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Bedtime stories — part two
Steve si sente come il
lupo di una favola per bambini. Gonfia i polmoni e vorrebbe soffiare
e spazzar via l’insulsa aria soddisfatta di Munson.
«Che cazzo fai?!»
Ringhia e si frantuma, perché coraggio e audacia, scopre ora,
non sono la stessa cosa.
Ma prima che i cocci
cadano a terra, Eddie glieli rimette in bocca con un bacio a stampo
che sa di birra bionda e scuse dolciastre.
«Uh.» Lo sente
esalare. «E il mondo non è crollato.»
«Aha!» Dustin butta
fuori un’unica vocale – una risata a un semitono[1],
ch’eppure è capace di dilatarsi nel tempo e rimanere ancorata al
cuore per giorni.
Steve lo guarda; sulle
guance gli ritrova lo stesso rossore che sta infiammando lui, ma è
pronto a scommettere che già sapeva. Non può credere di essere
stato l’ultimo a capirlo!
«Ho a che fare con due
cretini!»
Dustin sorride e
arriccia il naso. Sul volto l’astuzia dei conigli: non puoi rimanere
arrabbiato a lungo con loro.
Forse è per questo che
Steve cede. Per questo e per mille altri motivi che gli infilerà tra
le labbra come stupidi biglietti d’amore, finché non cadranno
addormentati su un letto troppo piccolo per tre.
«Hey, Munson, lo sai
che Max è stata la prima cotta di Henderson?»
«Max:
“il-mio-tempo-è-troppo-prezioso-per-giocare-a-D&D” Max?»
«Chiudi quella bocca,
Steve!»
«Adesso non ridi più,
eh?»
Sarebbe stato il
perfetto lieto fine.
(c’erano una volta
un coniglio senza incisivi, un re senza regno e un demonio dagli
occhi gentili)
«Hey, ragazzi,
sentite. Non cercate di essere carini o fare gli eroi o che ne so.
Ok?»
«Non preoccuparti,
puoi essere tu l’eroe, Steve.»
«Assolutamente,
insomma, guardaci.»
Quel che non tutti
sanno, è che in ogni favola si cela un racconto dell’orrore.
Master of puppets, I'm pulling your strings[2]
Twisting your mind and smashing your dreams
[ 300w ]
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