gemini moon

di Marti Lestrange
(/viewuser.php?uid=168998)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


gemini moon
 
XXVII.


 
[ giorno 27 — one bed only ]
 

Sento il suo corpo caldo accanto al mio. All’improvviso. È bello. È lui.

Il letto era freddo poco prima, le lenzuola avevano raccolto l’umidità della prima pioggia dell’anno. La mia pelle era fredda poco prima. 

 

(È strano come fosse lui, quello sempre caldo — prima. È strano come sia diventato io, quello sempre caldo — ora.)

 

È la prima volta che dormiamo nello stesso letto da che eravamo bambini - ed era tutto diverso, e non importava, e non ci toccava come ci tocca ora. E lui non mi ha mai toccato come mi sta toccando ora. E il mio respiro non ha mai inciampato come fa ora. 

 

Il letto è stretto contro il muro, nell’angolo. Il cono di luce della lampada disegna sagome sulla parete — di sogno. Le sue mani attorno a me, le mie sulle sue. La mia schiena contro il suo petto, lo sento respirare — è calmo come il mare all’alba. 

 

“Dormi?”

Scuoto la testa.

“Posso restare, Albus?”

“Puoi sempre restare, Scorpius.”





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=4066925