...
La cattedrale era immensa,
situata su
una collina che si specchiava sul mare, Crowley la guardò a
bocca aperta chiedendosi come avesse fatto il suo angelo a trovare
qualcosa di così spettacolare, era talmente bella che non
riusciva a staccare gli occhi, titubò all'entrata correndo
con
la mente a quando era entrato in quella chiesa per salvare l'amico che
puntualmente era finito nei guai.
Il suo corpo ebbe un brivido al ricordo del calore sotto i piedi, una
volta a casa se li era guardati ed erano fortemente scottati, non
usò un miracolo per guarirli, non capì nemmeno
lui il
motivo a quel tempo ma adesso voltandosi verso quello che dopo secoli
di lotte era diventato il suo fidanzato lo capiva.
Voleva gli rimanessero i segni perché quel dolore lo
distraeva
dalle ferite del suo cuore, tutte le volte che si guardava i piedi
pensava che un'altra volta aveva salvato il suo migliore amico dalle
grinfie di quelli di sopra che lo avrebbero sicuramente rimproverato,
trattato male e forse avrebbero mandato un altro al posto suo.
E lui non poteva proprio permettere che accadesse, perdere Aziraphale
avrebbe significato perdere la sua sanità mentale, l'ancora
che
lo teneva legato alla vita e che gli faceva dire che non era poi
così brutto stare al mondo, forse sì, oltre che
per non
vederlo morire la sua era stata una scelta egoistica, finché
fosse rimasto sulla terra insieme a lui Crowley poteva dimenticare
l'inferno e non solo quello che stava sotto terra, ma anche quello che
aveva nella testa e nel cuore.
Aziraphale lo prese per mano risvegliandolo da quel sogno ad occhi
aperti, sul suo viso si leggeva un'espressione rassicurante, "non devi
temere quando sei con me" gli stava dicendo e il demone
ingoiò
le lacrime ricacciandole indietro.
<< Tranquillo non può farti male
>> disse con quella voce resa sottile dal vento.
Entrarono insieme attorcigliando le dita le une alle altre, indossavano
degli stupendi smoking, uno chiaro e l'altro scuro, quella mattina si
erano guardati e ci era voluto un miracolo perché
riuscissero a
staccarsi gli occhi e le mani di dosso, Aziraphale aveva gridato che
sicuramente avrebbero finito per sgualcire i vestiti e sarebbe stato un
peccato.
Giorni prima gli aveva anche proposto di far guidare la Bentley a
qualcun'altro o di noleggiare un'auto e a quelle parole Crowley era
sbiancato.
Avevano litigato per giorni interi a causa di quella cosa, lui stanco
di quelle crisi isteriche lo aveva preso, sbattuto contro il
frigorifero e lo aveva baciato mentre ancora gli stava inveendo contro,
gli aveva detto "angelo baciami e dopo potrai urlami addosso tutto
quello che vuoi" e Aziraphale lo aveva fatto, si erano baciati, lo
aveva spinto così forte contro il frigo che alcune cose
erano
volate a terra frantumandosi ma a nessuno dei due era importato, quella
era stata la prima volta in cui avevano fatto l'amore.
Era stato strano perché si era sempre immaginato sarebbe
successo su un morbido letto con lui che si prendeva cura di ogni lembo
di pelle candida di quella creatura eterea e meravigliosa, preliminari
che duravano ore e finalmente sarebbe entrato in lui dolcemente.
Invece era successo tutto in un impeto di passione, l'angelo non si era
tirato indietro quando aveva iniziato a slacciargli camicia e pantaloni
anzi sembrava avere addirittura fretta, e quali suoni erano usciti da
quelle labbra sacre, Crowley li aveva memorizzati tutti uno ad uno,
quella splendida gola era stata in grado di raggiungere
tonalità
mai sentite e lui ad ogni gemito, mugolio o supplica finiva per
eccitarsi ancora e per un istante aveva temuto che non sarebbe mai
riuscito ad arrivare al culmine.
Invece era successo ed era stato bellissimo cazzo, ma Aziraphale lo
aveva preceduto di pochi secondi, accasciandosi con la testa sulla sua
spalla e scusandosi perché gli aveva sporcato la camicia,
fanculo la camicia aveva pensato prima di venire e piangere per il
troppo amore che sentiva, quello sciocco angelo aveva pensato di aver
fatto qualcosa di sbagliato e lui aveva pianto ancora di più
e poi gli aveva detto di amarlo e Aziraphale lo aveva
baciato e non lo aveva più lasciato andare.
Strinse maggiormente la sua soffice mano e a ogni passo che faceva, il
piede affondava nel morbido tappeto che li accompagnava fino
all'altare, era strano pensò Crowley, non sentire quel
fastidioso bruciore ma era una bella sensazione e poteva provare tutto
questo solo grazie alla meravigliosa persona che aveva accanto.
La cerimonia fu semplice e veloce, si dissero sì
senza esitare nemmeno un secondo, guardandosi negli occhi, dandosi un
bacio e infilandosi gli anelli simbolo non solo del loro matrimonio ma
di una promessa più grande.
Nei giorni successivi a Crowley vennero riconsegnati i poteri e lo
scoprì per caso, mentre discuteva con Aziraphale su quale
fosse
il giorno migliore per partire dando finalmente inizio alla loro
missione, aveva inoltre scoperto che al suo novello marito non piaceva
tanto volare, e dire che era un essere celeste dotato di maestose e
sicure ali.
<< Senti angelo ti ho detto che ci penserò io
a tenere al sicuro l'aereo! >>
<< Sì lo so me lo hai ripetuto almeno dieci
volte! >>
Il demone sbuffò irritato da tutta quella situazione.
<< E allora mi vuoi dire per l'amor di tutti i santi dove
sta il problema!? >>
<< Non mi piacciono quei grossi uccelli di metallo, sei
costretto
in quelle strette gallerie impossibilitato a muoverti, ecco dove
è il problema >> sbottò incrociando
le braccia ma
sul viso del suo interlocutore vide solo un risolino appena accennato.
<< Che c'è, perché te la ridi
tanto? >>
<< Angelo, possibile che non ti rendi conto della
montagna di doppi sensi che hai messo in una frase? >>
Aziraphale alzò gli occhi al cielo guardandosi poi le unghie.
<< Sei tu che hai la mente sporcacciona, non io.
>>
<< E comunque visto che ci andremo quando tu riavrai i
tuoi poteri potresti portarmici tu in volo. >>
Crowley sgranò gli occhi davanti a quella richiesta.
<< Vuoi dire che ti fidi più delle mie braccia
che di un comodo aereo? >>
<< Mi fido più di te è questo il
punto. >>
Inevitabilmente le guance di Crowley arrossirono per quel bel
complimento detto con tanta facilità, il suo cuore
scoppiò dalla gioia ma l'idea di farsi chilometri e
chilometri con suo marito appeso al collo non lo entusiasmava, c'erano
dei rischi nel volo, soprattutto per gli umani e certo poteva
proteggerlo con un miracolo ma non sapeva quanta energia gli avrebbe
comportato fare le due cose insieme.
<< Mi lusinga sentirtelo dire ma è impossibile
>> rispose.
<< Perché!? >>
piagnucolò Aziraphale come un
bambino a cui viene detto che non può avere altro dolce.
<< Ah per tutti i serpenti angelo giuro che se avessi
ancora i
miei poteri porterei qui quella donna con uno schiocco di dita!
>> sbottò accompagnando la frase con quel
gesto.
TUM.
Si sentì un rumore provenire dalla sala, i due si guardarono
perplessi e corsero a vedere cosa fosse stato, rimasero entrambi
sbigottiti, sul tavolo del salotto, palesemente sotto shock stava una
donna, confusa e spaesata che non appena li vide cacciò un
urlo
che spaventò anche loro facendoli urlare.
Nella stanza si creò un divertente coretto di urla e sguardi
diffidenti, fino a che le parti non si calmarono concordando che le
parole fossero molto più chiarificative che delle primitive
urla.
Quella era la signora di cui stavano parlando, avevano visto la foto su
internet.
<< Cosa ci fai nel suo salotto? >>
domandò inviperito Crowley.
<< Il nostro salotto caro, siamo sposati, questa
è anche casa tua >> lo corresse l'angelo.
<< Giusto, cosa ci fai nel nostro salotto?
>>
La donna però era talmente scioccata che non riusciva ad
emettere un suono, nella sua vita aveva visto di tutto, angeli, demoni,
spiriti ma mai si era ritrovata a viaggiare nello spazio temporale,
meno male che quando era successo era a casa da sola altrimenti come lo
avrebbe spiegato alle persone che erano con lei?
Crowley si avvicinò con aria minacciosa, che più
che un
demone arrabbiato lo faceva assomigliare a un adolescente a cui la
madre lascia la porta della camera aperta senza richiuderla dietro di
sé, tutta via quella semplice caratteristica non era
abbastanza
perché la donna si sentisse al sicuro.
<< Allora, vuoi rispondere o no? >>
domandò
sbattendo le mani sul tavolo, con il risultato di farla sussultare.
<< Crowley datti una calmata, la stai spaventando!
>>
Il demone si voltò a guardarlo interdetto.
<< Spaventando? Questa ci piomba nel salotto e sarei io
quello spaventoso? >>
A quel punto Aziraphale si avvicinò con tutta la sua grazia
angelica.
<< Come ti sentiresti tu se venissi teletrasportato in un
posto senza il tuo consenso? >>
<< Non mi sentirei in alcun modo visto che mi
è successo,
è non ho fatto tante scene quando mi hanno evocato!
>>
sbottò gesticolando con un braccio.
<< Ti hanno
evocato?
>>
<< Sì, gente folle che voleva farsi una
chiacchierata con un demone. >>
All'angelo scappò da ridere, Crowley sollevò un
sopracciglio.
<< Lo trovi divertente? >>
<< Bè immaginarmi te seduto comodamente sul
divano che
all'improvviso ti ritrovi nel mezzo di un cerchio di fuoco è
un'immagine molto conturbante. >>
L'espressione del demone divenne molto più irritata.
<< A parte che i cerchi non sono di fuoco, leggi troppi
libri e
forse ti fai altrettante fantasie, e comunque non c'è niente
da
ridere. >>
<< Mi rimane la puzza di zolfo per ore >>
sbuffò
incrociando le braccia, ma niente Aziraphale proprio non riusciva a
trattenere le risatine.
<< E che ne fai degli umani che ti evocano, li
incenerisci, te li mangi? >>
Ovviamente Aziraphale era del tutto ironico, ma non aveva tenuto conto
di un particolare, la donna che era lì con loro non lo
sapeva ed
era ad ogni battuta sempre più terrorizzata.
<< Mangiarmeli? Che razza di film ti vedi? Mi impossesso
dei loro corpi e poi li faccio finire all'inferno. >>
<< Oh così è decisamente meglio
>> rispose l'angelo.
Il battibecco continuò per diversi minuti quando finalmente
Crowley si voltò verso la donna.
<< Ehm angelo... >>
Ma lui continuava a inventarsi nuovi modi divertenti per schernire il
suo maritino senza rendersi conto della situazione.
<< Aziraphale dovresti smetterla... >>
<< E in quale girone li spedisci, in quelli dei
ficcanaso? Ho
sentito che lì tagliano i nasi della gente e...-
>>
<< ANGELO CHIUDI LA BOCCA! >>
urlò e questo
attirò inevitabilmente l'attenzione dell'altro che si
voltò innervosito prima verso di lui e poi verso la donna
che
stava tentando disperatamente di aprire la porta della libreria che era
chiusa a chiave.
<< Oh per l'amor del cielo signora! >> si
avvicinò ma lei si fece piccola piccola.
<< Per favore non fatemi del male, farò finta
di non aver visto e sentito niente! >>
Crowley si colpì la faccia con una mano.
<< Non deve temere io stavo solo scherzando, noi due
siamo amici
e lo stavo solo prendendo in giro. Non succedono davvero quelle cose, a
parte la faccenda dei nasi...- >>
<< Angelo! >>
<< Ops...ma comunque non deve temere, noi due siamo
innocui. >>
La donna li squadrò sbattendo furiosamente le palpebre
ancora incollata alla maniglia della porta.
<< Amici? Ma voi due...- >>
<< Veramente siamo sposati >> ci tenne a
sottolineare Crowley.
Lei deglutì e lo guardò come se avesse appena
detto un'eresia.
<< E' possibile? >>
<< Lo so mia cara signora che tutto questo le
sembrerà
assurdo, ma se ci fa compagnia le racconteremo tutto dal principio
>> disse Aziraphale usando il tono più
amichevole
possibile.
<< I-io non lo so...non mi sono mai trovata in una
situazione del genere >> balbettò.
A quel punto il demone che già possedeva poca pazienza di
suo
aveva perso l'ultima briciola, gli bastò pensare di
volerla interrogare senza che opponesse resistenza e la donna si
immobilizzò.
<< Crowley! >> lo rimproverò
Aziraphale.
<< Mi sono tornati i poteri! >>
gridò guardandosi le mani, poi sorrise felice.
<< Mi sono tornati i poteri, mi sono tornati i poteri! Oh
grazie
a S...grazie a D...Grazie a qualcuno sono di nuovo io! >>
<< Quindi sono stato io a portare qui lei! Wow non
pensavo nemmeno fosse possibile! >>
L'angelo sorrise intenerito e felice per lui.
<< Per me sei sempre stato tu, anche senza poteri
>> gli
prese il viso tra le mani e lo baciò, Crowley lo strinse
forte
gioioso e brioso per quella nuova situazione, finalmente si sentiva
completo e se stesso, guardò suo marito accarezzandogli i
capelli.
<< Succederà anche a te, promesso
>> disse guardandolo negli occhi.
<< A tal proposito >> iniziò
l'angelo.
<< Liberala, non è carino trattare
così le persone,
si sentirà più a suo agio se usiamo la
gentilezza.
>>
<< D'accordo se proprio ci tieni, ma lo faccio solo per
usare di
nuovo i miei poteri, non per fare una gentilezza. >>
Aziraphale sollevò gli occhi al cielo ridacchiando, Crowley
schioccò le dita e la donna si guardò intorno
spaesata.
<< Che cosa mi avete fatto. >>
<< Nulla mia cara, ma il mio a... voglio dire mio marito
ha
scoperto ora di riavere i suoi poteri che gli erano stati tolti, non lo
avrebbe mai fatto di proposito. >>
<< Invece sì >> disse a bassa
voce il demone,
ricevendo in tutta risposta una pestata di piede da parte del suo
compagno.
<< Ahi! Ma sei impazzito!? >>
strillò tenendosi il piede.
<< Voi due siete strani >>
mormorò lei spostando lo sguardo prima su uno e poi
sull'altro.
<< Ascolti >> iniziò Aziraphale
sbloccando la porta.
<< Lei può andarsene quando vuole ma le
assicuro che noi
non siamo una minaccia, forse a volte siamo un po' combina guai e
pessimi nei nostri ruoli ma siamo pronti a raccontarle le cose fin dal
principio. >>
Crowley gli posò una mano sulla spalla.
<< Sicuro angelo? >>
La donna lo guardò poi spostò lo sguardo su
Aziraphale che annuì.
<< Va bene vi ascolto >> disse sospirando.
<< Ma al primo cenno di pericolo giuro che me ne vado.
>>
...
Si erano accomodati
rispettivamente su
divano e poltrona, la donna il cui nome era Susan aveva accettato la
tazza di tè offerta dal padrone di casa, e una volta sopita
la
tensione di quel bizzarro accadimento si era rivelata una signora
disponibile e gentile.
Aveva ascoltato la loro storia incredula, sgranando gli occhi e
spostando quelle pupille color acqua marina tra le due
entità
che prendevano parola finendo o aggiungendo qualcosa al discorso
dell'altro, era incredibile persino per lei che per anni era stata in
contatto con entità soprannaturali pensare che esistesse al
mondo una cosa del genere.
Due creature di fazioni opposte che non solo vanno contro ai loro capi
per proteggere la terra, ma rischiano la vita per difendersi l'un
l'altro e alla fine si innamorano e come ciliegina sulla torta si
sposano pure, come se volessero farsi beffa del creato.
Alla fine del racconto Susan sentiva l'imminente emicrania pulsare in
ogni nervo, era confusa ma anche molto stupita e soprattutto non capiva
che cosa quei due si aspettassero da lei, era vero che aveva delle doti
speciali ma certo non poteva compiere miracoli.
<< Sentite io credo a ciò che mi avete detto,
certo
è una storia assurda, mai in vita mia avrei potuto
immaginare
che bene e male potessero unirsi ma, sinceramente io non so come
aiutarvi. Molte persone si rivolgono a me per risolvere i loro problemi
e io le aiuto, però non posso certo ridare qualcosa che
è
stato tolto, in particolar modo se si tratta di un'essenza angelica.
>>
Aziraphale sospirò sconfortato.
<< Lo capiamo, grazie per...- >>
<< No, col cazzo angelo! Noi non ci arrendiamo, lei
è qui,
ci ha risparmiato un viaggio e tu vuoi già mandarla via!?
>>
Mentre parlava si era alzato in piedi, il suo compagno lo
guardò con occhi tristi.
<< Ma Crowley non hai sentito...- >>
<< Ho sentito ma quante volte ci siamo tirati fuori dai
guai in situazioni apparentemente impossibili? >>
<< Abbiamo fermato l'apocalisse! >>
<< Non eravamo soli in quel caso >>
rimbeccò Aziraphale.
Il demone si voltò verso la donna, si avvicinò a
lei e
con sorpresa di tutti si mise in ginocchio, le prese le mani e la
guardò dritto negli occhi.
<< La prego lei deve aiutare il mio amico, è
la persona
che amo di più al mondo, senza di lui sarei perso e non so
che
cosa potrei fare...Io lo amo >> singhiozzò e
una lacrima
gli rigò la guancia.
Susan si intenerì di fronte a quella scena, soprattutto
perché era una creatura degli inferi a pregarla di salvare
il
suo amore, tutti quelli come lui che erano incappati in lei erano
brutali e malvagi, ma questo demone aveva un energia così
bella,
nascondeva una luce che pulsava forte quasi quanto quella di un angelo.
Ebbe l'istinto di posargli una mano sulla guancia, con il pollice
sfregò via il resto della lacrima e sorrise dolcemente a
quella
creatura che sentiva avere tanto bisogno di amore e affetto,
sospirò insicura su quello che stava per dire.
<< Tu sei così buono >> disse e
Aziraphale stava per
scattare a fermare Crowley convinto che le avrebbe inveito contro, ma
ciò non accadde, il demone deglutì sentendo le
lacrime
spingere per uscire.
<< La prego lo salvi... Anche a costo della mia vita.
>>
A quelle parole l'angelo rabbrividì, non avrebbe mai
permesso che accadesse.
<< Non c'è affatto bisogno di consegnare la
tua vita,
anche se questo ti fa onore, riesco a sentire quanto tu lo ami e lui
ama te allo stesso modo, ora va a sederti, mi mette un po' in
soggezione parlare in questo modo. >>
Crowley obbedì e andò a sedersi sul bracciolo
della
poltrona su cui era seduto l'amore della sua vita, il quale
alzò
la testa verso di lui donandogli un debole sorriso, poi
appoggiò la mano su quella di lui e si voltarono entrambi
verso
Susan.
<< Come vi ho detto la situazione non è delle
migliori, i
tuoi capi ti hanno tolto i poteri e teoricamente solo loro potrebbero
riconsegnarteli. Immagino che parlarci non sia pervenuto.
>>
I due scossero simultaneamente la testa.
<< Capisco... >> sospirò, poi
assunse un'aria
meditabonda, le sue sopracciglia chiare si erano congiunte fino alla
radice del naso creando delle piccole rughette, le quali non la
facevano più vecchia ma le donavano solo un'aria
più
saggia.
<< Aziraphale vieni qui un momento >> disse
alzandosi in piedi.
L'angelo titubò ma si convinse quando il suo compagno gli
accarezzo delicatamente le spalle, il tempo di qualche passo ed era
già di fronte a lei, lo studiò da cima a fondo,
Aziraphale ebbe l'impressione di un radar che lo penetrava fino
alle viscere, poi gli posò una mano sulla nuca.
<< Mmm...certo senza i miei strumenti è
difficile. >>
<< Se vuoi li faccio comparire >> disse
Crowley.
<< No, no per l'amor del cielo non rischiamo, sono molto
delicati e poi servirebbero a poco. >>
<< Allora perché ce li hai proposti?
>> borbottò il demone a bassa voce.
<< Crowley! >> lo rimproverò
Aziraphale.
Quel piccolo scambio fece ridacchiare Susan.
<< Si vede proprio che siete sposati. >>
Dopo quel commento nella stanza calò un silenzio di tomba,
Susan
continuava a spostare le mani sul corpo dell'angelo quasi fosse
alla ricerca di qualcosa, si fermava in particolar modo su petto e
pancia, borbottava qualcosa, annuiva ed era come se fosse assorta in un
dialogo in cui le due creature non erano ammesse, cosa che ovviamente
stava facendo spazientire entrambi.
Aziraphale aveva cominciato a sudare dandosi già per
spacciato,
mentre per Crowley mancava poco perché non si mettesse a
lanciare in aria ogni singolo oggetto presente in quella stanza, ma
fortunatamente quel supplizio finì prima che l'inferno si
aprisse sotto i loro piedi.
Susan aprì gli occhi incontrando quelli celesti di
Aziraphale
che la fissavano con un velato timore, lei era seria, cosa che mise
ancora più in ansia il suo paziente ma poi il suo volto
si aprì in un sorriso che l'angelo però non
sapeva come
interpretare.
<< La situazione è questa mio caro essere di
luce, io non
posso tirare fuori ciò che hai dentro, ma il punto
è
proprio questo >> disse facendo una lunga pausa di
sospensione.
Le due entità la guardarono in trepidante attesa. Crowley si
sporse con il busto in avanti come se servisse a sentire meglio la voce
della donna.
<< Quello che eri è ancora dentro di te,
aspetta solo di essere tirato fuori. >>
<< Che caspita vuol dire!? >>
sbottò il demone ricevendo un'occhiataccia da parte del suo
compagno.
<< Significa che Aziraphale deve ricordarsi chi
è e
sentirsi adeguato nel suo ruolo, e non solo mentalmente ma
spiritualmente. >>
I due parevano ancora più confusi ma prima che facessero
altre domande Susan parlò di nuovo.
<< C'è un luogo su questa terra che dicono sia
incantato,
è uno specchio d'acqua che si trova in una piccola radura,
si
dice che chi si sente perduto e riesce a raggiungere questo posto
potrà ricongiungersi alla sua parte mancante.
>>
Crowley si alzò raggiungendoli.
<< Non ho capito, per far tornare Aziraphale ad essere un
angelo dobbiamo solo trovare uno stupido ruscello? >>
<< Scusa ma mi sembra un'idiozia. >>
<< Crowley! Modera i termini, lei è qui per
aiutarci e tu...- >>
Susan sollevò una mano rassicurando l'angelo.
<< Tranquillo, ho già avuto a che fare con
gente testarda, umana o meno. >>
<< Non ho detto che sarà semplice, una volta
raggiunto lo
specchio d'acqua sarà Aziraphale a dover fare tutto,
è
importante che si riconosca e la magia che racchiude il ruscello lo
aiuterà semplicemente a tirarla fuori. >>
<< Ma come? >> domandò Crowley
spazientito.
<< Non è dato saperlo, per questo è
un luogo
magico, si sa come si arriva ma non come si torna.
>>
<< So che è poco ma questo è
l'unico modo per
tirare fuori la potenza celeste rinchiusa nel cuore di quest'angelo.
>>
Il demone ci pensò su.
<< Ha degli effetti collaterali? >>
<< Accade solo ciò che deve accadere
>> rispose Susan scuotendo la testa.
Aziraphale che era rimasto in silenzio per tutto quel tempo
fissò il suo compagno.
<< Andiamoci >> disse.
L'altro lo guardò sbattendo le palpebre.
<< Sei sicuro? Non sappiamo nemmeno se
funzionerà e cosa potrebbe accadere. >>
<< Sono sicuro che esista un modo più
semplice. >>
<< No Crowley, questo è l'unico modo e io
voglio provarci. >>
Deglutì.
<< Sei con me? >>
Crowley titubò qualche istante, aveva paura ma voleva ad
ogni
costo che il suo amato tornasse a essere chi era, soprattutto
perché così non avrebbe più dovuto
aver paura di
perderlo a ogni soffio di vento.
Gli strinse la mano e sorrise tornando con l'espressione strafottente e
impavida di sempre.
<< Andiamo, buttiamoci in quest'altra avventura suicida!
>>
Aziraphale ridacchiò, avvicinandosi poi a posargli un bacio
sulle labbra, Crowley arrossì e i neuroni che aveva in testa
si
accalcarono scontrandosi gli uni contro gli altri, il tutto sotto lo
sguardo divertito di Susan.
<< Allora è così che si mettono a
tacere i demoni
>> disse attirandosi lo sguardo compiaciuto di
Aziraphale, che
accarezzò il braccio di Crowley e disse.
<< Questo in particolare sì. >>
<< Ehi! Vi ho sentito >> si
lamentò lui sentendosi preso in causa.
...
Susan gli inviò
la piantina di
quel posto, con note sul luogo, giorno e orario migliore per
raggiungerlo, a
detta di lei più si andava in una giornata carica di magia
più le probabilità che funzionasse erano alte e
così fecero.
I giorni prima li passarono in libreria abbracciati a coccolarsi e
parlare di tutto tranne di quell'evento, Aziraphale aveva espresso il
desiderio di evitare l'argomento così se non avessero
raggiunto
l'obbiettivo ci sarebbe rimasto meno male non avendoci dato troppo peso.
Il giorno prestabilito partirono carichi di tensione e con un alto
livello di emotività, evitarono di parlarsi
perché
sapevano che sarebbero potuti scoppiare in un litigio in qualsiasi
momento, mentre camminavano per quei boschi che sembravano incantati
Crowley prese la mano dell'angelo e la strinse, gesto che fu molto
apprezzato.
La radura era proprio come era stata loro descritta, l'erba verde
brillante, gli alberi intorno che sembravano formare un nido protettivo
e uno specchio d'acqua circondato da mattoni leggermente sgangherati, a
differenza del bosco però lì c'era silenzio.
Niente cinguettii o cicaleggi, nemmeno il vento sembrava osare spostare
una foglia in quel luogo a detta di Susan mistico e speciale.
Il demone guardava la cartina annuendo tra sé.
<< Deve essere per forza questo. >>
<< Crowley. >>
Lui si girò.
<< Dimmi angelo >> disse avvicinandosi.
<< Volevo...chiederti scusa. >>
<< Che? >> domandò sollevando un
sopracciglio.
<< Per essere stato così poco di compagnia in
questo viaggio. >>
Il demone lasciò cadere del tutto le braccia che tenevano la
cartina, finiva sempre così, ogni volta che pensava di
conoscere
bene Aziraphale lui finiva per stupirlo in qualche modo, sapeva del suo
conflitto interiore, conosceva il modo in cui diceva a se stesso di
essere inadeguato ma non credeva fino a questo punto.
<< Non c'è bisogno che ti scusi, anche io me
ne sono stato zitto. >>
<< Sì ma tu sei stato così gentile
ad accompagnarmi... >>
Crowley sospirò, non era il momento per arrabbiarsi.
<< Non è che ti ho accompagnato per farti un
favore, sei
mio marito, e a parte questo io ti amo. Sarei andato sulla luna per te
e con te se fosse stato necessario. E credimi angelo quando ti dico che
non devi scusarti, è un momento delicato, io nemmeno so cosa
dire sinceramente. Mentre venivamo qui mi sono dannato per trovare una
frase intelligente da dire ma tutto mi sembrava inutile.
>>
Aziraphale sorrise << ti sei dannato... >>
<< Sì, pessima scelta di parole
>> rispose il demone grattandosi il retro della nuca.
<< Io le trovo moltissimo da te invece >>
disse l'angelo e lo baciò.
Quando si staccarono Crowley gli prese il viso tra le mani.
<< Sei pronto? >> domandò.
L'altro annuì stringendo le labbra per assaporare il residuo
di quel dolce contatto.
<< Devo farlo da solo. >>
<< Non vuoi che venga con te? >>
domandò il demone.
<< Dopo sì, ma prima sento che devo esserci
solamente io. >>