Quella
notte Rey ebbe molta difficoltà a dormire, tormentata
da vari pensieri tra cui ancora i dubbi su sé stessa ed,
ovviamente, quelli relativi alla conversazione avuta con Ben poco
prima. Una parte di lei aveva anche paura di riavere nuovi incubi,
simili a quello che aveva avuto prima di svegliarsi in ospedale: in
quel momento le mancava solo una cosa simile! Quindi involontariamente
aveva fatto cicli di sonno molto brevi.
Non sapeva da quanto tempo fosse riuscita finalmente a prendere
nuovamente sonno, quando la voce di Chewbe la svegliò,
dicendole che c’era qualcuno per lei all’ingresso
del Falcon. Stava per chiedergli chi fosse quando si ricordò
dell’accordo con Savius.
“Digli che arrivo subito, per favore!”
Si alzò e si rese presentabile il più in fretta
possibile per poi catapultarsi all’ingresso del Falcon dove,
come previsto, trovò Savius. Aveva uno sguardo seccato
dall’attesa e stavolta a suo seguito ci stavano anche i due
membri della Resistenza che di solito lo sorvegliavano.
“Scusa il ritardo ma eccomi! Sei riuscito a preparare quello
che ti avevo richiesto?”
“Ho passato buona parte della nottata a finalizzarlo per
portartelo nei tempi richiesti, che differenza vuoi che faccia un
piccolo ritardo?”
Non era sicura che fosse sarcastico: Rey si chiese se con gli Accoliti
gli fosse permesso avere quel singolare atteggiamento. Lui le porse una
fiala contenente un gas verdognolo, ma con un colore più
chiaro di quello che aveva inalato lei.
“Grazie! Vado subito a montarlo come mi avevi
spiegato!”
“Mi raccomando di seguire con attenzione le indicazioni che
ti ho fornito per l’aggancio, non ne ho altre pronte!
Comunque, come eravamo d’accordo, allora ti
avvertirò se qualcuno dovesse presentarsi al centro medico
con i sintomi che sappiamo”
“Mi sei stato molto utile Savius!”
“Dovresti dirlo a loro, non a me…”
Accennò con il capo ai due membri della Resistenza che lo
scortavano e quindi Rey si rivolse direttamente a loro.
“Confermo che ha reso un buon servizio alla
Resistenza”
I due annuirono alle parole della Jedi, quindi lei li
salutò. Rey prese quindi la spada dalla doppia lama rossa e
la portò nel luogo in cui aveva deciso di nasconderla,
montò con molta attenzione la fiala sul lucchetto, facendo
attenzione a non danneggiare e ad incastrare la base metallica della
fiala, come le aveva spiegato Savius. Una volta finito il procedimento
la osservò attentamente pensando che così avrebbe
dovuto funzionare: infondo si trattava di una soluzione temporanea,
almeno adesso sarebbe potuta partire con più
tranquillità.
Tornò quindi al Falcon, ma si bloccò
all’entrata non appena si ritrovò davanti Ben.
Rimasero immobili in silenzio a guardarsi e, per la prima volta, si
sentirono in imbarazzo a farlo. Rey non aveva idea di cosa fare o dire
ma, per suo sollievo, fu Ben ad agire per primo.
“Senti Rey, mi spiace per ieri sera… ero stanco e
mi sono lasciato prendere dallo sconforto”
Ben, per quanto avesse dormito poco anche lui, dopo quanto accaduto tra
loro, aveva deciso di rispettare la decisione di Rey di non parlarne.
Piuttosto si sarebbe concentrato sulla missione, era la cosa migliore o
almeno era la conclusione che aveva deciso di abbracciare.
Rey non si aspettava un’ammissione di colpa da parte sua, ma
la cosa le fece piacere: non sopportava una simile tensione tra loro,
anche se questo non avrebbe comunque cancellato facilmente dalla sua
mente quelle parole che le aveva rivolto la sera prima.
“Non ti preoccupare eravamo entrambi stanchi e tesi,
immagino, per l’imminente missione e per quanto accaduto
finora”
Tentò di accennare un sorriso di incoraggiamento che
sembrò lenire la tensione anche di lui.
“Chewbe mi ha detto che adesso il Falcon è
tuo… quindi, come funziona? Devo chiederti il permesso di
salire a bordo?”
Rey sgranò gli occhi ed arrossì leggermente per
l’imbarazzo.
“Beh… sì, ma tu sei il figlio di Han,
il Falcon è tuo di diritto!”
“Ma chi sono io per andare contro le volontà di
mio padre?”
“Tuo padre avrebbe voluto che lo avessi tu, soprattutto ora
che sei dalla parte della Resistenza!”
Ben rimase qualche attimo in silenzio, come se stesse rimuginando su
quelle parole.
“Allora facciamo che è di entrambi! Che ne
pensi?”
Proposta che sorprese Rey e le fece accennare un sorriso.
“Penso che sia una buona idea!”
“Ottimo, quindi ora ci alterneremo alla guida come
piloti!”
Asserì lui, con un sorriso furbo.
“Sei tremendo!”
Replicò lei.
“Lo sono. Ma non hai detto di no!”
“Non ho detto nemmeno di sì!”
Lui fece spallucce ed entrò, evitando volutamente di
rispondere ulteriormente. Entrò anche lei, faceva un
po’ fatica a seguirlo date le lunghe falcate che faceva
quando camminava a passo più spedito. Le ricordò
quando erano a bordo della Supremacy e stavano percorrendo la strada
per andare da Snoke, allora lei aveva affrettato apposta il passo per
non sentirsi in difetto. Era strano: quello non era esattamente un bel
ricordo, eppure la fece sorridere tra sé.
Una volta arrivati all’area centrale della nave, trovarono
Chewbe seduto al tavolino ed intento a fare qualcosa, sembrava stesse
scrivendo.
“Chewbe! Cosa fai?”
Chiese lei con curiosità.
“Voglio annotare alcuni dei recenti eventi e ho la sensazione
che anche questa missione sarà da ricordare”
Le rispose il Wookiee, solo allora si rese conto che stava scrivendo su
un’agenda, incuriosita si sedette accanto a lui per sbirciare.
“Hai un diario?”
Chiese lei con un aria talmente esaltata che Chewbe non potè
fare a meno di passarglielo. Le spiegò che lì,
annotava i ricordi più belli che aveva con i suoi amici. Rey
prese in mano l’agenda in pelle logorata, come se fosse
un’antica reliquia e la aprì con cura,
iniziò a sfogliare le pagine iniziali e notò che
il primo evento riportato era quando aveva conosciuto Han: a quanto
pareva erano finiti in cella insieme ma, inizialmente, il Wookiee
voleva ucciderlo. Chewbe le raccontò che stava praticamente
quasi per strangolarlo, quando Han gli aveva proposto un piano per
evadere, solo allora avevano iniziato a collaborare.
“Figurati se non trovava un modo per farla franca!”
Commentò Ben, solo allora Rey si accorse che si era seduto
anche lui accanto a lei. Girando la pagina, si soffermò
divertita sulla parte a cui aveva accennato Ben la sera prima: a quanto
pareva Han aveva vinto veramente il Falcon a sabacc, ma giocando
onestamente a differenza di Lando. Questa cosa le fece pensare ad una
similitudine tra padre e figlio: come sia Han, per quanto fosse stato
un contrabbandiere, che Ben, per quanto fosse stato Kylo Ren, non
potessero fare a meno di essere onesti in determinate occasioni.
“Quindi il Falcon in origine apparteneva a Lando!”
“O ‘zio Wanwo’, come lo chiamava Ben
quando era piccolo! Non riusciva a dire il suo nome e lo chiamava
così”
“Quindi consideri anche lui come uno zio?”
Le chiese Rey con interesse, ma lui sembrava abbastanza imbarazzato
dall’aneddoto che aveva raccontato Chewbe.
“Spero tu non abbia riportato anche questo nella tua
agenda!”
Gli chiese, palesemente a disagio, ma il Wookiee non gli rispose, ed
iniziò a temere cosa potesse esserci riportato lì
dentro che Rey avrebbe potuto leggere.
La ragazza trovò tra le pagine anche una foto di Han e
Chewbe quando erano giovani, Han sembrava avere all’incirca
la sua età attuale.
“Comunque Han da giovane aveva un certo fascino!”
Ben alzò gli occhi al cielo, con un pizzico di invidia per
il tono di ammirazione che lei aveva appena usato.
“Ne era anche fin troppo consapevole, credimi!”
Chewbe sogghignò a quelle parole “Cosa ci trovi di
divertente zio Chewbe?”
Il Wookiee gli rispose che loro due gli ricordavano Han e Leila quando
erano giovani. Quindi, sfogliò alcune pagine fino a mostrare
loro la foto di Han, Leila, Luke e Chewbecca. Risaliva più o
meno al periodo in cui si erano riuniti la prima volta, Rey
fissò la foto con entusiasmo.
“Ma questa è Leila, era bellissima! E questo era
Luke… non me lo sarei mai immaginato così da
giovane!”
Curiosa, continuò a sfogliare l’agenda dove erano
riportate diverse avventure: su alcune di soffermò a leggere
mentre altre le passò velocemente, finché non
notava qualcosa che attirasse la sua attenzione. Fu Chewbe, ad un certo
punto, a mostrarle una foto contenuta in essa ed era proprio la stessa
che aveva visto anche Ben, la quale ritraeva il Wookiee che teneva in
braccio lui da piccolo.
“Ma Ben questo eri TU! Che carino e che foto
tenera!”
“Ero solo un bambino…”
Si limitò a dire lui, con un velo di imbarazzo che cercava
di nascondere. Lei provò a leggere qualcosa che lo
riguardasse riportato in quell’agenda.
“Qui dice che volevi che tuo padre ti insegnasse ad usare un
blaster ma lui si era rifiutato ritenendoti troppo piccolo”
“Ovviamente questo non mi ha fermato dal provarci lo
stesso!”
“Alla fine lo ha rubato di nascosto e, quando Han lo ha
scoperto, si è arrabbiato non poco”
Le anticipò Chewbe.
“Certo che eri dispettoso da piccolo!”
“Era impossibile farlo stare tranquillo e se voleva fare una
cosa, stai certa che trovava un modo di farla”
“Insomma non molto diverso da adesso!”
Disse lei, rivolgendosi a Ben.
“Senti da che pulpito!” replicò lui
alzando un sopracciglio.
“Alla fine gli ho insegnato io stesso a sparare, prima che
potesse fare ulteriori guai”
Precisò il Wookiee. Rey trovò la cosa dolce:
Chewbe doveva essere uno zio premuroso.
“Possiamo entrare?”
La voce, che riconobbero come quella di Poe, proveniva
dall’ingresso del Falcon. Chewbe gli rispose in modo
affermativo e si fecero avanti il pilota e Finn.
Il Wookiee prese la sua agenda e si alzò, salutò
i nuovi arrivati e disse che avrebbe iniziato a fare i preparativi per
la partenza, sparì quindi in sala comando. Rey e Ben
salutarono i due.
“Buongiorno, tutto bene?”
Chiese Finn, i due annuirono in risposta. Notò che Ben era
rimasto comodamente seduto accanto a Rey.
“Non metterti troppo comodo, non è mica la tua
nave! E poi ti ricordo che, anche se stiamo andando a fare una tappa di
piacere, questa è comunque la missione da cui
dipenderà il tuo destino”
“In realtà lo è”
Rispose lui.
“COSA? Non è di Rey il Falcon?”
“Diciamo abbiamo deciso che è di entrambi, infondo
Han era suo padre!”
Confermò lei.
“Ma voi sentitevi pure liberi di mettervi comodi!”
Replicò Ben ironico, con un sorriso soddisfatto, citando
quanto detto da Finn stesso poco prima. Prima che
quest’ultimo potesse replicare, un’altra voce, che
veniva dall’ingresso, attirò la loro attenzione.
“Qualcuno di voi mi potrebbe AIUTARE?”
Era Rose, tutti andarono da lei e la trovarono alle prese con due
bagagli troppo grandi per poter essere trasportati da lei, sola. Finn e
Poe la aiutarono, ma il pilota la fissò interdetto.
“Lo sai che partiamo solo per un paio di giorni e non per
settimane, vero?”
“Lo so bene! Infatti ho portato cose funzionali alla sorpresa
di stasera e che sono per tutti voi, quindi penso che potreste anche
ringraziarmi!”
“Ti ringrazieremo appena ci dirai di cosa si
tratta!”
Disse Finn interessato. Rose fece un cenno ed entrarono tutti, si
sedettero intorno al tavolino del Falcon.
“Bene allora ve lo dirò: sono riuscita a farci
avere degli inviti per una festa a Coruscant. Si svolgerà in
un edificio molto bello ed è anche abbastanza elegante,
motivo per cui vi ho procurato degli indumenti adatti per ognuno di
voi, contenti?”
“Scherzi? Amo le feste! Non vado ad una da troppo tempo, in
effetti!” esclamò Poe, esaltato all’idea
“Anche se questa, da come ne parli, sembrerebbe di alta
classe… sei sicura che Finn non mi farà
sfigurare?” domandò ironico.
“Ehi! Mi pare che fossi tu quello irriconoscibile in vesti
eleganti, se non ricordo male!”
Replicò il suo amico.
“Quindi nelle sacche che mi avete appena aiutato a salire, ci
sono i vestiti che ho preso per voi per l’evento. Ecco cosa
ho fatto ieri!”
“Wow, grazie! Li hai presi per tutti noi?”
Chiese Finn.
“Sì, e scelti accuratamente. Ma anche io dovrei
ringraziare voi: infondo ho usato i crediti tuoi e di Poe”
“COSA?”
“Beh sì, siete due generali e due membri del
Consiglio adesso e mi avevate detto di poter usare i vostri crediti per
la missione… ed uno svago adeguato prima di questa, non
è fondamentale per la missione stessa?”
“Te la faccio passare solo perché l’idea
di una festa mi piace!”
Disse Poe, guardandola sottecchi.
“Sono sicura che vi piacerà: ci sarà
cibo raffinato proveniente dalle più disparate
località della galassia, drink esotici e ovviamente anche
una pista da ballo!”
Rose stava per dire altro, ma fu distratta da uno sbadiglio di Rey,
quindi si rivolse alla sua amica preoccupata.
“Non ti piace come idea?”
“Oh, no Rose mi piace tantissimo! Non sono mai stata su
Coruscant e non vedo l’ora di andarci, inoltre mi piacerebbe
proprio poter andare ad una festa! Ho sbadigliato solo
perché ho dormito poco e male stanotte”
Arrivò nella sala anche Chewbe, il quale disse che era tutto
pronto per la partenza. Ben annuì.
“Bene, allora direi di partire, se siete d’accordo.
Il viaggio per Coruscant durerà qualche ora. Rey forse
dovresti approfittarne per riposare un po’, possiamo pilotare
io e Chewbe”
Normalmente Rey avrebbe obiettato, proponendosi lei stessa come pilota,
ma la verità era che necessitava davvero di un po’
di riposo in più, così magari si sarebbe potuta
godere meglio anche la visita a Coruscant.
“Va bene, per questa volta!” si limitò a
dire, rivolgendogli uno sguardo complice “Fate i bravi in mia
assenza! E svegliatemi tra un’ora nel caso non lo avessi
già fatto” disse, salutando tutti: infondo non
voleva lasciarli soli troppo tempo, ed inoltre voleva godersi quella
giornata con tutti loro. Andò quindi nella sua stanza, fece
una veloce doccia calda, si mise dei vestiti puliti e si stese sul
letto. Stavolta ci mise poco ad addormentarsi.
Ben e Chewbe erano ai posti di comando e fecero partire il Falcon. Nei
posti dietro, erano seduti Finn e Poe, mentre Rose era rimasta al
tavolino e stava controllando sul datapad alcune informazioni per la
missione del giorno dopo.
Regnò il silenzio per diversi minuti, finché Finn
non decise di interromperlo con una domanda che sorprese Ben.
“Rey ci ha accennato al fatto che tu e lei siete connessi
nella Forza e che in passato avete comunicato anche a distanza.
È una cosa tipica di chi padroneggia la Forza? Su Exegol,
quando lei stava per morire, penso di averlo percepito anche io nella
Forza. Quindi se teoricamente anche io mi allenassi, potrei comunicare
come fate voi?”
Quella domanda, per quanto fosse lecita, in qualche modo
infastidì Ben. Non sapeva neppure lui il
perché… sapeva che lei e i suoi amici fossero
molto legati e ci stava che se Finn fosse sensibile alla Forza
l’avesse potuta percepire. Eppure sentì
l’improvvisa necessità di precisare bene la
differenza di tipo di connessione che avevano loro in quanto diade.
“Normalmente tutte le persone sensibili alla Forza, se hanno
un legame tra loro, possono percepirsi in alcuni frangenti a vicenda,
come è probabilmente accaduto anche a voi. Per me e Rey
è un po’ diverso… siamo una diade nella
Forza: un tipo di legame che, per quanto ci abbia riferito Darth
Sidious, non si verificava da generazioni. Possiamo comunicare nella
Forza, vedendoci come se fossimo uno di fronte all’altra, a
volte in modo volontario e a volte meno, passandoci anche degli oggetti
tramite le connessioni. Non ho sentito mai parlare nemmeno da Luke di
un potere simile, quindi non ho idea di che altro potremmo essere in
grado di fare”
“Capisco”
Replicò secco Finn, con un tono che gli parve infastidito
almeno quanto si era sentito lui. Ripiombò quindi il
silenzio, ma stavolta Ben lo preferì a quel discorso scomodo.
Una volta nell’iperspazio, Chewbe si rivolse a Ben.
“Dovresti riposare un po’ anche tu adesso. Possiamo
svegliarti quando lo faremo anche per Rey. Nel frattempo,
può supervisionare Poe come pilota in caso di
necessità”
Ben voleva fare buona impressione su di loro ma forse era vero: in
effetti un po’ di riposo non gli avrebbe fatto male.
“Se anche per voi va bene…”
Disse, rivolgendosi agli altri due che però annuirono,
quindi li salutò e si incamminò verso la sua
stanza.
Rey si
ritrovò in un posto buio, attivò la sua spada
laser dalla lama gialla per aumentare la visibilità, anche
se non servì a molto, era solo una flebile luce in un buio
pesto. Avanzò con cautela sentendosi quasi richiamata da
qualcosa che la faceva avanzare attirandola, ma allo stesso tempo
preoccupandola, come se avesse la terribile sensazione che qualcosa di
orribile incombesse esattamente dove stesse andando.
Respirò
profondamente e, irrequieta, avanzava con passi cauti e con i muscoli
tesi, pronti a scattare per qualsiasi evenienza. Improvvisamente un
fulmine saettò all’orizzonte, illuminando
ciò che aveva davanti, rendendo finalmente visibile un
qualcosa che le fece scendere un brivido lungo la schiena: davanti a
lei vi era il trono oscuro e, seduta su di esso, la sua controparte
oscura con gli occhi bianchi che aveva visto nelle sue visioni. Al suo
fianco vi era colui ch era più simile a Kylo Ren che a Ben
ma che era anche molto più impassibile, come nello scorso
incubo.
Rey strinse
più forte la presa sull’elsa della sua spada,
quindi le urlò.
“Cosa
sei?”
Lo scenario si rifece
buio, l’unica luce tornò ad essere quella gialla
della sua spada, quando, in un tempo che non giustificava lo
spostamento, si ritrovò la sua doppia esattamente dietro di
lei a sussurrarle con voce sottile.
“Sono
semplicemente la versione migliore di te, quella che merita questo
trono e lo sai bene!”
Rey si voltò
e la fissò: ora che la osservava da vicino poteva notare
come il suo volto sembrasse pieno di segni del tempo non coerenti con
la sua età e, più la fissava, più le
sembrava disumana e vuota.
Con una mossa repentina
le puntò il laser della spada alla gola, cosa che
però non sembrò scomporre minimamente la sua
avversaria.
“Non
cederò mai più al lato oscuro, quindi non
esisterai mai né avrai mai quel trono”
“Ma hai
comunque paura che io diventi realtà!”
“Non ho paura
di te, non puoi esistere!”
La sua doppia sorrise in
una maniera che Rey trovò inquietante.
“Oh, davvero?
C’è sempre qualcosa di cui si ha paura!”
A quelle parole la Rey
dagli occhi bianchi scomparve e lo scenario cambiò a favore
di uno diverso ma non fece nemmeno in tempo a capire dove si trovasse,
che vide a terra disteso ai suoi piedi Ben. Si stava contorcendo dal
dolore e poteva percepire la sua sofferenza, sembrava un dolore
insopportabile. Si abbassò subito verso di lui.
“BEN! Cosa ti
è successo?” ma non ebbe risposta, anzi il suo
dolore sembrava aumentare “Ti prego Ben non puoi lasciarmi di
nuovo, dimmi cosa posso fare per aiutarti!” sentì
la sua stessa voce tremare, allungò quindi una mano per
toccarlo ma, non appena entrò in contatto con lui, una
sequela di immagini le invasero la mente. Sapeva che quelle erano
visioni ma non voleva vederle, non voleva rischiare di essere
condizionata più di quanto non lo fosse già,
così si concentrò con tutte le sue forze e si
svegliò.
Ben stava per entrare nella sua camera, quando sentì
distintamente un tumulto di emozioni divampanti provenire da Rey e, in
particolare, dalla camera lì accanto: paura, disperazione,
dolore, ansia, mischiate a così tante altre che nemmeno
riusciva a distinguerle. Preoccupato, si precipitò da lei e,
senza pensarci su, aprì la porta.
“Rey tutto bene?”
Lei si era messa seduta sul letto e si sentiva ancora in preda a quelle
orribili sensazioni, il cuore le pulsava in petto e delle lacrime
solcavano il suo viso. Fece a malapena in tempo a percepire
l’arrivo di Ben per asciugarsele e darsi un contegno: non
voleva farlo preoccupare.
“Ho avuto solo un incubo”
Si limitò a dire lei, cercando di ostentare un tono di
sufficienza. La cosa non sembrò funzionare
perché, in tutta risposta, Ben si sedette accanto a lei ed
iniziò a fissarla con il suo solito sguardo penetrante.
“No”
Replicò lui con tono deciso mentre la fissava. In quello
sguardo lei si sentiva proprio come quando lui era ancora Kylo Ren e,
per quanto lei cercasse di impedirglielo, riusciva esattamente a
leggerle dentro, a capire come si sentisse. Era inutile provare anche
solo lontanamente a nascondergli qualcosa.
“Da quando abbiamo condiviso il lato oscuro, sono tormentata
da incubi sia sulla me oscura, che avevo visto nelle due visioni, e sia
anche dal tuo lato oscuro che avevo visto al mio fianco sul trono dei
Sith”
“Ti va di raccontarmelo?”
“Ci sta questa me dagli occhi bianchi che siede sul trono dei
Sith e mi ricorda che quel futuro si avvererà, proprio come
tutti gli altri. Poi ci sta il tuo lato oscuro che è dalla
sua parte, ed infine ho visto anche te che soffrivi non so per
cosa” ammise, quindi esitò un attimo prima di
proseguire, perché le tornarono in mente le immagini
dell’incubo di poco prima e dovette farsi forza per non
cedere di nuovo alle emozioni “lo so, è stupido:
sono solo incubi, probabilmente è sciocco pensarci tanto,
dovresti torna-“
Provò a minimizzare, ma il tono le uscì
involontariamente più tremante di quanto volesse e non
finì la frase perché Ben fece qualcosa di
inaspettato che la lasciò letteralmente senza parole: la
abbracciò.
“Non è stupido”
Disse lui telegrafico. Nascosta da quel rassicurante abbraccio, Rey non
riuscì più a trattenere le lacrime.
“Alla fine dell’incubo stavo per avere delle
visioni ma non ho voluto vederle, per un attimo mi sono chiusa alla
Forza… avevo paura di farmi condizionare ancora, di vedere
cose che non avrei voluto. È assurdo ed imperdonabile:
magari avrei visto qualcosa che mi avrebbe aiutato a salvare te o i
miei amici, per potermi finalmente riscattare dalle azioni che ho
commesso quando ho ceduto al lato oscuro… ma sono ancora
troppo debole, questo è inaccettabile: non dovrei
partecipare a questa missione, sono solo un pericolo per
tutti”
Disse con rabbia verso se stessa, quasi singhiozzando.
“Non sei un pericolo… non per me”
“E se lo fossi? Se quelle visioni si dovessero
avverare?”
“Non devi avere paura Rey. Se anche queste visioni si
dovessero avverare, magari lo faranno in un modo diverso da quello che
possiamo immaginare, noi stessi ne abbiamo mal interpretato alcune ed
è stato anche l’errore di molti Jedi e Sith in
passato. Quindi è inutile preoccuparsi adesso: quando e se
si verificheranno, le affronteremo, come abbiamo sempre fatto
finora!” Rey si strinse a lui ricambiando
l’abbraccio, aveva bisogno di quelle parole “Ora
però devi riposare, almeno un po’”
Più che un consiglio, sembrava un ordine. Infatti la
obbligò a stendersi ma senza mollare la presa su di lei,
cosa che la mise in imbarazzo, anche perché in quel letto e
in quella posizione in due ci stavano stretti, non voleva stesse
scomodo solo perché si preoccupava per lei.
“Grazie Ben, se vuoi puoi andare adesso, sto meglio”
Ma lui non si mosse né allentò la stretta su di
lei. Rey avrebbe dovuto insistere ma non aveva la forza di fingere: la
verità era che in quell’abbraccio si sentiva bene,
a casa.
Rey riuscì a dormire finalmente senza preoccupazioni o
incubi, finché un rombo meccanico non svegliò sia
lei che Ben, il quale sembrava essersi appisolato anche lui.
Si alzarono e si precipitarono entrambi nella sala comandi per
verificare cosa fosse accaduto.
“Cosa succede? Siamo stati attaccati? Perché siamo
usciti dall’iperspazio?”
Chiese Rey preoccupata.
“A quanto pare abbiamo un piccolo problema tecnico, quindi
stiamo atterrando sul pianeta più vicino per
sistemarlo”
Spiegò Poe.
“Problema tecnico? Ti ho lasciato il Falcon per meno di
un’ora!”
Replicò lei agitata.
“Ehi non è colpa mia! Chewbe, diglielo anche
tu!” Chewbe grugnì qualcosa sul non voler essere
messo in mezzo “Grazie tante ammasso peloso, ora sembro
colpevole!”
Il Wookiee lo guardò di traverso ma Ben si mise in mezzo tra
i due.
“Possiamo pensare ad atterrare? Vorrei arrivare intero su
questo pianeta… ma è Ord Mantell”
Disse, osservandolo per cercare di capire di quale si trattasse.
“Esatto! Se riusciamo ad atterrare su una delle sue isole
vulcaniche, non dovremmo attirare attenzioni indesiderate”
Spiegò Poe.
“Oh bene, altre buone notizie?”
Chiese sarcastico Finn, che era seduto in uno dei posti posteriori.
“Non fare il nervoso, potrei atterrare anche ad occhi
chiusi!”
“Cosa che NON faremo”
Precisò Rose, dal posto dietro quello del pilota.
“Ovvio che no, per chi mi hai preso?”
“Con te non si sa mai!”
Poe però fu di parola, perché atterrarono in
maniera precisa su una delle isole vulcaniche del pianeta, anche se non
con poco rumore. Uscirono tutti all’aria aperta che trovarono
piuttosto afosa, probabilmente dovuta alla vicinanza con qualche
vulcano.
“Benvenuti ad Ord Mantell! Rey non sei contenta di poter
vedere anche questo pianeta?”
Disse Poe, cercando di alleggerire l’atmosfera, cosa che non
gli riuscì molto.
“Sarò più contenta non appena avremo
sistemato il Falcon! Guarda, perde anche fumo!”
Disse infine preoccupata, notando solo in quel momento che il lato
destro del mezzo emetteva una scia di fumo nero.
“Andiamo… ti ripeto che non ho fatto nulla! Ho
solamente supervisionato la guida quando improvvisamente è
sopraggiunto il guasto ed ho preso in mano la situazione per farvi
arrivare sani e salvi qui! Piuttosto… è strano un
guasto così improvviso… tu non ne sai
nulla?”
Con l’ultima domanda si rivolse con aria sospetta verso Ben.
“Scusami?”
Replicò lui accigliato, cogliendo la non velata accusa che
gli stava rivolgendo.
“Beh chi ci assicura che non hai manomesso apposta il
Falcon?”
“E perché diavolo avrei dovuto farlo? Ti ricordo
che ci stavo anche io a bordo!”
“Magari speravi in un atterraggio di emergenza per evitare la
missione e scappare alla prima occasione”
“Se avessi voluto scappare lo avrei fatto già da
tempo, non credi?”
Poe continuò a guardarlo con sospetto, ma doveva ammettere
che il discorso di lui filava.
“Non dimenticarti che sei sotto la nostra
osservazione!”
“Difficile dimenticarlo”
Fece notare lui secco. Rey intervenne mettendosi fisicamente tra loro
due.
“Meno chiacchiere e più riparazioni! Il pannello
di controllo ci segnalava qualcosa che non va anche sul lato sinistro,
quindi io e Rose diamo un’occhiata a quello e tu Poe, invece,
controlli il fumo sull’altro lato… possibilmente
senza dare fuoco al Falcon, ok?”
“Va bene ma non farci troppo l’abitudine, non sono
io quello sotto osservazione, ok?”
Disse, senza aspettarsi una risposta però, perché
si era già incamminato verso il fumo.
“Ti do una mano”
Si propose Ben, seguendolo. Nonostante la fredda conversazione voleva
far capire le sue buone intenzioni. Poe non rispose alla sua proposta
ma nemmeno gli negò di venire, cosa che Ben decise di
prendere come un buon segno.
Arrivarono al punto da cui proveniva il fumo: era un pannello che il
pilota cercò di rimuovere con attenzione, svitando ad una ad
una le varie viti.
“Vediamo cosa hai…”
Disse il pilota rivolgendosi al Falcon come se fosse la cosa
più naturale al mondo.
“Parli al Falcon come se fosse una persona?”
Chiese Ben, alzando un sopracciglio: era una cosa che in qualche modo
gli ricordava suo padre, lui aveva un amore viscerale per quel velivolo.
“Le astronavi, come i droidi, a volte sono molto
più interessanti delle persone!”
Replicò lui con convinzione, cosa che fece accennare un
flebile sorriso a Ben, ricordandosi stavolta dell’altro
genitore, che purtroppo aveva perso da poco.
“Beh, ora capisco perché andavi a genio a mia
madre!”
Rispose lui, ricordandosi quanto aveva detto Poe del generale Organa
dopo il verdetto del Consiglio. Parlare di Leila gli faceva ancora
male, ma in quel caso pensò fosse una precisazione dovuta.
Poe si sorprese nel sentirgli parlare di lei in quei termini, infondo
nonostante gli anni passati lontani da lei, sembrava comunque
conoscerla bene.
“Tua madre era una persona molto speciale ed unica: sapeva
sempre cosa dire in ogni occasione, anche quando la situazione era
estremamente disperata, lei non si arrendeva e sapeva infondere
coraggio a tutti”
“Lo so”
Si limitò a rispondere lui abbassando lo sguardo. Poe
notò che parlare di lei lo turbava ed in quel momento,
nonostante tutto, gli sembrava solo un ragazzo che aveva perso da poco
la madre.
“Penso che se fosse qui adesso approverebbe quello che stai
cercando di fare, non ha mai smesso di sperare che tu passassi dalla
nostra parte, ultimamente diceva di non illudersi a riguardo ma sono
sicuro che non abbia mai smesso di crederci davvero”
“Mi spiace, devo essere stato una forte delusione per lei. Se
mi fossi deciso prima, forse le cose sarebbero andate
diversamente”
Replicò amaramente. Si sentiva ancora colpevole del fatto
che lei avesse usato le sue ultime energie per raggiungerlo tramite la
Forza su Kef Bir, era solo grazie a lei se Rey si era convinta che in
lui ci fosse ancora Ben.
“Per quanto non ci piaccia, il passato non si può
cambiare. Quindi fa del tuo meglio adesso, per non tradire la sua
memoria e dare un senso a quelle sue speranze”
Con quelle parole Poe provò di risollevargli il morale. Lo
fece in modo automatico, perché non gli sembrava
nemmeno più di avere davanti la stessa persona che non molto
tempo prima aveva commesso tali atrocità nelle vesti di Kylo
Ren. Forse Leila e Rey avevano ragione ad avere ancora speranza in lui
e decise che forse anche lui stesso avrebbe dovuto concedergliene un
po’ più.
Ben annuì ma senza guardarlo, stava fissando un punto vuoto,
come se quelle parole lo stessero facendo riflettere ancora su qualcosa
tra sé.
Non appena il pilota svitò l’ultima vite, aprendo
il pannello, entrambi furono travolti da un ingente quantità
di fumo molto caldo, per fortuna all’aria aperta si
dipanò in fretta consentendo ad entrambi di vedere, ma
comunque alzò di molto la temperatura nei pressi del
pannello. Entrambi diedero un’occhiata al tubo da cui
fuoriusciva il fumo.
“Questa vite è lenta, potresti prendermi una
chiave adatta per stringerla? Una da diciannove dovrebbe andare
bene”
Chiese Poe.
“Dovresti pulire anche la valvola di sfogo”
Gli fece notare lui.
“Sono uno dei migliori piloti della galassia, so come
aggiustare una nave, GRAZIE. E poi da quando sei un esperto? Nel Primo
Ordine non avevi una scorta di tecnici che facevano questi lavori al
tuo posto?”
“Conosco il Falcon, è la valvola di sfogo: mio
padre se ne lamentava sempre. Ma hai ragione: quella vite è
comunque lenta, quindi ti prendo la chiave”
Rispose lui, evitando la provocazione e allontanandosi per recuperare
lo strumento. Sulla strada incrociò Rey che, a quanto
pareva, si era allontanata da Rose.
“Come vanno le riparazioni?”
Gli chiese.
“Penso che abbiamo individuato il problema e, se Poe riesce
ad avere la meglio sul suo orgoglio, penso che in non molto tempo
potremmo sistemare la valvola di sfogo!” Le rispose, con tono
in parte ironico “Voi, invece?”
“Anche noi abbiamo individuato il problema: sembra esserci
stato un corto parziale, per cui adesso Rose sta provando a sostituire
dei pezzi. Penso che lei sia più preoccupata
nell’arrivare a Coruscant in tempo per la festa piuttosto che
del guasto stesso!”
“Beh, sembra essersi data molto da fare, in effetti! Comunque
vi è andata bene: quel fumo era caldissimo, sto morendo di
caldo”
Asserì, togliendosi la giacca e restando in maglietta a
maniche corte. La maglia era evidente che non fosse la sua taglia, in
quanto gli stava stretta, delineando tutta la sua muscolatura, cosa che
fece un effetto strano su Rey: il suo sguardo si fissò
involontariamente su di essa e si sentì avvampare lei,
stavolta. Si ricordò quando, più di un anno
prima, lo aveva visto senza maglia, provò a dire qualcosa,
una qualunque cosa, che potesse distrarre lei da quel comportamento o
lui dal poterle leggerle i pensieri o le emozioni, perché se
lo avesse fatto in quel momento sarebbe morta dall’imbarazzo!
Eppure quando parlò non le uscirono delle vere e proprie
parole, piuttosto uno strano ed indecifrabile balbettio.
“Hai detto qualcosa?”
Chiese lui aggrottando la fronte, comprensibilmente confuso.
“Che ti servono altri vestiti, questi ti vanno
piccoli!”
Cercò di dirlo in modo da non far trasparire emozioni di
alcun tipo, con l’espressione più noncurante che
riuscisse a mostrare, nonostante sentisse ancora il cuore batterle
velocemente.
“Oh scusa se non ho trovato tempo per fare shopping
ultimamente! Ma se la tua è una proposta, appena
sarà possibile, potresti accompagnarmi a comprarne altri, se
vuoi. Al momento, ho solo questi di mio padre che ho trovato sul
Falcon”
“Capisco, allora ti accompagnerò”
abbozzò lei, fingendo disinteresse nella cosa
“ora, ecco… devo proprio andare a bere…
hai ragione, fa proprio un caldo tremendo qui!”
Fu la prima scusa che le venne in mente per allontanarsi da quella
imbarazzante situazione, sperando che una anche se breve lontananza gli
avrebbe impedito di percepire i suoi pensieri o sensazioni…
vana speranza, dato che a volte nemmeno migliaia di parsec di distanza
glielo aveva impedito! Comunque non aspettò nemmeno una
risposta, ed in pochi secondi si era dileguata, avvicinandosi alla
borraccia che aveva portato Rose all’esterno. Si
versò un bicchiere d’acqua ed iniziò a
bere sperando di cancellare quei pensieri.
La sua amica, che era lì accanto l’aveva vista
parlare con Ben in lontananza, quindi interruppe momentaneamente le
riparazioni e le si avvicinò con curiosità.
“Quindi tu e Ben…”
Quelle parole la colsero talmente di sorpresa che Rey mandò
di traverso quasi tutta l’acqua che stava bevendo, facendola
tossire nervosamente.
“C-COSA? Che intendi?”
Cercò di ricomporsi per sembrare il più
disinvolta possibile, ma era evidente che fosse stata presa in
contropiede. Rose aggrottò la fronte dubbiosa a quella sua
bizzarra reazione.
“Intendo, come siete diventati esattamente amici tu e lui?
Eravate letteralmente su fronti opposti!”
“Ti sembrerà assurdo, ma per quanto
all’apparenza molto diversi, ci siamo scoperti molto
simili”
Rose alzò un sopracciglio, rivolgendole
un’espressione che la mise a disagio.
“Me ne sono accorta!”
Rey preferì ignorare la provocazione dell’amica,
continuando il suo discorso.
“Non lo so, è strano… siamo sempre
stati legati da questo legame nella Forza e ci siamo avvicinati, ma
eravamo sempre in situazioni estreme che ci hanno obbligati a
confrontarci. Adesso però, una volta finita questa missione,
non so esattamente cosa potrebbe accadere in un contesto più
normale…” fece una breve pausa mentre si passava
nervosamente il bicchiere tra le mani “…riusciremo
comunque ad essere amici? O il rapporto che ci ha legati
cambierà? Non ho idea di come comportarmi con lui”
Ammise, sperando che l’amica potesse aiutarla a capire cosa
fare.
“Ne hai parlato con lui?”
“No! Non vorrei imporgli niente che lui non voglia, magari si
potrebbe sentire in obbligo solo per essere accettato nella
Resistenza!”
“Aspetta, stiamo parlando della stessa persona vero? Di Ben
Solo, figlio del generale Organa ed ex Leader Supremo del Primo Ordine?
Penso non potresti imporgli qualcosa nemmeno volendo!”
Rose strappò un sorriso a Rey con quelle parole.
“Forse ho solo paura della risposta che potrei
ricevere”
Ammise più seriamente. Rose le poggiò
affettuosamente una mano sulla spalla.
“Tutti abbiamo paura quando non siamo sicuri del risultato
ma, quando troviamo finalmente il coraggio di affrontarla, a volte
scopriamo che era solo una stupida preoccupazione!”
“Spero che sia così!”
Quelle parole le servirono a chiarirsi le idee: appena ne avesse avuto
modo, avrebbe parlato con Ben.
Rose tornò alle riparazioni, Rey stava per andare da Finn e
Chewbe per assicurarsi che fossero pronti in sala comandi per delle
verifiche, quando uno stridulo verso, attirò
l’attenzione di tutti, obbligandoli a correre
all’ingresso del Falcon.
Quel verso a quanto pareva apparteneva ad un Mogu, una creatura grossa
almeno il doppio di un umano, ricoperta di pelo e con delle vistose
corna in testa. Stava venendo verso di loro e non sembrava avere buone
intenzioni.
“Un Mogu! Potrebbe essere stato attirato dal rumore causato
dall’atterraggio del Falcon!”
Disse Rose.
“Che diavolo ci fa un Mogu qui? Non dovrebbero stare a
Koboh?”
Chiese Finn.
“Può essere che sia fuggito da qualche
contrabbandiere, su questo pianeta ce ne sono parecchi”
Ipotizzò Rose.
Poe intanto prese in mano il blaster e provò a sparargli ma
non sembrava fargli molto, se non farlo arrabbiare ancora di
più.
“Dobbiamo allontanarlo dal Falcon o danneggerà
ulteriormente la nave”
Gridò Poe.
“Concordo, anche se penso che se quel coso dovesse
avvicinarsi alla nave, sarebbe l’ultimo dei nostri
problemi… qualcuno sa se quella bestia si nutre di esseri
umani?”
Chiese agitato Finn.
“Non penso di volerlo scoprire! Potresti darmi la mia spada
laser, adesso?”
Gli rispose Ben. Finn corse a prenderla e gliela lanciò, Ben
l’afferrò al volo, felice di poterla impugnare di
nuovo. Si voltò poi verso Rey, la quale annuì al
suo sguardo.
“Io e Ben allontaniamo la creatura, voi pensate a finire di
riparare il Falcon!”
Spiegò Rey.
“Ma aspett-“
Provò a dire Finn, ma lei lo frenò.
“Non c’è tempo, fate come vi ho
detto!”
Quindi lei e Ben corsero incontro la creatura passandogli letteralmente
davanti, cosa che a quanto pareva attirò la sua attenzione,
perché iniziò ad inseguire loro due. Pur essendo
bipede, le sue ampie falcate dovute dall’altezza gli
permettevano di guadagnare rapidamente terreno.
“Cosa facciamo adesso?”
Chiese Rey a Ben.
“Non eri tu ad avere un piano?”
“Questa era la mia parte di piano, pensavo che alla seconda
avresti pensato tu!”
Ben si voltò per un attimo indietro e il Mogu sembrava
averli quasi raggiunti e sembrava anche avere intenzioni poco
simpatiche nei loro confronti.
“Ok forse ho una parte di piano, ma non ti
piacerà”
“Ovvero?”
“Ci separiamo e chi dei due non continua ad essere inseguito
pensa ad un modo per attaccare la creatura”
“Aspet-“
Non fece in tempo a finire la parola che lui virò verso
destra, lo stesso fece il Mogu scegliendo, a quanto pareva, di
inseguire proprio lui tra i due. La cosa non le piacque sia
perché Ben sarebbe stato più esposto
così, sia perché avrebbe dovuto elaborare in
fretta un piano per risolvere la situazione.
Pensa Rey…
pensa!
Provò a farsi coraggio da sola mentre osservava attentamente
la creatura che inseguiva Ben e il paesaggio circostante, cercando di
farsi venire in fretta in mente qualcosa. Era un paesaggio
così monotono, roccioso e con alture… un momento!
Forse le era venuta un’idea.
“Ben, intrattienilo solo qualche altro minuto!”
Gli urlò lei, mentre si dirigeva velocemente verso una di
quelle alture.
“Qualsiasi cosa tu abbia in mente falla in fretta, non penso
di avere ancora troppi minuti a disposizione!”
Disse lui, mentre estraeva la spada laser. Il Mogu infatti lo aveva
appena sorpassato, con il suo ampio passo, e si era chinato su di lui
per colpirlo. Con un rapido colpo della spada laser, Ben gli
ferì la mano, cosa che sembrò solo farlo
infuriare di più, perché provò a
colpirlo rapidamente con l’altra. Ben riuscì a
rotolare di lato, evitando il colpo solo per pochi millimetri; ma non
era finita, in quanto era chiaramente ancora a portata di quella
creatura. Il Mogu, infatti, questa volta non se lo fece scappare,
facendo un salto e ripiombando sul terreno, cosa che fece tremare il
suolo. Ben perse l’equilibrio cadendo e il Mogu ne
approfittò afferrandolo per il piede ed alzandolo in aria.
L’ex Leader Supremo provò ad agitare la spada
laser per colpirlo, ma non riusciva a raggiungerlo. Poteva provare a
lanciarla, ma se avesse fallito sarebbe stata probabilmente la fine per
lui, quindi prese un profondo respiro e si concentrò. Si
focalizzò sul punto scelto per l’impatto e
lanciò la spada laser in pieno volto della bestia, che fu
colpita all’occhio sinistro.
Il Mogu urlò dal dolore ma, diversamente da quanto sperava,
non sembrava intenzionato a mollarlo, anzi iniziò ad
agitarlo violentemente in aria. Con quella potenza, se lo avesse
scaraventato contro qualcosa non sarebbe finita bene, probabilmente
quello era il modo in cui uccideva le sue prede. Proprio nel momento in
cui Ben iniziò a pensare che sarebbe diventato una di esse,
sentì la presa sulla sua gamba venire meno e ricadde a
terra. L’impatto con la dura roccia non fu piacevole ma non
era mai stato così felice di aver preso una botta, infondo
sembrava ancora tutto intero e si era liberato da quella stretta
mortale. Ma come?
Alzò lo sguardo e capì che era stata Rey, la
quale era piombata dall’alto di un’altura sopra di
loro ed aveva tranciato di netto con la spada laser la mano del Mogu.
“Ti piace il piano?”
Commentò lei ironica ma, al contempo, sollevata
dall’essere arrivata in tempo.
“Dato che ha funzionato sì, spero ti
piacerà anche il mio”
La bestia, inferocita, provò a colpirli con una sferzata del
braccio intatto, fu più facile per loro stavolta schivarlo
con un salto, essendo i suoi colpi meno precisi di prima, probabilmente
a causa del dolore e dell’occhio ferito.
“Devo solo arrivare lì”
Disse Ben, indicando con un cenno della testa la sua spada ancora
conficcata nell’occhio del Mogu. Non ci fu bisogno di altre
parole tra loro due: infatti Rey annuì intuendo
già cosa dovesse fare. Lanciò a Ben la sua spada
laser, che lui prese al volo.
“Trattamela bene!”
Quelle parole fecero accennare un sorriso sul volto di lui, quindi con
la spada laser attiva corse incontro al nemico. Il Mogu
tentò di colpirlo con tutte le sue forze ma Ben
saltò e Rey usò la Forza su di lui per aumentare
il suo salto e farlo arrivare all’altezza della testa della
creatura.
Ben usò la Forza per riattirare la sua spada nella mano
sinistra, quindi alzò entrambe le spade, pronto a colpire il
Mogu, ma quest’ultimo urlò e scappò
spaventato all’idea di perdere anche l’altro occhio.
Ben, con l’aiuto della Forza di Rey, atterrò
dolcemente sul terreno roccioso, quindi si voltò verso di
lei, alzando una mano aperta.
“Ottimo lavoro!”
Sentenziò. Lei gli si avvicinò, battendogli il
cinque con un sorriso.
“Concordo, siamo una bella squadra! Direi che possiamo
tornare dagli altri, adesso”
Ben annuì e le restituì la sua spada.
**Angolo
Autrice**
Allora questo capitolo
ha un po’ di tutto: angst, fluff, ironia e
avventura… mi ha divertita scriverlo!
Finn e Poe ovviamente
ancora non si fidano di Ben e lui, nonostante il suo carattere, cerca
in qualche modo di dimostrare le sue buone intenzioni.
Rey ancora non sta
benissimo per tutto ciò che ha fatto e per il timore delle
visioni che ha avuto, tanto da chiudersi per un attimo alla Forza per
non vederne altre, cosa di cui si pente e vergogna subito dopo.
Sapevo che avrei voluto
inserire in qualche modo una citazione alla scena di Kylo senza maglia
in ep VIII, e quale scena migliore per farlo se non una un
po’ comica? Spero vi sia piaciuta!
Spero il capitolo non
risulti troppo lungo e che la battaglia col Mogu sia quantomeno
interessante, ho cercato di riproporre un po’ la sfida che ho
avuto nell’affrontarlo in Jedi survivor. Le scene di
battaglia ho sempre paura di non renderle come me le immagino!
Ho approfittato
dell’agenda dei ricordi di Chewbe per riproporre eventi del
passato di Ben di cui alcuni sono inventati mentre altri sono ispirati
a quel poco che si sa del canon (ringrazio LadyOfMischief per alcune
preziose info a riguardo).
Trovo molto interessante
il passato di Ben e spero che prima o poi ne facciano una mini serie lo
meriterebbe!
Ringrazio il mio beta
Dani1993
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