Racconti di innocenza, di vita, di morte e di paradosso

di Milly_Sunshine
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LA COMETA E L'ARCOBALENO

"Si sono dimenticati di me?" domandò la Cometa.
"Credo di no" rispose l'Arcobaleno.
Con lo sguardo rivolto all'insù, tutti lo stavano fissando, prima che calasse la sera.
Veniva dopo un violento temporale, come per ricompensare tutti di ciò di cui li aveva privati: quel sereno che andavano cercando in ogni istante, ignorando che il sereno non può durare per tutta la vita.
"Ti guardano allo stesso modo in cui quando cala la notte guardano me" osservò la Cometa. "E' come se tu avessi preso il mio posto, per loro. Quando compare qualcosa di nuovo, si dimenticano di tutto ciò che hanno visto fino a quel momento."
"Credo di no" obiettò l'Arcobaleno. "Io vengo solo in questo momento, mentre la tua coda rischiarerà tante altre notti. A volte non ti vedranno e ti cercheranno tra le nubi. Adesso è troppo presto, non possiamo illuderli nello stesso momento."
"Illuderli? Di che illusione parli?"
"Né tu né io duriamo in eterno. Io duro un battito di ciglia, come la giovinezza. Tu continui a farti vedere più a lungo, come il resto della vita. Di fatto siamo una sola cosa, anche se un tramonto ci separa."
La Cometa non poté negarlo: l'Arcobaleno non era che la parte più splendente della vita umana.
C'era chi su aggrappava all'ultimo ricordo che aveva di quei colori, cercando di non far svanire la memoria.
Poi calava la sera e allora tutti cercavano la Cometa.
Un giorno sarebbe sparita, proprio come, di tanto in tanto, spariva qualcuno che per loro aveva significato tanto.
Arcobaleni e comete erano fatti per essere dimenticati: come stava già toccando all'Arcobaleno e come sarebbe toccato alla Cometa nel giro di appena pochi giorni, la stessa sorte non avrebbe risparmiato nemmeno tanti altri.
Quel pensiero diede un po' di tristezza alla Cometa, mentre gli occhi di chi stava sotto iniziavano ad alzarsi, per vedere la sua coda.
Le diede tristezza non perché fosse certa di essere dimenticata, ma perché, come chi non rimane mai fermo nello stesso posto, avrebbe dimenticato, a poco a poco, gli stessi che si sarebbero scordati di lei.
Erano quelli i momenti in cui desiderava di essere un arcobaleno: gli arcobaleni se ne vanno in fretta, senza avere tempo di affezionarsi a un certo lato della vita.
"Io e te siamo la stessa cosa" le ricordava, però, l'Arcobaleno, nella sua mente.
"Siamo la stessa cosa" concludeva la Cometa, "Ma vediamo le cose in modo diverso. L'hai detto tu stesso: tu sei come la giovinezza, io sono come il resto della vita. Il tramonto altro non è che il momento in cui cambia la prospettiva con cui guardiamo il cielo."





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