Illusions in the fog
Titolo: Illusions in the fog
Autore: My Pride
Fandom: Batman
Tipologia: One-shot [ 728 parole fiumidiparole
]
Personaggi: Bruce Wayne, Alfred
Pennyworth
Rating: Giallo
Genere: Generale,
Sentimentale, Angst
Avvertimenti: What if?,
Hurt/Comfort
Too sick to spook challenge: Illusione
All souls day challenge: Tutti
i cambiamenti, anche quelli più attesi, possiedono la loro malinconia,
poiché ciò che lasciano dietro di noi è parte di noi stessi. È
necessario morire in una vita prima di poter entrare in quella
successiva
BATMAN
© 1939Bob Kane/DC. All Rights Reserved.
Bruce
arranca a fatica e grugnisce ad ogni passo, tentando inutilmente di
tenere gli occhi aperti mentre si allontana dalla scena del crimine.
Non è riuscito a catturare Spaventapasseri e la sua
mente sta cominciando a mostrargli cose che razionalmente sa che non
esistono, eppure sta lottando ferocemente nel tentativo di scacciare le
voci che urlano nella sua testa e le ombre che danzano davanti ai suoi
occhi, mostrandogli immagini su immagini della sua vita che vorrebbe
solo dimenticare. Ha inalato troppo gas, la sua maschera si è rotta
nella caduta e la ferita al fianco sanguina copiosamente, ma non è
quello il dolore che sente né la paura che lo assale e che gli mozza il
fiato; ha i brividi, ha come l'impressione che qualcuno lo stia
seguendo e che sia in agguato nell'ombra, ma cerca in tutti i modi di
appigliarsi al briciolo di razionalità che gli è rimasta e di non
pensarci.
Non c'è Joe Chill ad aspettare in un vicolo, non è
il luccichio della sua pistola quello che vede spuntare in un angolo, e
non è nemmeno il grido di sua madre quello che gli sta trapanando le
orecchie, è solo il gas di Crane che sta facendo effetto. Eppure,
mentre la perdita di sangue gli fa girare la testa, gli annebbia la
vista e risucchia le sue forze, Bruce non riesce a fare a meno di
piangere e a pensare che stia per raggiungere i suoi amati genitori.
C'è una massima di Thibault che continua a rimbombare contro le pareti
del suo cervello mentre arranca in quel vicolo, la mano premuta contro
il fianco e il sangue che sgorga attraverso le dita; ha il fiatone, si
sente come se stesse per morire e non sa se riuscirà a raggiungere la
batmobile, ma quella stupida frase non fa altro che ripetersi
all'infinito, ricordargli che è necessario morire in una vita prima di
poter entrare in quella successiva, e Bruce vorrebbe sbottare a ridere
perché è la frase più ovvia e stupida che abbia mai letto. Non rammenta
nemmeno dove, non sa perché ci sta pensando né gli interessa,
ciononostante gli martella la testa e lo fa impazzire, forse più del
gas che ha inalato combattendo contro Crane.
Vorrebbe tornare a casa, ma non ci riesce; dita
bianche e scheletriche gli afferrano le caviglie e lo trascinano verso
il basso, la risata del Joker si libra in aria come un battito d'ali e
Bruce ha l'impressione di vedere un pettirosso - oh, che crudele ironia
- fermarsi su un lampione che si accende e si spegne ad intermittenza,
fissandolo con i suoi occhietti neri e vacui. Il pettirosso esplode in
una bolla di sangue e interiora e piume schizzano dappertutto,
macchiandogli il viso mentre la risata di Joker continua ancora e
ancora, senza tregua, facendolo urlare a squarciagola finché il fiato
nei polmoni si esaurisce e l'orrore avvolge tutto il resto.
Il suono che sente è il più agghiacciante a cui
avrebbe mai potuto pensare. Un costante rumore metallico, un tonfo di
qualcosa di pesante che si abbatte su delle ossa e le riduce in
frantumi, e ha appena il tempo di capire che cosa sta succedendo prima
di rendersi conto che quel rumore è Joker che colpisce il volto di
Jason con un piede di porco, riducendo in fin di vita suo figlio. Bruce
grida di lasciarlo stare, che è solo un ragazzo e che se c'è qualcuno
che dovrebbe essere fatto a pezzi è lui, ma Joker continua a ridere
senza sosta e colpisce, colpisce, il viso di Jason è ormai una
poltiglia sanguinolenta e Bruce si sente impotente mentre guarda quel
mostro ammazzare suo figlio.
«Sono qui, signorino
Bruce, resista!»
La voce di Alfred lo fa riaffiorare da quel
pastrano, sente il catrame allentare la presa sulle sue braccia e
scivolare via, sostituito immediatamente dalle frettolose mani di
Alfred che continua a sussurrare parole di conforto che Bruce non
riesce più a capire. Sa solo che adesso è salvo, è al sicuro, ma il suo
cuore si sente ancora oppresso e volta la testa verso Crime Alley,
faticando a tenere gli occhi aperti.
Forse è la tossina, forse l'illusione creata dalle
luci offuscate dalla nebbia di Gotham, ma il volto di Jason si mostra
in un istante e poi non lo vede più.
_Note inconcludenti dell'autrice
Scritta per le iniziative #toosicktospook e la #allsoulsdaychallenge indette sul
gruppo facebook Hurt/comfort
Italia
La prima
era una challenge flash in cui si veniva taggati a caso e venivano
assegnati prompt altrettanto a caso, ed entro la giornata del 31
ottobre bisognava scrivere una storia dai tratti hurt/comfort senza
potersi sottrarre (pene indicibili attentevano il mal capitato di
turno! Ahah), mentre la seconda doveva avere come tema... la morte di
qualcuno. Ma quel qualcuno doveva essere una persona esterna, un terzo
personaggio ed essere in qualche modo centrale nella trama (che doveva
avere al contempo un sick e un caretaker)
E io che cosa ho fatto? Ho usato il personaggio morto che più morto non
si può: Jason! Comparso come illusione davanti al nostro caro Bruce.
Sì, ultimamente lo sto facendo soffrire piuttosto spesso
Commenti
e critiche, ovviamente, son sempre accetti
A presto! ♥
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