I Pattinatori

di fenice64
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Per avvicinarvi al pattinaggio: sedetevi a osservare chi č in pista e domandatevi cosa vi sta raccontando. 
(Michelle Kwan)
 

C’č qualcosa di speciale nel mettersi un paio di pattini, e uscire e muoversi come nessun altro puō fare.
Libertā č la prima parola che mi viene in mente.
(Randy Gardner)

 

Dove,
fino a pochi mesi fa,
erano le sfumature di larici e abeti
a contornare le profonde acque del lago,
nel quale l’azzurro del cielo si specchiava,
ora č il bianco abbacinante della neve
a rubare la scena,
avvolgendo le fronde degli alberi
con gelidi candidi cristalli
che riflettono la luce in ogni direzione.
Una distesa di ghiaccio,
perfetta per i due pattinatori che,
dal nulla,
si sono materializzati,
come d’incanto.
Si allontanano e si riavvicinano all’infinito,
dopo essersi cercati e rincorsi,
persi e ritrovati,
con le loro aeree evoluzioni,
fatte di volteggi leggeri.
Sembra stiano intessendo la trama di una storia,
alla ricerca di quella libertā,
di movimento e di pensiero,
che li svincoli dalla realtā.
Lo sguardo,
catturato dalle reciproche movenze,
ne resta ammaliato.
Emozione pura si sprigiona
e diviene Magia.
Danzano
e,
scivolando sulla coltre ghiacciata,
paiono incidere versi di una poesia
che va oltre i confini del tempo

e che solo il disgelo cancellerā.


      
 




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