La Scalata

di fenice64
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Ho imparato che ognuno vuole vivere sulla cima della montagna, senza sapere che la vera felicitā sta nel modo di salire la scarpata.
(Johnny Welch)

Non si puō arrivare in cima da soli. Qualcuno deve aiutarti.
Io credo nel karma. Credo che si riceve ciō che si č dato.
(Randy Pausch)
 
Una cima raggiunta č il bordo di confine tra il finito e l’immenso.
(Erri De Luca)
 

Il pianoro che ci accoglie č un’oasi di pace
e di incomparabile bellezza.
Di fronte a noi una parete rocciosa,
maestosa nel suo svolgersi,
ci attende.
Uno sguardo complice, un segno di assenso e si parte.
L’ascesa č dura e faticosa,
ma quanto mai invitante ed eccitante.
Molte le soste per ammirare il panorama che,
siamo certi,
giunti in vetta,
ci stupirā lasciandoci senza fiato.
Stiamo giā pregustando il momento.
Corde, piccozze, moschettoni e tanto cuore,
elementi fondanti dell’impresa.
Siamo pronti ad aiutarci vicendevolmente,
affinché nessuno dei due resti indietro.
Mi tendi la mano
ed io la afferro grata in un passaggio complicato.
Un sospiro di sollievo,
anche se l’aria si fa sempre pių rarefatta.
Si vede la meta a pochi metri da noi.
Vogliamo raggiungerla insieme,
come insieme abbiamo fatto tutta la scalata.
E finalmente ci godiamo l’ambito traguardo.
L’atmosfera č magica.
Veli impalpabili sembrano incresparsi nel vento,
che diviene via via pių impetuoso.
L’animo si č perō liberato dalle sue catene,
permettendoci di giungere fino a dove
mai avremmo pensato di poter arrivare,
spingendoci oltre i nostri umani limiti.
Cuori battono all’unisono.
Emozioni gemelle.
Occhi si riempiono dello splendore che tutto circonda.
Ascoltiamo il silenzio,
che consente una immersione profonda in noi stessi.
Presto dimenticata la fatica,
mentre il respiro ritrova il suo ritmo.
Resta solo la meraviglia della condivisione di un attimo irripetibile,
cosė simile alla contemplazione del Creato.





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