Look into your eyes
Titolo: Look into your eyes
Autore: My Pride
Fandom: Super Sons
Tipologia: One-shot [ 1648 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Jonathan Samuel Kent,
Damian Wayne
Rating: Verde
Genere: Generale, Slice of Life, Fluff
Avvertimenti: What if?, Slash
The time of our life: Adolescenza, Album Canzoni, 56. "Separate
Ways, Journey"
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
L'enorme
e vecchio lampadario sul soffitto fa sembrare la stanza strana, più
grande e dalle ombre allungate ma, mentre in ogni angolo risuona
“Separate Ways” e le parole rimbombano nella sua testa fino a fargli
male, Damian continua a rimirarsi allo specchio e a sistemarsi il
papillon, momentaneo sostituto delle cravatte che solitamente indossa
per le sere di Gala delle Wayne Enterprises.
Non sa esattamente che cosa l'ha spinto a prendere
quell'accessorio, soprattutto tenendo conto quanto odia andare a quel
tipo di serate adesso che ha compiuto sedici anni e preferirebbe
passare le notti di pattuglia, però aveva voglia di cambiare e ha
voluto... privare qualcosa di diverso. In realtà la cosa non lo
convince ancora, e forse è proprio per quel motivo che continua a
rimirarsi davanti allo specchio. Aggrotta la fronte, inclina il capo di
lato, si pizzica il naso e fa stupidamente la linguaccia al suo
riflesso, scuotendo immediatamente la testa per quanto infantile sia la
cosa che sta facendo.
In cuor suo sa la verità e il perché stia ancor
tergiversando, ma non vuole ammetterlo. Non è mai stato un codardo, non
si è mai tirato indietro davanti a niente e ha sempre affrontato ogni
questione di petto, ma quello è un altro paio di maniche e non sa
davvero cosa fare. Negli ultimi tempi sta cominciando a... provare una
certa attrazione per qualcuno in particolare e teme che aprire bocca
possa rovinare tutto, quindi cerca di ingoiare ogni parola quando è in
compagnia di quell'idiota di una testa aliena. Perché, sì, il problema
è proprio quello: ha una cotta per Jon. E forse è ben più di una cotta,
e la cosa lo fa impazzire come non mai perché non ha idea di come
affrontare la situazione. Potrebbe parlare con lui, spiegargli ogni
volta cosa e confessare quello che sente nei suoi confronti ma, anche
se sa che Jon non lo tratterebbe diversamente se non dovesse
ricambiare, Damian non può fare a meno di pensare che potrebbe
incrinarsi qualcosa nel loro rapporto di amicizia se i sentimenti
cominciassero ad interferire; forse è un’idea stupida, forse il modo in
cui Jon lo fissa ogni tanto e poi distoglie lo sguardo vuole
significare qualcosa, ma Damian non ha mai capito bene come funziona
quella roba e forse quello dell’amico è solo un riflesso condizionato;
probabilmente entrambi non riescono a capire cosa sta succedendo tra
loro e lasciano correre, anche se Damian sente sempre un peso
opprimergli il petto. Le parole “Trouble
times caught between confusions and pain”
continuano a martellargli il cervello e, per quanto lui e Jon non
abbiano mai avuto una relazione, Damian teme il confronto e il fatto
che l’amico possa già avere qualcuno a cui è interessato. Forse è
l’unico a struggersi in quel modo? Il solo a provare quella confusione
nella testa e a sentirsi male al solo pensiero che Jon possa
condividere attimi, carezze e sfiorarsi di labbra con qualcuno che non
sia lui? Il solo pensiero gli provoca sensazioni che, fino a quel
momento, non credeva di poter provare. È così che si sentono gli
adolescenti “normali”?
Non lo sa, ma quella sera vuole credere di riuscire
a trovare quel coraggio che gli manca e chiedere almeno a Jon di fare
due passi con lui. In giardino, forse sul terrazzo, da qualche parte
nell’enorme villa, ancora non ne ha idea e forse non vuole nemmeno
programmarlo, ma ha intenzione di sfruttare quella serata noiosa per
passare del tempo con Jon a fare… qualunque cosa avranno voglia di fare
per scacciare la noia e cercare di mettere ordine nei suoi pensieri.
Sono stati entrambi costretti a partecipare e non potranno andarsene
molto presto, quindi, ecco, perché non cercare un modo per distrarsi
entrambi se non possono sgattaiolare via da quell’evento? La presenza
di Jon è il motivo per cui Damian si sta mettendo in ghingheri e per
cui ha deciso di ingoiare il rospo e non lamentarsi con suo padre,
dopotutto.
A quel pensiero si guarda ancora nello specchio,
ravvivando meglio i capelli all’indietro per sistemare i ciuffi ribelli
che non hanno intenzione di restare al loro posto, raddrizzando il
papillon ancora una volta. Lo ha scelto azzurro, il colore degli occhi
di Jon. Sì, è consapevole che sia una cosa stupida, e con questo? Non
può comunque fare a meno di chiedersi se a Jon piacerà, se anche quella
sera lo guarderà con quel velo di imbarazzo e se le sue lentiggini
spariranno nel rossore delle sue guance e, al pensiero di quanto Jon
appaia “carino” con quell’espressione un po’ imbambolata sul viso,
Damian stesso arrossisce e si passa una mano in faccia, imprecando. Oh,
diavolo. È proprio uno stupido. Uno stupido innamorato che fatica ad
ammetterlo persino a sé stesso e che se ne sta chiuso in stanza ad
ascoltare struggenti canzoni d’amore ormai finito quando la sua
relazione non è nemmeno cominciata e forse non comincerà mai.
Proprio in quel momento la porta si apre senza
preavviso e Damian vede distintamente Jason che lo fissa attraverso lo
specchio, con le braccia incrociate al petto e l'immancabile sigaretta
fra le labbra, e nota quanto il fratello maggiore si stia soffermando
sul papillon. Ha un'espressione strana, quasi divertita, e non ci vuole
molto prima che le sue labbra si arriccino in un sorrisetto sarcastico
mentre si poggia con la schiena contro lo stipite della porta.
«Con quel coso sembri ridicolo, pulce».
«Non devo piacere a te, Todd», sbotta
immediatamente, ma il sorriso sulle labbra di Jason si allarga al punto
di vista da far invidia al Joker.
«Ti fai bello per la tua cotta?»
Il tono è divertito ed è palese che Jason lo abbia
detto per scherzare un po’ e senza alcuna malizia, soprattutto perché
ha accennato ironicamente ad una battuta sulla canzone che sta
ascoltando, eppure Damian si strozza con la sua stessa saliva e
avvampa, sentendo il calore risalire dal collo verso il viso fino a
bruciarli persino le orecchie. Odia il fatto che Todd, in un modo o
nell’altro, sia così perspicace. «C-Che diavolo vai blaterando, esci da
qui!» sbotta nell’andargli in contro per scacciarlo lui stesso e
sbattergli la porta in faccia, ignorando la risata e il suo continuo
ripetere “Scusa, scusa, ma ti consiglio qualche canzone più allegra!”
mentre si allontana.
Ancora rosso in viso e tremante un po’ di rabbia –
possibile che in quella villa non si abbia un momento di privacy? –,
Damian si guarda nuovamente allo specchio e aggrotta la fronte,
sbuffando nervoso prima di portarsi una mano al collo per potersi
strappare dal collo quello stupido papillon. Ma è un messaggio da parte
di Jon a fermarlo – sa che è lui perché ha un jingle personalizzato, e
con questo? Anche lui può fare qualcosa di stupido una volta tanto – e
si acciglia, afferrando il cellulare dal comodino. E per poco non gli
scivola via dalle mani quando legge quel messaggio a cui è allegata una
foto, seguita dall’emoji di una faccina imbarazzata, ed è abbastanza
certo che, se Jon si concentrasse proprio in quello stesso istante,
potrebbe sentire il battito stupidamente furioso del suo cuore.
“Ti piace? L’ho
preso oggi, forse sembro un po’ ridicolo, ma pensavo si intonasse coi
tuoi occhi”.
Damian non riesce a nascondere il sorriso. Qualunque
cosa significhi quel messaggio, non è qualcosa che un amico scriverebbe
ad un altro… giusto? “Possiamo essere
ridicoli insieme” ribatte subito, allegando una sua foto davanti
allo specchio con un perfetto zoom sul suo papillon azzurro.
Segue una spropositata quantità di emoji che ridono
a crepapelle da parte di Jon, poi Damian lo vede scrivere qualcosa, si
ferma, riprende a scrivere e invia una faccina imbarazzata prima di
ricominciare e inviare il messaggio vero e proprio.
“Allora puoi farmi entrare? Sono qui
fuori” scrive, e Damian si acciglia prima di digitare in fretta.
“Che diavolo ci
fai qui fuori?”
“Sono venuto a
prenderti”
Damian apre e chiude la bocca, rilegge quel
messaggio più e più volte e si affretta a spegnere lo stereo per
correre alla svelta alla finestra, sollevando subito lo sguardo; Jon
sta fluttuando fra i rami più alti dell’enorme quercia che affaccia
sulla sua camera da letto, ed armeggia ancora col cellulare prima di
sentire lo scatto della finestra, abbassando subito lo sguardo. A
Damian non sfugge il sorriso imbarazzato che ha sulle labbra e, quando
si libra verso il davanzale, vede anche il rossore sulle sue guance.
«Ehm… ciao», lo saluta e, quando ricambia, Damian lo
vede storcersi un po’ le mani. «Ti andrebbe di… ecco… venire al Gala di
stasera… con me?»
«Ci andiamo già», fa notare, ma Jon sorride e si
massaggia il collo in evidente agitazione prima di fissarlo dritto
negli occhi, prendendosi un momento mentre si sistema gli occhiali sul
naso. Sono più grossi del suo viso e rendono i suoi occhi enormi, ma
risulta stranamente adorabile con quegli affari, il completo e il
papillon verde.
«Sì. Ma vorrei che tu fossi il mio +1».
Jon lo dice senza alcun imbarazzo stavolta, e Damian
deve aver trattenuto il respiro senza volere perché vede l’amico
agitarsi per un istante e chiedergli se sta bene prima di ritornare in
sé e sporgersi verso di lui; non gli bacia le labbra, non si sente
ancora pronto per quello, ma poggia la bocca sulla guancia di Jon e ha
come l’impressione di poter assaporare le sue lentiggini, per quanto
sappia che non è assolutamente possibile. Ma gli interessa? No, certo
che no.
«Solo se tu sarai il mio», ribatte allo sguardo
stupefatto di Jon, prima che entrambi scoppino a ridere e si stringano
in un abbraccio quando Jon scavalca finalmente la finestra.
Non è esattamente la confessione che Damian si era
immaginato all’inizio, ma non la cambierebbe con nulla al mondo.
_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per
l'iniziativa #thetimeofourlife indetta dal gruppo Non solo
Sherlock - gruppo eventi multifandom
Ogni tanto
ritorno e risorgo dalle mie ceneri con cosette sceme e bambinetti che
si struggono per amore tra una pattuglia e l'altra e una costola
incrinata e una gamba rotta
Questa volta
sono stata brava e ho postato una cosa carina, visto? Niente cose
cattive, niente gente che soffre, solo un po' di coccolette amorose e
credenze di amore non corrisposto quando invece si amano alla follia e
vogliono stare insieme e fare i piccettini. Sì, piccettini è una
parola, non voglio saerne niente aha
Scherzi a parte, mi piace esplorare questo genere di situazioni dal
punto di vista di entrambi, quindi eccoci qua
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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