Ecco a voi il finale alternativo, tanto agognato e che finalmente mi
sono decisa a scrivere dopo l’ennesima richiesta! Che dire, ci ho messo
solamente sei anni a decidermi a farlo 😊
La luce che investì Stiles la costrinse a richiudere gli
occhi. La prima cosa che sentì fu il forte odore di alcool che spesso
accompagnava Melissa. Posizionò il braccio pochi centimetri sopra il proprio
viso, per parare gli occhi dall’accecante luce della sua stanza ospedaliera.
Grugnì infastidita cercando di mettersi a sedere, ma
immediatamente due mani gentili la guidarono nuovamente a sdraiarsi. Avrebbe
riconosciuto quelle mani anche ad occhi chiusi.
«Papà» provò a chiamare, ma la voce uscì a fatica e si rese
conto di essere tremendamente assetata, la gola talmente secca da farle pensare
di aver ingoiato chili di sabbia.
Noah le spostò i capelli da davanti il viso, un sorriso
tremante mentre cercava di non piangere dalla gioia «Stiles, come ti senti?» le
chiese mentre discretamente spingeva il pulsante per chiamare un infermiere.
«Come se mi avessero attraversato con una spada da samurai.»
rispose ricordandosi perfettamente cos’era accaduto. Come diamine era ancora
viva? Ricordò sentire il legame spezzarsi, ma quando alzò la mano per toccarsi
il collo il Marchio era caldo sotto i suoi polpastrelli e se si fosse guardava
allo specchio avrebbe visto la cicatrice colorata come al solito di rosso.
Noah si lasciò scappare una piccola risata, quasi isterica,
e non riuscì a fermare due piccole lacrime «Ci hai spaventato molto» le disse
senza che suonasse come un rimprovero «È un miracolo che tu sia viva.» aggiunse
cercando di farle capire la gravità della situazione. Noah avrebbe potuto
perdere l’unica persona a cui teneva al mondo, sarebbe rimasto solo e non lo
avrebbe sopportato. Quando il chirurgo gli aveva confermato che Stiles fosse
fuori pericolo si era ripromesso che mai e poi mai l’avrebbe lasciata correre
un rischio del genere.
La ragazza annuì distrattamente, fuori la finestra era
notte, ma non credeva di essere ancora nella stessa notte dell’accaduto «Quanto
tempo sono stata fuorigioco?» chiese accettando il bicchiere d’acqua che il
padre le offrì.
«Due mesi.» rispose Noah lasciando andare un sospiro che
sembrava essere stato trattenuto per altrettanto tempo.
Stiles guardò meglio il padre, poteva vedere quanto fosse
fisicamente ed emotivamente distrutto dalla situazione e si sentì tremendamente
in colpa, come sempre lo faceva preoccupare «Dio, la fattura ospedaliera sarà a
sei zero.» borbottò preoccupandosi come sempre dei loro debiti.
L’uomo tirò un sorriso e con la testa le indicò dietro di
lui «Qualcuno ha già pensato a tutto.». Stiles allungò il collo e vide un Derek
addormentato in una posa decisamente scomoda, la barba più lunga e
tremendamente sexy, ma sembrava egualmente esausto al padre, con profonde
occhiaie che non credeva un licantropo potesse sviluppare.
Improvvisamente il mondo sembrò crollarle addosso, le mani
corsero al ventre piatto «Il bambino?» chiese perché era impossibile che suo
padre non sapesse o che Lydia non avesse vuotato il sacco.
Lo sceriffo tornò a sedersi sulla poltrona vicino al letto,
chiedendosi dove fosse l’infermiere che aveva chiamato «Era un falso positivo,
non sei mai stata incinta.» la rassicurò evitando anche di raccontarle la
sfuriata che aveva fatto a Derek dopo aver trovato il test di gravidanza in
camera sua – insieme a molta altra roba – per aver fatto l’amore con sua figlia
senza prendere le giuste precauzioni. In quei due mesi aveva avuto la fortuna
di imparare a conoscere meglio il Compagno di sua figlia e tutto sommato non
era male, la differenza d’età era ancora un problema, ma da quel poco che aveva
capito Noah sapeva che Derek e Stiles erano destinati a stare insieme e
nemmeno lui sarebbe riuscito ad impedirlo.
Stiles aggrottò la fronte, non sapendo esattamente come
sentirsi. Non sarebbe diventata una teen mom, ma si
era anche innamorata dell’idea di avere un piccolo licantropo da crescere
insieme all’amore della sua vita. Sarebbe potuta andare al college, trovarsi un
lavoro e poi mettere su famiglia. Ci sarebbero voluti anni.
L’uomo sembrò comprendere il dilemma interno della figlia e
le posò una mano sul ginocchio «È meglio così, Stiles, credimi.» la rassicurò «Ora
credo che andrò a cercare qualcuno per controllarti, ti giuro, il personale di
notte non risponde mai a quel maledetto campanello.» e senza aggiungere altro uscì dalla stanza.
Appena i passi del padre non furono che un eco lontano Derek
si alzò dalla poltrona su cui aveva finto di dormire per dare a genitore e figlia
il tempo di cui avevano bisogno. Appena fu abbastanza vicino non esitò a far
incontrare le proprie labbra contro quelle di Stiles.
«Bentornata tra i vivi.» provò a scherzare guadagnandosi una
piccola risata da parte della ragazza.
«Non credevo che mi sarei mai più risvegliata.» ammise con
voce piccola, guardandosi le mani, ricordando le ultime carezze che aveva dato
a Scott ed Isaac prima di perdere i sensi.
Derek si sedé al suo fianco, prendendole le mani e
portandole alle labbra per baciarle «Il Legame ti ha protetto.» le spiegò
ringraziando il Derek di qualche mese prima che aveva gettato la morale fuori
dalla finestra e si era Legato alla sua Compagna «I miei poteri di guarigione
sono a te accessibili in casi come questo. Ovviamente avrai una cicatrice
perché sei umana e hanno dovuto operarti, ma i poteri ti hanno aiutato a
sopravvivere al viaggio fino in ospedale.» il Marchio si era annerito quando
aveva creduto di perderla, ma dopo il suo ruggito colmo di dolore aveva ripreso
un tenue colore rosa facendogli capire che c’era ancora speranza.
Stiles annuì, la mano che distrattamente percorreva il suo
addome sentendo sotto la tunica ospedaliera i contorni della cicatrice «Spero
che non ti faccia schifo.» disse in tono scherzoso, ma con un’espressione che
diceva tutt’altra cosa. A nessuno piacevano le cicatrici, soprattutto grandi
come quella che aveva lei e nemmeno l’aveva ancora vista! Poteva solo
immaginare l’orribile visione della pelle lacerata e rimessa insieme con ago e
filo.
Derek le prese dolcemente il viso tra le mani «Stiles, non
sarà una cicatrice a renderti meno attraente, soprattutto non quando te la sei
procurata salvando un membro del nostro Branco.» le ricordò con voce
dolce. Isaac gli aveva raccontato tutto nei minimi dettagli e per la prima
settimana aveva dovuto combattere con il Beta per fargli capire che non era
colpa sua e che non doveva sentirsi in colpa, che Stiles stava bene e che
nessuno lo odiava. Gli promise che anche nel caso fosse morta nessuno lo
avrebbe odiato, ma che era un’eventualità che non doveva nemmeno considerare
perché Stiles stava bene.
«Il Nogitsune?» domandò finalmente
la ragazza, il battito cardiaco leggermente più accelerato iniziando ad
allarmare il macchinario collegato.
Derek le sorrise «Non ti preoccupare, Stiles, quel mostro
non tornerà mai più.» perché lo aveva ucciso, lo aveva disintegrato con le sue
stesse mani, era riuscito con la sola forza della sua rabbia ad eliminare
quello spirito demoniaco che aveva terrorizzato la sua Compagna per mesi.
La ragazza annuì sentendo le palpebre farsi più pesanti «Uno
dorme due mesi e dopo nemmeno venti minuti ha già sonno.» sussurrò lasciandosi
scappare uno sbadiglio. Derek le coprì le spalle, le baciò la fronte «Riposati
prima che arrivi un dottore.» le disse dolcemente. Non se ne intendeva di
queste cose, non aveva mai avuto bisogno dell’ospedale, ma era certo che non
avrebbe compromesso la sua salute lasciandola riaddormentarsi.
«Ti amo.» gli disse per la prima volta muovendo a malapena
le labbra.
«Ti amo.» rispose l’uomo andando fuori la stanza. Aveva
delle telefonate da fare e non gli importava che fossero le due passate del
mattino.
⸸⸸⸸
Due anni dopo:
All’approccio del loro ultimo anno il Branco era pronto a
compiere il rito di passaggio.
Si erano dati appuntamento all’ingresso della scuola e
Stiles non stava nella pelle, doveva far vedere a tutti il suo nuovo oggetto
preferito!
Da quando era stata dimessa dall’ospedale fino a quel giorno
erano successe svariate cose: per esempio aveva avuto il piacere di fare
l’amore con un Derek sedicenne che aveva immediatamente riconosciuto in lei la
sua Compagna; aveva adottato un nuovo cucciolo di nome Liam, ma aveva creato
delle gelosie in Isaac, totalmente infondate perché Stiles non aveva un
Beta preferito e se avesse dovuto scegliere chi salvare da un edificio in
fiamme avrebbe scelto Liam perché era piccolo e tenero e perché
sapeva che Isaac sapeva cavarsela da solo. Fortunatamente non era finita sul
Dead Pool, ma aveva rischiato di farsi sparare in fronte e suo padre era andato
su tutte le furie perché l’episodio con l’Oni gli era
bastato per tutta la vita, a detta sua. In più aveva guadagnato un adorabile lupo
nero, Derek qualche volta si trasformava per lei e si faceva usare come cuscino
e no! Non scodinzolava per delle carezze.
Insomma, la sua vita stava andando alla grande, cosa poteva
andare storto? Beacon Hills era l’emblema della pace e Deaton
poteva andarsene a quel paese con il suo “la quiete prima della tempesta”.
Lydia fu la prima ad arrivare, come al solito, ed era già in
compagnia di Allison e Isaac. All’appello mancavano solamente Scott, Kira e
Malia.
«Buonasera miei adorabili amici!» salutò tenendo le mani
nelle tasche della felpa.
Lydia la guardò da testa a piedi, come se si aspettasse
qualcosa, un sopracciglio inarcato «Come mai questo buon umore?» domandò mentre
Isaac l’abbracciava per mischiare i loro odori.
L’umana alzò le spalle «La Pack Mom
non può essere felice senza alcun motivo?» domandò resistendo all’istinto di
posare le mani sui fianchi.
Allison non era ancora una delle sue persone preferite, lei
era il membro del Branco che non avrebbe mai pensato di salvare da un edificio
in fiamme, ma negli ultimi due anni si era dimostrata utile e non aveva
spezzato il cuore di Isaac, quindi poteva ancora
sopportarla ma non perdonarla per come aveva trattato Scott.
Malia arrivò giusto in tempo per distrarre tutti,
annunciando che era ufficialmente anche lei una Senior «Te lo avevo detto che
saresti andata alla grande!» si congratulò Stiles, anche perché avevano passato
ore e ore sui libri per farle recuperare matematica e inglese.
Dovettero aspettare altri cinque minuti prima che Scott e
Kira si presentassero, entrambi bagnati dalla pioggia che stava scendendo
quella notte.
Lydia guidò il gruppo verso la biblioteca. A turno presero
il pennarello e scrissero le loro iniziali, lasciando per ultime Stiles.
La ragazza notò immediatamente il “D. H.” e
senza alcuna esitazione proprio accanto scarabocchiò le sue iniziali e prima di
lasciare il pennarello al ragazzo dopo di lei aggiunge sotto le sue iniziali “E.
R.” e “V. B.”. Non li aveva dimenticati, era impossibile
per lei e Derek dimenticarsi dei due Beta che erano stati come fratelli.
Quando si girò a dare il pennarello al ragazzo dietro di lei
sentì immediatamente una strana sensazione attraversarla, anche perché il
compagno la stava guardando in maniera strana. Allontanandosi per
raggiungere i suoi amici notò appena il ragazzo scrivere “T. R.” sotto
le iniziali di Scott.
«Andiamo, Stiles, Derek e Liam ci stanno aspettando fuori.»
la richiamò Malia prendendole il braccio, impaziente di andare al Diner come
l’ex Alpha aveva promesso loro.
Quando raggiunsero i due al parcheggio Stiles estrasse
finalmente la mano sinistra dalla tasca «Abbiamo una notizia da darvi.»
annunciò facendosi avvolgere la braccio del suo Compagno. Alzò la mano sinistra
rivelando un nuovo anello sul dito anulare: insieme all’anello che Derek le
aveva regalato due anni prima come fede per il loro Legame, ora c’era anche un
semplice anello d’argento con un diamante a forma di goccia, in contrasto con
il rubino «Io e Derek ci sposiamo dopo il diploma.» e questa volta Derek aveva
avuto la benedizione da parte di Noah.
Il Branco si congratulò con la coppia, anche se non era
veramente necessario, infondo erano già sposati in un certo senso!
Nessuno si accorse di un ragazzo poco distante che osservava
la scena con un sorriso maligno.
Note autrice:
So, my friends, I’m
a bitch perché vi ho dato un finale alternativo, ma
vi ho dato un finale alternativo APERTO e no, non riuscirete a
farmi scrivere un continuo u.u
Quindi, miei cari Beta, spero che questo finale sia più di vostro
gradimento e no, l’autrice non ha la minima idea di come funzioni un essere
umano dopo due mesi di coma e sì, ho voluto sbolognare la gravidanza come un
falso positivo perché negli anni ho deciso che la pregnancy
trope è un grande no no per me.
Love,
Sel