Per le interviste era stato allestito un palcoscenico apposito con una
platea semicircolare: nei posti davanti al palco erano seduti nelle
prime file gli sponsor, nelle restanti gli spettatori. Sul palcoscenico
erano situate cinque poltrone rosse, mentre nella parte destra era
situata una specie di stanza a vista che conteneva armi e oggetti di
vario tipo.
La presidentessa Ice fece il suo ingresso in un'elegante ma pratico
vestito blu con dei punti luce situati ai bordi, avanzò fino
al centro del palco, quindi con un gran sorriso si rivolse alla platea.
"Salve a tutti! Come ben sapete questa é una serata
speciale... é arrivato il momento delle interviste ai nostri
26 tributi estratti in questa speciale edizione! Ma lasciate che vi
spieghi: verranno chiamati sul palco ogni volta tutti i tributi di ogni
distretto, quindi saranno intervistati insieme su domande scelte da noi
o dai nostri cari sponsor, in modo da conoscerli meglio. Poi i tributi
avranno la possibilità, se vogliono, di mostrare agli
sponsor cosa sanno fare ed infine potranno salutare, per quella che
sarà forse l'ultima volta, i propri cari! Preciso che i
restanti distretti non assisteranno alle interviste o prestazioni del
distretto che si troverà sul palco, quindi distretti diversi
avranno modo di conoscersi solo nell'arena" la presidentessa fece una
pausa e sorrise prima di continuare: "Ma c'é un'altra
sorpresa per voi: non sarò io a intervistare i tributi.
Molti degli sponsor lo hanno richiesto e sono sicura tutti i presenti
approveranno... signore e signori ecco a voi Caesar Flickerman!"
Caesar fece il suo ingresso sul palco con un sorriso sgargiante: il
pubblico applaudì entusiasta della sua presenza, cosa che
lui ricambiò con un leggero inchino. Aveva i capelli scuri
raccolti in un codino e colorati con delle leggere striature dorate che
si intonavano con il colore del suo completo. Raggiunse la
presidentessa, esibendosi in un'elegante baciamano che fece sorridere
Ice. Poi entrambi si sedettero sulle due poltrone rosse affiancate
sulla sinistra.
"Bene Caesar, devo dire che é un piacere ed un onore averti
qui!"
"Ti ringrazio Ice, ma devo confessarti che l'onore é mio:
trovo l'idea di questi nuovi Hunger Games davvero elettrizzante!"
"Ne sono felice! Vuoi già iniziare le interviste?"
Caesar sorrise furbamente.
"Certo che lo voglio! Ma prima di intervistare i nostri cari tributi,
avrei queste da leggere!"
Caesar mostrò un foglio.
"Cosa sono?" chiese incuriosita Ice.
"Sono le domande che i nostri sponsor volevano farti, che ho
personalmente selezionato e che mi trovo quindi in dovere di farti!"
"Spero non siano troppo sconvenienti!" scherzò Ice.
"Oddio, spero proprio di sì invece!" ridacchiò
lui, generando una risata generale.
"Iniziamo da una curiosità mia: come ti é venuta
l'idea per questi giochi?"
"Bé adoro gli Hunger Games originali e ho pensato che mi
sarebbe sempre piaciuto assistere come spettatrice ad una delle varie
edizioni. Dato che questo non era possibile mi sono detta: Ehi,
perché non crei un'edizione tutta tua, con le tue regole,
dove tutti potranno interagire attivamente? Così l'ho fatto!
Inoltre credo che questa esperienza possa essere istruttiva per i
tributi che ne fanno parte!"
"In che modo?" chiese Caesar.
"Bé, vedi mio caro Caesar, inutile dire che gli Hunger Games
siano un'esperienza che ti cambia. Ma non solo é
un'esperienza negativa, come molti pensano...io credo che una
situazione del genere tiri fuori un lato delle persone che nemmeno loro
sapevano di avere. In situazioni estreme di questo tipo può
succedere qualsiasi cosa: scopri di avere una forza che non credevi di
possedere, tiri fuori i sentimenti migliori di te, oppure i
peggiori...chissà. Ma sicuramente apprendi cosa conta
davvero e cosa vuoi dalla vita, cose o capacità che
normalmente sottovaluti o a cui non dai il giusto peso. Ecco credo che
gli Hunger Games servano a questo!"
"Wow, incredibile davvero, non l'avevo mai vista in questo modo!
Comunque passiamo alle domande degli sponsor: sei soddisfatta dei
tributi scelti? C’è qualche distretto o tributo
che avresti preferito al posto di quelli estratti?"
"Sono molto soddisfatta dei miei 26 tributi! Sono tutti particolari e
con un carattere molto diverso: penso che sarà molto
interessante osservare come si comporteranno nell'arena! Gli sponsor
hanno fatto davvero un ottimo lavoro di selezione. Nonostante questo
ammetto che avrei trovato interessante in alcuni casi anche altri
tributi o distretti tra quelli votati”
“Ci puoi fare qualche esempio?”
“Tra i distretti votati penso potesse essere interessante
anche la casa di carta e death note. Infondo personaggi come il
Professore, L e Light penso che avrebbero potuto dare del filo da
torcere ai nostri tributi… ma sono sicura che quelli scelti
non siano da meno!”
“Già, penso anche io che questa edizione
riserverà ottime sorprese! Ed invece hai delle preferenze
tra i tributi estratti?”
Tra quelli estratti ho di certo alcuni per i quali ho una preferenza
maggiore, ma sono talmente tanti, che moriranno sicuramente! Inoltre
puntualizzo che ovviamente non verranno fatti favoritismi di nessun
genere, io e gli strateghi ci impegneremo molto per mettere in
difficoltà tutti allo stesso modo"
"Bene! Non so quanto questo possa essere rassicurante per i tributi, ma
sicuramente é un'ottima notizia per noi!" disse sorridendo,
poi aggiunse "Non trova dei giochi mortali un’idea un
po’ sadica?...Ok giuro che questa domanda l'ha fatta uno
sponsor, io non centro nulla! Quindi se stai pensando ad una seconda
edizione dei giochi, pensa a loro, non a me!" ironizzò lui
indicando gli sponsor.
Ice sorrise.
"Come mai tutti credono che sia fredda e sadica?" disse con sguardo
complice a Caesar.
"Temo che l'organizzare un Hunger Games non abbia aiutato!" rispose lui
scherzoso, suscitando le risate di molti, compresa la presidentessa.
"Ok, ho capito...la prossima cosa che organizzerò saranno le
Olimpiadi della pace, contenti?"
Caesar rise: "Questo si che é un evento a cui vorrei
offrirmi come tributo!"
"Bene, grazie presidentessa per aver risposto gentilmente alle nostre
domande! Ma adesso direi che é il momento dei nostri cari
tributi, iniziamo dal primo distretto: facciamo entrare Hermione,
Bellatrix e Draco!"
I tre entrarono e si sedettero sulle tre poltrone posizionate di fronte
a Caesar e Ice. Indossavano, come tutti i tributi, una tuta aderente
nera con dettagli argento.
"Benvenuti! Bene Draco, tu sei stato l’ultimo ad essere
estratto, te lo aspettavi?"
"Sono un Malfoy e un purosangue, era ovvio che scegliessero me!"
Questa frase fece alzare gli occhi al cielo di Hermione.
"Draco, spieghiamo bene ai nostri sponsor: voi siete maghi che
frequentate la scuola di magia di Hogwarts, cosa intendi con
purosangue?"
Draco usò un tono glaciale e seccato, come se stesse
spiegando qualcosa di ovvio.
"I purosangue sono maghi nati da un mago ed una strega, quelli nati
invece da un mago e un babbano, sono detti Mezzosangue"
pronunciò quest'ultima parola come se fosse una malattia "Ah
dimenticavo i babbani sono quelli che voi definireste 'persone
normali', senza poteri insomma! Infine ci sono i nati babbani" rivolse
uno sguardo di disprezzo a Hermione "quelli come lei, con entrambi i
genitori babbani!"
Hermione lo fissò furiosa: odiava quel termine per
indicarla, era considerato dispregiativo nel suo mondo, soprattutto nel
modo in cui lo stava dicendo Draco.
"Oh fantastico Malfoy, davvero ottimo lavoro! Se prima gli sponsor
volevano supportarci, grazie al tuo encomiabile comportamento, non lo
faranno più!"
“Stavo solo spiegando per loro, come mi è stato
richiesto da Caesar, ma forse preferivi tu stare al centro
dell’attenzione, come al solito!”
Replicò lui con un tono ironico e uno sguardo di sfida che
fecero innervosire Hermione, ma lei fece del suo meglio per
controllarsi il più possibile, non voleva fare brutta figura
con gli sponsor e decisamente non poteva contare su Draco, per quanto
riguardava Bellatrix non ci sperava nemmeno.
Data l’aria di tensione Caesar decise di romperla porgendo
una domanda a Draco.
"Draco, ho un'altra domanda per te: c'é qualcuno che ti
aspetta nel tuo distretto? E per qualcuno, intendo qualcuno di
speciale!"
"No" rispose immediatamente lui, con tono freddo. Ma abbassò
leggermente gli occhi, Hermione lo fisso dubbiosa, sembrava quasi che
la cosa lo dispiacesse...impossibile, Draco non era di certo un
sentimentale!
"Non mi dirai che é perché é qui
presente...no, perché mi é già
capitato!" disse Caesar ironico, facendo ridere molte persone tra il
pubblico.
"Assolutamente no!" protestò lui arrossendo, seccato di una
tale battuta.
"Le regole della scuola sono niente magia fuori da Hogwarts... come
farete?"
"Dal regolamento sono esclusi casi eccezionali, e questo sicuramente lo
é!" rispose prontamente Hermione.
“Hermione, ad Hogwarts tu sei famosa per essere la migliore
del tuo corso, uno dei nostri sponsor vuole sapere se pensi che questo
potrà esserti utile anche qui!”
“Beh, sinceramente non so bene cosa aspettarmi, affronteremo
persone ed ostacoli che non conosciamo quindi dovremmo essere molto
cauti ma sicuramente la magia potrà esserci molto utile,
soprattutto se i nostri avversari non la sapranno usare!”
“E noi non vediamo l’ora di vedervela
usare!” Il pubblico applaudì entusiasta ma Caesar
li fermò con un gesto della mano “Ma non
è ancora il momento, c’è
un’altra domanda dei nostri sponsor ed è un po'
irriverente e come tale incuriosisce tremendamente anche me ovviamente,
ormai mi conoscete!” Caesar sorrise alle risatine del
pubblico e con sguardo curioso e si avvicinò ad Hermione
“Sappiamo che stai insieme a Ronald Weasley ma hai mai
pensato che anche Harry Potter potesse fare al caso tuo?”
Hermione arrossì come un pomodoro e prima che potesse dire
qualcosa fu Draco a farlo, preceduto da una risata.
“Potter e Granger insieme? Questa si che è bella!
Non so, da una parte mi fa morire dal ridere, dall’altra
ammetto che sarebbe comunque sempre meglio dello stare con un
Weasley!”
Hermione strinse saldamente il pungo sulla sedia per trattenersi dal
darlo dritto in faccia a lui, come aveva già fatto una volta
in passato.
“Sai Malfoy, non tutti giudicano le persone solo dal loro
cognome o dalla purezza del loro sangue!”
“Oh scusami, tu per cosa le giudichi? Per il quantitativo di
litigi che ci fai? Perché con Weasley io vi ho visti solo
litigare! Forse hai quella che i babbani definiscono sindrome della
crocerossina”
“Se l’avessi dovresti piacermi anche tu e dato che
piuttosto preferirei mangiare un secchio di lumache vive, temo proprio
che ti sbagli!” Hermione approfittò di averlo
finalmente zittito per rispondere a Caesar “Io ed Harry siamo
migliori amici da sempre, ho un ottimo rapporto con lui e ci siamo
sempre l’uno per l’altra ma penso che entrambi
abbiamo sempre avuto la mente impegnata su altre persone, almeno in
quel senso”
Balbettò un po' sulle ultime parole, non sapeva nemmeno lei
il perché.
“Capisco… grazie Hermione ma ora passiamo a
Bellatrix, tu sei una mangiamorte, potresti spiegarci cosa vuol
dire?”
Bellatrix era stata fino a quel momento con aria distratta ed annoiata
a fissare il vuoto mentre gli altri due si beccavano, ma a sentire
quella domanda il suo volto si illuminò e in un attimo la
sua espressione diventò raggiante e rivolse lo sguardo
entusiasta a Caesar.
“Ma certamente! Essere un mangiamorte è il
più grande onore che ci possa essere! I mangiamorte sono
maghi e streghe purosangue scelti personalmente dal Signore Oscuro per
servirlo utilizzando la magia oscura, senza seguire quelle cose futili
e ridicole come le legge magica”
“Molto interessante! Le tue parole mi hanno ricordato una
domanda di uno dei nostri sponsor: se fossi insegnate ad Hogwarts o
ministro della magia che materie preferiresti insegnare e quali
aboliresti?”
“Semplice: eliminerei tutta quella robaccia stupida ed
inutile che insegnano a scuola e sostituirei tutto con la magia oscura,
ben più utile nella vita vera e penso che una maledizione
cruciatus potrebbe essere molto più educativa di altre
bazzeccole! Vuoi mettere poi il divertimento del sentire contorcersi
dal dolore quelle bestioline ignoranti?”
Hermione si dovette mordere la lingua per non ribattere, il solo
pensiero dell’utilizzo di un incantesimo senza perdono su dei
ragazzini la disgustava. La maledizione cruciatus come le altre
maledizioni senza perdono erano infatti proibite agli studenti o anche
il solo insegnarle a loro. Per fortuna fu Caesar a cambiare argomento
per lei.
“Bè anche questo è un punto di vista
immagino! Ma ho un’altra domanda per te mia cara, a quanto
pare i nostri sponsor vogliono sapere se ‘Tu Sai
Chi’…oh scusatemi morivo dalla voglia di
dirlo!” era il modo nel quale nel mondo magico veniva
chiamato il signore oscuro ovvero Voldemort, i maghi infatti
preferivano non pronunciare il suo nome! “dicevo: vogliono
sapere se tra te e Tu Sai Chi c’è una qualche
relazione che vada oltre il professionale. Non te la prendere con me
giuro che è una domanda loro!”
Bellatrix sgranò gli occhi e si rizzò sulla sedia
con aria tra l’imbarazzato ed il furioso.
“Come osa un babbano o chiunque altro chiedermi una cosa
simile? La mia devozione totale verso il Signore Oscuro è
indubbia, il resto non vedo come possa essere di minimo interesse per
chiunque che non voglia trovarsi un braccio e la lingua
mozzate!”
“Ok dato che mi sento di dire di tenere a qualsiasi mio arto
o lingua passerei all’ultima domanda: riuscirete tu e Draco a
mettere da parte i vostri pregiudizi sui mezzosangue per collaborare
con Hermione durante i giochi?”
Ci fu qualche attimo di silenzio, che presto fu interrotto da una
risata di Bellatrix.
“Collaborare con la mocciosetta? Spero tu stia
scherzando!”
Hermione sospirò spazientita.
“Anche io non salto dalla gioia all’idea ma siamo
uno dei due distretti ad aver avuto la fortuna di avere
l’estrazione di un tributo in più, dovremmo
collaborare e sfruttare questo vantaggio a nostro favore!”
“Io non ho bisogno della tua collaborazione, sono una
mangiamorte e posso vincere questi giochi anche da sola”
“Sarebbe stupido da parte tua, non hai idea di che
capacità possano riservare gli altri distretti o
l’arena, insieme avremmo molte più
possibilità di vincere. Possiamo rimandare i nostri scontri
a fine giochi”
“Osi chiamarmi stupida? Cos’è, hai paura
marmocchia? Beh hai ragione ad averne perché la prima cosa
che farò ad inizio giochi sarà farti soffrire
così tanto che implorerai di farmi smettere!”
“Tu…!”
Hermione stava per replicare ma furono interrotti da Caesar.
“Gli animi si stanno scaldando qui! Vi consiglio di
utilizzare questa energia sul palco per mostrarci cosa sapete
fare!”
"Qualcosa che serva giusto a dare un'idea...non vorrete far esplodere
il palcoscenico spero! Ci sono ancora 23 tributi che vorrebbero
esibirsi!" aggiunse Ice, con pungente ironia.
I maghi si recarono all'espositore delle armi e presero ognuno,
rispettivamente, la propria bacchetta.
Hermione fece vorticare la sua e urlò l'incantesimo:
"Wingardium Leviosa"
Una serie di coltelli si alzarono dalla mensola e si misero a
volteggiare in aria al comando della ragazza.
Draco puntò verso di lei e disse: "Expelliarmus"
In un attimo Hermione sentì la bacchetta che gli schizzava
via dalla mano, i coltelli, che erano sospesi prima in aria dal suo
incantesimo, caddero a terra in un attimo.
La ragazza fissò Draco con rabbia e indignazione. Lui le
accennò un sorriso furbo.
"Che c'é? Dovevamo mostrare cosa sapevamo fare, no? Cosa
meglio di un incantesimo di disarmo?"
Lei si avvicinò con passo rabbioso verso di lui e gli
sussurrò: "Malfoy giuro che se morirò in questo
gioco, tu lo farai prima di me!"
Bellatrix prese entusiasta la sua bacchetta ma Ice frenò il
suo entusiasmo “Bellatrix nessun incantesimo contro i tuoi
compagni o contro di noi e nessuna maledizione senza perdono, non
abbiamo vittime vive da sottoporti. Puoi però spiegare cosa
sai fare!”
Bellatrix sbuffò seccata “con la maledizione
cruciatus posso far contorcere dal dolore le mie vittime, con la
maledizione imperius posso fargli fare quello che voglio, con
l’avada kedavra…beh non ci sarà
più una vittima!”
Esclamò queste ultime parole con una fredda gioia da far
accapponare la pelle.
“Ora posate le armi e andate a salutare i vostri cari che vi
aspettano ai bordi del palco per l’ultimo saluto!”
Detto questo posarono tutti le loro bacchette e si diressero verso
l'estremità del palcoscenico. Hermione vide Ron e Harry, i
suoi migliori amici, corse da loro e li abbracciò entrambi
contemporaneamente.
"Volevano venire anche altre persone, ma ci hanno detto che non
potevamo essere più di due..." affermò Harry.
"Mi mancherete ragazzi!"
"Hermione non dirlo nemmeno per sogno: sei la più sapientona
al mondo, sei una strega potentissima, li sconfiggerai tutti in un
attimo! Se fosse stato Ron al tuo posto avrei avuto i miei dubbi...ma
dato che sei tu, sono sicurissimo!"
"Grazie Harry!" disse ironicamente Ron fissandolo di traverso, cosa che
fece ridere Hermione.
I due iniziarono a scambiarsi frecciatine, ma qualcos'altro
attirò la sua attenzione.
Era Draco.
Era poco distante da loro, ma l'unica persona venuta a salutarlo era
suo padre. Non erano venuti nemmeno i suoi amici serpeverde! Non
riuscì a sentire cosa si stessero dicendo, ma le loro
espressioni non erano per niente rassicuranti.
Draco fissava suo padre: sembrava imbarazzato, come uno che cerca di
rimanere serio e distaccato nonostante la situazione. Era venuto solo
lui...nemmeno Tyger e Goyle erano venuti a salutarlo.
"Draco, sei un Malfoy, un serpeverde e un mangiamorte...ce la farai
sicuramente, cioé devi farcela, non vorrai macchiare il
nostro buon nome vero?"
Le trovò curiose come ultime parole da parte di un padre,
che forse, non avrebbe più rivisto suo figlio.
"Non ti deluderò" si limitò a rispondere lui.
Voltandosi per andare via Draco non notò che il padre
sembrava volesse dirgli altro.
Parole che non riuscì a pronunciare.
Bellatrix invece aveva avuto la visita di Voldemort in persona.
“Mio signore è un onore avervi qui di persona, non
vi deluderò”
“Non ho motivo di crederlo, sono venuto io perché
gli altri mangiamorte a volte sono totalmente inaffidabili e poi molte
delle loro identità è meglio che restino
segrete!”
Affermò, anche se non era proprio tutta la
verità, infondo teneva a Belletrix e voleva salutarla, ma
non lo avrebbe mai ammesso così pubblicamente.
“Distruggerò qualsiasi patetico avversario pur di
tornare a servirvi a partire da quell’inutile amichetta di
Potter, non vi lascerò da solo nella battaglia contro il
vostro mortale nemico!”
“Non mi aspetto di meno da te, sai cosa fare
nell’arena e con Draco…”
“Certamente”
Un glaciale sorriso pervase il suo volto.
Ice disse che il tempo a loro disposizione era finito.
Hermione fissò Harry e Ron negli occhi con sguardo incerto.
Poi fece una cosa che nemmeno lei si aspettava: diede un velocissimo
bacio a Ron, si girò e corse via.
Non sapeva perché lo avesse fatto, probabilmente
perché sapeva che quella era forse l'ultima volta che li
avrebbe visti. Ma se ne pentì subito: era diventata rossa
paonazza e aveva azzittito l'intero pubblico degli Hunger Games.
Si sorprese nel vedere Draco che la stava aspettando.
Fantastico. A quanto pare anche lui aveva assistito al bacio: non
bastava che lei partecipasse a quel gioco, ora si sarebbe dovuta
sorbire tutte le sue battutine acide su loro due!
Ma, al contrario di quanto pensasse, Draco non disse nulla. Doveva
essere stata davvero una scena imbarazzante per zittire pure lui, o
almeno era questo che pensò.
Bellatrix li raggiunse, posò una mano sulla spalla a Draco e
gli bisbigliò una cosa nell’orecchio ma Hermione
non riuscì a sentire di cosa si trattasse, poi due uomini li
scortarono fuori dal palco.
“Passiamo adesso al distretto 2, ecco a voi Simbad e Eris!"
I due entrarono e si misero a sedere. Simbad aveva l'aria seccata,
mentre Eris sembrava al settimo cielo.
"Eris é una mia impressione o mi sembri felice?" chiese
stupito Caesar.
"E' una tua impressione perché non sono felice...sono
ENTUSIASTA! E anche impaziente che inizino i giochi! E' tutto
così eccitante!"
"Davvero? Vuoi dirmi che ti piacciono gli Hunger games? Devo dire che
raramente mi capita una cosa simile!"
"Assolutamente sì! Io sono la dea del caos e della
discordia, cosa ci può essere di più divertente
di un gioco simile? Già me li immagino: amori infranti,
tradimenti, amicizie rinnegate, promesse violate, odio, inganni,
invidia!" affermò con voce suadente e aria sognante.
"Sono felice di sapere che qualcuno apprezzi i miei giochi!"
affermò ironicamente la presidentessa.
"Simbad, tu non mi sembri altrettanto felice, come mai?" chiese Caesar.
"Puoi dirlo forte! Sono il capitano di una nave, a quest'ora
già dovrei essere alle isole Fiji, hai presente? Donne,
sabbia, pace, drink esotici con tanto di ombrellino...e invece mi
ritrovo bloccato qui, in questo gioco!"
"Non farci caso Caesar lui é il solito guastafeste! E' molto
carino lo ammetto, ma in quanto a materia grigia, siamo messi male"
esclamò Eris.
"Ehi, cosa vorresti dire?"
"Osi parlarmi in questo modo dopo quello che mi hai fatto?" disse Eris,
mimando la faccia più da innocentina che riusciva a fare.
"Quello che ti ho fatto io? Stai scherzando, spero!"
"Peccato sembravi un giovane così promettente, un
così bel tipo: arrogante, egoista e subdolo. E cosa fai alla
fine? Rovini i miei piani cambiando di colpo, decidendo di diventare un
bravo ragazzo!" pronunciò queste ultime due parole come se
fossero una colpa orribile e con un tono di chi le avesse ricevuto un
torto inimmaginabile.
"Oh, scusami tanto Eris, se alla fine ho deciso di non morire, di non
tradire più il mio migliore amico, la donna che amavo e di
non porre fine per sempre alla pace a Siracusa!"
"Io mi fidavo di te, le mie promesse le ho sempre mantenute! Sei un
uomo orribile SIMBAD!"
"Bue che dà cornuto all'asino, incredibile!"
protestò lui.
"Ok, vedo che c'é mare mosso tra voi due...ne approfitto per
farvi una domanda degli sponsor: se potreste scegliere tra i tributi
estratti un'altro compagno, chi scegliereste?"
"Mi sembra ovvio: la donna del distretto 3 o quella del distretto 5!"
"Come mai?" chiese Caesar.
"Bé perché sono davvero molto belle!"
"Solo per questo?" chiese Caesar alzando un sopracciglio.
"Mi sembra un ottimo motivo!" rispose lui, con un gran sorriso.
"Uomini!" disse seccata Eris, alzando gli occhi al cielo.
"Bene, sentiamo i tuoi allora!" gli propose Simbad con tono di sfida.
"I maschi carini dei distretti 1,3,5,7,12!"
"A parte che sono una marea...ma mi sembra che le tue motivazioni siano
molto simili alle mie!"
"Oh ma loro non sono solo carini, mi sembrano anche quelli con
più potenziale, lo stesso che avevi tu un tempo, caro mio!
Sono sicura che con molti di loro avrò motivo di divertirmi
parecchio!"
"Ti faccio una domanda dei nostri sponsor Eris: cosa faresti se
scoprissi che altri tra i concorrenti sono divinità?"
Eris scrollò le spalle “Alla mietitura ho visto
che nessuno di loro è uno degli dei greci principali che io
conosco e questo mi basta!"
“Cosa non ti piace degli dei principali?”
"Tutti si ricordano di loro: Zeus, Poseidone, Ade...manco avessero
fatto chissà cosa rispetto agli altri. E dei poveri dei
minori chi si ricorda? Te lo dico io mio caro Caesar. Nessuno! Nessuno
si ricorda di una dea minore come Eris, nonostante la sua influenza
abbia generato scontri memorabili, nonostante abbia portato
all'evoluzione stessa del genere umano. La discordia é
guerra, la guerra é potere, solo i più forti e i
migliori sopravvivono!"
"Bé, sono sicuro che dopo questi giochi si ricorderanno
tutti di te!" disse Caesar.
"Puoi giurarci!" rispose lei, con un ghigno subdolo e inquietante.
"Bene...mostrateci pure cosa sapete fare!"
Simbad si recò nell'area delle armi e prese subito due
spade, impugnandole in entrambe le mani.
"Uso le spade e i pugnali da sempre, so usare molto bene anche due armi
contemporaneamente" spiegò rivolto al pubblico.
Con mosse molto rapide e agili scattò tra i manichini
lì presenti, in pochi attimi colpì uno al petto,
ad un'altro troncò le braccia e al terzo conficcò
entrambe le spade nel torace.
"Un gioco da ragazzi!" esclamò, facendo poi un leggero
inchino rivolto agli spettatori.
Era il turno di Eris, ma lei si rivolse direttamente alla platea.
"Sono la dea della discordia e del caos, posso usare i miei poteri per
fare molte cose interessanti, ma penso che vi mostrerò
nell'arena di cosa sono veramente capace. Vi basti sapere che una delle
mie armi preferite é l'astuzia, una cosa non facilmente
dimostrabile qui!" disse, ed un largo sorriso soddisfatto si fece
strada sul suo volto.
"Hai dimenticato le tue qualità migliori: l'essere subdola,
egoista e spietata!" puntualizzò ironico Simbad.
"Oh Simbad, tu si che sai adulare una donna! Sai é un vero
peccato...una volta erano anche le TUE qualità migliori!"
disse carezzandogli il viso, per poi recarsi verso l'uscita ad
aspettarlo, già sapendo che nessuno era venuto di certo a
salutarla.
Simbad invece posò le armi e si recò da Proteo e
Marina. Rispettivamente il suo migliore amico e la sua attuale
fidanzata, la donna che amava da sempre. Il loro passato non era stato
dei migliori, soprattutto perché prima lui era molto
diverso, Maria era promessa a Proteo e lui aveva derubato il suo
migliore amico. Ma per fortuna tutto alla fine si era risolto per il
meglio e ora loro erano venuti a salutarlo per augurargli buona fortuna.
Il primo fu Proteo, che gli strise la mano.
"Forza, amico mio, fai vedere a tutti cosa sai fare!"
"Devo ballare e raccontare barzellette?"
"Ah ah, spiritoso!"
"Ma é quello che so fare meglio!" disse con un sorriso.
"Stai solo attento ok?" disse Marina, visibilmente molto preoccupata,
Simbad stava per risponderle, ma lei lo abbracciò. Lui
ricambiò l'abbraccio, poi afferrò il suo viso e
le asciugò una lacrima.
"Andrà tutto bene, faremo quel viaggio che ti avevo
promesso!"
"Mi importa solo che ritornerai intero!"
"Ma certo, sennò che viaggio sarebbe?"
"Sei il solito stupido!" disse, poi lo baciò.
"Controlla tu la ciurma in mia assenza, soprattutto Lercio! Ma lo so
che con te come capo non avranno nulla da obiettare" le sorrise e
aggiunse "Mi raccomando al mio ritorno voglio visi più
felici: voglio un'atmosfera perfetta per il viaggio alle Fiji che ci
attende!"
Lei si sforzò di annuire e lo salutò, mentre
andava via con Eris.
“Facciamo entrare adesso Anakin e Padme del distretto
3!”
I due entrarono sul palco e presero posto a sedere sulle proprie
poltrone, Padme sfoggiava un energico sorriso che aveva imparato a
mostrare in senato anche quando le situazioni erano delle
più critiche, invece Anakin era molto più serio e
freddo.
“Finalmente ho qui due persone molto legate tra di loro,
pensate che questo legame vi sarà utile
nell’arena?”
“Io e Ani ci conosciamo da quando eravamo piccoli, siamo
sempre stati molto legati e abbiamo anche combattuto insieme in alcune
occasioni e penso questo possa essere indubbiamente un
vantaggio”
Rispose Padme con aria cordiale e colloquiale, mostrando ancora una
volta le sue doti da senatrice.
“Nell’arena io e Padme staremo sempre insieme e
proteggerla sarà il mio principale compito”
Rispose lui, Padme si voltò quindi verso Anakin con aria
leggermente contrariata.
“Ti ricordo Ani che so cavarmela anche io!”
“Lo so bene, ma ricordati anche che non conosciamo i nostri
nemici o gli ostacoli che potrebbero presentarcisi
nell’arena, quindi come Jedi il mio compito è
quello di proteggerti!”
“Come Jedi…certo…”
Si limitò a dire lei alzando un sopracciglio ma prima che
lui potesse replicare Caesar fece un’altra domanda.
“Anakin puoi spiegare ai nostri sponsor cosa vuol dire essere
un Jedi?”
Anakin ringraziò mentalmente Caesar per la domanda in quanto
lo sguardo che gli aveva rivolto Padme lo aveva messo in soggezione.
“I Jedi sono una classe ristretta di individui sensibili alla
Forza, una forma di energia cosmica da cui traggono poteri come
telecinesi, precognizione e un generale aumento delle
abilità fisiche. I Jedi utilizzano solamente quello che noi
chiamiamo il lato chiaro della Forza e perseguono degli ideali di
purezza, armonia, rispetto per tutte le forme di vita ed elevazione
individuale. A tal fine seguono un rigido codice di condotta, che
regola la vita comunitaria, il loro comportamento, la loro dottrina e
il loro sistema di valori.”
“Quindi c’è anche un lato oscuro della
forza?”
“Sì, e chi lo persegue è detto Sith.
Per questo per i Jedi sono proibiti la ricerca di potere e di ricchezza
personale, i legami affettivi come il matrimonio e le emozioni negative
quali odio, rabbia e paura, che portano un individuo a cedere
più facilmente al lato oscuro della Forza”
Sulla parola ‘matrimonio’ sorvolò
velocemente dato che lui e Padme in realtà si erano
innamorati e sposati di nascosto, nonostante questo lui era convinto di
riuscire comunque a perseguire il lato chiaro della Forza.
“Wow non deve essere facile essere un Jedi! Il tuo maestro
è stato Obi-Wan, pensi che quanto insegnato da lui possa
esserti utile qui?”
“Il mio maestro è il Jedi più ligio
alle regole che io conosca! Sicuramente i suoi insegnamenti mi sono
stati molto utili a diventare quello che sono ma penso che in una
situazione estrema come questa forse qualche strappo alla regola
potrebbe rivelarsi necessario”
“Anche nel vostro mondo siete in guerra, quindi non ti
è del tutto nuova comunque una situazione del genere,
giusto?”
“Esatto, come Jedi andiamo in guerra solo con lo scopo di
ripristinare la pace e normalmente non attacchiamo mai per primi ma
rispondiamo agli attacchi dei nemici”
“Ti pongo l’ultima domanda dei nostri sponsor: qual
è un motivo per cui un Jedi in questa circostanza dovrebbe
avere maggiori vantaggi rispetto ad un Sith?”
“Beh un Sith è mosso da sentimenti come rabbia,
odio, rancore… potrebbe sembrare un vantaggio in situazioni
simili, ma come direbbe il mio maestro: tali sentimenti possono anche
offuscare la capacità di giudizio delle persone e portarle a
fare dei passi falsi, rendendosi distruttivi per la persona stessa che
li prova”
“Grazie delle risposte Anakin, prima di mostrarci cosa sapete
fare chiedo a Padme se lei si sente all’altezza di questa
avventura o se si sente un po’ fuori posto”
“Come ho detto ad Ani non sarò un Jedi ma so
cavarmela: so usare bene i blaster e sono abbastanza veloce ed
agile!”
“Ed allora non vi trattengo oltre: mostrateci di che pasta
siete fatti!”
Caesar si alzò in piedi con entusiasmo indicandogli il lato
del palco dedito alla dimostrazione. Padme scorse tra le armi fino ad
impugnare un blaster, quindi chiese ad Anakin se poteva posizionargli
dei bersagli. Il ragazzo vide che infatti erano presenti dei bersagli
tra i vari armamentari del palco da posizionare in appositi alloggi sul
muro. Decise però di sfruttare i suoi poteri in modo da
mostrarli anche agli sponsor, quindi tese una mano ed usò la
Forza per farli galleggiare in aria.
Padme prese la mira e sparò con precisione ai quattro
bersagli in fila colpendoli quasi tutti al centro, la prestazione
sorprese anche Anakin.
“Ricordami di non farti arrabbiare!”
Commentò lui ironico, quindi prese la sua spada laser, arma
tipica dei Jedi, la attivò e con un fendente preciso
tagliò a metà tutti i bersagli facendoli poi
ricadere per terra.
Il pubblico applaudì, i due posarono con dispiacere le loro
armi e si diressero quindi all’estremità del palco
dove li attendevano Obi-Wan e Ashoka, l’apprendista padawan
di Anakin.
Ashoka sembrava entusiasta dell’esibizione a cui aveva appena
assistito.
“Complimenti maestro e anche tu Padme, siete stati
bravissimi! Penso che tutti faranno il tifo per voi adesso!”
“Grazie furbetta!”
Rispose Anakin con soddisfazione ma Obi-Wan sembrava meno entusiasta,
infatti lo fissava di sbieco con le braccia conserte.
“Anakin, non avresti dovuto usare la Forza per una cosa
simile, noi Jedi ricorriamo alla Forza solo in caso estremo e per
difenderci o salvare qualcuno, e lo sai bene!”
“Lo so maestro ma penso che questa situazione possa
considerarsi un’eccezione, infondo uno dei modi per
difenderci è ottenere la protezione degli sponsor e quale
modo migliore di farlo mostrando tutte le nostre
capacità?”
Lo sguardo di Obi-Wan fece capire a Anakin di non averlo affatto
convinto con tali parole ma a quanto pare, per sua fortuna, sembrava
voler passare avanti.
“Stai attento Anakin, non sapete cosa vi attende
nell’arena e questa potrebbe offrirti dei buoni propositi per
cedere al lato oscuro, ma ricorda sempre che la via più
semplice non è la migliore e anzi a volte può
portare alla distruzione più facilmente di quanto
immagini”
“Non ti preoccupare maestro, mi comporterò da Jedi
come ho fatto già finora in guerra e proteggerò
Padme fino alla fine tornando trionfante con lei a casa”
“E ci mancherebbe maestro, senno poi con chi faccio a gara
per il numero di droidi sconfitti in battaglia? Il maestro Obi-Wan si
rifiuterebbe sicuramente!”
Rispose Ashoka alludendo al gioco che lei e il suo maestro facevano in
guerra.
“Ma certo furbetta, tornerò in tempo ber batterti
come al solito!”
“Sarà meglio, non ho intenzione di sorbirmi un
altro padawan ribelle ed incurante delle regole, mi sei bastato tu
Anakin!”
Si intromise Obi-Wan con tono ironico e scherzoso.
Padme e Anakin salutarono quindi i loro amici e si scambiarono tra di
loro un dolce sguardo di intesa prima di uscire dal palco.
“Signore e signori, è il momento di avere con noi
Drax e Mantis del distretto 4!”
Drax entrò con le braccia alzate come a raccogliere gli
applausi del pubblico mentre Mantis li salutava più
timidamente con la mano, poi entrambi si sedettero sulle sedie a loro
assegnate.
“Sono emozionato: è la prima volta che conosco
delle persone che non siano terrestri! Voi inoltre fate parte dei
guardiani della galassia, dico bene?”
“Si è esatto! Siamo un equipaggio che si mette a
disposizione della galassia o di chi richiede il nostro
aiuto!”
Rispose prontamente Mantis.
“Molto nobile da parte vostra! Ma Drax volevo
sapere…”
“Drax ‘il distruttore’ è
così che mi chiamano”
Lo corresse lui.
“Oh non lo sapevo, non pensi che questo nome cozzi un po' con
il termine ‘guardiano della galassia’?”
“Per niente, trovo piuttosto che la tua ridicola acconciatura
cozzi con quella buffa giacca d’oro”
Caesar si fissò un po' dispiaciuto da tale affermazione.
“Ne deduco che il mio aspetto non è considerato di
moda nel tuo pianeta!”
“Sei orribile da guardare”
L’affermazione fatta con una semplicità e
naturalezza fuori dal comune lasciò letteralmente tutti
senza parole. L’unica tranquilla era Mantis che nel vedere
l’espressione esterrefatta di Caesar gli mise una mano sulla
spalla in segno di supporto.
“Oh non ti preoccupare trova orrenda anche me, ma
è una cosa buona! Drax dice che le persone brutte come noi
sono fortunate in quanto siamo sicure che le persone che ci amano lo
fanno per quello che siamo. Le persone belle non sanno mai di chi
fidarsi”
“Ah… questo è sorprendentemente
profondo…”
“Vero? E poi guarda il lato positivo: sei un presentatore
mica un attore!”
Disse con naturalezza Mantis come se avesse appena nominato il mestiere
universalmente riconosciuto come il peggiore della galassia.
“Disgustosi gli attori!”
Concordò Drax.
“Come mai non vi piacciono gli attori?”
Chiese sorpreso Caesar. Mantis fece una smorfia di disgusto prima di
rispondergli.
“Sono così falsi, mentono continuamente e non
sanno davvero fare tutte quelle cose! Una volta ne abbiamo regalato uno
a Peter ma non ha gradito molto…”
“Certo che non ha gradito, gli hai regalato un attore, non un
vero eroe!”
“Hai ragione Drax ma era lui che ne parlava sempre io pensavo
fosse uno fico!”
“Aspettate voi avete regalato una persona ad una persona? No,
forse non voglio saperlo… forse è meglio cambiare
argomento: Drax tu sei un Kylosiano corretto?”
Chiese Caesar visibilmente sconvolto dalle loro strane affermazioni. Fu
Mantis a rispondere per lui.
“Oh sì, la caratteristica dei Kelosiani
è quella di avere la pelle molto resistente e di essere
molto agile nonostante la sua stazza. Inoltre come kylosiano non
conosce i concetti metaforici o di costume ed è brutalmente
onesto”
“Beh questo spiega molte cose, ora si che molti nodi tornano
al pettine!”
Esclamò ironicamente Caesar riferendosi alle fredde
affermazioni che Drax aveva effettuato prima.
“Io non vedo nessun pettine e i suoi capelli mi sembrano
senza nodi… Mantis, il buffo uomo d’oro dice cose
senza senso!”
Caesar rise rendendosi appena conto di quanto fosse vero ciò
che le aveva detto Mantis: ovvero che ai kylosiani era sconosciuto il
concetto di metafora.
“Tu Mantis invece cosa puoi dirmi di te?”
“Io? Vediamo… mio padre è un celestiale
ed ho scoperto da poco di avere un fratello per metà umano
che è anche il capo dei Guardiani, si chiama Peter
Quill”
“Porgo anche a voi una domanda dei nostri sponsor: se poteste
scegliere un altro tributo tra quelli presenti alla mietitura, chi
scegliereste?”
“L’uomo dio”
Rispose prontamente Drax.
“Drax si riferisce a Thor del distretto sette, in effetti
concordo: lo abbiamo conosciuto ed è molto forte”
“Oh non sapevo che vi conosceste già! Beh questo
potrebbe essere un vantaggio per voi. Ma il tempo delle chiacchiere
è finito: mostrateci le vostre
capacità!”
Drax fu il primo ad esibirsi.
“Mi chiamano distruttore perché la mia possenza
è leggendaria!”
Prese in mano un piccolo blocco di cemento e lo lanciò con
forza a terra distruggendolo in mille pezzi, prese quindi in mano le
sue due daghe.
“Eccello anche nell’uso delle armi bianche ma una
capacità davvero incredibile che ho è quella
dell’invisibilità!”
“Oh no!”
Esclamò Mantis, corse quindi a posizionarsi davanti a lui
per evitare che facesse ciò che stava per fare.
“Allora la mia abilità è quella di
poter percepire tramite il tocco le emozioni delle persone o di
trasmettere quelle che voglio. Inoltre posso indurre le persone a
dormire o a svegliarsi, guardate!”
Toccò quindi Drax e le sue antenne si illuminarono.
“Dormi!”
E Drax cadde improvvisamente in un sonno profondo con un sonoro tonfo
per terra.
“Ops!”
Mantis si chinò su di lui e lo toccò di nuovo.
“Sveglia!”
Drax si svegliò e si guardò intorno.
“Che è successo?”
“Abbiamo appena finito di mostrare le nostre
abilità ora dobbiamo salutare i nostri amici, guarda ci sono
gli altri Guardiani!”
I due andarono dagli altri: erano presenti Peter Quill, Rocket, Nebula
e Groot.
“Ehi ragazzi come va? Siete sicuri di sentirvi pronti per
tutto questo?”
Chiese Quill.
“Non fate caso a lui, è solo geloso!”
Esclamò Rocket il procione umanoide.
“Ehi, non sono geloso!”
“Certo che sei geloso: hanno scelto l’uomo dio e la
coppia di squinternati mentre nessuno ha nemmeno votato te!”
Replicò con tono pungente Nebula.
“Primo: non ci tengo assolutamente a partecipare ad un gioco
mortale. Secondo: potresti usare un modo più carino per
rivolgerti ai nostri compagni e terzo: l’uomo dio non ha
niente che io non ho!”
“lui ha gli addominali”
Puntualizzò Drax.
“Anche io ho gli addominali!”
Il resto del team si mise a ridere.
“L’uomo dio ha addominali che sembrano scolpiti da
un angelo, i tuoi sembrano scolpiti da un mendicante cieco!”
Affermò ironicamente Rocket.
“Forse se lo è mangiato il mendicante
cieco!”
Affermò Drax facendo nuovamente ridere tutti tranne Peter.
“Non fa ridere! Comunque siamo qui per salutare e augurare in
bocca al lupo a Drax e Mantis!”
“Perché ci auguri di finire nella bocca di un
lupo?”
Chiese perplesso quanto irritato Drax.
“Oh no… è un modo di dire…
vuol dire ‘buona fortuna’ è molto
usato… davvero!”
“Io sono Groot!”
Era l’unica frase che sapeva pronunciare Groot ma i Guardiani
avevano imparato ad interpretarla e sapevano che in
quell’occasione voleva dire ‘Buona fortuna
amici!’.
I due lo ringraziarono e si diressero verso l’uscita del
palco.
“Pensate che sopravvivranno?”
Chiese Peter mostrando solo adesso quanto fosse realmente preoccupato,
ci fu qualche secondo di silenzio ma poi fu Nebula a parlare.
“Ma certo Peter, se saranno fastidiosi la metà di
quanto lo sono tutti i giorni con noi sono sicura che gli altri si
uccideranno piuttosto di sopportarli un minuto di
più!”
Nonostante la frase fredda ed ironica anche lei in parte era
preoccupata e sperava di rivederli presto.
"Facciamo entrare adesso gli sfavillanti tributi del distretto 5:
Beatrice Prior e Tobias Eaton!" canzonò Caesar.
I due entrarono e si sedettero ai loro posti. Erano tesi, ma sembravano
calmi.
"Allora ragazzi, faccio una piccola spiegazione per i nostri sponsor:
nel vostro distretto la popolazione é divisa in cinque
fazioni, voi siete entrambi in quella degli intrepidi ovvero soldati
coraggiosi, forti e senza paura, che proteggono i cittadini"
"Esatto! Ma entrambi siamo in realtà dei divergenti, ovvero
abbiamo dimostrato di avere caratteristiche comuni a più
fazioni, il che non é visto molto bene dalle nostre parti!
Comunque da quando entriamo in una fazione ci scegliamo un nome nostro,
rinnegando il vecchio, quindi se puoi chiamaci Quattro e Tris" rispose
Tobias
"Ok, come volete ragazzi, ma ho delle domande per voi! Prima di tutto:
cosa vi mancherà di più del vostro mondo?"
"I miei genitori e i miei amici!" rispose Tris.
Quattro sembrò pensarci su, poi affermò con
decisione: "C'é una cosa che mi mancherà davvero
troppo nell'arena!"
"Cosa?" chiese curioso Caesar.
"La torta al cioccolato!" affermò con faccia seria,
scatenando una risata generale "No, davvero, sono serio! Come
potrò vivere giorni interi nell'arena, rischiando pure la
vita e di non poterla mangiare più?"
"Mi vuoi dire che tenterai di vincere per la torta?" chiese ironico
Caesar.
"Assolutamente!" affermò Quattro, il che fece sorridere
nuovamente Caesar, che però decise di passare alla prossima
domanda.
"So bene che voi siete una coppia, i nostri sponsor chiedono cosa
fareste se uno di voi due dovesse morire nell'arena"
"Farò tutto il possibile per stare accanto a Tris e
combattere al suo fianco, assicurandomi che non le succeda nulla. Siamo
intrepidi e ce la faremo, vinceremo questo gioco! Se lei dovesse
morire...non riesco nemmeno ad immaginare quello che farei!"
"Concordo con quello che ha detto Quattro, insieme possiamo vincere
qualsiasi battaglia! Ma se a lui dovesse succedere qualcosa starei
malissimo, non potrei sopportarlo"
"Tris, devi promettermi una cosa: se mi succedesse qualcosa, tu devi
provare comunque a vincere per me, lo farai?"
"Cosa dici Quattro? Non puoi chiedermi una cosa simile"
"Promettimelo, ti prego!"
"Tu puoi promettermi la stessa cosa?"
"Sì..."
"Bugiardo!"
I due si fissarono in silenzio, un silenzio che fu rotto da Caesar.
"Io sono un tipo che si commuove facilmente, quindi scusatemi ma
dovrò interrompere il vostro romantico battibecco, oppure
finirò per allagare lo spalto!" indicò quindi
l'area con le armi "Mostrateci cosa sapete fare! So che essendo
intrepidi siete molto abili nel combattimento fisico e nelle scalate
giusto?"
"Esatto! Tris che dici se mostriamo loro qualche mossa?"
Lei annuì ed entrambi andarono nell'area delle armi, lui
prese un fucile, spiegando che entrambi erano molto bravi con le armi
da fuoco, poi si rivolse a Tris.
"Mostragli la tecnica di disarmo!"
Quattro finse di puntare il fucile rapidamente contro di lei, ma Tris,
con un'abile colpo della gamba fece volare il fucile dalla sua presa,
entrambi tentarono di riprenderlo, ma lei, con una presa fece ribaltare
Quattro su se stesso, quindi prese il fucile e lo puntò
contro di lui.
Posò il fucile, raccolse dei coltelli e li diede a Quattro,
poi si mise in piedi contro il muro.
"Ora tocca a te Quattro, fai vedere quanto sei abile coi coltelli!"
Quattro la fissò incerto, come a chiederle: 'sei sicura', ma
lei annuì. Così lui tirò il primo
coltello che si conficcò vicino a Tris.
"Il prossimo più vicino!" disse lei.
Quattro tirò un'altro coltello e finì a pochi
centimetri dalla sua faccia.
"Puoi fare molto meglio, forza!"
Quattro tirò un profondo sospiro, chiuse gli occhi per
calmarsi, poi li riaprì, si concentrò sul punto
dove voleva far arrivare il coltello e lanciò. Il coltello
sfiorò l'orecchio di Tris, conficcandosi proprio accanto ad
esso. Il pubblico applaudì, Tris sorrise soddisfatta a
Quattro: in fondo era andata molto meglio della prima volta, dove era
rimasta ferita all'orecchio, anche se era solo un graffio.
I due si recarono dai loro cari: Christina, Caleb e i genitori di Tris.
I genitori di Tris l'abbracciarono.
"Piccola mia torna presto, lo so che sei forte ormai. Sono sicura che
potrai vincere!" disse la madre.
"Ti aspettiamo! Il nostro mondo ha bisogno di te!" aggiunse il padre.
"Tornerò vedrete!"
"Siete due intrepidi, allenati a situazioni davvero estreme. Siete
quelli che hanno più probabilità di vincere,
quindi non deludetemi!" disse Caleb.
Tris gli sorrise, allungando le braccia verso di lui.
"Almeno per una volta, fratello, abbandona la logica e vieni a darmi un
abbraccio!"
Lui sorrise e l'abbracciò.
Fu poi il turno di Christina: era diventata la migliore amica di Tris.
"Amica mia, ti conosco bene, ne abbiamo affrontate tante assieme e
questa arena non può fermarti"
Sembrava stesse dicendo altro ma si fermò nel vedere il
volto cupo di Quattro.
"Ehi, non fare quella faccia, ovviamente mi riferivo pure a te!"
"Non é questo...pensavo che non é venuto nemmeno
a salutarmi...non che io me lo aspettassi!"
"Stai parlando di tuo padre vero? Quattro io credo che..."
tentò di dire Tris, ma lui la interruppe.
"Tranquilla Tris, era più che prevedibile!"
"Su col morale, pensa solo a tornare vivo con Tris e vi farò
trovare un'ottima torta al cioccolato ad aspettarvi!"
affermò Christina.
"Se la metti così dovrò vincere per forza per la
torta!" disse lui con un sorriso.
Si salutarono, poi lui e Tris uscirono fianco a fianco.
"E' il turno del distretto 6! Ho l'onore di presentarvi Elsa e sua
sorella Anna di Arendelle!"
Le due entrarono e si sedettero davanti a Caesar e la presidentessa.
"Elsa direi che tu sei una persona un po' speciale: hai dei poteri di
ghiaccio non é vero?"
"Sì, ci sono nata. Ma la cosa non mi ha reso sempre la vita
facile, ho passato quasi tutta la mia vita a nascondermi, per cercare
di imparare a controllarli e per farlo sono stata lontana da tutti,
pure da Anna. Non volevo fare del male a nessuno, figuriamoci a lei"
"E poi cosa é successo?"
"Un giorno, per sbaglio, ho usato i miei poteri davanti a tutti e ho
diciamo congelato l'intero villaggio!"
"Situazione congelata!"
"Già" ridacchiò lei "Ma per fortuna mia sorella
mi é venuta a cercare e dopo varie avventure alla fine
é riuscita a sciogliere il mio cuore di ghiaccio col suo
amore fraterno. Adesso, grazie a lei, ho imparato a controllare i miei
poteri!"
"Davvero toccante! A questo proposito gli sponsor hanno molte domande
per te. Prima di tutto chiedono se avresti preferito qualcun'altro al
posto di Anna al tuo fianco nell'arena e in caso chi?"
"Assolutamente sì! Non voglio che a mia sorella succeda
nulla, tra i tributi estratti del mio distretto avrei preferito Hans.
Non avrei potuto fidarmi, ma avrei preferito mille volte lui al posto
di qualcuno a cui tengo!"
"Molto onorevole da parte tua! Invece cosa faresti se un giorno ti
ritrovassi senza poteri?”
“Ho questi poteri quasi da sempre, non nego che in passato
delle volte ho desiderato di non averli ma ormai fanno parte di me e
pensare di stare senza mi farebbe sentire come se mi mancasse
qualcosa!”
“Gli sponsor chiedono pure se hai paura di poter fare del
male accidentalmente a tua sorella, come é accaduto in
passato"
"Questo no, oramai ho imparato a controllare i miei poteri...ma ho
paura di perderla, ecco perché starò al suo
fianco per tutto il tempo e la proteggerò, assicurandomi che
nessuno le faccia del male!"
"Elsa, posso cavarmela anche da sola, non ti preoccupare! Pensa anche a
te stessa nell'arena, non potrei mai sopportare di perderti!" si
intromise Anna.
"Oh Anna, ci sono persone che partecipano a questo gioco che sono molto
più esperte di noi nel combattimento. Tu non hai poteri, ma
io sì: é mio dovere difenderti!"
"Bene, non so voi, ma io già mi sono innamorato di queste
due sorelle! Starò male se vedessi una di voi morire
nell'arena...quindi vedete di vincere! E a questo proposito, mostrate
pure cosa sapete fare ai nostri sponsor!"
Entrambe si recarono nel reparto delle armi. Anna le
osservò: in effetti la vita a palazzo non prevedeva
l'addestramento con le armi, quindi non ne aveva molta dimestichezza.
Ma in passato aveva scoperto di avere una buona dose di forza,
così prese una mazza di legno e assestò un colpo
forte e deciso alla testa di un manichino, immaginando fosse Hans. Lo
fece perché pensò che la cosa l'avrebbe aiutata a
colpire più forte e a quanto pare funzionò,
perché la testa si piegò di lato.
"Complimenti sorellina!" disse Elsa "Ah, e una volta le ho visto
stendere un ragazzo con un pungo...fossi in voi non la sottovaluterei
troppo!" disse Elsa, rivolta agli sponsor.
"Ma ora viene il bello, Elsa mostragli cosa sai fare tu" la
incitò Anna.
Elsa sbatté un piede a terra ed immediatamente il pavimento
che la circondava si ricoprì di ghiaccio. Poi fece un gesto
con le braccia e il ghiaccio si frantumò in mille pezzi, che
al suo comando, si trasformarono in sottili fiocchi di neve, che fece
ricadere dolcemente su se stessa. Era uno spettacolo davvero
incantevole e ricevette non pochi applausi dal pubblico. Entrambe
fecero un leggero inchino, in segno di saluto verso gli spettatori, poi
andarono dai loro amici.
Erano venuti Olaf (il pupazzo di neve vivente, creato dalla stessa
Elsa) e Kristoff.
Olaf sembrava sul punto di piangere, era decisamente commosso.
"Ragazze mi raccomando fate le brave!" disse singhiozzante.
"Oh Olaf, torneremo...promesso!"
Entrambe lo abbracciarono e il pupazzo di neve abbozzò un
sorriso.
"Amo i caldi abbracci!"
"Anna, avrei voluto essere scelto io al tuo posto...non che io non mi
fidi di te si intenda...ma saperti lì mi farà
stare in ansia ogni giorno. Ho troppa paura di perderti!"
affermò improvvisamente Kristoff.
Anna si alzò, fino ad incrociare il suo sguardo, poi gli
prese le mani e gli disse: "Non devi preoccuparti, finché io
e mia sorella staremo insieme, potremo affrontare tutto, me lo sento!
Poi sai bene che sono una che non si arrende facilmente, no?"
"Bé, questo é poco ma é sicuro!" disse
lui, sforzandosi di sorridere.
Lei ricambiò il sorriso e gli diede un leggero bacio.
"Aspettateci, torneremo entrambe e lo faremo il prima possibile!"
"Non aspetterò altro!"
Si salutarono e il ragazzo non staccò gli occhi da loro
finché non le vide scomparire dietro gli spalti.
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Angolo autrice: Ecco finita la prima parte delle
interviste! Ho deciso di dividerle a metà a causa della
lungezza e per pubblicarlo prima delle mie vacanze. Scusate la lentezza
nel postare questo capitolo, ma apparte che é stato faticoso
da scrivere, ho avuto poco tempo per scriverlo a causa di un periodo un
po’ tosto a lavoro!
Gestire 26 personaggi non é facile, cerco sempre di
rispettare il loro carattere e di renderli il più
introspettivi possibile. Ditemi voi se ci sono riuscita e se il
capitolo vi é piaciuto!
Come al solito se avete consigli diteli pure! Cerco sempre di
migliorare!
Se ci sono frasi che non vi sono chiare perché non conoscete
alcuni personaggi, o se volete altre precisazioni su alcuni di loro,
chiedete pure a me!
Cosa potete fare adesso: Per il prossimo capitolo potete:
- suggerire domande che volete vengano fatte ai
singoli tributi rimasti durante le interviste (se vorreste chiedere o
sapere qualcosa in particolare su di loro)
- suggerire idee per l'arena, spiegando come
sarebbe la vostra arena ideale per questa nuova edizione degli Hunger
Games, chissà gli strateghi potrebbero prendere spunti da
voi!
- suggerire agli strateghi già delle
trappole o ostacoli che vorreste che venissero posizionati nell'arena
durante i giochi (potete inventare ostacoli, veleni, ibridi, trappole,
ecc) oppure anche suggerire creature o ostacoli di vario genere presi
dai mondi dei tributi scelti ( es: potete proporre creature o pozioni
dal mondo Harry potter o altre cose dai mondi degli altri distretti
estratti) insomma fate lavorare la vostra fantasia e perché
no, anche il vostro lato diabolico! (potrete farlo anche in seguito)
Inoltre vi ricordo la pagina ufficiale Facebook
Per qualsiasi domanda o dubbio chiedete pure!
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