mai.


2

Fu proprio un piccolissimo accenno di tremore nel corpo di Yusaku a catturare l'attenzione di Ryoken, il quale si tolse il cappotto grigio chiaro e lo poggiò sulle sue spalle tremebonde.
    «Non è necessario» tentò di protestare Yusaku, anche se invano. Sapeva infatti quanto Ryoken fosse apprensivo nei suoi confronti, motivo per il quale un gesto del genere avrebbe anche dovuto aspettarselo.
    «Ma stai tremando» puntualizzò infatti Ryoken che, rimasto solo con la maglietta a maniche lunghe anch'essa color grigio chiaro, sembrava quasi una visione onirica illuminata dal placido candore della luna fissa in un cielo morbido come il velluto.
    «Sì, però... tu non hai freddo?» domandò Yusaku, battendo un poco i denti a causa di un brivido che, beffardo, gli aveva percorso la schiena.
Ryoken sorrise dolcemente, avvicinandosi di nuovo a lui. «Grazie per il pensiero, ma... tu ne hai più bisogno» disse, prima di poggiare le labbra sulle sue, coinvolgendole in un bacio dapprima molto delicato e poi, con estrema sorpresa proprio di Ryoken, alquanto audace e passionale.
    (Ricollegare i pezzi non sarebbe stata un'impresa ardua, ma in quel momento, mentre avvertiva Yusaku prendere sempre più il sopravvento sulla sua bocca, non poté fare a meno di stupirsi e deliziarsi nel modo più genuino possibile).


3

Se i suoi amici lo avessero visto in quel momento, sicuramente avrebbero strabuzzato gli occhi al punto tale da spingerli oltre il limite consentito nella rappresentazione massima e perfetta della goliardia cartoonesca. Dopotutto era un caso più unico che raro poter assistere a una scena del genere: Yusaku si era lasciato completamente andare e stava baciando Ryoken con un tale impeto e una tale passione impressa sottopelle che sarebbe stata quasi in grado di ustionare la nana gialla in quel momento dormiente.
Non capiva più nulla e questo era a causa delle labbra di Ryoken che gli avevano fatto scoprire un sapore del quale ora non poteva più fare a meno: era dolce, morbido, fresco, con un finale fruttato
    (fragola, quello era l'aroma della fragola)
e mentre si beava di quel contatto paradisiaco Yusaku rammentò che, poco prima di lasciare la festa, Ryoken aveva bevuto qualcosa, ma non si era interessato a scoprirne l'identità poiché conscio che quello fosse uno dei pochissimi bicchieri contenenti una bevanda alcolica che il suo ragazzo avesse sorseggiato nel corso della serata.
Si stava lentamente e inesorabilmente sciogliendo sempre più; quel contatto era qualcosa che non aveva mai sperimentato prima, un punto d'incontro così intimo che non avrebbe mai pensato potesse essere tanto coinvolgente. Non era certo la prima volta che lui e Ryoken si baciavano con tanta passione, ma era altresì vero che erano momenti speciali che sbocciavano e splendevano solo tra le mura domestiche e mai in pubblico, dove chiunque avrebbe potuto volgere lo sguardo su di loro e osservarli per attimi interminabili.
Fortuna volle che in quel momento fossero soli mentre percorrevano la strada che conduceva a casa di Ryoken, ma restava comunque il fatto che Yusaku si fosse particolarmente lasciato andare in un luogo pubblico
    (sorprendente come un giocatore di carte che vince all'ultimo dopo aver fatto credere all'avversario di essere stato in svantaggio nel corso di tutto il duello).
Yusaku cercava costantemente la lingua di Ryoken, la trovava e si beava del suo sapore, sprofondando sempre più in un abisso di piacere e desiderio. Era incredibile come solo pochi sorsi di alcool fossero in grado di mandarlo in estasi – e il fatto era che in realtà lui non aveva neanche bevuto, stava solo assaporando le labbra di Ryoken umettate dal sapore dolce e sensuale della fragola.
Se la necessità di incamerare ossigeno non si fosse fatta improvvisamente impellente, con ogni probabilità Yusaku avrebbe continuato a baciare
    (a divorare)
Ryoken per tutta la notte lì, in quella stradina carezzata con garbo dalla luna e dalle stelle che parevano piccole gocce di vernice bianca sul velluto nero.
Yusaku era ubriaco. Ubriaco di Ryoken, ubriaco di quel sapore che aveva fatto scattare qualcosa dentro di lui, una piccola scheggia di elettricità che aveva portato il suo corpo a vibrare da capo a piedi, facendolo pulsare e ardere di passione.
    «Wow...» sussurrò Ryoken dopo aver ripreso un attimo fiato. «Che ti è preso?» domandò senza fare proprio nulla per celare la sorpresa che trapelava dal suo sguardo.
Le gote di Yusaku si imporporarono un poco. «No, è che...» tentò di giustificarsi senza però il minimo successo. Distolse lo sguardo e deglutì un po' a fatica.
    «Niente, non so nemmeno io cosa mi sia preso...» mormorò, rendendosi conto solo in quell'istante di ciò che era accaduto.
    «Cosa hai bevuto poco prima che lasciassimo la festa?» chiese, tentando di incastrare i pezzi tra loro in quel mosaico dalle sfumature di audacia e imbarazzo.
    «Vodka alla fragola» rispose Ryoken, prima di incurvare le labbra in un sorriso malizioso. «A saperlo prima avrei potuto comprare una vaschetta di fragole da mangiare una volta tornati a casa... quantomeno ho la panna in frigo» concluse con un'alzatina di spalle che voleva lasciare intendere molte cose per nulla innocenti.
    «Ryoken!» esclamò Yusaku, ormai completamente fagocitato dall'imbarazzo
    (le gote erano ridotte a un ammasso di carne bruciata).
    «Eddai Yusaku, non ti va di giocare con la panna?» rincarò la dose Ryoken, che ci aveva preso gusto a punzecchiare il suo ragazzo.
    «Solo se te la posso spiaccicare in faccia».
    «Mi stai forse dichiarando guerra?»
    «Chissà...»
Alla fine si lasciarono andare a una risata leggera e, dopo aver intrecciato le dita delle loro mani, ripresero a camminare.
La loro storia si stava riempendo di sfumature meravigliose.
Ed era solo l'inizio.


4

«Ryoken?»
«Dimmi».
«... ce l'hai davvero la panna in frigo?»
   
 
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