ANTICIPO
CHE QUESTO E' IL CAPITOLO CONCLUSIVO DELLE VICENDE DEL
MARIPOSAS.
IL
PROSSIMO SARA' IL THE END... SI CHIUDE ANCHE QUESTA FANFICTION CHE
SPERO SIA PIACIUTA.
VI
LASCIO AI MOMENTI FINALI DI QUESTA STORIA.
BUONA
LETTURA.
BESITOS
Durante
le seguenti 24 ore, la vita parallela di due gruppi, capeggiati da
due menti, ciascuno a modo suo, geniali, scorre e si muove su fronti
opposti: quello del Professore, fratello di Berlino, da sempre pronto
a sostenerlo, e determinato a mandare a monte i piani folli di chi,
senza esitazione, ha trasformato il Mariposas in un inferno vero e
proprio, coinvolgendovi anche la sua donna; dall’altro, le
ambizioni crudeli di un criminale incallito desideroso di realizzare
il suo impero oltreoceano, espatriando con il suo gruppo e avendo di
fianco una sposa, che dovrà rendere possibile la nascita di
una
prole a cui Carlos intende cedere una ricca eredità mafiosa.
Man
mano che il tempo passa, e tutto al Night Club velocizza i
preparativi, Nairobi si arrende ad un futuro nero e privo di
felicità. Per di più, gli ormoni della gravidanza
non le danno
respiro, cominciando seriamente a spaventarla su una possibile
esposizione.
Nuda
di fronte allo specchio, fissa il suo ventre, mentre nella sua testa
corrono rapide le immagini di anni addietro, quando nel grembo
custodiva il piccolo Axel. Furono momenti di tensione anche quelli,
che riuscì a domare con una forza tale da stupire perfino se
stessa.
Ma adesso la situazione è, se possibile, ancora
più complicata
della precedente.
“Come
potrò nasconderti ancora a lungo” –
dice, accarezzandosi il
pancino piatto.
In
quel momento qualcuno bussa alla porta della sua stanza. Indossato
rapidamente l’accappatoio, la gitana corre ad aprire.
“Sei
pronta?” - chiede Tatiana, varcando l’uscio, con
una freddezza
tale da spiazzare la Jimenez. Sa che la socia è costretta al
ruolo
di “cattiva” data la presenza di videocamere,
così non le pone
domande. Sono due giorni che non si fa viva e compare adesso, quando
manca poco all’imbarco sulla nave. Avrebbe tanto da dirle, ma
preferisce evitare.
“Sbrigati.
C’è una limousine che ci attende. Gli invitati
sono tutti ai
parcheggi. Presto anche il Signor Dalì li
raggiungerà”
“Ma…
avremo un automobile solo per noi?” - Agata chiede per
tranquillizzarsi che, in caso di nausea forte, non sarà
presente
Carlos e quindi il segreto rimarrà ancora tale.
La
rossa annuisce, poi si avvicina alla finestra e spia
l’esterno. Suo
padre, con indosso un mantello nero che gli copre l’abito da
cerimonia, sale su una berlina scura, scortato da Helsinki, Oslo e
Palermo, gli unici rimasti al Mariposas dopo l’ennesima
perdita
femminile, quella di Manila.
“Sbrigati”
– cambia subito voce, sussurrandole il da farsi –
“Anche mio
padre è salito a bordo”
“Posso
avere notizie di Bogotà?” - domanda, usando per
tutelarsi il nome
in codice scelto per Santiago - “Ti prego, mi uccide sapere
che
possono avergli fatto del male”
“Tranquilla,
sta bene. Tu fidati di noi, oggi è il gran giorno...per
tutti!” -
così dicendo, evita altre questioni e la invita ad
affrettarsi.
Quando
le due sono prossime ad uscire dal locale, sono una a braccetto
dell’altra, visto il capogiro che ha preso Nairobi
nell’attimo
precedente l’abbandono della sua stanza.
Sono
fuori dal Mariposas, pronte a raggiungere la limo bianca quando
Tatiana invia una sorta di segnale in codice che Agata non riesce a
spiegarsi.
“Forza,
sali su! E dì addio a questo inferno” –
la esorta, sentendosi
sollevata in qualche modo da ciò che accadrà a
breve.
Il
solo, unico, dettaglio che Parigi non ha tenuto in considerazione
è
la possibilità che qualche membro della Setta potesse
trovarsi
ancora all’interno del locale, quando Carlos vi è
uscito e che
possa averle sentite fin troppo in sintonia da allertarsi.
È
questione di minuti. Agata siede in auto ma non fa in tempo ad
accogliere, sulla postazione di fianco, Tatiana che giunge qualcuno
in tutta fretta, come una furia.
“Gandia,
cosa vuoi? Come mai sei ancora qui?” - domanda, spiazzata, la
rossa.
“Io
e te dobbiamo chiarire una faccenda...puttana!!! Sei tu, vero? Sei tu
la talpa? Traditrice, dovevo capirlo subito. Una donna nel gruppo
poteva soltanto che crearci casini. Ma il Boss mi ha dato chiare
indicazioni : “Chiunque sia la spia, non importa,
fa’ quanto
serve per punirla”. Ed è ciò che
farò” – deciso a dare una
lezione alla moglie di Berlino, approfittando della sua debolezza,
essendo da sola e senza aiutanti, le punta contro una pistola,
mirando alla sua testa.
“Un
colpo solo mi basta a mandarti all’altro mondo”
“Tatiana!”
- grida Nairobi, chiusa in auto dall’autista che, su ordine
di
Parigi, le impedisce di scendere.
È
il gesto della donna a dare accensione alla limousine che, con una
futura sposa in piena agitazione, si avvia verso il porto,
lasciandosi alle spalle un imprevisto che sembra non avere soluzione
positiva.
*****************************
“Come
mai mia moglie tarda tanto, cazzo” – si preoccupa
Berlino,fissando più volte l’orologio da polso.
“Calmati,
fratello! C’è di sicuro una spiegazione.
L’importante è che noi
siamo qui, nascosti, e che tu mantenga l’apparenza. Non
mostrare
alcuna agitazione, capito?”
“Sì,
adesso è meglio per me scendere dalla nave per non destare
sospetti.
Vi risalirò quando avrò l’ok di Carlos.
Buona fortuna amici miei”
Guardandosi
tutti, gli uni con gli altri, i complici del Prof si danno forza a
vicenda.
Santiago,
di fianco a Lisbona e alle ex Farfalle, è silenzioso.
“Forza,
Bogotà. Tira fuori gli artigli e mostragli di che pasta sei
fatto!
Carlos Grygorian ha smesso di tormentarci e da adesso in poi
smetterà
di farlo anche con te” – lo sprona Manila.
“Non
voglio che mio padre abbia la meglio e... non voglio perdere la
persona che amo più della mia stessa vita”
“Non
accadrà. Noi siamo qui e lotteremo fino alla fine”
– sostiene
Lisbona, prendendogli una mano per dargli coraggio.
Questione
di secondi e dei rumori costringono il gruppo a zittirsi.
Il
vociare degli invitati saliti a bordo dà inizio alla
battaglia.
“Questa
guerra la vinceremo noi…. per Nairobi” –
è l’ultima battuta
pronunciata da Sergio per spronare la sua Banda a dare il massimo.
La
Jimenez, intanto, in lacrime, viene accompagnata dall’autista
in
una cabina, dove le viene imposto di indossare l’abito da
sposa.
Un
vestito di alta moda, con pizzo in abbondanza, adornato da gioielli
di estremo lusso.
E
mentre piange per un destino che teme Tatiana abbia dovuto affrontare
da sola, riceve i rimproveri delle addette al trucco e parrucco, che
le ribadiscono di placarsi visto che così facendo
rovinerà il
makeup. Nessuna delle due tizie sospetta le ragioni di quel
singhiozzare; anzi, si crede sia per l’emozione
dell’imminente
matrimonio.
Nulla
di più assurdo, visto che è palese
l’odio di Agata nei confronti
di Carlos.
Controllando
la tensione, la gitana si volta verso lo specchio e si osserva.
Chi
è la donna riflessa? Non lei, di sicuro. Una matriarca ricca
e snob
di un impero criminale, con il cuore spento e la testa pesante a
causa di un macigno chiamato infelicità… ecco
cosa diventerà tra
qualche minuto!
“Possiamo
andare, signorina!” - le dice la parrucchiera, invitandola ad
uscire.
Il
mare, leggermente mosso, smuove lo stomaco di Agata che, oltre
all’agitazione, ha una nausea perenne da giorni. E quando
è
prossima a raggiungere lo sposo, estasiato dalla sua bellezza,
supplica la truccatrice di aiutarla a reggersi.
La
sua è una supplica d’aiuto che la sconosciuta
coglie e che, per
quell’istante, le tocca il cuore. Sceglie di darle una mano,
accompagnandola sul posto.
Lasciata
a Grygorian, che la divora con lo sguardo, Nairobi si appresta ad
accettare la triste realtà dei fatti.
Tatiana
le ha promesso di stare tranquilla e che oggi tutto sarebbe finito.
Poi
è stata lei a porre un tragico THE END alla faccenda. Chi
potrebbe
mai salvarla adesso se la sua complice numero 1 è rimasta in
balia
di un pazzo come Gandia?
“Io,
Carlos Grygorian, prendo te Agata Jimenez come mia
consorte…” -
il Signor Dalì, tronfio d’orgoglio per la vittoria
ottenuta sul
nemico, recita le formule di rito, afferrando, decisamente con forza,
la mano di Nairobi, obbligandola ad indossare la fede al dito.
E
Nairobi trema quando è il suo turno perché sente
mancarle l’aria,
cerca con la coda dell’occhio la presenza di qualche
improvviso
salvatore, che impedisca il SI più finto della storia...ma
nulla
accade.
Arresa
al suo destino, prende l’anello e pronuncia le parole che
sanciscono il legame matrimoniale.
Le
recita con scarso entusiasmo, con una debolezza che colpisce perfino
Carlos – “Su con il morale, Nairobi! In fondo,
è quello che
volevamo entrambi...no?”
Il
celebrante continua a ripetere passo dopo passo i classici momenti
della cerimonia, giungendo alla domanda fatidica.
“Vuoi
tu… Carlos Grygorian prendere la qui presente Agata Jimenez
come
tua sposa, amarla e onorarla, tutti giorni della tua vita?”
La
risposta dell’ex Cliente 13 non tarda ad arrivare.
Lo
stesso interrogativo viene poi posto alla gitana che, al contrario,
si prende dei secondi per se stessa, spaventando gli invitati che
temono un improvviso no e una indomabile reazione dello sposo.
Le
labbra di lei faticano ad aprirsi e pronunciare un monosillabo tanto
difficile.
E
quando è il Capo a costringerla a parlare, scuotendola, di
fronte
allo sguardo esterrefatto del celebrante, Agata si appresta a dirlo.
Ed
è solo allora che scoppia il casino!
Boom!!!!
Uno
sparo interrompe il tutto.
Un
colpo di pistola riaccende nella giovane donna una speranza di
salvezza.
Tra
il caos che si crea e le grida di alcuni invitati, fa la sua comparsa
l’intera Banda del Professore, con annesse delle ex Farfalle.
“Voi?
Puttane, traditrici” – irato, il Signor
Dalì, le riconosce e
perde le staffe. Ciò che lo manda in bestia è
accorgersi che uno
dei suoi alleati, si è schierato di fianco al nemico
– “Berlino!!!
Solo tu potevi essere la talpa, ma me la pagherai, maledetto figlio
di…”
Altro
colpo.
A
sparare stavolta è Bogotà. E non lo fa in aria.
L’uomo,
furioso con suo padre, che tiene avvinghiata a se Nairobi, ha puntato
l’arma contro un braccio del genitore, consentendogli di
allentare
la presa sulla sposa.
“Vieni
con me tu! E anche tu…” - dice portando altrove il
celebrante e
la zingara, seppure il sangue gli goccioli in maniera eccessiva.
Il
tutto accade tra gli scontri fisici, e non solo ,delle due fazioni
opposte.
“Qui
andrà bene. Forza, Nairobi, dì questo maledetto
SI e tu dai la
benedizione. Così la storia finirà”
– ordina Carlos, chiusosi
un una delle varie cabine.
La
mancata risposta dei due è la goccia che fa traboccare il
vaso.
“Giuro
che se non mi sposi ora, ti ammazzo, gitana. E lo faccio stanne pur
certa. Piuttosto ti preferisco morta che assieme a mio figlio, hai
capito?” - gli occhi di Carlos sono raggelanti e la sua voce
è
l’espressione massima dell’apice della sua follia.
Santiago,
intanto, cerca la sua Agata vagando su di una nave fin troppo grande
per i suoi gusti.
Gli
basta un grido per intuire che ad emetterlo è stata proprio
la
zingara.
“Nairobi”
– la chiama, correndo in tale direzione.
Nota
il celebrante scappare via da un punto preciso e comprende che
è lì
che suo padre trattiene la donna.
“Moriremo
insieme, Nairobi! Costi quel che costi, non ti lascio con
lui” –
continua a ripetere, terrorizzando la Jimenez che tenta invano delle
vie di fuga.
Con
le mani di lui attorno al collo, cerca di ribellarsi…
però tutto
sembra così buio ora… ogni rumore sembra
svanire...il suo cuore
sembra rallentare… è questa la fine che il
destino ha scelto per
lei?
BOOM!!!
Un
colpo...un altro colpo...delle urla…. poi tutto finisce!
Nessuno
avrebbe mai pensato potesse terminare con perdite umane, in fondo il
Professore aveva studiato talmente bene le mosse da compiere che
quanto accaduto in quelle ore diventa il peso sulla coscienza di
tutti.
*****************
E’
mezzogiorno quando la nave del Signor Dalì torna al porto,
avendo
invertito la rotta.
“Eccoli!”
- esclama Augustin Ramos, indicando ai suoi poliziotti
l’esatto
punto.
Daniel
è con loro e non è da solo. Al suo fianco
c’è Tatiana.
Già!
La donna è sana e salva, grazie all’intervento
della Polizia e del
giovane ispettore che, ricevuto il suo segnale qualche minuto prima,
ha bloccato Gandia prima della vendetta.
Su
quell’imbarcazione, il Commissario acciuffa e arresta tutti i
soci
del Signor Dalì.
Appura
alcune morti, ed altre finte di gente che credevano scomparsa da anni
ma che in realtà si nascondeva dietro false
identità. Tra
loro...Alberto Vicuña.
“Santiago!”
- urla il suo collega, correndogli incontro, però
ciò che vede è
l’immagine di un uomo distrutto, con un corpo tra le braccia.
“Cazzo”
– esclama l’ormai Denver, temendo il peggio.
Un
serbo ne ha un altro sulle spalle.
Ed
è il grido di strazio e dolore di Tatiana a gelare
l’aria.
“Andres,
amore mio che ti hanno fatto?”
Le
lacrime della rossa sono le stesse versate da tutti i componenti
della squadra del Marquina. E lui in primis, dalla perdita di suo
fratello, ne esce come fosse un vegetale.
Nel
frattempo, uno dei poliziotti salito a bordo, vi scende per dare un
comunicato al superiore.
“Signore,
abbiamo trovato il Boss del Mariposas…però
è morto”
“Come?
Sul serio? Cazzo, ma cosa è successo su questa
nave?” - domanda
Augustin, rivolgendosi a Lopez.
Ma
Santiago è preso da tutt’altro.
Nairobi,
salvatasi per il rotto della cuffia, ha bisogno di soccorso. Poco gli
importa se suo padre è morto per quel grilletto che lui
stesso ha
premuto senza alcuna esitazione. Se lo meritava...è questo
ciò che
continua a ripetersi! È questa la sola consolazione che
continua a
darsi per giustificare l’atto commesso...un atto che
lucidamente
non avrebbe mai compiuto.
Lasciando
il lavoro alle mani del Commissario, conduce Agata presso
l’ambulanza, chiamata preventivamente da Denver in vista di
possibili feriti.
La
gitana è salva...la gitana respira… e Carlos non
è riuscito a
distruggere la forza del suo amore per Bogotà. Nairobi ha
lottato
fino all’ultimo, fino a quel clic definitivo che
l’ha liberata
per sempre dal suo carnefice.
Le
Farfalle possono, ad oggi, spiccare il tanto sognato volo.
“Di
questa brutta vicenda resta tanta amarezza. Appurare che esisteva,
nella nostra città, un luogo malfamato, celato dietro un
apparente
locale, in cui si vendevano bambini, scambiava droga, si guadagnavano
soldi sulla prostituzione di donne, è una pagina di storia
che mai
avremmo voluto raccontare. Ma oggi siamo qui, di fronte a voi
giornalisti, alla stampa spagnola e non, per dire che il Mariposas ha
chiuso i battenti. A capo di quel marciume c’era un tale
Carlos
Grygorian, noto come Signor Dalì. Si sa poco di lui, ma
presto vi
informeremo in merito. Intanto il grazie va ai nostri ispettori, e
soprattutto all’intervento di alcuni giovani eroi, che
premieremo
come meritano, i quali hanno rischiato ogni cosa e la loro azione ha
permesso la chiusura della faccenda. Abbiamo catturato i vari soci di
questa setta criminale. Tra di loro anche un nostro presunto collega,
Cesar Gandia, che sconterà la pena di vent’anni e
a cui abbiamo
sottratto il distintivo e ogni riconoscimento guadagnato in carriera.
Ci teniamo ad invitare la popolazione ai funerali, che abbiamo scelto
di organizzare noi del Commissariato, di Andres De Fonollosa, rimasto
vittima della missione” – due giorni dopo la
chiusura del caso,
con la testimonianza di Lisbona, prima a denunciare i mali di quel
luogo chiamato Mariposas, Augustin Ramos risponde alle domande della
stampa e rivela quanto di orrido erano costrette a sopportare le
donne che cercavano aiuto, che venivano adescate e poi chiuse tra
quelle mura.
“E
così è finita anche questa brutta situazione,
caro collega” –
sereno di quanto svolto, Daniel sorseggia il suo caffè
mattutino,
dopo aver ascoltato in tv l’intervista di suo padre.
Santiago,
invece, è alle prese con vecchie scartoffie. Oggi
può dirsi felice.
La sua villa, momentaneamente in fase di ristrutturazione,
sarà il
luogo dove ha deciso di sposare la sua bella Nairobi, ed è
proprio
lei che lo attende a braccia aperte, nel minuscolo appartamento
cedutogli da Sergio.
E
non esiste nulla di più bello di saperla al sicuro, e di
poterla
baciare, coccolare, stringere forte, e cenare con lei come se il
passato non fosse mai accaduto.
Perfino
il futuro di Denver, che ormai ama farsi chiamare con tale
appellativo, sembra ben definirsi. Ha infatti proposto a Stoccolma di
diventare sua moglie.
Ogni
cosa sembra chiudersi al meglio...nonostante la ferita della morte di
Berlino sanguini con forza in tutti coloro che lo conoscevano e lo
stimavano.
Saranno
presenti ai funerali, decisi a dedicare delle parole per onorare
quella persona.
Per
quanto riguarda Grygorian, il quarantaduenne continua a ricordare il
momento della sua morte.
“Devo
ringraziare tuo padre, sai?”
“Perché?”
“Se
non fosse per lui, adesso sarei anch’io marchiato a vita per
aver
compiuto quel gesto su Carlos”
“Meriti
un po' di felicità anche tu” – gli
sorride il trentenne,
dandogli una pacca sulla spalla.
Poi
sdrammatizza e cambia argomento – “Allora? Stasera
pizza tutti
insieme?”
“No,
amico, vorrei passare del tempo con Agata. Mi è mancata da
morire”
“Ahhhh, ecco...sai come allietarti la serata,
quindi!”- lo prende in giro, ridacchiando, ricevendo il
solito
divertente schiaffetto dietro la nuca.
“E
poi… voglio proporle di andare a trovare sua
sorella”
“Che?
Sua sorella? Non sapevo ne avesse una”
“Intendo
Tokyo! È come se lo fosse. Quindi… direi di
posticipare la pizza
al nostro rientro, che ne dici?”
Finalmente
liberi di parlare di cose futili, delle serate con le donne che
amano, di cene improvvisate, i due ispettori lasciano il
Commissariato mai tanto leggeri come in quella serata.
Da
adesso in poi, non hanno che da vivere di sola felicità.
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