filo
Lo
so, lo so...mi sono fatta attendere non poco questa volta, ma avevo
ispirazioni di altro genere , come potete vedere dagli altri due
racconti che ho iniziato a postare e anche qualche piccolo problema
passeggero di salute :P. certo che però qualche recensioncina in
più su 175 letture potevate anche scrivermela... non vi sono
mancata? :'(
senza farvi attendere oltre, rispondo alle recensioni e vi lascio al capitolo. buona lettura :)
recensioni.
sunrise92: questo
capitolo è fatto apposta per rispondere alle tue domande! :)
grazie per i complimenti che mi scrivi ogni volta :)
mi fanno tanto tanto piacere :)
mikki: torno all'ovile dopo una
settimana passata a fare la romanticona :) eeee ovviamente ci avete
azzaccato su Bella e sui Volturi. ho cambiato la storia,è
vero, ma proprio non ce l'ho fatta a far diventare buoni i
Volturi, proprio no :P
dindy: ehi sposina!!! manca
poco eh :) non ti preoccupare! sto scrivendo altre cose nel frattempo e
questa storia non sarà andata avanti di molto quando tornerai.
spero con questo capitolo di averti chiarito un pò lei idee
sull'evolversi della ff :)
bigia: eh si :) Bella centra e non centra :) la mia risposta è un ni :P
Restammo giorni e giorni a studiare quei fogli. Quando
eravamo a casa, eravamo tutti seduti attorno al tavolo della cucina a pensare e
scambiarci informazioni. Quando eravamo a scuola, continuavamo ad avere la
testa alle nostre macchinazioni. Quell’elenco di nomi era diventato un pensiero
costante.
Angela era stata dimessa ed era stata obbligata da Carlisle
ed Esme ad abbandonare la sua stanza al campus per vivere con noi a casa Cullen.
Si era sistemata nell’ultima camera da letto vuota vicino alla mia. Da quando
aveva saputo la verità, lei era quella che più si dava da fare nelle ricerche.
Portava sempre fazzoletti colorati legati al collo per coprire i segni lasciati
dal morso.
Questa era la nostra vita per le settimane seguenti al
ballo: Tony Allen, Claire West, Lyra McCain, Robert Stackhouse, Jason Compton,
Christina Abbott…la nostra vita girava attorno a questi e altri nomi.
“ragazzi, rassegnamoci. Non c’è un cazzo di filo logico in
tutto questo. Sono una casalinga, un candidato del partito popolare, una
studentessa leader del movimento studentesco “valore alle donne”, un bancario,
un proprietario terriero e una studentessa e avanti così. Non hanno manco un
cugino di 90° grado in comune” sbuffò Emmett con la fronte appoggiata al
tavolo, dopo una serata passata a ripetere sempre le stesse cose.
“il fatto che tutti abbiano partecipato a manifestazioni
contro il diritto di voto ai vampiri ci aiuta?” chiese Angela dando un morso a
un muffin al cioccolato preparato da Esme. Per essere una che non mangia,
cucinava veramente da Dio!
“ma vi pare che un vampiro li faccia fuori per così poco?”
disse Jasper ironico.
“Beh, genio! A me sembra piuttosto valido come motivo.
Magari il vampiro maniaco vuole dare una lezione a questi umani facendoli
passare da morti per quello che non avrebbero mai voluto essere. È un bello
scherzetto da fare contro degli stupidi e arroganti conservatori, non ti pare?”
lo riprese Angela sporgendosi sul tavolo per tirare uno scappellotto a Jaz.
“molto carino, in effetti. Ma assolutamente irrealistico. E
sai perché?” disse Jasper arrivandole a pochi centimetri dal naso.
“illuminami” gli rispose lei con gli occhi a fessura.
“ti ricordo che anche tu sei stata morsa e non mi risulta
che tu sia una conservatrice bigotta” disse Jasper con l’espressione raggiante
di chi ti sfida a negare l’innegabile. Infatti Angela si rimise seduta e
incrociò le braccia al petto.
“quindi siamo al punto di partenza. Al non punto di partenza” sbuffò Rosalie.
Questo era quanto succedeva ogni sera. Ogni sera. Io mi
tiravo fuori dalle congetture. Per lo più passavo il mio tempo ad ascoltare e
ricordare particolari già detti che venivano dimenticati. È vero che ero stata
spesso a Forks nella mia infanzia, ma il fatto di essere li in pianta stabile
da solo tre mesi mi rendeva completamente inutile nel portare informazioni. Non
conoscevo la storia di tutte le famiglie di Forks, ne potevo conoscerle dato
che il fatto che io avessi legato subito con i Cullen appena arrivata a scuola
mi era valsa l’esclusione da ogni gruppo umano e vampiro.
Secondo gli umani io, Mike e Angela eravamo quelli che loro
amano definire con disprezzo vampirofili,
cioè umani che volentieri si tagliano per spremere il proprio sangue per darlo da
bere ai vampiri. Che cazzata colossale. I Cullen non bevono nemmeno il sangue
dei donatori rubato e mischiato al sangue sintetico, figurati se berrebbero mai
il sangue nostro.
A loro volta, i vampiri disprezzavano, in maniera più tenue
e velata, i Cullen perché non disdegnavano la compagnia di noi umani e questo
li rendeva dei deboli ai loro occhi.
Con la stessa carica di disprezzo che esprimevano nei nostri
confronti, vampiri e umani si schifavano a vicenda a scuola. Dopo i recenti
incidenti, di cui nessuno parlava ma tutti sapevano, si era addirittura creata
la carreggiata di passaggio per i vampiri e una per gli umani. I vampiri
camminavano sulla destra e gli umani tenevano la sinistra. Immaginatevi voi che
casino quando bisognava camminare nei due sensi in un’unica carreggiata.
Stessa spartizione si era creata nelle aule e negli
spogliatoi. Persino i cortili interni erano stati spartiti tacitamente tra
“riservati ai vampiri” e “solo umani che non siano vampirofili”.
Non erano rare scene di pestaggi per i corridoi in cui
l’umano, alla fine stremato, minacciava il vampiro con un paletto e questo,
aprendo le braccia, scoppiava a ridere e lo invitava a impalettarlo.
In tutto questo caos io e Edward andavamo avanti. Io
schernita e odiata perché non solo ero una vampirofila ma stavo addirittura
insieme a un vampiro, lui deriso e biasimato perché non aveva abbastanza palle
per usarmi per quella che ero, ossia un contenitore mobile di sangue fresco. Da
quando stava con me, non era più un latin lover, ma l’ultimo degli sfigati,
anche se dannatamente bello. Non davamo retta a nessuno, bastando solo a noi
stessi. I momenti solo per noi erano diventati una rarità, è vero, troppo
occupati a pensare a questa situazione, ma avevamo imparato a capirci e a godere
dei pochi attimi prima che io mi addormentassi in cui eravamo solo noi, senza
problemi al mondo.
Oddio, senza problemi. Bella stava diventando un problema
bello grosso per me. Quando sapevamo che era a scuola e non da qualche parte
per conto dei Volturi, dovevo camminare incollata a Jasper che si teneva pronto
a calmare i suoi istinti da quando, pochi giorni dopo l’incidente di Angela,
aveva iniziato a percepire in lei emozioni ostili e vendicative nei miei
confronti. Era stata Alice a proporre questa soluzione, consapevole del fatto
che su Edward, per quanto la cosa mi facesse male, non si potesse fare
affidamento.
Era come un fantasma per me, uno di quei fantasmi che ti
perseguitano continuamente. Non li vedi, a volte non li senti, ma sai che sono
li, che aspettano il momento buono. Bella non era spesso a scuola, anzi. Non
c’era praticamente mai, ma quelle poche volte che la incrociavo era in grado di
farmi ghiacciare il sangue nelle vene. Non mi parlava, ma il modo in cui mi
guardava riusciva a farmi sentire così piccola, e inutile, e assolutamente…non
riesco nemmeno a descrivere come.
Di tanto in tanto qualche nuovo nome si aggiungeva alla
nostra lista già infinita. E fu uno shock vero e proprio quando un giorno,
durante l’ora di inglese, io e Alice venimmo chiamate fuori da Emmett.
“Emm, che c’è?” chiese Alice, appena ci fummo chiuse la
porta alle spalle.
“papà ha chiamato dall’ospedale” disse con tono grave.
“chi è stavolta?” chiesi io con il groppo in gola.
“Mike”
Mike, Mike, Mike…quel Mike detto con quel tono proprio da
Emmett mi rimbomberà per sempre nella testa. Per sempre. E vedere il suo corpo
freddo su quel lettino d’acciaio nell’obitorio dell’ospedale è una cosa che
ogni tanto mi sogno ancora la notte.
“ragazzi…Mike, aveva questo in tasca” ci disse Carlisle
dandoci un piccolo registratore.
Edward lo prese, l’unico che avesse ancora la forza di
muoversi. Non era mai andato molto d’accordo con Mike, ma non lo odiava, era
comunque uno dei nostri.
Dopo aver guardato tutti, ebbe il coraggio di far partire il
registratore. Le voci registrate rimbombavano nella sala delle celle
frigorifere come voci dall’inferno. Cattive, fredde e minacciose.
- forse stiamo andando un po’ troppo di fretta
- stiamo andando troppo a rilento. Prima facciamo, prima
saremo liberi e addio trucchetti con paletti e sangue sintetico.
- si ma se continuiamo con questo ritmo, gli umani
sospetteranno qualcosa.
- ma cosa devono sospettare? Chiusi e ignoranti come sono
non arriveranno mai a capire che non moriamo con degli stupidi spilloni di
legno nel petto e che l’aglio non ci fa un baffo.
- si ma…
- si ma niente, James! Gli ordini di Bella sono stati
chiari. Più che chiari. E se non facciamo come dice lei, credi che Lord Aro
sarà clemente? Credi che ci dirà ‘bel lavoro ragazzi, avevamo proprio bisogno
di segretezza”. Sveglia! Mancano pochissimi mesi alle elezioni e per quel
giorno il lavoro deve essere finito.
- si ma…
- senti, se hai tanta voglia di essere torturato da Jane,
dillo! Farò da solo e non dirò una parola in tuo favore.
- non voglio dire questo, Ronald, ma credo che dovremmo
agire con più attenzione.
- Arold, Jenna e Giorgia stanno facendo un ottimo lavoro
fuori di qui. E stanno agendo nell’intero paese! noi abbiamo a che fare con dei
pivelli di una scuola e stai facendo tutte queste storie!
- dico solo di agire con più prudenza. Quei Cullen….
- lo so che stanno cercando informazioni. Bella ha sfiorato
quella…umana, come si chiama, quella Nihal, nei corridoi, senza che lei se ne
accorgesse… e mi ha detto che i Cullen sono a caccia, ma afferrano solo fumo.
Forse è il caso di dare una lezione alla loro amichetta per fargli capire di
farsi i cazzi loro.
- li faresti solo intestardire di più. I Cullen non sono un
clan con cui scherzare.
- e perché no? si possono a stento definire vampiri.
- il loro capo, Carlisle, era uno dei Volturi una volta. Non
so se sai di chi è il quarto trono accanto a quello di Caius. Beh indovina, è
suo!
- ma non lo occupa
- ma Aro ti metterà al rogo prima che tu possa spiegare il
tuo desiderio di vendetta.
- ma Bella mi difenderà, l’ha promesso.
- Cosa ti ha promesso?
- un posto nella guardia se porterò a termine la missione
con successo.
- mente
- cazzate, sei geloso
- lei dice cazzate. Tutti quelli della guardia hanno dei
doni. Tu non hai un bel niente.
- sarebbe un premio infatti
- comunque stiano le cose io dico di agire con prudenza.
- chi è il prossimo?
- dobbiamo finire la Weber, questo è certo. E poi io direi
di continuare con Stone. Suo padre sta iniziando ad alzare troppo la cresta. È
ora di metterlo a tacere.
- ehi!
- tu sei Newton vero? Piaciuta la conversazione?
- che ne diresti nel frattempo di dare un messaggino ai
Cullen?
- si…chissà che sapore ha il tuo sangue, Newton.
…..
La conversazione si interruppe . Mike era riuscito a tenere
nascosto il registratore per fortuna. Era morto, ma ci aveva dato una pista. Un
certo Stone stava per essere ucciso. Sapere cosa stesse facendo suo padre da
intralciare tanto i Volturi ci avrebbe dato il filo conduttore che cercavamo.
“non gli permetterò di sfiorarti nemmeno con un dito, ok?”
mi sussurrò Edward all’orecchio
stringendomi forte a sé. “non permetterò mai più a Bella di toccarti,
amore. Non glielo permetterò” continuava a sussurrare. Se ero ancora viva era solo
per evitare di scatenare la lite tra Aro e Carlisle. Ma ancora una volta, non
avevo paura per me. Non era saggio mettersi contro i Volturi e ostacolare i
loro piani. Non ci pensavano due volte prima di farti fuori, era una cosa che
leggendo i libri di Esme avevo imparato a prendere sul serio. E questa volta in
gioco c’era la loro reputazione davanti al mondo intero, non una banale lotta
tra clan. E i Cullen…i Cullen non avrebbero mai potuto vincere.
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